Corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici italiani
Il Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani (CNGEI), è la seconda associazione scout nata in Italia, fondata nel 1912 da Carlo Colombo, e la più antica tuttora esistente; attualmente è la terza associazione per numero di iscritti.
| Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani | |
|---|---|
| Associazione scout | |
| Ambito | Italia |
| Affiliazioni | FIS, ISGF |
| Data di fondazione | 30 giugno 1913 |
| Fondatore/i | Carlo Colombo |
| Motto | Sii preparato/a |
| Iscritti | 12.000 [1] |
| Presidente | Carmelo Scalfari |
| Capo Scout | Roberto Cenghiaro |
| Sede | |
| viale di Val Fiorita 88 00144, Roma, Italia | |
| Sito web | |
È una organizzazione nazionale per l'educazione fisica, morale e spirituale della gioventù; è associazione di promozione sociale, dal 1916 è ente morale, sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica e dei ministeri della Pubblica Istruzione, degli Affari Esteri, dell'Interno e della Difesa. L'Associazione fa parte della Federazione Italiana dello Scautismo, e tramite questa dell'Organizzazione Mondiale del Movimento Scout (OMMS/WOSM) e dell'Associazione Mondiale Guide ed Esploratrici (AMGE/WAGGGS). Inoltre, fa parte della Protezione Civile e ha stipulato intese con il Ministero dell'Ambiente, con il Corpo Forestale dello Stato, con la FAO e un accordo quadro con il Ministero della Pubblica Istruzione, oltre a protocolli di collaborazione con Legambiente, il Club Alpino Italiano e con l'Unity and COoperation for the DEvelopment of Peoples (UCODEP). Infine, il CNGEI ha firmato con la Federazione Italiana di Scautismo Raider (FIS RAIDER), la Federazione Italiana Adulti Scaut Raider (FIAS RAIDER) e con gli Amici delle Iniziative Scout (AMIS) una dichiarazione di intenti.
Storia
L'inizio
Nel gennaio del 1912, il dott. Carlo Colombo terminò di scrivere lo statuto del suo movimento, diviso in due sezioni, maschile e femminile, che chiamò rispettivamente «Corpo dei giovani esploratori» e «Unione delle giovinette esploratrici», con lo scopo d'essere strumento educativo per tutti i ragazzi e le ragazze italiane.
Con un gruppo di giovani della Società Sportiva «Podistica Lazio», Colombo compì un esperimento, conclusosi nell'ottobre del 1912, ai prati della Farnesina a Roma: fu un gran successo e da quell'iniziativa ebbe origine, all'interno della società, la quarta sezione, dedicata «all'istruzione premilitare, al tiro a segno e agli allievi esploratori». Quando si sentì pronto, Colombo si staccò dalla società sportiva dando vita al «Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori d'Italia» (GEDI), ufficialmente fondato a Roma il 30 giugno 1913.
Carlo Colombo, che assunse la carica di commissario generale e capo esploratore, ebbe la soddisfazione di vedere la sua istituzione crescere, moltiplicarsi e farsi molto onore. I giovani esploratori e le giovinette esploratrici, dal camiciotto verde, intervennero a favore delle popolazioni marsicane colpite dal terremoto nel gennaio 1915 e con opere di servizio durante la Prima Guerra Mondiale.
Aderirono all'associazione personalità del mondo della scienza e della cultura: bastino gli esempi di Guglielmo Marconi, che fu presidente onorario della sezione di Bologna, nonché Gabriele d'Annunzio e Pietro Mascagni che furono consiglieri del consiglio direttivo nazionale. Nel Corpo Nazionale confluirono gran parte delle sezioni dei Ragazzi Esploratori Italiani (REI). I giovani esploratori, in omaggio ai primi gruppi scout, usarono il giglio dei REI della sezione ligure, a cui fu aggiunto il cartiglio col motto «Sii preparato».
Nel gennaio 1914, il CNGEI risulta già essere sotto il patronato dei ministri della Guerra, della Marina, delle Colonie e della Pubblica Istruzione, cui si aggiunsero nel corso dell'anno il patronato del presidente del Consiglio dei ministri, del ministro degli Affari Esteri e, infine, del ministro dell'Interno.
