Dante's Inferno (videogioco 2010)
Dante's Inferno è un videogioco disponibile per PlayStation 3, Xbox 360 e PlayStation Portable, uscito per PS3 e Xbox 360 il 5 febbraio 2010, e il 26 febbraio 2010 per Playstation Portable. È stato sviluppato da Visceral Games, ed è liberamente ispirato alla Cantica dell'Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri. Recentemente è uscita una versione di Dante's Inferno anche sul noto social network Facebook.
{{{nome gioco}}} videogioco | |
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Piattaforma | PlayStation 3 |
Genere | Azione |
Sviluppo | Visceral Games |
Pubblicazione | Electronic Arts |
Periferiche di input | Sixaxis o DualShock 3, Controller Wireless, Gamepad, Tastiera e mouse |
Fascia di età | 18+ |
Espansioni | St. Lucia Edition |
Trama
Dante's Inferno è ispirato molto liberamente alla prima cantica della Divina Commedia. Il giocatore controlla Dante, un veterano della terza crociata, che ha lasciato la sua amata Beatrice e cerca di salvare la sua anima da Lucifero, che ha bisogno di essa per liberarsi dall'Inferno e tentare nuovamente di riprendere il Trono di Dio. Nel suo viaggio attraverso i terribili gironi dell'Inferno, Dante si confronta con i propri peccati, il passato della sua famiglia e i suoi crimini di guerra.
Prologo
Dante, il protagonista del gioco, sta cucendo della seta ricamata sul suo stesso petto mentre si trova in una "selva oscura" e grida dal dolore quando l'ultimo ricamo è finito. La seta immediatamente inizia a mostrare i flashback della sua vita prima dell'inizio del gioco. Nel primo flashback, a Dante e ai cavalieri suoi seguaci viene ordinato da re Riccardo di custodire 3000 prigionieri arabi nella città di Acri, che sarebbero poi serviti come merce di scambio per la restituzione della sacra reliquia, nelle mani di Saladino; Dante non ci sta, e massacra i civili innocenti in un eccesso di rabbia. Gli eventi riprendono durante l'attacco alla cittadella di Acri, durante il quale Dante si ritrova a massacrare molti soldati nemici. Successivamente, Dante viene pugnalato alle spalle da un Arabo, e lasciato morire. Subito dopo, appare la Morte che lo prepara alla "dannazione perpetua per i suoi peccati"; Dante però rifiuta la dannazione, affermando che il vescovo di Firenze ha promesso a tutti i crociati l'assoluzione dai loro peccati, ma il Triste Mietitore afferma che il vescovo non ha alcun potere. Spaventato dall'idea che il vescovo gli abbia mentito, Dante decide di redimersi. In un atto di coraggio, sconfigge la Morte e prende la sua falce come trofeo di guerra dopo averla usata per sconfiggere il precedente proprietario. Egli quindi ritorna a Firenze per trascorrere il resto della sua vita in pace insieme all'amata Beatrice, ma scopre che suo padre e la sua donna sono stati uccisi. Beatrice appare a Dante come spirito, rivelandogli che a causa sua è dannata; subito dopo appare l'ombra di Lucifero, che trascina via l'anima di Beatrice. Inseguendoli, Dante inizia il suo viaggio per salvare l'anima di Beatrice, affrontando un'armata di non-morti e dirigendosi verso una chiesa dove vede Beatrice sparire. Disperato, Dante chiede aiuto alla croce che fu donata a lui proprio da Beatrice, e in quel momento inizia un flashback che mostra Dante giurare fedeltà a Beatrice, la quale gli dona la sua croce. Dopo aver trasformato così la croce in un'arma mistica, la chiesa crolla su sé stessa e, sotto di essa, appaiono le Porte dell'Inferno. Qui Dante incontra lo spirito di Virgilio, mandato da Beatrice a fargli da guida, che gli dona la sua prima magia (il Cammino di Virtù). Dopo aver domato una bestia demoniaca, Dante usa la forza sovrumana della bestia per aprire il gigantesco portone e qui si getta nelle profondità della Città Dolente.[1]
- Boss: Morte.
Primo cerchio - Limbo
Dante inizia la discesa all'Inferno, combattendo demoni e dannati. Prima si trova nel vestibolo dell'inferno, dove soffrono i pusillanimi, coloro che per paura non agirono né a favore del bene né a favore del male. Essi, a differenza degli altri dannati, che sono portati a delle prigioni per poi essere condotti all'inferno, sono condannati a cadere come comete senza potersi fermare. Giunge in sèguito sulle rive dell'Acheronte, nei pressi delle prigioni dove i dannati attendono di essere portati all'inferno. Superatele, Dante incontra Beatrice accompagnata da Lucifero, o meglio, dalla sua ombra. Costui dice che, dato che Dante ha tradito il patto con Beatrice, sarà lui a sposarla. Poi scompaiono entrambi. Durante questi fatti, Dante vede Caronte il traghettatore, mentre sta caricando una grande quantità di dannati. Prima di dirigersi verso il nocchiero, Dante si intrufola a bordo e qui si ritrova a dover combattere con una nuova ondata di demoni, qui doma un'altra bestia e, col suo aiuto, strappa via la testa del nocchiero, che successivamente lancia nel vuoto. Senza il suo traghettatore, la barca va fuori rotta e Dante si lancia fuori bordo, su una vicina scogliera. È giunto nel primo cerchio dell'Inferno, il Limbo. Qui vi sono le anime di persone che non hanno peccato, ma, non avendo creduto nel cristianesimo, non possono accere al Purgatorio né al Paradiso. Dopo aver affrontato i bambini non-battezzati dentro un palazzo ed aver visto i pagani virtuosi, Dante raggiunge il serpentino Re Minosse, il Giudice dei Dannati, infuriato in quanto Dante lo ha oltraggiato replicando ad un suo giudizio. Dante riesce a sconfiggere il giudice dell'Inferno e ad aprirsi la strada verso il secondo cerchio.
- Anime condannate: Ponzio Pilato, Orfeo, Elettra.
- Boss: Re Minosse.
Secondo cerchio - Lussuriosi
Raggiunto il secondo cerchio dell'inferno, Dante deve salire sulla torre a forma fallica dei peccati carnali nel mezzo di una feroce bufera senza fine che trascina le anime dei peccatori carnali, le sferza e le scaglia sia contro rocce sia contro altre anime. Dopo aver superato l'incessante tempesta ed essersi fatto strada fra numerose tentatrici lussuriose, Dante giunge sulla cima della torre e lì trova Beatrice, vestita come una sposa infernale. Durante la crociata, infatti, Dante aveva fatto la promessa di non toccare altra donna che lei, ma ad Acri una schiava aveva offerto sé stessa a Dante in cambio della sua libertà e di suo fratello; Beatrice aveva fatto il patto di andare con Lucifero se Dante fosse stato infedele. Dimenticato da colei che ama, Dante si ritrova a dover sconfiggere Cleopatra, che lo tenterà sessualmente, e il suo amato Antonio, prima che la torre crolli.[2]
- Anime dannate: Francesca da Polenta, Paolo Malatesta, Semiramide.
- Boss: Cleopatra e Marco Antonio.
Terzo cerchio - Golosi
Dopo aver sconfitto sia Minosse che Cleopatra, Dante sconfigge il "gran vermo", Cerbero, prima di passare attraverso il terzo cerchio, una grande terra fatta di organi umani viventi, piogge di vomito umano e demoni dall'appetito insaziabile. Le anime sono immerse nel fango putrido e flagellate dalla pioggia, quando non sono straziate da Cerbero, che, sconfitto dal guerriero, concede loro una temporanea tregua, e da altri demoni del cerchio. Il crociato entra in una zona segreta del cerchio, diversa dalle altre, dove incontra l'ombra di Lucifero, che lo deride per aver creduto alle menzogne del vescovo e gli mostra una scena dove Dante scopre di essere il vero responsabile della morte di Beatrice: sia lei che Alighiero sono stati uccisi dal fratello della schiava (il quale si scopre essere in realtà suo marito) con cui Dante aveva tradito il patto con Beatrice. Il fiorentino irato sfida Lucifero, che lo sfida a continuare nel viaggio. Passato questo, Dante viene fermato dalle tracce di suo padre, verso il girone degli avari.
