Radioterapia
La radioterapia è una terapia medica consistente nell'utilizzo di radiazioni ionizzanti per scopi medici.
Introduzione
La Radioterapia si è sviluppata a partire dalle ricerche pionieristiche di Wilhelm Conrad Röntgen (1895), Antoine Henri Becquerel (1896), e Marie e Pierre Curie (1898) e uno dei primi congressi di 'elettrologia e radiologia medicale' fu quello di Milano del 1906.[1] Si sono poi avuti, e continuano, grandi progressi scientifici nel campo dello studio dell'applicazione medica delle radiazioni.
La pratica la radioterapia, disciplina medica, è rivolta principalmente al trattamento dei tumori. Insieme con la chirurgia, la radioterapia (da sola o in combinazione con la chirurgia e/o la chemioterapia) è uno strumento efficace per il controllo locale dei tumori. In base alle incidenze medie di nuovi pazienti con tumore per anno ogni 100.000 individui nei diversi Paesi (con esclusione dei tumori della cute-non melanomi), e considerando la necessità per questi stessi pazienti di una "copertura terapeutica da Radioterapia" (a scopo radicale, adiuvante, profilattico o palliativo) di circa il 41-61% nel primo approccio[2], tenendo inoltre conto del fatto che è possibile un ritrattamento (compreso, a secondo della patologia, in un range del 9%-39% circa), ne deriva che in un bacino di utenza di 750.000 abitanti vi sarà un numero di pazienti di 1300-1800/anno che usufruiranno della Radioterapia in un'apposita struttura.
Pur essendo un'applicazione clinica anche della radiologia generale, talvolta è erroneamente confusa con la radiologia diagnostica, consistente invece nell'utilizzo di radiazioni per imaging clinico, o perfino con applicazioni biologico-nucleari, solitamente utilizzate per analisi della medicina di laboratorio.
La pan-irradiazione corporea, cioè l'irradiazione totale e simultanea del corpo (in una o più frazioni), o total body irradiation (TBI), consiste in una particolare tecnica radioterapica utilizzata per preparare il paziente a ricevere un trapianto di midollo osseo (TMO o BMT). High dose and not high dose TBI for BMT. Da menzionare la low dose e la very low dose TBI anche impiegate con indicazioni cliniche diverse.
L'irradiazione cutanea totale con elettroni invece è denominata total skin electron irradiation (TSEI).
Alcune applicazioni della radioterapia sono utilizzate anche nel trattamento di situazioni non oncologiche (più frequentemente, ma non esclusivamente, in Geriatria).
Le difficoltà nell'utilizzo di questa pratica medica consistono nei potenziali pericoli dovuti all'impiego delle stesse radiazioni ionizzanti, nei possibili danni da radiazioni e nella probabilità che le stesse inducano l'insorgenza di secondi tumori. In compenso l'utilità dell'utilizzo di questa pratica medica è decisamente consolidata.
Principi di funzionamento
La radioterapia si basa sul principio d'indirizzare la radiazione ionizzante sulle cellule cancerogene per danneggiarne il DNA. Le cellule sane dispongono di meccanismi atti a riparare i danni che possono avvenire sul loro DNA, ma nelle cellule cancerogene questi meccanismi sono molto meno efficienti. La principale limitazione dell'uso di questa tecnica consiste nel fatto che le cellule di tumori solidi risultano essere in debito di ossigeno (questo stato viene chiamato di ipossia) e questo le rende tanto più resistenti alle radiazioni quanto minore è la presenza di ossigeno. In poche parole l'effetto ossidante dell'ossigeno oltre a rendere meno riparabile il danno biologico causato dai radicali liberi generati dalle ionizzazioni (che poi è il sistema principale del funzionamento della radioterapia), interagisce con gli atomi H+ liberi (creando ossidanti oh*) evitando la reazione di ritorno che altrimenti si avrebbe (h*+oh*====> H2O). Tale effetto è più marcato nelle radiazioni a basso Let, tanto che in presenza di ossigeno l'efficacia biologica di tali radiazioni è aumentato di 3 volte. Sono in sperimentazione tecniche per aumentare l'ossigenazione in fase di trattamento radioterapico (o diminuire l'ossigeno nei tessuti sani antistanti i tumori per limitarne il danno biologico).