Il 10 novembre 1914 uscì il primo numero della rivista del CNGEI, «Sii preparato!». È questa la prima pubblicazione periodica dello scautismo comparsa in Italia nonché primo esempio di mensile per ragazzi. Con l'uscita della rivista l'associazione assunse definitivamente il nome di «Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori Italiani ("Boy-Scouts" d'Italia)».
Nello stesso anno risulta già costituita, a Roma, sempre a opera di Colombo, la sezione femminile che accolse le girl scouts, anche se i primi esperimenti di scautismo femminile furono condotti fin dal 1913. La presidenza della sezione di Roma fu assunta dalla baronessa Ferrero, con al suo fianco Mary Rossi (già collaboratrice in Inghilterra di Lady Baden-Powell) in qualità di capo reparto e commissaria.
Nella primavera del 1915 la sezione romana delle esploratici fu sciolta è prontamente ricostituita il 29 giugno 1915, quando si svolse l'assemblea costituente della «nuova» sezione di Roma delle giovinette esploratrici, che segnò la data ufficiale della nascita dell'Unione Nazionale delle Giovinette Esploratrici Italiane (UNGEI). Assunse la presidenza la principessa Anna Maria Borghese de Ferrari, mentre Mary Rossi fu rieletta commissaria.
Dal 5 maggio 1915 il CNGEI fu posto sotto l'alto patronato del re. Inoltre, il re permetteva l'iscrizione al Corpo Nazionale del principe ereditario Umberto e più tardi, dietro insistenza della regina Elena, acconsentì all'iscrizione della principessa Giovanna all'UNGEI e autorizzò, sull'esempio dei fratelli scout inglesi, a fregiare della corona regia il distintivo degli esploratori reali.
Questi eventi segnarono il pieno successo dell'opera di Carlo Colombo. Lo stesso Robert Baden-Powell gli scrisse, chiamandolo chief scout of Italy, di seguirlo con il più gran piacere ed interesse. Il duca degli Abruzzi Luigi Amedeo di Savoia, grande esploratore, assunse la presidenza generale del Corpo.
Il 21 dicembre 1916, il capo dello Stato, su proposta del ministro della Pubblica Istruzione Francesco Ruffini, eresse il CNGEI in ente morale con decreto luogotenenziale, a riconoscimento della sua funzione educativa nei confronti della gioventù. Queste caratteristiche sono mantenute tuttora: ovviamente il patronato è del Presidente della Repubblica e degli odierni ministeri della Pubblica Istruzione, degli Affari Esteri, dell'Interno e della Difesa.
D'altra parte, il Corpo Nazionale non mancò di essere bersaglio di critiche. Durante il primo conflitto mondiale, che fu per il CNGEI un periodo di indubbia fortuna, ci furono episodi di netto rifiuto. In diverse città l'ambiente fu ostile agli esploratori nazionali e tavolta essi furono fatti segno di gravi violenze da parte di ragazzi definiti, dalle colonne della rivista, come «non pochi giovinastri», «tristi avvinazzati o malviventi». Ma la più energica dissaprovazione giunse dalle organizzazioni operaie e socialiste: le classi popolari vedevano lo scautismo con diffidenza, nel migliore dei casi come qualcosa di estraneo alla propria cultura e alle proprie necessità.
All'inizio, gli ambienti e la stampa cattolica di stretta osservanza assunsero toni virulenti contro lo scautismo, avanzando argomenti di natura dottrinale e molte polemiche furono sollevate dai cattolici circa il legame tra il Corpo Nazionale e la massoneria. L'accusa fu sempre respinta da Colombo, ma pare accertato il favore del vertice massonico italiano per il CNGEI (la giunta del Grande Oriente d'Italia affrontò il tema della diffusione dello scautismo in una seduta del 1913). Fabrizio Marinelli afferma che, in effetti, fu probabile «che l'influenza massonica sia stata molto più importante all'inizio, ma sia andata scemando anno dopo anno», anche se «contatti di dirigenti scout con la massoneria sono continuati fino allo scioglimento».
