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Teatro alla Scala
La facciata neoclassica del teatro
Ubicazione
StatoItalia (bandiera) Italia
IndirizzoVia Filodrammatici 2
Dati tecnici
TipoSala a ferro di cavallo con quattro ordini di palchi e due loggioni
Capienza2.013 posti
Realizzazione
CostruzioneInaugurato il 3 agosto 1778
Inaugurazione3 agosto 1778
ArchitettoGiuseppe Piermarini
ProprietarioSocietà dei palchettisti del Teatro alla Scala, Milano e Comune di Milano
Sito ufficiale

Il Teatro alla Scala di Milano, citato spesso semplicemente come La Scala, oltre ad essere uno dei teatri più famosi al mondo è conosciuto come "il tempio della lirica"; situato in una delle piazze maggiormente frequentate ed eleganti della città, l'omonima Piazza della Scala, dalla quale prende appunto il nome. Il nome della piazza, a sua volta, si rifà a quello della Chiesa di Santa Maria della Scala, eretta nel 1381 e così chiamata in onore della committente, Regina della Scala moglie di Bernabò Visconti - questa chiesa venne demolita per far posto al teatro.

L'attuale stagione teatrale, uno dei più importanti eventi della vita culturale milanese, è composta da opera lirica, balletto e concerti di musica classica.

Storia

 
Incisione del 1745 mostrante la chiesa gotica di Santa Maria della Scala demolita per costruire il celebre teatro

Il teatro fu fondato per volere dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria dopo l'incendio che nel1776 (il 26 febbraio ) distrusse il Teatro Regio Ducale di Milano, che fino a quel momento ospitava l'opera lirica. Le spese per l'edificazione del nuovo teatro furono sostenute dai proprietari dei palchi del Teatro Regio Ducale in cambio del rinnovo della proprietà dei palchi.

Il progetto venne affidato al celebre architetto neoclassico folignate Giuseppe Piermarini. L'edificio venne inaugurato il 3 agosto 1778 in presenza dell'arciduca Ferdinando d'Asburgo-Este; la prima rappresentazione fu quella dell'opera Europa riconosciuta di Antonio Salieri.

Nell'Ottocento i nobili entravano nel teatro verso le sei del pomeriggio (anche se lo spettacolo iniziava a mezzanotte) e, dato che dietro ai palchi si trovavano delle piccole cucine, la servitù preparava lì la cena. Le carrozze sostavano sotto il porticato per non far sporcare o bagnare le scarpe delle dame.

La platea veniva usata come sala da ballo e il pavimento di questa si sollevava per avere più spazio. Prima che iniziasse lo spettacolo i nobili salivano nei palchetti e la servitù con i militari prendevano le sedie e le panche dal guardaroba e le sistemavano nello spazio centrale della platea. Se lo spettacolo prevedeva una battaglia navale, la platea veniva interamente riempita d'acqua.

Prima del 1900 i musicisti e il direttore d' orchestra non avevano un loro posto ma suonavano davanti al pubblico il quale non riusciva a vedere al meglio lo spettacolo, durante le feste mondane suonavano sul palcoscenico per lasciar maggior spazio alla pista da ballo in platea.

Tra la prima guerra mondiale e la seconda, il teatro vide avvicendarsi i maggiori cantanti del tempo, tra cui Feodor Šaljapin, Magda Olivero, Giacomo Lauri Volpi, Titta Ruffo, Enrico Roggio, Gino Bechi, Beniamino Gigli, Mafalda Favero, Toti Dal Monte, Gilda Dalla Rizza, Aureliano Pertile.