Indicazioni
Principalmente indicata per il trattamento di neoplasie, trova però, anche se poco frequentemente, utilizzo per patologie non tumorali che si giovano dagli effetti indotti dalle radiazioni; come nel caso di esoftalmo endocrino, nella prevenzione dei cheloidi, nella prevenzione delle ossificazioni eterotopiche o come nel caso della radiochirurgia impiegata nel trattamento di malformazioni artero-venose intracraniche.
Esistono studi nella direzione opposta, di un possibile legame causa-effetto fra la radiazione ionizzante e il cancro. La radiazione potrebbe interferire con la vita della cellula, determinando il tumore in una cellula sana, o un cambiamento verso la guarigione di una cellula cancerosa. In questo caso, la radioterapia potrebbe essere sia rimedio che una causa del cancro (come capita anche per il farmaco, che può essere cura e veleno al contempo).
Modalità e tecniche
L'obiettivo che la Radioterapia si prefigge è di ottenere la totale distruzione di una neoplasia, senza indurre alterazioni gravi e irreversibili ai tessuti circostanti. Per garantire questo risultato occorre dunque utilizzare tecniche appropriate avvalendosi di differenti tipi di radiazioni, sia fotoniche (raggi X o raggi gamma γ) o corpuscolari (elettroni, raggi alfa α, protoni, ioni carbonio, ecc.) differentemente distribuite alla sede neoplastica, preservando al massimo le strutture adiacenti.
Tecniche
In un approccio multidisciplinare (e talora anche multi – istituzionale) che comporta anche controlli ematologici, per quanto riguarda le tecniche radioterapiche per tumori dei vari organi ed apparati della anatomia umana , sono coinvolti: Oncologi con indirizzo terapeutico specialistico nell’utilizzo delle radiazioni(+/- co-trattamenti) e con competenze in Radiobiologia,Radiologi dedicati all’imaging per radioterapia ( RT),Fisici Sanitari,Statistici sanitari,Ingegneri biomedici, Tecnici Sanitari di Radiologia Medica per RT e Dosimetria ed Infermieri dedicati. La prima fase consiste nel ‘posizionamento’ paziente che prevede procedure per mantenerne la riproducibilità . NB L'apparecchiatura per posizionamento e contenzione ‘gradevole’ con sistemi di ‘fissaggio’ fondamentali, trovano solitamente una localizzazione ottimale in prossimità dell'area cosiddetta di simulazione. Quindi vengono ev. pre-simulazione rx, ev. ‘registrazione’ e fusione di immagini multimodali, simulazione virtuale con TC dedicata più sistema di laser mobili con ‘produzione’ anche di DRR o radiografie digitali ricostruite , 'post-simulazione' rx e pianificazione modalità controlli durante trattamento. Da ricordare anche ev. markers. Il TPS è il sistema di Treatment Planning, con identificazione dei volumi di interesse radioterapico compresi gli Organs At Risk o OAR che permette: curve di isodose bidimensionali e ricostruzioni bidimensionali e tridimensionali oltre agli istogrammi Dose-Volume ed ancora le visualizzazioni dette BEV ovvero Beam Eye View e REV ovvero Room Eye View. È necessario anche un sistema per la dosimetria e calibrazione dei fasci di terapia. Le principali tecniche 'propriamente' radioterapiche sono di seguito descritte e richiedono prima di essere eseguite, ( tranne che per IORT,curieterapia e radioterapia metabolica ), portal film for external (=transcutanea) radiotherapy localization and verification.
