Massimo Ciancimino

imprenditore italiano (1963-)

Massimo Ciancimino (Palermo, 16 febbraio 1963) è un imprenditore italiano, testimone di giustizia.

Massimo Ciancimino, dicembre 2010

Biografia

Figlio di Vito Ciancimino, è un testimone di giustizia con un ruolo chiave nel panorama delle indagini avviate da Sergio Lari, Francesco Messineo e Giuseppe Quattrocchi, rispettivamente capi delle Procure di Caltanissetta, Palermo e Firenze che indagano sulla stagione stragista condotta da Cosa Nostra tra il 1992 e il 1993[1].

È sposato con Carlotta Messerotti e ha un figlio, Andrea, nato nel 2004[2][3].

Nell'aprile 2010 esce il libro scritto insieme al giornalista Francesco La Licata, già autore di libri su mafia e politica. Il libro dal titolo Don Vito[4] ha fatto molto discutere, suscitando anche le attenzioni delle Procure di Palermo[5] e Caltanissetta che ne hanno acquisito copia nelle inchieste sulla presunta trattativa[6].

Il mistero del papello

Nel febbraio del 2005, mentre era a Parigi, i carabinieri perquisirono la sua casa sul lungomare dell'Addaura. In quell’occasione, a detta di Ciancimino, non furono trovati il famoso papello con le richieste di Totò Riina allo Stato al tempo delle stragi del ’92 e altri documenti del padre da lui conservati. L’ufficiale dei carabinieri che guidò l’operazione, il capitano Antonello Angeli, è indagato per favoreggiamento dalla Procura di Palermo. Secondo Ciancimino sul papello c’era un post-it giallo sul quale suo padre Vito aveva annotato di averlo consegnato personalmente al generale Mario Mori, oggi imputato di favoreggiamento e indagato per concorso in associazione mafiosa. Mori ha sempre negato di averlo mai visto. Ciancimino, nel luglio del 2009,[7] ha detto che il papello era conservato in una cassaforte[8]. Nel verbale di perquisizione non si fa alcun riferimento ad una cassaforte, mentre nel 2009 altri investigatori spediti nella stessa casa l’hanno vista e fotografata. Angeli avrebbe chiamato il maresciallo Masi e gli avrebbe detto "di avere proceduto comunque a fare una fotocopia di detta documentazione, a mezzo di un suo fidato collaboratore, e di averli poi riposti nel luogo ove erano stati rinvenuti".[9] Masi ha dichiarato ai pm che i militari avrebbero avuto l'ordine dal colonnello Sottili di lasciare il documento lì perché "si trattava di documenti già acquisiti".[10]

Minacce e intimidazioni

Vive sotto scorta[11], lontano da Palermo, città natale, a causa di diverse minacce subite, tra le quali un rudimentale pacco bomba recapitato nella sua abitazione palermitana, da due finti uomini della Polizia di Stato[1].

Nell'aprile 2010 è vittima di una intimidazione attraverso una busta contenente una lettera di minacce e cinque proiettili di kalashnikov, recapitata nella sua residenza di Bologna[12].

Il 12 novembre 2010 è nuovamente vittima di una intimidazione: viene trovata una pistola nell'androne della sua abitazione in via Torrearsa a Palermo[13].

Testimonianze contro Berlusconi e Dell'Utri

I pm di Palermo stanno facendo degli accertamenti che servirebbero a riscontrare le sue rivelazioni e la documentazione da lui consegnata ai magistrati circa presunti investimenti del padre nel complesso edilizio Milano 2, realizzato da Silvio Berlusconi. Ciancimino avrebbe riferito al figlio che nella realizzazione di Milano 2 sarebbero stati investiti soldi anche dagli imprenditori mafiosi Buscemi e Bonura. A fare da tramite tra Berlusconi, i costruttori palermitani e l'ex sindaco potrebbe essere stato Marcello Dell'Utri, ora senatore del Pdl.[14].

