Palio di Asti
Il Palio di Asti è un Palio italiano, corso con cavalli montati a pelo ( cioè senza sella), che si svolge ogni terza domenica del mese di settembre nella centrale piazza Alfieri di Asti.
La storia
Il Palio di Asti è una tradizione antichissima che da nove secoli si ripropone in tutta la sua grandiosità. Lodevole è l’impegno perseverante , con cui il popolo di Asti , ha sempre mantenuto il privilegio di far correre il Palio nella sua festa patronale,dedicata al martire astigiano San Secondo; in tutti i trattati, in tutte le alleanze , in tutti i capitoli delle convenzioni con i vari reggenti, padroni o dominatori. La prima notizia certa della corsa risale al 1275 anno in cui, secondo Guglielmo Ventura, cronista locale, gli astigiani corsero il Palio, per dileggio, sotto le mura della nemica citta' di Alba, portando devastazioni e danni alle vigne:"Sicut fieri solet Ast, in festo Beati Secundi" Quindi se già nel 1275 la " Corsa del Palio" era definita una consuetudine, è probabile che la sua origine deve collocarsi all'inizio del XIII secolo, che coincide anche con il periodo di massimo splendore del Comune di Asti. Gian Galeazzo Visconti , divenuto signore di Asti nel 1382, stabilì che la corsa , continuasse a tenersi " in festa Sancti Secundi iuxta consuetudinem, omni contradictione remota" Nei documenti conservati nell'archivio storico del Comune di Asti, si nota che nelle spese sostenute per la Corsa, sono sempre indicati due palii, uno in offerta alla chiesa di San Secondo ( Patrono della città), l'altro da consegnare al vincitore. Nell'anno 1439, Carlo d'Orleans, visitando la Contea di Asti ereditata dalla madre Valentina Visconti, offrì tra il resto , un pallio di velluto cremisino, ornato di tre gigli d'oro in campo azzurro . Emanuele Filiberto, il 20 maggio 1545, assumendo la reggenza della città, si impegnò per sè e per i suoi successori a fornire i palii : uno di rasi 12 per la Corsa, l'altro di rasi 9 per l'offerta al Santo Patrono. Nel XVIII secolo i palii vennero uniti ad un labaro di tela , generalmente azzurra , ornato dagli stemmi di Savoia, del Comune, del Governatore e del Podestà. L'immagine di S.Secondo a cavallo , fece la sua apparizione sul labaro del Palio dedicato alla Chiesa e , sul finire del secolo XIX , anche su quello per la Corsa. Potevano presentare cavalli alla Corsa del Palio " tanto la città di Asti, che tutte le Chiese della medesima, comprese tanto quelle dè Regolari quanto delle Confraternite, Collegio, Università, Società e cittadino della medesima, tanto a nome proprio che di dette Chiese e Cappelle, il tutto conforme all'antico stile , consuetudini e privilegi di detta Città" La Corsa in origine si svolgeva il 30 marzo di ogni anno, allorchè ricorreva la festa di S.Secondo, fu spostata , con la celebrazione della festa stessa, sin dal secolo XV, al primo giovedì dopo la Domenica in Albis. Al principio del secolo XIX si tenne la seconda domenica dopo Pasqua. Nel 1818, con lo spostamento della festività al primo martedì di maggio , anche la Corsa venne spostata. Nel 1861, viene pubblicato il nuovo “regolamento per la Corsa dei Cavalli in giro sulla nuova Piazza del Mercato “ ( l’attuale piazza Campo del Palio ). Nel 1863, la corsa si mutò in una comune corsa di cavalli , perdendo tutto il suo tradizionale fascino e significato socio-religioso. Venne richiamata in vita , nell’anno 1929, dall’allora Podestà di Asti, Vincenzo Buronzo. Nel 1936, l’imposizione del regime di cambiare la denominazione alla festa in “certame cavalleresco”, risvegliò l’orgoglio degli astigiani che in più di sette secoli di storia avevano mantenuto il privilegio di correre il Palio, mai piegandosi a qualsiasi reggenza ed in qualsiasi condizione politica. La storica Corsa venne sospesa. Passano altre tre decenni e nel 1967 il Palio rinasce una volta ancora. Si corre in piazza " Campo del Palio " dove sono state innalzate tribune con 5 mila posti a sedere e grandi parterre. Più di seicento figuranti, centomila spettatori per questa prima edizione del "dopoguerra" che vede partecipare 14 tra Borghi, Rioni e Comuni Astigiani. Nel 1988 cambia la sede della corsa. In quell'anno il Palio si sposterà nella vicina piazza Alfieri, cuore della città per dare vita ad uno spettacolo ancora più suggestivo e coinvolgente.