La Scala venne bombardata durante la seconda guerra mondiale, nella notte tra il 15 ed il 16 agosto del 1943, subendo gravi danni al soffitto e alle pareti danneggiate dalla caduta del soffitto e del tetto. L'edificio venne subito ricostruito come prima del conflitto, e venne riaperto l'11 maggio 1946, con un memorabile concerto di Arturo Toscanini. La fretta nella ricostruzione del soffitto e della sua sospensione al sistema complesso di travi, impedì di trovare i componenti simili agli originari, e si adottarono soluzioni ibride in cemento armato che secondo qualcuno peggiorarono l'acustica della sala. La finitura interna del soffitto fu invece di indiscussa raffinatezza: solo un dipinto geometrico in toni di grigio, a far risaltare ancor di più il magnifico ed enorme lampadario (con quasi 400 lampadine) realizzato in cristallo soffiato dagli artigiani di Venezia. Per dare un'idea delle sue dimensioni, nella coppa con cui è applicato al soffitto scende all'interno del lampadario un tecnico a manovrare l'occhio di bue, ovvero il faro seguipersone.

Nel dopoguerra la Scala visse una seconda stagione magica. La gestione di Ghiringhelli fu contrassegnata tra l'altro dalle partigianerie tra i tifosi della Maria Callas e della Renata Tebaldi: chi si recava a quei tempi in Galleria trovava capannelli di milanesi che discutevano animatamente di lirica. La gestione di Paolo Grassi Negli anni '70 si è registrato il periodo di maggior produttività del Teatro, che metteva in scena quasi 300 rappresentazioni all'anno. È seguito un lungo periodo di normale amministrazione, sfociato alla fine in polemiche complesse che hanno visto l'allontanamento del direttore musicale Riccardo Muti ed hanno suggerito di ricorrere ad un sovrintendente straniero, Stéphane Lissner tuttora in carica. Oggi la Scala produce circa 284 alzate di sipario all'anno.

Alla Scala naturalmente hanno cantato i maggiori artisti lirici ed è impossibile farne un elenco: tra i nomi più noti al grande pubblico si possono citare Maria Callas soprano statunitense di origine greca, Renata Tebaldi, Carlo Bergonzi, Leyla Gencer, Antonietta Stella, Ettore Bastianini, Mario Del Monaco, Giuseppe Di Stefano, Franco Corelli, Tito Gobbi, Renato Bruson, Luciano Pavarotti, Nicolaj Ghiaurov, Plácido Domingo, Teresa Berganza, Joan Sutherland, Katia Ricciarelli, Montserrat Caballé, José Carreras, Marilyn Horne, e molti altri cantanti di prima grandezza.

Sul podio si sono avvicendati (oltre a quelli citati) anche i maggiori direttori del secolo come Herbert von Karajan, Karl Böhm, Carlos Kleiber, Zubin Mehta, Wolfgang Sawallisch, Claudio Abbado, Riccardo Muti, Georges Prêtre, Daniel Barenboim e molti altri.

Oltre ai leggendari scenografi dell'800, vi è un lungo elenco di pittori della statura di Pablo Picasso, Giorgio de Chirico, Marc Chagall, scultori tra i quali Mario Ceroli e Arnaldo Pomodoro, accanto ai quali figurano anche gli stilisti Ottavio Missoni e Gianni Versace in veste di realizzatori di costumi.

Architettura

 
Stampa ottocentesca

Dal punto di vista architettonico la Scala si rifà al Teatro della Reggia di Caserta, del Vanvitelli, ma divenne immediatamente il modello di riferimento per il "teatro all'italiana" a cui si ispirarono molti altri teatri, tra cui La Fenice di Venezia (rifacimento) ed altri.

Il suo interno all'origine era molto differente da quanto si vede oggi: è stato infatti rifatto più volte, con diversi interventi tra cui quello del Canonica e dello scenografo Sanquirico. Attualmente ha un aspetto che richiama il neoclassico, con le fasce che costituiscono il parapetto di gallerie e palchi in color avorio, e decorazioni in oro. Le colonne che separano un palco dall'altro sono un po' arretrate in modo da migliorare la visione. Inizialmente i palchi erano decorati nel modo preferito dai singoli proprietari, che vi ponevano tappezzerie colorate, mobili, specchi e sedie di loro scelta. Ora le pareti sono state uniformate con del damasco rosso, ad eccezione di un palco (superstite al bombardamento del 1943) che è stato mantenuto con l'arredo e le decorazioni originarie. Fino a pochi anni fa il pavimento della platea, dei palchi, delle scale e dei corridoi era completamente rivestito di moquette rossa. Dopo la ristrutturazione la platea è stata pavimentata con legno a vista, disposto in strati speciali al fine di migliorare l'acustica. Nei palchi è stato posata della terracotta. L'effetto prima della ristrutturazione era di un ambiente più lussuoso, ma bisogna dire che ora, oltre all'estetica, anche l'acustica risulta migliorata.