Quarto cerchio - Avari
Dante entra nel cerchio degli avari e dei prodighi, che possiede una natura meccanica in confronto ai gironi precedenti. In questo cerchio i dannati sono continuamente immersi nell'oro fuso, la cui distribuzione viene decisa dalla Ruota della Fortuna, che gestisce il luogo di pena. In questa "zona di tortura," Dante si confronta con gli orrendi enigmi del dio caduto Pluto prima di affrontare suo padre Alighiero. Alighiero condusse una vita tutt'altro che pia: donne, abusi, truffe e voglia maniacale di ricchezza. Dante ritiene che sia stato lui, con il suo esempio, a influenzarlo sin da piccolo e a trasformarlo nell'uomo che è adesso, nonostante Alighiero continui a ripetergli che è il figlio stesso, e non lui, il responsabile del modo in cui è vissuto. Fra i due nasce un violento scontro che vedrà Dante emergere vincitore, per poi assolverlo.
Quinto cerchio - Iracondi
Dante discende nel quinto cerchio dell'Inferno e sale su Flegiàs, un demone fiammeggiante gigante, che Dante deve cavalcare per attraversare il fiume Stige, una palude di fanghi tossici in cui giacciono gli iracondi sia "attivi" sia "tristi", cioè coloro che la covarono dentro di sé senza manifestarla. I primi si percuotono a vicenda sulla superficie; i secondi, sepolti sotto, fanno ribollire la superficie della palude con i loro sospiri. Fuggendo dalla furia del gigantesco guardiano, Dante vede Beatrice offrire sé stessa a Lucifero, il quale corrompe la sua anima è la trasforma in un essere malvagio. Il crociato usa allora Flegiàs per attraversare la città di Dite, la cui guardia è affidata ai potenti angeli caduti.
- Anime dannate: Budicca, Ecuba, Filippo Argenti.
- Boss: Flegiàs.
Sesto cerchio - Eretici
Dopo essere entrato nella capitale dell'Inferno, l'infernale città di Dite, Dante discende nell'antro degli eretici, condannati a giacere in tombe infiammate e inchiodati a croci rovesciate brucianti. I Sacerdoti oscuri e i necromanti sono liberi dal gioco del diavolo, a patto che stiano di guardia al cerchio. Dopo essersi fatto largo tra decine e decine di dannati, Dante si incammina verso il cerchio dei violenti.
- Anime dannate: L'Imperatore Federico II, Cavalcante de' Cavalcanti, Farinata degli Uberti.
Settimo cerchio - Violenti
Ad attendere Dante nel settimo cerchio, ci sono tre orribili gironi in cui altrettanto terribili sono gli arcidemoni che controllano i dannati: i primi due sono il Flegetonte (il fiume senza fine di sangue ribollente che tormenta chi fu violento con gli altri) e la Foresta dei suicidi (per quelli che furono violenti contro loro stessi), dove Dante incontra sua madre con suo grande orrore. Sua madre non aveva la forza di resistere a suo padre e così si tolse la vita; convinta dell'innocenza in Beatrice, incita Dante a continuare, dopo che quest'ultimo avrà assolto la sua anima. Dentro il Deserto delle Sabbie Brucianti per quelli che furono violenti contro Dio, Dante incontra il suo migliore amico nonché fratello di Beatrice, Francesco, che venne condannato a morte durante la crociata per essersi preso la colpa del massacro che Dante aveva fatto ai prigionieri di guerra. Ora orribilmente sfigurato, Francesco desidera vendetta contro Dante per come sono andate le cose. Lo scontro vedrà emergere Dante vincitore e Francesco, ormai allo stremo delle forze, offrirà la sua anima a Dante, che quest'ultimo deciderà di assolvere.
- Anime dannate: Attila, Pier delle Vigne, Brunetto Latini, Guido Guerra.
- Boss: Francesco Portinari (fratello di Beatrice).
Ottavo cerchio - Fraudolenti
Dopo aver salvato il suo amico Francesco, Dante si trova sulla schiena della statua mobile Gerione, che lo trasporta all'ottavo cerchio dell'inferno dove sono puniti i fraudolenti, coloro che, con l'inganno, arrecarono danno al prossimo che però non aveva particolari motivi di fidarsi di loro. Il penultimo cerchio è un molto stretto, maleodorante, oscuro e profondo pozzo, diviso in dieci zone chiamate Malebolge, ognuna per tipo di frode punita lì. Su sfida di Beatrice, Dante affronta le dieci arene delle Malebolge la cui guardia è affidata al demone Malacoda. Il guerriero inizia la discesa nelle arene che contengono molti più nemici degli altri cerchi e in cui è necessario affrontare particolari prove per accedere alla bolgia successiva. Dante vince anche questi scontri e sconfigge il guardiano Malacoda, e finalmente incontra Beatrice dopo l'antro dei Falsari. Il crociato chiede all'amata di andare con lui, poiché ha affrontato tutti i suoi peccati e può portarla a casa; ma la regina dell'Inferno lo contraddice e gli mostra il suo peccato più oscuro: il tradimento di Francesco che, presosi la colpa del massacro di Dante, era stato giustiziato mentre l'amico lo aveva lasciato al suo destino rompendo la promessa fatta a Beatrice di proteggerlo. Dante, distrutto, rinuncia al viaggio, affermando che il suo posto è all'inferno, ma che quello della donna è in Paradiso. Vedendo la sua croce, Beatrice, sorpresa, viene assolta. Un angelo prende la sua anima e la porta in cielo e dice a Dante che presto la rivedrà, e che la battaglia che sta combattendo è molto più importante di quanto creda.
- Anime dannate: Taide la cortigiana, Tiresia, Mirra.
- Boss: Malacoda.
Nono cerchio - Traditori
Avendo girato tutto l'Inferno, essendosi confrontato con i propri peccati, ed essendosi redento agli occhi di Beatrice, Dante ora supera dei giganti per attraversare le terre congelate del Cocito e affrontare finalmente Lucifero. Il guerriero si rende però conto di aver distrutto, durante il viaggio, le catene di Giudecca che tenevano imprigionato il Diavolo che, dopo la caduta di Dante nella Giudecca, si libera dalla prigionia. Lucifero si manifesta a Dante in una forma mostruosa: un gigante con due ali da pipistrello e tre facce: una rossa, una nera ed una gialla. Il guerriero si batte arduamente fino a quando il Diavolo rivela il suo vero piano: attrarre Dante nell'Inferno usando Beatrice come esca. Lucifero ha sempre tentato di liberarsi usando le anime di grandi peccatori, ma solo l'ex crociato ha un'anima cosi nera da liberarlo. Il gigante si apre il ventre da cui esce Lucifero nella sua vera forma: il corpo gigantesco era solo un'altra prigione. Ne esce un duro scontro che però non vede nessun vincitore. L'"imperator de lo doloroso regno" tenta di scoraggiare Dante mostrandogli la scena in cui il crociato veniva pugnalato alle spalle: in realtà Dante era stato davvero ucciso, e non era sopravvissuto alla morte. Le parole di Lucifero, e quelle di Caronte, diventano chiare: Dante è morto, e dunque dannato per sempre. Nessun anima può lasciare quel luogo. Ma Dante, con l'aiuto di suo padre, di sua madre e di altre persone che ha assolto, ri-imprigiona Lucifero e viene assolto da tutti i suoi peccati. Esausto, Dante sta per svenire quando viene raccolto dall'anima di Beatrice, e si risveglia nudo in un un altro piano d'esistenza... Uscito dall'Inferno, vede la montagna del Purgatorio ed esclama: "Io non morì, né rimasi vivo", dopo di che si strappa la croce che, una volta caduta a terra, si tramuta in un serpente che ritorna nell'Inferno; una risata diabolica si sente flebile in sottofondo mentre compare la scritta "Continua...".
