Modugno (Italia)

comune italiano
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Template:Comune Modugno è un comune italiano di 38.231 abitanti della provincia di Bari, in Puglia. Posto alla periferia sud-occidentale del capoluogo, a partire dagli anni sessanta, con la costruzione della zona industriale di Bari che occupa la parte nord del territorio comunale, ha sostituito la tradizionale vocazione agricola per diventare un centro manifatturiero caratterizzato da un rapido sviluppo economico e demografico. Il 7 gennaio 2010, con un decreto, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha conferito a Modugno il titolo di “città”.

Geografia fisica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia di Modugno.

Modugno è situata nell'immediato entroterra barese, nel territorio detto anche conca di Bari. La città sorge pochi chilometri a sud-ovest del capoluogo pugliese. Il suo territorio è prevalentemente pianeggiante ma caratterizzato da una continua e leggera pendenza in ascesa verso la Murgia. Molto interessante è il fenomeno carsico delle lame.

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Modugno.
«Chi ne sia stato il primo fondatore, e quando abbia avuto inizio la città di Modugno ci è ignoto, ma il non sapersi la sua origine li è di pregio, perché dimostra la sua antichità, se pure ricorrer non si voglia all'invenzione, ed alle favole come taluni fanno per dar lustro, e splendore alle città, di cui scriver debbono.»
 
La regina Bona Sforza. Il Seicento è uno dei periodi di maggiore splendore della Storia di Modugno.

Modugno ha una storia che risale a tempi remoti, in quanto il territorio comunale è stato abitato sin dalla Preistoria. La città, fondata probabilmente nell'Alto Medioevo, in periodo bizantino, subì le dominazioni normanna e sveva sotto le quali il Sud Italia conobbe un periodo di sviluppo. Modugno faceva parte del feudo concesso agli arcivescovi di Bari. Venne parzialmente distrutta e poi ricostruita nel periodo angioino. Nella seconda metà del XIV secolo era un feudo sotto i re aragonesi i quali concessero la città di Modugno, con Palo del Colle e Bari, agli Sforza. Durante il periodo in cui era ducato sforzesco (e in particolar modo durante il governo di Isabella d'Aragona e Bona Sforza), Modugno visse uno dei periodi di suo massimo splendore. Dopo di che si ebbe una rapida decadenza dovuta alla dominazione spagnola durante la quale, tuttavia, la città seppe dimostrare il proprio orgoglio affrancandosi dal giogo feudale tramite il pagamento di un riscatto. La situazione di crisi continuò anche durante le successive dominazioni austriaca e spagnola. La Rivoluzione Francese fece sentire i propri effetti anche nel Sud Italia e Modugno venne assediata da un'orda di sanfedisti. Per un decennio, si instaurò un governo filonapoleonico, dopo di che venne restaurato il regno borbonico che rimase in piedi sino all'Unità d'Italia del 1861, anche se Modugno, con tutto il Regno delle Due Sicilie, fu unita al Regno di Sardegna fin dalla Spedizione dei Mille del 1860.

Etimologia del nome

 
La Motta


Il primo documento dove si trova il nome di Modugno risale al maggio 1021. Si tratta di un contratto con il quale un tale Traccoguda "de loco Medunio" dava in prestito otto soldi a Giovanni e Mele di Bitetto, ricevendo in pegno una vigna che si trovava "in ipso loco Medunio".
L'ipotesi maggiormente accreditata sull'origine del nome "Modugno" è quella che lo farebbe derivare da "Medunium", ovvero "in medio", a metà strada tra Bari e Bitonto. Nella centuriazione (divisione dell'agro) romana, il primo nucleo di Modugno doveva, infatti, trovarsi al confine tra lager bitontinus e lager varinus. Un'altra ipotesi sull'etimologia del termine Modugno, è legata al nome della piccola altura dove sorse il primo borgo modugnese: la motta. In questo caso "Metu-genus" o "Mottu-genus" significherebbe "sorto sulla motta". Esiste ancora un'altra ipotesi, ma ritenuta poco affidabile, secondo la quale il nome di Modugno deriverebbe dalla città greca di Medon o da quella di Modon: i colonizzatori greci usavano dare il nome delle proprie città di origine alle nuove colonie. Ma ciò presupporrebbe che l'origine di Modugno sia di molto precedente a quella che si ritiene comunemente.

Monumenti e luoghi di interesse

 
Il Santuario di Santa Maria della Grotta

Il santuario di Santa Maria della Grotta sorge sul ciglio della lama Lamasinata, a tre chilometri da Modugno, sulla strada provinciale per il quartiere barese di Carbonara. Caratteristico è il viale fiorito che conduce al santuario. Dalle terrazze del santuario si domina una bella fetta di territorio dove si possono vedere cipressi, salici ed eucalipti; alle spalle del santuario sorge una pineta. Molto particolare è il campanile che ha una base molto possente, che ricorda quasi una torre a scopo militare, sulla quale si erge un torrino con merlature e colonnine in netto contrasto con la parte sottostante.

Non si conosce con precisione la data dell'insediamento religioso, ma le sue origini sono molto antiche: nel VIII secolo era una chiesa rupestre, chiamata Santa Maria in Gryptam, che diede rifugio ai monaci basiliani che sfuggivano alle repressioni iconoclastiche. Sembra che su questo insediamento sia sorta nel XI secolo un'abbazia benedettina. Grazie alla sua posizione, nel Medioevo è stata meta di pellegrinaggi e punto di transito per Crociati che si dirigevano verso la Terrasanta o di ritorno da essa: dal 1139 l'abbazia ospitò fino alla sua morte nel 1155, San Corrado di Baviera. Nel 1313 Roberto d'Angiò soppresse il convento per motivi politici. Escluso qualche breve periodo, da allora in poi il culto venne progressivamente abbandonato e nel XIX secolo il complesso venne acquisito da Luigi Loiacono che lo trasformò in una villa per la sua famiglia.

Nel XX secolo l'insediamento fu abbandonato al degrado fino al 1974 quando i Padri Rogazionisti diedero il via ad una serie di restauri che hanno riportato il santuario all'antico culto di Maria. Durante i restauri sono venute alla luce una serie di testimonianze del culto anticamente praticato in questi luoghi come la grotta dove visse San Corrado, un frammento di mosaico, degli affreschi e una statuetta in pietra calcarea raffigurante la Pietà.

Il santuario è meta, per i modugnesi, della tradizionale gita fuori porta in occasione di Pasquetta.

 
La chiesa di San Felice in Balsignano

Nel territorio di Modugno, a sud-est in direzione di Bitritto, a poca distanza dal centro abitato si trova il Casale fortificato di Balsignano, le cui prime notizie storiche sono datate 962: in un documento viene nominato un castrum in "loco basiliano". Il nome potrebbe derivare dai monaci seguaci di san Basilio che si sarebbero insediati nelle vicinanze. Nel 988 fu distrutto dai Saraceni durante le loro azioni in Terra di Bari. Venne subito ricostruito e, nel 1092, donato all'abbazia benedettina di Aversa; dal XIII secolo fu posseduto da diversi feudatari. Nel 1349 fu teatro di uno scontro fra esercito filoangiono e quello filoungherese, nel quadro degli scontri per la successione al Regno di Napoli. Nel 1526 venne distrutto durante lo scontro tra francesi e spagnoli che combattevano per il possesso dell'Italia meridionale. Attualmente il Casale fortificato di Balsignano è soggetto ad una serie di restauri promossi dal comune di Modugno e dall'Associazione Nuovi Orientamenti. Si conserva la struttura perimetrale realizzata a secco, una costruzione a due livelli con due torri a base rettangolare, la corte con la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e, all'esterno, la chiesa di San Felice in Balsignano.

