186º Reggimento paracadutisti "Folgore"
186º Reggimento paracadutisti "Folgore" | |
---|---|
Voci su unità militari presenti su Wikipedia |
Il 186º Reggimento paracadutisti "Folgore" è inquadrato nella Brigata paracadutisti "Folgore".
È erede del 186º Reggimento “Folgore” schierato nella battaglia di El Alamein e ne prende in consegna la bandiera, decorata a medaglia d'oro per il comportamento tenuto nella battaglia stessa. È inoltre decorato di due medaglie d'argento ricevute in Somalia nel 1993 e in Cossovo[1] nel 2004, mentre sono numerosi i paracadutisti del 186º Reggimento che con azioni individuali hanno ricevuto medaglie d'oro, d'argento e di bronzo.
Precedentemente inquadrato come 5º Battaglione "El Alamein", si riscostituisce reggimento nel 1992 nel quadro di ristrutturazione dell'esercito italiano. È di stanza a Siena presso la caserma Bandini ed è fratello del 183º Reggimento paracadutisti "Nembo" di stanza a Pistoia e del 187º Reggimento paracadutisti "Folgore" di stanza a Livorno. Include quindi al proprio interno: una Compagnia Comando e Supporto Logistico (CCSL Sorci Verdi) un Battaglione Paracadutisti (il 5º El Alamein) costituito da tre compagnie fucilieri (XIII Cp Condor, XIV Cp Pantere Indomite, XV Cp Diavoli Neri), una compagnia mortai pesanti (Cp Mo.pe Vampiri) e una compagnia controcarri (Cp CC Peste). All'interno del battaglione vi sono inoltre diverse squadre esploranti, team scorta, unità jtac e tiratori scelti.
Possono approdarvi ufficiali, sottufficiali e volontari di truppa facendo richiesta di entrare nella Brigata paracadutisti "Folgore" nelle rispettive scuole: successivamente sarà necessario superare delle prove fisiche.
Come tutti i reggimenti della Brigata paracadutisti "Folgore" è uno dei più operativi dell'Esercito italiano e nelle numerose operazioni cui ha preso parte ha spesso pagato un prezzo altissimo di vite umane: in Somalia, durante l'operazione UNOSOM II, perde diversi uomini ed è coinvolto nella battaglia del check point pasta il 2 luglio 1993 dove il reggimento conta un caduto, il Paracadutista Pasquale Baccaro e lascia sul campo di battaglia numerosi feriti, tra cui il Sottotenente Gianfranco Paglia. Nei combattimenti del 2 luglio si distingueranno inoltre il Capitano Paolo Riccò decorato di Medaglia di Bronzo al Valore, Comandante della XV Cp Diavoli Neri, il Sergente Maggiore Giovanni Bozzini ed il Sottotenente Romeo Carbonetti decorati a Medaglia d'Argento al Valore, il Caporale Paracadutista Renzo Polifrone e il Paracadutista Carmelo Mandolfo, entrambi decorati a Medaglia di Bronzo al Valore.
Nella recente missione ISAF in Afghanistan il reggimento è coinvolto in numerosi scontri a fuoco contando diversi feriti. Ma il giorno più duro è il 17 settembre 2009: perde 4 uomini nell'attentato di Kabul. Erano effettivi al 186º Reggimento il Tenente Antonio Fortunato, il 1º Caporal Maggiore Matteo Mureddu, il 1º Caporal Maggiore Giandomenico Pistonami e il 1º Caporal Maggiore Davide Ricchiuto.
In Afghanistan il reggimento aveva il Comando del contingente Italiano (denominato ITALFOR XX), ricevendo il plauso di tutte le forze della coalizione ISAF.
il 186º è attualmente Comandato dal colonnello Lorenzo D'Addario.
Storia
Il 1º settembre 1941 si costituisce a Tarquinia (VT) come 2º Reggimento paracadutisti su Comando, Compagnia cannoni da 47/32, V,VI e VII Battaglione paracadutisti. È inquadrato nella Divisione paracadutisti di nuova costituzione, unitamente ai Reggimenti 1º Paracadutisti e Artiglieria. A tali unità si unisce, il 10 marzo 1942 anche 1l 3º Reggimento paracadutisti. Il 27 luglio 1942, per l'impiego in Africa Settentrionale la Grande unità prende il nome di 185ª Divisione di fanteria "Folgore", ed i reggimenti vengono rinumerati. Il 2º Reggimento Paracadutisti diviene 186º Reggimento Fanteria "Folgore". All'interno del reggimento vi sono dislocati due battaglioni: il 5º (13ª, 14ª e 15ª Cp) e 6º (16ª, 17ª e 18ª Cp).
Nell'epica battaglia di El Alamein, sotto il comando del colonnello paracadutista Pietro Tantillo, il reggimento è investito il giorno 24 ottobre da violenti attacchi da parte del 1º e 2º battaglione della Legione straniera francese. In particolare, nella depressione di El Qattara, il 5º Battaglione viene investito alle spalle, ed è costretto ad opporsi con gli uomini senza poter utilizzare i mortai. I paracadutisti del 5º si organizzano a piccole squadre di 4-5 uomini andando all'assalto dei francesi con una tale tenacia da costringerli al ritiro.
