Mausoleo di Santa Costanza

monumento funerario della Roma antica, poi convertito in luogo di culto cattolico

Il Mausoleo di Costantina è una chiesa di Roma sita in via Nomentana, all'interno del complesso monumentale di Sant'Agnese fuori le mura

Vista esterna
Vista dell'interno
Mosaico della consegna della legge (traditio legis): vi si nota raffigurato un Cristo imberbe
Sarcofago di Costantina, oggi conservato ai Musei Vaticani

Storia

Fu fatto costruire nel 350, come proprio mausoleo, da Costantina, figlia di Costantino I, a ridosso della Basilica costantiniana, presso la sepoltura di sant'Agnese, della quale Costantina era una devota. Vi furono sepolte sia Costantina sia la sorella Elena. L'edificio fu detto "di Santa Costanza" a seguito del fatto che Costantina erroneamente fu scambiata per una santa. Il mausoleo, come la basilica (oggi allo stato di rudere) al cui fianco sinistro era collegato, fu di proprietà imperiale, e non ecclesiastica, e dopo esser stato utilizzato come battistero della basilica di Santa Agnese, divenne chiesa autonoma nel 1254 per volere di papa Alessandro IV.

Nel Rinascimento, a causa delle sue caratteristiche spaziali e del suo grado di conservazione, fu oggetto di un grande interesse da parte degli architetti,[1] anche se le scene di vendemmia hanno fatto si che per secoli l'edificio è stato erroneamente identificato come un tempio di Bacco.

Architettura

Questo edificio introduce motivi dell'architettura paleocristiana pur rappresentando la fase finale dell'architettura tardo antica. Il mausoleo ha una pianta centrale con un vano circolare coperto da una cupola ed illuminato da dodici finestre superiormente concluse ad arco che definiscono una fascia luminosa intorno al tamburo. La cupola poggia su 12 coppie di colonne, binate in senso radiale, disposte ad anello. Esternamente le colonne delimitano un deambulatorio (corridoio anulare) coperto da volte. Tale struttura crea spazi fortemente caratterizzati dal contrasto tra luce e penombra[2]. La pianta circolare di questo come di altri edifici paleocristiani viene riferita a modelli provenienti dall'architettura romana, utilizzati in mausolei funebri o ninfei come il Tempio di Minerva Medica dell'inizio del IV secolo (ninfeo degli Horti Liciniani),[3] anche se la presenza del deambulatorio esterno rappresenta un elemento tipico dell'architettura paleocristiana che qui trova una delle sue prime applicazioni.[4] All'esterno dell'ambulacro correva un altro anello, oggi scomparso, in modo simile al di poco posteriore, Chiesa di Santo Stefano Rotondo. La spessa parete esterna presenta numerose nicchie verso l'ambulacro, una delle quali ospitava il sarcofago in porfido di Costantina, ora ai Musei Vaticani.

Quando il mausoleo fu trasformato in battistero, all'esterno fu realizzato un nartece, costituito da un piccolo atrio absidato ai lati, che precede la chiesa vera e propria.[5] All'interno si notano ancora i basamenti di una fonte battesimale.

Mosaici

La cupola dell'edificio era, in origine, ricoperta di mosaici, eliminati intorno al 1620 in quanto in pessimo stato. Le pareti del tamburo erano invece decorate ad opus sectile, con tarsie di marmi preziosi. Di tali opere rimangono alcune testimonianze in disegni del XVI secolo.

Esistono ancora, invece, i mosaici, originari del IV secolo, della volta anulare che copre l'ambulacro. Vi sono rappresentati motivi geometrici e naturalistici (pavoni, colombe, rami con frutti) e scene di vendemmia, oltre a clipei con ritratti in uno dei quali probabilmente è riconoscibile la stessa Costantina. Nei mosaici viene riconosciuto uno dei primi casi adattamento di temi pagani alla nuova iconografia cristiana.

Anche nelle nicchie sono presenti dei mosaici tra cui la Traditio legis e la Consegna delle chiavi a san Pietro che, seppure pesantemente restaurata, rappresenta uno dei primi esempi di tale raffigurazione che simboleggia il primato del papato[6].

Note

  1. ^ A. D'Onofrio, Il Rinascimento riscopre l'antico. Il Mausoleo di Costantina attraverso i disegni del Rinascimento in "Roma Salaria",(a cura di A.Thiery),Roma, 2001
  2. ^ Giulio Carlo Argan, L'architettura protocristiana, preromanica e romanica, Edizioni Dedalo, 1993(1978).
  3. ^ Giulio Carlo Argan, Op. cit., Edizioni Dedalo, 1993(1978).
  4. ^ Sergio Bettini, Lo spazio architettonico da Roma a Bisanzio, 1995.
  5. ^ Il nartece potrebbe essere invece l'elemento di raccordo con la navata laterale della scomparsa basilica costantiniana di Santa Agnese: A. D'Onofrio, Op. cit. Roma, 2001
  6. ^ Gerhart B. Ladner, Il simbolismo paleocristiano. Dio, cosmo, uomo,Editoriale Jaca Book, 2008 ISBN 8816408227

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