Corbetta

comune italiano
Versione del 22 set 2010 alle 15:09 di Arbalete (discussione | contributi) (Annullata la modifica 35131887 di Mostar (discussione))
Disambiguazione – Se stai cercando altro luogo, vedi Corbetta (disambigua).

Template:Comune Corbetta (Corbéta in lombardo occidentale) è un comune di 16.323 abitanti della provincia di Milano.

Geografia fisica

Territorio

Il territorio comunale ha forma di quadrilatero e confina ad ovest e a sud-ovest rispettivamente con Magenta e Robecco sul Naviglio, a sud con Cassinetta di Lugagnano e Albairate, a sud-est con Cisliano, a est nord-est con Vittuone e infine a nord con Santo Stefano Ticino e Arluno. Tutti i comuni confinanti distano dal centro di Corbetta non più di 5 km.

All'interno dei suoi confini si trovano diverse località e quattro frazioni: Soriano, Castellazzo de' Stampi (la quale anticamente era un comune a sé stante), Cerello e Battuello; queste ultime due a volte sono indicate come un'unica frazione che prende il nome di Cerello con Battuello o Cerello-Battuello (probabilmente l'abbinamento nasce dal fatto che sono due aree contigue).

Milano, il capoluogo, dista una ventina di chilometri; per importanza e disponibilità di servizi il centro più significativo può essere considerato la confinante Magenta.

Geologia e morfologia

Morfologicamente, il territorio è caratterizzato dall'ambiente pianeggiante tipico della pianura padana, prevalentemente adatto a boschi o coltivazioni, che occupano quasi i 3/4 del territorio comunale, molto compatto per la sua forma richiamante un quadrilatero. L'aspetto orografico del luogo non è molto rilevante dato che nel suo punto più basso l'altitudine raggiunge 127 metri mentre in quello più alto i 147.

Idrografia

Uno degli aspetti più significativi dell'idrografia di Corbetta è la gran quantità di fontanili e risorgive, che un tempo avevano ampia rilevanza economica per l'agricoltura e oggi costituiscono una delle attrazioni principali del Parco Agricolo Sud Milano. Alcuni di questi fontanili, attualmente, vessano in cattive condizioni o sono asciutti, mentre altri come il fondanile di Castellazzo de' Stampi o quello di Soriano sono stati recentemente restaurati.

Corbetta fa inoltre parte, per la sua vicinanza al Naviglio Grande, del Polo dei Navigli istituito dalla Provincia di Milano.

Sismologia

Dal punto di vista sismico Corbetta presenta un rischio molto basso ed è stata classificata come il comune zona 4[1] (bassa sismicità) dalla protezione civile nazionale.

Clima

Il clima è quello caratteristico delle pianure settentrionali italiane con inverni freddi e abbastanza rigidi ed estati che risentono di elevate temperature; la piovosità si concentra principalmente in autunno e in primavera. Il paese appartiene alla zona climatica E.

Mese Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno
Temperatura max. media (°C) 5.4 8.1 13.0 17.6 21.8 26.3 29.2 27.6 23.9 17.4 10.6 6.4 17.3
Temperatura min. media (°C) 0.8 2.7 6.1 9.6 13.3 17.1 19.9 19.0 16.2 11.2 6.0 1.6 10.3
Piogge (mm) 79 73 77 47 34 20 7 35 76 83 127 109 64
Umidità relativa (%) 86 78 71 75 72 71 71 72 74 81 85 86 66,5
Eliofania assoluta (ore) 2.9 3.7 4.6 5.6 6.9 7.1 8.1 7.3 5.2 4.1 2.4 2.3 5
Venti (dir.-nodi) NW 2.3 SE 2.4 SE 2.6 SE 2.8 SW 2.7 SW 2.6 SW 2.5 SE 2.4 E 2.3 E 2.3 SE 2.3 NW 2.2 2.4

Storia

Le epoche pre-romana e romana

File:012 Claudius.jpg
Moneta romana raffigurante l'Imperatore Claudio, ritrovata nel 1971 durante gli scavi nella pavimentazione della chiesa prepositurale di San Vittore

I ritrovamenti di vasellame vitreo nei vecchi pozzi del castello attestano il popolamento dell'area nel VII-VI secolo a.C. ad opera di tribù celto-liguri. Nel IV secolo a.C. vi stanziava un insediamento (pagus) gallo-celtico (Insubri) e, probabilmente dopo le battaglie di Talamone (225 a.C.) e Casteggio (222 a.C.), o comunque attorno al II secolo a.C., una colonia romana con l'evidente scopo di proteggere Milano ed i territori ad est del Ticino dalle razzie dei galli burgundi.

La configurazione delle mura che circondano per un terzo il castello, e il corso d'acqua, ora in parte coperto, che va ad inserirsi nelle stesse mura formando un perimetro ogivale, delineano le caratteristiche difensive di base del campo trincerato romano. A testimonianza dell'impronta romana rimangono resti di are votive dedicate a Giove, agli dei Mani ed alle sacre matrone (già venerate dai Celti), divinità tutelari della famiglia (reperti inglobati nelle fiancate esterne della Chiesa Prepositurale di San Vittore Martire), e svariate monete con l'effigie di Giulio Cesare, Claudio e Traiano.

La vicinanza di Milano, divenuta poi sede imperiale, e l'ubicazione su vie romane (come la vetustissima strada, battuta già da Celti ed Etruschi, che da Corbetta porta a Castellazzo de' Stampi e di lì al capoluogo) non potevano certo non favorire lo sviluppo civile di Curia Picta, nella quale risiedeva forse anche un pubblico magistrato (curia = senato).[2]

Il Medioevo

 
Alcuni reperti dell'antica collegiata visibili oggi lungo le mura esterne della chiesa di San Vittore

A seguito del crollo dell'impero romano e l'assedio di Milano ad opera di Uraia, nipote di Vitige, capo dei Goti, nel 539 d.C., la città si popolò maggiormente, accogliendo gli esuli provenienti dal capoluogo.

È di questo periodo la diffusione nel nord Italia del Cristianesimo che raggiunge anche Corbetta, com'è dimostrato dal ritrovamento nel 1971 della basilica paleocristiana sotto il pavimento della chiesa di San Vittore.
Nel 569 d.C. l'arrivo dei Longobardi fu segnato da una migliore legislazione e dalla comparsa delle prime testimonianze che citano espressamente la presenza del borgo.[3]

Nel IX secolo la borgata ed il castello di Corbetta passarono sotto la signoria dell'arcivescovo di Milano. Nel 1037 iniziano le ostilità tra l'arcivescovo Ariberto d'Intimiano e l'imperatore Corrado II il Salico che, vedendo inutile l'assedio di Milano per la moltitudine dei difensori, il 28 maggio si dirige verso Corbetta e ne occupa il castello con le proprie truppe. Diverse fonti[4] raccontano che l'improvviso scoppiare di fulmini a ciel sereno gettò nello scompiglio l'esercito di Corrado, mentre all'esterno dell'area tali fenomeni non si manifestarono. Secondo la cronaca di Landolfo il Vecchio sant'Ambrogio apparve all'imperatore in atto di minaccia.

Corbetta rimane nel tempo fedele ai Milanesi contro gli imperatori e nel 1100 la borgata assume nuova importanza come luogo principale della Burgaria, uno dei quattro contadi del milanese, la quale si dice divisa in due parti con capoluogo rispettivamente Rosate e Corbetta.

 
Enrico il Leone si sottomette a Federico Barbarossa, 1181.

Nel 1154, l'imperatore Federico Barbarossa mise a ferro e fuoco la borgata durante il conflitto con la coalizione dei comuni lombardi.

In un documento del 1162 - actum in loco Corbetta, Frederico imperatore regnante - col quale un tale Passavino detto Burro professava di vivere secondo la legge, Curia Picta viene per la prima volta ufficialmente indicata con il nome di Corbetta, anche se in una bolla del medesimo anno, con la quale papa Alessandro III conferma all'arcivescovo Umberto I da Pirovano ed alla sua chiesa tutti i diritti e possessi, non si fa menzione del luogo e del castello, che si suppone fossero già stati perduti a favore dell'Impero. Nei secoli precedenti, invece, Corbetta è chiamata Curbitum dallo storico Wippone,[5] Corio-Picta dallo storico Landolfo il Vecchio[6], altrove Curia-picta (o Curia pincta) Sancti Ambrosii e Castrum Sancti Ambrosii.

Un'ipotesi relativamente recente, affascinante e non priva di fondamento storico, propende a spiegare il nome della città con i due termini celto-liguri di cur (anello) e betda (casa di legno): una fortificazione circondata da un fossato.[7]

I Corbettesi combattono nelle file dell'esercito milanese nel 1239 contro Federico II che, sconfitto a Rosate, si riversa nuovamente con le sue truppe su Corbetta, oltrepassando poi il Po e raggiungendo in seguito la Toscana.

L'epoca viscontea

 
Galeazzo Visconti

Seguendo le sorti di Milano, Corbetta nel 1270 passò sotto la dominazione viscontea, che fu un ritorno quasi alla signoria arcivescovile, perché Ottone Visconti eletto arcivescovo nel 1262, con la battaglia di Desio nel 1277, diventò effettivamente arbitro di Milano, sebbene fossero mantenute le prerogative comunali.

Scarsino (o Scarsio o Squarcino) di Lanfranco dei Borri, capitano generale dei nobili esuli milanesi, per i servigi resi ad Ottone e a Matteo Visconti (appoggiò infatti i Visconti contro i Torriani), ottiene nel 1275 a ricompensa molti feudi nel borgo di Corbetta, così che i Borri, originari di Santo Stefano Ticino, ne diventano i principali proprietari. Nel luglio 1289 a Corbetta convengono i rappresentanti della Repubblica Milanese e il Marchese Guglielmo VII del Monferrato al fine di concludere un'alleanza in funzione anti-viscontea. Nel 1292, ripreso il potere a Milano, Matteo Visconti, morto Guglielmo di Monferrato e trovandosi il figlio quindicenne alla corte di Carlo II di Napoli, facendosi precedere dal Podestà di Milano a Bernate Ticino, raccolse a Corbetta il grosso dell'esercito per poi dirigersi a Novara al fine di conquistarla. Con il successo dell'impresa il figlio del Visconti, Galeazzo, venne costituito dal padre podestà o vicario a Novara. Qui nel 1299 si ordì la congiura dei sostenitori del Monferrato che conquistano la città: Galeazzo Visconti ha appena il tempo di fuggire e di rifugiarsi presso il castello di Corbetta.

Sul finire del secolo XIII si distinse il pittore Simone da Corbetta, delicato esponente della scuola lombarda: ci rimangono alcuni affreschi da lui eseguiti nella chiesa e nel chiostro di Santa Maria dei Servi a Milano ed ora conservati nella Pinacoteca di Brera. Il 4 gennaio 1363 Magenta e Corbetta vennero conquistate da una compagnia di Inglesi al soldo del Marchese del Monferrato ma solo al fine di compiere delle razzie: per questo motivo, Gian Galeazzo Visconti, Conte di Virtù, è mandato dal padre Galeazzo II nel 1376 contro l'esercito del Monferrato in una sfortunata campagna che costringe il Visconti a ritirarsi come il proprio avo a Corbetta ove sostiene un fiero assedio. Gian Galeazzo, divenuto primo Duca di Milano nel 1385 tolse il paese dalla giurisdizione della Burgaria, ponendolo sotto quella del Podestà di Milano assieme a Cisliano, Sedriano, Bareggio, San Vito, Bestazzo e San Pietro di Bestazzo.

L'edificio politico costruito da Gian Galeazzo minacciò di crollare invece sotto il rovinoso governo del figlio Giovanni Maria che finì ucciso da congiurati sulla soglia della chiesa di San Gottardo a Milano, il 16 maggio 1412; egli aveva assoldato nel 1407 alcuni avventurieri spagnoli per la difesa del Ticino e li aveva stanziati nel castello di Corbetta. Nel XIV secolo di 4 contadi se ne erano formati due soli a nome abbinato: Seprio-Burgaria e Martesana-Barzana, divenendo poi (sotto il governo di Carlo V) semplicemente Seprio e Martesana.