-Basi di radioterapia esterna a fascio collimato (cioè fasci di radiazioni che, opportunamente collimati, vengono fatti incidere sul volume bersaglio): la radioterapia esterna a fascio collimato si fonda sull'utilizzo di un fascio di radiazioni prodotte da sorgenti situate 'all'esterno del paziente' e viene utilizzata sia con radiazioni fotoniche sia con l'utilizzo di elettroni veloci. Ortovoltaggio: raggi X di bassa energia (roentgenterapia: 'plesioroentgenterapia' e ‘ roentgenterapia non plesio’ ) da macchine di circa 50-500 kV. Altovoltaggio: raggi γ o telecobaltoterapia o TCT,(energia 'media' : 1,25 MV ), o meglio raggi X (ovvero fotoni X ) solitamente a partire da 4 MV prodotti da acceleratore lineare per Radioterapia. A seconda del loro potenziale gli acceleratori lineari o Linac ( che sono spesso ‘Dual Energy fotoni ’ : > 4 MV, 6-18 e/o 6-15 e/o 6-10 MV ) possono produrre anche elettroni di diversi livelli energetici (MeV). Gli elettroni hanno una modalità di diffusione della dose differente da quella dei raggi X , poiché data la massima dose ad una profondità che dipende dalla loro energia, la dose va poi molto velocemente a pressoché zero e dunque vengono utilizzati per irradiare tessuti più superficiali, risparmiando quelli più profondi.
- Radioterapia 'convenzionale' ,previa simulazione rx, con l'utilizzo di TCT con collimatori di 'vecchia generazione' a ganascia e split standard o con l'utilizzo di Linac a partire da 6 MV e sistema isocentrico; da segnalare l'apparecchio detto ‘sagomatore’ ( per risparmiare irradiazione tessuti sani ) +/- ev. ‘compensatore’;da ricordare il 'vecchio' profilatore; da menzionare i filtri a cuneo.
- Radioterapia conformazionale con l'ausilio di sagome con massima personalizzazione; radioterapia conformazionale con CCMB (computer-controlled moving bar); da ricordare anche l'ausilio del whole body frame
- IORT (radioterapia intraoperatoria) in cui una singola, alta dose di radiazioni è somministrata nel corso dell'intervento chirurgico, e viene utilizzata in interventi con elevata recidività locale (ad esempio pancreas o retto), permettendo l'irradiamento del letto tumorale con elettroni
- Radioterapia robotica
- Panirradiazione corporea o total body irradiation (TBI). High dose and not high dose TBI for BMT. (Da menzionare anche la low dose e la very low dose TBI).
- Irradiazione sterotassica esterna, che si avvale di archi multipli di trattamento per la distribuzione della dose. Da ricordare anche la 'Gamma Knife' .
- Radioterapia conformazionale con multileaf, con l'ausilio di collimatori multileaf; da ricordare anche la radioterapia conformazionale rotazionale (RCRT) che usa un acceleratore con ‘montato’ un braccio a C. La testata del linac si muove lungo il braccio a C con un angolo massimo solitamente di 60° . La rotazione simultanea del gantry genera una tecnica ‘conica dinamica’ di irradiazione. La radioterapia conformazionale conica dinamica (dyconic CRT) è stata sviluppata combinando la tecnica con un moto continuo di un collimatore multileaf. La dyconic CRT è in grado di ‘erogazioni’ di fasci noncoplanari senza rotazione del ‘tavolo di trattamento’.
- IMRT, cioè la radioterapia a intensità modulata, che permette una differente distribuzione della dose durante l'irradiamento; da menzionare l'utilizzo di tecniche di Image-Guided e Adaptive Radiotherapy e controllo del movimento respiratorio-"Respiratory Gating" .Da menzionare i sistemi: IMAT ossia Intensity Modulated Arc Therapy, VMAT ossia Volumetric Modulated Arc Therapy, Rapid Arc ossia Radiotherapy Technology for Volumetric Arc Therapy;(anche di 360°).
- La tomoterapia, è impiegata per radioterapia a intensità modulata e consta di un apparecchio TC/TAC (Tomografia computerizzata/Tomografia assiale computerizzata) 'sul quale è montato un acceleratore lineare'.
A proposito della tomoterapia, da segnalare le abbreviazioni Ht ( Helical tomotherapy) e MVCT (MegaVoltage Computed Tomography ).
Se si escludono la TBI e la meno frequente TSEI , considerando le diverse tecniche impiegate per il numero dei pazienti, e circa tre 'campi' per paziente, il tempo medio di trattamento per paziente, inteso come la durata di permanenza nel 'bunker’ (sempre sotto osservazione 'visiva-televisiva' e con continua possibilità dello 'scambiarsi comunicazioni' ), è di 15 minuti e comunque non inferiore ai 10 minuti.
I giorni totali dei trattamenti più frequenti sono 1,5,10,13,15,18,23,25,27,30,35,38;(nb trattamenti palliativi e radicali ).