La chiesa di Santa Maria di Costantinopoli risale al XIV secolo ed è formata da due costruzioni affiancate di base rettangolare, con volta a botte ogivale. Sono presenti degli affreschi di scuola senese molto deteriorati. La chiesa di San Felice (erroneamente attribuita in passato a san Pietro) costituisce un meraviglioso esempio dell'arte romanico-pugliese dell'XI secolo. Fonde elementi architettonici d'oltralpe, bizantini ed arabi: ha pianta a croce e cupola a tamburo ottagonale.

Presso il Casale di Balsignano, negli anni novanta, in seguito agli scavi archeologici finanziati dall'Amministrazione Comunale, sono stati rinvenuti 10.000 reperti che mostrano l'esistenza di un insediamento neolitico del VI-V millennio a.C.; il sito archeologico, che si estende per circa due ettari, è considerato il più antico della Bassa Murgia.

File:Modugno la chiesa matrice.jpg
La facciata della Chiesa Maria Santissima Annunziata in un dipinto di Michele Cramarossa

La chiesa Maria Santissima Annunziata, fondata intorno all'anno Mille, è la chiesa madre di Modugno, ma in origine il titolo era attribuito alla Chiesa di Santa Maria di Modugno. Nell'XI secolo viene citata come sede vescovile, ma il secolo successivo viene ridotta alle dipendenze degli arcivescovi di Bari, feudatari di Modugno. Fu restaurata nel 1347 dall'arcivescovo Bartolomeo Carafa e nel 1518 a spese del Capitolo di Modugno con il contributo della regina Bona Sforza.

La sua struttura odierna risale al 1626 quando finirono i lavori che seguirono il progetto dell'architetto Bartolomeo Amendola di Monopoli. La copertura del tetto venne ultimata nel 1698 e il campanile è del 1615. Nel 1642 è stato aggiunto un cappellone laterale. La struttura seicentesca a navata unica, lunga 45 metri e larga 14, inglobava la precedente chiesa a tre navate. Il campanile è in stile romanico-pugliese, come quello che caratterizza la cattedrale di Bari e di Palo del Colle. È alto più di 60 metri ed è impreziosito da bifore, trifore e quadriforme. La facciata, in stile tardo rinascimentale, è preceduta da un ampio sagrato ed è realizzata in pietra calcarea. Di importante valore artistico è il portale con architrave riccamente decorato e con due colonne corinzie sormontate dalle sculture a tutto tondo della Vergine Maria inginocchiata e dell'arcangelo Gabriele. Il portale è sormontato da un bassorilievo che rappresenta lo Spirito Santo sotto forma di colomba. Il cappellone e il presbiterio sono sormontate da cupole ottagonali con lanterna finale. All'interno sono presenti sette altari laterali, due di legno e gli altri di marmo; un tempo erano dedicati alle famiglie nobili modugnesi e fungevano da sepolcri gentilizi come è intuibile dagli stemmi familiari che li sormontano. Il presbiterio è separato dalla navata da una balaustra di marmo intarsiato.

Le decorazioni degli interni sono state affidate a diversi artisti esponenti del barocco napoletano del Seicento. Le famiglie modugnesi furono particolarmente generose nelle commissioni: i quadri sono di Carlo Rosa, Nicola Gliri di Bitonto si occupò del Cappellone e Domenico Scura di Modugno dipinse il magnifico soffitto ligneo che sovrasta la navata. Particolarmente armonici risultano, nell'insieme, tutte le decorazioni nell'interno della Chiesa. È considerato un capolavoro la tavola di Bartolomeo Vivarini, del 1472, raffigurante l'Annunziata. Nel 2002 è tornata nella Chiesa dopo circa 60 anni d'assenza. La chiesa Matrice di Modugno conserva anche tele provenienti dalla chiesa delle Monacelle, fra cui quelle di Gaspar Hovic, di Giuseppe e Nicola Porta della scuola di Corrado Giaquinto (XVIII secolo).

L'"Annunciazione" di Bartolomeo Vivarini

 
L'annunciazione di Bartolomeo Vivarini, custodita nella chiesa di Maria Santissima Annunziata.

La pala d'altare dipinta dall'artista veneziano Bartolomeo Vivarini è uno degli elementi pittorici di maggior interesse storico-artistico di Modugno. L'opera risale al 1472 ed era originariamente la parte centrale di un polittico. Nel XIII e nel XIV secolo la Repubblica marinara di Venezia aveva stretti rapporti commerciali con molte città costiere pugliesi, influenzandone la politica ma anche il gusto artistico delle classi più agiate: ciò spiega la commissione di tale lavoro all'artista muranese da parte del clero modugnese.

In principio, la pala lignea era collocata nel catino absidale della chiesa di Maria Santissima Annunziata. Vi rimase fino al 1929 quando l'arciprete Francesco Bux ne autorizzò il trasferimento momentaneo nella Pinacoteca provinciale di Bari; vi rimase fino al 2002 quando tornò nella sua attuale collocazione in una teca protettiva nei pressi dell'altare.

Di particolare interesse è la prospettiva della stanza in cui si svolge la scena dell'Annunciazione. Notevole attenzione meritano i particolari dell'opera: una finestra che lascia spaziare lo sguardo sino alle montagne sullo sfondo, il giglio tenuto nelle mani dell'angelo e il breviario in quelle della Vergine, il vaso e il cuscino che si intravede dietro la tenda. L'uso di colori morbidi e sfumati, abbinati ai contorni ben definiti delle figure comunicano un senso di serenità.

 
Piazza Sedile

La Piazza Sedile è situata ad est del centro storico e trae il proprio nome dal "Seggio dei Nobili", luogo in cui l'aristocrazia modugnese eleggeva i propri rappresentanti e prendeva le proprie decisioni per l'indirizzo politico della comunità. Infatti, la piazza è di origine Settecentesca, fortemente voluta da quelle famiglie trasferitesi a Modugno quando era ducato sforzesco, soprattutto dal Ducato di Milano, e che volevano mostrare il loro potere e la loro ricchezza frutto dei commerci. Il palazzo, forse, più rappresentativo della piazza è la Sala del Sedile dei Nobili, frutto di un restauro Settecentesco che aggiunse alla fabbrica preesistente la torre dell'orologio caratterizzato da merlatura alla guelfa e sormontato da un'elegante struttura in ferro battuto che contiene due campane: una che segna lo scandire del tempo, l'altra che avvisava i nobili dell'inizio delle assemblee. L'orologio funziona grazie a un sistema di caricamento a contrappesi. Il recente restauro del 2005 ha mostrato il profilo dell'originale portale del Seicento. L'emblema comunale del cardo selvatico è presente sulla facciata, sia nella parte superiore alla finestra che sormonta l'architrave, sia nella ringhiera di ferro battuto, a voler sottolineare il ruolo istituzionale che il palazzo aveva. Dal 1998 è sede della Pro Loco. Nel lato opposto della piazza si può vedere il Palazzo Scarli, datato 1601, al cui facciata è impreziosita da un'elegante balaustra. Il Palazzo fu fatto costruire dalla famiglia Scarli, trasferitasi a Modugno da Novara nella prima metà del XVI secolo.