Malgrado questo, il CNGEI-UNGEI con l'Italia in guerra raggiunse il massimo della propria espansione con oltre quattrocento sezioni e sottosezioni, molte delle quali con sedi nelle colonie o comunità italiane all'estero, come ad Alessandria d'Egitto, Asmara, Atene, Bengasi, Buenos Aires, Il Cairo, Costantinopoli, Esch-sur-Alzette, Lussemburgo, Marsiglia, Porto Said, San Paolo del Brasile, Salonicco, Smirne, Tripoli, Tunisi e X. d'Albania, con un totale di iscritti che oscillava dai venti ai trentamila soci (una cifra mai più raggiunta), nonostante la presenza dell'ARPI, di Ugo Perucci, e la fuoriuscita dalle proprie file del ramo cattolico minoritario, con la conseguente nascita dell'Associazione Scautistica Cattolica Italiana (ASCI).
Nel 1916, nel CNGEI fu costituita la classe speciale degli esploratori marini, sviluppando le attività già avviate dal 1915, formando dei reparti autonomi e separati da quelli degli esploratori comuni. Un loro primo convegno a carattere nazionale si svolse nell'estate 1917. Campi marini nazionali si svolsero nel 1918, nel 1919, nel 1920, nel 1921 e nel 1922 a cui seguirono altri incontri nazionali. Nel 1921 erano previsti anche i reparti fluviali, cui si aggiunsero quelli lacuali, ufficialmente istituiti nel 1923. Importanti furono anche le imprese dei reparti fluviali e lacuali. Tra le specialità degli esploratori marini e fluviali sono da ricordare gli idro-ski, speciali scivolatori acquatici che destarono l'interesse di Baden-Powell. Nell'UNGEI non era prevista la classe dei marini, e infatti le attività marine non erano una caratteristica del reparto ma un'attività.
Nel 1918, il vice-presidente generale del CNGEI, prof. Vittorio Fiorini, nella sua relazione al Convegno nazionale tenutosi a Roma, propose l'istituzione della classe «seniori», vale a dire gli adulti scout. La proposta di Fiorini, approvata dagli organi statutari, ebbe pratica attuazione con le disposizioni apparse sul «Bollettino Ufficiale» del Corpo Nazionale di ottobre-dicembre 1918, e con la regolamentazione del 1919 che istituì gli «esploratori seniori», i quali ebbero in Italia, primi nel mondo, un loro ordinamento, attribuzioni e doveri.
Nel luglio 1920, nel St. Hugh's College di Oxford, in Inghilterra, si tenne il primo convegno delle associazioni scout femminili. Il convegno vide la partecipazione dell'Italia con l'UNGEI.
Nel 1920 si tenne il primo raduno mondiale degli scout, a cui Baden-Powell diede il nome di jamboree. Il raduno fu ospitato nell'area espositiva di Olympia, a Londra. Il CNGEI fu presente con una delegazione capitanata da Carlo Ratti e composta da Bruno Cavalieri Ducati e da altri quattro esploratori. La delegazione consegnò a Baden-Powell la medaglia d'oro al merito che l'associazione gli aveva decretato. In contemporanea al jamboree si tenne un incontro internazionale per discutere sulla costituzione di un comitato internazionale permanente. Il CNGEI, che partecipò all'evento, fu dichiarato e registrato tra i soci fondatori del comitato internazionale scout.
Nel 1922, il «Sii preparato!» si trasformò in un periodico più ricco e cattivante, e nel corso dell'anno si introdusse una rubrica, la «Cronaca femminile», dedicata alle attività dell'UNGEI.
In seguito alla Conferenza internazionale scout di Parigi del 1922, che stabilì che il movimento maschile e quello femminile dovessero essere completamente indipendenti e non dovevano avere gli stessi nomi nelle rispettive nazioni, l'UNGEI, nel febbraio 1923, modificò il proprio nome in «Unione Nazionale Giovinette Volontarie Italiane» (UNGVI) con una fisionomia propria e autonoma. La direzione generale passò da Roma a Rovereto sotto la guida di Antonietta Giacomelli che aveva assunto la carica di commissaria generale. Nel 1924 iniziò la pubblicazione della rivista dell'UNGVI «Sii preparata», con redazione a Rovereto.