- Anime dannate: Frate Alberigo, Mordred, Il Conte Ugolino.
- Boss: Lucifero.
Personaggi principali
Il protagonista del gioco. I riferimenti al vero Dante Alighieri sono molto pochi: si sa dall'anime che in gioventù desiderava diventare poeta, e che conosce la sua compagna Beatrice fin dall'infanzia. È nato a Firenze, ed in un periodo non precisato fu esiliato come il vero poeta fiorentino, e la sua famiglia fu in conflitto con quella del suo rivale, Filippo Argenti, che fece di tutto per impedire che lui tornasse in patria. Presumibilmente nel periodo in cui è ambientato il gioco, il fiorentino è stato assolto dal castigo. Nato da Alighiero e Bella Alighieri, crebbe tra l'amore della madre e la crudeltà del padre, ma il suo passato è sconosciuto. Si innamora di Beatrice Portinari e inizia una serena relazione con lei. La loro storia è però interrotta dalla Terza crociata, cui Dante deve partecipare. Prima di partire per la guerra, Dante promise a Beatrice di esserle sempre fedele, e partì insieme al suo migliore amico e fratello di Beatrice, Francesco. Convinto di essere protetto dalla benedizione della Chiesa, l'eroe commise azioni atroci e lasciò trasparire il suo lato oscuro, mostrandosi incline ai peccati della carne, all'odio e al fanatismo religioso e alla infedeltà a diverse promesse. Dopo tre anni di guerra, Dante torna a casa per rivedere Beatrice, ma lo attende una brutta sorpresa...
Fedele compagna di Dante, non si sa nulla sul suo passato o sulla sua famiglia, se non che ha un fratello di nome Francesco, migliore amico del suo amante. Conosce il protagonista fin dall'infanzia. La sua anima è pura, piena di virtù, ed è infatti destinata al Paradiso. Il suo unico peccato fu quello di offrirsi a Dante fuori dal matrimonio, ma lo fece solo perché egli le giurò di esserle sempre fedele. Ma la lontananza dall'eroe non fu un bene per lei, che albergava nella cascina del crudele padre di Dante, Alighiero, che, nonostante le cure riservatele, la inquietava. Nell'anime, inoltre, un inatteso figlio avuto da Dante ed un successivo aborto peggiorano molto la situazione. Al ritorno, Dante trova la sua amante morta e la sua anima trascinata nell'inferno da Lucifero, che la considera sua perché ella ha perso una scommessa con lui. Dante tenta il tutto per tutto per salvarla, gettandosi nel cieco mondo, ma non sa che il ruolo di Beatrice, per Lucifero, non è solo quello di sposa infernale...
Il poeta latino autore dell'Eneide è forse il personaggio con il ruolo più fedele all'opera originale. Virgilio è considerato un pagano virtuoso, senza peccato, ma non essendo un credente, anche se morto prima della nascita di Cristo, non può accedere al Paradiso. Ciononostante, essendo senza peccato, non viene neanche punito. È collocato nel primo cerchio dell'Inferno, il Limbo, insieme a tante altre persone non credenti ma con diversi meriti terreni, e a bambini morti prima di essere battezzati. Viene chiamato da Beatrice per aiutare Dante ad uscire dalla spirale del peccato e per guidarlo lungo l'Inferno; e nel poema originale anche nel Purgatorio. A differenza del poema originale, il Virgilio del videogame e dell'anime è puro spirito (non ha il "corpo aereo"), e quindi non può aiutare Dante nei combattimenti. Fedele al poema, svolge il ruolo di guida, descrivendo i vari cerchi e talvolta donando reliquie, ma non aiuta Dante negli scontri (come invece nel poema fa con Cerbero) o in alcuni punti difficili da attraversare.
L'antagonista principale del gioco, il suo ruolo è stato molto ampliato ed ingigantito rispetto al poema originale. Era uno degli angeli più vicini a Dio, il primo di tutti ad esser creato. Ed è stato quello più splendente, bello e potente, il cui potere era secondo solo a quello di suo padre, Dio. Inoltre, era quello che più di tutti godeva dell'amore di Dio. Tuttavia, a causa di ciò, divenne ben presto arrogante, anche se non al punto di commettere azioni sacrileghe. Ciò che causò la rottura tra lui ed il suo creatore, fu la nascita dell'uomo. L'angelo fu geloso dell'amore che Dio nutriva per esso, anche perché riteneva che l'ultima creazione di suo padre fosse impura ed incline al peccato più di ogni altra cosa (nonostante l'uomo non avesse ancora mai peccato né ancora vi fosse il Male nella Creazione), e quindi accusò Dio di non essere poi così "perfetto" od "onnisciente". Nello scontro finale con Dante, afferma di averlo ingannato come ingannò Eva con la mela, ma non è chiaro se le cose siano andate come scritto nella Genesi o se la sua fosse solo ironia. Quel che è certo è che Lucifero scatenò una rivolta contro Dio, alleandosi con molti altri angeli che sarebbero divenuti i diavoli. Sconfitto, l'angelo fu privato dei propri poteri, scacciato dai cieli e scagliato sulla Terra che, "inorridita" dalla sua presenza, si aprì facendolo sprofondare fino al suo centro. Il fosso creato diviene cosi l'Inferno, mentre la materia ritiratasi divenne la montagna del Purgatorio. Lucifero venne imprigionato per sempre in quel luogo insieme a tutti gli altri angeli caduti, cui sarebbero succeduti in sèguito tutti gli uomini che, come loro, si sarebbero ribellati alla legge di Dio, divenendo i dannati. Divenuto il Diavolo e signore dell'Inferno, Lucifero creò le pene infernali con cui punire i peccatori e si sposò numerose volte con diverse donne dannate, anche se questo fatto è descritto solo nell'anime ed in modo non approfondito. Ciononostante, non accettò mai la sconfitta e il suo nuovo stato: era ormai prigioniero in un luogo pervaso di sofferenza, e solo la sua ombra poteva muoversi liberamente. L'imperatore del doloroso regno da sempre tenta di liberarsi per attuare la sua vendetta, e nel suo ultimo piano sono coinvolti Dante e la sua prossima sposa infernale, Beatrice...
Presente solo come personaggio giocabile in modalità cooperativa (da aggiungere attraverso un'espansione scaricabile a pagamento dove un secondo giocatore la impersona). Appare come un angelo guerriero.
Abitanti dell'Inferno
Nemici
- Soldati musulmani: sono i primi nemici ad essere affrontati da Dante e compaiono solo nella cittadella di Acri. Sono simili per movenze agli schiavi dell'inferno.
- Soldati non-morti: sono presenti in gran quantità nella prima parte del gioco, durante la discesa negli inferi. Questi soldati non-morti attaccano con una corta arma e si muovono in gruppi numerosi.
- Schiavi dell'inferno: del tutto identici ai Soldati non-morti. Si trovano all'interno dell'Inferno.
- Schiavi della Gola: questi non-morti sono più forti e veloci dei loro predecessori. Simili agli schiavi normali, sono coperti di melma. Una volta sconfitti, si decompongono in una pozza di fango nociva a Dante per un breve periodo.
- Schiavi dell'Avarizia: i più forti della loro categoria, non-morti che vagano costantemente alla ricerca di ricchezze. Saltellano velocissimi intorno a Dante, creando diverse difficoltà in gruppi numerosi.
- Schiavi esplosivi: schiavi degli inferi che portano in sé un'enorme ira. Attaccano facendosi esplodere, danneggiando sia Dante che i nemici.
- Pesti: Nemici volanti simili a pipistrelli, si spostano in gruppi e sparano dardi infuocati dalla coda. Sono presenti in tutti i gironi.
- Demoni: Simili alle Pesti, questi volatili sono più resistenti e sparano getti ghiacciati.
- Spiriti di Fuoco: Anime tormentate costituite di solo fuoco. Non possono essere danneggiate fino a che non vengono "raffreddate" dagli attacchi della croce o dall'incantesimo "Cammino di Redenzione". Poi è possibile distruggerle con la falce.
