Critiche a Mediaset
Mediaset (e prima della sua costituzione Fininvest) è da diversi anni al centro di diverse critiche, nonché iter politico-giudiziari per lo più strettamente intrecciati tra la storia politica italiana, la magistratura e il fondatore Silvio Berlusconi; in altri casi invece totalmente separati dallo stesso fondatore in quanto dal 1994 non rientrante più nei quadri societari.
Lodo Retequattro
Una critica rivolta all'azienda è relativa all'emittente Rete 4 e al cosiddetto lodo Retequattro, secondo cui l'emittente non avrebbe diritto a trasmettere in analogico (in altre forme invece sì). La situazione è ancora pendente, mentre la giurisprudenza ha prodotto molte sentenze al riguardo.
Anime
Un'altra importante critica mossa nei confronti di Mediaset riguarda la politica relativa ai prodotti di animazione, soprattutto l'animazione giapponese. Sul web sono infatti facilmente rintracciabili siti e comitati di protesta che attaccano duramente gli adattamenti italiani di alcuni anime curati dal network. Molto spesso Mediaset è stata accusata di aver censurato i contenuti, i dialoghi e le immagini di alcune serie stravolgendone il significato, perché ritenute inadatte.[1] Serie come Temi d'amore fra i banchi di scuola, È quasi magia Johnny, le 3 serie di Dragon Ball e le 5 serie di Sailor Moon sono spesso portate ad esempio. Va segnalato che in alcuni casi Mediaset ha dichiarato di aver solo ceduto alle pressioni del MOIGE, di cui è noto l'ostracismo verso tutti gli anime del Sol Levante. Gli accusatori sostengono invece che la mancanza di motivazione di alcuni tagli porta a pensare che Mediaset non abbia ceduto alle pressioni ma intrattenga una vera collaborazione con il MOIGE o addirittura cerchi solo di adattare le opere ad un target diverso dall'originale, per poter migliorare l'audience. A riprova di questo c'è il fatto che gli anime trasmessi da MTV o dalle emittenti locali non presentano censure o tagli arbitrari che stravolgono l'opera o comunque non in maniera forte.
In altre occasioni Mediaset è stata accusata di aver stravolto il significato di una serie per puri scopi commerciali, un esempio in questo caso è la celebre serie Mila & Shiro, in cui la protagonista viene fatta diventare cugina della protagonista di Mimì e la nazionale di pallavolo, creando una connessione in realtà inesistente tra le due opere (poi portata nelle versioni francese e spagnola) e giustificata dal tentativo di trasferire il successo della serie di Mimì su quella di Mila, che comunque divenne popolare in Italia. Lo stesso discorso è valido per le due serie Holly e Benji, due fuoriclasse e Palla al centro per Rudy.
Pubblicità
Da diverse parti Mediaset è stata accusata di inserire nel palinsesto quantità eccessive e sempre crescenti di pubblicità, a volte ricorrendo a trucchi e artifizi cavillosi. Un esempio è il fatto che TGcom, un servizio a pagamento di informazioni, è considerato da Mediaset un programma autonomo simile ad un telegiornale piuttosto che una pubblicità inserita all'interno di altri programmi. Forte di questa interpretazione, Mediaset ha più volte aggirato la normativa vigente e interrotto una trasmissione per trasmettere pubblicità seguita dal TGcom e poi da un ulteriore stacco pubblicitario anziché con la ripresa del programma. L'autorità garante delle comunicazioni ha già condannato più volte questo atteggiamento.[2]
Nel 2003 un telespettatore ha fatto causa a Mediaset a causa del numero di spot giudicato intollerabile trasmessi durante le semifinali di Champions League, il caso è arrivato in cassazione e la suprema corte si è espressa a favore del telespettatore riconoscendogli il risarcimento simbolico chiesto di 100 euro (più il pagamento delle spese legali).[3]
Nel novembre 2006 Mediaset è stata multata di 650.000 euro per le ripetute violazioni delle norme riguardanti le interruzioni pubblicitarie durante la trasmissione dei film e per la violazione delle norme in materia di tutela dei minori.[4]
All'inizio degli anni duemila sono stati soppressi tutti i contenitori di cartoni animati, con grande disappunto degli affezionati, per far posto ad un programma di pochi secondi (secondo alcuni uno spot mascherato) che reclamizza suonerie e loghi per telefoni cellulari.[5]
YouTube
Nel 2008 Mediaset ha fatto causa a YouTube per violazione dei diritti d'autore richiedendo 500 milioni di euro di risarcimento. Secondo Mediaset, alla luce dei contatti rilevati e vista la quantità dei documenti presenti illecitamente sul sito, è possibile stabilire che le tre reti televisive italiane del Gruppo abbiano perduto ben 315.672 giornate di visione da parte dei telespettatori, con relative perdite subite per la mancata vendita di spazi pubblicitari sui programmi illecitamente diffusi in rete. Alcuni hanno visto in questo atteggiamento una volontà di censura, ma Mediaset si è difesa affermando di aver cercato più volte un dialogo con YouTube e con il suo proprietario Google senza mai ottenere risposta, vedendosi costretta a ricorrere alle vie legali.[6] Questo comportamento è stato tuttavia criticato da molti poiché molte televisioni in Italia (La7 e la Rai dispongono di canali su Youtube su cui pubblicano gratuitamente parte del loro materiale) e all'estero (su tutte la BBC[7]) applicano sempre più una politica di rilasciare i propri contenuti.