Le ristrutturazioni iniziarono immediatamente. Nel 1808 l'architetto Luigi Canonica intervenne aumentando la profondità del palcoscenico(di 16 metri), procedendo poi, nel 1814, a demolire alcuni edifici (fra cui il convento della Scala) sull'attuale via Verdi, al fine di consentire la costruzione di nuove sale di scenografia e nuovi servizi per i cantanti, i ballerini e i figuranti.

La pianta della platea è a forma di ferro di cavallo, vi sono quattro ordini di palchi e due gallerie. All'opposto del palcoscenico vi è il palco reale, oggi riservato alle autorità. Il boccascena è di 16 x 12 metri, ed è identico a quello del teatro degli Arcimboldi, in modo che le scene possano passare da un teatro all'altro senza problemi. All'inizio il sipario era una tela dipinta, che si apriva a caduta. Ora il sipario è in velluto rosso, con apertura all'imperiale, con una complessa decorazione in oro sempre in stile neoclassico. Nella parte superiore del sipario vi è lo stemma del Comune di Milano, e sopra un particolare orologio luminoso che indica l'ora (numero romano) e i minuti (numeri arabi, scanditi a intervalli di tempo di cinque minuti).

Attualmente vi sono due foyer. Quello sopra l'ingresso, destinato agli spettatori dei palchi, e uno superiore destinato a quelli delle gallerie. È curioso notare che uno di questi venne ricavato dalla "stanza delle stufe". Non essendoci il riscaldamento, si usava produrre una certa quantità di braci da porre in appositi bracieri che (dislocati nel Teatro) tentavano di riscaldare un po'.

La facciata dispone di una soluzione che ha fatto storia: la galleria delle carrozze, subito imitata da altri teatri. Per il resto, nulla di straordinario: una facciata lineare e tipica dell'epoca. Il Piermarini non aveva previsto che si potessero vedere i coppi, perché il teatro ai suoi tempi si apriva su una via relativamente stretta. Con l'apertura di Piazza della Scala vi è l'effetto curioso del timpano sormontato da coppi.

Tra il 2002 e il 2004 la Scala è stato oggetto di una radicale ristrutturazione, allo stesso modo in cui si era intervenuti anche sui grandi teatri europei (L'Opera di Parigi e il Covent Garden di Londra). Questa ha portato ad aggiungere una torre scenica di dimensioni anche maggiori, e (a lato) una struttura a pianta ovale. Il progetto è stato dell'architetto svizzero Mario Botta.

Questa ristrutturazione è stata effettuata per un tempo che segna un record assoluto per una importante opera pubblica italiana (senza le lungaggini che hanno caratterizzato la ricostruzione della Fenice di Venezia o la storia drammatica del teatro palermitano) ma non è stata priva di polemiche, che hanno riguardato in primo luogo l'impatto estetico della torre scenica e della "torre" a pianta ovale. Ci si è chiesti poi se il palcoscenico di dimensioni così grandi fosse davvero necessario o anche solo utile. È stato sostenuto che il palcoscenico e i camerini fossero a loro volta un luogo storicamente rilevante. Un altro punto dolente è che per realizzare questa ristrutturazione si sono distrutti importantissimi reperti archeologici della Milano Romana, residui di uno dei momenti più importanti per Milano (v. Storia di Milano) e per la stessa umanità (qualcosa del genere è successo anche per la costruzione dell'attuale biglietteria sotterranea realizzata negli scorsi decenni).