- Guardiani del fuoco: Spiriti simili agli Spiriti di fuoco, ma che possono tramutarsi in cenere. Ciò rende più difficile colpirli, in quanto è necessario aspettare che s'infiammino per attaccarli. Inoltre possono attaccare anche sotto forma di cenere.
- Avari-Prodighi: Anime dannate per due peccati opposti, la loro punizione è quella di essere fusi in un solo corpo. Queste anime hanno due gambe e due busti per ciascuna anima e sono dotati di un pesante martello. Attaccano girando all'impazzata su sé stessi brandendo appunto la suddetta arma. L'unico modo per sconfiggerli è aspettare che smettano di girare e colpirli con la falce ripetutamente prima che possano ricominciare l'attacco turbinante.
- Bambino non battezzato: anime di bambini morti prima di ricevere il battesimo e quindi residenti nel Limbo perché senza colpe ma non salvate dal Peccato originale. Hanno l'aspetto di bambini appena nati, grigi, con il cordone ombelicale e parte della placenta, con lame al posto delle braccia. Attaccano in gruppo, spinti dall'ira per la loro sorte.
- Bestie Asteriane: Colossali creature governate da diavoli. Dante ne incontrerà diverse durante l'arco del gioco. Una volta indebolite abbastanza, Dante può salirvi sopra e prenderne il controllo uccidendo l'ex domatore. Attaccano con la loro forza sovrumana e sputando fuoco.
- Diavoli Guardiani: Il Terzo Coro degli Angeli Caduti. Essi sono i soldati semplici dell'esercito infernale, angeli scacciati dai cieli per la loro ribellione. Sono grossi diavoli armati di una spada. Si incontrano già sulle rive d'Acheronte.
- Diavoli Troni: Il Secondo Coro degli Angeli Caduti. Costituiscono i Luogotenenti delle Armate Infernali. Rispetto ai Diavoli Guardiani, dispongono di una corazza, di un'ascia bipenne e di uno scudo. Sono anche capaci di lanciare attacchi a distanza scagliando dardi. Dante li incontrerà per la prima volta nel Girone dell'Avarizia.
- Arcidiavoli: Il primo Coro degli Angeli Caduti. Essi costituiscono l'élite e sono i Capitani delle Armate Infernali. Furono a fianco di Lucifero durante la Guerra dei Cieli. Questi grossi diavoli alati sono muniti di due grosse spade, che possono usare come boomerang, e inoltre possono lanciare raffiche di vento gelido che blocca ed indebolisce Dante. Le ali possono sia essere usate per volare, risultando quindi più difficili da colpire, sia come scudo. Una volta tagliate, diventano nemici simili ai diavoli guardiani, e quindi molto più facili da sconfiggere.
- Seduttrice: Anime corrotte del cerchio della Lussuria. Questi esseri, oltre ad una velocità impressionante e dei lunghi artigli, sono dotati di uno strano tentacolo al posto dei genitali, con cui possono ferire e afferrare Dante da lontano.
- Tentatrice Lussuriosa: Versione più potente delle Seduttrici, sono capaci di incantare Dante con la loro lascivia e possono anche arpionarlo con il tentacolo, ma in caso di fallimento Dante può scaraventarle via.
- Golosi: Questi dannati del Terzo Cerchio si sono corrotti a tal punto da divenire simili a grossi abomini, dotati di numerose bocche anche al posto delle mani. Lenti e poco reattivi, possono attaccare Dante cercando di mangiarlo o colpendolo con getti di vomito corrosivo o escrementi.
- Eretico: Nemici che si trovano generalmente nel sesto cerchio. Sono immuni agli attacchi con la croce e possono proteggere da essi anche i loro compagni. Attaccano con scariche elettriche e sortilegi.
- Pagano. Anime simili agli eretici, ma vulnerabili agli attacchi con la croce, attaccano in modo molto simile agli eretici, ma dispongono di un attacco a distanza più forte, tuttavia spesso prediligono lo scontro ravvicinato.
- Vermoni golosi: Demoni che risiedono nel terzo e quinto cerchio. Hanno l'aspetto di vermi giganti dotati di diverse serie di denti e fuoriescono all'improvviso dal suolo tentando di divorare Dante o prendendolo a testate.
- Crociati dannati: Compagni di Dante della Terza Crociata, lo seguirono nei vari massacri fiduciosi dell'assoluzione dei peccati. Condannati per i loro peccati data la menzogna del vescovo, attaccano Dante per vendicarsi. Attaccano in gruppo, con spade e scudi.
- Comandante dei crociati: Ufficiali dei crociati dannati, non sono molto diversi da loro, ma sono più resistenti. Essendo muniti di scudi infuocati Dante necessita di colpirli prima con la croce per attaccarli.
- Diavolo domatore: Diavoli appartenenti alla stessa categoria dei diavoli guardiani. Domano da sempre le Bestie Asteriane, tuttavia, non essendo dotati di armi, di per sè non sono affatto pericolosi.
Boss e Guardiani Infernali
Non è un abitante dell'inferno, in quanto è un'entità angelica. Questo personaggio non appare nel poema originale, né nel cartone animato. Ha l'aspetto del Tristo mietitore, cioè di uno scheletro incappucciato con la Falce. Tutti gli uomini, una volta morti, devono confrontarsi con essa. Una volta giunta l'ora della morte, l'entità raggiunge il deceduto, lo intrappola in un'altra dimensione (probabilmente ciò gli consente di avere il tempo di gestire in pochi attimi tantissime anime) e, tramite la sua falce, recide i legami tra anima e corpo, e accompagna lo spirito nel regno dell'oltretomba che spetta ad esso. È il primo boss del gioco. Si presenta subito all'inizio, quando Dante viene ucciso, deciso a portarlo all'Infero per via delle raccrapicianti azioni da lui compiute durante la Crociata. Dante, tuttavia, non è d'accordo, in quanto egli crede di esser ancora vivo. In un gesto d'eroismo, Dante sfida la Morte, volendosi comunque redimere per i suoi peccati. La Morte dunque trasporta entrambi in una dimensione extra-dimensionale (la stessa che forse le anime dei defunti attraversano durante il loro viaggio), ed inizia con lui una lotta a bordo di una roccia fluttuante. Dopo un arduo scontro, Dante strappa dalle mani della Morte la sua Falce, rivoltandogliela contro. Anche se nel videogame l'eroe dapprima la infilza e poi la decapita con la sua stessa arma, essa non viene uccisa. In quanto entità angelica (tuttavia, né benigna né maligna) sottomessa solo a Dio, non può venir "uccisa" come i comuni mortali. Il suo spirito, o, per meglio dire, la sua essenza, può venir scacciata, ma non distrutta (come del resto tutti i guardiani infernali). Senza la Morte, inoltre, i vivi non potrebbero morire, e le loro anime non potrebbe passare nell'Eternità. Sempre da ciò che si vede nel videogame, le anime trapassate continuano ad arrivare nel regno dell'Oltretomba, segno che la Morte, seppur notevolmente indebolita, continua nel suo operato. Inoltre quando Dante incontra Minosse, durante la loro lotta il Re dice all'eroe che "ha già ingannato una volta la Morte", facendo così intuire che Dante non ha ucciso definitivamente la Morte, ma l'ha solo indebolita e beffata.