Sino all'abbattimento delle mura cittadine nel 1821, la Piazza era chiamata Largo Purgatorio, dal nome dell'omonima chiesa presente al culmine della piazza. La successiva creazione della strada consolare Bari-Altamura (oggi via Roma e Corso Vittorio Emanuele) definì i limiti attuali della piazza che venne sistemata tra il 1863 e il 1879. La Chiesa di Santa Maria del Suffragio (o del Purgatorio) fu costruita dal 1639 al 1766. Il sagrato è sopraelevo costituisce la cima di una cisterna pubblica sistemata nel 1860. Un portico in pietra levigata di stile neoclassico precede la facciata in tufo. La parte destra della chiesa è collegata alle abitazioni vicine tramite archi, sulla parte sinistra sono presenti cinque monofore e un ingresso secondario, sormontato da un bassorilievo. L'interno, a navata unica, conserva un pavimento maiolicato del 1720, una cantoria seicentesca in legno dorato e intarsiato, impreziosita dalla tela della Madonna del Suffragio e da due piccoli organi simmetrici del Settecento. Ci sono sue altari laterali con statue lignee e un pulpito di legno dorato e intarsiato. Si contano ben 46 dipinti appartenenti alla scuola napoletana seicentesca, una trentina dei quali sono attribuiti al bitontino Carlo Rosa. La Chiesa viene comunemente detta del Purgatorio dalla confraternita che vi opera, fondata nel 1632 dall'arcivescovo Ascanio Gesualdo e insediata nella chiesa dal 1651.La Pia Associazione sotto il titolo di Purgatorio di Modugno fu munita di Regio assenso di Ferdinando IV di Borbone nel 1761. Il 3 marzo 1879 venne rifondata, col regio assenso di Re Umberto I di Savoia, trasformandosi in Opera Pia dedita al sostentamento e all'educazione di povere ragazze orfane.

 
Facciata della Sala del Sedile dei Nobili, in Piazza Sedile

I palazzi Ottocenteschi che circondano la Piazza sono in armonica con le strutture del secolo precedente. Palazzo Crispo, realizzato tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo seguendo il progetto del bitontino Vincenzo Castellucci, segue uno stile tardo neoclassico. Interessanti sono il coronamento della facciata con traforo floreale e il torrino con merlatura alla ghibellina in evidente contrasto con quella della torre dell'orologio: il generale sardo Alberto Crispo, voleva simboleggiare la rottura tra i Savoia e lo Stato della Chiesa. Gli interni del palazzo conservano la struttura, gli affreschi con motivi vegetali e animali mitologici, e gli arredamenti originari. La famiglia Crispo abita il palazzo ancora oggi. Sul lato opposto della piazza c'è l'ottocentesco Palazzo Zanchi-Giampaolo, in stile neoclassico, del quale non si hanno notizie storiche approfondite.

Piazza Sedile, continua ad avere ancora oggi un'importanza fondamentale nella vita della comunità modugnese, qui hanno sede diversi circoli ricreativi cittadini e molte manifestazioni culturali si svolgono proprio nella piazza principale.

Altri monumenti

Chiese ed edifici di culto

Edicole

  • Bassorilievo di Sant'Agostino, in via D. Scura n.19
  • Annunciazione, in via G. Cazzano
  • Madonna con Bambino (XX secolo), nei pressi di Piazza Sedile
  • Madonna con Bambino, nel Palazzo Scura
  • Madonna della "Corte Campanile" (XX secolo), in Vico Savoia, nei pressi di Piazza Sedile
  • Madonna di Costantinopoli (XVIII-XIX secolo), in via Vergini n.12
  • Crocifisso (XVIII-XIX secolo), in via G. Cazzano
  • Bassorilievo della Deposizione, sotto l'Arco di San Vito nei pressi di Piazza Romita
  • Madonna delle Grazie (XVIII-XIX secolo), in via Vergini n.1
  • Madonna delle Grazie, in via Madonna delle Grazie
  • Natività (XVIII-XIX secolo), in Corso Vittorio Emanuele n.7
  • Madonna del Suffragio (XVIII-XIX secolo), in via G. Cazzano
  • San Vincenzo Ferrer (XVIII secolo), in Piazza del Popolo

Palazzi storici

Altri luoghi di interesse storico-artistico

  • Casedde, nelle campagne modugnesi
  • Ipogeo di San Simeone o Grotte di Costantino, in contrada San Simeone
  • Menhir "Il Monaco", al Km 79,455 della Strada statale 98 in direzione Bitonto
  • La Motta
  • Palmento Longo edificato da Andrea Longo nel secolo XVII in contrada Piscina Nuova e Contrada Palmento Longo
  • Porta del Suburbio, nei pressi della Chiesa Maria Santissima Annunziata
  • Titoli rinascimentali, tracciavano il confine tra il territorio di Bari e quello di Bitonto, si trovano nelle campagne modugnesi
  • Torre della Bella Mora, in contrada Misciano
  • Trappeto di Montepeloso o "dell'Olio rosso", in contrada Misciano
  • Masseria Cesena edificata nel 1777 in Contrada Paradiso,ora della Famiglia Longo.
  • Casina Paradisey edificata nel secolo XIX dalla Famiglia Paradisey in Contrada Paradiso
  • Masseria Torre di Sforza edificata nel secolo XIX dalla famiglia Capitaneo,ora di proprietà Longo Crispo.
  • Casina Amari Cusa edificata nel secolo XIX in Contrada Cecilia.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[1]

Nel XIII secolo, sotto la dominazione angioina, è possibile ricavare dai documenti dell'epoca un'indicazione sulla popolazione modugnese. In un dato del 1276 Modugno è registrata per un'oncia corrispondente a quattro fuochi (nuclei familiari). Pure aggiungendo le autorità civili, militari ed ecclesiastiche, non incluse in questo censimento effettuato ai soli fini fiscali (per l'imposizione del c.d. focatico), è facile notare come all'epoca la popolazione modugnese fosse piuttosto esigua.

Durante il periodo del ducato di Bona Sforza, Modugno visse un periodo particolarmente fiorente che si accompagnò ad una forte crescita demografica. Nel 1595 la popolazione superò i 1400 fuochi e nella città fecero il loro ingresso nuove famiglie che avrebbero ricoperto ruoli di prestigio e avrebbero deciso le sorti economiche e politiche modugnesi.

Sotto la dominazione spagnola nel Regno di Napoli iniziò un periodo di declino che si manifestò anche con la riduzione della popolazione: dai 10.000 abitanti che alcune fonti contano sul finire del XVI secolo, si arriva ai circa 5.000 della fine del XVIII secolo.

Con lo sviluppo della zona industriale, negli ultimi decenni, la popolazione di Modugno è aumentata notevolmente triplicandosi dagli anni sessanta agli anni novanta. Una larga fetta della popolazione modugnese (più di 5000 persone) risiede in contrada Santa Cecilia, nel centro residenziale C.E.P., contigua al quartiere San Paolo di Bari.

Etnie e minoranze straniere

Il 2% della popolazione modugnese è costituito da cittadini stranieri, il cui numero è passato dai 380 individui nel 2002 ai 680 nel 2004. Le comunità nazionali maggiormente rappresentate sono quella albanese (218 unità), cinese (132 unità), indiana (117 unità) e senegalese (95 unità). Inoltre, sono presenti 93 cittadini provenienti da altri stati dell'Unione Europea.

Lingue e dialetti

  Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto barese.

A Modugno, nel passato, esistevano due dialetti:

  1. quello “du soine e naune”, più accentuato, più duro, usato da “le zappatéure” (contadini);
  2. quello “du sine e none”, meno forte, meno accentuato, usato dalle classi signorili e dagli artigiani.

