Template:ComuneMonterotondo (Montretunnu nel dialetto locale) è un comune di 39.223 abitanti della provincia di Roma ed è tra le città decorate con la medaglia d'argento al Valor Militare, insignita per l'eroica resistenza e per i sacrifici della sua popolazione durante la Seconda Guerra Mondiale. È possibile raggiungere il comune, partendo da Roma, seguendo due delle più antiche vie consolari del Lazio: la via Nomentana e la via Salaria.
Dista dal capoluogo circa 26 km.
La città, secondo alcune correnti antichistiche sviluppatesi soprattutto nei secoli passati, ma di cui una certa eco si ascolta ancora oggi, avrebbe raccolto l'eredità dell'antica città sabina di Eretum, situata poco più a nord, lungo il corso del fiume Tevere.
L'area dell'attuale città, che non insiste sul sito sabino della citata Eretum, venne però abitato in modo più massiccio a partire dai secoli X - XI, quando si originò l'abitato medievale.
Monterotondo, per la sua ubicazione presso la via Salaria, fu per molto tempo un punto strategico, nonché importante baluardo per la difesa di Roma. Il centro abitato, come lo intendiamo oggi, nacque piuttosto tardi rispetto agli altri centri sabini circostanti.
Viene infatti citato per la prima volta in una bolla papale dell'XI secolo, nella quale si faceva riferimento ad un possesso dei monaci di San Paolo di un "Campus Mountis Rotundis" nei pressi di Grotta Marozza. Il possedimento fu successivamente chiamato Monte Ereto, quindi Mons Teres che, volgarizzato, vale come Monte Ritondo, nome che diventa di uso comune dal 1300.
Tale monte, intorno all'anno 1100, fu ceduto in affitto alla famiglia dei Capocci e successivamente nel XII secolo fu ceduta agli Orsini, i quali mantennero il potere fino al XVII secolo.
Durante la Signoria di questa famiglia, il nome di Monterotondo ricorse spesso nelle vicende di Roma e dell'Italia, sopportando varie e terribili vicende.
Nel 1432 fu conquistata da Niccolò Fortebraccio, con l'aiuto della famiglia Colonna, e il 6 dicembre 1485 fu incendiata dagli stessi Orsini. Successivamente occupata dai soldati del Papa, fu presa nel 1486 dal Duca di Calabria.
Il momento più glorioso per il ramo eretino della famiglia Orsini fu quando Clarice Orsini andò in sposa, nel 1468, a Lorenzo il Magnifico, uno dei massimi esponenti del Rinascimento italiano. Importante è lo statuto comunale redatto da Francesco e Raimondo Orsini nel 1579.
XVII secolo
Per motivi finanziari, nel 1640 gli Orsini cedettero il feudo ai Barberini, i quali cercarono di rendere tale feudo più attivo nonché rigoglioso economicamente.
Sotto la nuova signoria infatti, il palazzo fu ristrutturato ed arricchito di affreschi e stucchi. Nel 1639 venne edificato il Duomo, che divenne cattedrale del vescovo di Sabina. L'abitato fu cinto di mura e reso accessibile da tre porte: la Romana, ancora esistente nel rione San Rocco, la canonica a lato del Duomo e la Ducale nei pressi del giardino del Cigno. Porta Ducale e Porta Canonica sono ora scomparse.
XVIII secolo
Nel 1701 diventarono signori di Monterotondo i Grillo di Genova che eseguirono nuovi restauri a palazzo, arricchirono il Duomo e costruirono il ponte sul fiume Tevere, lo stesso che ancora oggi è chiamato Ponte del Grillo.
Monterotondo godette di un lungo periodo di tranquillità, fino all'arrivo delle truppe francesi del generale Garnier, venute a Roma per innalzare la bandiera della democrazia.
Costoro cinsero d'assedio la città, ma dopo pochi giorni dovettero rinunciare non solo a Monterotondo ma anche a Roma, in quanto furono respinti dall'esercito napoletano. In seguito la città passò dalla famiglia Grillo al Principe di Piombino nel 1815, tornando così a godere di una relativa pace.
IXX secolo
Nel 1815 fu più volte occupata dagli eserciti di Gioacchino Murat, che per la prima volta inalberava il vessillo della liberazione d'Italia.
Nel marzo del 1821 subì il passaggio delle truppe austriache, venute per ricacciare nel Regno l'esercito napoletano.
Nell'anno 1845 il cardinal Luigi Lambruschini, vescovo di Sabina, venuto a Monterotondo per consacrare solennemente la basilica collegiale di Santa Maria Maddalena, restaurata ed abbellita da don Antonio Boncompagni Ludovisi, annunciò la visita del pontefice Gregorio XVI per il giorno 6 ottobre dello stesso anno. La visita fu festeggiata con grande pompa e il priore Nicola Fanucci, di fronte alla porta del municipio, consegnò le chiavi d'oro del Comune al papa. I festeggiamenti si protrassero fino a tarda sera e papa Gregorio XVI rimase così colpito dall'affetto mostratogli dai monterotondesi e dalle bellezze naturali del territorio, che il 22 novembre dello stesso anno conferì al comune il titolo di "Città", con le inerenti prerogative. Prima di Gregorio XVI anche Urbano VIII fu accolto dai Barberini suoi consanguinei, ma non sembra che concedesse qualcosa di speciale, nonostante le accoglienze calorose anche a lui riservate. In quell'epoca Monterotondo era considerata una delle maggiori città della Sabina: in un libro del tempo fu infatti definita "la Parigi della Sabina".
Fu testimone, nel 1867, della Campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma. Il 26 ottobreGiuseppe Garibaldi vi entrò con i suoi volontari bruciando Porta Romana, oggi Porta Garibaldi. A preparare un carretto con zolfo e altre materie incendiarie fu Pasquale Baiocchi nativo di Città Sant'Angelo, titolare con il padre di una fabbrica di fuochi artificiali nel suo comune. Morì nel 1907 saltando in aria con il suo laboratorio a Città Sant'Angelo. Tra i giovani al seguito dell'Eroe dei Due Mondi si trovavano anche i fratelli Cairoli, Jessie White Mario, la Contessa Blawaski, russa, Giuseppe Pollini, 16 anni, di Rovereto, Fabio, Mario, Ettore, Alessandro e Raffaello Giovagnoli, dallo stesso Garibaldi chiamati "I Cairoli del Lazio", originari proprio di Monterotondo.Oggetti e documenti a loro appartenuti sono nel Museo nazionale della Campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma in Mentana.
