Lo scudo di Talos
AutoreValerio Massimo Manfredi
1ª ed. originale1988
GenereRomanzo
SottogenereRomanzo storico

Lo scudo di Talos, scritto nel 1986 e pubblicato nel 1988 da Mondadori, è uno dei più celebri romanzi di Valerio Massimo Manfredi, scrittore noto per i suoi saggi e romanzi storici.


Prima che acquistasse la sua stesura definitiva, l'autore ne pubblicò la prima parte nel 1980, sotto forma di racconto, col titolo Lo scudo dei Kleomenidi.

Lo scudo dei Kleomenidi

Il racconto è la prima opera in assoluto scritta da Manfredi e pubblicata da Malipiero nel 1980. È la prima stesura del romanzo poi ripreso nel 1986, integrato, completato e ridenominato Lo scudo di Talos (1988). Lo scudo dei Kleomenidi comprende solo la prima parte del romanzo successivo e i Kleomenidi sono, per l'appunto, la famiglia nobile di cui Talos, il protagonista, è il secondogenito.

Lo scudo di Talos

Trama

Talos nacque secondogenito dalla nobile famiglia dei Kleomenidi ma, a causa di una malformazione al piede, venne abbandonato dal padre Aristarchos sul monte Taigeto. Venne ritrovato sul suddetto monte da Kritolaos, un anziano con molte virtù, che decise di chiamarlo Talos.

Egli crebbe forte e coraggioso, contemporaneamente a suo fratello Brithos. Il ragazzo, una sera, seguì il nonno sul monte Taigeto e entrarono in una spelonca sotterranea coperta da un enorme masso. All'interno trovarono una cassa, Talos l'aprì e trovò l'armatura più bella che avesse mai visto, insieme a una spada maledetta, uno scudo e un bellissimo arco di corno. Il nonno gli disse che erano appartenute ad Aristodemo, l'ultimo re della Messenia prima che fosse conquistata da Sparta. Il ragazzo quando non c'era bisogno a casa sua, si recava da un altro ilota, a lui molto affezionato, di nome Pelias. Egli aveva una bellissima figlia di nome Antinea di cui Talos era innamorato.

Un giorno Brithos e i suoi amici assalirono Antinea ma Talos si batté coraggiosamente per difenderla, rimanendo ferito. Il nonno Kritolaos invecchiava sempre più e la morte non si fece attendere. Le ultime parole dell'uomo trattavano di una persona cieca da un occhio che avrebbe potuto togliere la maledizione alla spada di Aristodemo. Arrivò il tempo delle guerre persiane e gli Iloti furono condotti a Sparta per essere scelti come aiutanti dei soldati in guerra. Talos dovette anch’esso recarsi in città e fu scelto da Brithos. Alla morte del nonno entrò a far parte della "famiglia" anche Karas. Talos partì in guerra con suo padre e Brithos. Combatterono alle Termopili dove il vero padre di Talos perse la vita. Il re Leonidas incaricò Talos, Brithos e Aghias, compagno di Brithos, di recapitare un messaggio della massima importanza, senza saperne il contenuto, agli efori e re di Sparta. Da quando tornarono si diffuse la voce che i due guerrieri avevano mentito o avessero fatto in modo di ottenere dal re l’ordine di tornare per salvarsi la abitazione. Aghias si suicidò impiccandosi in casa sua Brithos, invece, fuggì una notte per uccidersi ma Talos lo trasportò nella sua capanna dove lo convinse a riscattarsi offrendosi di combattere assieme nella sua guerra personale.Brithos combatté tutto l'autunno, l'inverno e la primavera in tutta la Grecia per uccidere gli emissari e le truppe persiane che andavano in lungo ed in largo a depredare le messi dei contadini,insieme a Talos. Al posto del re Leonidas salì al potere Pausanias. Egli trovò la morte nella vittoria contro i Persiani a Platea. Il fratello di Talos morì nella battaglia da eroe. Talos fu riconosciuto come spartano e unico superstite della famiglia dei Kleomenidi e scoprì che il suo vero nome era Kleidemos.