Il traghettatore delle anime dell'inferno non è un vero e proprio boss, sebbene nel Diario di Dante, dove vengono memorizzate le caratteristiche del viaggio, venga trattato come un nemico. Nel poema originale ed in altri è descritto come un uomo anziano dalla lunga barba e capelli bianchi e gli occhi infuocati il quale, con una zattera, traghetta le anime all'inferno. Nel gioco è invece un'enorme barca ossuta, con dei remi simili a braccia e una testa posta a prua. Il capo è calvo, ma conserva gli "occhi di brace". Nel cartone animato il design è leggermente diverso, ed è visibile tutto il tronco di Caronte, e non solo la testa. Nel libretto di gioco, ma soprattutto nell'anime, si scopre che Caronte un tempo era come descritto dagli antichi, ma con il tempo si è dovuto trasformate per sostenere il numero sempre crescente di dannati. Nel gioco e nell'anime, recita anche terzine scritte sulla porta dell'inferno. Dante lo incontra all'inizio del viaggio infernale, sulla riva d'Acheronte, intento ad imbarcare le anime. Il nocchiero imporrà a Dante di allontanarsi, anche se lui è già destinato all'Inferno (in quanto già morto, anche se Dante non lo sa). Ma il guerriero, spinto dall'amore (ma anche dalle circostanze, un Diavolo Guardiano lo costringerà a fare ciò), entrerà nella barca, poi gli salirà sul dorso e, domando una Bestia Asteriana, gli strapperà la testa e la scaglierà nel Limbo. Trovatala in sèguito, la testa recita le parole scritte sulla porta dell'inferno "ed io etterno duro", trasmettendo forse il messaggio di eternità dei guardiani infernali. È possibile in ogni caso spingere il capo in un abisso. Nell'anime invece Dante gli pianta in testa la falce della morte, come quando doma i giganti dell'inferno, per costringerlo a portarlo da Beatrice, ma nella fretta il nocchiero si schianta su una riva e s'infilza su degli spuntoni.
Un tempo re di Creta, prima che Dedalo lo uccidesse nella sua vasca da bagno, Minosse era famoso per la sua severità e giustizia, e per questo immaginato come giudice delle anime nell'Ade. Non è chiaro se fu condannato a questo compito per i suoi metodi crudeli o perché ritenuto semplicemente adatto a tale ruolo. Dante lo immagina come un diavolo enorme, con una lunga coda che avvolge intorno al corpo quante volte sono i cerchi che le anime devono scendere per giungere al loro luogo di pena. Nel videogioco è un essere enorme, molto pallido e scheletrico, mezzo serpente, con diverse squame sul torso, una lunga coda con una lama all'estremità, sul capo code serpentine simili a tentacoli, un maestoso copricapo, una collana di cadaveri al collo ed una lunga lingua. Il giudice è cieco, ma ha il potere di "fiutare" i peccati delle anime. Quando Minosse ha scoperto la colpa, scaglia le anime su una ruota dentata che, ruotando ad alta velocità, fa precipitare le anime nel cerchio designato. Dante lo scorge appena entrato nel Limbo, davanti all'ingresso dell'inferno vero e proprio, e dunque alla fine del primo cerchio infernale. Giuntogli davanti, si rivolge a lui con un tono tutt'altro che rispettoso, scatenando la sua ira, anche se più probabilmente Minosse intende giudicarlo in quanto anche lui morto e meritevole di dannazione. Dante prima lo ferisce al volto e in parti delicate, poi lo sconfigge ponendogli la lingua sulla ruota, che gli spezza in due il volto e fa precipitare il giudice ferito in un baratro. Nell'anime la scena è quasi uguale: Minosse, nel tentativo di colpire Dante, che intende mandare al cerchio dei traditori, si sporge in avanti appoggiandosi con le mani, ma il crociato, tagliandogliene una, gli fa perdere l'equilibrio, facendolo cadere per sbaglio sulla ruota che gli distrugge la testa. A differenza del videogioco, Minosse sembra morire davvero: infatti si polverizza poco dopo il colpo della ruota.
La bellissima regina del Nilo, suicida per amore, si trova, dopo la morte, custode del secondo cerchio, quello dei lussuriosi. Nel poema Cleopatra non è un guardiano infernale, ma una delle tante anime dannate. Sembra abbia acquisito il ruolo di supremazia grazie ad un patto non meglio precisato con Lucifero (forse è una delle sue spose infernali, anche se ciò non è mai accennato). Non ha connotati demoniaci o particolarmente mostruosi. È quasi nuda, vestita con pochi stracci alla vita e la corona tipica dei faraoni, con il corpo di dimensioni colossali. Dai suoi capezzoli possono uscire lingue e bambini non battezzati. Sembra abbia anche il potere di scatenare le bufere infernali. Cleopatra appare a Dante quando giunge nel cerchio da lei governato, facendo emergere la torre carnale e scatenando le bufere. Deridendolo, cercherà di ritardare e fermare l'eroe, ma esso riuscirà sempre ad evitarla fino alla cima della torre. È lei la prima a far intuire a Dante che il piano di Lucifero è più complesso di come appaia inizialmente, e forse è l'unica ad essere effettivamente coinvolta in esso. Si dispera alla vista di Antonio sconfitto, gridando a Lucifero che non doveva finire in quel modo, che loro due avevano un accordo. Dante, dopo essersi confrontato con Antonio nello scontro che lo vedrà vincitore, sconfigge la regina, che stava cercando di sedurlo, infilzandola con la falce, forse dannandola per sempre. Nell'anime, come nel poema, è una delle tante anime punite.
Il comandante romano che si oppose ad Ottaviano Augusto e a Roma per amore di Cleopatra. Si suicidò credendola morta. Servo fedele della sua padrona anche dopo la morte, emerge dalla bocca dell'amata per affrontare Dante. Appare come un uomo straziato e deforme, armato di spada e scudo, con un'armatura su cui si scorgono braccia dorate. Viene sconfitto da Dante e si dissolve tra le braccia di Cleopatra in lacrime. Nell'anime, come nel poema originale, è uno dei vari peccatori in balia della bufera.
Il cane a tre teste della mitologia antica è posto da Virgilio e da tanti altri poeti antichi a guardia delle porte dell'inferno. Dante invece nel poema lo colloca come guardiano del terzo cerchio, quello dei golosi, e così è nel videogioco. Nel poema originale è descritto come un cane dal ventre largo con connotati demoniaci medioevali, con barba, mani e facce umane, intento a scuoiare e graffiare i peccatori e ad intronarli con i suoi latrati. Nel videogioco vengono accentuati i caratteri demoniaci facendone una figura molto diversa: è un enorme demone apparentemente impossibilitato a muoversi perché privo di gambe (il corpo sembra terminare con una lingua che funge da ponte ed ingresso per il cerchio). Tronco, braccia e mani sono umane; e sulla schiena sembra avere due occhi completamente bianchi e due narici, rendendo quella parte del corpo simile ad un volto. Le teste invece possono ritrarsi ed uscire dall'interno del corpo in modo simile ad una tartaruga, sono rosse e prive di occhi ma piene di piccole bocche (quattro sulle teste laterali e tre su quella centrale), che ricordano i vermoni golosi del cerchio da lui governato. Ognuna delle tre teste ha una barba "unta e ratra", e sono poste su altrettanti colli che possono allungarsi come degli elastici. Il mostro è, a differenza di Antonio e Cleopatra, privo di umanità, tortura i peccatori condannati alla sua mercé e pare intento a divorare e vomitare tutto ciò che trova. Dante lo trova all'ingresso del terzo cerchio come nel poema, e riesce ad imporre al mostro di farlo passare, prima tranciandogli le teste laterali, poi usando l'energia sacra della croce per fargli esplodere quella centrale dopo che questa tenta invano di mangiarlo. Nonostante appaia evidente la sconfitta, il corpo "umano" di Cerbero rimane integro, permettendo a Dante di passare. Nell'anime il mostro non è molto diverso, tranne per l'assenza di barba e della schiena con "il volto umano", con quattro bocche piccole (anzicché tre grandi) anche sulla testa centrale e la presenza di numerosi tentacoli con i quali afferra e divora i golosi che invano tentano di sfuggirgli correndo, intrappolandoli nel suo corpo, dove le loro anime vengono torturate con dei succhi gastrici e private di ogni sorta di nutrimento, lasciandole dimagrire e patire i dolori della fame. Inoltre Cerbero si è dimostrato capace di controllare l'interno del suo corpo, facendo allungare la "parete cellulare" per colpire eventuali intrusi. Suo unico punto debole è il cuore. Dante verrà divorato subito dal demone ma, colpendo l'organo, provoca nel guardiano del terzo cerchio dei conati di vomito tali da rigettarlo. A differenza di quanto accade nel videogioco però, la bestia non si piega del tutto e, sebbene ferita, spinge a forza il crociato ad andare nel quarto cerchio.