Osserviamo nei due dialetti alcune espressioni:

  • Joie e téue (io e tu); ji e tu.
  • U zappataure se jalze subete la matoine (il contadino si alza presto al mattino); U zappatore se jalze subete la matine.

I gruppi di vocali che caratterizzano il dialetto “du soine e naune”, rendendolo più forte, sono eu, oi, au.

Le vocali del dialetto modugnese sono cinque: a e i o u. Ma, in particolare della vocale e bisogna sottolineare che può essere:

  1. Aperta, se ha l'accento grave, come in fèmmene (donna), cannèdde (canna);
  2. Chiusa, se ha l'accento acuto, come in tembéste (tempesta), zéppe (zoppo);
  3. Semimuta, se non è accentata, e quindi non si pronunzia o si sente appena, come in mamme (mamma), besciarde (bugiardo). Essa ha la funzione di formare la sillaba.

Esiste poi una semiconsonante, la lettera j, che ha vari usi: in principio di parola, come jidde (lui), jatte (gatto); tra due vocali, come moje (adesso), mangiaje (cibo); nei suoni liquidi –glje -cchje -gghje, come battagjie (battaglia), jacchje (trovi), pagghje (paglia).

Si può incontrare, infine, la lettera K come variante del c duro e del ch, come in kapeche (scelgo), kièche (piega).

Cultura

  Lo stesso argomento in dettaglio: Associazioni culturali di Modugno.
 
Il Palazzo della Cultura. Alle sue spalle si vede il campanile della Chiesa Matrice

Le dinamiche culturali che contribuiscono a definire l'identità di una comunità, nel caso modugnese, hanno avuto una serie di sconvolgimenti dovuti alla metamorfosi subita da Modugno: da piccolo centro agricolo a grande realtà industriale. Questi sconvolgimenti culturali che si sono verificati a Modugno hanno comportato una serie di conseguenze, come la perdita di importanti contenitori culturali come il cinema e il teatro. Nonostante queste perdite, la cultura modugnese ha visto un proliferare di iniziative portate avanti grazie all'iniziativa dei singoli o di associazioni.

Personalità legate a Modugno

Contenitori culturali

  • Auditorium dell'I.T.C. Tommaso Fiore
  • Palazzo della Cultura: questo palazzo, intitolato a Carlo Perrone e inaugurato nel 2005 nel centro di Modugno, contiene la Biblioteca comunale, spazi espositivi e una sala conferenze. La Biblioteca comunale contiene una vasta scelta di libri, quotidiani e periodici. Alcuni libri antichi, dono di cittadini modugnesi, impreziosiscono la raccolta della biblioteca. La biblioteca è dotata di una confortevole sala lettura ed offre diversi servizi. Il Palazzo della Cultura rappresenta una vittoria della comunità modugnese contro un "mostro edilizio". Nel 1968 venne rilasciata una licenza edilizia che autorizza la costruzione di un palazzo di dieci piani in pieno centro storico. La risposta della cittadinanza, offesa nella propria dignità dal "Bubbone", fu una ribellione immediata. Nel 1980 il comune compra quel palazzo e ne abbatte otto piani, riqualificandolo come centro culturale.
  • Museo Civico, in via di realizzazione, ospiterà reperti rinvenuti durante gli scavi presso il sito archeologico di Balsignano, una collezione di 50 vasi di epoca peuceta e una collezione di monete antiche. Queste ultime due collezioni sono dono di cittadini modugnesi alla comunità.
  • Palazzo Colavecchio, Palazzo storico modugnese che, ormai da trent'anni, ospita mostre convegni e dibattiti.
  • L'oratorio, inaugurato nel 1960, fu costruito grazie ai fondi offerti dalla popolazione ed ha costituito per lungo tempo un riferimento culturale per molte generazioni di modugnesi. Ora è sottoposto a restauro.
  • La Sala Beatrice Romita è dotata di tecnologie audiovisive all'avanguardia ed è situata all'interno del nuovo Comando dei Vigili Urbani.

Istruzione

Modugno conta tre circoli scolastici che coordinano le scuole materne ed elementari cittadine. Ci sono poi tre scuole medie inferiori chiamate "F. Casavola", "Dante Alighieri" e "Francesco d'Assisi". Infine, l'unica scuola media superiore modugnese è l'Istituto Tecnico Commerciale "Tommaso Fiore".

Integrazione sociale e Volontariato

Le profonde trasformazioni che hanno caratterizzato la struttura sociale modugnese dal passaggio da una cultura rurale ad una realtà industriale, si sono sommate ai mutamenti che anno caratterizzato la vita sociale italiana e ai forti fenomeni di immigrazione che hanno interessato la Puglia dagli anni ottanta e novanta. L'accoglienza della popolazione modugnese ha consentito un rapido allargamento della popolazione del centro abitato con l'ingresso di immigrati stranieri, e, prima ancora, con la venuta di lavoratori che da tutta Italia cercavano occupazione nelle aziende della zona industriale.

Accanto all'opera delle Caritas parrocchiali, si sono recentemente intensificate le iniziative delle associazioni di volontariato e operanti nel terzo settore.

Economia[2]

  Lo stesso argomento in dettaglio: Economia della Puglia.

Nel 2004 le aziende attive a Modugno erano 2.592, registrando un lieve incremento rispetto all'anno precedente. Sul territorio comunale modugnese sono presenti circa il 2% delle aziende operanti nella Provincia di Bari, e sono generalmente realtà economiche di medie-piccole dimensioni. Il settore del commercio, all'ingrosso e al dettaglio, è al primo posto con 1029 aziende, segue il settore industriale e manifatturiero con 487 aziende e dal settore edilizio (294). Fanno registrare un forte incremento il settore dell'informatica, quello immobiliare e quello dei trasporti. Si registra, di contro, un'inflessione nel settore agricolo, della ristorazione, della mediazione finanziaria e monetaria, dei servizi.

La Confartigianato locale, che associa 320 imprenditori, offre diversi servizi ed è molto attiva nella promozione della produzione modugnese. La C.A.G. (Cooperativa Artigiana di Garanzia di Modugno) conta 720 imprese associate e svolge il compito di creare convenzioni con istituti di credito, per agevolare i tassi d'interesse. Il Consorzio Coima è nato con l'obiettivo di creare l'Area Artigianale; ora si occupa di fornire servizi alle imprese artigiane modugnesi. La Confcommercio modugnese conta oltre 900 iscritti fornendo servizi di formazione professionale, assistenza sindacale e previdenziale, convenzioni con istituti di credito e di servizi. Il Consorzio per lo Sviluppo Industriale (ASI) nasce nel 1960 per promuovere la creazione di nuove realtà industriali, artigianali e terziarie. Ne fanno parte Bari, Adelfia, Bitonto, Bitritto, Capurso, Giovinazzo, Modugno, Mola di Bari, Molfetta, Noicattaro, Valenzano, Terlizzi, Triggiano.

Agricoltura

 
Alberi di ulivo nelle campagne modugnesi

Da centro a vocazione agricola, Modugno ha subito una forte e rapida metamorfosi a favore dell'industria e dell'artigianato. Dagli anni sessanta questo settore ha sottratto all'agricoltura superficie e manodopera. L'espansione urbanistica che ne è conseguita ha contribuito notevolmente alla riduzione di tale area. La superficie agricola modugnese è di 1381 ettari, al 43º posto fra i 48 comuni della Provincia di Bari.