Il governo degli Sforza

 
Ludovico il Moro

Con la salita al potere di Francesco Sforza, Corbetta cambiò la signoria e fu fedele anche ai nuovi principi. La politica estera di Ludovico il Moro non fu felice quanto quella interna: nel 1499 le truppe francesi di Luigi XII invasero il territorio milanese ed il territorio di Corbetta, trovando debole difesa nei mercenari svizzeri assoldati dal Moro per la difesa del ducato. Per questo lo Sforza si rifugiò dapprima in Germania da dove, un anno dopo nel febbraio 1500, con l'aiuto degli imperiali, riuscì a riprendere il governo del ducato tenendolo però per soli due mesi: quando i Francesi sconfissero le truppe milanesi a Novara lo mandarono prigioniero in Francia dove morì. Luigi XII tornò padrone di Milano ma per breve tempo.

Nel 1513 il comandante delle truppe svizzere Matteo Schiner, vescovo di Sion e cardinale, assoldato da Massimiliano Sforza, primo figlio di Ludovico il Moro, riconquistò il ducato e lo cedette agli Sforzeschi. Due anni dopo, Francesco I di Francia riprendeva Milano, passando il governo da Carlo III di Borbone-Montpensier a Odet de Foix, Conte di Lautrec. Per l'ultima volta Milano viene restituita per opera di Carlo V e di papa Leone X a un altro figlio del Moro, Francesco II, alla morte del quale, il 19 novembre 1535, i territori del ducato milanese passarono definitivamente sotto il dominio imperiale.

Il dominio spagnolo

 
San Carlo Borromeo in gloria

Carlo V annetté il milanese ai domini spagnoli inaugurando uno dei periodi più nefasti della città di Milano. Sebbene gli Spagnoli fossero cattivi governanti e pessimi amministratori, ad arginare l'influenza deleteria dei nuovi dominatori diedero il maggior impulso due grandi arcivescovi, Carlo e Federico Borromeo. Al 17 aprile 1555 risale il famoso evento del primo miracolo (cfr. Il Santuario Arcivescovile della Beata Vergine dei Miracoli). Il 22 novembre 1577 Carlo Borromeo, in occasione di una sua visita, consacrò solennemente la nuova campana maggiore della chiesa ed amministrò la cresima sul sagrato. Quattro anni dopo, nel 1581, il 17 giugno, si ricorda un'altra visita del cardinale. Nel 1582 la popolazione corbettese si rivoltò al dominio degli Spagnoli assalendoli nei loro quartieri e saccheggiando anche la chiesa che fu riconsacrata il 29 luglio dello stesso anno.

Dopo la peste del 1630, nel 1631 le milizie tedesche, di ritorno dall'assedio di Mantova, sfogarono la propria ingordigia col saccheggio del paese e nel 1650 il castello, già in parte rovinato dagli assalti sostenuti, venne quasi interamente smantellato e i pochi avanzi adibiti ad abitazione signorile. A questo periodo risale la costruzione di alcuni edifici storici dell'attuale corso Garibaldi, definiti "Quartiere Spagnolo" o "degli Umiliati" in quanto risultavano di proprietà della compagnia dei frati Umiliati di Brera.[8]

All'inizio del Settecento si dovette assistere anche a Corbetta alla crisi del Regno di Spagna ed essa, già a partire dal 1706, venne occupata assieme a tutto il milanese ad opera di Eugenio di Savoia, il quale attualizzò il passaggio di dominio agli austriaci, formalizzando la Pace di Rastadt del 1714.

Dal periodo austriaco alla conquista napoleonica

File:Maria theresia van Oostenrijk II.jpg
Maria Teresa d'Asburgo

Il primo periodo della dominazione austriaca sotto Giuseppe I (1711) e Carlo VI non fu molto più felice del precedente e nemmeno più pacifico. Per le mire espansionistiche di Filippo V di Spagna e dell'alleato Carlo Emanuele III di Savoia, il ducato di Milano venne occupato nuovamente dagli Spagnoli ma, con la pace di Vienna (1736), lo stato di Milano tornava all'Austria di Maria Teresa d'Asburgo. È questo inoltre il periodo in cui il territorio corbettese viene per la prima volta ufficialmente mappato con l'opera monumentale del Catasto Teresiano.

In questo periodo Corbetta si abbellisce delle sue più sontuose ville gentilizie e ritrova il perduto splendore grazie alla mano di abili architetti del calibro di Francesco Richini o Francesco Croce che attuano importanti ammodernamenti sulle strutture già esistenti, creando anche nuove residenze per gli aristocratici milanesi, ville e palazzi che oggi costituiscono per il paese una perla nel circolo delle Ville di Delizia del Naviglio Grande.

Nel 15 maggio 1796, però, il Generale Napoleone Bonaparte entrò a Milano, vincitore degli Austriaci, succedendosi al governo della I^ e della II^ Repubblica Cisalpina, della Repubblica Italiana e infine del Regno d'Italia con il quale Milano ha un nuovo periodo di preminenza politica e civile. A Corbetta viene soppresso il Capitolo e viene eretta l'attuale chiesa parrocchiale.[9]

Dalla battaglia di Magenta all'Unità d'Italia

 
Ritratto del Generale Manfredo Fanti, i cui bersaglieri giunsero a Corbetta alle 19.30 del 4 giugno 1859

Il 3 giugno 1859, alla vigilia della Battaglia di Magenta, la Villa Massari a Corbetta divenne uno dei quartieri generali del Feldmaresciallo austriaco Ferencz Gyulaj, arretrato poi ad Abbiategrasso il 5 giugno dopo che i soldati francesi (46.883 uomini) con uno sparuto gruppo di bersaglieri piemontesi (634 uomini) avevano sconfitto la seconda armata austriaca (55.792 uomini) permettendo a Vittorio Emanuele II ed a Napoleone III di entrare trionfanti a Milano l'8 giugno dello stesso anno.[10]

La 2ª divisione di cavalleria austro-ungarica del 7º corpo d'armata al comando del Feldmaresciallo Luogotenente von Lilia, comprendente le brigate von Weigl e von Dondorf, era acquartierata nei giardini e nelle scuderie del Castello, mentre nella frazione di Cerello sostava il reggimento di cavalleria di riserva agli ordini del conte Alexander von Mensdorff ed a Castellazzo de' Stampi la brigata conte Palffy: tutte queste forze non vennero impegnate in maniera diretta nelle operazioni militari.

La memoria popolare narra che all'imbrunire, sul finire della battaglia di Magenta, numerosi fanti austro-ungarici sbandati in rotta verso Corbetta vennero raggiunti da "zuav frances cont la faccia da demòni" (in realtà si trattava del 9º Battaglione Bersaglieri e di alcuni reparti di Cacciatori della Guardia) all'altezza dell'attuale Piazza del Popolo ed ivi passati per le armi o fatti prigionieri.

Dalla fine del XIX secolo ad oggi

 
Il monumento ai caduti, realizzato nel 1922 in piazza Canonica.

Nel 1866, con la nascita della Guardia Nazionale, anche Corbetta ebbe un suo distaccamento con sede nel castello: era composto di centocinquanta uomini divisi in quattro squadre.

Tra il 1885 ed il 1889 in diversi paesi del milanese si registrarono numerosissimi scioperi agrari. I contadini, ridotti alla fame dai "pendizzi" (debiti ma anche vergognose "appendici" nei contratti d'affitto) e da paghe miserevoli, oltre che esasperati a causa di annate sfortunate ed improvvise morie di "cavaler" (bachi da seta), spesso l'unica fonte di sostentamento per le famiglie degli "obbligàa" (salariati), scesero in piazza contro i padroni. In particolare nel 1889, dopo Casorezzo, si mossero i braccianti di Ossona, Arluno, Santo Stefano Ticino, Vittuone, Sedriano, Bareggio ecc. Domenica 19 maggio, davanti al Municipio di Corbetta (allora sito in Via Cavour e corrispondente all'attuale numero civico 5), una trentina tra reali carabinieri e agenti di pubblica sicurezza sparò sulla folla uccidendo il diciottenne Enrico Lovati, ferendo in maniera grave almeno sette persone ed arrestando ventuno manifestanti.

Nel 1891 venne inaugurata la nuova chiesa, ma il rovinoso crollo del campanile (2 giugno 1902), dovuto all'altezza di 81 metri e al peso delle nove campane, ne ritardò il completamento sino al 1908.

Durante la Grande Guerra Corbetta ebbe 158 caduti.

Nel 1921 il comune ha 7.689 abitanti e in quel periodo la struttura urbanistica del paese subisce radicali cambiamenti. La forza lavoro è principalmente occupata nelle industrie sparse sul territorio ma una buona parte di lavoratori rimane comunque dedita all'agricoltura.

Ad Abbiategrasso nell'agosto del 1944 furono arrestati, per ordine del capitano tedesco Theodor Saevecke, responsabile della Strage di Piazzale Loreto a Milano, otto civili tra cui il partigiano corbettese Pierino Beretta, poi torturato e trucidato presso Torriano di Pavia perché ritenuto responsabile assieme ai compagni di due attacchi a truppe tedesche.[11]

Il 5 febbraio 1988 a Corbetta viene conferito il titolo di città dal presidente della repubblica italiana Francesco Cossiga. Oggi Corbetta si sta consolidando sempre più come polo culturale e naturalistico, e per rendere ancora più realistiche queste prerogative nel 2007 ha preso il via il progetto "ecosostenibilità", che si propone lo scopo di rendere il comune ecosostenibile a basso impatto ambientale.

Simboli

File:Stemma.corbetta.gif

La descrizione araldica dello stemma è la seguente:[12]

«Partito: al primo fasciato d'argento e d'azzurro;

al secondo palato d'azzurro e d'argento.
Capo d'oro carico di un'aquila di nero.»


Sulla base di un antico documento è stato accertato che l'attuale stemma del comune veniva già utilizzato sin dal 15 gennaio 1892. La sua più attendibile origine, secondo autorevoli studiosi locali,[senza fonte] parrebbe riferirsi in particolare a considerazioni di carattere storico e descrittivo del territorio. Infatti l'aquila di nero, sul capo d'oro, sembra possa fare riferimento al periodo in cui la città era soggetta al dominio dell'Impero austriaco; il fasciato d'argento e d'azzurro ed il palato d'azzurro e d'argento alluderebbero invece ai trentatré fontanili che si intersecano sul territorio comunale. Notevoli somiglianze sono anche state ravvisate con lo stemma della famiglia Frisiani, residente a Corbetta già dal XVI secolo.

Monumenti e luoghi di interesse

Architetture religiose

Chiesa prepositurale di San Vittore Martire

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa prepositurale di San Vittore Martire.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Pieve di Corbetta.
 
La neoclassica facciata della chiesa prepositurale di San Vittore

La chiesa prepositurale di San Vittore martire è il luogo di culto cristiano più antico presente in Corbetta traendo le proprie origini attorno al III secolo. Venne ricostruita in stile romanico nel 1037, giungendo poi attraverso diversi lavori di rifacimento nel XVI e XVIII secolo ed approdando nel 1792 alla edificazione dell'attuale tempio neoclassico ad opera dell'architetto Taglioretti e l'apporto della facciata completata tra il 1845 ed il 1848 su disegno di Luigi Cerasoli. I lavori ripresero nel 1898 quando si alzò a 81 metri il campanile, crollato il 2 giugno 1902 e ricostruito a 71 metri nel 1908. La chiesa nei suoi oltre mille anni di storia ha conosciuto il passaggio di molti personaggi di rilievo, data la posizione particolare della città e la prerogativa di essere sede della Pieve di Corbetta che radunava le parrocchie di buona parte dell'ovest milanese, ed a cui capo sta oggi come un tempo un prevosto, il che la rende sede religiosa privilegiata. Attualmente la chiesa ha il ruolo di parrocchia unicamente per la città di Corbetta, dopo la soppressione delle pievi nel 1972, ma continua a mantenere alcune prerogative specifiche di antico retaggio.

