Il codice di Perelà
Il Codice di Perelà di Aldo Palazzeschi, scritto negli anni 1908- 1910 venne pubblicato nel 1911 dalle Edizioni futuriste di "Poesia" e in seguito ripubblicato, con notevoli variazioni,nel 1920 dall'editore Vallecchi a Firenze e, sempre da Vallecchi nel 1943 nella raccolta Romanzi straordinari 1907-1914, nel 1954 con il nuovo titolo Perelà uomo di fumo, nel 1958 a Milano da Mondadori con il titolo originale fra le Opere giovanili e da solo, con introduzione di L.De Maria, nell'edizione Mondadori del 1973.
La vicenda di questa favola allegorica o antiromanzo è molto semplice.
Perelà arriva nella città che fa da sfondo alla vicenda ripetendo fra sé le parole:"Pena!Rete!Lama!Pena!Rete!Lama!Pe...Re...La...". I primi che lo incontrano sono una vecchia e i soldati del re che si accorgono subito che il personaggio è un essere strano, un piccolo uomo fatto solamente di fumo che alle loro domande risponde:"io sono leggero...un uomo leggero...tanto leggero". La sua storia si conosce dai brevi dialoghi con le persone che incontra sul suo cammino.
Perelà è vissuto per trentatré anni nella cappa del camino di una villa, vicino al quale stavano sedute tre vecchie, Pena, Rete e Lama, che tenevano alimentato il fuoco e parlavano tra di loro. Perelà era stato formato ed educato dai loro lunghi discorsi e quando, d'un tratto, il chiacchierio delle tre donne era cessato, aveva atteso tre giorni e poi era sceso dal camino. Davanti al camino avevo trovato un paio di stivali che aveva indossato e poi si era messo in cammino verso la città. Giunge così in città attirando la curiosità di tutti per il suo modo ondeggiante di camminare, per la materia impalpabile di cui è fatto, per la semplicità e il candore con cui parla.
Quando giunge al palazzo del re viene degnamente ospitato e ha occasione di ricevere una lunga schiera di persone autorevoli che vengono a esporgli i loro progetti e i loro pensieri. Perelà risponde a tutti con brevi monosillabi e lunghi silenzi. (articolo da sviluppare)