Ciò nonostante, oggi si assiste ad una ripresa del settore agricolo che conta circa 30 aziende. Esse operano nella coltura di prodotti ortofrutticoli, della pregiata ciliegia "Ferrovia", dell'uva da tavola (di cui la Puglia è prima produttrice in Italia), di mandorle e soprattutto di olive per la produzione dell'olio extravergine. Modugno è al quarto posto nella coltivazione provinciale di piante aromatiche e medicinali.

Le varietà di olive maggiormente coltivate nel territorio modugnese sono l'Ogliarola (o Cima di Bitonto) e la Coratina. Dalla sintesi delle caratteristiche della dolce ogliarola e della piccante coratina deriva una pregevole qualità d'olio Extravergine d'oliva dal leggero retrogusto mandorlato derivante dalla vicinanza di colture di mandorlo.

A Modugno sono operanti tre frantoi, il più importante dei quali è il frantoio sociale che raccoglie il 90% della produzione locale (circa 20.000 quintali) e rappresenta un punto di riferimento anche per i paesi limitrofi. Questo frantoio è affiliato all'ASSO.PRO.OLI. (Associazione dei Produttori Olivicoli) che controlla e certifica tutte le fasi della trasformazione dell'oliva in olio extravergine.

Una quantità dell'olio prodotto è destinato al consumo locale, ma la parte più grande è destinata al centro di imbottigliamento di Andria, dove viene accuratamente controllato, imbottigliato e commercializzato in tutto il mondo con marchio D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta).

Altri tradizionali prodotti agricoli modugnesi, le mandorle e l'uva, trovano largo utilizzo nella cucina tipica locale.

Tipo di Coltivazione

  • Ulivo, 1037,92 ettari (75,2%)
  • Mandorlo, 216,88 ettari (15,7%)
  • Vite, 51,45 ettari (3,7%)
  • Altro, 74,75 ettari (5,4%)
  • Totale, 1381 ettari

Artigianato

Il settore dell'artigianato modugnese è molto variegato ed è composto prevalentemente da aziende di piccola dimensione. Recentemente, il Consorzio ASI ha promosso la realizzazione di un polo artigianale, sulla provinciale Modugno-Bari, a ridosso del centro abitato, che ha contribuito alla nascita di molte nuove realtà produttive. La Zona Artigianale conta 119 lotti, ma è ancora in espansione. Denominata "Cittadella dell'Artigianato" è il vanto dell'artigianato modugnese. Nel 2004 risultavano attive, presso la Camera di Commercio di Bari, 718 imprese artigiane. Il settore è fortemente cresciuto dal 2000 quando si contavano 585 imprese. Crescono le imprese costituite in forma societaria, anche se rimangono molto più numerose (80%) le attività artigiane costituite su base individuale.

Industria

Nell'ultimo quarantennio la storia e l'evoluzione di Modugno sono state fortemente condizionale dall'espansione dell'area industriale di Bari che si estende per 1509 ettari, circa metà dei quali in territorio di Modugno. Si tratta di un'area in cui convivono aziende piccole e piccolissime con grandi realtà produttive di rilevanza nazionale e internazionale che superano anche le 1000 unità lavorative. Esse operano nei settori più disparati. La zona industriale costituisce un forte motore di sviluppo per Bari e l'hinterland, con le sue oltre 600 imprese che danno lavoro a più di 20.000 persone.

Commercio

L'offerta commerciale di Modugno è molto differenziata e conta oggi più di 1200 attività. Il mercato giornaliero, dal 2005, si svolge presso la nuova struttura del mercato coperto in via X marzo e conta una quarantina di operatori economici. Al mercato settimanale del venerdì espongono 180 operatori.

Geografia antropica

Urbanistica

Il borgo antico è caratterizzato da vie molto strette ed intricate con abitazioni di dimensioni molto ridotte, generalmente composte da un solo ambiente. Sono presenti diversi palazzi storici caratterizzati per lo più da uno stile tardo-rinascimentale. La Strada Statale 96 tagliava dal resto del centro urbano i due quartieri di Porto Torres e di Piscina dei Preti. Solo recentemente, con la realizzazione del sottovia stradale per la Statale 96, lo sviluppo dei due quartieri li sta avvicinando al centro e dotando di nuove infrastrutture e servizi, come il nuovo Ufficio Postale.

La città ha avuto un'evoluzione urbanistica disordinata e caotica. Nonostante la redazione di un piano regolatore, approvato negli anni ottanta, i danni prodotti dalla mancanza di uno strumento organico precedente che ne regolasse lo sviluppo, sono ormai irrimediabili. I quartieri più recenti si sono sviluppati anch'essi in maniera disordinata. Risultato di questo sviluppo incontrollato è il pessimo sistema viario, la mancanza quasi totale di aree verdi di una certa consistenza, e la enorme speculazione edilizia che ha arrecato danni incalcolabili al tessuto urbano.[senza fonte]

Lontano circa 4 km dal centro cittadino, sorge, in contrada Santa Cecilia, nei pressi del quartiere San Paolo di Bari, un nucleo di abitazioni che rimane tutt'oggi distante e poco agevolmente raggiungibile dal centro cittadino, anche se, recentemente, è stato istituito un servizio di trasporto urbano, tuttavia poco utilizzato dai residenti di quel quartiere, abitato, perlopiù, da cittadini baresi per nulla integrati con la comunità del centro cittadino modugnese.[senza fonte]

Centro storico e antica cinta muraria

Il centro storico modugnese è composto dal borgo antico e dal suburbio. Il primo è sorto e si è sviluppato intorno alla fortezza della Motta. È possibile ipotizzare l'esistenza di un'antica cinta muraria di epoca normanna che circondava il borgo antico. Nella espansione urbana di Modugno, il borgo antico si ingrandì col suburbio. Nel XIV secolo la città aveva una cinta di mura con almeno quattro porte difese da torri.

 
Porta del Suburbio

A oriente si apriva la Porta di Bari (piazza del Popolo); la Porta Bitonto immetteva sulla strada che conduceva alla sede vescovile; a ovest si apriva il Portello (via Portello), in direzione di Palo del Colle, che vide accresciuta la sua importanza nel periodo del Ducato sforzesco; a sud c'era la Porta del Suburbio (via Donato Olimpio). Con l'inglobamento, nel Cinquecento, del Suburbio entro le mura cittadine, questa porta perse d'importanza e rimpiazzata con la Porta la Staccata (fine di via Conte Rocco Stella). Nel Seicento venne spostata la Porta di Bari (in via Porta di Bari) e venne aggiunta la Porta delle Beccherie (a nord-est di Piazza Sedile).

La porta del Suburbio è l'unica di cui si conserva ancora oggi traccia, anche se in un rifacimento più recente. Degli ingressi cittadini scomparsi rimangono solo le croci lignee che erano apposte sulle porte e benedette annualmente.

Nel XVIII secolo le mura non coprivano l'intero perimetro cittadino o, perlomeno, non assolvevano un'adeguata funzione difensiva: durante l'assedio del 10 marzo 1799, Giambattista Saliani, nella sua cronaca degli eventi, parla di "borgo non murato". Le mura cittadine, o quel che ne rimaneva, caddero in stato di abbandono e nel 1821 vennero abbattute definitivamente.

Infrastrutture e trasporti

Strade

Ferrovie

Trasporto pubblico e bus

Trasporto aereo e navale

  • La vicinanza con Bari consente il rapido accesso alle strutture portuali e aeroportuali del capoluogo.