Il Palio di Asti nel dettaglio
E' una Festa autentica che ha saputo conservare nel tempo i suoi tratti distintivi, quelle peculiarità che lo caratterizzano e contribuiscono a renderlo uno spettacolo indimenticabile…
Il fascino della storia, del medioevo che rivive per le vie della città, tra chiese, torri, palazzi, intatti testimoni dell'epoca in cui Asti splendeva, per la sua ricchezza e vitalità, tra le Città più importanti d'Italia e d'Europa.
La suggestione del Corteo Storico, degli oltre milleduecento personaggi che nei loro preziosi abiti, autentici gioielli di artigianato sartoriale, ripropongono gli episodi più significativi della storia cittadina nel periodo compreso tra il XII e il XV secolo in un quadro rievocativo che, per la fedeltà della ricerca, la cura della realizzazione e la ricchezza dei protagonisti,propongono un suggestivo spaccato di vita medievale.
Il solenne incedere del Carroccio, imponente simbolo delle antiche libertà comunali, recante il drappo destinato al vincitore (il Palio vero e proprio, da cui prende origine il nome della Festa), pregiata opera d'arte realizzata ogni anno da un Maestro della pittura contemporanea di fama internazionale.
L'incanto dei suoni e dei colori, delle chiarine squillanti che chiamano a raccolta, oggi come nel medioevo, del rullo di tamburi che cadenza il ritmo della giornata e accompagna il volteggiare delle bandiere, antiche insegne dei partecipanti e al tempo stesso suggestivi frammenti di un magico caleidoscopio che si disegna nel cielo di Asti.
E poi la passione forte, viscerale, dei borghigiani che animano tutto l'anno il tessuto sociale dei Rioni, Borghi e Comuni partecipanti: ventuno distinte comunità territoriali, ognuna caratterizzata dalla propria peculiare storia. Ventuno "popoli", divisi dalla rivalità ma accomunati dallo stesso spirito, protagonisti della Festa della città. Il loro coinvolgente entusiasmo accende i giorni della vigilia in cui tutta Asti vive un'atmosfera particolare, tra canti, balli e allegri banchetti, coinvolgenti rituali per propiziare la sorte, per affermare il proprio orgoglio di appartenenza, per alimentare, tutti insieme, i propositi di vittoria.
E infine, naturalmente, l'intensità della corsa, delle tre batterie e della finale, quell'irresistibile calamita che fa battere all'unisono migliaia di cuori di pari passo col galoppo incessante dei purosangue lanciati nei tre giri di Piazza. Cento secondi vissuti col fiato sospeso: il tempo brevissimo, e infinito, in cui prendono forma, o svaniscono, i sogni e le speranze di un anno intero. L'arrivo a nerbo alzato è il gesto del trionfo, l'alpha e l'omega di tutte le passioni: in un'indescrivibile altalena di emozioni l'incontenibile gioia dei vincitori si mescola alle lacrime degli sconfitti e mentre un borgo intero esplode di felicità, per gli altri è già tempo di preparare una nuova sfida.
Perché il Palio di Asti è tutto questo: una tradizione, una festa, una sfida che si rinnova giorno dopo giorno, secolo dopo secolo… un'emozione sospesa nel tempo da vivere ogni anno ad Asti, la terza domenica di settembre!