-Il ciclotrone protoni, neutroni e sincrociclotrone P, C+ (protoni e ioni carbonio), vengono invece impiegati per l'adroterapia.
Il nome adroterapia deriva da terapia adronica che deriva da adrone, una particella caratterizzata da forti interazioni. Il vantaggio del loro utilizzo consiste nella capacità di depositare alte dosi di radiazioni nel tumore limitando al massimo le dosi agli organi critici, anche quando questi si trovano molto vicini al 'bersaglio'.
Prevede il ricorso a un ciclotrone dovendo imprimere velocità particolarmente elevate, impossibili da ottenere con acceleratori di tipo lineare.
Gli ioni carbonio utilizzati hanno una efficacia biologica superiore ai raggi X ed anche ai protoni.
- Brachiterapia , (o curieterapia), che consiste nella localizzazione di un'alta dose in un volume molto piccolo, riducendo la tossicità del trattamento, può essere:
- endocavitaria
- endoluminale
- endovascolare
- interstiziale
- da contatto
La brachiterapia (o curieterapia) fino ad ora impiegata può essere classificata come low-dose rate (LDR), medium-dose rate (MDR), high-dose rate (HDR) e pulsed-dose rate (PDR).
Gli isotopi maggiormente usati sono: iridio 192, iodio 125, stronzio 89, cesio 137, palladio 103, oro 198.
-Selective Internal Radiotherapy Therapy, (SIRT): con apposite microsfere vengono trasportate delle particelle radioattive, ad esempio, direttamente nel fegato attraverso l'arteria epatica.
- Radioterapia metabolica,( vedi anche: Medicina nucleare ) in questa metodica si utilizzano delle sorgenti radioattive non sigillate, introdotte nell'organismo per via orale o parenterale, per poter ottenere un'irradiazione omogenea e selettiva dei tessuti tumorali.
La radioterapia può essere fatta pertanto anche con radionuclidi in tecniche apparentate con la medicina nucleare, per esempio la radioterapia della tiroide con 131I, o quella con stronzio, samario o renio per le metastasi ossee. Da menzionare anche tecniche di radioembolizzazione e la radioterapia recettoriale (ad esempio con ittrio-90 ).
Frazionamento
L'intensità di dose, definita come la dose ricevuta nell'unità di tempo, è chiamata meglio tasso di dose[3]; in ogni caso assume importanza notevole, rispetto alla maggioranza dei trattamenti, il frazionamento. Il trattamento radiante esterno è infatti abitualmente non continuo, ma frazionato e viene eseguito seguendo due principali schemi di frazionamento (o somministrazione) della dose:
- convenzionale: la terapia viene eseguita con non più di una frazione giornaliera;
- ipofrazionato: anche qui la terapia viene eseguita con non più di una frazione giornaliera;
- iperfrazionato : la terapia viene eseguita con più di una frazione giornaliera solitamente a non meno di 6 ore l’una dall’altra.
A tasso e frazionamento di dose, volume irradiato e dose totale erogata sono in parte correlabili la tossicità e controllo locale dei trattamenti radioterapici con ottimizzazione dosimetrica e radiobiologica.
Il metodo di somministrare dosi piccole e frequenti è utilizzato specie quando utile a permettere alle cellule e ai tessuti sani di riparare i danni indotti dalle radiazioni, senza alterare l'efficacia sul tumore.
Dosaggio
La radioterapia, come del resto la farmacoterapia, ha ovviamente effetti biologici e la dose totale, erogata ed assorbita, è importante anche in relazione al frazionamento scelto (che si correla al concetto di dose somministrata nel tempo ). Il frazionamento come già espresso è suddivisibile in convenzionale e ipofrazionato ( non più di una frazione al giorno) ed iperfrazionato (più di una frazione al giorno).