Ambiente

Villa comunale e cisternone

 
Il Monumento ai caduti nella Villa Comunale

La villa comunale di Piazza Garibaldi è stata realizzata nel 1910 nello spazio denominato "votàno" in quanto era lo spazio vuoto dinanzi alla parte occidentale delle mura cittadine. Lì c'era una depressione naturale del suolo dove si raccoglievano le acque piovane, ma il luogo era acquitrinoso e malsano. Nel 1855 venne costruito in quello spazio una grande cisterna: il cisternone o "pizzacara" (che in dialetto modugnese vuol dire pescheria). Ciò con lo scopo di aiutare la popolazione nei non rari periodi di siccità in una terra cronicamente povera d'acqua come la Puglia. L'iniziativa fu del ricco proprietario terriero Vito Michele Loiacono che la fece realizzare a proprie spese spendendo 1500 ducati. La grande cisterna è ricoperta da una piattaforma di pietre lisce con quattro pozzi per attingere l'acqua; in fondo ad essa si erge una piccola costruzione per il custode che riporta sulla facciata un'iscrizione che ricorda il benefattore.

Nella villa comunale è presente il Monumento ai Caduti, formato da un alto piedistallo in pietra (che è ciò che rimane del monumento commemorativo dei caduti del Primo Conflitto Mondiale realizzato nel 1922) e dalla parte in bronzo (realizzata nel 1960 su progetto dello scultore rutiglianese Vitantonio De Bellis). Esso rappresenta una donna che ha sacrificato alla patria le persone a lei più care: il soldato colpito a morte e il reduce.

Nel 2000 è stata trasformata radicalmente con un intervento di dubbio gusto, cambiando la posizione degli alberi, delle palme e del Monumento ai Caduti. Durante i lavori è stato realizzato un anfiteatro semicircolare di pessimo gusto architettonico, di fronte al cisternone, che ora accoglie manifestazioni di carattere culturale.

Boschetto

È una piccola fetta di macchia mediterranea in una vallata creata da una ramificazione della Lama Lamasinata. Il portale d'ingresso è affiancato da due alti cipressi e, all'interno del Boschetto, c'è un grande caseggiato, detto "la Torre" costruito dalla famiglia Loiacono nel 1800 e utilizzato come luogo di villeggiatura: erano presenti viali, siepi, fontane e piscine. Il soggiorno di tedeschi e inglesi durante la seconda guerra mondiale ha danneggiato notevolmente il Boschetto.

Oggi il Boschetto è un'oasi di salvaguardia floro-faunistica dove è possibile ammirare esemplari imponenti di quercia e pino, begli arbusti di biancospino e lentisco, e fiori di croco e iris. Si possono anche scorgere merli, fagiani, capinere, passeri e diverse varietà di insetti. Il luogo è precluso alla caccia dal 1980.

Inquinamento

Lo sviluppo industriale che ha caratterizzato gli ultimi decenni della vita modugnese, è stato portato avanti senza tenere in dovuto conto le conseguenze ambientali che ne sarebbero derivate. L'inquinamento dovuto agli smaltimenti industriali si andava a sommare ad una scarsa valorizzazione del patrimonio ambientale e paesaggistico: le lame erano non di rado utilizzate come discariche a cielo aperto dove venivano abbandonati anche rifiuti pericolosi per le falde acquifere nel sottosuolo. Solo ultimamente ci si è resi conto dell'importanza di una adeguata salvaguardia ambientale e cittadinanza modugnese è molto attiva nella tutela del proprio territorio e contrasta con diverse iniziative i progetti che vorrebbero far sorgere in territorio comunale una nuova centrale elettrica (poi effettivamente realizzata, ignorando le proteste dei presidi di ecologisti e semplici cittadini) e un inceneritore.

Manifestazioni religiose

Il primo patrono di Modugno fu San Pietro martire, domenicano vissuto nel XIII secolo e noto per la lotta contro le eresie. Venne martirizzato dai suoi avversari. Il suo culto si diffuse a Modugno dal 1401 con la venuta dei Domenicani. Il 29 aprile, giorno della sua commemorazione liturgica, venivano benedetti rami d'olivo. La chiesa Matrice conserva un suo quadro.

Festa patronale di San Rocco e San Nicola da Tolentino

La festa popolare delle celebrazioni patronali in onore di San Rocco e San Nicola da Tolentino si festeggia la quarta domenica di settembre, mentre il venerdì, il sabato precedenti e la domenica stessa tre processioni accompagnano la statua di San Rocco per le strade del centro cittadino e delle periferie. Il lunedì si festeggia San Nicola. La lunga processione si ferma in Piazza Sedile dove il Sindaco, a nome della comunità modugnese, consegna le chiavi della città al Santo. Durante la manifestazione, festose luminarie rischiarano a giorno le vie principali e la Piazza Sedile, bande locali eseguono concerti, fuochi pirotecnici colorano il cielo ed un grandioso Luna Park allietano le serate.

San Rocco è il protettore di Modugno. La sua statua di legno che viene portata in processione durante le celebrazioni della festa patronale risale al 1522, quando fu invocato l'intervento del santo a protezione dalla peste e nominato patrono minore della città. I gambali e il cappello d'argento furono donati, nel 1836, dal canonico Luigi Loiacono, come ringraziamento per lo scampato pericolo dell'epidemia di colera che aveva colpito tutta la regione. Nel 1907 la statua del santo venne spostata in un altare della chiesa Matrice.

Secondo la tradizione, San Nicola da Tolentino fu concepito a Modugno dai suoi genitori in ritorno dal viaggio votivo presso la tomba di San Nicola di Bari. Invocato, insieme alla Madonna Addolorata, come protettore dalla peste del 1656, venne proclamato l'anno successivo Patrono di Modugno. Inizialmente, la sua festa era il 10 settembre. Venne perdendo di popolarità, fino al 1930 quando la Confraternita di San Nicola da Tolentino riprese gli originari fasti nei festeggiamenti. Dal 1952 i festeggiamenti di San Nicola vennero abbinati a quelli di San Rocco.

Nel 2001 Modugno ha ospitato le reliquie del Santo che uscivano per la prima volta dalla Basilica di Tolentino.

Culto della Madonna Addolorata

La venerazione della figura di Maria a Modugno ha inizio con la fondazione della città: infatti, il primo nucleo cittadino sembra sia nato intorno alla chiesa di Santa Maria di Modugno, e moltissime sono le chiese dedicate alla Madonna (la quasi totalità delle chiese modugnesi: SS.ma Maria Annunziata, Assunta, S. Maria del Carmine, S. Maria della Croce, Immacolata, S. Maria delle Grazie, S. Maria dei Martiri, ecc.). Numerose sono le edicole sacre, le immagini venerate e le manifestazioni in onore della Vergine promosse dalle Confraternite modugnesi.

Molto forte è la devozione verso la Madonna Addolorata che trae origine nel XVII secolo quando venne invocato il suo aiuto contro la pestilenza del 1656. I modugnesi, come segno di ringraziamento, costruirono la Chiesa della Madonna dello Spasimo e ogni terza domenica di settembre veniva celebrata una festa in cui si facevano opere di beneficenza, e il lunedì seguente veniva offerto da mangiare ai poveri. Nel 1691 venne nuovamente invocato l'aiuto della Madonna a protezione dalla nuova epidemia di peste. Nel 1722 il culto della Madonna venne trasferito nella chiesa Madre, per ragioni di spazio, e venne sistemata sull'altare dell'Addolorata una nuova statua.