Santuario arcivescovile della Beata Vergine dei Miracoli

 
La facciata eclettica del Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Corbetta

L'edificio sacro più notevole dell'arte rinascimentale e barocca corbettese è senza dubbio il Santuario Arcivescovile della Beata Vergine dei Miracoli; una volta alla periferia della città, costruito su un'area ove sorgeva una precedente chiesa dedicata a San Nicola, si trova oggi in pieno centro storico. Grazie ad un evento miracoloso avvenuto nel 1555, la chiesa divenne il più grandioso altare mariano della città, cambiando la propria architettura in un santuario suddiviso su due livelli: quello inferiore tuttora dedicato a San Nicola e quello superiore (con l'immagine miracolosa ad affresco) consacrato alla Madonna. Nel corso dei secoli grandi artisti del calibro di Francesco Croce, Fabio Mangone, Vincenzo Seregni, Francesco Pessina, Carlo Francesco Nuvolone, Giulio Cesare Procaccini, Giovan Battista Discepoli, Mosè Bianchi e Luigi Pellegrini Scaramuccia detto il Perugino hanno contribuito con le loro opere ad aumentarne lo splendore, ed è stato visitato da personalità eminenti tra cui San Carlo Borromeo che durante il suo episcopato si fece promotore presso la Santa Sede del culto mariano in questo santuario, riuscendo ad ottenere per Corbetta la concessione dell'indulgenza annua in forma giubilare, tradizione che ancora oggi, tramite la Confraternita del Santo Rosario, rimane viva grazie ad una serie di celebrazioni definite "Perdono di Corbetta".

Chiesa di Sant'Ambrogio

  Lo stesso argomento in dettaglio: Isola Bellaria.

L'oratorio della Beata Vergine di Sant'Ambrogio è parte di un consistente numero di edifici religiosi edificati nel XVII secolo nella Pieve di Corbetta. L'attuale costruzione fu eretta su un’area già occupata nella seconda metà del cinquecento da un piccolo e fatiscente edificio religioso. Una visita pastorale lo descrive come segue "...non vi era il pavimento, il tetto era rotto, l’altare distrutto e di conseguenza non vi si celebrava la messa..." [13]. L'’edificio venne completamente ricostruito a partire dal 1667 e venne inaugurato nel 1680 dal prevosto di allora, Pietro Antonio Vigorè. Nel 1732 i deputati di questo oratorio decisero di erigere il campanile che venne poi distrutto nel 1938 perché pericolante.

Chiesa di San Sebastiano

 
La chiesa di San Sebastiano

Si possono far risalire le origini della chiesa di San Sebastiano al 1609, quando il Conte Carlo Borri e Giovanni Battista Lampugnano posarono rispettivamente la prima e la seconda pietra dell'oratorio. [14] Notevoli donazioni provengono al capitolo dal testamento del prevosto Orsino Spadense da Urbino deceduto il 28 marzo 1620. Nel 1635 l'edificio è una chiesa sussidiaria e come tale non dispone di alcun prete; rimane in questo stato sino al 1787 quando viene definitivamente profanata. Nel 1880 la chiesetta viene abbellita e ristrutturata negli interni, per poi essere venduta al capitolo della parrocchia nel 1921, inaugurandone un nuovo altare nel 1927.

L'esterno, costituito da una struttura estremamente semplice, è preceduto da un piccolo cortile con cancello, mentre la facciata della chiesetta è realizzata con la classica struttura terminante a timpano, sovrastato da una croce in pietra. Uniche decorazioni presenti, oltre alle alte lesene, sono due statue poste in due nicchie nella parte superiore della facciata, rappresentanti San Rocco e San Fermo.

L'interno, strutturato su una sola navata che conduce sino al presbiterio, è interamente decorato ad affreschi: sul soffitto della chiesa sono rappresentati quattro scene della vita di San Sebastiano. Sulla controfacciata si trovano due grandi affreschi: il primo, sovrastante la porta d'ingresso, rappresenta San Pietro e sopra di lui, in gloria, spicca l'immagine di San Fermo (ai lati si trovano due targhe commemorative dei restauri subiti in precedenza). Le pareti accolgono anche due cappelle devozionali decorate a finte strutture in gusto barocco, una dedicata alla Madonna e l'altra a San Giuseppe. Il presbiterio è distinto dalla navata da una stupenda balaustra in marmo rosa e da un arco trasversale decorato a vista con piccoli medaglioni rappresentanti San Carlo Borromeo (a sinistra), Sant'Attilio (in centro) e Sant'Ambrogio (a destra). Più in basso, ai lati di questo arco introduttivo, due nicchie accolgono le statue di San Sebastiano (a sinsitra) e Sant'Antonio da Padova (a destra). L'area dell'altare è decorata sulla volta a crociera del soffitto con quattro grandi affreschi rappresentanti i quattro evangelisti, mentre le pareti laterali sono completate da due quadroni rappresentanti i momenti culminanti della vita di San Sebastiano, "San Sebastiano si reca dall'Imperatore Diocleziano" e "Il martirio di San Sebastiano", realizzati dal pittore corbettese Natale Penati tra il 1948 ed il 1949. L'altare, di forme sobrie, è integralmente ligneo e dipinto a simulare il marmo.

Chiesa di San Vincenzo a Cerello

  Lo stesso argomento in dettaglio: Cerello.

La chiesa di San Vincenzo, posta nella frazione di Cerello, fu edificata ai primi dell'Ottocento quale cappella di famiglia dei nobili Casnati. Solo successivamente viene aperta al culto degli abitanti di Cerello e della confinante Battuello. Nel 1939 la struttura venne ampliata con la costruzione della sacrestia e del campanile.

Per sopperire alle esigenze religiose degli abitanti della frazione, nel 1953 nella chiesa venne istituita la vicaria curata e il 15 ottobre 1956 l'arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini istituì la parrocchia di Cerello e Battuello. [15]

Esternamente si presenta in forme moderne e semplici, con un portico e il campanile che riprende le forme della torre campanaria di Corbetta. Nel 2006 la chiesa è stata completamente ristrutturata; in quella occasione le Poste Italiane hanno emesso un annullo su cui è raffigurato San Vincenzo Martire.

Oratorio di San Bernardo a Soriano

  Lo stesso argomento in dettaglio: Soriano (Corbetta).

L'Oratorio di San Bernardo è l'unico edificio di culto presente nella frazione di Soriano (un tempo Cassina Soriana). Di origini molto antiche esso era probabilmente un oratorio campestre quando venne completamente ricostruito nel Seicento sulla base di un progetto che è stato attribuito al Richini [16].

L'edificio, di forma semicircolare nel presbiterio, è dedicato a San Bernardo e si trova lungo la via principale della frazione, Via Fogazzaro. L'esterno, di forme molto semplici, è configurato da una facciata terminante in un timpano decorato da un cornicione che segue il perimetro del tetto.

L'interno è decorato con alcuni affreschi di autori sconosciuti, oggi in gran parte danneggiati dall'usura del tempo. Quasi completamente intatto è invece rimasto l'affresco della facciata, inserito in una nicchia barocca protetta oggi da un vetro e raffigurante il Santo patrono dell'oratorio dipinto negli anni '80 dal prevosto corbettese Edoardo Sacchi.

Chiesa dei Santi Giuseppe e Alfonso a Castellazzo de' Stampi

  Lo stesso argomento in dettaglio: Castellazzo de' Stampi.
 
La chiesa dei Santi Giuseppe e Alfonso a Castellazzo de' Stampi

Per soddisfare le esigenze di culto della frazione di Castellazzo de' Stampi, che nell'ultima metà del secolo si è espansa notevolmente, tra il 1955 ed il 1957 è stata edificata la chiesetta dei Santi Giuseppe e Alfonso (detta semplicemente di San Giuseppe).

La visita del cardinale Pozzobonelli nel XVIII secolo testimonia l'antichità del culto di San Giuseppe nella frazione, che già ospitava un'immagine votiva dedicata al santo nella cascina principale della frazione, detta Curta Granda.[17]

Al semplice esterno della chiesa, con struttura a capanna, si accompagna l'interno a navata unica sormontata da una volta a botte: lungo la navata, sulle cui pareti sono dipinte finte elementi architettonici portanti in malachite si trovano le statue di san Giuseppe e di sant'Antonio.[18]. Una balaustra in marmo rosa e un arco a tutto sesto separano il presbiterio sopraelevato, al centro del quale sorge l'altare postconciliare, in marmo nero. Addossato alla parete è invece l'altare originario, sovrastato da un grande quadro d'epoca raffigurante "San Giuseppe che tiene per mano Gesù bambino" affiancato da sei ampie monofore a vetrate azzurre che danno luce all'interno della cappella.

Cappella oratorio di San Luigi Gonzaga

L'Oratorio di San Luigi Gonzaga è una cappella costruita nel complesso dell'Oratorio parrocchiale. L'attuale struttura, ricavata in seguito alle ristrutturazioni realizzate a partire dal 1993, è andata a sostituire una precedente grande cappella con una caratteristica forma "a botte" che un tempo si trovava dove ora è il cortile asfaltato e che era stata costruita negli anni '70 del XX secolo. La struttura attuale, a pianta quadrangolare, è costituita da un unico altare decorato con semplici affreschi sfumati a rappresentare l'ultima cena di Cristo e sormontato da un controsoffitto a lunetta. Dalla vecchia chiesa è stata tratta la statua votiva in gesso dedicata al santo patrono dell'attività oratoriana, San Luigi Gonzaga.

Cappella di Sant'Agnese

La Cappella, eretta negli anni '40, apparteneva un tempo all'oratorio parrocchiale femminile ed è attualmente utilizzata dalla comunità di suore benedettine, che ivi risiedono, per le funzioni religiose dell'asilo parrocchiale con sede nell'ex oratorio.

Cappella della Risurrezione

La Cappella della Risurrezione è una costruzione ad uso religioso presente all'interno del vasto complesso del cimitero di Corbetta. Il cimitero del paese venne costruito nella posizione attuale probabilmente già a partire dal 1804, cioè quando l'Editto di Saint-Claude, emanato da Napoleone Bonaparte, aveva previsto le sepolture fuori dai centri abitati per evitare l'insorgere di malattie ed infezioni. Stranamente però, per quasi due secoli, tale luogo è rimasto sprovvisto di una cappella ove fosse possibile officiare in prevalenza i riti funebri. La costruzione attuale infatti è stata eretta nel 2004 nell'ambito dei lavori di ampliamento del cimitero stesso ed ha ripreso per stile e decorazioni interne ed esterne il lungo colonnato che circonda tutto il camposanto. La struttura della cappella è semicircolare, con un tetto interno in legno esternamente rivestito in rame, preceduta da un porticato stondato ad archi e visibile anche al suo interno attraverso una serie di ampie vetrate che danno luce al complesso.

Cappella di Santa Maria Mediatrice a Palazzo Brentano

La Cappella di Santa Maria Mediatrice è inserita all'interno del complesso di Palazzo Brentano, oggi sede dell'Istituto "San Girolamo Emiliani", gestito dai padri somaschi. La struttura della chiesa è stata singolarmente ricavata dalle antiche scuderie del palazzo, che costituivano all'epoca della sua realizzazione un'area non più utilizzata. Il progetto della chiesa venne abbozzato nel 1900, ma venne posto in essere ufficialmente solo a partire dal 1937, quando i somaschi presero possesso dell'istituto adibendolo a seminario. L'interno è contraddistinto da una semplice struttura a volte a crocera, su tre navate, sostenute da colonne di granito di Baveno. L'altare è in marmo, di forme barocche, realizzato nel medesimo stile di tutto quanto il palazzo, ed accoglie una celebre opera raffigurante "La Madonna del Rosario col Bambino e San Girolamo Emiliani" di un pittore sconosciuto. Qui ha celebrato la messa anche l'allora arcivescovo milanese Giovanni Battista Montini in occasione della sua visita a Corbetta nel 1955 in occasione del IV centenario del primo miracolo del Santuario. La chiesa è accessibile dal complesso del palazzo, ma anche da una porta antistante la vicina via San Sebastiano. La struttura accoglie settimanalmente la messa domenicale.