Il dio della ricchezza, posto da Dante a guardia del quarto cerchio, quello degli avari e dei prodighi. Non è un Boss. Non è descritto fisicamente nel poema originale. Nel videogioco è un'enorme statua dorata piena di gioielli. Alberga in una grande sala, piena di demoni minori. Ha il potere di creare blocchi d'oro con lo sguardo, che però fuori da esso si polverizzano. Dante deve superare due enigmi per oltrepassare il demone che gli sbarra il passo. La sua lingua sembra un inno a Satana contro gli intrusi. Non appare nell'anime, né è menzionato.
Il padre di Dante: non vi sono accenni al vero Alighiero II e non compare nel poema originale. Alighiero condusse una vita nel peccato: donne, banchetti pagati a spese dei più deboli, abusi e violenze in famiglia ed un'enorme sete di ricchezza. Portava sempre al collo un enorme crocifisso d'oro. Dante ha sempre disprezzato suo padre a causa della sua violenza e brama di possesso: nell'anime si vede che l'uomo, sospettando del furto, il figlio e la moglie, di tre corone d'oro su un totale di cinquantaquattro, picchiò entrambi selvaggiamente. Alighiero non amò mai suo figlio: credendolo morto, porse delle avance a Beatrice, ma venne ucciso dal marito della donna con cui Dante tradì il patto con Beatrice: costui voleva vendicarsi del disonore subito dal rapporto tra il crociato e la moglie. Alighiero oppose una dura resistenza, ma venne finito dal suo stesso crocifisso, piantatogli dall'avversario nell'occhio (nell'anime viene ferito gravemente anche all'addome). Condannato al cerchio degli avari, affronta Dante quando quest'ultimo sta per uscire da quel luogo. Appare molto più grosso, con l'occhio ferito e il crocifisso in versione gigante. Sconfitto, non ammette di essere lui il responsabile dell'uomo che è divenuto Dante, ma il figlio, in un atto di pietà, lo assolve. L'anima di Alighiero aiuterà Dante contro Lucifero e lo salverà dall'inferno. Nell'anime appare in una versione ancora più mostruosa, e gli viene assegnato un movente: Lucifero gli avrebbe promesso mille anni senza torture ed oro a volontà se avesse ucciso il proprio figlio. Diversamente dal gioco, Dante, in un atto di disprezzo, lo sconfigge scagliandolo in una vasca piena d'oro fuso.
Il custode del cerchio degli iracondi, menzionato, anche se vagamente, nel poema originale. Secondo la leggenda, Flegiàs era un uomo che, irato contro Apollo che gli aveva sedotto la figlia, ne incendiò il tempio a Delfi, e, per questo, fu colpito dal dio con un fulmine che lo gettò negli inferi. Nel file dedicato a lui nel diario di Dante, si parla solo di un atto sacrilego dovuto ad ira verso Dio. Non è descritto minuziosamente nel poema: è un traghettatore della palude Stige, ma non si sa se traghetti solo le anime degli iracondi, che immergerà in sèguito nel fango putrido, o se traghetti anche le anime destinate alla città di Dite. È il mostro più grande del gioco, un enorme demone che sembra composto di roccia, fumo e lava. È privo di umanità, in preda ad una feroce ira come i peccatori del suo cerchio. Generalmente è immerso nella palude, e solo una sorta di corona sporge fuori dal fango, fungendo da barca (secondo la leggenda Flegiàs sarebbe stato condannato a portare in testa un enorme macigno). Essa verrà vista per breve tempo da Dante quando entra nel cerchio, intenta a traghettare delle anime. In sèguito, il guardiano verrà da Dante sulle rive dello Stige chiamato da un segnale della torre di segnalazione attivato dallo stesso crociato. Saltando inconsapevolmente sulla testa del demone, Dante attraversa la palude fino all'altra riva, ma qui Flegiàs emerge, per ribellarsi a Dante e Virgilio. Sfuggito alla furia del gigante e da diversi demoni minori, Dante gli salta nuovamente in testa e lì vi pianta la falce, domandolo. Sotto il controllo del crociato, Flegiàs rompe i cancelli di Dite ma, cercando di liberarsi di alcuni demoni, pesta il pavimento, che cede al suo peso. Flegiàs precipita quindi nell'abisso, mentre Dante riesce a salvarsi. Nell'anime Flegiàs è dipinto in due modi diversi: nel girone degli iracondi è come nel videogioco, forse privo di lava e fuoco, ma non si ribella ai due viaggiatori. Nel girone degli eretici, ai cancelli della città di Dite, si trasforma e muta aspetto (a causa del cambio di regista, ha un design completamente diverso), e sembra obbedire agli ordini orali di Dante. Verrà fermato dall'ombra di Lucifero che, nel tentativo di fermare il guerriero, colpisce al petto il gigante con un colpo magico.
Figliastro di Minosse, nato dall'amore della moglie Pasifae per un toro (in realtà punizione divina per l'allora vivo giudice infernale), fu condannato a vagare nel labirinto di Creta proprio dal patrigno e fu ucciso dall'eroe Teseo per fermare i sacrifici che si facevano per vendicare l'altro figlio di Minosse, ucciso da Ateniesi. Dante nel poema originale lo colloca a guardia del settimo cerchio, quello dei violenti. Nel poema originale è immaginato come toro dalla testa di uomo e, soprattutto, come una creatura ridicola: una forza bruta che confida solo in sé stessa, presa in giro da Virgilio e che non suscita paura nel poeta fiorentino. Nel videogioco non è un boss: è un'enorme statua gialla di uomo con la testa bovina ed un'enorme ascia che si trova però, appunto, all'inizio del settimo cerchio. Dante la usa per rompere una delle catene di Giudecca e procedere nel viaggio. Nell'anime invece appare come un vero e proprio nemico: un demone di grosse dimensioni con la testa di toro ed il corpo umano, che brandisce un'ascia. Ma anche qui è descritto in modo ridicolo: sarà sufficiente che Dante, su ordine di Virgilio, scansi il primo colpo perché il bestione, "tutto corna e niente cervello" secondo il poeta latino, perda l'equilibrio e cada sconfitto.
- Francesco Portinari
Francesco Portinari è il fratello di Beatrice. È un personaggio che non compare nel poema originale. Uomo di buon cuore ed ottimo amico di Dante, partì con lui per la crociata, dopo che quest'ultimo giurò a Beatrice di proteggerlo a costo della vita. Non era mosso dal fanatismo religioso dell'amico, e combatté solo per riavere la terra santa, invece che per giustiziare gli "eretici". Cercò invano di fermare il massacro di Dante, sia con le parole sia con la forza. Nonostante ciò, si addossò la colpa dell'accaduto, salvando Dante e chiedendogli di proteggere sua sorella, ma finendo abbandonato al suo destino dal guerriero e giustiziato. Di certo anche lui credette nelle parole del vescovo, perché non si pentì dei suoi peccati e fu condannato al settimo cerchio. È presente sulla schiena di Gerione, dunque nel terzo girone, dove sono puniti i violenti contro Dio, natura ed arte: bestemmiatori, sodomiti ed usurai. Non si dice se sia colpevole anche di questi peccati. Appare a Dante in una versione orrendamente sfigurata di sé stesso, in preda all'ira come molti altri crociati dannati. Dante riesce a sconfiggerlo strappandogli una spada impiantata nella sua schiena e calmandolo. Qui Francesco comprende che per Dio un omicida è solo un omicida, indipendentemente dai suoi ideali. Verrà infine assolto da Dante, e la sua anima lo aiuterà sia contro Lucifero sia salvandolo dall'inferno. Nell'anime, a causa del diverso numero di registi, Francesco appare con diversi design. Nel girone dei violenti appare come un uomo biondo, nel videogioco è bruno, senza caratteristiche demoniache, se non per alcune ferite. Come nel videogioco, attacca Dante per vendetta, ma verrà sconfitto dall'ex-amico che, con la falce, gli taglia in due la testa, condannandolo a seguitare nel supplizio, anche se dispiaciuto della sua sorte. Dante prega Dio di accogliere l'anima del suo amico in Paradiso; ma dopo Lucifero ride, quindi non è chiaro se la richiesta venga accolta oppure no.