In Spagna è successa quasi la stessa cosa: Telecinco ha adito le vie legali contro il portale perdendo la causa, mentre altre (TVE, Antena 3, Cuatro TV) hanno il loro spazio su YouTube.
Faziosità
Alcuni esponenti del centro-sinistra hanno accusato alcune delle trasmissioni di informazione di Mediaset (su tutte il TG4 ma solo nei riguardi di Emilio Fede e non degli altri giornalisti che non mostrano il suo grado di faziosità, e in parte anche Matrix[8] di Enrico Mentana) di faziosità in favore del loro editore.
In occasione della celebre "discesa in campo" del 1994 alcuni personaggi VIP delle reti Mediaset (tra cui Raimondo Vianello, Ambra Angiolini e Mike Bongiorno) hanno pubblicamente dichiarato in diretta televisiva di votare per il loro editore, causando molte polemiche. La legge sulla par condicio metterà poi fine in seguito a tali endorsements. In occasione delle elezioni politiche italiane del 2008 invece, i due candidati Berlusconi e Veltroni hanno sostenuto delle interviste con Mentana nel corso della stessa serata (a causa del rifiuto del leader PDL di un faccia a faccia). A parlare per primo è stato Veltroni e in seguito all'uscita del leader del centro-sinistra si è avuto l'ingresso di Berlusconi. Ha sollevato delle polemiche il fatto che Berlusconi abbia potuto parlare per secondo ascoltando e dibattendo su tutto ciò che il suo avversario aveva detto in precedenza, mentre a Veltroni non è stata concessa l'opportunità di replicare alle dichiarazioni del leader del centrodestra, anche in questo caso Mediaset si è difesa per bocca di Fedele Confalonieri e dello stesso Mentana, dichiarando che l'ingresso è stato dato da un regolare sorteggio richiesto proprio dal partito Democratico di Veltroni, originariamente contrario all'ingresso di Berlusconi per primo. Altra critica riguarda il fatto che i palinsesti di Italia 1 e Rete 4, al momento dell'intervista Veltroni, prevedevano programmi molto seguiti come CSI e Tempesta d'amore, mentre Berlusconi sarebbe stato avvantaggiato perché, nella fascia oraria della sua intervista, non era prevista la messa in onda di programmi di punta come i precedenti.
In più occasioni le emittenti del gruppo (in particolare Rete 4) sono state multate per violazione della legge sulla par condicio.
Auditel
Altre critiche riguardano la sospensione improvvisa per motivi di auditel di alcune serie televisive a causa dei bassi ascolti. Telefilm come Nati ieri e Crimini bianchi sono stati cancellati o sospesi dopo poche puntate per gli ascolti buoni ma insufficienti a battere la concorrenza RAI. Gli spettatori non negano all'emittente il diritto di cancellare un programma non proficuo, ma obbiettano che comunque non è corretto nei confronti degli appassionati sospendere una serie a metà lasciando irrisolta la conclusione della trama.[9] Soluzioni come lo spostamento in un'altra fascia oppure la realizzazione di uno o due episodi conclusivi sono considerati soluzioni molto più oneste nei confronti del pubblico.
Il "Caso Englaro"
Il 9 febbraio 2009, in occasione della morte di Eluana Englaro, la rete ammiraglia Canale 5 ha mantenuto la programmazione invariata con la messa in onda del Grande Fratello 9 (a differenza della RAI in cui fu la rete secondaria Rai 2 a mantenere invariata la programmazione trasmettendo X factor), nonostante le richieste di Enrico Mentana per Matrix e del TG5 di trasmettere uno speciale sul caso. La rete del Gruppo preposta a tale approfondimento giornalistico, in prima serata, è stata Rete 4 (terza rete del gruppo) con uno speciale condotto dal direttore della testata Emilio Fede. La sera stessa Mentana, attraverso un comunicato stampa, annuncerà per protesta le sue dimissioni dalla carica di direttore editoriale di Mediaset, accusando il suo editore di pensare solo e unicamente all'auditel e di ignorare l'aspetto fondamentale della televisione come mezzo di informazione.[10][11] Mediaset accetterà immediatamente le dimissioni del giornalista affermando, attraverso un comunicato stampa, il proprio ruolo di televisione commerciale con un sistema a tre reti. Due giorni dopo, Mentana, tramite una lettera pubblicata dal quotidiano Libero, illustra a pieno la vicenda ribadendo le accuse e ottenendo solidarietà dal mondo giornalistico.[12].