Alla Madonna Addolorata vennero indirizzate le preghiere dei modugnesi durante gli avvenimenti del 10 marzo del 1799. Quel giorno una massa di sanfedisti filoborbonici provenienti dal contiguo comune di Carbonara di Bari (oggi frazione del capoluogo) si riunì per saccheggiare Modugno. In quell'occasione diversi testimoni assistettero all'apparizione di una donna di bianco vestita, con un fazzoletto in mano, sul tetto di un palazzo al limite sud del paese, che impediva che le cannonate del nemico colpissero le abitazioni. Si ritenne un miracoloso intervento della Madonna Addolorata apparsa sui tetti modugnesi per proteggere la città dagli assalitori. Da quel momento, la festa della Madonna Addolorata venne spostata da ottobre al X marzo e celebrata con grande solennità. Nel 1876 venne proclamata patrona di Modugno.

Dal 1990 riprende vita questa festa religiosa dopo anni di oblio causati da scarso interesse dei comitati feste religiose; unisce manifestazioni di carattere religioso, con iniziative di carattere culturale e solidale. I festeggiamenti iniziano il primo giorno di giugno nella chiesa di Sant'Antonio e trovano il loro apice i giorni 12 e 13 di giugno. Il 12 giugno c'è la benedizione del pane che viene distribuito ai modugnesi, l'immagine del Santo viene spostata dalla chiesa di Sant'Antonio alla Matrice, poi alla Chiesa di Sant'Anna e infine in Piazza Sedile. Il giorno successivo ci sono celebrazioni religiose.

Manifestazioni culturali e tradizioni

Fiera del Santissimo Crocifisso

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Commercio, dei Mercati e delle Fiere Modugnesi.

La fiera del Crocifisso si svolge la seconda e la terza domenica di novembre. Nasce nel 1622 per celebrare un evento giudicato miracoloso: un fulmine caduto sulla chiesa Matrice uccise alcuni sacerdoti e bruciò l'asta del Crocifisso, lasciando intatta la figura del Cristo. Questa figura del Cristo in croce è conservata ancora oggi nella stessa chiesa ed è posta in una nicchia sovrastante la cappella della Madonna Addolorata. A partire dal 1656, la fiera acquisì una forte importanza per la popolazione in quanto la peste che colpì Modugno quell'anno terminò i primi giorni di novembre, poco prima dell'inizio della fiera.

In origine la fiera durava otto giorni, per tutto il periodo compreso tra la seconda e la terza domenica di novembre. Nei primi secoli, la fiera vendeva quasi esclusivamente prodotti agricoli e animali; col tempo si è evoluta allargandosi anche al settore dell'artigianato locale, ai mezzi per lavorare la terra, ai tessuti, ai vestiti, alle piante e a diversi generi alimentari.

Questa fiera ha sempre attratto persone dai paesi vicini e richiama espositori e venditori da tutta Italia: è una delle più importanti della provincia. Oggi è possibile trovare ogni genere di prodotti: la fiera è un'occasione per fare acquisti a prezzi vantaggiosi o semplicemente per godersi il piacere di una passeggiata all'aperto. Negli ultimi anni, in concomitanza con la fiera, vengono organizzate manifestazioni culturali collaterali.

Festa di San Giuseppe e Sagra del Calzone

Il 19 marzo si festeggia il padre putativo di Gesù con l'allestimento di falò, la preparazione delle zeppole e di pane che viene benedetto e distribuito alla cittadinanza. I festeggiamenti di San Giuseppe, trovandosi alla fine dell'inverno, si sovrappongono ai riti pagani che celebravano l'inizio della primavera e il rifiorire dei germogli. Nei falò che vengono accesi ai margini delle piazze della città (e in quello più grande che viene allestito nella piazza principale) si bruciano grandi cataste di legna e nei campi si incendiano i residui del raccolto precedente. Al fuoco del falò venivano arrostite le rape e si consumavano taralli, ceci abbrustoliti nella cenere ("le cìcere a la rena" nel dialetto modugnese) e il calzone di cipolla. Per questa ragione, alla festa di San Giuseppe è abbinata la Sagra del Calzone.

La Sagra del Calzone consiste nella vendita del calzone di cipolla e di altri prodotti tipici modugnesi nella Piazza principale, accanto al grande falò. La serata è animata da canti popolari, danze e spettacoli di vario genere. Il connubio tra falò e calzone di cipolla ha le proprie origini in un episodio glorioso della storia modugnse, quando, sull'onda degli sconvolgimenti della Rivoluzione Francese, Modugno aveva aderito alla Repubblica partenopea erigendo in città l'"albero della libertà ". Quando, il 10 marzo 1799, le truppe filoborboniche, provenienti da Carbonara, Ceglie e Loseto, assediarono senza successo la città, gli assalitori fecero razzia di quanto trovarono nei campi e negli orti delle case fuori le mura cittadine, soprattutto cipolle e rape, e le arrostirono sui dei fuochi preparati fuori le mura. In quell'occasione si registra l'evento ritenuto miracoloso dell'apparizione della Madonna Addolorata.

Presepe vivente

Dal 1995 i parrocchiani della chiesa Immacolata, organizzano un presepe vivente. Nella suggestiva cornice del giardino interno dell'ex convento dei Cappuccini, figuranti in costume animano un museo degli antichi mestieri. L'iniziativa culmina il 6 gennaio con l'arrivo di figuranti negli abiti dei Re Magi e si accompagna alla degustazione di pettole e fagiolata. Il presepe vivente di Modugno attrae ogni anno un gran numero di visitatori, anche dai paesi vicini.

Sempre nel periodo di Natale, la locale Pro Loco organizza un concorso per premiare i più bel presepe di Modugno. Il concorso prevede diverse categorie in base alla grandezza del presepe e all'età dei partecipanti.

Iniziative Pro Loco

La Pro Loco di Modugno è attiva nell'organizzazione di diverse iniziative. La Biodomenica è una giornata dedicata in cui viene allestita una fiera mercato di prodotti biologici, con lo scopo di sensibilizzare ai problemi dell'ambiente e promuovere l'agricoltura biologica. In Piazza Sedile diversi produttori di prodotti biologici della provincia espongono i loro prodotti illustrando le tecniche ecocompatibili utilizzate.

Il Concerto per Modugno è sorto in collaborazione con l'UPSA-Confartigianato di Modugno e raccoglie una serie di brani classici e contemporanei a tema natalizio, fornendo una guida all'ascolto. L'iniziativa permette di allietare la cittadinanza e di valorizzare le realtà musicali del territorio.

Modugno in bicicletta è una passeggiata non competitiva che consente di percorrere in bicicletta le vie della città e quelle fuori del centro abitato lungo un percorso di circa 10 km che segue la pista ciclabile inaugurata dal Comune qualche anno fa. Alla manifestazione partecipano diversi gruppi come i Bersaglieri in bicicletta o rappresentanti di organizzazioni con finalità sociale come l'UNITALSI. La chiusura al traffico delle strade consente le iniziative legate alla "giornata ecologica".

La Pro Arte è una mostra pittorica e di arti visive che permette agli artisti, soci della Pro Loco, di esporre le loro opere e di far conoscere la propria arte.

Le Rioniadi sono una competizione giocosa tra ragazzi, in costume, divisi in squadre rappresentanti le sei contrade storiche modugnesi. Le squadre della Motta, dei Cappuccini, della Marina, del Lago, di Gammarola e di Cecilia, si affrontano in diversi giochi che ricordano tempi passati. Essi sono (da pronunciarsi rigorosamente in dialetto): "Cors iind o sacc" (corsa nel sacco), "Cors a tre iamme" (corsa a tre gambe), "U fazzuett" (il fazzoletto), "La pall d'pezz" (la palla di pezza), "Tir a la zoche" (tiro alla fune).