Il corteo storico
In passato il giorno della corsa , i "paggi" , cosi' si chiamavano i fantini,partivano ciasc'uno dal proprio albergo o contrada della città , dalla Confraternita, Collegio od associazione per cui correvano, di solito accompagnati da altri uomini a cavallo ,anch'essi con i medesimi colori, seguiti dalla folla degli aderenti e simpatizzanti , e al suono di trombe , tamburi e corni da caccia,si avviavano al luogo tutt'ora detto il Pilone deputato un tempo alla partenza della corsa" alla lunga ".Nel 1930, in segno di omaggio e di gratitudine verso Casa Savoia e in ricordo di Emanuele Filiberto, che nel 1545 aveva confermato e codificato le antiche consuetudini della festa patronale e del Palio,i Comuni, rioni, borghi partecipanti, si dotarono per il corteo storico di costumi del Cinquecento. Dal dopoguerra,il corteo storico del Palio mette in scena gli episodi salienti della storia medievale della città . La particolarità è che il tema storico varia e si rinnova ogni anno sia nei costumi che nelle proprie rappresentazioni.
Il Palio degli sbandieratori
Nel 1977 una nuova manifestazione è entrata a far parte del dei festeggiamenti del Palio di Asti.Il "Paliotto", una gara cioè, tra i gruppi degli sbandieratori dei singoli rioni, borghi o comuni partecipanti al Palio che si contendono un drappo,più piccolo, ma simile a quello che viene assegnato al termine della corsa. Gli sbandieratori erano gli alfieri militari che nel clamore della battaglia con i propri lanci e "figure" incitavano il morale ed impartivano gli ordini alle truppe . "...La sbandierata è tramandata come un atto religioso : il giocatore sventola la bandiera sinbolicamente e in nome della Corporazione per Dio, Regina e Patria." ( Atti del IV congresso di Vessillologia , Olanda 1971 )L'iniziativa di dar vita a questa manifestazione è stata avviata per valorizzare questa particolare arte, quella dei giochi con la bandiera che è conosciuta e praticata in molte realtà nazionali, ma che soprattutto nelle città del Palio raggiunge i suoi livelli più elevati.I gruppi sbandieratori sono solitamente l'apertura del corteo storico,di ogni rione , borgo o comune nella sfilata del Palio.
Rioni e Comuni partecipanti al Palio
Attulamente sono 21 i rioni e i borghi cittadini e i comuni della provincia di Asti che partecipano al Palio. Ognuno ha i suoi colori, uno stemma araldico e alcune peculiarità che lo rendono diverso e unicio nel suo genere. Il Palio di Asti si disputa su tre batterie, ognuna da sette cavalli ciascuna e una finale da nove cavalli, a cui accedono i primi tre cavalli di ogni batteria. Il primo arrivato otterrà il Palio, ovvero un tessuto di velluto cremisi, simbolo della sua vittoria. Il Palio, a differenza di altre corse di cavalli, ha una sua peculiarità: il cavallo può vincere anche scosso, ovvero senza più il fantino a guidarlo. Ecco i rioni del Palio di Asti Rioni
- Rione Cattedrale : nel cuore più antico della città. Prende il nome dalla importante fabbrica del Duomo, autentico gioiello del romanico piemontese. Dalla ripresa ha vinto il Palio nel 1977
- Rione San Lazzaro : Il Rione si trova ad Est della città. Lo stemma è la croce a otto punte assiemando la croce di San Maurizio che è una Croce "Greca" d'oro smaltata di bianco e con le estremità dei bracci "Trifogliati", sovrapposta alla Croce di San Lazzaro, pure d'oro ma smaltata di verde e con i bracci "Biforcati" .Quattro le vittorie di cui tre con il fantino Massimino II, nel 1987,1991,1999 e 2001