Cimeli della Campagna del 1867 riferiti a Monterotondo come il catenaccio di Porta Garibaldi (ogni parte è autenticata da sigillo a piombo del Comune di Monterotondo) sono nel Museo della Campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma,direttore scientifico dal 1997 il prof. Francesco Guidotti consulente storico del Comune definito dal sindaco Lupi nel novembre 2007: "massima autorità storica del territorio sui temi del Risorgimento in particolare per la Campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma". Attigua in Mentana al Museo l'Ara-Ossario dei Volontari caduti nella Campagna del 1867. [1]. In città si cita da parte papalina il presunto episodio di Garibaldi che di persona sarebbe entrato dal portone principale del Duomo in sella ad un cavallo.Comunque in un libro del prof.Guidotti è spiegato e documentato come i garibaldini pagarono quanto preso ed usato durante l'occupazione della città testimoniato anche da Raffaello Giovagnoli in una lettera dei primi del 900.Una raccolta di 250 volumi sul Risorgimento e Campagna del 1867 molti dei quali rarissimi sono nella biblioteca personale e privata del direttore prof. Francesco Guidotti.
XX secolo
Nel 1943 Palazzo Orsini Barberini fu sede per alcuni mesi dello Stato Maggiore del Regio Esercito Italiano. Il 9 settembre 1943, a seguito dell'armistizio con gli angloamericani, i tedeschi con un lancio di 800 paracadutisti provenienti da Foggia, guidati dal Maggiore Walter Gericke ne tentarono la cattura. La sede fu contesa strenuamente dai reparti italiani dell'esercito (tra questi la "Piave" e la "Re"), dei carabinieri ed anche da cittadini armati, e costò ai tedeschi la perdita di 300 paracadutisti, di cui 48 caduti, mentre gli italiani ebbero 125 caduti e 145 feriti, tra i quali 14 carabinieri. [2]. A seguito di questi fatti furono concesse decorazioni a Vittorio Premoli del 57º Reggimento Fanteria "Piave" (Medaglia d'Oro al Valor Militare), al Carabiniere Giuseppe Cannata, che dopo strenua difesa di un posto di blocco venne colpito a morte (Medaglia d'Argento al Valor Militare), al giovane Ortensi, tuttora vivente (Medaglia d'Argento al Valor Militare), al Tenente dei Carabinieri Raffaele Vessichelli, comandante di gruppo autonomo mobilitato con il compito di difesa e sicurezza del Palazzo Orsini Barberini (Medaglia di Bronzo al Valor Militare). Episodi eroici di lotta partigiana seguirono nel 1944 con il sacrificio di Edmondo Riva (Medaglia d'Oro al Valor Militare). Un cippo dedicato alla memoria dei caduti militari fu eretto 60 anni dopo la battaglia nel "giardino della passeggiata".
Nel 2008 il Comune (decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare) ha concesso la cittadinanza onoraria a Paolo Sabetta, l'uomo che come responsabile della Tenuta Zootecnica di Tor Mancina salvò nel 1943/44 decine di giovani dalla deportazione in Germania, definito dalla stampa nazionale "il Perlasca di Monterotondo", a cui nel 2010 è stato intitolato un museo a Foggia.
Il 5 gennaio 1959, per dissesti del sottosuolo, un palazzo di via Oberdan crollò rovinosamente, creando al centro del vecchio borgo un ampio slargo che venne ridenominato "Lo Sbracato".
Con Decreto del Presidente della Repubblica del 19 giugno 1978, al Comune di Monterotondo è stata conferita la Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Urbanistica ed Economia
Monterotondo oggi è una cittadina di medie dimensioni, in costante espansione. Poggiata su un colle, a 165 mt. sul livello del mare, che domina la Valle del Tevere, gode di un clima favorevole per la coltivazione di vigneti lungo i pendii delle colline che producono eccellenti vini.
Poco distante dal centro abitato si estende la campagna eretina che forma una sorta di fascia verde intorno alla città. Questa è formata dalla Macchia del Barco e la Macchia della Gattaceca, dalla campagna di Tor Mancina e da quella di Valle Ricca che, in precedenza, ha rappresentato un'adeguata e redditizia fonte di sostentamento per la popolazione contadina della città.
Monterotondo è da sempre Terra di Lavoro. Fino agli anni '50 dello scorso secolo la popolazione era perlopiù impegnata del settore primario ed il centro era pocopiù di un borgo. Ma con il boom economico degli anni '60 e '70 la popolazione è aumentata grazie al notevole afflusso di popolazione da regioni come Marche, Umbria e Abruzzo che hanno trovato posto nella comunità monterotondese, facendo quindi anche espandere la città. I migranti erano attratti soprattutto dai numerevoli posti di lavoro che la città offriva. Infatti nella zona delle Fornaci e Valle Ricca, ma anche sulla via Salaria, vennero costruite numerevoli industrie, soprattutto fornaci, specializzate nella fabbricazione di mattoni, ceramiche e laterizi. I migranti ampliarono il centro costruendo veri e propri nuovi quartieri come Spineti e Borgonovo che tutt'oggi sono abitati da gente di origine abruzzese, umbra o marchigiana. Il boom industriale si esaurisce, come nel resto d'Italia, alla fine degli anni '80. La città quindi si riconverte e diventa un importante centro del terziario. L'industria occupa ancora una voce non poco significativa per l'economia della città. Infatti nella Valle del Tevere, tra la via Salaria e la Traversa del Grillo, è sita la nuova Zona industriale che ospita, oltre a fabbriche locali, filiali di grandi aziende nazionali e internazionali.
La città è posta in un punto strategico. Infatti è al centro di un vasto territorio che va dalla Bassa Sabina fino alla Valle del Tevere. Quindi è una città in movimento essendo dotata di molti servizi importanti( come per esempio scuole superiori, ospedale, distretto sanitario, associazioni di categoria, stazione FS ecc...) non solo utili per i suoi abitanti ma anche per i centri del circondario. La città si muove però anche verso la Capitale con il fenomeno crescente del pendolarismo, essendo ben collegata a quest'ultima.
Monterotondo può essere suddivisa in due macroaree: Monterotondo Paese e Monterotondo Scalo
Lu Paese
È il cuore della città sviluppatosi ai lati della via Nomentana. Vi si trovano i maggiori servizi cittadini, nonchè la sede comunale e le maggiori attivita commerciali. Come rappresenta lo stemma della città, coniato dagli Orsini, è posto su tre colli e sulla valle che da questi discende. A sua volta si divide in diversi quartieri (o Rioni): Centro Storico, Santa Maria, San Rocco, Cappucini, Crocetta, Spineti, Tufarelle, La Fonte, San Matteo, San Luigi e San Martino.