La somministrazione dell'irradiazione convenzionale è una volta al giorno per 5 giorni consecutivi per una dose settimanale di 9-10 gray = Gy (comunque non inferiore a circa 7,75 Gy e non superiore a circa 11,85 Gy, ovvero 775-900-1000-1185 centigray = cGy). La dose per frazione giornaliera (1 Gy = 100 cGy) è, non considerando un megafrazionamento, usualmente di:
- 1,8-2 gray (comunque non inferiore a 1,5-1,6 e non superiore a 2,2-2,5 gray) per il frazionamento convenzionale (un frazionamento utilizzato nel passato in alcuni Paesi è stato anche di 2,67 - 2,75 Gy al giorno)
- uguale o superiore a 2,51-2,91 e non superiore a 3,5-3,75 gray per l'ipofrazionamento cosiddetto moderato
- uguale o superiore a 3,76 e non superiore a 5-5,5 gray, comunque non superiore a 7,5-8 gray, per un ipofrazionamento superiore al moderato
- 1-1,6 gray per l'iperfrazionamento
Generalmente l'irradiazione viene effettuata giornalmente (per un massimo di 5 frazioni settimanali) e la dose varia in relazione agli intenti (radicali/sintomatico-palliativi), al tipo di tumore, all'affiancamento ad essa di altre terapie quali la chemioterapia, la chirurgia o l'utilizzo di altre modalita. Nei casi di trattamenti radicali (coi quali si vuole eradicare il tumore), la dose tipica fornita ai tumori epiteliali solidi varia dai 46-50-54 ai 60-70 gray (Gy) o più; per i linfomi le dosi sono comprese fra 20-32,5 e 45 Gy.
Classificazione del trattamento
Spesso la radioterapia ,senza chemioterapia o integrata alla chemioterapia (radiochemioterapia), va inquadrata secondo altre terapie, per patologie altrimenti inoperabili (es.cancro della vescica localmente avanzato) o per poter facilitare l'operazione e ridurre i rischi al paziente o per rendere l'intervento meno mutilante (es.adenocarcinoma del retto), o per migliorare il risultato terapeutico (es.cancro dell'esofago).La radioterapia è in grado anche di consentire la conservazione o la preservazione d’organo oppure una minor mutilazione d’organo.
La radioterapia può essere classificata come:
- Trattamento curativo , volto alla eradicazione del tumore, con obiettivo la cura locoregionale e la guarigione del paziente.
- Trattamento esclusivo, quando viene utilizzata solo la radioterapia per eliminare il tumore; eseguita per patologie virtualmente localizzate e radioresponsive, come ad es. in alcune casistiche di tumori prostatici, tumori del distretto ORL-cervicofacciale, tumori ginecologici, linfoma non aggressivo e a basso stadio
- Trattamento alternativo alla chirurgia ,quando la chirurgia sarebbe preferibile ma non è fattibile per motivi medici/chirurgici
- Trattamento adiuvante, quando è in relazione ad altri trattamenti:
- Trattamento neoadiuvante, quando questa terapia verrà poi seguita da operazione chirurgica ( +/- altri trattamenti)
- Trattamento intradiuvante (IORT), quando la radioterapia viene eseguita durante l'operazione chirurgica, per poter avere un'azione più diretta e localizzata della radioterapia
- Trattamento postadiuvante, quando questa terapia viene eseguita a seguito di operazione chirurgica, (+/- altri trattamenti), assumendo una funzione integrata e complementare per la risoluzione locale della malattia.
- Trattamento adiuvante pre e post-operatorio o a ‘sandwich‘.
- Trattamento precauzionale: la radioterapia viene eseguita, quando, in seguito a trattamento/i radicale/i, si è ottenuta la cura con risoluzione locale di un tumore che, tuttavia, ha un'alta probabilità di ricaduta/e in sede/i virtualmente radioresponsive che per l’appunto vengono sottoposte a radioterapia precauzionale; per converso da segnalare la radioterapia di salvataggio che viene eseguita, quando, dopo aver ottenuta la cura con risoluzione locale del tumore grazie a trattamento/i radicale/i, il tumore si ripresenta nella medesima sede, con una ricaduta virtualmente radiotrattabile.
- Trattamento palliativo; trattamento sintomatico e trattamento antalgico.
Associazione con altre terapie
Spesso la radioterapia viene associata a trattamenti di chemioterapia. In questi ultimi anni, si sta inoltre affermando come valida associazione alla radioterapia, il trattamento di ipertermia oncologica. Tale terapia, riconosciuta dal sistema sanitario nazionale italiano (codice prontuario 9985.2), risulta in un potenziamento dell'effetto della radioterapia consentendo la riduzione delle dosi di radiazioni alle quali si deve sottoporre il paziente con evidenti benefici in termini di riduzione degli effetti collaterali.
