Grammelot

imitazione teatrale del linguaggio

Il grammelot è uno strumento recitativo che assembla suoni, onomatopee, parole e fonemi privi di significato in un discorso. Gli attori utilizzavano e utilizzano il grammelot con il fine di farsi comprendere anche senza saper articolare frasi di senso compiuto in una lingua straniera, oppure per mettere in parodia parlate o personaggi stranieri. Ciò che ne risulta è una recitazione fortemente espressiva e iperbolica. Il linguaggio usato acquisisce inoltre un surplus di espressività musicale, in grado di comunicare emozioni e suggestioni.

Pare che questo artificio recitativo fosse utilizzato da giullari, attori itineranti e compagnie di comici dell'arte. Questi professionisti dello spettacolo pare recitassero usando intrecci di lingue e dialetti diversi miste a parole inventate, affidando alla gestualità e alla mimica quel tessuto connettivo che rendeva la comunicazione possibile a prescindere dalla lingua parlata dall'uditorio.

Un esempio di grammelot cinematografico è rappresentato dal monologo di Adenoid Hynkel nel film Il grande dittatore. In tempi più recenti questo filone è stato recuperato dal premio Nobel per la letteratura 1997 Dario Fo, che lo ha valorizzato nuovamente, come ad esempio nell'opera Mistero buffo.

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