Il Centro Storico - È il cuore antico della città ed è sito su un'altura che, come avviene in altri casi simili di area sabina (Poggio Mirteto, Collelungo, Collalto, Montelibretti, Montopoli...), nel medioevo ha dato il nome all'abitato. I primi abitanti si stabilirono sull'altura sicuramente prima del XI secolo probabilmente in relazione ad un complesso agricolo-difensivo già esistente (la Villa di Campo Rotondo nominata in alcuni documenti medievali) . Seguirono le fasi dell'incastellamento che, insieme al coinvolgimento delle potenze baronali di Roma ed in particolar modo della famiglia Orsini, diedero vita al Castrum Montis Rotundi che ritroviamo citato nell'atto di divisione dei beni di Matteo Rosso Orsini del 1286. Le case sono nella maggior parte in stile romanico rurale, originariamente a due piani con scale esterne e profferlo aggettante in facciata. In alcuni casi è ancora possibile ammirare qualche esempio di costruzione duecentesca di questo tipo come via Arcangelo Federici e via Rossini. La parte seicentesca del quartiere, denominata Borgo e costituita dall'asse Piazza Duomo-via Cavour-Piazza del Popolo, è quella più frequentata e quella dove sono concentrate le attività commerciali e dove si svolgono importanti manifestazioni commerciali e culturali, come il mercatino dell'antiquariato. Anticamente si trovava in questo quartiere la chiesa di Sant'Ilario, distrutta nel terremoto della Marsica del 1915, di cui recentemente (2006) sono riemersi i ruderi.[3] . Recentemente sono partiti alcuni lavori di restauro volti a riqualificare lo stato di alcune vie minori del centro storico. L'abitato era anticamente cinto da mura di difesa e vi si accedeva attraverso quattro porte (tre delle quali sono scomparse). Oggi è circondato da un anello stradale, chiamato Circonvallazione, costituito da viale Giacomo Matteotti, viale Vincenzo Federici e viale Giuseppe Serrecchia.
Santa Maria - Altro rione storico della città, prende il nome dalla chiesa della Madonna delle Grazie. Vi è anche un polo scolastico inserito in quella che fu la palazzina dell'ONMI, Opera Nazionale Maternità e Infanzia. Tra i nati nel complesso sanitario il brigatista Renato Curcio, 23 settembre 1941. Interessante il parco ONMI oggi chiamato "Arcobaleno" nel quale è sistemato il centro anziani comunale. Alcune scuole lo usano come palestra all'aperto ed è spesso sede di feste di partito o di associazioni. La parte vecchia è costituita dall'asse via Edmondo Riva-piazza Santa Maria delle Grazie da cui si dipartono vie minori con palazzi più moderni. Inglobato nel quartiere si trova anche il Rione San Rocco.
Cappuccini - È la zona adiacente alla chiesa dei Cappuccini o di San Francesco, la quale ospita un preziosissimo giardino, tra i pochi polmoni verdi all'interno della città esclusi il giardino comunale ed il parco ex-Omni. È uno dei rioni storici che compongono il centro cittadino ed è prettamente residenziale. Si sviluppa lungo viale Fausto Cecconi, ultimo tratto viale Bruno Buozzi e via Pietro Nenni. Attualmente lungo il tratto urbano della Nomentana è in costruzione un centro commerciale. Forma un unico quartiere con il Rione San Matteo, il Rione Sant'Angelo e il Rione La Torraccia.
Spineti - Si trova presso la chiesa di Gesù Operaio ed è una zona abbastanza recente con palazzi moderni e grandi ville. Zona agricola fino agli anni '60, è abitata perlopiù da popolazione di origine abruzzese. In via Tirso ha sede l'Istituto tecnico per ragionieri e per geometri ITCG Via Tirso, associato con l'Istituto Superiore Piazza della Resistenza 1 (ex Cardano). La piazza civica del quartiere è piazza Gandhi dove in estate, grazie al comitato, ha luogo la sagra dello spiedino. Un'altra festa organizzata dalla parrocchia di Gesù Operaio è San Gabriele il secondo week-end di settembre. Forma un unico quartiere con il Rione Tufarelle, che è la zona antistante il Cimitero Monumentale, e il Rione La Fonte, anch'esso prettamente residenziale e commerciale, in cui si trovano i più importanti impiani sportivi cittadini, come lo Stadio Fausto Cecconi e lo Stadio del Nuoto, nonchè sede di istituti scolastici.
Lo Scalo
Questa frazione, posta ai piedi del comune di Monterotondo, si sviluppò in seguito alla costruzione della stazione ferroviaria che fu inaugurata il 28 Aprile del 1864. Posta sulla via Salaria rappresenta il punto d'unione di quest'ultima con la via Nomentana. Precedentemente lontana dal centro, considerata anche frazione del comune e quasi abbandonata a se stessa, aveva addirittura un altro C.A.P. ( il 00016, ormai caduto in disuso). All'inizio fu un coagulo di modeste abitazioni in stile rurale e fattorie poste sulla riva sinistra del Tevere. Oggi è un'ampia zona residenziale in continuo sviluppo e un'importante zona commerciale e industriale del centro Lazio. La popolazione crebbe dall'inizio degli anni '50 e per questo si richiese la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale per la crescente popolazione. Venne inaugurata così la chiesa di Santa Maria del Carmine, in stile moderno, mentre il santo patrono è San Michele Arcangelo che si festeggia il 29 Settembre. Essendo molto grande e in espansione, si stanno decentrando alcuni servizi comunali come l'anagrafe e la sede distccata della Polizia Locale. La zona, essendo posta in pianura, nella piana del Tevere, è soggetta ad allagamenti come l'episodio mortale in cui morì una donna nel Dicembre del 2008, avvenuto in un sottopasso ferroviario. Anch'esso si divide in alcuni quartieri e Rioni: Pie'di Costa, Borgonovo e Torre Mancina.
Pie'di Costa - È una frazione di Monterotondo che, come dice il nome stesso, si trova ai piedi della costa delle colline che si affacciano lungo la valle del Tevere, nella parte di territorio a sud ovest del comune. Nata essenzialmente come coagulo di modeste abitazioni rurali che sono state in seguito riassorbite dall'edilizia successiva, è oggi parte della zona di Monterotondo Scalo ed è una zona a vocazione commerciale. È la porta d'ingresso alla città, posta interamente sulla via Salaria e sul vecchio tracciato della Nomentana, che prende il nome di via dei Monti Sabini. Vi hanno sede un iper-mercato, un centro di orientamento al lavoro, l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) e l'INCIL. Fanno parte del quartiere anche il Rione Montegrappa e la Borgata Sant'Ilario.
Borgonovo - Borgonuovo o Borgonovo è un sobborgo di Monterotondo. La mancanza di chiese e di strutture ricettive hanno posto questo quartiere periferico e di passaggio, sviluppatosi lungo l'ultimo tratto della via Nomentana, in secondo piano rispetto ad altre zone della cittadina laziale.