Cappella privata a Palazzo Brentano

La Cappella Brentano era l'antica cappella privata utilizzata dai conti Brentano all'epoca della loro residenza a palazzo. La struttura è stata ricavata da una sala al piano terreno, in prossimità dello scalone d'onore che conduce al piano nobile. La stanza, a pianta rettangolare, dispone di un piccolo ingresso diviso da porte settecentesche e da un tendaggio di raso rosso frangiato d'oro che introduce al complesso della cappella, la quale è costituita da un'unica navata divisa nel centro da un percorso marmoreo intarsiato che mette in comunicazione la sala con il vicino salone da pranzo. Il soffitto è costituito da un tripudio di stucchi di stile rococò bianchi ed oro, che vanno a formare una grande croce greca nel mezzo. L'altare è di forme barocche, in marmo nero, sopraelevato, ed accoglie un'opera raffigurante "Le anime dei giusti e degli empi con Pio XII" aggiunta negli anni Cinquanta con un prezioso sistema ad incastro di legno intagliato nell'altare originale. Alle pareti laterali sono presenti due quadroni raffiguranti San Carlo Borromeo (di autore ignoto del XVII secolo) e San Giuseppe col Bambino (del pittore genovese Mattia Traverso), accompagnati da due candelabri pendenti in ferro battuto settecenteschi. La sala è illuminata da due grandi finestroni che consentono tra l'altro una stupenda veduta del boschetto del parco posto sul retro del palazzo. La cappella dispone anche di una piccola sacrestia ricavata nel sottoscala dello Scalone d'Onore. Attualmente la chiesetta è utilizzata unicamente dall'Istituto dei Padri Somaschi e come tale non è aperta al pubblico culto, ma viene mantenuta viva con l'officiatura dei ritiri spirituali e delle messe per le classi dell'istituto.

Cappella di San Giuseppe a Palazzo Brentano

La Cappella di San Giuseppe è una delle tre chiese che rientrano nel complesso dell'Istituto "San Girolamo Emiliani". La storia della sua realizzazione è legata ad un voto solenne. Durante il Secondo conflitto mondiale i padri somaschi di Corbetta promisero di erigere una cappella dedicata a San Giuseppe qualora il palazzo fosse uscito indenne dalle vicende belliche. Il complesso rimase integro e nel 1947 si iniziò la costruzione che venne addossata al muro di cinta dell'immenso parco e ricavata da un ampio spazio un tempo adibito a cancello di cui ancora si possono notare i pilastri decorati in stile barocco. La cappella riprende la struttura delle torrette belvedere di Palazzo Brentano e venne completata nel giro di un anno. Internamente si presenta in modo molto semplice: un solo altare di granito di Baveno, sottostante una copia del grande quadro raffigurante "San Giuseppe col Bambino", dipinto dal pittore genovese Mattia Traverso (1885-1956), il cui originale si trova all'interno della cappella del palazzo. La costruzione venne in seguito sempre meno utilizzata, data anche la sua posizione decentrata rispetto al resto dell'istituto, sì da cadere pressoché in disuso; nel 1987 si decise di restaurarla col rifacimento del pavimento e l'imbiancatura delle pareti. Attualmente la chiesa non è aperta al pubblico, ma il suo culto è riservato agli alunni dell'istituto. [19]

Cappella della Madonnina

Detta anche dialettalmente Madunìna, la piccola cappella votiva (ubicata in prossimità dell'attuale via Monte Bianco) venne costruita con tutta probabilità nel XVII secolo. La struttura è di ridotte dimensioni, con tetto a capanna, decorata con cornici a stucco nella parte esterna e ad affresco nella parte interna, protetta da un cancello in ferro battuto settecentesco. L'esterno della cappella è corredato da un piccolo spiazzo piastrellato in serizzo con tre panchine del medesimo materiale, anch'esse risalenti al Seicento. Durante il mese mariano la cappella, assieme al santuario cittadino, è una delle mete principali dei pellegrinaggi dei devoti corbettesi. [20]

Edicole sacre

A Corbetta si trovano tre edicole sacre (o santelle) di autori ignoti e databili tra il XVII e il XVIII secolo:[21]

  • la santella di Sant'Antonio da Padova, in corso Garibaldi, raffigurante una Madonna in trono col Bambino e Sant'Antonio da Padova in preghiera con un'altra santa forse riconducibile a Maria Maddalena.
  • la santella della Pietà, anch'essa di autore ignoto, rappresenta il compianto di Maria sul corpo del Cristo morto. L'affresco, sito in via IV Novembre, è racchiuso in una cornice in cotto di gusto barocco raffigurante un intreccio di frutti e fiori.
  • la santella della Deposizione, in via Crocifisso, raffigura in primo piano Maria nell'atto di compiangere il Figlio deposto dalla croce e una santa, identificabile con Maria Maddalena, che bacia la mano del Cristo in segno di venerazione.

Architetture civili

Torre medioevale

Situata nei pressi di Villa Archinto Pisani Dossi, questa costruzione è ciò che resta delle antiche mura perimetrali della città di Corbetta. La torre, risalente al XIII secolo, è caratterizzata da una pianta quadrangolare, chiusa alla sommità da un tetto in tegole e decorata con un fascione di mattoni sporgenti a losanga. Nella parte immediatamente sottostante sono ancora ravvisabili tracce di una fascia rossa affrescata che si stagliava lungo tutto il perimetro dell'edificio e nella struttura tracce di finestre ad arco acuto in cotto risalenti probabilmente al XVI secolo. La torre, utilizzata per anni come magazzino rurale, è stata acquistata dall'amministrazione comunale nel 1998 ed è stata oggetto di restauri che hanno consentito una riqualificazione dell'edificio e del vicino largo Cellere.

Castelletto

 
Il Castelletto

Il Castello di Sant'Ambrogio - o Castello del Crociato - rappresenta l'ultimo frammento murario di una costruzione risalente al IX secolo.[22]. Il complesso odierno, situato in piazza Corbas, presenta solo alcune parti originarie ed è il frutto di un'intelligente opera di restauro dell'architetto Piero Portaluppi negli anni 1941-1942, alla quale si è aggiunta un'ulteriore serie di ampliamenti negli anni dal 1959 al 1963. Il colonnato interno al giardino e l'abside di una porta (lato est), provenienti da un monastero degli Stigmativi di Verona e risalenti al Cinquecento, sono stati donati dalle Cartiere di Fabriano. Il parco conserva ancora le vestigia delle antiche mura perimetrali del castrum romano di Curia Picta, nonché altri reperti dell'epoca (tra cui la tomba di un centurione) e di epoche successive (per esempio un angelo, oggetto di leggende, collocato un tempo sulla torre campanaria).

Lazzaretto

Il lazzaretto, luogo di antiche sofferenze, si trova a Corbetta situato in prossimità delle cascine Fiandrina e Cantona, contraddistinto da una radura boschiva in cui è collocata una semplice colonna in pietra e una croce soprastante di ferro. Qui vennero sepolti gli appestati del comune tra gli anni 1576 e 1577. Durante l'epidemia era venuto a Corbetta il cardinale Carlo Borromeo (22 novembre 1577)[23]; la leggenda vuole che, visitando il lazzaretto, da sotto i suoi piedi sgorgasse il vicino fontanile che ancora oggi porta il suo nome in ricordo del fatto miracoloso. Qui riposano anche le vittime della terza pestilenza, quella del 1630, descritta da Alessandro Manzoni. La prima condotta medica era già stata istituita a Corbetta (1612), ma i malati, raccolti nelle sale del palazzo Frisiani, venivano curati con terapie improvvisate a base d'incenso e di aceto. Nel 1685, per volere del cardinale Federico Visconti, i Corbettesi issarono la colonna votiva sulla piana del lazzaretto.

Villa Frisiani Mereghetti

 
Villa Frisiani Mereghetti

Collocata tra il Castelletto e la villa Borri Manzoli presso l'attuale Piazza del Popolo, la villa Frisiani Mereghetti è la dimora più antica di Corbetta: alcune parti della costruzione risalgono infatti al '300. Anticamente la villa era annessa al Castello di Sant'Ambrogio; venne poi adibita ad abitazione privata, decorata nel Cinquecento con vari dipinti e successivamente ristrutturata nel '600 ad opera dell'architetto Francesco Maria Richini, assumendo l'aspetto attuale. La dimora venne allora accorpata ad un edificio esistente, risalente al Quattrocento, le cui pareti erano state allora affrescate.

Gli interni, ben conservati, sono decorati con soffitti a cassettoni lignei ed eleganti porte. Nella volta sopra lo scalone monumentale a doppie rampe è possibile ammirare alcuni dipinti del Seicento di Carlo Francesco Nuvolone e Giovanni Stefano Danedi detto "il Montalto" (recenti studi hanno dimostrato essere errato il paragone che si sollevava da tempo con opere di Giovan Battista Tiepolo). Celebre è anche lo studiolo al piano terreno, con la raffigurazione delle allegorie delle quattro stagioni ove è presente uno dei rari ritratti del Richini, inserito all'interno di un complesso di affreschi dallo stesso Montalto. Notevoli sono anche le preziose ed antiche cantine settecentesche sottostanti la casa. Il parco all'inglese si svolge in due blocchi fondamentali, l'uno posto nella parte anteriore della villa, ed uno nella parte posteriore dove è attraversato da un fontanile.

Il recente restauro dell'ala quattrocentesca ha permesso di riscoprire anche alcune tracce di dipinti originari.

Villa Pisani Dossi

 
Villa Pisani-Dossi

La villa, situata in via Mussi (un tempo Contrada del Luogo Pio), fu costruita verso la metà del Quattrocento dal conte Ambrogio Varese da Rosate. La dimora venne alienata dai suoi discendenti nel 1811 e fu di proprietà delle famiglie pMussi e Borsani prima di diventare proprietà, nel 1892, del conte Carlo Alberto Pisani Dossi, che affiancò all'attività di diplomatico l'adesione al movimento culturale milanese della Scapigliatura. Nel 1898, con la scoperta dei resti della dimora quattrocentesca, Carlo Dossi provvide a sue spese al restauro dell'edificio: riaprì le finestre originarie, ricostruì il portone borchiato e il camino con la canna fumaria sporgente dal fronte e affrescò la facciata impiegando per quanto possibile i motivi ornamentali originali rinvenuti sotto gli intonaci.

Gli interni, eleganti e raffinati, ospitano oggi un museo privato con reperti archeologici di notevole valore (alcuni rinvenuti dallo stesso conte attraverso scavi nel territorio di Corbetta, Albairate, Cisliano e Santo Stefano Ticino) e la biblioteca costituita da volumi e da documenti di varie epoche, raccolte storiche curate dallo stesso Pisani Dossi.

Villa Borri Manzoli

 
Villa Borri-Manzoli

La nobile famiglia Borri assunse, sin dalla seconda metà del Duecento, un ruolo di primo piano tra i possidenti gentilizi di Corbetta, vantando personalità di spicco come Bonacossa Borri, moglie di Matteo I Visconti. I Borri fecero costruire la loro villa durante il XVIII secolo, per poi completare ed ampliare nell'Ottocento la dimora, che presenta quindi due stili architettonici ed artistici differenti; la facciata verso Piazza del Popolo è infatti in stile barocchetto ed è caratterizzata da un doppio porticato centrale mentre quella rivolta verso il parco è invece di gusto neoclassico, più sobria ed ornata da un piccolo pronao retto da due colonne che protegge l'ingresso al giardino.

Il materiale in parte utilizzato per la costruzione della villa proviene dalla demolizione, avvenuta nel 1650, del vicino Castello di S. Ambrogio. Gli interni, riccamente decorati ed arredati, presentano ampi saloni, quasi tutti in stile neoclassico, con volte, affreschi, stucchi e bassorilievi mentre il parco della villa, molto vasto, arriva sino alla via 2 giugno ed è attraversato da un fontanile. Situata in Piazza del Popolo, la villa è attualmente di proprietà privata.

