Chiesa di Maria Santissima Assunta (Castelbuono)
La chiesa di Maria Santissima Assunta è la matrice vecchia di Castelbuono.
La chiesa risale al XIV secolo. I restauri hanno rimesso in luce alcuni elementi di una precedente costruzione del XIII secolo. Si crede che originariamente fosse una moschea, di cui rimangono le due finestre moresche ad archetti tribolati scoperte, durante il restauro, sui muri più antichi. Sembra inoltre che il campanile sia stato costruito sui ruderi di una torre saracena.[senza fonte] La costruzione ha subito nel corso del tempo diversi rimaneggiamenti e attualmente mescola gli stili romano-gotico, gotico-catalano e composito-chiaramontano.
Il prospetto della chiesa è adorno di un portale gotico-catalano con orlatura a foglie rampanti, e di un portico a tre arcate a tutto sesto del XVI secolo, che, originariamente, girava anche sul fianco della quarta navata.
Il campanile richiama lo stile di transizione romanico-gotico. Al centro è una bifora con colonnina marmorea, a cui si appoggiano due archetti ciechi poggianti su piccole mensole scolpite, raffiguranti figure mostruose. La cupola è spezzata da una corona merlata, da cui svetta il pinnacolo rivestito da mattonelle a smalto di gusto moresco.
Alle tre navate della chiesa, alla fine del XV secolo ne venne aggiunta una quarta, con soffitto a cassettoni con trabeazioni che poggiano su mensole scolpite. Sulle colonne sono stati scoperti i frammenti di affreschi trecenteschi con figure di santi e di martiri. Un frammento di pittura a encausto rappresentante "lo Sposalizio di Santa Caterina", di scuola siculo-toscana si conserva accanto alla porta della sacrestia.
Notevole è il ciborio – alto più di quattro metri e largo due – attribuito a Giorgio da Milano ed eseguito intorno al 1493, che si presenta riccamente decorato; alla sommità è raffigurato a mezzobusto il Padre Eterno. Dodici angioletti fiancheggiano il tabernacolo; ai suoi lati stanno seduti i quattro evangelisti e i dottori della Chiesa; nella predella gli apostoli e i redentori.
Il polittico (1520) è stato attribuito prima al De Saliba, (nipote del pittore Antonello da Messina) e più recentemente a Pietro Ruzzolone. Nella parte centrale sono dipinte le figure dell’arcangelo Gabriele e dell’Annunziata, che hanno accanto Sant'Elisabetta e Sant'Anna. Nella parte più bassa la Madonna col Bambino con a destra San Paolo e Sant'Agata, a sinistra San Pietro e Santa Lucia. Qui si conserva la copia del polittico, detto del Beato Guglielmo, il cui originale, trafugato intorno al 1875, si trovava nel Santuario di Santa Maria del Parto.