Pompeo Ghezzi
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Pompeo Ghezzi (Gorgonzola, 4 giugno 1869 – Erba, 17 aprile 1953) è stato un vescovo cattolico italiano.
Biografia
Pompeo Ghezzi nasce il 4 giugno 1869 da Angelo e Caterina Ratti, in Argenzia, frazione del Comune di Gorgonzola (provincia e diocesi di Diocesi di Milano).
La formazione
Entrato a dodici anni nell’Oratorio di San Carlo di Milano. Successivamente prosegue gli studi filosofici e teologici presso il seminario maggiore di Milano. Viene ordinato sacerdote nella cattedrale ambrosiana l'11 giugno del 1892.
L'apostolato iniziale
Il primo incarico pastorale affidato al giovane sacerdote è quello di coadiutore del parroco di Luino, sul Lago Maggiore. Successivamente è curato di una delle sei parrocchie di Treviglio, popoloso borgo in provincia di Bergamo. Il 3 novembre 1893 diviene canonico curato di Treviglio. Popo più di un mese dopo, il 10 dicembre 1893 è tra i fondatori della Cassa Rurale e delle Cooperative fra Contadini[1].
La lotta in favore dei ceti più poveri e l'impegno politico
Le iniziative a carattere sociale promosse dal Ghezzi mirano a promuovere i ceti meno abbienti, spesso sfruttati dai datori di lavoro e dai proprietari terrieri. La cooperativa tra i contadini, infatti, prende in affitto le terre da essi lavorate, costituendo così uno dei primi esempi in Italia di questo genere di intervento.
Alle elezioni politiche del 1904 don Pompeo Ghezzi si impegna a sostenere la candidatura nel collegio di Treviglio del cattolico Agostino Cameroni, avversario di Adolfo Engels, vicemaestro della massoneria italiana, candidato di area liberale. Nel 1910 il Ghezzi, insieme ad altri, viene accusato di falso a motivo della deposizione delle firme di un centinaio di contadini, fatto che permette loro l'esercizio del voto passivo. Al termine del processo gli imputati vengono assolti per l'inesistenza del reato.
Nello stesso 1910 il Ghezzi è eletto presidente della Società Cattolica Maschile del Mutuo Soccorso[2].
Vescovo di Sansepolcro
Il 27 novembre 1911 papa Pio X lo elegge vescovo di Sansepolcro. Il 14 gennaio 1912 riceve la consacrazione episcopale dal cardinale Andrea Carlo Ferrari nel santuario della Madonna delle Lacrime di Treviglio. La nomina del Ghezzi deve essere stata accolta malvolentieri dagli ambienti politici, tanto che il regio exequatur per la presa di possesso della diocesi viene concesso con un lungo ritardo. Il 15 settembre 1912 prende possesso della diocesi tramite mons. Enrico Merizzi, suo fedele collaboratore. Il 6 ottobre seguente il vescovo Ghezzi entra in diocesi[3]. Nel suo lungo episcopato compie cinque visite pastorali e presiede un sinodo diocesano nel 1941. Nel 1919 fonda in diocesi l’Azione Cattolica Italiana; nel 1928 approva l’apertura a Sansepolcro di una casa delle Suore Francescane della Misericordia e nel 1921 ottiene l’approvazione del culto al beato Angelo Scarpetti; provvede alla traslazione nella cattedrale delle salme dei vescovi Giuseppe Singlau e Giustino Puletti. Tra 1934 e 1943 promuove radicali restauro alla cattedrale.
La promozione del laicato
Il vescovo Ghezzi si impegna a fondo nella promozione del laicato. Già nel 1913 si formano gruppi dell'Unione Popolare nelle tre parrocchie cittadine (Cattedrale, Sant'Agostino, San Francesco) e i quelle suburbane di Gricignano e del Melello. Nell'anno scolastico 1913-1914 questi gruppi danno vita a corsi serali di istruzione elementare per operai e contadini, sul modello di quanto fatto dal Ghezzi stessi a Treviglio. Dopo la prima guerra mondiale l'Unione Popolare avvia gruppi anche a Pieve Santo Stefano, San Piero in Bagno, Isola di Santa Sofia e Sovara e il vescovo crea la Giunta Diocesana dell'Unione Popolare[4].
All'inizio degli anni '20 comincia a svilupparsi una pastorale revolta ai giovani e nel 1922 vi sono circoli della Gioventù Cattolica nelle Parrocchie di Sansepolcro e a Pieve Santo Stefano, Galeata, Isola di Santa Sofia, Melello, Trebbio e Santa Fiora; Circoli Cattolici di Gioventù Femminile sono attivi a Sansepolcro, Pieve Santo Stefano, Galeata e Caprese Michelangelo. Nei maggiori centri della diocesi, inoltre, vi sono gruppi di Donne Cattoliche e a Sansepolcro, Pieve Santo Stefano e Galeata sono attivate biblioteche circolanti, cioè con il servizio di prestito librario.