Radiobiologia
La radiobiologia è una branca delle scienze bio-mediche, che studia gli effetti provocati dalle radiazioni quando esse interagiscono con un sistema biologico (sole, od in associazione).
Essa ha diversi campi applicativi, correlati all'impiego delle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, quali la vecchia radioterapia non oncologica, la radioprotezionistica, l'imaging, e particolarmente l'oncologia clinico-radioterapeutica e radiochemioterapica.
Per la valutazione delle radiazioni ionizzanti l'unità di misura più utilizzata è il gray, cioè la dose di energia assorbita per unità di massa. Il LET, l'Energia Lineare di Trasferimento, è l'energia rilasciata dalla radiazione per unità di lunghezza. Per quanto riguarda i tessuti biologici (specie dal punto di vista radioprotezionistico), si può parlare di dose equivalente e di dose efficace. Qui l'unità di misura è il Sievert (Sv). La dose equivalente viene calcolata moltiplicando la dose assorbita per un fattore di peso che dipende dal tipo di radiazione. La dose efficace rappresenta la sommatoria delle dosi equivalenti; sommatoria moltiplicata per un fattore di ponderazione tissutale, ovvero per pesi relativi ai vari organi e tessuti; questi ultimi pesi tengono conto della diversa sensibilità alle radiazioni degli organi e dei tessuti irradiati.
Radioprotezione
Tecnica atta a ridurre la dispersione delle radiazioni, ed a ridurne gli effetti collaterali.
Effetti collaterali
La radioterapia è un metodo di cura praticamente indolore di per sé. Nei casi in cui vengano utilizzati trattamenti palliativi risulta inoltre avere anche effetti collaterali minimi (ad esempio, modeste irritazioni cutanee della zona 'bombardata'). Nei casi in cui invece vengano utilizzati trattamenti radicali si possono indurre vari tipi di effetti collaterali che si manifestano durante o nelle settimane successive il trattamento stesso (effetti collaterali di tipo precoce) oppure nei mesi o anni direttamente successivi al trattamento (effetti collaterali di tipo tardivo). Uno di questi effetti collaterali è la fibrosi, un indurimento dei tessuti e delle ghiandole linfatiche nella zona sottoposta a trattamento radiante.
La natura degli effetti collaterali dipende dall'organo trattato, da frazionamento, tasso di dose, tempo totale di trattamento, intervalli nel trattamento, volume irradiato, tipo di tecnica utilizzata. Ogni individuo può presentare delle reazioni proprie, rispetto alla quantità di dose assorbita; inoltre trattamenti successivi su stessi siti trattati in precedenza possono causare particolari problemi: ogni tessuto presenta una tolleranza massima alla radiazione, quindi trattare in periodi diversi dei tessuti, organi o apparati che hanno ricevuto la massima dose anche anni prima può causare vari problemi come effetti collaterali a lungo termine anche a distanza di diversi anni.
Una volta escluse grazie ad apposite e rigorose procedure osservazionali e preventive le possibilità di incidenti, uno degli obiettivi principali della moderna radioterapia è quello di ridurre al minimo gli effetti collaterali, e di aiutare i pazienti a capire e accettare quegli effetti collaterali che non sono eliminabili. Gli effetti collaterali si dividono in acuti e cronici; vi sono state nel tempo diverse definizioni , da diversi autori, circa quando definire acuti o cronici gli effetti collaterali. Si sono definite complicanze immediate quelle entro il primo giorno; danni acuti quelli a partire dal primo giorno successivo all’inizio del trattamento e fino a 180 giorni; danni tardivi o cronici quelli dopo 180 giorni. Effetti collaterali tardivi o cronici sono stati definiti da altri quelli che si verificavano dopo 90 giorni dall’inizio del trattamento ed ancora quelli comparsi 90 giorni dopo la fine del trattamento o quelli non guariti entro 90 giorni dalla fine del trattamento. Dopo lo scritto di Bentzen SM, Overgaard J.,(Clinical manifestations of normal-tissue damage), del 1997, il cut-off più utilizzato per distinguerli sono i 3 mesi (acuti nei primi tre mesi post-trattamento, cronici dopo i tre mesi dal trattamento).