Torre Mancina - È una zona agricola e verdeggiante posta a nord-est del comune. Praticamente disabitata, vi si accede attraverso vie private. È importante per la sede di un comprensorio di studi agro-zootecnici del CNR come l'istituto di geologia ambientale e geoingegneria, l'istituto di ricerca sulle acque, l'istituto sull'inquinamento atmosferico, l'istituto di metodologie inorganiche e dei plasmi, l'istituto di metodologie chimiche, l'istituto di studi sulle civiltà italiche e del mediterraneo antico e l'istituto di biologia cellulare.
Nel 1621 il Consiglio dei Quaranta approvò la decisione di costruire una nuova chiesa parrocchiale in luogo di quella piccola conacrata circa cinque secoli prima, diventata insufficiente ad accogliere l'aumenta popolazione di Monterotondo. Poco dopo, con l'acquizione del feudo, i Barberini furono costretti ad affrontare la decisione dei Quaranta e a soddisfarla. Dopo aver piantato simbolicamente una croce (1629) nel luogo dove sarebbe sorta la nuova chiesa, i lavori cominciarono ufficialmente nel 1630. Subentrarono tuttavia difficoltà economiche perché, oltre alla nuova chiesa, i Barberini dovettero amprliare la cinta murararia del paese per inglobare l'erigendo Duomo, e l'abitato di recente costruzione ( il "Borgo" ), entro uno spazio strategicamente difendibile. Di conseguenza la chiesa sorse con una facciata disadorna e con un interno decisamente spoglio.
Nel 1641papa Urbano VIII visitò il Duomo al quale fece dono di preziosi paramenti sacri e di un "campanone" di undici quintali.
Nel 1699 divennero signori di Monterotondo i Grillo di Genova che adornarono la chiesa con nuovi stucchi e affreschi lasciando il compito di portare a termine le decorazioni ai Boncompagni. Il Duomo, per l'attivo interessamento del cardinal Luigi Lambruschini, vescovo di Sabina, accolse nel 1845 il nuovo papa Gregorio XVI, che elevò la chiesa a basilica minore.
Il Duomo è concepito secondo la concezione planimetrica del Vignola. Non ci sono, pertanto, navate laterali, ma un unica navata rettangolare, un ampio transetto e l'abside. Per sostenere l'ampiezza della copertura si provvide a munire i due lati più lunghi di ben articolate cappelle, ognuna con un proprio altare. Sopra i cornicioni che sovrastano le cappelle, si aprono gli strombi di sei grandi finestre.
Il grande affresco della volta è un magnifico inno alla Madonna alla quale il Tempio è dedicato. È un opera di buona fattura con un buon equilibrio di fattura, nonostante l'abbondanza barocca della concezione pittorica anhce nei più modesti particolari. L'affresco sembra che si possa attribuire a Domenico Pistrini. Nel Duomo ci sono altri affreschi di buona fattura e poi tele, statue, sarcofagi e lapidi.
La bella tela che occupa la cappella detta "delle Anime del Purgatorio", viene attribuita allo Zampa, della scuola del Domenichino. Diverse reliquie di Martiri e Santi sono conservati nella Basilica. All'interno del sarcofago, datato al II secolo d.C., che funge da altare maggiore sono conservati i corpi dei martiri Sisto e Bonifacio.
Nella cappella "delle reliquie", dentro l'urna sotto l'altare, ci sono le reliquie dei martiri Balbina, Teodora, Emilia e Placido.
Nella cappella detta "della Madonna" troneggia una statua lignea rappresentante la Vergine con il Bambino, di antica fattura, considerata da alcuni una copia del lavoro del Sansovino. Era detta "Maria Vergine della Purità". Al di sotto della statua, in un tabernacolo di legno, c'è un simulacro della vergine e martire santa Silvana contenente le reliquie della Santa.
Molto bella ed insolita è la sistemazione della cantoria, che occupa tutta la parete subito dopo l'ingresso principale. Un gioco sapiente di lunette affrescate, di stucchi discreti e di agili spazi movimentati, fanno da cornice alle canne dell'organo, recentemente restaurato grazie alla generosità dei monterotondesi.
Convento dei Frati Cappuccini
La chiesa dei Cappuccini o di San Francesco D'Assisi è sita in piazza San Francesco d'Assisi, nel quartiere dei Cappuccini. La facciata è in stile romanicobarocco, l'interno è ad unica navata con cappelle laterali sul lato destro che contengono delle statue di santi. L'altare è in marmi policromi.
Annessi alla chiesa sono il convento ed il giardino dei Cappuccini. Il giardino è uno dei pochi polmoni verdi nell'interno del città di Monterotondo se si escludono il giardino antistante il palazzo comunale ed il giardino della passeggiata dedicato ai caduti garibaldini ed ai militari morti nella tragica battaglia di Monterotondo del 9 e 10 settembre 1943, e la più grande, nelle campagne intorno a Monterotondo, Macchia del Barco e la Macchia della Gattaceca.
La chiesa della Madonna delle Grazie è sita nella piazza omonima del quartiere "Santa Maria". Tra quelle esistenti a Monterotondo è di certo la più antica, anche se non si sa l'anno preciso di edificazione. Dovrà passare molto tempo prima che su commissione di Giacomo Orsini gli si annettesse, nel 1448, il vicino monastero abbattuto poi nel 1932 per fare posto alla sede Monterotondese dell'Onmi. La chiesa presenta un impianto ad unica navata, coperta a volta e con quattro cappelle su ogni lato, comunicanti tra loro e ben decorate.
Sull'arco romanico, nell'ultima cappella a sinistra, c'è uno stemma degli Orsini che per la prima volta, sembra, sostituisce alla stella a sei punte la più nota rosa canina. La chiesa conserva alcune tele di buona fattura tra le quali spiccano una Sacra Famiglia del Savonnanzi, una pala d'altare di gusto caravaggesco e il dipinto di una Madonna con Bambino al quale si attribuisce la stessa età della chiesa. La facciata è in stile romanico ma con successivi rimaneggiamenti. In essa si conserva uno dei più interessanti monumenti funebri del Quattrocento laziale. In un'edicola a parete, sopra un sarcofago, è collocato il rilievo equestre di Giordano Orsini. Nella lunetta che sovrasta il monumento si può ammirare una Madonna con Bambino ed angeli oranti, che ricorda vagamente le opere del Verrocchio. Nei primi anni dopo il 2000 la chiesa è stata restaurata per i danni dovuti all'ultimo grande terremoto dell'Umbria.