- Rione San Paolo: Il Rione, con i colori rosso e oro è uno dei rioni più antichi che risale al 1312, che ha vinto il maggiore numero di volte. Dalla ripresa del Palio ha vinto nel 1975, 1978, 1979 e 1993
- Rione San Secondo: Il Rione più centrale di Asti, infatti San Secondo è il patrono della città. Lo stemma è bianco e rosso, con l'immagine del Santo a cavallo. L'ultimo palio vinto dal rione è stato quello straordinario per il giubileo del 2000. Dalla ripresa del Palio il Rione ha vinto due volte, nel 1982 e il Palio straordinario del giubileo nel giugno 2000
- Rione San Silvestro:Un Rione molto vecchio, a digiuno di vittorie per molti anni, ha portato a casa il primo Palio nel 1992, dopo più di duecento anni di astinenza da vittorie. E' legato, nella sua storia secolare, alla vicenda di Valentina d'Orleans, pronipote del duca di Milano Galeazzo Visconti
- Rione Santa Caterina: Il Rione più popoloso della città, ricco di tradizioni, di storia e di cultura. Nel XIV secolo era denominato Borgo San Marco, uno dei 4 Borghi e 4 Cantoni che partecipavano al Palio Antico. Da marzo 2006 ha adottato un nuovo stemma. Dalla ripresa del Palio avvenuta nel 1967 il Rione ha vinto due volte, nel 1970 e 2003
Borghi
- Borgo San Marzanotto:è uno delle"ville veteres Comunis Ast", che rappresentano il più antico territorio di espansione del Comune nel contado, ponendo come indicazione la presenza dei corsi d'acqua; nella prima area, situata oltre Tanaro,è compreso S. Marzanotto.
- Borgo Santa Maria Nuova: Borgo a levante della città. E' il sobborgo più antico appena fuori il concentrico della città di Asti (viene già citato nell'89 a.C.). Nella prima metà del 1300 è definitivamente conglobato al perimetro cittadino con la costruzione della seconda cerchia di mura.Nel periodo moderno si è aggiudicato il Palio 6 volte ( 1929, 1932,1935,1972,2000,2005 ).
- Borgo San Pietro:Il Borgo San Pietro è uno dei più estesi tra i borghi e rioni cittadini partecipanti alla corsa del Palio.Di notevole importanza storico-artistica , la Rotonda di S.Pietro, che richiama la basilica del Santo Sepolcro in Gerusalemme. Accostata alla rotonda, la chiesa priorale di S. Pietro in Consavia, realizzata per favore dell'astigiano Priore Gerosolimitano di Lombardia, Giorgio Valperga. Il Borgo ha vinto il Palio nel 1930,1969,1970,1973,1983
- Borgo Torretta:Rione alle porte della città nella zona Ovest. Partecipa al Palio dal 1967 aggiudicandoselo 2 volte, in entrambi i casi si tratta del 19 settembre ,1976 e 2004
Comuni
- Baldichieri:posto sulla strada romana che da Asti conduceva a Karreum Potentia, l’odierna Chieri, e a Torino, ii Comune Baldichieri d’Asti nasce come insediamento ed avamposto romano fin dal I° sec. d.C. E’ compreso nei villaggi menzionati nel diploma del 15 Febbraio 1159 con cui Federico Barbarossa confermava al Comune di Asti i privilegi già goduti
- Canelli:il Comune di Canelli sorge sulla riva sinistra del torrente Belbo all'inizio della Langa.La cittadina di Canelli è divisa in due zone: la parte sul fondovalle denominata il borgo e la zona alta detta Villanuova.Sul territorio comunale è concentrata la quasi totalità dell'industri piemontese spumantiera, sugheriera e meccanica specializzata in enologia, e la cantina sociale di Canelli (1933) è una delle più antiche in Piemonte.
