Classe Archimede

classe di sommergibili della Regia Marina
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La Classe Archimede era una classe di sommergibili oceanici della Regia Marina costruiti in 4 esemplari ed entrati tutti in servizio nel 1934. L'unità che diede il nome alla classe, l'Archimede fu ceduto nell'aprile del 1937 alle forze franchiste e venne ribattezzato General Mola, così come il gemello Torricelli che entrato in servizio nel 1934 dopo la cessione ai nazionalisti spagnoli venne ribattezzato General Sanjuro. Le altre due unità ultima unità, il Galilei e il Ferraris erano dislocati nel Mar Rosso allo scoppio del secondo conflitto mondiale. Il Galilei, il 19 giugno 1940 dopo un duro combattimento venne costretto all'emersione e catturato, per poi essere rimorchiato in porto come trofeo dal cacciasommergibili Moonstone. Il Ferraris dopo la caduta dell'Africa Orientale Italiana, il 3 marzo 1941 lasciò Massaua per raggiungere Bordeaux dopo una navigazione di due mesi senza scalo, per essere poi affondato a Gibilterra il 25 ottobre 1941 mentre cercava di rientrare in Italia. I nomi Archimede e Torricelli sono stati poi assegnati a 2 unità della Classe Brin.

Classe Archimede
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Unità

Archimede

Impostato nei cantieri Tosi di Taranto nel 1931 e varato nel 1933, entrò in servizio nel 1934[1] . Nel 1937 prese clandestinamente parte alla guerra di Spagna fino alla decisione, su pressione da parte di Francisco Franco e della Marina spagnola nazionalista, di cederlo alla Spagna: il 19 aprile 1937 fu provvisoriamente denminato C. 3 e l’indomani, al comando del c.c. Pedro Suanzes, si portò a Pollenza per l’addestramento; ribattezzato General Mola, iniziò la sua prima missione il 13 maggio 1937 e diciassette giorni dopo affondò col cannone il motoveliero Granada (234 tsl) al largo di [[Soller, mentre il 4 aprile mandò a fondo il piroscafo Rapido[2][3]. Il 29 giugno cannoneggiò la nave cisterna Campero (6282 tsl) dovendo però ritirarsi prima di poterla affondare a causa di un attacco aereo, mentre il 26 luglio affondò il piroscafo Cabo Palos (6432 tsl)[4][5]. Infine l’11 gennaio 1938 silurò il piroscafo olandese Hannah (3697 tsl), che affondò al largo di Capo Sant’Antonio[6]. Fu radiato il 24 maggio 1959[7]; mentre veniva trainato verso i cantiere di demolizione, nel dicembre 1959, affondò in una tempesta[8].

Evangelista Torricelli

Impostato nel 1931 nei cantieri Tosi di Taranto, fu varato nel 1933 ed entrò in servizio nel 1934[9]. Partecipò clandestinamente alla guerra di Spagna durante la quale fu il primo sommergibile italiano a colpire una nave repubblicana spagnola: nella notte fra il 21 ed il 22 novembre 1936 lanciò due siluri contro l’incrociatore Miguel de Cervantes alla fonda nei pressi di Cartagena; una delle armi colpì il Miguel de Cervantes a dritta aprendo una falla di metri 21 per 14 a poppa[10] (la nave necessitò di riparazioni protrattesi sino al marzo 1938). Il 18 gennaio 1937 bombardò le installazioni portuali di Barcellona[11]. Il 19 aprile 1937, con sigla C. 5, fu ceduto alla Marina spagnola nazionalista e l’indomani, al comando del c.c. Rafael Fernandez Bobadilla, fu spostato a Pollenza per l’addestramento (l’unità assunse poi il nome di General Sanjurio)[12]. Il 13 maggio ebbe inizio la prima missione: 17 giorni dopo silurò la motonave Ciudad de Barcelona (3946 tsl), affondandola[13]. Il 30 agosto 1937 cannoneggiò il mercantile Ciudad de Reus che però scampò rifugiandosi nelle acque territoriali francesi[14]. Il 21 gennaio 1938 silurò e affondò il piroscafo britannico Endymion[15]. Il 7 febbraio 1943, mentre si trovava al largo di Cartagena per soccorrere l’equipaggio di un aereo tedesco precipitato, fu attaccato col cannone dal sommergibile britannico Torbay riportando vari danni[16]. Fu radiato il 28 settembre 1959 e avviato alla demolizione[17].