Dopo intraprese la carriera militare e gli furono affidate numerose missioni, diventò così comandante di un plotone di "Uguali". Pausanias, re di Sparta, lo convocò per esporgli il proprio piano di far cadere Sparta e liberare gli Iloti dalla schiavitù. Lo incaricò di andare a parlare con il satrapo di una regione remota della Persia per avere l'appoggio del Gran Re. Il satrapo accordò l'aiuto del Gran Re a Pausanias e fece alloggiare Kleidemos nel suo palazzo. Dopo questo tornò a Sparta dove venne a sapere del complotto formatosi per uccidere il re. Nello stesso momento un ufficiale della Krypteia torturò Karas. Dall’uomo però non ricavò una singola parola che potesse tradire il re di Laghal, gli efori riuscirono a farli incontrare e dietro una finta parete sentirono il re tradirsi con le sue stesse parole. Intanto Kleidemos ritornò a casa. Poi si avviò verso la tomba di sua madre e trovò incisa una scritta assai insolita e prima inesistente che parlava del messaggio del re Leonidas. Poi intraprese un viaggio che lo ricondusse da Antinea. Tornando in patria si accampò, per la notte, nella città di Ithome, la rocca degli antenati di suo nonno. In questo luogo gli venne in mente il vero messaggio del re Leonidas. Durante la notte la regione fu colpita da un violento terremoto che mise a rischio anche la vita di Kleidemos. Il giorno successivo gli Iloti attaccarono Sparta, che indebolita dal terremoto fece fatica a difendersi. Successivamente Talos si incontrò con Karas e decise di andare a parlare con l'eforo Episthenes e scoprì i veri intenti del re Leonidas, gli stessi di Pausanias. Conobbe anche che la scritta sulla tomba di sua madre era stata incisa dall'eforo perché voleva che così fosse indotto a incontrarlo. Kleidemos, ottenuto ciò che voleva, si diresse con Karas al luogo dove si trovavano gli armamenti di Aristodemo. Karas era il custode delle parole, mentre Kritolaos quello della spada. Ripetuta la profezia, Karas disse a Kleidemos: “Kritolaos fu l’ultimo custode della spada; io sono il custode delle parole… parole tramandate per 184 anni. Ora tu possiedi la spada e conosci le parole… tu sei il lupo”. Gli Iloti si trovarono armati e divisi per tribù e all'arrivo di Karas e del lupo resero loro onore. Approfittando dello stato di emergenza della città di Sparta, gli Iloti raggiunsero Ithome e la ricostruirono. Kleidemos ebbe un figlio da Antinea. Sparta, saputo l’accaduto, preparò l'esercito per attaccare gli Iloti. Essi attaccarono Ithome. Sparta non era appoggiata neanche da Atene. Gli efori e gli anziani consultarono l'Oracolo di Delfi e il responso fu quello di dover fermare la battaglia perché agli Iloti spettava avere la libertà. L'ultima guerra fu interrotta quasi a metà poiché un messo, inviato dal governo spartano, avvertì il re di interrompere gli attacchi in base al responso dell'Oracolo, che prevedeva anche la libertà per il popolo schiavo. Dopo la battaglia Talos sparì lasciando solo la sua armatura, il suo scudo, il suo elmo e la spada, che furono ritrovati da Karas, il quale sapeva che se gli Iloti avessero avuto nuovamente bisogno del "lupo", egli sarebbe tornato.

Personaggi

Talos/Kleidemos

È il protagonista assoluto della narrazione. Egli viene abbandonato dai genitori spartani a causa di una malformazione al piede sinistro: questa era la dura legge di Sparta. Cresce con Kritolaos e sua figlia sul monte Taigeto]]. Una sera, mentre sta tornando a casa dopo una giornata di lavoro, trova un fagotto abbandonato sotto una vecchia quercia e si accorge subito che è un neonato: non potendo abbandonarlo al suo destino, lo porta nella sua casa chiamandolo Talos. L'anziano pastore, assieme a sua figlia, cresce il bambino come un figlio, dicendogli che il padre era morto e il suo piede rattrappito era dovuto ad un errore della levatrice al momento del parto. Kritolaos ha un ruolo fondamentale nella vita di Talos, infatti non si limita solo a insegnarli il mestiere del pastore ma, quando il giovane è ormai un adolescente, gli consegna anche un preziosissimo arco di corno, appartenuto al suo re, e lo addestra al combattimento. Kritolaos muore prima che Talos raggiunga la maturità ma, prima di morire, gli dice prima o poi dovrà indossare l'armatura che lui stesso gli ha mostrato nel nascondiglio sul monte Taigeto per combattere per il suo popolo, ma prima sarebbe dovuto venire un uomo cieco da un occhio a togliere la terribile maledizione che vi gravava sopra.

Brithos

È il fratello di Talos anche se non conosce il legame di parentela che intercorre tra loro due. Vive la propria giovinezza al servizio della polis come un vero spartano e disprezza coloro che si comportano da proditori; fra i nuovi maggiorenni lui è il più forte e si sentirà offeso nell'onore quando sarà sconfitto da Talos durante uno scontro per una ilota. Combetterà poi al fianco di Talos compiendo delle spedizioni contro i Persiani per riscattare la propria gloria perduta dopo essere stato additato come disertore dopo gli eventi delle Termopili.