La Giungla Silente
Tra il 1927 e il 1928 il regime fascista sciolse le associazioni scout italiane. Il 10 febbraio 1927 per ordine del segretario generale del Partito Nazionale Fascista, Augusto Turati, l'Unione Nazionale Giovinette Volontarie Italiane fu sciolta. Il 31 marzo 1927, dopo le prime pressioni della polizia fascista su alcune sezioni e pochi giorni prima che invadesse la sede centrale, la presidenza generale del Corpo Nazionale prevenne l'azione del Governo, disponendo in «via provvisoria» lo scioglimento di tutte le sezioni e reparti del CNGEI. Malgrado ciò, molti gruppi del Corpo Nazionale, in varie località d'Italia, in vario modo e in varia misura, decisero di continuare a praticare un'attività clandestina o mascherata, che spesso arrivò a sfiorare l'aperta ribellione, dando vita alla cosiddetta «Giungla silente» (il nome dato dal CNGEI al periodo clandestino).
Le informazioni che si hanno riguardo alla storia del periodo clandestino del CNGEI, sono in pratica poche, logica conseguenza della segretezza con cui gli scout dovevano muoversi. I sistemi scelti per sopravvivere, sia pur ufficiosamente, possono ricondursi a due posizioni: da un lato un atteggiamento di effettivo scioglimento e di cessazione delle attività; dall'altro una continuazione delle attività sotto mentite spoglie.
La principale organizzazione di riferimento dei dirigenti del CNGEI nei primi anni della Giungla silente fu «Il Lupercale» vero e proprio «movimento» scout clandestino. L'associazione era organizzata in «pagus» (città) composti da «sodales». Il motto era quello dei seniori, «Alere flammam», e lo stemma raffigurava una fiamma che, scaturendo da tre tizzoni, formava un giglio scout. Sorto nell'agosto del 1927, ebbe regolare statuto, depositato presso la prefettura di Roma, e aveva lo scopo di tenere uniti i dirigenti, i commissari e i capi unità del CNGEI, per averli pronti al momento della ripresa delle attività scout. Essendo limitata ai maggiorenni di ventun'anni (ma chi non aveva compiuto diciotto anni poteva essere socio aggregato) non incorreva nel divieto della Legge. Lo statuto del sodalizio fu inviato in tutte le città dove erano esistite sezioni o sottosezioni del CNGEI. Aderirono al Lupercale anche alcuni scout dell'ASCI, inoltre furono mantenuti contatti con Hubert S. Martin, direttore del Bureau internazionale. Il Lupercale pubblicava un'omonima rivista ciclostilata.
Nel marzo 1929 le autorità di Pubblica Sicurezza, venute in sospetto, avevano dato il via a un'inchiesta in tutta Italia. I nomi di tutti gli iscritti all'associazione furono schedati dalle questure e su di loro furono raccolte notizie e informazioni. Infatti gli aderenti furono convocati, interrogati e perquisiti. Tra il 1932 e il 1933 la polizia impose, con la forza, lo scioglimento del Lupercale. Luigi Pirotta, promotore del sodalizio e futuro capo scout del CNGEI nel secondo dopoguerra, nel 1933 fu diffidato dalla polizia ed espulso dall'amministrazione del Governatorato di Roma, di cui dal 1928 era vice-segretario, per reato contro il capo del Governo. Dopo nove mesi di disoccupazione, a seguito di una nuova inchiesta disposta dal ministero dell'Interno, fu riammesso in servizio, ma perse ogni anzianità ed emolumento.
Sfuggirono a quei controlli le attività svolte all'aperto dai giovani con i loro capi, con o senza camiciotto verde, ma sempre con il foulard e la cintura dell'uniforme scout.