Mostro appartenente alla mitologia classica ed uno delle dodici fatiche di Ercole, era un gigante con tre teste, sei braccia e sei gambe, unite in un unico tronco. Non risulta essere un fraudolento, anche se Dante lo pone come custode del cerchio dove essi sono puniti, l'ottavo. Sono forse tarde leggende medioevali a descriverlo come un re dal volto benigno che accoglieva i suoi ospiti per poi ucciderli barbaramente. Nel poema originale è descritto come una mostruosa chimera: testa d'uomo, corpo di drago senz'ali e coda di scorpione; egli tuttavia accompagnerà i due poeti all'ottavo cerchio. Nel videogioco è una statua mobile con le sembianze fedeli al poema, ma che sorregge un enorme piatto chiamato "schiena di Gerione", su cui si consuma lo scontro tra Dante e Francesco. Nell'anime è invece una vera e propria creatura, seppur fantasiosa (possiede le ali, non menzionate nel poema) che accompagna i due visitatori come nel libro.Nel videogioco, Gerione non è un boss.
Diavolo presente nell'ottavo cerchio. Nel poema originale è il capo delle Malebranche, gruppo di diavoli custodi e punitori dei dannati che occupano la quinta bolgia, quella dei barattieri, politici corrotti. Nel videogioco invece sembra essere il custode dell'intero cerchio e di tutte le sue bolge. È un diavolo di grosse dimensioni, seppur non gigantesco, armato di ascia e coperto dal fuoco che lo rende immune agli attacchi con la falce, in modo quindi molto simile agli spiriti di fuoco. Sembra un essere privo di razionalità, ed in tal caso una creatura ben diversa del poema originale, in cui riesce ad ingannare Virgilio e Dante con delle bugie. Viene scagliato da Beatrice, ora regina dell'inferno, contro Dante appena costui scende dalla schiena di Gerione, cioè ancor prima della prima bolgia, quella di ruffiani e seduttori, e di nuovo alla fine della prova della decima bolgia, quella dei falsari. È possibile condannarlo o assolverlo. Secondo Quick Time Events può essere battuto con mezzi del tutto identici a quelli usati contro i diavoli standard; e ciò lo rende più un mini-boss che un boss vero e proprio. Infatti è l'unico che compare nell'arena dopo le porte dell'Inferno, dove vi sono solo i memici standard, anche solo in due unità alla volta. Non appare nell'anime, né è menzionato.
Personaggi appartenenti a diverse mitologie che si trovano imprigionati tra l'ottavo ed il nono cerchio. Non sono dei boss, né punitori o guardiani infernali, ma anzi sono loro stessi puniti come i dannati, ognuno secondo un proprio contrappasso. Sono puniti principalmente per superbia, peccato che secondo la mitologia spinse alcuni di loro a schierarsi contro l'Olimpo. Il gruppo è costituito da Nembrot, impossibilitato alla comunicazione perché sa parlare e comprendere solo un linguaggio conosciuto da lui e nessun altro; Fialte, saldamente incatenato ed impossibilitato ad usare la forza di cui andava molto fiero; Anteo, gigante ucciso da Eracle e Briareo. Di questi, Anteo è l'unico libero poiché non prese parte alla Guerra dei Giganti, e per questo nel poema aiuta Virgilio e Dante a giungere nel nono cerchio. Nel videogame, anche se sono correttamente posti tra l'ottavo ed il nono cerchio, sembrano più essere nel cerchio di Giuda perché sono visti patire il freddo. Non sono nemici di Dante, ma neanche alleati. Nell'anime sono posti nel nono cerchio, senza segni particolari, e quindi identici tra loro. Sono impossibilitati a muoversi perché completamente ricoperti dal ghiaccio come i dannati della Giudecca, compreso Anteo.
L'"imperator del doloroso regno" e boss finale del gioco, è custode, anche se prigioniero, del nono ed ultimo cerchio infernale, quello dei traditori. Incatenato da millenni al centro della Terra, il lago ghiacciato (e quindi l'intero cerchio) è stato creato dal ghiacciarsi delle sue stesse lacrime. Dante lo incontra poco dopo aver superato i giganti e gli ultimi demoni minori. Il primo Lucifero che si affronta è fedele all'opera originale: un gigante con due ali di pipistrello e tre facce mostruose: una rossa, una gialla ed una nera. A differenza dell'opera, non sembra intento a divorare i tre grandi traditori: Giuda, Bruto e Cassio. Dopo il primo scontro, il gigante si apre il ventre per rivelare la sua vera natura: il corpo non è altro che una delle sue prigioni. Il vero Lucifero è tutto nero, con corna di cervo, zoccoli caprini, occhi e lacrime dorate e genitali visibili. Il re dell'inferno possiede una grande varietà di potenti attacchi, tutti non facili da evitare, e velocità e resistenza straordinarie. Dante scatenerà con lui un durissimo ed epico scontro ma, come del resto con tutti i guardiani infernali, non riesce davvero ad ucciderlo. Il primo dei caduti conta di tenere Dante all'inferno al suo posto, mentre lui intende tornare in paradiso, ma verrà sconfitto dall'unico aspetto che aveva sottovalutato, cioè il fatto che il guerriero potesse avere ancora la sua umanità: l'aver assolto diverse anime lungo la sua discesa negli inferi si rivelerà la carta vincente di Dante, che si libererà dai suoi peccati ed imprigionerà nuovamente Lucifero nella sua prigione, ripristinando le catene di Giudecca. I peccati di Dante però assumono l'aspetto di un serpente nel Purgatorio e si sente in sottofondo una risata diabolica: non è chiaro quindi se Lucifero avesse previsto anche ciò ed avesse ancora un asso nella manica. Nell'anime Lucifero non è molto diverso dal videogioco. Tuttavia la sua forma gigante appare molto meno dettagliata: è semplicemente una creatura tutta grigia ed alata prigioniera nel ghiaccio; ma è possibile vedere nelle bocche laterali le gambe di Bruto e Cassio, non visibili nel videogioco, mentre Giuda non è presente e Lucifero afferma di avere già ingoiato l'anima del traditore. Anche la sua vera forma è molto simile, ma non ha le lacrime né gli occhi dorati e i genitali visibili, però ha un paio di ali. Rispetto al videocgioco c'è un'altra differenza: cioè la sua uscita dal corpo gigante (infatti sembra che Dante, attraverso un colpo secco della falce in mezzo alla testa, lo uccida ma non è così visto che sulla schiena si forma una protuberanza da cui fuoriesce il vero Lucifero). Nell'anime appare come una creatura più animalesca rispetto al videogioco. Il Diavolo riesce quasi ad attraversare il portale del Purgatorio, ma torna indietro per fermare Dante che sta implorando l'aiuto di Dio. Non verrà rinchiuso di nuovo nel suo corpo da gigante, ma verrà congelato come i dannati lì presenti.
Armi e magie
- Alabarda: si usa solo durante una piccola parte del tutorial nella città di Acri e durante lo scontro con la Morte, fino a quando Dante non ruberà la Falce.
- Falce della morte: una potente arma sia per scontri a corto raggio sia per scontri a lungo raggio. Consente a Dante di dannare le anime dell'inferno e i nemici che affronterà, aumentando il livello di empietà. Man mano che si avanza, quest'arma avrà a disposizione sempre più combo in base al livello di empietà raggiunto. Ha il potere, come si legge nel file diedicato alla Morte, di recidere i legami tra anima e corpo: è grazie a questo potere che Dante riesce a sconfiggere e ferire gli abitanti dell'inferno, tagliando i legami tra l'anima ed il corpo "aereo", cioè in grado di avvertire solo piacere e dolore, menzionato anche nel poema. Sembra abbia anche il potere di domare i giganti degli inferi: ogni volta che Dante ne doma uno, gli pianta la falce in testa. Nell'anime la falce non è della Morte: Dante infatti la sottrae ad un arcidiavolo. Inoltre tale arma non è unica in quanto vari altri diavoli mostrano di possederla. Viene distrutta alla fine del gioco da Lucifero.