Antinea

È la "fidanzata" di Talos; anch'essa schiava lavora con il padre presso uno spartano (Kratippos). Deve lasciare la Laconia per il trasferimento del padrone in Messenia, non facendo più ritorno sul Taigeto ma rivedendo solo successivamente Talos, con il quale vive ad Ithome e dal quale avrà un bambino di nome Aristodemo, chiamato così per il volere degli anziani iloti.

Krios

È il cane di Talos che poi viene ucciso dal molosso làcone di Brithos (Melas). Apparteneva a Kritolaos da prima del ritrovamento di Talos.

Melas

È il Molosso Lacòne che Aristarchos regalò al figlio Brithos per il raggiungimento della maggiore età viene poi sacrificato dalla madre per la morte del figlio.

Aristarchos

Padre di Brithos e Talos, in una notte tempestosa abbandona il secondogenito Talos sul monte Taigeto perché nato con una malformazione al piede; guerriero valoroso e cugino di re Leonidas e Kleomenes, muore nella battaglia delle Termopili.

Kleomenes

Primo re che viene citato nel racconto dello "Scudo di Talos",grande condottiero e abile guerriero decide ad un tratto di lasciare la patria, nei suoi ultimi anni di vita ritorna a Sparta ma considerato come traditore gli Efori decidono di mettere del veleno all'interno dei cibi mangiati dal re, così alla fine diventato vecchio e pazzo decide di suicidarsi

Leonidas

Fratello del re Kleomenes,dopo la sua morte viene eletto re dagli Efori e dagli Anziani,porterà Sparta a combattere alle Termopili contro Persia;qui lui perderà la vita assieme ad Aristarchos.Scrive un messaggio e chiede a Brithos,Talos e Aghias di consegnarlo agli Efori,Anziani

Lahgal

Giovane schiavo originario della Siria, diventerà amico di Talos. Quest'ultimo, nonostante abbia ricevuto l'ordine di ucciderlo, in segno della pietà e della riconoscenza che prova nei suoi confronti gli risparmierà la vita.

Aghìas

È l'amico più stretto di Brithos, sarà tra i 3 a cui il re Leonidas, sacrificatosi per la Grecia con il suo esercito di 300 opliti al Passo delle Termopili, assegnerà il compito di tornare a Sparta per consegnare un messaggio diretto al Consiglio degli Anziani e agli Efori; Aghìas morirà suicida perché accusato di tradimento e codardaggine da parte del popolo Spartiate.

Pausanias

È il reggente che esercita il potere in nome del figlio di Leonidas,allora minorenne, dopo la sua morte alle Termopili. affiderà a Talos, chiamato dagli Spartiati Kleidemos, il grado di comandante di una delle sue truppe in oriente, dopo numerosi viaggi Pausanias gli permetterà di tornare in patria. Egli verrà ucciso dagli Spartiati stessi perché aveva avviato trattative segrete con i persiani per impadronirsi del potere a Sparta, tradito dal suo messaggero, che passerà numerose informazioni sugli intrighi di Pausanias all'eforo Ephistenes.

Karas

È un erculeo pastore ilota che comparirà alla morte di Kritolaos e aiuterà Talos a crescere diventando il suo migliore amico. Molto alto e possente, ha una folta barba e dei muscoli poderosi: nel corso del romanzo solleva senza fatica un masso enorme e lo usa per spappolare un soldato spartano e si libera dalla prigione della Krypteia spezzando le catene e forzando le sbarre. Conosce le parole che consentono di togliere la maledizione alla spada del re Aristodemo

Phidippides

È un ateniese vincitore delle olimpiadi famoso per aver percorso il tratto "atene-sparta" in soli tre giorni, incontra Talos sul fiume Eurota e lì gli regala un braccialetto di cuoio. Morirà poi in seguito ad un famoso sforzo: la vittoria di Maratona da parte degli ateniesi sui persiani infatti percorse il tratto Maratona-Atene in un giorno solo, venendo poi stremato dalla fatica.

Serse

Re di Persia, soprannominato anche Re dei Re e Gran Re, perderà la guerra contro Pausanias a Platea.

Ephistenes

Eforo che appoggia Pausanias nei suoi progetti per il futuro degli Iloti, alla fine rivela tutta la verità sulla vita di Talos.

Curiosità

  • A Cipro durante la visita di Talos/Kleidemos al tempio di Afrodite si fa riferimento a una statua "a forma di spirale che rappresenta la vita stessa", palese riferimento al DNA.
  • Nel romanzo non si fa mai riferimento esplicito al sesso preferendo espressioni come "possedere una donna" o "amare una donna" con riferimento alla copula.

Edizioni

Valerio Massimo Manfredi, Lo scudo di Talos, Mondadori, pp. 336, ISBN 8804333715. Valerio Massimo Manfredi, Lo scudo di Talos, Mondadori, pp. 336, ISBN 978 88 04 33371 5.

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