A Trieste sorse il «Gruppo Escursionisti Indomito» con Jesurum, Pirnetti e Viezzoli che realizzò i suoi campi fino al 1939, a Torino con Genovese si costituì il «Gruppo Escursionistico "Italia"» che prolungò le attività fino al 1936, a Firenze con Borrani si formò il «Gruppo Escursionisti Indipendenti» che continuò i suoi campi sino al 1933. Sempre a Torino si istituì il gruppo dei «Giovani Escursionisti Italiani», che conclusero le attività nel 1935. Anche a Rovereto fu fondata la società dei «Giovani Escursionisti Italiani» che protasse le attività fino al 1940. A Catania fu attivo un gruppo scout clandestino, animato da Pietro Rizzo ed Emanuele Scalici, che si oganizzò come «Gruppo Escursionisti Indomiti», e che cessò le sue attività nel 1933, dopo la morte del giovane esploratore Cagni nel corso di una escursione sull'Etna. Si noti che questi gruppi avevano una sigla comune: GEI. Inoltre, le bandiere di molte sezioni e sottosezioni furono affidate alla conservazione dei musei civici come a Rovereto dove la domenica del 10 aprile 1927 tutti gli iscritti della sezione si radunarono per l'ultima volta. Conclusa la cerimonia, vi fu la sfilata per le vie cittadine fanfara in testa, fino al Castello per rendere omaggio alla Lapide dei Caduti e consegnare alla direzione del Museo la bandiera di sezione. Le bandiere, delle sezioni di Bari, Catania e Pesaro, furono tagliate in pezzi e date in custodia ai più meritevoli. A Bari la cerimonia si tenne il 20 ottobre 1927: gli scout si riunirono segretamente per tagliare la bandiera nazionale in striscioline che ripartirono fra loro, firmando ognuno un giuramento. In seguito, gli scout baresi parteciparono per diverso tempo a gare di marcia a squadre, organizzate nella provincia, come squadra GEI. A Pesaro, invece, si formò il gruppo clandestino detto la «Tribù delle Aquile Azzurre», a cura di Rivalta e Perfetti, che protrasse le attività fino al 1940.
Ai vari dirigenti e gruppi clandestini del CNGEI continuarono a giungere le lettere di Luigi Pirotta e di Roberto Villetti («papà Akela»), che ebbero in quel periodo una funzione di incoraggiamento e di guida morale.
Nel 1929 il CNGEI clandestino partecipò al 3° jamboree di Birkenhead, Arrowe Park, in Gran Bretagna. Facevano parte del «contingente» il commissario nazionale e capo scout Roberto Villetti, Paolo Medoro Savini, vice-commissario della sezione di Bari, e il capo reparto Cesare Musatti della sezione di Roma. Villetti prese parte nel 1933 anche al 4° jamboree di Gödöllö in Ungheria.
Pure il ramo femminile dell'UNGVI, come per il ramo maschile, se pur per scopi diversi, continuò a vivere per qualche anno sotto altra forma e diversa denominazione, per realizzare pellegrinaggi nei campi della Grande Guerra. Nel 1927 per questo scopo fu fondata un'opera chiamata «Libere Escursioni ai Campi di Guerra» che fino al 1930 tenne ancora unite le giovinette volontarie.
La rinascita e storia d'oggi
Solo alla caduta del regime fascista nel 1943 il CNGEI e poi l'UNGEI poterono iniziare a riorganizzarsi e riprendere le attività, nel 1944 nel Meridione liberato e nel 1945 in tutta Italia. Nel luglio del 1943 in Sicilia, dopo lo sbarco delle Forze Alleate, alcune sezioni e reparti del Corpo Nazionale, per esempio a Catania, si riorganizzarono autonomamente.
Il 21 giugno 1944 a Roma si tenne una riunione di vecchi esploratori del CNGEI e fu eletto un Comitato centrale provvisorio. Il 22 agosto 1944 fu ufficialmente ricostituita la sede centrale nella Capitale.
Alla ripresa delle attività i dirigenti del Corpo Nazionale accertarono che le Autorità del 1927 non avevano emanato nessun provvedimento legislativo per abrogare il decreto n. 1881 del 21 dicembre 1916 che aveva eretto l'istituzione in ente morale, e che quindi per la legislazione italiana il CNGEI non aveva mai cessato di esistere.