Villa Frisiani Olivares Ferrario

 
Villa Frisiani Olivares Ferrario

La villa, situata in via Cattaneo ed attuale sede municipale, risale al XVIII secolo. La dimora venne eretta dai conti Frisiani e nel 1721 già appare nelle piantine del Catasto Teresiano anche se la struttura architettonica la distingue rispetto alle dimore gentilizie del medesimo periodo. La tradizionale pianta a U presenta infatti ali laterali molto distanziate e di altezza eguale a quella del corpo centrale, mentre la facciata è ripartita su due piani, terreno e loggiato, con due ordini di porticati, ciascuno dotato di sette archi a tutto sesto, retti da colonne di granito alte e sottili. Numerosi elementi dell'edificio farebbero supporre che esso sia stato edificato sopra un convento degli Umiliati del '500. Attraverso il portico si accede al parco "all'inglese" voluto da Alessandro Olivares, la cui casata divenne proprietaria della villa nell'Ottocento. Dopo essere passato nel dopoguerra alla famiglia Ferrario, il palazzo ospita dagli anni Ottanta gli uffici comunali ed il parco è adibito a spazio pubblico.

 
Il laghetto del parco di Villa Frisiani Olivares Ferrario

Il parco della villa ospita numerose varietà di essenze arboree ed è abbellito da un romantico laghetto realizzato negli anni '20 del Novecento ed alimentato dal Fontanile Madonna, al cui centro si erge una finta grotta retta da colonne per il ricovero delle barche. Al centro del bacino è situata una splendida statua in pietra di Nettuno (forse di origine settecentesca) con tridente in ferro, poggiante su un basamento barocco. Gran parte delle statue che adornavano il complesso naturale del parco sono oggi in stato di degrado o andate distrutte: presso l'isoletta dell'imbarcadero si possono ancora notare i basamenti in pietra di due putti che facevano corona alla discesa decorati con motivi floreali e frutti. Di gusto romantico è anche il piccolo ponticello in mattoni che conduce all'isola costeggiando una delle due grandi colline in terriccio realizzate durante lo scavo del laghetto. Presso la villa, nella scala che conduce al lavatoio del fontanile, si trova una statua di Atlante che sorregge la scalinata. Il fontanile Madonna scorre parallelamente al laghetto e vi si innesta con delle chiuse.

Palazzo Brentano

 
La maestosa facciata di Palazzo Brentano vista dal cortile d'onore

Il conte Carlo Giuseppe Brentano, tesoriere generale del ducato di Milano, acquistò il terreno nel 1730 dal marchese Ferrante Villani Novati e affidò il progetto di edificazione di una villa di campagna a Francesco Croce, architetto del Duomo di Milano, il quale curò la costruzione tra il 1732 ed il 1737, realizzando così la dimora gentilizia più importante di Corbetta, situata nell'attuale via San Sebastiano.

L'ampio cortile d'onore, a cui si accede dopo aver oltrepassato un grandioso cancello a pilastri, apre alla vista la facciata dell'elegante palazzo, completata da una gradinata di granito rosa;l'imponente impianto prospettico è completato da due torrette belvedere. Attraversando il portico ed il salone centrale si giunge al giardino, come documenta Marc'Antonio Dal Re nel suo "Ville di delizia" datato 1740.

Gli ampi saloni interni sono riccamente decorati con stucchi ed affreschi settecenteschi di Giovanni Antonio Cucchi, Giovanni Angelo Borroni, Mattia Bortoloni, Giuseppe Pellegrini, Ferdinando Porta e Giovan Battista Sassi. La famiglia Brentano ne fu proprietaria sino al 1837 quando l'erede, Pompeo Litta Biumi la vendette ai Carones; dopo essere passata al Italo Tonta, venne acquistata dal Enrico Pagani che la cedette alla congregazione dei Padri Somaschi i quali la adibirono a seminario con indirizzo filosofico-teologico. Dal 1972 è sede dell'istituto di scuola media dedicato a San Girolamo Emiliani, fondatore dell'ordine dei Padri Somaschi.

 
Un esemplare di Poncirus o "arancio amaro giapponese" che orna ad arco l'ingresso del viale principale del giardino di Palazzo Brentano

Il giardino di Palazzo Brentano si estende per una lunghezza prospettica di quasi 600 metri ed è in gran parte adibito oggi a semplice prato con campi sportivi: un tempo doveva comunque essere decorato con numerose aiuole e sentieri fioriti.

Dell'originario progetto, venne però solo compiuto il piccolo boschetto all'inglese presso la facciata retrostante il palazzo, dove sono oggi conservate moltissime specie di piante rare ed esotiche, alcune delle quali addirittura plurisecolari. Tra queste si ricordano bagolari, magnolie e cedri (nelle varietà Libani, deodara e atlantica) che raggiungono i 30 metri di altezza oltre ad abeti (nelle varietà rosso, nero e strobo), tassi, querce, ippocastani, tigli e cipressi.

A queste piante si assomma un considerevole numero di arbusti e piccole piante quali l'albero di Giuda, palme cinesi, palme nane, aceri (nelle varietà americano e platanoide), faggi, Thuja occidentalis, araucaria araucana, robinie, agrifogli, alloro, lauroceraso, pungitopo, aucube (nelle varietà "verde" e "striata"), forsizia, lilla, maonia, kerria, calicanto, bosso, oleandro, ibisco, bambù, melograno, lagestroemia, ligustro, berberis, etc.[19]

All'interno si trovano anche statue d'epoca come un "Pasquino" settecentesco ed altre di aggiunte successive, il tutto sviluppato su una superficie non piana che consente la creazione di sentieri attraverso la natura con cordoli in cemento e ghiaia.

Villa Massari

 
Villa Massari

La villa, il cui ingresso principale si trova in via Madonna, fu edificata nel 1730 su progetto di Francesco Croce. La dimora, articolata sul classico schema a U, presenta due ali laterali con varie decorazioni, mentre il corpo centrale offre la vista di un porticato a colonne binate. Presso il portico ed all'interno della villa si possono ammirare splendidi stemmi araldici affrescati appartenuti al Feldmaresciallo Ferencz Gyulaj che la abitò dal 1857 al 1859 sino ai giorni della Battaglia di Magenta, stabilendovi il quartier generale austriaco. Nel medesimo periodo l'abitazione fu anche luogo di soggiorno dell'Arciduca Massimiliano d'Asburgo-Lorena, fratello dell'Imperatore Francesco Giuseppe. Il retro con il parco di gusto romantico si affaccia sulla piazza I Maggio. [24]

La villa a lungo di proprietà della famiglia Carones, fu venduta nel 1839 in seguito all'acquisto da parte dei Carones del più grande Palazzo Brentano.

Villa Archinto Pisani Dossi

 
Villa Archinto-Pisani Dossi

Adiacente alla villa Pisani Dossi, risale al Settecento. L'aspetto attuale è dovuto anche al fatto che Carlo Archinto, Conte di Tainate, che la fece edificare, non terminò mai il progetto per mancanza di fondi e la struttura rimase incompleta di alcune sue parti [25]. Sulla facciata si possono ammirare ancora il porticato ed alcune finestre a cornicione.

La villa, di proprietà privata, giace oggi in stato di semiabbandono.

Villa Olivares Zari Mereghetti

 
Villa Olivares Zari Mereghetti

La dimora settecentesca, situata nell'attuale via Cattaneo, era originariamente adibita a foresteria dell'adiacente villa Frisiani Olivares Ferrario per l'alloggio degli ospiti. La facciata è ancora oggi decorata con affreschi riproducenti nicchie e statue, mentre l'interno è prevalentemente neoclassico. Di rilevanza artistica è anche il prezioso cancello in ferro battuto risalente ancora al XVIII secolo e che probabilmente doveva ricalcare lo stile di quello della vicina Villa Frisiani Olivares Ferrario. Il piccolo giardino sul retro, si affaccia con una curiosa veduta artistica sul fontanile Madonna che alimenta il laghetto di Villa Frisiani Olivares Ferrario.

Palazzo della casa di riposo "Don Felice Cozzi"

Il palazzo, risalente al Settecento, consiste in una struttura a corte chiusa con la tipica forma a "U" del palazzo padronale. L'ingresso, gittante su via Brera, presenta un portale a stucco sormontato da una torretta che aveva un tempo funzione di piccionaia; da qui, attraverso un portone ligneo, si accede al cortile interno costituito da un giardino che conduce all'entrata dell'edificio, attorniato da aree rurali e dagli alloggiamenti dei gastaldi. L'ingresso al palazzo è distinto da un colonnato tripartito con colonne di granito e da un portico voltato a crociera.

Villa Favorita

Villa Favorita, ricavata ristrutturando alcuni fabbricati rurali preesistenti (un tempo parte delle proprietà Brentano), presenta una disposizione architettonica articolata con vari corpi edificati, ampi porticati e colonne, delimitanti i cortili interni. Attualmente la dimora ospita la scuola elementare omonima e la biblioteca comunale. Curioso è il vicino Vicolo del Ghiaccio, dove un tempo si trovava una ghiacciaia in cui venivano portati enormi lastroni di ghiaccio, formatisi nei laghetti dei giardini della zona, per conservare i cibi durante l'estate.

Villa Pagani Della Torre

 
Villa Pagani-Della Torre immersa nel verde del suo parco

La villa, situata in Piazza XXV Aprile, risale ai primi anni del Novecento. La costruzione presenta all'esterno decorazioni ad affresco ed incisioni che si riallacciano ai motivi tipici del villino borghese, seguendo la moda liberty dell'epoca. La casa sorge su quanto rimane del giardino dell'antica Ca' Erba che si estendeva dall'attuale via Verdi a via Battisti. Iniziata la costruzione nel 1925, dal 1929 al 1934 divenne la residenza del podestà Enrico Pagani. Nel 1971 venne acquistata dal comune ed intitolata ad Angelo Della Torre, il bambino miracolato dalla Madonna del santuario. Da allora fu sede prima dell'ufficio tecnico, poi del magazzino comunale; attualmente ospita la Pro Loco. Il portico d'ingresso, retto da colonne binate in cemento decorativo, è ornato da due grandi graffiti a tratto nero su sfondo ocra, che riproducono un duello fra cavalieri e una figura in armatura con valletti, inquadrati in una prospettiva architettonica.

Villa Pagani

Situata sull'asse di via Volta, al fianco sinistro di villa Zari, Villa Pagani venne eretta per volere di Enrico Pagani, podestà negli anni Venti e, come la maggior parte delle abitazioni dell'area, appartiene all'espansione residenziale del quartiere Isola Bellaria. In essa è conservata l'antica fontana un tempo presente in Piazza del Popolo e rimossa recentemente per far spazio ad una nuova fontana inserita nel contesto del sagrato della chiesa.

Villa Meroni

Di stile tardo liberty, Villa Meroni si trova ai confini col quartiere Isola Bellaria, ed è contradistinta da una struttura con orientamento diagonale, imponente, impreziosita da verante e ingresso in ferro battuto con decorazioni floreali tipiche dell'epoca. Interessanti possono essere considerate le arnie per la produzione del miele che ancora vengono conservate nell'abitazione. La struttura venne realizzata per conto di Giuseppe Meroni, sindaco di Corbetta dal 1911 al 1920.

Villino Serati Galeazzi De Vecchi

Il villino venne fatto costruire da Carlo Serati, che poi lo vendette al maestro elementare Galeazzi. L'anno d'inizio della costruzione è datato in facciata "1909", anche se si ha ragione di credere che la struttura sia stata ultimata solo nel 1911.
La villa si presenta oggi in stile eclettico con una gustosa torretta belvedere, mentre le pareti esterne sono decorate a graffito con motivi neorinascimentali, con medaglioni raffiguranti i volti di personaggi famosi o con decorazioni floreali. Di rilievo è anche il giardino a boschetto con grandi abeti e la presenza di alcune piante particolari ed esotiche quali palme e camelie.

Edificio liberty ex "O.N.M.I."