Galileo Ferraris

Impostato nei cantieri Tosi di Taranto il 15 ottobre 1931, fu varato l’11 agosto 1934 ed entrò in servizio il 31 gennaio 1935[18]. Partecipò clandestinamente alla guerra di Spagna, durante la quale fu uno dei sommergibili italiani più attivi: il 2 febbraio 1937 affondò il piroscafo spagnolo repubblicano Navarra (1688 tsl)[19]; il 14 agosto dello stesso anno intercettò in Egeo e danneggiò a cannonate la motonave Ciudad de Cadiz (4602 tsl) partita da Odessa e diretta a Barcellona con un carico di armi, finendola poi con un siluro; quattro giorni dopo cercò infruttuosamente di silurare il piroscafo Aldecoa mentre poche ore più tardi ebbe successo silurando e affondando il piroscafo Armuru (2762 tsl) con a bordo rifornimenti (fatto però lesivo delle norme internazionali, dato che il Ferraris si trovava nelle acque territoriali della Grecia)[20]. Fra l’ottobre 1937 ed il febbraio 1938 prestò servizio nella Legione spagnola, con la sigla L. 2 ed il nome General Sanjurio II, senza risultati[21]. Allo scoppio della seconda guerra mondiale era in Mar Rosso, a Massaua (Eritrea), assegnato alla LXXXI Squadriglia Sommergibili. Partì per la prima missione, al comando del c.c. Livio Piomarta, il 10 giugno 1940 e nella notte fra il 12 ed il 13 individuò un cacciatorpediniere; mentre s’immergeva per attaccare, però, l’acqua entrata da una valvola per l’aerazione chiusa in ritardo danneggiò le batterie obbligando a rientrare alla base[22]. Il 14 agosto fu fatto uscire in mare per attaccare la corazzata britannica Royal Sovereign, che sarebbe dovuta passare verso Aden fra il 15 ed il 17 agosto; il 15 agosto il Ferraris lanciò due siluri contro un cacciatorpediniere, mancandolo e subendo poi tre ore di bombardamento con cariche di profondità[23][24]. Il sommergibile svolse poi altre sette infruttuose missioni offensive fra il 25 agosto 1940 ed il 26 gennaio 1941[25]. A inizio 1941 l’inevitabilità della caduta dell’Africa Orientale Italiana era ormai evidente e si progettò dunque di trasferire i sommergibili nella base atlantica di Betasom, sita a Bordeaux; il 3 marzo 1941 il Ferraris partì da Massaua e attraversò in immersione il Mar Rosso e lo stretto di Perim; passò poi per il Canale di Mozambico e dopo aver doppiato il Capo di Buona Speranza ed essere passato in Atlantico si rifornì di carburante e provviste dalla nave tedesca Northmark; transitò poi ad ovest delle Azzorre e delle Isole di Capo Verde[26], raggiungendo Bordeaux il 9 maggio 1941[27]. Fino al 1° ottobre 1941 il Ferraris rimase in cantiere per essere risistemato; il 14 ottobre partì per la sua prima missione in Atlantico e il 25, mentre si avvicinava ad un convoglio, fu attaccato da un idrovolante PBY Catalina che lo colpì impedendogli di immergersi; quindi sopraggiunse il cacciatorpediniere HMS Lamerton[28][29]. Dopo un breve scontro d’artiglieria, il Ferraris si autoaffondò; morirono due ufficiali, due sottocapi e due marinai mentre il resto dell’equipaggio fu fatto prigioniero[30][31].

Galileo Galilei

Impostato il 12 gennaio 1925 nel cantiere Odero-Terni-Orlando di La Spezia, fu varato il 20 febbraio 1927 ed entrò in servizio il 21 luglio 1928[32]. Nel 1937 partecipò clandestinamente, senza risultati, alla guerra di Spagna[33], nel corso della quale fu poi temporaneamente assegnato, con sigla L. 1 e nome General Mola II, alla Legione spagnola, operando dal settembre 1937 al febbraio 1948[34]. All’inizio della seconda guerra mondiale era inquadrato nella LXXXI Squadriglia Sommergibili con base a Massaua (Eritrea), sul Mar Rosso. Al comando del c.c. Corrado Nardi[35], il 12 giugno 1940 giunse nella zona assegnatagli, a sud di Aden, per la sua prima missione di guerra[36]. Quattro giorni dopo avvistò la nave cisterna James Stove, norvegese, da 8215 tonnellate di stazza lorda[37], e dopo averla fatta abbandonare dall’equipaggio, lanciò tre siluri colpendo la nave che affondò in fiamme[38]. Nel pomeriggio del 18 giugno fermò il piroscafo jugoslavo Drava che però dovette lasciare, dato che la Jugoslavia era ancora neutrale; il colpo di cannone sparato per avvertire la nave di fermarsi fu però fatale: fu infatti sentito a bordo di una nave da guerra inglese che mise in allerta il comando di Aden; alle 16.30 il Galilei fu infatti costretto all’immersione dall’attacco di un aereo[39]. Emerso per ricaricare le batterie con il buio, subì un bombardamento con bombe di profondità restando però indenne; nella mattina del 19 si portò a quota periscopica rendendosi conto che l’unica nave presente era la cannoniera britannica Moonstone, scarsamente armata: il comandante Nardi decise quindi di emergere e attaccarla con le artiglierie[40]. Tuttavia il sistema di puntamento del cannone prodiero smise di funzionare e la Moonstone si muoveva troppo rapidamente per poter prendere efficacemente la mira, mentre dalla cannoniera dopo dieci minuti il tiro fu aggiustato: il primo proiettile che colpì il Galilei uccise alcuni uomini e ferì Nardi, il secondo decimò i serventi del cannone di prua uccidendo anche il comandante in seconda; il cannone di poppa del Galilei si bloccò e due colpi della Moonstone centrarono la torretta uccidendo il comandante Nardi e altri uomini: unico ufficiale rimasto vivo era il giovane ed inesperto guardiamarina Mazzucchi, ferito, impegnato a far fuoco col cannone prodiero[41]. Quando infine la Moonstone fu affiancata dal sopraggiunto cacciatorpediniere HMS Kandahar, il sommergibile si arrese[42]. L’equipaggio (che aveva avuto 16 vittime) fu preso prigioniero ed il Galilei, rimorchiato ad Aden, fu incorporato nella Royal Navy e tornò in servizio nel 1942 con il nome X. 2 (poi P. 711); fu impiegato per l’addestramento sino alla radiazione, avvenuta nel 1946[43][44].