Il 21 novembre 1944 a Roma fu firmato tra l'ASCI e il CNGEI l'atto costitutivo della Federazione Esploratori Italiani seguito più tardi il 27 luglio 1945 dal ramo femminile scout, AGI e UNGEI, che diedero vita alla Federazione Italiana Guide ed Esploratrici. Le due federazioni furono riammesse e riconosciute ufficialmente dai due movimenti mondiali scout e guide.
Nel 1945, nel CNGEI oltre alle tre classi giovanili (lupetti, esploratori e pionieri), furono previsti i seniori. Anche il regolamento dell'UNGEI del 1946 previde, oltre alle tre classi giovanili (primule, esploratrici e scolte), le seniores (o fiamme). Nel 1949 il CNGEI inquadrò i seniores nella quarta classe dell'organizzazione scout. In questa classe erano riuniti gli iscritti di ambo i sessi dai ventun'anni in poi. I seniores erano raggruppati in clan, uno per ogni località, con organizzazione finanziaria e amministrativa propria al di fuori delle sezioni. Al primo congresso nazionale dei seniores, del 2 e 3 giugno 1951, a Firenze nacque il «Gran Clan Nazionale Seniores». Dal 18 dicembre 1954 il Gran Clan divenne «Clan Nazionale Seniores Scout Italiani».
Nel 1949 nel CNGEI iniziano le attività degli scout dell'aria, cui seguì l'organizzazione di un primo corso di cultura aeronautica scout, organizzato, presso la Scuola di Guerra Aerea di Firenze-Cascine, ma, alla fine degli anni sessanta, evidenti difficoltà materiali e logistiche bloccarono lo sviluppo e le attività degli scout dell'aria all'interno dell'ente.
Nel 1953, a Lucerna, in occasione della prima assemblea mondiale degli adulti scout, fu fondata l'«Amicizia Internazionale degli Adulti Scout e Guide» (attuale International Scout and Guide Fellowship) e il Clan Nazionale Seniores Scout Italiani fu uno dei membri fondatori.
Tra la metà degli anni Sessanta e Settanta, lo scautismo laico visse una profonda crisi, relativa all'applicazione del metodo, conoscendo sconvolgimenti e divisioni.
La fusione con l'UNGEI e la trasformazione in Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani
All'inizio degli anni Settanta la base del CNGEI entrò in fermento denunciando la struttura del Corpo come anacronistica, reclamando una riforma democratica e chiedendo a gran voce che fosse dato più potere alle sezioni. Prese forma uno statuto che previde l'elezione diretta dei dirigenti nazionali. L'approvazione dello statuto da parte dei vari ministeri patrocinatori fu ritardata e, falliti alcuni tentativi di mediazione, molte sezioni del CNGEI, soprattutto settentrionali, si staccarono e costituirono una associazione autonoma con sede a Milano, sviluppando i suoi programmi e mantenendo una vita parallela rispetto al CNGEI ufficiale. Nel 1974 fu trovato un accordo, firmato a Firenze, per un superamento della scissione. Il nuovo statuto, approvato il 26 maggio 1976 con un apposito decreto del Presidente della Repubblica, unificò il CNGEI e l'UNGEI nel «Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani». Inoltre, per motivi di politica associativa il Clan Nazionale Seniores Scout Italiani confluì nel CNGEI, e diede origine alla «quarta branca». Nel 1986 si eliminò la dicitura «quarta branca» sostituendola con quella di «branca senior». Dal 1992 non esiste più la «branca senior» ma solo i senior, per eliminare la confusione che il termine «branca» poteva dare (continuità educativa, ecc.).
Il CNGEI si orientò ad una sempre maggior qualificazione in senso laico e pluralista, e inoltre applicò le seguenti scelte: democrazia associativa, coeducazione, scelta adulta e impegno civile.