Chiesa di San Rocco
All'origine fu una semplice cappella. Già dal '500 si conservava all'interno una sacra immagine della Vergine la quale, a detta degli antichi abitanti del posto, collocata fuori dalla mura del paese, a breve distanza dalla porta principale, pare ivi posta a custodia e a baluardo del medesimo contro ogni pubblico e privato infortunio.
Ed in realtà invocata dagli abitanti del Borgo, cominciò ben presto a far "piovere" su di loro un diluvio di grazie e di benedizioni, che tutti unanimi convennero di chiamarla con l'espressivo nome di: Maria Santissima del Diluvio delle Grazie.
Ma essendo il luogo angusto e non in condizioni di ospitare i tanti pellegrini che da ogni parte del Lazio venivano a fare visita alla miracolosa immagine. venne ampliata grazie alla volenterosa opera degli operai della cava "la Fonte". Nacque così la chiesa di San Rocco.
L'edificio non presenta niente di notevole. Entrando si nota subito la freddezza asettica del posto, che però viene presto mitigata fino a scomparire dalla vista della tela posta sopra l'altare, dove troneggia l'immagine della Madonna del Diluvio. Non si tratta di un'opera di gran pregio, tuttavia il quadro è ben eseguito e l'autore ignoto. Le corone d'oro, poste sopra il capo della Madonna e del Bambino, furono trafugate da ladri garibaldini mai identificati nella Campagna del 1867. Furono gli stessi monterotondesi, con personali donazioni, a dotare di nuove corone l'immagine della Madonna.
Narra Monsignor Giovannetti di un miracoloso episodio avvenuto nel 1656, durante una famosa epidemia di peste. A Roma, la morte nera fece più di 22.000 morti e nello stato ecclesiastico furono più di 160.000. Solo Monterotondo, fra tutti i paesi vicini, scampò al flagello che infierì particolarmente nella vicinissima Mentana. Si racconta che padre Giuseppe Gessi da Borghetto, religioso dei Frati Minori Conventuali, nel convento della Santissima Concezione in Monterotondo, ebbe una visione soprannaturale nella quale vide un ombra a cavallo che di gran carriera veniva verso la città dalla parte di Mentana con un flagello in mano per percuotere, mentre la Beata Vergine con il suo Divin Figluolo ed assistita da San Rocco, le proibiva l'ingresso al paese, facendola tornare sui suoi passi. Gli abitanti del Borgo furono così salvi per intercessione della Madonna.
Il palazzo baronale che ospita il comune e vari uffici comunali, nonché l'ufficio dei vigili, ha, negli uffici consiliari degli affreschi del palermitano Giacinto Calandrucci (1655-1707), del fiammingo Paul Brill che ha anche affrescato una sala da pranzo di papa Paolo V, e di Girolamo Sciolante (o Siciolante) da Sermoneta (1521-1575) che ha affrescato anche il Castello Caetani di Sermoneta e dipinto una pala d'altare di Bologna.
Il palazzo, nel medioevo, fu proprietà degli Orsini, dei Barberini, dei Grillo (la stessa famiglia del film di Alberto Sordi "Il marchese del Grillo") e dei Boncompagni-Ludovisi. La torre, che domina l'intera Valle del Tevere, non è l'originale. È stata infatti ricostruita a seguito del devastante terremoto del 1915 di Avezzano, in cui andò distrutta l'originale.
Nel cortile esterno ci sono il Giardino del Cigno, in cui ci sono vari monumenti come quello ai caduti della Marina e l'ara ossario per i caduti della Grande Guerra, e il Parco della Rimembranza, recentemente risistemato.
Altri luoghi d'interesse
Chiesa della Madonna di Loreto - Costruita nel 1800, e proprietà della Confraternita del Gonfalone, è stata recentemente restaurata. (2008)
Chiesa di Gesù Operaio. Sita nel quartiere Spineti, all'interno è conservata una pietra del Gran Sasso. . È stata recentemente restaurata ed ampliata (2010)
Piazza dei Leoni - La fontane del Leoni a piazza del Popolo. La piazza rientra nella sistemazione urbanistica voluta dai Barberini. Al centro si trova la Fontana dei Leoni che ha origine da una precedente collocazione (1845) di una colonna di ordine ionico su leoni di terracotta. Nel 1927 questi ultimi sono stati sostituiti da quattro leoni di travertino scolpiti da Romeo Liberati, scultore eretino. La piazza, assieme alla fontana, è oggetto di dipinti e foto create da artisti locali. Interessante e l'acquerello che ritrae un garibaldino sulla piazza in camicia rossa ad opera di Erika Garibaldi, vedova di Ezio, nipote di Giuseppe. Una copia dell'acquerello è nel Museo di Mentana.
Pincetto - Posto su Piazza Duomo, alla destra della Basilica, è una vera e propria terrazza sulla città. Fa da raccordo tra due differenti livelli, quello più basso della piazza e quello più alto della parte vecchia del paese. Opera del 1903 dell'ing. Luca Betti, è un interessante elemento architettonico che riprende il motivo dell'antica cinta muraria, con al centro una fontana che ha alla base una statua che raffigura i tre monti su cui è costruita la città. Sulla parete due lapidi marmoree, la prima dedicata ai caduti di Libia dettata da Raffaello Giovagnoli il 20 settembre 1913, la seconda dedicata alla memoria del fratello Fabio Giovagnoli caduto a Monterotondo nella Campagna del 1867 inaugurata il 20 settembre 1909. I cimeli dell'eroe risorgimentale (sciabola, fascia azzurra di ufficiale ed altro) sono nel Museo della Campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma nella confinante Mentana.
La Passeggiata - È un lungo viale pedonale, ritrovo ogni giorno di ragazzi, ma non solo, di Monterotondo e dei paesi circostanti. Nel parco della Passeggiata è presente un cippo-ossario garibaldino con i resti dei caduti nella battaglia dell'ottobre 1867 ed è dedicato ai morti e ai caduti nella tragica battaglia di Monterotondo del 9 e 10 settembre 1943. C'e anche il busto del patriota Raffaello Giovagnoli, fratello di Fabio caduto nella battaglia garibaldina per la conquista della Città ricordato con una targa in piazza Giordano Bruno (Duomo) oggi Giovanni Paolo II. In città alcune targhe marmoree che ricordano la presenza di Giuseppe Garibaldi e dei suoi Volontari dal 27 ottobre al 3 novembre 1867. Garibaldi ed Anita in fuga da Roma dopo la caduta della Repubblica Romana passarono da Monterotondo il 4 luglio 1849. Un frammento del pino dove si ripararono in piazza S.Maria è nel Museo Nazionale di Mentana. Di rilievo l'arco trionfale, eretto alla memoria dell'eroe dell'aria Fausto Cecconi, trasvolatore atlantico, al quale sono intitolate anche una scuola e lo stadio comunale, posto alla fine della Passeggiata.