Molti effetti collaterali sono previsti ed attesi. Vi è stata comunque una evoluzione della loro identificazione basata sull’osservazione clinica con follow-up sempre maggiore, correlabile anche con lo svilupparsi delle apparecchiature e delle tecniche di radioterapia e con la modellistica radio-biologica interpretativa, descrittiva e previsionale, (a partire dai modelli utilizzanti un formalismo del modello LQ e nei quali un alfa/beta di 3 è tipico per gli effetti collaterali cronici ed un alfa/beta di 10 è invece tipico per gli effetti collaterali acuti come anche per il controllo tumorale), ma soprattutto sugli studi anatomopatologici e fisiologici.
Di conseguenza ne sono derivate varie classificazioni, le principali delle quali sono dovute a:
- RTOG Radiation Therapy Oncology Group (USA)
- EORTC European Organisation for Research and Treatment of Cancer (EU)
- ECOG Eastern Cooperative Oncology Group (USA)
- NCI National Cancer Institute (USA)
Le classificazioni che più si sono affermate sono dunque:
- RTOG/EORTC-Acute (1984)
- RTOG/EORTC-Late (1984)
- LENT (Late Effects of Normal Tissues) dell’ RTOG (1995)
- SOMA (Subjective symptoms, Objective signs, Management, and Analytical measures) dell’ EORTC (1995)
- LENT SOMA scales for all anatomic sites del 1995, (Int J Radiat Oncol Biol Phys.;31 1049-91,1995)
- CTC o Common Toxicity Criteria for early morbidity del 2000, (Trotti A, Byhardt R, Stetz J et al, Common toxicity criteria: version 2.0, an improved reference for grading the acute effects of cancer treatment: impact on radiotherapy. Int J Radiat Oncol Biol Phys. 47:13–47,2000)
- CTCAE (Common Terminology Criteria for Adverse Events) version 3.0 (ovvero: NCI,comprehensive, multimodality grading system to include both acute and late effects, of cancer treatments) del 2006 e relativa agli effetti collaterali acuti e cronici sia della radioterapia che della chemioterapia. L’ultimo aggiornamento della classificazione CTCA è disponibile dall’1/10/2010.
Principali effetti collaterali acuti
- Leucopenia; danneggiamento dei tessuti epiteliali (radiodermiti e mucositi precoci)
- Infiammazione ed edema della zona irradiata
- Affaticamento
Principali effetti collaterali cronici
Questi effetti possono risultare anche minimi, e dipendono dal tessuto che riceve il trattamento:
- Radiodermiti tardive e fibrosi
- Perdita dei peli o capelli nelle aree irradiate
- Secchezza delle fauci
- Secondi tumori radioindotti o radiochemioindotti
- Lesioni del midollo spinale (rare, e solitamente a livello cervicale e toracico)
- Infertilità
- Radionecrosi
Note
- ^ Congrès international d'electrologie et de radiologie médicales. 3d, Milan, 1906)
- ^ In relazione allo stadio in cui si presentano, nei diversi Paesi, ed in base alla tipologia di presidi di radioterapia ivi presenti
- ^ Alcune volte indicato erroneamente con il lemma rateo di dose, traduzione scorretta del termine anglosassone rate, rapporto, tasso o velocità.
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Recupero lesioni croniche nel malato oncologico
- (Sperimentazione clinica e radioterapia: profilo etico, radioprotezionistico e specialistico)
- (Towards evidence-based guidelines for radiotherapy infrastructure and staffing needs in Europe: the ESTRO QUARTS project;ESTRO = European Society for Therapeutic Radiology and Oncology;QUARTS = QUAntification of Radiation Therapy Infrastructure and Staffing Needs)
- (Accident prevention in radiotherapy,with lessons learned from major radiotherapy accidents including Therac-25 accidents )
- (Quality Assurance in Radiotherapy)
- (Protection of the Patient in Radiation Therapy,Abstract)
- ICRU, sito della International Commission on Radiation Units
- [1](sito di Unbound MEDLINE results for Radiotherapy and oncology )