Nel 1988 il CNGEI produsse il primo dei suoi documenti «pedagogici», ossia il «Progetto di Formazione Spirituale» (PFS), che rivide completamente il percorso interiore di tutti i soci dell'ente. Nel 1997 il CNGEI produce un ulteriore documento, utilizzato come argomento d'esame in molti corsi di pedagogia all'Università, il «Progetto Educativo Globale» (PEG), in cui sono dettate le linee guida educative seguite dal CNGEI per perseguire lo scopo dello scautismo, ossia la formazione del buon cittadino. Nel 2001 è stato istituito il «Percorso senior» dell'adulto nell'associazione. Infine, nel 2004 è stata approvata la «Carta di identità associativa», che espone le caratteristiche e le scelte che il CNGEI persegue.
Parallelamente ai movimenti mondiali, sono nate alcune organizzazioni federative ufficiali tra le associazioni scout e guide riconosciute, per meglio coordinare gli scambi di collaborazione internazionale, come l'«Unione Internazionale delle Associazioni Scouts e Guide Laiche e Pluraliste», oggi inattiva, di cui il CNGEI è stato membro fondatore.
Caratteristiche
La "Carta d'identità associativa"
Lo scautismo CNGEI si caratterizza per le sue cinque scelte associative, così come delineate nella sua Carta d'Identità Associativa: democrazia, laicità, coeducazione, scelta adulta e impegno civile[2].
Collegamenti con il movimento nazionale e internazionale Scout
Il CNGEI, che a livello internazionale si qualifica come SAGA (Scout and Guide Association, cioè associazione contenente al suo interno sia Guide e Scout) è membro, assieme all'Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI), della Federazione Italiana dello Scautismo (FIS) che a livello internazionale si qualifica come SAGNO (Scout and Guide National Organisation, cioè organizzazione nazionale composta da associazioni di Guide e Scout). Il CNGEI, attraverso la FIS, partecipa rispettivamente all'Associazione Mondiale Guide ed Esploratrici (AMGE/WAGGGS) e all'Organizzazione Mondiale del Movimento Scout (OMMS/WOSM).
Il CNGEI è stato membro fondatore dell'Unione Internazionale delle Associazioni Scout Laiche e Pluraliste (UIPL). Ha fatto parte inoltre (in rappresentanza dei soci adulti), della Federazione Italiana Adulti Scout (FIAS) e tramite questa dell'International Scout and Guide Fellowship (ISGF/AISG).
Il metodo
| Suddivisione in branche | |||
|---|---|---|---|
| Nome branca | Fascia d'età | Motto | |
|
Lupetti |
dagli 8 agli 11/12 anni | Del nostro meglio | |
|
Esploratori ed Esploratrici |
dagli 11/12 ai 15/16 anni | Sii preparato/a | |
|
Rover |
dai 15/16 ai 19 anni | Prepararsi a servire | |
Il metodo educativo scout è quello delineato dal fondatore dello scautismo Robert Baden-Powell, ispirato alla Legge e alla Promessa.
L'offerta educativa CNGEI si ripartisce in tre branche, caratterizzate da specifiche fasce d'età:
- il Branco accoglie i Lupetti dagli 8 agli 11/12 anni;
- il Reparto accoglie gli Esploratori ed Esploratrici dagli 11/12 ai 15/16 anni;
- la Compagnia accoglie i Rover dai 15/16 ai 19 anni.
Dopo i 19 anni i ragazzi finiscono il loro percorso educativo e possono, volendo, proseguire nello scautismo come Senior, nel Clan o come capi educatori in unità. Sia per i senior nel Clan, sia per i capi educatori sono previsti corsi di formazione al ruolo, svolti da specialisti, e riconosciuti dall'Organizzazione Mondiale del Movimento Scout e dall'Associazione Mondiale Guide ed Esploratrici.
Tra le più importanti ricorrenze degli scout si segnalano:
- la "Giornata del Pensiero", 22 febbraio, genetliaco del fondatore del movimento Scout, Robert Baden-Powell e di sua moglie Olave Baden-Powell. Tale ricorrenza, riconosciuta da tutti gli scout del mondo, costituisce l'occasione per rafforzare il senso comune di appartenenza al movimento mondiale;
- il San Giorgio, 23 aprile, ricorrenza del patrono degli scout. In tale occasione le unità, i gruppi, le Sezioni provvedono o aderiscono all'organizzazione di particolari attività che diffondano la conoscenza dello scautismo sul territorio.