Ritmika è un festival musica a carattere nazionale nato nel 2000. Riveste un importante ruolo promozionale per giovani talenti che hanno l'opportunità di farsi conoscere dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Lo stesso festival è anche un'opportunità di confronto e di crescita per le band e coinvolge gruppi musicali di tutta Italia.

Iniziative Archeoclub

La sede modugnese dell'Archeoclub d'Italia si pone lo scopo di diffondere tra i cittadini l'interesse per i beni culturali di Modugno e di favorirne la tutela. Fondata nel 1994 ha sede nel complesso monumentale di Santa Maria di Modugno che apre ai visitatori nelle domeniche della bella stagione e in occasioni particolari come la fiera del Crocifisso. L'Archoclub di Modugno organizza diversi convegni, concerti e manifestazioni, la più importante delle quali è "Chiese aperte"che permette l'apertura al pubblico di antichi luoghi di culto, fornendo guide e materiale illustrativo. Nell'occasione vengono organizzati, in alcune chiese, dei concerti di musica classica.

Gastronomia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Piatti tipici di Modugno.

La cucina tradizionale modugnese fa largo uso di prodotti agricoli come l'olio e le olive, ortaggi (zucchine e melanzane), legumi (fave, fagioli, lenticchie, ceci, piselli), verdura (rape, cavolfiori, carciofi, cardi), frutta (mandorle, fichi, ciliegie, uva) e alcune erbe selvatiche usate per insalate (perchjazze, recquasce, sporchja). Nei giorni feriali, i pasti erano generalmente costituiti da un piatti unici molto poveri. La carne (di solito coniglio) e il pesce venivano consumati soli nei giorni di festa.

Caratteristica della gastronomia modugnese è una particolare varietà di uva bianca da tavola, dall'acino di forma allungata, detta uva còrnola (in dialetto "ciuarèdde"). Viene coltivata in pergolati in cortili o terrazzi e produce frutti da agosto a dicembre.

Sport

Fiore all'occhiello dello sport modugnese sono la squadra di Calcio a 5 che gioca nel campionato di serie A-2 Girone B; la squadra di calcio Soccer Modugno che milita nel girone A del campionato di promozione e il campione di pugilato, Michele Piccirillo.

Personalità sportive legate a Modugno

  • Francesco Amendolagine, portiere di pallamano vincitore di 2 interamnia world cup al CASARANO di elite dal 2008;
  • Michele Amendolagine, portiere di pallamano vincitore di 2 interamnia world cup al GSP MESTRINO di A2 dal 2008;
  • Paola Elia, campionessa italiana di tuffi;
  • Leonardo Lopasso, portiere della nazionale italiana di pallamano e della Junior Fasano dal 2008
  • Raffaele Mangialardi, campione di atletica leggera;
  • Dominga Massarelli, campionessa di karate;
  • Graziano Montel, campione italiano di arrampicata sportiva;
  • Martina Pascazio, giocatrice di pallamano pluriscudettata e nel giro della nazionale ora allenatrice della HANDBALL.C. CASAVOLA MODUGNO;
  • Michele Piccirillo, campione del mondo di pesi welter;
  • Francesco Roseto, campione di karate;
  • Giovanni Scardinale, campione di karate.
  • Vincenzo Gattullo, campione regionale di Tiro a Segno

Impianti sportivi

 
Ingresso delle piscine comunali modugnesi
  • Piscine Comunali. È una struttura di recente realizzazione che comprende una piscina di 25 metri a 12 corsie e tre palestre. Sono attivi molti corsi di fitness, karate, judo, pallavolo, danza sportiva, e naturalmente di nuoto, per nuotatori con ogni grado di esperienza.
  • Campo sportivo "Palmiotta". Realizzato alle porte della città, ha un campo in erba sintetica e una tribuna coperta.
  • Palazzetto dello Sport. Ha un campo di calcetto esterno e un campo coperto di pallacanestro e pallavolo. Realizzato nel 1999 necessita già di un adeguato allargamento, per rispondere alla crescita delle realtà sportive modugnesi che, come nel caso della pallavolo, si vedono negato dalla federazione il permesso di giocare nel palazzetto date le sue dimensioni limitate.
  • Centro sportivo l'Oratorio. Di proprietà della curia arcivescovile di Bari, è affidato alla società Ma.ve.co. che ha provveduto alla realizzazione di un campo per calcio a 5 e uno per calcio a 7.

Amministrazione

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Stemma

«Come cardo selvatico che irto e solo s'erge signore nei campi Modugno di sua libertà da feudale servaggio fiera fu nei secoli»

Lo stemma di Modugno rappresenta un cardo selvatico con tre fiori, radici esposte e quattro foglie, dominante in campo azzurro su scudo sormontato da corona merlata.

Il cardo selvatico è una pianta restia a farsi soffocare dalle altre piante e capace di rispuntare anche dopo incendi. Il significato simbolico del cardo selvatico allude al carattere fiero ed autonomo dei modugnesi, capaci di resistere anche ai tentativi di oppressione e alle avversità. Questo carattere è ben documentato nella storia di Modugno: in diverse occasioni i modugnesi si sono autotassati per raccogliere il denaro necessario per comprare ai feudatari il territorio ed acquisire la libertà.

La testimonianza più antica giunta sino a noi dello stemma del cardo selvatico è del 1568 è si può vedere sulla facciata del Palazzo della Regia Corte. La versione attuale dello stemma cittadino, adottata nel 1946, riprende lo stemma litico, risalente al 1639, presente in Piazza del Popolo nell'angolo esterno della facciata della Chiesa di S. Maria della Croce. Lo stesso stemma comunale in pietra è presente anche in cima all'ingresso del palazzo municipale (ex convento di S. Maria della Croce), in chiave di volta della Porta del Suburbio e sulla facciata della Sede del Sedile dei Nobili, dove lo stemma comunale è presente anche sulla ringhiera in ferro battuto.

Territorio comunale

Il territorio comunale di Modugno, sebbene molto vicino all'abitato di Bari, ha sempre mantenuto la propria autonomia. Altri centri abitati ben più distanti dal centro del capoluogo, come Santo Spirito, ne sono quartieri. Sino al 1928 il territorio di Modugno aveva sbocco al mare nella località di Palese, che da quel momento divenne parte del territorio comunale di Bari. Nel 1953 il Comune chiese, senza successo, l'allargamento dei confini del territorio comunale ritenuto troppo esiguo per la crescente popolazione modugnese.

Galleria Fotografica

Scorci di Modugno

Note

  1. ^ Dati tratti da:
  2. ^ I dati contenuti in questa sezione sono tratti da: A. Gernone, N. Conte, M. Ventrella (a cura di), Modugno. Guida Turistico-culturale, Associazione Pro Loco di Modugno, Modugno 2006, pagg.205-213

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  • Milano Nicola, Modugno. Memorie storiche, Edizioni Levante, Bari, 1984
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  • Rana Raffaele, Il Culto Dell'Addolorata, Ediz. Palazzo Scarli, Modugno, marzo 1999
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  • Trentadue Nicola, Della parrocchia e dei parroci di Modugno, Bitonto, stabilimento tipografico Stefano Di Bari, 1888
  • Ventrella Michele, Modugno, in Liddi M. A. (a cura di), Castelli e fortificazioni nel comprensorio de 'La strada dell"olivo", Bitetto, marzo 1999
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