Nonostante giorni e giorni di furiosi scontri, il 186º riesce a tenere saldamente il fronte che le è stato assegnato, respingendo sempre il nemico enormemente superiore per mezzi ed equipaggiamento: la linea di resistenza è rimasta intatta, ma il prezzo pagato altissimo. Il 6º battaglione si immola quasi completamente per mantenere le posizioni, mentre il 5º conterà solo poche decine di superstiti tra Ufficiali, Sottufficiali e Paracadutisti.
Il 6 novembre 1942, quando giunge l'ordine di ripiegamento, esce quindi invitto ma decimato ed i pochi superstiti vengono inquadrati nel 285º Battaglione di formazione che, dopo aver combattuto a in Tunisia e nell'ultimo epico scontro di Takrouna, cessa di esistere con la X Armata nel maggio 1943. Tredici Medaglie d'oro ad ufficiali sottufficiali e paracadutisti testimoniano il valore dimostrato dai "ragazzi della Folgore" nel breve ciclo operativo del reggimento.
Dopo la guerra vengono ricostituite le unità paracadutisti e le glorie del 186º Reggimento vengono ereditate dal V Battaglione del 1º Reggimento Paracadutisti. Il Battaglione diviene autonomo con la ristrutturazione del 1975 come 5º Battaglione Paracadutisti "El Alamein" e prende in consegna la Bandiera di Guerra del 186º. Nel 1982 partecipa alla missione "Libano 2" in Beirut e nel 1991 alla operazione "Airone" in Iraq.
Il 16 settembre 1992 il 186º Reggimento paracadutisti "Folgore" viene ricostituito. Fino al dicembre dello stesso anno partecipa all'operazione Vespri Siciliani in Palermo e dal 28 dello stesso mese viene trasferito in Somalia dove partecipa all'operazione UNOSOM II. In seguito prende parte alle numerose operazioni di ordine pubblico in patria e di mantenimento della pace all'estero. Sarà presente in Albania, Bosnia, Cossovo, Libano, Afghanistan e con alcuni uomini in Iraq nell'operazione Antica Babilonia.
Missioni
- gennaio 1983 - febbraio 1984 - Libano, Operazione Libano 2
- marzo - settembre 1986 - Italia, Lampedusa, Operazione Girasole
- ottobre - dicembre 1990 - Italia, Calabria, Operazione Aspromonte
- gennaio - aprile 1991 - Iraq, Operazione Provide Comfort
- aprile - luglio 1992 - Sicilia, Operazione Vespri Siciliani
- marzo - luglio 1993 - Somalia, Operazioni Restore Hope - IBIS
- maggio - ottobre 1999 - Bosnia, Operazione Constant Forge
- maggio - ottobre 2000 - Albania, Operazione Joint Guardian
- luglio 2001 - Genova, Operazione G8
- ottobre 2001 - febbraio 2002 - Cossovo, Operazione Consistent Effort
- gennaio - luglio 2004 - Cossovo, KFOR Decisive Endeavour
- ottobre - novembre 2005 - Cossovo, Operazione Determined Effort
- aprile - agosto 2007 - Libano, Operazione Leonte
- novembre 2008 - gennaio 2009 - Italia, Caserta, Operazione Strade Sicure
- aprile - ottobre 2009 - Afghanistan, Operazione ISAF
Onorificenze
— Africa settentrionale, 23 ottobre - 6 novembre 1942
— Somalia, 27 dicembre 1992 - 8 giugno 1993
— Dakovica, Belo Polje, Decane, Bica, Grabac (Kosovo) 17-18 marzo 2004
Curiosità
- Il 5º Battaglione paracadutisti, futuro 186º Reggimento, presidiò l'isola di Lampedusa durante la crisi Italia - Libia del 1986. Subito dopo l'attacco missilistico libico venne anche preparato un piano di contrattacco che dovevano svolgere i paracadutisti, abbandonato però a favore della linea diplomatica e delle operazioni navali.
- Il reggimento ha partecipato al G8 di Genova nel luglio del 2001 occupandosi della sicurezza dell'aeroporto insieme agli altri reggimenti della Brigata Paracadutisti Folgore. Nei giorni del meeting i Paracadutisti del 186º Reggimento hanno effettuato la sicurezza perimetrale dell'Air Force One del Presidente USA George W. Bush.
- Per la prima volta in una missione estera, durante l'operazione ISAF 2009 la scorta del comandante della Brigata paracadutisti "Folgore", generale Rosario Castellano, era composta da paracadutisti del 186º Reggimento. In passato è stato un lavoro esclusivo degli incursori del 9º Reggimento "Col Moschin".
- Il 26 agosto 2010 una squadra composta da 12 paracadutisti del 186º Reggimento ha raggiunto la vetta del Monte Bianco con la propria bandiera di guerra. Con tale gesto i paracadutisti hanno voluto ricordare tutti i caduti nelle missioni internazionali.
Note
- ^ Vedi DOP. La pronuncia classica, Còssovo /ˈkɔssovo/, è variamente attestata: cfr. «La battaglia di Còssovo in cui l'impero di Serbia perì» (Giosuè Carducci); «Ti chiaman di Còssovo al piano» (Gabriele d'Annunzio). L'accentazione Cossòvo /kosˈsɔvo/, all'albanese, è invece priva di riscontro storico, sebbene attestata nell'uso giornalistico contemporaneo. Del resto, Cossovo è un nome serbo (Kosovo Polje, la "Piana dei Merli").