Note
- ^ dal sito ufficiale
- ^ Vedi il sito ufficiale per il testo completo
Bibliografia
- 1944-1984. 40º Anniversario della Ricostituzione C.N.G.E.I. Sezione di Firenze, a cura di Franco Bemporad e Arnaldo Fracassini, Firenze, Tipografia IRSA, 1984.
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- Antonio Stefani, Fuori dalla Giungla Silente. Soppressione e rinascita dello scautismo a Vicenza (1926-1945), Vicenza, Galla Libreria Editrice, 1995.
- Antonio Viezzoli, Dieci lustri di vita G.E.I., ristampato e aggiornato al 1976 a cura del Centro Studi Scout «Eletta e Franco Olivo» del CNGEI, suppl. a «Scautismo», 18 (1977), 4-6.
- Beatrice Pisa, Crescere per la patria. I giovani esploratori e le giovani esploratrici di Carlo Colombo (1912-1927), Milano, Edizioni Unicopli, 2000.
- Chiacchierate di bivacco sul C.N.G.E.I. del Senior Scout dr. Alberto Medoro Savini, Quaderni di Studi e Documenti del Centro Studi Scout «Eletta e Franco Olivo» del CNGEI, (1997), 3.
- Cronaca rievocativa a ricordo ed onore del prof. Carlo Colombo fondatore del C.N.G.E.I. nel cinquantenario della sua morte 1918-1968, a cura di Antonio Viezzoli, suppl. a «Il Sentiero», 10 (1968), 3.
- Domenico Sorrentino, Storia dello scautismo nel mondo. Fatti, protagonisti, avventure. 1907 - 1957, Roma, Nuova Fiordaliso, 1997.
- Enrica Corradini Adami, La storia del CNGEI, «Scautismo», 28 (1987), 3, p. 6.
- Fabrizio Marinelli, I Giovani Esploratori Italiani. Breve storia del C.N.G.E.I. 1912-1976, Roma, Edizioni Scautismo, 1983.
- Ferdinando Romagnoli, Scoutismo, Milano, Ulrico Hoepli Editore-Libraio della Real Casa, 1916, ristampato dal Centro Studi Scout «Eletta e Franco Olivo» del CNGEI, Trieste, 2006.
- Giuseppe dell'Oglio, Alere Flammam. Breve storia dello scautismo in Italia, Milano, Lampi di stampa, 2010.
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- Lo Scautismo italiano all'estero. 1914-1974, a cura di Andrea Padoin, Martellago, Edizioni Eurooffset, 2010.
- Mario Sica, Gli scout. Storia di una grande avventura iniziata con 22 ragazzi su un'isola, Bologna, Società editrice il Mulino, 2002.
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- Mauro Furia, La vita e le opere del prof. Carlo Colombo fondatore del C.N.G.E.I., «Adulti nello Scautismo», 38 (1998), 6.
- Mauro Furia, Storia del Giglio Scout, Parma, Centro Studi Scout sulle problematiche giovanili «Carlo Colombo», 1990.
- Organi Centrali del C.N.G.E.I. una ricerca a cura di Rossano Fano, Quaderni di Studi e Documenti del Centro Studi Scout «Eletta e Franco Olivo» del CNGEI, (1999), 4.
- Piet J. Kroonenberg, Gli intrepidi. Scautismo clandestino e rinascita del movimento nei paesi dell'Europa centro-orientale, Roma, Edizioni scout nuova fiordaliso, 2001.
- Salvatore Zappardino, Storia del CNGEI e dell'ASSORAIDER in Sicilia, in Atti dell'Incontro Capi Regionale. Raccogliamo una traccia per non perdere la memoria. 1974-2004, a cura di Antonio Scalini, Gravina di Catania, AGESCI Sicilia-Centro Studi e Documentazione, 2005, pp. 47-64.
- Vittorio Pranzini, 1907-2007. Cent'anni di Scautismo tra storia metodo e attualità, Roma, Edizioni scout fiordaliso, 2007.