Processo Mori

Ritenuto attendibile dalla procura di Palermo[15][16], è chiamato a testimoniare per conto dell'accusa, al processo dove sono imputati il Generale Mario Mori ed il Colonnello Mauro Obinu[17]. Nel gennaio 2010 sono state depositati 23 verbali degli interrogatori a cui viene sottoposto Ciancimino tra il 4 aprile 2007 ed il 23 gennaio 2009 dove vengono descritti rapporti di forte connessione tra uomini dei servizi segreti e Cosa Nostra[18][19]. Tuttavia, la credibilità di Massimo Ciancimino è stata successivamente messa fortemente in discussione, per ben due volte ed in differenti momenti (il 17 settembre 2009 ed il 5 marzo 2010), dalla Seconda Sezione Penale della Corte d’Appello di Palermo che ha giudicato le sue dichiarazioni su Marcello Dell'Utri “non connotate dai requisiti di specificità, utilità e rilevanza, emerge anzi una notevole contraddittorietà di Ciancimino su tutti i profili della vicenda”[20][21].

Processo De Mauro e Scaglione

Il 22 ottobre 2010 al processo per la morte del giornalista Mauro De Mauro, avvenuta nel 1970, Ciancimino depone un verbale di sue dichiarazioni e un memoriale dattiloscritto del padre Vito, sui rapporti dello stesso ex sindaco mafioso con il procuratore della Repubblica Pietro Scaglione, assieme ad altri documenti riguardanti la strage di piazza Fontana e il golpe Borghese. Ciancimino sostiene di avere appreso dal padre che De Mauro sarebbe stato ucciso su "input istituzionali", di apparati dello Stato. L'unico imputato del processo è il detenuto Totò Riina.[22].

All'udienza del 19 novembre depone un manoscritto del padre e dichiara che "Totò Riina venne più volte a casa mia in via Sciuti 85/R a Palermo" e che si trovò ad accompagnare il padre agli incontri di mafia. Il padre gli spiegò che "era rimasto molto sorpreso per l’omicidio Scaglione (datato 1971), perché negli ambienti mafiosi erano noti i loro rapporti di amicizia". Secondo Ciancimino jr. Bernardo Provenzano avrebbe detto al padre: ""Chiedi ai tuoi amici romani, noi abbiamo solo eseguito degli ordini". Sempre secondo lui, il padre gli avrebbe raccontato che "Scaglione era stato ucciso perché aveva preso in mano l'indagine sull'omicidio De Mauro" e che "De Mauro aveva fatto inchieste su situazioni molto più grandi di lui"[23].

Dichiarazioni sull'avvocato Amato

Ciancimino, il 18 novembre 2010, viene chiamato in Procura a Palermo dal pm Ingroia per un interrogatorio nel quale ha risposto ad alcune domande riguardanti l'avvocato Niccolò Amato, ex direttore del DAP di Palermo. In merito Ciancimino ha dichiarato che Amato, dopo essersi dimesso dal DAP e dalla magistratura nel giugno 1993, divenne il legale del padre Vito su indicazione del generale Mori. Amato fu autore nel 1993 di un documento inviato all'allora ministro della Giustizia Giovanni Conso, nel quale proponeva la revoca del carcere duro (41 bis) per i mafiosi onde evitare altre stragi. Conso decise, tra il maggio e il novembre del 1993, di revocare il carcere duro a circa 300 detenuti.[24].

Procedimenti giudiziari

Intestazione fittizia di beni, riciclaggio e tentata estorsione

Il 10 marzo 2007 è stato condannato in primo grado a 5 anni e 8 mesi di reclusione dal tribunale di Palermo per il reato di riciclaggio[25]. L'accusa è quella di aver gestito, insieme agli altri imputati nel processo (la madre del Ciancimino e gli avvocati Giorgio Ghiron e Gianni Lapis, anch'essi condannati), l'ingente patrimonio (si parla di diverse decine di milioni di euro) illecitamente accumulato da Vito Ciancimino, ex sindaco di Palermo condannato per mafia.
Il 30 dicembre 2009, la Corte d'Appello di Palermo ha assolto Massimo Ciancimino per il reato di tentata estorsione e ha riconosciuto le attenuanti generiche per la sua collaborazione; la condanna è stata ridotta a 3 anni e 4 mesi per gli altri capi di imputazione e, ritenendo credibili le affermazioni in merito ad alcune irregolarità processuali, la corte ha trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica per ulteriori accertamenti[26].