Piazza dell'Orologio - Il palazzo del Orologio
Oggi Piazza della Repubblica, conserva l'antico Palazzo dell'Orologio, con un grande orologio sulla parete esterna, ed è il vecchio municipio della città detto anche Palazzo del Priore. Tale palazzo è in stile romanico-barocco. Il pavimento della piazza disegna una sottospecie di meridiana. Altri palazzi sulla piazza sono in stile pseudo rurale.
Chiesa di San Nicola e Vecchio Ospedale - Il complesso dell'ex Ospedale è sito in piazza Don Minzoni. . Questo palazzo era sede dell'ospedale di Monterotondo fino agli anni '30 del Novecento ma ora ospita la biblioteca comunale dello stesso comune, con annessi centro culturale Paolo Angelani e Museo Archeologico Comunale, nei cui sotterranei vi sono gli archivi di questa biblioteca, nel pianterreno vi è l'accettazione con angolo emeroteca e sala video ed audio mentre una sala attigua consta di enciclopedie e libri antichi, invece nel piano superiore vi sono le restanti sale della biblioteca. Una targa marmorea voluta dal prof. Guidotti, ricorda il ruolo del complesso nell'800 è murata a cura dell'ANVRG (Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini) e Comune di Monterotondo all'esterno del fabbricato. Il centro culturale P. Angelani consta di 2 sale per mostre temporanee e di una sala convegni-aula magna. All'esterno vi è la chiesa di San Nicola, ora sconsacrata.
Porta Garibaldi - La porta Garibaldi Nei pressi della chiesa di San Rocco si trova la Porta Garibaldi, recentemente restaurata. Progettata dall'architetto romano Frontoni nel 1722, fu ultimata nel 1751. È l'ultima delle quattro porte d'accesso al centro storico rimasta e sostituisce Porta Romana Vecchia che anticamente era sita nei pressi dell'odierna piazza del Popolo. Tale porta, Monumento Nazionale chiamata Porta Romana prima del 1870, prende il nome dalla conquista della città da parte di Garibaldi il 26 ottobre 1867 . Per poter entrare in città, provenendo dalla Valle del Tevere, Garibaldi dovette bruciare la porta che chiudeva l'accesso al centro. In stile romanico-pseudorurale e consta di un accesso pedonale al centro storico ad arcoa tutto sesto, il transito è consentito dal lato sinistro, guardando la porta dal piazzale antistante. Più avanti due targhe marmoree ricordano la presenza di Giuseppe Garibaldi e del suo stato maggiore in una locanda attigua alla fontana dei leoni. Garibaldi soggiornò anche alcuni giorni nel Castello Orsini prima di avviarsi verso Tivoli per sciogliere la Legione.
Una targa apposta in epoca fascista ricorda la Campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma e la Battaglia di Mentana-Monterotondo combattuta dai Garibaldini (1867) che ivi si è combattuta.
Teatro Francesco Ramarini - Il teatro Francesco Ramarini
Il teatro Francesco Ramarini fu eretto nel 1920. Si sta ultimando di restaurarlo ed è una nuova scommessa dell'amministrazione comunale per dare nuovo slancio alla vita culturale cittadina. Il restauro è dovuto ad un incendio che ne distrusse il solaio, appiccato da maldestri ladri alla fine degli anni '80.
Il museo, fondato nel maggio 2003, comprende materiale recuperato da carabinieri, polizia e finanza da controlli su scavi clandestini sul territorio circostante[2]. Il percorso museale si divide in 4 sale e comprende tutt'al più ceramiche di Crustumerium, buccheri in stile etrusco di varia provenienza, teste in marmo o travertino provenienti da Eretum e Nomentum. Di particolare interesse anche 3 ricostruzioni di tombe con scheletri o frammenti di scheletri ritrovati a Nomentum ed un modellino-plastico raffigurante una capanna preromana di Fidenae.
Macchia del Barco e la Macchia della Gattaceca - È una grande riserva naturale, gestita dalla Provincia di Roma, posta tra i comuni di Monterotondo e Mentana. La flora ospita vari tipi di latifoglie tra cui olmi, ontani, larici e molti tipi di querce. La fauna invece è composta da molti tipi di uccelli, scoiattoli, ghiri, volpi e istrici. Soprattutto in estate, e il luogo ideale per manifestazioni di tipo naturalistico organizzate dai due comuni.
Via Nomentum-Eretum - È l'area archeologica della città in cui si può vedere distintamente il tracciato dell'antica via Nomentana tra Eretum e Nomentum. Durante tutto l'anno si può visitare il sito grazie alle visite organizzate dalla sede di Monterotondo-Mentana dell'Archeoclub Italia.
Trasporti
Monterotondo è raggiungibile attraverso le linee Co.Tra.L del servizio di trasporto pubblico della regione Lazio. Dalla stazione Tiburtina di Roma si possono prendere due autobus in direzione Monterotondo, uno sulla direttrice Nomentana che collega anche altre località come Mentana e Fonte Nuova alla città, e uno sulla direttrice Salaria. Inoltre, essendo la città polo didattico con numerosi licei e isituti di istruzione superiore, durante il periodo scolastico sono attivi altri trasporti extraurbani, sempre gestiti dalla Co.Tra.L. con linee da e per Castelchiodato, Palombara Sabina, Montorio Romano, Monteflavio, Moricone, Nerola, Fara Sabina, Montelibretti, Morlupo e Castelnuovo di Porto. Inoltre la città è collegata anche con i comuni di Sant'Angelo Romano, Guidonia e Tivoli. Altri comuni che invece non sono collegati direttamente dal servizio pubblico regionale, si sono attrezzati con autolinee gestite da privati.
Sulla via Salaria, a Monterotondo Scalo, passano gli autobus da e per Rieti.
I trasporti urbani interni sono gestiti dalla ditta Rossi Bus con 4 linee urbane:
Linea 1- Monterotondo via J.F. Kennedy- via San Martino- zona industriale- stazione FS
Linea 2- Monterotondo via Corsica- Borgonovo- stazione FS percorso via Salaria
Linea 2/- Monterotondo via Corsica- stazione FS-Piedicosta- San Luigi- Monterotondo via Corsica
Linea 3- circolare Monterotondo piazza del Mattatoio- Centro- Cappuccini- Monterotondo piazza del Mattatoio
Sempre il Cotral gestisce la navetta locale, che serve ai comuni di Mentana e Fonte Nuova, e alle loro frazioni per raggiungere la stazione FS di Monterotondo, con le seguenti linee:
XII Apostoli-Mentana-Monterotondo FS
Fonte Nuova-Mentana-Monterotondo FS
Santa Lucia di Fonte Nuova-Molette-Mentana-Monterotondo FS
La stazione Monterotondo-Mentana (la scritta del Comune confinante per anni sul fabbricato della Stazione FS è sparita al termine di un recente restauro) consta di 2 banchine, per complessivi 3 binari nonché di due parcheggi di proprietà della provincia di Roma, in dotazione al comune di Monterotondo.