La struttura che oggi accoglie gli uffici catastali del comune è uno dei pochi esempi di puro stile liberty presenti ancora in città. La palazzina, di ridotte dimensioni, venne fatta costruire dall'ingegner Carlo Zari che la progettò nel 1910 e la fece decorare con temi a carattere naturalistico: intrecci di limoni e grappoli d'uva che inquadrano le campiture in finti mattoni. La villa passò successivamente alla famiglia Corbellini che la donò nel 1938 al comune nelle persone di Guido, Giannino e Giampiero Corbellini, affinché diventasse un asilo nido a memoria della madre, Maria Falciola. In seguito la gestione della struttura venne affidata all'ONMI (Opera Nazionale Maternità e Infanzia) per tornare di competenza comunale alla fine del Secondo conflitto mondiale. Dopo essere stato sede di alcune associazioni, oggi lo stabile è divenuto il distaccamento corbettese del catasto comunale.

Villa Castiglioni

Edificata nei primi decenni del Novecento, Villa Castiglioni è una grande dimora quasi dirimpetto alla chiesa di Sant'Ambrogio, nel quartiere Isola Bellaria, composta da una vasta proprietà con giardino privato cintato e con un grande prato esterno che occupa tutta l'area sinistra del fabbricato. Riprendendo lo stile neorinascimentale, le pareti esterne della villa sono decorate a graffito e con medaglioni a motivi floreali. Di rilievo è anche la presenza di una particolare voliera in ferro battuto presente nel giardino della villa.

Villa Zari

Risalente al periodo fascista, Villa Zari si trova in via Volta, incastonata tra Villa Pagani e Villa Capsoni. Contraddistinta da un cancello in ferro battuto bianco finemente lavorato, essa venne costruita per volere dell'Ing. Carlo Zari.

Villa Capsoni

Anch'essa risalente agli anni venti, Villa Capsoni venne costruita per volere di Tomaso Capsoni, sindaco durante il periodo regio e repubblicano, grande amante d'arte e studioso di architettura. La villa, dall'aspetto oggi tetro e cadente, era un tempo uno dei più ferventi centri culturali della belle epoque corbettese. Durante la Seconda guerra mondiale l'abitazione divenne sede del locale comando delle truppe occupanti tedesche.

Aree naturali

L'ambiente corbettese è caratterizzato da una flora tipica dell'area lombarda. Il comune, parte del Parco Agricolo Sud di Milano, possiede numerose aree verdi situate nelle zone periferiche con fitti boschi caratterizzati dalla presenza della robinia, dell'ontano, della betulla e dell'acero. Notevole, anche se in netta diminuzione, la diffusione del gelso, retaggio delle antiche coltivazioni per l'allevamento del baco da seta.

Numerose e caratteristiche sono le cascine, pregevoli anche dal punto di vista architettonico. La grande attrazione del territorio sono le risorgive, ricchi di acqua limpida e vegetazione lussureggiante. Sparsi nella campagna troviamo lazzaretti e piccole cappelle come quella della "Madonnina" situata in via Montebianco o il lazzaretto presso la cascina Cantona visitato da san Carlo Borromeo durante la peste del 1630.

Rilevante è anche la presenza di frutteti e boschi come quello presso la cascina Cantalupa e quello denominato "Eremo Locatelli". Nel cuore della città fioriscono numerose aree verdi oltre al parco di villa Ferrario e quello, aperto al pubblico in occasione di manifestazioni culturali e ricreative, di villa Pagani. Di recente realizzazione anche un bosco urbano composto da oltre 1300 essenze arboree e dotato di piste ciclopedonali.

Nel 2009 il comune di Corbetta, in riconoscimento della propria attività a promozione del verde e dei fiori, ha ricevuto il premio "Comune fiorito" dell'Associazione regionale dei produttori florovivaistici, meritandosi simbolicamente tre fiori su quattro sul cartello appositamente creato per essere posto all'ingresso della città.

Le cascine

  Lo stesso argomento in dettaglio: Cascina a corte.

Sul territorio sono presenti numerose cascine che costituiscono il principale patrimonio dell'architettura rurale del paese, rimasto prevalentemente agricolo sino alla fine dell'Ottocento. La maggior parte di esse è già compresa nel catasto teresiano 1760, ma la loro edificazione risale ad un periodo di poco precedente. Le principali cascine del territorio sono: Americana, Brambilla, Buscaglia, Cantalupa, Chiappana, Cucca, Leone Santi, Magentola, Malpaga, Malpiazza, Nuova, Pobbietta, Preloreto, Sacra Famiglia e Morlacca.

Società

Evoluzione demografica

Durante l'ultimo censimento del 2001 Corbetta aveva 13.735 abitanti suddivisi in 6.664 maschi e 7.071 femmine.

Nella sua storia la città ha sempre avuto un'evoluzione demografica mediamente in crescita: un picco iniziale, dal 1881 al 1911, per via dell'industrializzazione locale che portò nuovi cittadini e nuovi posti di lavoro, un periodo di stasi durante le due guerre mondiali, una consistente ripresa grazie anche al boom economico (dal 1951 al 1971), anni in cui la popolazione sale di quasi tremila unità. Gli ultimi due censimenti hanno registrato un lieve aumento di 500 residenti circa, mentre dal 2001 ad oggi gli abitanti sono diventati ben 16.500, dato giustificato anche dalla costruzione di nuovi complessi residenziali in città e nelle frazioni.

Abitanti censiti[26]

Etnie

Risiedono a Corbetta 878 cittadini stranieri.[27] Le comunità maggiormente rappresentate sono:

La presenza della comunità rumena è stata tra le cause del gemellaggio con la città di Tărgovište.

Cultura

Istruzione

Corbetta è da tempo sede di istituzioni scolastiche. La prima scuola pubblica fu aperta nel 1795,[28] ma l'opera più significativa fu senz'altro la fondazione dell'Asilo Comm. Francesco Mussi (1891), tuttora presente ed attivo, affidato sino agli anni sessanta alle Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo e gestito poi dagli eredi del Mussi. Sul territorio comunale sono attualmente presenti le seguenti tre scuole elementari e due scuole medie, l'Istituto Superiore di Odontotecnica "Mainardi" e una sede dell'Ente Nazionale ACLI di Istruzione Professionale.

Musei

Le bellezze artistiche sono presenti su tutto il territorio comunale e si articolano su numerosi fronti. Oltre ai resti della basilica longobarda murati sulle fiancate laterali della canonica ed i resti del castello medioevale, Corbetta è divenuta famosa anche per le splendide ville gentilizie. La città vanta i seguenti musei e raccolte:

Presso la Sala delle Colonne, l'antica scuderia del palazzo comunale, vengono spesso organizzate delle mostre di pittura di artisti contemporanei o di fotografia ispirati alla storia della città.

Musica

In città sono presenti numerosi enti per la promozione e la diffusione della musica tra cui è bene segnalare il Corpo Filarmonico Gaetano Donizetti (organizzato nel 1946 dopo l'ampliamento della precedente fanfara Giuseppe Verdi nata nel 1905). Numerosi concerti si tengono in occasione delle feste del paese e numerosi scambi culturali sono stati realizzati, a partire dal 1997, con la città austriaca di Salisburgo, patria natale del musicista Mozart. Notevole è anche l'attenzione riservata alla musica sacra come parte integrante delle celebrazioni liturgiche: si segnalano il Gruppo Animazione Corale e gli organisti Ottaviano Augusto (in Santuario) e Andrea Balzarotti (in Chiesa Prepositurale). Le principali associazioni musicali del paese sono:

  • Corpo Filarmonico "Gaetano Donizetti"
  • Accademia Musicale San Girolamo Emiliani
  • Associazione Amici della Musica
  • Gruppo Animazione Corale Parrocchia San Vittore Martire
  • Gruppo Animazione Corale Santuario Beata Vergine dei Miracoli
  • Civico Coro Polifonico Curia Picta

Per quanto riguarda il teatro, Corbetta beneficiava un tempo di una struttura teatrale, edificata alla fine dell'Ottocento presso l'attuale via Verdi, che cadde però in disuso dal dopoguerra.

Gastronomia

La gastronomia corbettese è essenzialmente parte di quella meneghina, e con essa si completa in maniera singolare con una serie di piatti tipici. [29]

Antipasti

  • Insalata di nervetti
  • Pesce in carpione (soprattutto nella variante della butìna o arborella)
 
I Mundighili

Primi piatti

  • Turtìn da fasoeu (tortino di fagioli, soprattutto per bambini in tenera età)
  • Minestrone alla corbettese (caratteristico per la presenza di erbette, fagiolini, verza e porri)
  • Ris e làcc (riso e latte)
  • Pancòtt (pancotto)
  • Làcc e vin (latte e vino)
  • Riso in pasta di salame
  • Riso "in cagnone" (con aglio, salvia e formaggio grattuggiato)

Secondi piatti

  • Pulpètt cont i vers (polpette con le verze)
  • Mundighili (polpette di carne)
  • Rustìva (con coppa e verza)
  • Busèca (trippa)
  • Bruscitt o Bruscitti (carne trita)

Contorni

  • Frittata "cont i luartiis" (frittata con cime di asparago selvatico)
  • Insalata e ciapp (insalata e uova sode; si noti la parola ciapp che in dialetto indica appunto i glutei, come riferimento ironico alla provenienza delle uova...)
  • Oeuv strapasaa cont i tumatis (uova strapazzate con pomodori)
  • Gabiroeu o ciuireou con salsiccia (funghi chiodini e salsiccia)

Dolci

  • Pan da mej (pane dolce realizzato con miglio o farina di mais)
  • Bruséla (pane farcito di frutta o verdura nella variante salata)
  • Michelàcc (pane e latte)
  • Rusumaa (zabaione)
  • Cafè cont l'oeuv sbattuu (caffè con l'uovo sbattuto)
  • Cagiàa (panna)

Personalità legate a Corbetta

 
Madonna col Bambino, santa Caterina, sant'Orsola, san Giorgio ed il devoto Teodorico da Coira di Simone da Corbetta

Sono nati a Corbetta:

Pur non avendo avuto i natali nel comune, sono legati a Corbetta anche:

Eventi

  • 17 gennaio: Falò di Sant'Antonio in diversi punti della città.
  • 19 marzo: Festa di san Giuseppe a Castellazzo de' Stampi.
  • 17 aprile: Festa del Primo Miracolo.
  • Primo giovedì dopo Pasqua: Festa del Perdono ed indulgenza plenaria in forma giubilare in occasione della quale viene conferito il premio "Suor Michelina" ai cittadini benemeriti. In concomitanza con la festa si svolge la "Fiera per lo sviluppo ecosostenibile del territorio".
  • Prima settimana dopo Pasqua (da giovedì a domenica): Fiera del Perdono.
  • Prima domenica di maggio: passeggiata tra le ville storiche. Unica occasione all'anno in cui la proloco locale apre tutte quante le ville storiche del paese e consente di visitarle ai turisti in gruppi o singolarmente.
  • 1º maggio: Festa delle Associazioni.
  • 8 maggio: Festa patronale di san Vittore.
  • Seconda domenica di settembre: Festa della Madonna Addolorata - rione Isola.
«Corbetta. Festa del Perdono. 21 aprile. Quì (sic) operai e contadini si sprezzano reciprocamente e non vogliono aver contatto fra loro. Alla mattina della festa, i contadini si mettono in gala e vanno in chiesa a confessarsi e comunicarsi, mentre gli operai, nei peggiori abiti possibili, si allontanano dalla festa. Dopo mezzodì tutto cambia. Gli operai si mettono i migliori abiti e i contadini tornano ai loro stracci. E la festa si chiama del perdono![30]»

Geografia antropica

Conformazione del centro storico

La conformazione del centro storico di Corbetta ha un aspetto generalmente ortogonale a causa della centuriazione romana. Il primo nucleo difensivo, denominato castrum sancti ambrosii sorgeva presso le attuali piazza Corbas e piazza del Popolo ed era circondato da un fossato, il cui ingresso era posto in corrispondenza dell'attuale piazza del Santuario. In seguito esso è stato circondato da un secondo ordine di mura che sorgeva tra le attuali via Cavour, via San Sebastiano, via 2 giugno, via Diaz, via Brera e via Cattaneo.