Concorso in associazione mafiosa

Il 25 ottobre 2010 i magistrati hanno comunicato a Massimo Ciancimino di essere stato inscritto nel registro degli indagati per concorso in associazione mafiosa. Ciancimino sarebbe accusato di aver fatto da tramite tra suo padre e i capimafia (tra cui Provenzano) consegnando lettere e pizzini[16].

Note

  1. ^ a b Attilio Bolzoni, Da viveur a testimone di giustizia il figlio di don Vito fa tremare Palermo, in La Repubblica, 14 marzo 2009. URL consultato il 01-02-2010.
  2. ^ Ciancimino a Roma con la moglie per sopralluoghi, larepubblica.it, 02-12-10.
  3. ^ Ciancimino: “Rinuncio alla scorta se non sono in pericolo di vita”, palermo.blogsicilia.it, 24-12-10.
  4. ^ Ciancimino, La Licata, 2010.
  5. ^ Ciancimino jr: libro "Don Vito" acquisito agli atti dai pm di Palermo, in Corriere della Sera, 07 aprile 2010. URL consultato il 13-04-2010.
  6. ^ Mafia: Procura Caltanissetta acquisisce il libro di Ciancimino, in AGI, 07 aprile 2010. URL consultato il 13-04-2010.
  7. ^ Ciancimino jr.: "Ho tutte le carte che spiegano il patto mafia-Stato", repubblica.it, 15-07-2009.
  8. ^ Massimo Ciancimino, interrogato a Catania rivela: “Il papello era nella mia cassaforte fino al 2005″, primaradio.net.
  9. ^ Il mistero del «papello» di Riina, corriere.it, 30-10-10.
  10. ^ Masi: "Il papello fu trovato ma non fu preso", libero.it, 29-10-10.
  11. ^ Ciancimino jr: uomini del Ros sotto casa, in La Repubblica, 20 ottobre 2009, p. 7 sezione:Bologna. URL consultato il 01-02-2010.
  12. ^ Busta con proiettili a Ciancimino minacce a Violante e Martelli, in La Repubblica, 06 aprile 2010. URL consultato l'08-04-2010.
  13. ^ Mafia: Palermo, trovata pistola in androne casa Massimo Ciancimino, ultimenotizie.tv, 12-11-10.
  14. ^ Don Vito e il Cavaliere, guidasicilia.it.
  15. ^ Ingroia, Ciancimino è attendibile, in Rai News 24, 14 gennaio 2010. URL consultato il 01-02-2010.
  16. ^ a b Giovanni Bianconi, Ciancimino jr è indagato per mafia, in Corriere della sera, 27 ottobre 2010. URL consultato il 27-10-2010.
  17. ^ Ciancimino non depone a Palermo 'Ci sono motivi di sicurezza', in La Repubblica, 14 gennaio 2009, p. 9 sezione:Palermo. URL consultato il 01-02-2010.
  18. ^ Salvo Palazzolo, Ciancimino al processo Mori "Soldi dei boss a Milano 2", in La Repubblica, 1º febbraio 2010. URL consultato il 01-02-2010.
  19. ^ Ciancimino e quei verbali su Caselli, in Il Velino, 12 gennaio 2010. URL consultato il 01-02-2010.
  20. ^ Mafia: Giudici, Ciancimino non attendibile su Dell'Utri, in La Repubblica, 17 settembre 2009. URL consultato il 06-03-2010.
  21. ^ Processo Dell'Utri, Massimo Ciancimino non depone davanti alla Corte d'Appello, in Corriere della Sera, 05 marzo 2010. URL consultato il 06-03-2010.
  22. ^ MAFIA: CIANCIMINO, DE MAURO UCCISO SU "INPUT ISTITUZIONALI", agi.it, 22-10-10.
  23. ^ Ciancimino: "Input romani per De Mauro", repubblica.it, 19-11-10.
  24. ^ Ciancimino ricostruisce i rapporti con l'avvocato Amato, rainews24.rai.it, 18-11-10.
  25. ^ Condannato Massimo Ciancimino "Ha riciclato il tesoro del padre", in La Repubblica, 10 marzo 2007. URL consultato il 03-02-2010.
  26. ^ Pena ridotta in appello per Massimo Ciancimino, in Il Tempo, 30 dicembre 2009. URL consultato il 03-02-2010.

Bibliografia

Voci correlate

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