Rapporti con i dipendenti
Mediaset è duramente criticata dagli addetti ai lavori poiché si sono verificati casi in cui è mancata la comunicazione diretta agli attori e ai membri della troupe della decisione (o anche solo della possibilità) di sospendere la serie. Nel caso del già citato Crimini bianchi molti membri dei cast si sono lamentati di aver saputo della perdita del lavoro solo all'annuncio stampa.[13]
Ad inizio del 2009 ha molto risalto sui media il caso di Mike Bongiorno, volto storico del network fin dalla sua nascita. Infatti il contratto di Bongiorno scadeva alla fine del 2008 e lo stesso conduttore aspettava un rinnovo che in 30 anni era sempre arrivato puntuale e in automatico. Alla fine del 2008 tuttavia Mike non ricevette il rinnovo e le sue continue telefonate ai più alti dirigenti per avere chiarimenti furono ignorate fino a quando un impiegato dell'azienda gli comunicò per telefono che Mediaset già da tempo aveva deciso di non rinnovare il contratto. Durante la trasmissione di Raitre Che tempo che fa di Fabio Fazio Bongiorno si è detto duramente amareggiato per il modo in cui è stato trattato e del fatto che nessuno per mesi (neanche il suo grande amico Silvio Berlusconi) si è degnato di rispondere alle sue telefonate.
TV Trash in Italia e Spagna
La principale critica alla tv spagnola Telecinco, rivolta fin dalla nascita e mai sopita, è stata quella di proporre Telebasura, cioè programmi di qualità scadente e di carattere popolare atti a conseguire grandi ascolti.
Anche in Italia trasmissioni come Uomini e donne, C'è posta per te, La pupa e il secchione, e in generale i reality show ed alcuni talk show proposti dalle emittenti del gruppo, sono state più volte indicate dagli opinionisti come televisione spazzatura e duramente attaccate anche dalle associazioni di psicologi perché propongono ai giovani esempi distorti e disapprovabili della vita. Duramente criticata è anche la costante presenza nei programmi di ballerine poco vestite e di personaggi privi di qualunque qualifica (Costantino Vitagliano, Daniele Interrante, Alessandra Pierelli, ecc.) scelti solo a causa del loro gradevole aspetto fisico. Mediaset si è più volte difesa affermando che il fatto stesso che i programmi facciano grandi ascolti significa che il pubblico apprezza, ma altri obbiettano che questo successo di ascolti è dovuto principalmente al grande battage autopubblicitario che le emittenti fanno ai loro programmi, infatti in molti casi i programmi di gossip e a volte perfino i telegiornali dedicano servizi interi alle vicende dei tronisti, sempre i telegiornali del gruppo sono stati accusati anche di fare pubblicità alle trasmissioni delle reti Mediaset tramite finti servizi giornalistici per approfondire il "grande successo" che la serie sta riscuotendo.
Controprogrammazione
Da più parti Mediaset è stata accusata di decidere i propri palinsesti unicamente in base al desiderio di contrapporsi alle scelte della RAI. Infatti se la televisione di stato annuncia i suoi palinsesti senza tenere conto delle programmazioni del rivale, lo stesso non si può dire di Mediaset che in più occasioni ha spostato i propri programmi più visti (di fascia oraria o anche da un giorno all'altro) unicamente per rivaleggiare con programmi più forti della RAI. Nel marzo 2009 la celebre conduttrice Maria De Filippi criticò il proprio editore a causa dello spostamento del talent Amici di Maria De Filippi al martedì, con il solo scopo di rivaleggiare con il talent show X factor di Rai 2. [14] Altro esempio, almeno dal 2006, è Striscia la notizia, che quando è in diretta quasi sempre adegua la sua durata a quella dell'arcirivale Affari tuoi.
Note
- ^ Fonte: Mentecritica.net
- ^ Fonte su repubblica.it
- ^ Fonte su ilmessaggero.it
- ^ Fonte su enricodiparola.it
- ^ Fonte su bimbumbam.altervista.org
- ^ Fonte su digital-sat.it
- ^ Fonte su repubblica.it
- ^ Fonte su dsmilano.eu
- ^ Fonte su blogapuntate.it
- ^ Notizia sulle dimissioni di Mentana da tv-zone.it
- ^ In onda il Gf9, Mentana si dimette Tgcom.it
- ^ stralcio lettera di Mentana a Libero
- ^ Fonte su blogapuntate.it
- ^ Maria de Filippi si infuria per lo spostamento al martedi Tgcom.it