I lavori, iniziati nel gennaio 2002, furono terminati nel dicembre 2004. Il teatro rinnovato è stato ufficialmente restituito al pubblico con la rappresentazione dell'Europa riconosciuta, di Antonio Salieri, la stessa opera che fu commissionata per la prima inaugurazione del Teatro.

La capienza del Teatro alla Scala, dopo la recente ristrutturazione, è stata portata a 2030 posti, in base al provvedimento comunale di agibilità rilasciato tre mesi dopo la riapertura del Teatro nel 2004. In realtà i posti disponibili sono molto più numerosi, come si evince dalle piantine dei palchi, della platea e dei loggioni che sono reperibili nel sito del teatro. I posti dei quali il teatro può disporre sono 2242, ripartiti tra le due gallerie (520 posti), la platea (678) e i palchi (764), ai quali vanno sommati 260 posti supplementari e 20 posti del palco d'onore.

La "Piccola Scala", un secondo teatro

All'interno del corpo di edifici della Scala venne allestita la Piccola Scala, un teatro ricavato, alla cui sala si accedeva da via Filodrammatici e con il palcoscenico accanto a quello principale (quindi ortogonale rispetto al Teatro principale). Questo teatro minore fu dedicato al repertorio più antico rispetto al melodramma dell'800, e per opere sia antiche che moderne che richiedevano un ambiente più raccolto rispetto alla grande sala della Scala, o comunque meno spazio e un piccolo organico. Qui vi furono date delle magnifiche realizzazioni di molti autori, tra cui citiamo, fra i tanti, tre esempi: Il Ritorno di Ulisse in Patria di Claudio Monteverdi, diretto da Nikolaus Harnoncourt e con la regia di J.P. Ponnelle, Il Matrimonio segreto di Domenico Cimarosa, L'Ariodante di Georg Friedrich Haendel (scene e costumi di Pierluigi Pizzi) e molti altre opere di musicisti anche contemporanei (da Mauricio Kagel a Silvano Bussotti). Oltre alle opere vi si davano anche concerti da camera.

Con gli anni il teatro cadde in disuso, venendo anche destinato a magazzino. Fu poi definitivamente distrutto per inglobarlo nel faraonico palcoscenico in occasione della ristrutturazione degli anni 2000. Resta consegnato alla storia l'elenco delle memorabili rappresentazioni e degli artisti di prima grandezza (direttori, cantanti, registi, scenografi) che vi lavorarono.

 
1893:Coda davanti la porta d'ingresso al loggione del Teatro alla Scala, la sera della prima assoluta del Falstaff (Verdi)

L'Accademia del Teatro alla Scala

Dal 1991, il Teatro alla Scala si occupa anche di formazione per i professionisti dello spettacolo grazie alla Direzione Scuole Formazione che, dal 2001, è divenuta Fondazione Accademia d'arti e mestieri dello spettacolo Teatro alla Scala (in breve: Accademia Teatro alla Scala). L'Accademia, oggi presieduta da Pier Andrea Chevallard e diretta da Luisa Vinci, eroga corsi di formazione professionale attraverso i suoi quattro dipartimenti: Musica, Danza, Palcoscenico-Laboratori, Management. Il percorso di studi culmina ogni anno nel "Progetto Accademia", opera inserita nel cartellone scaligero.

Curiosità

Solo nel 1882 l'elettricità è entrata nel teatro (illuminazione del ridotto). Prima venivano utilizzate candele sistemate in una lampada centrale che era situata nella ribalta. La luce rifletteva su degli scudi di metallo che la moltiplicavano. Il rischio di incendi era elevato. Successivamente si usarono le lampade a olio che venivano accese appena gli spettatori entravano in sala. Era considerato più importante il teatro che si illuminava nel minor tempo.

Per i nobili il teatro era considerato la "seconda casa", perciò ognuno arredava il suo palchetto come voleva e vi passava il tempo con gli amici.