Fa scalo a Monterotondo-Mentana la linea FR1 (Orte - Fara Sabina/Poggio Mirteto - Fiumicino Aeroporto)
da Roma: seguire la Salaria fino al km 21.5 e prosugire sulla SP 2/f Fornaci-Vallericca per altri 5 km in direzione Monterotondo-Mentana fino all'arrivo al centro abitato (Via Roberto Faravelli)
da Rieti : seguire la Salaria fino al km 26 e svoltare su SP25/b Via San Martino e proseguire per altri 6 km fino all'arrivo nel centro abitato (quartiere Santa Maria)
SP 24/b- Via di Castelchiodato - permette di raggiungere la città (quartiere Crocetta, Viale Mazzini) dalla frazione di Castelchiodato del comune di Mentana
Autostrada A1: il territorio comunale nn è direttamente attraversato dall'autostrada, ma sulla diramazione Roma Nord si sta costruendo lo svincolo per Castelnuovo di Porto che servirà anche l'area della città eretina con un nuovo ponte sul fiume Tevere
Sitopreferito- mensile di annunci e informazione locale
Tiburno- bisettimanale di informazione locale con sede a Villanova di Guidonia
Mo..ndo- mensile di informazione locale
La voce del Nord-est romano- mensile di informazione locale con sede a Fonte Nuova
In Città- quotidiano telematico di informazione locale
L'eretino- mensile di informazione locale
Corriere della Sabina- quotdiano di informazione locale della Sabina con sede a Rieti
Messaggero- quotidiano di informazione nazionale, sezione di Monterotondo
Il Tempo- quotidiano di informazione nazionale, sezione di Monterotondo-Mentana
Radio Suby
Era presente in città dai primi anni'80 R.O.S, Radio Onda Sabina, che trasmetteva musica, notizie locali e nazionali ricevibile solo all'interno del territorio comunale. Fu chiusa a giugno del 2005 per motivi economici.
Sanità
Monterotondo fa parte della ASL RM/G che fa capo all'ospedale San Giovanni di Tivoli. Inoltre è parte del distretto G1 che ha sede sempre a Monterotondo in via Garibaldi e che fa capo anche ai comuni di Mentana e Fonte Nuova.
Ospedale Santissimo Gonfalone di Monterotondo
L'ospedale fu creato da Arcangelo Federici nell'edificio,ora, sede della biblioteca, e lo dotò di adeguata rendita per il suo funzionamento. Fu poi trasferito nell'attuale sede verso la fine degli anni '30 e gradatamente inglobato nel sistema sanitario vigente. Il Comune, grato, intitolò al benefattore una via tuttora esistente che va dalla sede del vecchio ospedale, verso il Castello, ora sede comunale.
CIM - centro igiene mentale
ASL Roma G- Poliambulatorio Monterotondo Scalo
INPS
Sono 8 in tutto le farmacie nel territorio comunale di cui 5 dell'APM, l'Azienda Pluriservizi Monterotondo che si occupa della gestione delle farmacie comunali, della manutenzione del cimitero comunale e dei rifiuti solidi urbani in città e in altri comuni come Fiano Romano, Palombara Sabina e Montelibretti. Le altre farmacie sono la Dott. Palli, Cucchiaroni e Cotogni.
Inoltre il nosocomio eretino è da anni soggetto a un lavoro di restauro e ampliamento nonostante abbia ridotto di molto la capacità di accoglienza dei malati e dei feriti e nonostante la chiusura del presidio di Palombara Sabina e l'afflusso dalla vicina ASL RM/F. Per questo si sta tentando di rimediare costruendo un ospedale nella Valle del Tevere.
Istruzione
Oltre alle scuole dell'infanzia, elementari e medie vi sono diversi istituti di istruzione superiore quali il liceo classico e classico linguistico Catullo, il liceo scientifico Giuseppe Peano, l'istituto tecnico industriale Piazza della Resistenza ex Cardano con facoltà di ragioneria e liceo scientifico tecnologico nella sede distaccata di Via Tirso, il C.T.F Don L. Di Liegro ex ENFAP, l'istituto professionale Marco Polo e l'istituto tecnico delle arti e dello spettacolo Alberto Sordi ex istituto aeronautico Santa Maria
UPE Università Popolare Eretina Antonio Martinoia
Cultura
Tra le feste principali è quella di Sant'Antonio abate, la più sentita da tutta la popolazione sia anziana, ma soprattutto dalle nuove generazioni. È una settimana di festeggiamenti in onore del santo protettore degli animali e comincia il sabato subito dopo la ricorrenza vera e propria (il 17 gennaio) con una processione che parte dalla casa del Vecchio Signore, che ha custodito per un anno la statuetta d'oro raffigurante il santo, fino al Duomo della città per poi fare il percorso a ritroso. La mattina seguente alcuni colpi di mortaio segnano l'avvio della festa della domenica quando il Signore fa il giro dell'ospedale e di tutte le chiese cittadine con la statuetta in mano e su una carrozza accompagnato da un corteo di fantini e cavalli addobbati per la festa con fiori di carta colorati. Questa è la Cavalcata che fa il giro delle principali vie cittadine e i fantini coprono le loro teste con un cappello di colore nero che ogni volta al grido di Evviva Sant'Antognu agitano in aria in segno di festa. Il Duomo accoglie la funzione principale ed il portale e la navata centrale sono decorati per l'occasione. Dopo aver compiuto il giro delle chiese della città il Signore insieme a tutti i fantini, alla Pia Unione, l'associazione che si occupa della gestione della festa e gli accordi con il Comune, e alla banda Eretina vanno a pranzo insieme sempre a spese del Signore della Festa. La festa ricomincia intorno alle 6 del pomeriggio quando la statuetta è di nuovo portata al Duomo per il passaggio di consegna dal vecchio al Nuovo Signore, che la prende in consegna e promette di conservarla per tutto l'anno seguente e di esporla alla popolazione nella propria casa. Quando la statua esce dal Duomo, i cappelli che alla Cavalcata erano neri, vengono girati e ora sono di colore rosso, segno che sta per cominciare la Torciata. La statua viene portata in processione per le vie della città fino alla casa del Nuovo Signore. La caratteristica della Torciata sta nel vivere l'evento, in quanto molto sentito dalla popolazione che accompagna il santo con canti in dialetto monterotondese e le classiche cupelle, fiaschi di vino che dissetano i Torciari. Quando il santo, che in genere segue la processione, entra a casa, il Signore bussa alla porta della sua casa, e la moglie da dentro chiede " Chi è? ", e il marito risponde: " è Sant'Antonio" e si aprono le porte della casa in cui il santo rimarrà per un anno intero a disposizione della popolazione. La festa prosegue per un'altra settimana ma non per la città ma all'interno della Pia Unione, che organizza pranzi a base di prodotti tipici locali. Fino agli anni '80 esisteva anche Il Palio di Sant'Antonio in cui partecipavano tutti i rioni della città con i loro stemmi e simboli. Una curiosità. Negli anni '50 e '60 la Cavalcata veniva fatta con lambrette e moto che sfilavano per le vie di Monterotondo addobbate a festa. Poi c'è la patronale (Santi Filippo e Giacomo, 3 maggio), la "ciummacata"-sagra delle lumache (24 giugno), che si svolge nella piazza del Duomo, ma una volta si faceva in tutte le piazze del centro, la sagra della panzanella (la prima domenica di luglio, in piazza Togliatti nel quartiere Crocetta), ed Estateretina (dalla metà di giugno fino a fine agosto), (San Michele arcangelo) (27 settembre) che si tiene a Monterotondo scalo e si dice sia la festa dell'Arriverderci all'estate. Inoltre ci sono tante altre feste di quartiere come la Sagra dello Spiedino nel quartiere Spineti, la Festa dell'Estate a Piedicosta, la Sagra della fava e del pecorino a Borgonovo e Sant'Antonio di Padova a Santa Maria.