- Castell'Alfero: il Comune di Castell'Alfero corre il Palio dal 1989 ed ha al suo attivo due vittorie (1997 e 1998). È finora l'unico partecipante al Palio di Asti ad aver vinto nello stesso anno (1997) sia la corsa del Palio che il Palio degli Sbandieratori (oltre ad essere l'unico Comune ad aver vinto un Palio degli Sbandieratori).
- Moncalvo: è sicuramente il Comune più blasonato con 4 vittorie al Palio di Asti (1988,1989,1994,1995).Non bisogna dimenticare che il vero artefice della restaurazione dell’antico costume astense,di correre il Palio nel 1929, è il moncalvese Vincenzo Buronzo, uomo di lettere (allievo del Pascoli) e brillante politico del Regno d’Italia (è stato Senatore oltre che Podestà d’Asti).
- Montechiaro: il nome trae origine dalla sua fondazione.Il "monte" venne disboscato intorno al XI secolo per costruire appunto la "villa nova", in cui sarebbero confluite le popolazioni di alcuni insediamenti limitrofi.Celebre è la bella chiesa romanica di S. Nazario e Celso, a circa 2 km a nord-est del concentrico e raggiungibile con bella passeggiata tra i vigneti e alberi secolari.La sua costruzione è collocabile tra XI e XII secolo, nell'abitato di Mairano, ora scomparso.
I premi
Il Palio è una competizione medioevale, e medioevali sono anche i premi che spettano al vincitore e ai diversi piazzati della corsa. I vari premi rappresentano le classi economiche e politiche all'interno dell'Asti mediovale del 200, e vengonmo dati in ordine di importanza partendo dal primo arrivato. Il primo premio è il Palio, un tessuto color rosso che per traduzione deve essere lungo 33 rasi astigiani (antica misura piemontese) e che rappresenta la classe principale dell'Asti Medioevale, quella dei mercanti. Il termine Palio deriva dal latino Pallium: è un premio simbolico carico di valenze religiose, basti solo pensare al Pallium Petrinum del Papa.
Il secondo premio è la borsa con le monete, simbolo dei banchieri, altra classe dominante di Asti. L a città infatti, in passato aveva diritto di battere moneta e possedeva adirittura una zecca. Il terzo premio sono gli speroni, simbolo della classe militare cittadina; Asti possedeva una numerosa milizia, e secondo le cronache del tempo, poteva arrivare ad armare, in caso di bisogno ben seicento cavalieri armati di tutto punto. Il quarto premio è il gallo vivo, simbolo della casta contadina nonchè simbolo di Asti. Il quinto è la coccarda con i colori bianco e rossi della città. L'ultimo premio è l'inchioda con l'insalata, bizzarro trofeo che viene sempre dato all'ultimo anche se nella corsa non sono arrivati fino alla fine tutti e nove i cavalli. Il perché di questa stranezza è chiaro: il Palio è una guerra simulata, chi perde oltre il danno deve subire, metaforicamente, anche la beffa, quindi, mangiando l'aggiuga con l'insalata, "si rifà la bocca dopo aver mangiato la polvere degli altri" come recita un'antico proverbio astese.
Bibliografia
- Il Palio di Asti. Ludovico Vergano . 1969 Asti
- Il Palio di Asti. Nicola Gabiani. seconda ed. 1931 Asti
- il Palio di Asti, storia,vita, costume. Venanzio Malfatto ed. Il Portichetto Cuneo 1983
Collegamenti esterni
- www.palio.asti.it Sito ufficiale
- www.borgosantamarianuova.it Sito ufficiale
- www.borgotorretta.it Sito ufficiale Rione
- http://www.comitatopaliomoncalvo.it/
- http://www.paliobaldichieri.it/
- www.rionesanpaolo.sito.tv Sito ufficiale Rione
- www.rionecattedrale.com Sito ufficiale Rione
- http://www.sanmarzanotto.it/
- www.santacaterina-asti.com Sito ufficiale
- http://www.sbandieratoridonbosco.net/
- www.paliocastellalfero.com Sito ufficiale Comune di Castell'Alfero