Vi erano inoltre delle torri difensive di cui una si è conservata quasi intatta in largo Cellere, mentre altre in più punti sono state inglobate nelle successive strutture. Le vie del centro storico hanno mantenuto la fisionomia medioevale ed è proprio per questa ragione che non sono mai completamente dritte, ma leggermente incurvate al fine di disorientare i nemici. Ciò diventa più difficile con la costruzione del campanile che consente di giungere sino alla piazza principale prendendolo come riferimento.

Suddivisioni amministrative

Il territorio comunale di Corbetta è suddiviso oggi in 12 aree, dette quartieri, frazioni e zone. Non necessariamente i quartieri corrispondono ad aree definite e, nel caso delle frazioni, coincidono solo in parte col territorio effettivo della frazione, tendendo ad essere di norma più ampi.

  • Centro Storico, costituito dalle aree del centro storico della città, con fulcro nel santuario della Madonna dei Miracoli e nella chiesa prepositurale di San Vittore.
  • San Sebastiano, costituito dall'area della chiesa di San Sebastiano e di Palazzo Brentano.
  • Repubblica, costituito dall'area sviluppatasi lungo via Repubblica.
  • Villa Pagani, costituito dall'area sviluppatasi attorno a Villa Pagani Della Torre.
  • Malpaga, costituito dall'area sorta accanto allo stabilimento Magneti Marelli ed alla storica Cascina Malpaga.
  • Isola Bellaria, costituito dall'area del quartiere Isola Bellaria e aree contigue, con anche parte dell'area del centro storico.
  • Pobbia, costituito dall'area del quartiere Pobbia.
  • Castellazzo de' Stampi, costituito dall'area della frazione di Castellazzo de' Stampi.
  • Stravascia, costituito dall'area della cosiddetta "Stravascia" (via Parini).
  • Soriano, costituito dall'area della frazione di Soriano.
  • Cerello e Battuello, costituito dall'area delle frazioni di Cerello e Battuello.
  • Preloreto, costituito dall'area della località Preloreto.

Gli antichi comuni del territorio

Comune di Cassina Pobbia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Pobbia.

L'attuale località della Pobbia (Cassina Pobbia) era anticamente un comune indipendente da Corbetta che contava poco più di ottocento abitanti e che venne inglobato al territorio comunale nel 1880. Nei registri comunali, ancora oggi conservati, venivano accuratamente segnalati di anno in anno i residenti, i deceduti, gli emigrati e gli immigrati.

Comune di Castellazzo de' Stampi

  Lo stesso argomento in dettaglio: Castellazzo de' Stampi.

Nei registri di censimento del Ducato di Milano, nel 1558 (il cosiddetto "Catasto Carlo V") Castellazzo de' Stampi risulta compreso nella pieve di Corbetta ed era un piccolo comune prevalentemente agricolo. Nel 1751 già emerge che il comune contava una popolazione di 45 individui nel territorio, a cui venivano aggiunti gli abitanti della frazione di Cascina Pobbia, unita sotto l'aspetto fiscale.
Il comune era fisicamente retto da un console comunale con le funzioni di regolare l'ordine pubblico e la gestione degli affari della comunità, aiutato in questo da un incaricato del Ducato che si preoccupava di registrare le spese annuali e procedere poi alla riscossione delle tasse (era chiamato "ragionatto milanese"). In questo periodo il comune ricadeva sotto la giurisdizione del vicario del governatore generale che si trovava nella regione del Seprio con sede a Gallarate ed ovviamente ricadeva anche sotto la giurisdizione del Podestà di Milano, presso il quale il console, ogni anno, doveva fare giuramento. Nel "Compartimento territoriale specificante le cassine" del 1751, Castellazzo de' Stampi era indicato come un comune autonomo ed indipendente, mentre nell' "Indice delle Pievi e Comunità dello Stato di Milano" del 1753 si trovava compreso nei territori di un certo comune di Bugo di cui però tutt'oggi non si hanno tracce.
Nel 1757, grazie al Catasto Teresiano del territorio di Milano, Castellazzo de' Stampi venne aggregato definitivamente al comune di Cascina Pobbia, a sua volta compreso nel territorio della Pieve di Corbetta (10 giugno 1757).[31]

Comuni confinanti

Corbetta confina con 8 comuni:

Template:Città vicine

Economia

File:Magneti marelli.gif
Il logo della Magneti Marelli, la cui sede principale è a Corbetta

La città gode di un certo apparato industriale, in particolare nella zona ovest dove, tra il finire dell'Ottocento ed i primi del Novecento trovarono sede molte aziende quali la ditta Castiglioni (fiori di celluloide), Magugliani (lavorazione del legname), Sacconaghi (lavorazione della tolla), Capsoni-Francioli (tessitura), Messa (fabbrica pile), Cozzi-Pagani (lavorazione della tolla).Nel corso del Novecento sorgono importanti industrie tra le quali la trafileria Ceruti (trafilati) e la Indutex (indumenti di protezione NBC). Altre ditte, molto spesso con caratteristiche artigiane, si occupavano della produzione del legno da ardere, di salumi, di bibite gassate, oltre che di vino, un tempo molto rinomato.

Numerose furono anche le filiali di aziende milanesi tra cui la più famosa è sicuramente la Magneti Marelli, la cui sede è stata recentemente impiantata a Corbetta.[32]

Le principali attività economiche sono:

  • Agricoltura: frumento e mais
  • Industria metallurgica
  • Industria tessile, sartoria e confezioni
  • Industria metalmeccanica
  • Industria elettromeccanica ed elettronica

Corbetta è uno dei comuni convenzionati con il Parco Agricolo Sud Milano e con il Consorzio dei Navigli ed è sede storica del consorzio agrario della zona, oggi trasferito in località Cerello.

Infrastrutture e trasporti

Strade

Corbetta è lambita dalla ex strada statale 11 Padana Superiore, che collega Milano a Torino, ed è punto di origine di numerose strade provinciali di interesse locale, dirette ai centri vicini.

Ferrovie

Corbetta è servita dalla fermata ferroviaria di Corbetta-Santo Stefano Ticino, che si trova nel territorio comunale di Santo Stefano Ticino, circa 2 chilometri a nord del centro urbano. La fermata, posta sulla linea Torino–Milano, è servita dai treni della linea S6 (NovaraTreviglio) del servizio ferroviario suburbano di Milano.

Dal 1879 al 1957 Corbetta fu servita dalla tranvia interurbana a vapore Milano–Magenta, nota colloquialmente come "Gamba de Legn".

Amministrazione

Template:ComuniAmministrazione

Amministrazioni precedenti

Di seguito viene riportata la serie cronologica dei sindaci del Comune di Corbetta dall'Unità d'Italia ad oggi.

Sindaci durante il Regno d'Italia  

nome carica dal al partito anno e luogo di nascita
Giuseppe Carones sindaco 1860 1864 Destra storica
Giuseppe Mussi sindaco 1864 1868 Sinistra storica Milano, 02/01/1836
Francesco Bruni sindaco 1868 1879 Destra storica
Giuseppe Mussi sindaco (in seguito sindaco di Milano) 1879 1886 Sinistra storica Milano, 02/01/1836
Giovanni Olivares sindaco 1886 1889 Destra storica
A seguito dei moti insurrezionali agrari del 1889 il comune viene amministrato da un prefetto nominato da Milano sino al 1896
Giuseppe Bianchi sindaco 1896 1902 Destra storica
Giovanni Carones sindaco 1902 1908 Destra storica
Luigi Ranzani sindaco 1908 1910 Destra storica
Carlo Zari sindaco 1910 1911 Destra storica
Giuseppe Meroni sindaco 1911 1920 Destra storica
Mario Miceli sindaco 1920 1922 Destra storica
Tomaso Capsoni sindaco 1923 1928 Destra storica
Enrico Pagani commissario prefettizio
e successivamente podestà
1929 1934 Partito Nazionale Fascista
Ambrogio Chiavolini podestà 1934 1938 Partito Nazionale Fascista
Franco Pisani Dossi podestà 1938 1942 Partito Nazionale Fascista Corbetta, 1894
Guido Corbellini podestà 1942 1945 Partito Nazionale Fascista

Sindaci durante la Repubblica Italiana  

nome carica dal al partito anno e luogo di nascita
Giuseppe Scazzosi sindaco 1945 1950 Democrazia Cristiana Corbetta
Tomaso Capsoni sindaco 1950 1953 Democrazia Cristiana Corbetta
Francesco Caimi sindaco 1953 1957 Partito Comunista Italiano (indipendente) Corbetta
Mario Olivares sindaco 1957 1973 Democrazia Cristiana Corbetta
Giuseppe Grassi sindaco 1973 1977 Partito Socialista Italiano Corbetta
Aldo Salvi sindaco 1977, 1981 1981, 1985 Partito Socialista Democratico Italiano prov. di Salerno, 1933
Antonio Faoro sindaco 1985, 1989 1989, 1993 Partito Socialista Italiano Corbetta, 1943
Ermanno Ceconi sindaco 1993 1997 Lega Nord Corbetta, 26-10-1921
Francesco Prina sindaco 1997, 2001 2001, 2006 Uniti per Corbetta (Centrosinistra) Corbetta, 20-04-1955
Ugo Parini sindaco 2006 Uniti per Corbetta (Centrosinistra) Corbetta, 02-07-1933

Gemellaggi

La città di Corbetta è gemellata con:

  Corbas, dal 1981

  Târgovişte, dal 2002

Sport

divisa da casa del Corbetta F.C.
File:Band.Corbetta.JPG
La bandiera ufficiale del "Corbetta F.C.". Essa è identica alla bandiera adottata dall'amministrazione comunale come insegna ufficiale.

Nella città sono numerose le sedi di associazioni sportive tra cui:

  • A.S.D. Corbetta F.C.
  • A.S. Equipe Ciclistica Corbettese
  • Corbetta Basket Club
  • A.C. Isola Corbetta
  • Volley Corbettese
  • Auto Moto Amatori Corbetta
  • Moto Club Corbetta
  • Sci Club Corbetta
  • Piscina Ondaverde

Relativamente al Corbetta F.C. è bene ricordare che ha potuto vantare tra i propri presidenti anche l'attore comico Ezio Greggio che è rimasto alla carica dirigenziale dal 1990 al 1992.[33]

Impianti sportivi

A Corbetta l'impianto più importante è lo stadio comunale in via Verdi, il quale venne costruito negli anni '30 per accogliere la sede del Corbetta F.C. che ancora oggi vi ha sede. Esiste anche un campo da gioco senza gradinate in località Castellazzo de' Stampi che però è utilizzato per lo più da ragazzi e adolescenti. Recentemente quest'ultimo si è arricchito di un pregevole campo da bocce professionale, vero e proprio punto d'incontro per gli appassionati.