Importante manifestazione culturale è anche la rievocazione storica in costume rinascimentale Fasti d'autunno che si tiene ogni anno il terzo fine settimana di ottobre. In ogni edizione viene rievocato un avvenimento della storia rinascimentale della città relativamente al periodo compreso tra i secoli XV e XVI, quando il feudo di Monterotondo era di proprietà della potente famiglia degli Orsini. La manifestazione è organizzata dalla locale associazione culturale "Clarice Orsini" in collaborazione con l'amministrazione comunale.
Un'altra manifestazione che si svolge a Monterotondo Scalo è Monterocktondo, un festival nato nell'occasione di Estate Eretina. È un festival a partecipazione gratuita. Vi hanno partecipato vari complessi più o meno famosi tra i quali: i Casino Royale, Lapida, Enenvolvo, Acustimantico, Velvet, Le Vibrazioni e Frankie HI-NRG MC.[4]
Inoltre ogni seconda domenica del mese da settembre a maggio in piazza Duomo, via Cavour, piazza del Popolo (piazza dei Leoni), via Garibaldi, piazza della Repubblica e largo dello Sbragato nel centro storico e da giugno ad agosto in viale Bruno Buozzi ( La Passeggiata) si tiene un importante fiera dell'antiquariato molto apprezzata dai cittadini di Monterotondo e dintorni.
Sport
Calcio
C'è una squadra di calcio appartenente alla categoria di livello interregionale:
La squadra di calcio cittadina, la Polisportiva Monterotondo Calcio milita in Serie D e non ha mai partecipato a campionati professionistici,sebbene in molte stagioni abbia raggiunto gli spareggi-promozione.Oltre al Monterotondo calcio ci sono altre tre squadre: una è la seconda squadra di calcio cittadina ed è il Monterotondo Scalo che milita in promozione, l'altra, l'a.s Eretum retrocessa quest'anno in seconda categoria e l'ASD Atletico Monterotondo [2], anch'essa in seconda categoria, e in aria di Derby. Altra manifestazione calcistica di rilievo è il Torneo dei Rioni, che si svolge nel mese di luglio allo Stadio F.Cecconi, nel quale si affrontano le squadre di tutti i rioni di Monterotondo. Il rione "Scalo", nell'anno 2008, si è laureato nuovamente campione del prestigioso torneo, dopo la prima storica vittoria avvenuta nel 2006 e dopo lo sfortunato secondo posto del 2007. La vincente dell'edizione 2009 è stata la Torraccia. Quest'anno si ripresenta dopo una lunga assenza, il Rione Centro Storico.
Dal 1967 esiste una società amatoriale che annualmente partecipa a vari tornei nazionali ed internazionali, la A.S.D. Amatori Calcio Monterotondo.
Agli inizi di dicembre la medesima squadra organizza il Torneo delle Ambasciate.
Nella cornice dello Stadio F. Cecconi si incontrano le rappresentative di varie ambasciate. L'ultimo torneo tenutosi il 29 novembre 2008 ha visto partecipare, oltre alla squadra locale degli amatori le rappresentanze di Francia, Giappone e Brasile[3]
Stadio Fausto Cecconi di Monterotondo.
Stadio Ottavio Pierangeli di Monterotondo Scalo.
Nuoto
È di recente inaugurazione lo stadio del nuoto Città di Monterotondo, la piscina comunale olimpionica in localita Pratone che durante i campionati di Roma '09 ha ospitato gli allenamenti di alcune nazionali di nuoto come USA e Australia. Inoltre ha ospitato (il 14 luglio del 2009) un'amichevole di pallanuoto tra le formazioni femminili di Stati Uniti e Italia con il risultato di 8 a 8. L'evento era completamente gratuito. L'impianto costruito con i finanziamenti da parte della Regione ha costituito il vecchio impianto ormai logoro e vecchio. I lavori si sono svolti in più di 4 anni con disagi per gli amanti di questo sport nella città eretina che hanno visto completamente chiuso l'unico impianto pubblico cittadini, rivolgendosi a strutture limitrofe.
Pallavolo e basket
A Monterotondo Scalo in via Monviso vi è il Palazzetto dello Sport comunale, costruito con i contributi di Provincia e Regione e che ospita le partite del Monterotondo Volley Conad femminile e dell'ASD Pallavolo Monterotondo maschile. La squadra femminile milita in B2 mentre la maschile in serie B1. Prima le partite venivano svolte della palestra del Liceo Scientifico Peano di Monterotondo. Inoltre il palazzetto ospita anche la squadra locale di basket.
Atletica leggera
È uno sport molto diffuso a Monterotondo dove sono presenti quattro Associazioni Sportive, l'Atletico Uisp Monterotondo, la Lazio Runners, i Runners e la Podistica Eretum, attraverso le quali numerosi atleti e semplici appassionati della corsa si cimentano in gare podistiche in tutto il Lazio e non solo. Il settore giovanile è curato dall'Atletico Uisp attraverso i suoi istruttori. Due sono le manifestazioni podistiche che si svolgono a Monterotondo: la Natalina nel mese di dicembre e il Cross Valle del Tevere a marzo.