Partita del secolo

semifinale del Mondiale di calcio di Messico 1970, tra Italia e Germania Ovest
«Vencido y vencedor, siempre con honor»
testo della targa apposta di fronte allo stadio Azteca.

La "Partita del secolo" ("Jahrhundertspiel" in tedesco) è, secondo molti storici dello sport, la semifinale della Coppa del Mondo 1970 di calcio disputata mercoledi 17 giugno 1970 allo Stadio Azteca di Città del Messico tra Italia e Germania Ovest.

Un monumento di fronte allo stadio Azteca è posto a ricordare quella partita memorabile.

Antefatti

Qualche velo di polemica era stato alzato nel corso dei mondiali messicani. In primis, gli italiani non avevano entusiasmato nel girone eliminiatorio, dove, pur finendo primi erano riusciti a raccimolare solamente una vittoria contro la Svezia e due pareggi contro l'Uruguay e soprattutto contro l'esordiente Israele. Questo aspetto passò però in secondo piano quando gli azzurri sconfissero i padroni di casa del Messico per 4-1 nei quarti di finale. La polemica più forte che minava la tranquillità dei ragazzi del ct Ferruccio Valcareggi e che esploderà dopo la finale era però quella della famosa "staffetta" tra l'interista Sandro Mazzola e il milanista Gianni Rivera, Pallone d'Oro 1969.

La Germania Ovest si presentava all'Azteca fiduciosa: stravinto il girone eliminatorio, era riuscita in un'impresa ottima, ribaltando, nei quarti contro i Campioni in carica dell'Inghilterra, lo 0-2 con cui i britannici conducevano fino a venti minuti dalla fine. I teutonici scesero così in campo, il 17 giugno, come i favoriti.

La partita

Valcareggi escluse ancora una volta Rivera in favore di Mazzola.

Il primo gol fu quello di Roberto Boninsegna, a soli otto minuti dall'inizio della partita, dopo una combinazione con Gigi Riva Per i seguenti ottanta minuti l'Italia si limitò a difendere il risultato. Fu però il milanista Karl-Heinz Schnellinger, al suo primo gol in 47 partite con la nazionale, a portare la gara in parità all'ultimo minuto dei tempi regolamentari.

Iniziarono così i tempi supplementari che entrarono nella storia: al gol di Gerd Müller al '94, abile a sfruttare un errato tocco della difesa italiana dopo un debolo colpo di testa di Uwe Seeler, rispose un difensore, Tarcisio Burgnich, su un controsvarione difensivo tedesco; l'Italia, un minuto prima della fine del primo tempo supplementare passò addirittura in vantaggio, con Riva in contropiede. Al quinto minuto del secondo tempo supplementare, un erroraccio di Rivera (entratò al 46' per Mazzola), regalò alla Germania il pareggio: colpo di testa dei Seeler su un pallone proveniente dal calcio d'angolo, la palla sembra indirizzata fuori, Rivera si scansa ma Müller interviene di testa indovinando lo spiraglio. Fu un'azione incredibile dello stesso Rivera, però, a riportare dopo appena 60 secondi l'Italia in vantaggio. Finì 4-3; l'Italia dopo 32 anni era in finale di Coppa Rimet: all'alba, nelle piazze italiane, l'impresa fu festeggiata come la vittoria del Mondiale stesso.

Le critiche

Italia-Germania può sicuramente essere considerata una delle partite più emozionanti mai giocate. Amata dalla gente, che rimase incollata ai televisori fino a tarda notte per seguirla, fece storcere il naso ai puristi del calcio, che assistettero all'assoluto annullamento della tattica in favore dell'agonismo più puro.

Scrisse obiettivamente Gianni Brera, su Il Giorno del 18 giugno 1970:

    «I tedeschi sono battuti. Beckenbauer con braccio al collo fa tenerezza ai sentimenti (a mi, nanca un po’). Ben sette gol sono stati segnati. Tre soli su azione degna di questo nome: Schnellinger, Riva, Rivera. Tutti gli altri, rimediati. Due autogol italiani (pensa te!). Un autogol tedesco (Burgnich). Una saetta di Bonimba ispirata da un rimpallo fortunato.
    Come dico, la gente si è tanto commossa e divertita. Noi abbiamo rischiato l’infarto, non per ischerzo, non per posa. Il calcio giocato è stato quasi tutto confuso e scadente, se dobbiamo giudicarlo sotto l’aspetto tecnico-tattico. Sotto l’aspetto agonistico, quindi anche sentimentale, una vera squisitezza, tanto è vero che i messicani non la finiscono di laudare (in quanto di calcio poco ne san masticare, pori nan).
    I tedeschi meritano l’onore delle armi. Hanno sbagliato meno di noi ma il loro prolungato errore tattico è stato fondamentale. Noi ne abbiamo commesse più di Ravetta, famoso scavezzacollo lombardo. Ci è andata bene. Siamo stati anche bravi a tentare sempre, dopo il grazioso regalo fatto a Burgnich (2-2). L’idea di impiegare i dioscuri Mazzola e Rivera è stata un po’ meno allegra che nell’amichevole con il Messico. Effettivamente Rivera va tolto dalla difesa. Io non ce l’ho affatto con il biondo e gentile Rivera, maledetti: io non posso vedere il calcio a rovescio: sono pagato per fare questo mestiere. Vi siete accorti o no del disastro che Rivera ha propiziato nel secondo tempo?»

Il tabellino

  Italia - Germania Ovest   4-3 (1-0, 0-1; 2-1, 1-1)
"Azteca", Città del Messico, mercoledi 17 Giugno 1970.

Italia: Albertosi; Burgnich, Facchetti (cap.); Bertini, Rosato (91' Poletti), Cera; Domenghini, Mazzola (46' Rivera), Boninsegna, De Sisti, Riva. Commissario tecnico: Valcareggi.

Germania Ovest: Maier; Vogst, Patzke (65' Held); Beckenbauer, Schnellinger, Schulz; Grabowski, Seeler (cap.), Müller, Overath, Löhr (51' Libuda). Commissario tecnico: Schön.

Arbitro: Yamasaki (Messico).

Reti: 8' Boninsegna (I), 90' Schnellinger, 94' Müller (GO), 98' Burgnich, 104' Riva (I), 110' Müller (GO), 111' Rivera(I).

Spettatori: 105.000 circa.

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