Successivamente il vescovo Ghezzi, anche sull'onda delle indicazioni date alla Chiesa da papa Pio XI, sollecita la formazione dell'Azione Cattolica, che nel 1925 conta 20 gruppi parrocchiali di uomini, 8 di donne, 10 di giovani e 10 di ragazze. Nel 1926 l'Azione Cattolica crea cooperative di consumo a Sansepolcro, Castelnuovo, Caprese Michelangelo e Pianetto e promuove la fondazione di casse rurali a Santa Sofia, Isola e Galeata. Il 29 luglio 1928 si tiene un congresso diocesano di Azione Cattolica, nel corso del quale il giovane Amintore Fanfani, studente dell'Università Cattolica di Milano, sollecita un mavoro meglio organizzato:
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Il periodo della guerra e della resistenza (1940-1944)
Durante il periodo della Resistenza rimane in sede, offrendo aiuto materiale e sollievo spirituale a tutti coloro che a lui ricorrono. Ripetutamente tratta con le autorità militari germaniche, riuscendo a salvare la città dalla distruzione. Si impegna a fondo anche per la salvezza della Torre di Berta, ma non viene ascoltato. Con il vescovo collaborano il segretario comunale, cav. Arturo Bellini, il sacerdote don Duilio Mengozzi e i medici dott. Raffello Alessandri e dott. Carlo Vigo. Nel 1948 promuove in diocesi il sorgere delle ACLI.
L'amicizia con Giovanni Papini
A Sansepolcro il vescovo Ghezzi ha modo di entrare in rapporti di amicizia con uno dei maggiori intellettuali italiani del tempo, il fiorentino Giovanni Papini, che trascorre lunghi periodi estivi a Bulciano (Pieve Santo Stefano), località d'origine della moglie Giacinta Giovagnoli.
I sacerdoti ordinati
Tra i tanti sacerdoti ordinati dal vescovo Ghezzi si segnalano Duilio Mengozzi, ordinato il 17 febbraio 1938; Ercole Agnoletti, ordinato il 17 marzo 1945; Giacomo Babini, ordinato il 28 giugno 1953, poi eletto vescovo nel 1987.
Amministratore apostolico di Città di Castello
Il 7 luglio 1932, a seguito di un incidente stradale, muore all'ospedale di Fano il vescovo di Diocesi di Città di Castello, Carlo Liviero. La successione si presenta difficile, sia a motivo dell'improvvisa morte che per le tante opere avviate dal vescovo Liviero e che richiedono ancora di essere stabilizzate. La persona adatta a gestire il difficile momento di transizione è individuata proprio nel Ghezzi, che fin dal suo ingresso in diocesi aveva collaborato strettamente con il Liviero e che viene nominato amministratore apostolico di Città di Castello, carica che ricopre per circa un anno fino al 1933.
Arcivescovo titolare di Gabula
Lasciata la diocesi per raggiunti limiti di età nel 1953, si ritira a Erba, nella nativa Lombardia, con il titolo di arcivescovo di Gabula. Il 10 maggio 1956 mons. Ghezzi torna a Sansepolcro, ospite del vescovo Domenico Bornigia che lo ha invitato in occasione della celebrazione di apertura del congresso eucaristico diocesano.
Muore il 17 aprile del 1957 a Erba. La venerata salma è tumulata in cattedrale il 23 aprile seguente.
Nella memoria della città
Il lungo e operoso episcopato di Pompeo Ghezzi ne ha impresso viva memoria nella gente di Sansepolcro, che per quattro decenni ha visto la sua familiare figura attraversare le strade e le piazze della città e fermarsi a parlare con tutti, con uno stile semplice e immediato, di grande comunicatività. Inoltre, il profondo legame tra Pompeo Ghezzi e Sansepolcro si è rinsaldato in almeno due momenti: l'intervento del vescovo affinchè la città rimanesse capoluogo di mandamento nel 1927 e il rimanere in mezzo alla popolazione durante l'estate del 1944, quando l'Alta Valle del Tevere era attraversata dal fronte bellico e divisa tra i soldati tedeschi in fuga verso nord e l'esercito degli alleati in avanzata da sud. Per quest'ultimo motivo, nel 1974 - a trent'anni da quei fatti - è stata dedicata alla memoria del vescovo Ghezzi una strada cittadina nel quartiere Le Forche. Nel 1982, in occasione del XXV anniversario della morte il popolo di Sansepolcro e il capitolo della cattedrale hanno posto una lapide artistica sulla tomba[6]. Nel 1992 fu commemorato l'80° anniversario della consacrazione episcopale con una conferenza di mons. Ercole Agnoletti nel salone dell'episcopio di Sansepolcro. Inoltre, nel 2007 il Comune di Sansepolcro ha promosso una giornata commemorativa in occasione del cinquantesimo anniversario della morte.
Onorificenze
Nel 1927 è nominato cittadino onorario di Sansepolcro.
Fonti
- Ercole Agnoletti, I Vescovi di Sansepolcro, IV, Sansepolcro, Tipografia Boncompagni, 1975.
- Ercole Agnoletti, Le memorie di Sansepolcro, Città di Castello, Tipografia Arti Grafiche, 1986.
Note
- ^ Ercole Agnoletti, I Vescovi di Sansepolcro, IV, Sansepolcro, Tipografia Boncompagni, 1975, p. 174.
- ^ Ercole Agnoletti, I Vescovi di Sansepolcro, IV, Sansepolcro, Tipografia Boncompagni, 1975, p. 175.
- ^ Ercole Agnoletti, I Vescovi di Sansepolcro, IV, Sansepolcro, Tipografia Boncompagni, 1975, pp. 175-179.
- ^ Ercole Agnoletti, I Vescovi di Sansepolcro, IV, Sansepolcro, Tipografia Boncompagni, 1975, pp. 182 e 208..
- ^ Sansepolcro, Archivio Vescovile, serie Azione Cattolica Italiana, Giornale della Giunta Diocesana
- ^ E. Agnoletti, Le memorie di Sansepolcro, Sansepolcro 1986
Voci correlate
- Sansepolcro
- Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro
- Diocesi di Milano
- Diocesi di Città di Castello
- Ercole Agnoletti
- Giacomo Babini
- Amintore Fanfani
- Duilio Mengozzi