- Croce divina: una croce che Beatrice affidò a Dante. Utilizzabile solo dopo aver raggiunto la cappella. Una volta che diventerà benedetta, la croce potrà essere usata come arma a distanza che lancia croci di luce, e potrà anche assolvere le anime dei morti e dei demoni che stanno a guardia dei gironi. L'aumentare del livello di santità del crociato, potenzierà la croce dando l'incantesimo più potente del gioco e lanciando più croci alla volta. Nell'anime viene data una possibile spiegazione del suo potere: essa appartiene da generazioni alla famiglia di Beatrice, e si dice contenga una spina della corona di Cristo.
- Cammino di redenzione: la prima magia del gioco. Si otterrà dopo l'incontro con Virgilio. Consiste in un violento attacco frontale, che lascerà dietro Dante un scia di ghiaccio.
- Aura nera della Lussuria: usata inizialmente dalla regina del secondo girone, Cleopatra, una volta sconfitta, anche Dante potrà sfruttare il potere di questa Tempesta generata dalla lascivia dei dannati, che fungerà da scudo proteggendo l'eroe dai danni fisici.
- Martirio: incantesimo che consente a Dante di sacrificare un po' della barra della vita e un po' della barra della magia per infliggere pesanti danni ai nemici.
- Divina grazia: la magia più potente del gioco utilizzabile solo dopo aver raggiunto il livello santità a tre e dopo aver speso anime bonus per sbloccarla. Questa magia farà comparire a Dante delle ali di luce che trasformano i danni subiti in energia in più, consumando però molta barra della magia se non tutta.
- Peccati del padre: Magia usata da Alighiero, padre di Dante e boss del Quarto Girone. Consiste in un crocifisso d'oro rotante, che insegue e perseguita i nemici. Potenziando questa magia, il numero di croci aumenterà, così come la potenza di questa fattura.
- Frutto dei Suicidi: Una nebbia mefitica generata dagli alberi dei suicidi, che porta i nemici a patire la loro stessa angoscia e quindi ad autolesionarsi fino ad uccidersi. Dante la otterrà dopo l'incontro con la madre.
- Abbraccio del Paradiso: Ottenibile solo grazie al Pack "Selva Oscura". Dante lancia intorno a sé cristalli energetici, che esplodono a contatto coi nemici.
Doppiaggio
Personaggi | Doppiatori Italiani | Doppiatori Originali |
---|---|---|
Dante Alighieri | Stefano Albertini | Graham McTavish |
Virgilio | Gianluca Iacono | |
Beatrice Portinari | Marua Marenghi | Vanessa Branch |
Lucifero | Marco Pagani | |
Francesco Portinari | Tony Fuochi | Tom Tate |
Alighiero di Bellincione | Gianni Gaude | JB Blanc |
La Morte | Tony Fuochi | |
Caronte | Giovanni Battezzato | |
Minosse | Giovanni Battezzato | |
Cleopatra | Caterina Rochira | Alison Lees-Taylor |
Marco Antonio | Tony Fuochi | Tom Tate |
Il vescovo | Ivo De Palma | |
Isabella degli Abati | Silvana Fantini | Pollyanna McIntosh |
Re Riccardo | Tony Fuochi |
Death Edition
In Europa è stata venduta una confezione speciale contenente, oltre al gioco:
- Una skin di Isaac Clarke di Dead Space
- Documentario con il Making-of del gioco (sottotitolato)
- Documentario “Dante nella Storia” (sottotitolato)
- Colonna Sonora completa del gioco
- Documentario sulla realizzazione di musica ed audio (sottotitolato)
- Artbook Digitale curato dal visual designer Wayne Barlowe (sottotitolato)
- Oltre 10 minuti di scene tratte dall’anime “Dante’s Inferno an Animated Epic” (sottotitolato)
- Ristampa digitale del Poema Completo (solo in inglese)
La data di lancio è il 5 febbraio, per Playstation 3 e Xbox 360.
La versione americana si chiama Divine Edition, prevista solo per Playstation 3.
St.Lucia Edition
La St.Lucia Edition non è un edizione particolarmente "speciale". Contiene:
- Il gioco
- "Selva Oscura" (DLC scaricabile dal PSN e Xbox Live)
- "I Tormenti di Santa Lucia" (un'altro DLC scaricabile con modalità co-op online)
Curiosità
- Il gameplay di Dante's Inferno è molto simile a quello di God of War.[3]
- Oltre al gameplay, vi è un'altra somiglianza con God of War: soprattutto nell'anime, infatti, è di frequente uso l'aggettivo "mortale" per indicare Dante, lo stesso con cui molte creature chiamano Kratos.
- Marco Pagani, doppiatore di Lucifero, è anche il doppiatore di Kratos in God of War.
- È stato realizzato un cartone animato tratto dal videogioco, intitolato Dante’s Inferno: An Animated Epic, distribuito il 9 febbraio 2010.
- La Panini Comics sta pubblicando in Italia una serie a fumetti ispirata al gioco.[4]
- È ipotizzabile che il gioco avrà un sequel, basato sul Purgatorio, dato che il gioco termina con la scritta "Continua".
- Dante, suo padre ed il vescovo, unici personaggi davvero "cattivi", sono gli unici nei flashback di cui non si vedono le iridi e le pupille.
- Nella foresta dei suicidi, oltre alla madre di Dante, vicino ad una fontana verde si vede un corpo impiccato. Allusione al fatto che, dopo il Giudizio Universale, i suicidi saranno gli unici dannati a non avere il proprio corpo; e che, dopo il Giudizio Finale, lo appenderanno al proprio albero. Tuttavia non può essere il suo corpo, in quanto al tempo del gioco il Giudizio non è avvenuto.
- Di tanto in tanto nel corso del gioco Dante è costretto ad attraversare pareti rocciose su corde ed appigli. In queste circostanze spesso la sua strada è ostruita da degli enormi fermi di catena d'acciaio. Dante per passare deve romperle, e quando ciò accade si sente la risata di Lucifero. Anche nel lago Cocito prima di arrivare al boss bisogna romperne uno, e nello scontro finale Lucifero prima di trasformarsi ringrazia Dante per "aver spezzato le Catene di Giudecca" che lo tenevano bloccato, ciò ci può fare intuire che nel corso del gioco i fermi di catena erano proprio le Catene di Giudecca, e Dante spezzandole ha finito per liberare Lucifero.
- Gli ignavi e gli avari sono i soli dannati che non hanno un contrappasso fedele al poema originale.
- I crociati, come Francesco, sono puniti nel terzo girone del settimo cerchio, dove sono puniti i violenti contro Dio, contro la natura figlia di Dio e contro l'arte, cioè bestemmiatori ed atei i primi, sodomiti i secondi ed usurai i terzi. Sebbene la disposizione delle creature non sia sempre coerente con il loro luogo d'origine (gli atei, nel poema, sono nel sesto cerchio in quanto "epicurei"), la presenza dei crociati nel terzo girone anche nel film e non nel girone degli assassini, più coerente, fa intuire che siano colpevoli, nell'aver ucciso in nome di Dio, di violenza contro Dio stesso.
- Nel film i personaggi cambiano aspetto per sei volte, poiché la produzione è stata affidata a sei diversi registi.
Note
- ^ Dante's Inferno Video Game, Limbo Developer Diary from GameTrailers
- ^ Dante's Inferno Video Game, Limbo Developer Diary da GameTrailers
- ^ (EN) God Of War Comparisons A Compliment, Dante's Inferno Dev Says, su 1up.com.
- ^ EA e Panini Comics annunciano il fumetto ispirato a Dante's Inferno, su electronicarts.it.
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