Curiosità e aneddoti

La leggenda di Sant'Ambrogio

L'etimologia del nome della città, come vuole la tradizione popolare, è da riferirsi ad un episodio riguardante la vita di Sant'Ambrogio: egli, fuggendo da Milano rincorso dalla popolazione che voleva proclamarlo vescovo, sostò in questo luogo. Braccato dalla folla incalzante, spronò la propria mula al grido dialettale di “Cor Betta! Cor Betta!” (pronuncia "Cur Beta"). A memoria del leggendario accaduto, in località Isola, si erge oggi la Chiesa di Sant'Ambrogio.[34]

Il crollo del campanile e l'angelo

 
Il campanile ripreso da Piazza del Popolo

Il crollo del campanile della collegiata nel 1902 fu, secondo la tradizione popolare, guidato dalla Madonna dei Miracoli, che con il proprio manto, avrebbe fatto in modo che il campanile cadesse su se stesso senza danneggiare le case circostanti. Si narra anche che, al momento della catastrofe, uno degli angeli presenti sulla torre campanaria si sia staccato dalla sua sede e sia volato nel vicino parco del Castello dove ancora oggi si può vedere.[35]

Scrive Carlo Dossi[36]:

«Nella notte dall'1 al 2 giugno 1902, dopo che l'orologio del campanile di Corbetta aveva sonato le 3 e 1/4 il campanile (stato recentemente sopralzato a straordinaria altezza) si sfasciò alla altezza della parte vecchia, cedendo, sedendo su sè stesso. Fece come un canocchiale che si ritira dentro sè. Fu un rumore come di cento carri rovesciati, al quale ne successe un altro quasi eguale, per una parte della chiesa che parimenti si sfasciò. Nessuna disgrazia di persone. Notte limpida e chiaro di luna (I° quarto). Alla mattina del 2 giunsero i costruttori, architetto Perrone e capomastro Gadola. Nel momento stesso in cui il campanile cadeva, Perrone a Milano in casa e nel letto suo si svegliò di soprasalto, mentalmente pensando «cadde il campanile di Corbetta», poi riaddormentossi, e quando la mattina appresso fu svegliato, perché [lacuna] era venuto da Corbetta per annunciargli il fatto, disse a questo prima che parlasse, so che cosa veniste per dirmi. Caso di telepatia. - L'idea che il campanile stesse per cadere, era pur fissa in me, e coricandomi la sera dell'1, aspettavo, non so perché, il fragore della rovina»

.

Le lancette del campanile

Un altro particolare che accompagnò la tragica storia del campanile risale al periodo della Seconda guerra mondiale quando una lancetta dell'orologio si staccò in pieno giorno e precipitò sul capo di un passante, Enrico Trezzi.

Il tesoro

Carlo Dossi: « In molte località di origine antica, dura la tradizione di tesori nascosti. Anche in Corbetta (Cellae concannianae e poi Curia picta) un tesoro si troverebbe presso il Pozzo vecchio ‹o pozzo bianco› (dove?) e Giuseppe Mussi, già deputato e senatore, sindaco di Milano, uomo che possedeva molti libri e aveva letto molti frontispizi, "bottega de pattee", come lo chiamava il cugino suo Francesco, citava il seguente passo latino, tolto secondo il Mussi dal cronista Prato: thesaurum apud Puteum blancum seu campanam argenteam, auro repletam. Si noti però che il Prato è scritto in italiano e non in latino e che non vi si trova cenno neppure lontano di tesoro in Corbetta ».[37]

Secondo una leggenda popolare, per conoscere esattamente il posto dove è sepolto il tesoro (tre campane d'argento ricolme d'oro) occorre interpretare le indicazioni contenute nelle tre stele murate sulla facciata esterna, rivolta a mezzogiorno, della Chiesa Prepositurale di San Vittore Martire.

Il vino

Un tempo il territorio corbettese era rinomato soprattutto per la produzione di vino, di ottima qualità. Famosissimo era il "Bianco di Cerello", prodotto nel Seicento nell'omonima località del comune. Tracce di una cantina per il deposito del vino sono state trovate anche nel cortile della Chiesa di Sant'Ambrogio in località Isola. Le prime coltivazioni sembrano risalire all'epoca romana.[38]

Le osterie, i letterati e gli artisti

 
Il diplomatico e scrittore scapigliato Carlo Dossi (che abitò a Corbetta, nell'omonima villa storica, dal 1892 alla propria morte nel 1910), era uno dei più accaniti ed estroversi avventori delle osterie corbettesi del buon vino

A Corbetta è attiva a tutt'oggi una delle più antiche osterie del paese, detta Croce di Malta (fondata nel 1853), dove Alessandro Manzoni era solito trovarsi con altri letterati del tempo come il Grossi, il Pestalozzi e il Rossari; li accomunava una personale amicizia col prevosto Nazaro Vitali che nel Liber Chronicus parrocchiale ci ha lasciato traccia di questi incontri. Non ultimo, lo stesso Carlo Dossi era solito ritrovarsi con i propri amici in questa osteria del centro. Corbetta era all'epoca molto famosa per il numero e la qualità delle osterie, alcune delle quali non hanno mai chiuso i battenti.[39]

Corbetta nella letteratura

Corrado Govoni intitolò "Nel cimitero di Corbetta" una sua poesia pubblicata nel 1918.[40]

Onorificenze

Note

  1. ^ Rischio sismico per provincia su protezionecivile.it.
  2. ^ L'ipotesi viene confermata anche da Carlo Dossi nelle sue Note azzurre, nella n. 5756
  3. ^ Muratori, Antichità italiane.
  4. ^ Ne riferiscono il Cronografo Sassone, Landolfo il Vecchio, Wippone, Sigeberto, Arnolfo e Vincenzo Bellovacense. Si vedano anche le epigrafi presso il castello.
  5. ^ Wippone, Gesta Chuonradi II imperatoris, Capitulum XXXVI, De miraculo, quod accidit in die pentecostes.
  6. ^ Landolfo "Seniore"
  7. ^ Pierangelo Valenti, Il Castello del Crociato a Corbetta, 1969.
  8. ^ Andrea Balzarotti, Castellazzo de' Stampi - volti di un borgo tra storia e natura op. cit.
  9. ^ Archivio Collegiata San Vittore Martire di Corbetta, ordinazioni capitolari 1767-1799 cart. IV fasc. 1º.
  10. ^ Ambrogio Viviani, Magenta, 4 giugno 1859 - Dalle ricerche la prima storia vera, Milano, 1997.
  11. ^ Il comune di Corbetta ha oggi dedicato una piazza del centro ed un monumento a Pierino Beretta.
  12. ^ www.AraldicaCivica.it
  13. ^ Archivio Plebano della Collegiata di San Vittore Martire di Corbetta, Visite pastorali 1550-1620
  14. ^ Archivio Borri-Manzoli, Cat. III fogl. 40 - Proprietà e terreni
  15. ^ Ulteriori informazioni e foto della chiesa si possono trovare a quest'indirizzo
  16. ^ Secondo recenti studi (Christian Citterio, Villa Frisiani Mereghetti a Corbetta, Parco Agricolo Sud, Milano 2007 - 728.8 CIT-SL) l'attribuzione non sembrerebbe infondata dal momento che il Richini, proprio in quegli anni, si trovava ad operare a Corbetta
  17. ^ Andrea Balzarotti, Castellazzo de' Stampi - volti di un borgo tra storia e natura op. cit.
  18. ^ Andrea Balzarotti, Castellazzo de' Stampi - volti di un borgo tra storia e natura op. cit.
  19. ^ a b Lucio Zavattin, "Il Viridario dei Somaschi a Corbetta", Ed. Ticino Comunicazione, Corbetta, 2005
  20. ^ Balzarotti Andrea, Arte e religiosità a Corbetta, Corbetta, 2008
  21. ^ Balzarotti Andrea, Arte e religiosità a Corbetta, Corbetta, 2008
  22. ^ Lo troviamo riportato espressamente anche nell'opera citata di Wippone
  23. ^ Archivio Plebano della Collegiata di San Vittore Martire di Corbetta - Opuscolo sulla visita del Card. Borromeo (22 novembre 1577)
  24. ^ Nel parco della villa, sotto una collinetta, esiste una delle ultime ghiacciaie cittadine conservate a Corbetta.
  25. ^ Uguale sorte toccò anche al Palazzo Archinto, detto "il Castello", a Robecco sul Naviglio.
  26. ^ Dati tratti da:
  27. ^ dati Istat
  28. ^ Situata in località Cassina Pobbia, attiva sino agli anni '60 del XX secolo
  29. ^ I piatti elencati sono descritti accuratamente nel volume "'Ndèm dònn - quando a Corbetta parlavano le campane" di Livio Aina, Ed. Zeisciu, Corbetta, 2004. ISBN 88-87405-09-3
  30. ^ Carlo Dossi, Note Azzurre (Adelphi Edizioni, Milano 1964) a cura di Dante Isella.
  31. ^ Andrea Balzarotti, Castellazzo de' Stampi - volti di un borgo tra storia e natura op. cit
  32. ^ La sede locale è ancora oggi attiva in prossimità della vicina città di Santo Stefano Ticino
  33. ^ Cfr. "La voce di Corbetta", periodico locale, Anno X n.1, "Nascita e morte di un fans club"
  34. ^ Maria Grazia Tolfo, Ambrogio, il personaggio leggendario in Storia di Milano, 2008
  35. ^ cfr. Comincini Mario (a cura di), Per grazia della Vergine - Miracoli e miracolismo nell'antica pieve di Corbetta
  36. ^ Carlo Dossi, "Note Azzurre", n.5755 (Adelphi Edizioni, Milano 1964) a cura di Dante Isella.
  37. ^ Carlo Dossi, "Note Azzurre", n.5756 (Adelphi Edizioni, Milano 1964) a cura di Dante Isella.
  38. ^ Ampia argomentazione del fatto ci viene fornita da Carlo Dossi nelle sue "Note azzurre" (op. cit) dal momento che in seguito i ritrovamenti furono da lui personalmente studiati, catalogati ed aggiunti alla sua collezione di arte antica a Corbetta
  39. ^ L'elenco e le descrizioni sono riportate nel volume "'Ndèm dònn - quando a Corbetta parlavano le campane" di Livio Aina, Ed. Zeisciu, Corbetta, 2004. ISBN 88-87405-09-3
  40. ^ Corrado Govoni, Poesie scelte, Edizioni A. Taddei & Figli, Ferrara, 1918.

Bibliografia

  • Castiglioni Bonaventura, Gallorum Insubrum antiquae sedes, Milano, 1541
  • Giulini Giorgio, Memorie spettanti alla storia, al governo ed alla descrizione della città e campagna di Milano ne' secoli bassi raccolte ed esaminate dal conte Giorgio Giulini, Milano, 1760-1765
  • Langé Santino, Corbetta - Cenni illustrativi, Corbetta, 1926
  • Pedrazzini Carlo, Magenta, Istituto Editoriale Cisalpino, Varese, 1935
  • Valenti Pierangelo, Il Castello del Crociato a Corbetta, (inedito), 1969
  • Cazzani Eugenio, Archivio Plebano di Corbetta, Edizione "Olona", Saronno, 1976
  • Caronni Giancarlo e Rimonta Daniela, Il Santuario di Corbetta, Amilcare Pizzi ed., Cinisello Balsamo, 1995. ISBN 88-85153-01-1
  • Legnani Paola e Vaghi Anna (a cura di), L'Oratorio di Nostra Signora (L'Addolorata) di Sant'Ambrogio in Corbetta, Tipolitografia Crespi, Vittuone, 1997
  • Comincini Mario (a cura di), Corbetta. Storia della Comunità dal 1861 al 1945, Amministrazione Comunale di Corbetta, Sant'Angelo Lodigiano, 2003
  • Aina Livio, 'Ndèm dònn - quando a Corbetta parlavano le campane, Ed. Zeisciu, Corbetta, 2004. ISBN 88-87405-09-3
  • Zavattin Lucio, Il Viridario dei Somaschi a Corbetta, Ed. Ticino Comunicazione, Corbetta, 2005
  • Comincini Mario (a cura di), Per grazia della Vergine - Miracoli e miracolismo nell'antica pieve di Corbetta, Ed. Biessezeta, Mazzo di Rho, 2006
  • Balzarotti Andrea, Castellazzo de' Stampi - Volti di un borgo tra storia e natura, Amministrazione Comunale di Corbetta, Tipolitografia Crespi, Corbetta, 2008
  • Balzarotti Andrea, Boffalora sopra Ticino - Arte e cultura lungo il Naviglio Grande, Amministrazione Comunale di Boffalora sopra Ticino, O.L.C.A. Grafiche, Magenta, 2008 (disponibile anche sul web)
  • Balzarotti Andrea, Arte e religiosità a Corbetta, Tipolitografia Crespi, Corbetta, 2008
  • Aina Livio e Barbaglia Fiorenzo, Curbèta trumbèta, Ed. Zeisciu, Corbetta, 2009. ISBN 978-88-87405-30-9

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Template:Provincia di Milano