Responsabili del teatro

 
Daniel Barenboim, attuale Maestro scaligero

Direttori artistici

  • Mario Rossi
  • Stéphane Lissner[senza fonte]

Direttori musicali

Direttori del coro nel dopoguerra

Sovrintendenti

Prime assolute

Prime delle stagioni operistiche

Organico dell'Orchestra del Teatro Alla Scala di Milano

  • Violini primi:

Francesco Manara (di spalla), Francesco De Angelis (di spalla), Klaidi Sahatçi (di spalla), Daniele Pascoletti (concertino), Shelagh Burns, Mariangela Freschi, Alessandro Ferrari, Zsusanna Demetrovics, Corine van Eikema, Andrea Leporati, Rodolfo Cibin, Andrea Pecolo, Gianluca Turconi, Elena Faccani, Fulvio Liviabella, Gianluca Scandola, Dino Sossai, Duccio Beluffi, Alois Hubner, Agnese Ferraro

  • Violini secondi:

Pierangelo Negri, Giorgio Di Crosta, Anna Longiave, Anna Salvatori, Rosanna Ottonelli, Emanuela Abriani, Paola Lutzemberger, Ludmilla Laftchieva, Goran Marjanovic, Silvia Guarino, Gabriele Porfidio, Stefano Dallera, Roberto Nigro, Elisa Citterio, Damiano Cottolasso, Evguenia Staneva, Alexia Tiberghien

  • Viole:

Danilo Rossi, Simonide Braconi, Adelheid Dalvai, Emanuele Rossi, Marco Giubileo, Zoran Vuckovic, Mihai Sas, Giuseppe Nastasi, Luciano Sangalli, Giorgio Baiocco, Maddalena Calderoni, Francesco Lattuada, Carlo Barato, Caterina Rauch

  • Violoncelli:

Sandro Laffranchini, Massimo Polidori, Alfredo Persichilli, Jakob Ludwig, Martina Lopez, Clare Ibbott, Marcello Sirotti, Alice Cappagli, Gabriele Zanardi, Simone Groppo, Massimiliano Tisserant, Cosma Beatrice Pomarico, Tatian Patella, Gabriele Garofano

  • Contrabbassi:

Giuseppe Ettorre, Francesco Siragusa, Claudio Pinferetti, Claudio Cappella, Demetrio Costantino, Emanuele Pedrani, Alessandro Serra, Attilio Corradini, Gaetano Siragusa, Roberto Benatti, Omar Lonati

  • Flauti traversi:

Davide Formisano, Marco Zoni

  • Ottavino:

Maurizio Simeoli

  • Oboi:

Francesco Di Rosa, Fabien Thouand, Gaetano Galli, Renato Duca,(corno inglese), Augusto Mianiti

  • Clarinetti:

Mauro Ferrando, Fabrizio Meloni, Christian Chiodi Latini, Denis ZanchettaStefano (clarinetto piccolo), Cardo (clarinetto basso)

  • Fagotti:

Gabriele Screpis, Valentino Zucchiatti, Nicola Meneghetti, Maurizio Orsini

  • Corni francesi:

Danilo Stagni, Roberto Miele, Stefano Alessandri, Claudio Martini, Stefano Curci

  • Trombe:

Francesco Tamiati, Immanuel Richter, Mauro Edantippe, Gianni Dallaturca

  • Tromboni:

Vittorio Zannirato, Erik Edvar Torsten, Riccardo Bernasconi, Renato Filisetti, Giuseppe Grandi

  • Basso tuba:

Vito Torsiello, Brian Earl, Giovanni Battista Gatti (quintetto di ottoni)

  • Arpe:

Luisa Prandina, Olga Mazzia

  • Timpani:

Jonathan David Scully

  • Percussioni:

Francesco Lenti, Gabriele Bianchi, Gianni Massimo Arfacchia, Giuseppe Cacciola

  • Pianoforte:

Ada Mauri, Lorenzo Bonoldi

Curiosità

Lo Stadio Giuseppe Meazza, che ospita le partite casalinghe del Milan e dell'Inter, è soprannominato "La Scala del Calcio" perché considerato, a livello calcistici, una sorta di teatro sportivo famoso a livelli mondiali.

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