Roccaberardi

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ROCCABERARDI, la sua storia. Nel Cicolano già territorio degli Equi,” i guerrieri della montagna”, gli ultimi tra i popoli italici a cedere ai Romani, c’è un paese ROCCABERARDI, frazione del Comune di Pescorocchiano in provincia di Rieti, situato tra gli 820 mt, l’abitazione più bassa, e gli 860 mt sul livello del mare della casa più in alto. L’economia del villaggio, fino al fenomeno dell’emigrazione, era basata sull’allevamento ed il commercio del bestiame in particolare dei cavalli e sulla castanicoltura. Attualmente le persone residenti sono circa 40. La data più remota in cui si ha notizia di Roccaberardi risale al 947. Si narra che una nobile famiglia di stirpe Franca della progenie di Berardo nipote di Carlo Magno, si stabilì nella Marsica tra il lX° ed il X° secolo dando origine ai potenti Conti de’ Marsi. Dai documenti dell’Abbazia di Farfa risulta, appunto , che nel 947 i Conti de’ Marsi erano possessori di beni in enfiteusi, in Sabina, nel Cicolano e nella Marsica, da cui presero il nome, i Conti de’ Marsi. Verso la metà del secolo X°, al fine di prevenire e proteggere il territorio dalle incursioni saracene, alcuni famigliari dei Conti de’ Marsi, costruirono nel Cicolano, Castelli, Rocche e avamposti militari a cui diedero il nome rifacendosi al proprio, si ha così per Mainardo Castelmenardo, per Randisio Rocca Randisi, per Berardo Roccaberardi. Del castello di Roccaberardi restano solo pochi ruderi, sono ben visibili alcuni muri eretti ed altri di fondazione, situati alla sommità del paese. I Normanni iniziarono a conquistare il sud dell’Italia e nel 1143 i figli di re Ruggiero si impadronirono della Marsica . Roccaberardi si ritrova in una bolla di Anastasio IV “ In Eminenti” del 1153 in cui è documentata la Pieve di San Paolo come “Ptebs”, circa 30 anni dopo, in una bolla di Lucio III, compare la “ecclsia S.Pauli” parrocchia de Roccaverardi. Il nipote di Ruggiero I, Guglielmo Il, nel 1183 fece fare l’elenco delle baronie e dei feudi del suo regno, in quell’occasione si evidenzia nuovamente Roccaberardi come facente parte del feudo di Gentile Vetulo il quale lasciava come sottofeudo a Buonomo di Rocca Berarda la metà del paese. Con il dominio di Carlo D’Angiò, Rocca Berarda passa a Stefano Colonna per mezzo di Giovanni da Poggiovalle. Nel 1273 il Re Carlo divise l’Abruzzo in superiore e inferiore , nella descrizione dei castelli dell’Abruzzo superiore fa parte Rocca Berarda. NeI 1400 tra i possedimenti di Lippo Mareri si annovera anche il castello di Rocca Berarda, che però Io ritroviamo di proprietà della famiglia Savelli nel 1511 con il nome di Roccaverrutì . Napoleone, impadronitosi del Regno di Napoli di cui Roccaberardi faceva parte, nel 1806 dichiarò re, Giuseppe, questi portando a modello il sistema francese, abolì il feudalesimo istituendo le università. Del circondano di Pescorocchiano faceva parte anche Roccaverruti ed altre sette università che nel 1811 dalla loro riunione costituirono il comune di Pescorocchiano. Nel 1832 il re Ferdinando Il , nel frattempo era stato ripristinato il regno Borbonico, con un seguito di tecnici, volle stabilire la linea di confine con lo Stato Pontificio per porre fine a controversie territoriali, ed il 19 luglio di quell’anno, come citato dal cronista dott. Domenico Lugini, il corteo attraversò l’abitato di Roccaberardi per giungere a Campolano. I moti rivoluzionari e le masse popolari in difesa dei Borboni, riportarono alla ribalta Roccaberardi con la morte del suo paesano Capomassa Pasquale Di Matteo fucilato a Scurcola nel 1861.