La vicenda del Galilei fu però caratterizzata da un punto discusso e mai chiarito: la presunta cattura di documenti segreti fra i quali gli ordini di operazione per i sommergibili, tramite i quali gli inglesi sarebbero poi riusciti ad intercettare e affondare altri due sommergibili in Mar Rosso, il Galvani ed il Torricelli. Il guardiamarina Mazzucchi e gli altri sopravvissuti sostennero che fra i documenti del sommergibile non vi era l’ordine di operazioni (e in effetti questo su altri sommergibili non era presente, dunque non si vede perché sarebbe dovuto essere sul Galilei, specie conoscendo il fatto che i comandanti dei singoli sommergibili erano stati convocati singolarmente ed in segreto per essere informati degli ordini) e che comunque i documenti erano stati distrutti prima della cattura; ma le fonti inglesi sostennero che tali documenti fossero stati rinvenuti a bordo del Galilei ed impiegati per la distruzione del Galvani (e forse anche del Torricelli)[45]. Del resto è accertato che gli inglesi disponevano di una efficace rete di spionaggio in Africa Orientale Italiana: la storia dei documenti del Galilei sarebbe potuta dunque essere stata inventata proprio per evitare che il controspionaggio italiano s’insospettisse[46].


Note

  1. ^ per le fonti vedere la relativa voce della Wikipedia spagnola es:General Mola (Submarino)
  2. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 195
  3. ^ http://perso.wanadoo.es/pfcurto/serie_gm.html#gm
  4. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 195
  5. ^ http://perso.wanadoo.es/pfcurto/serie_gm.html#gm
  6. ^ http://www.wrecksite.eu/wreck.aspx?144189
  7. ^ http://perso.wanadoo.es/pfcurto/serie_gm.html
  8. ^ http://www.worldnavalships.com/forums/showthread.php?p=109689
  9. ^ per le fonti vedere la relativa voce della Wikipedia spagnola es:General Sanjurjo (submarino)
  10. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 191
  11. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 192
  12. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 195
  13. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 195
  14. ^ http://www.u-historia.com/uhistoria/historia/articulos/italianos/torriceli/torricelli.htm
  15. ^ http://rwhiston.wordpress.com/2010/02/17/1/#_ftnp7
  16. ^ http://www.worldnavalships.com/forums/showthread.php?p=109689
  17. ^ http://www.worldnavalships.com/forums/showthread.php?p=109689
  18. ^ http://www.grupsom.com/Sommergibili/Ferraris.html
  19. ^ http://www.smgferraris.com/uomini.html
  20. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 196
  21. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 200
  22. ^ http://www.grupsom.com/Sommergibili/Ferraris.html
  23. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 408
  24. ^ http://www.grupsom.com/Sommergibili/Ferraris.html
  25. ^ http://www.smgferraris.com/storia.html
  26. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 412-413
  27. ^ http://www.smgferraris.com/storia.html
  28. ^ http://www.smgferraris.com/storia.html
  29. ^ http://www.grupsom.com/Sommergibili/Ferraris.html
  30. ^ http://www.smgferraris.com/storia.html
  31. ^ http://www.grupsom.com/Sommergibili/Ferraris.html
  32. ^ http://www.grupsom.com/Sommergibili/galileogalilei.html
  33. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 193
  34. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 200
  35. ^ http://www.grupsom.com/Sommergibili/galileogalilei.html
  36. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 395
  37. ^ http://www.grupsom.com/Sommergibili/galileogalilei.html
  38. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 395
  39. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 395
  40. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 396
  41. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 396
  42. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 396
  43. ^ http://www.navypedia.org/ships/uk/brit_ss_archimede.htm
  44. ^ http://www.grupsom.com/Sommergibili/galileogalilei.html
  45. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 396-397-398-399
  46. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 398-399

Voci correlate

Imbarcazioni militari italiane della seconda guerra mondiale

Collegamenti esterni

Regio Sommergibile Galileo Ferraris II°

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