Norma Cossetto

vittima dei partigiani jugoslavi

Norma Cossetto (Santa Domenica di Visinada, 17 maggio 1920Antignana o foiba di Villa Surani, 4 o 5 ottobre 1943) è stata una studentessa italiana, conosciuta anche erroneamente come Norma Corsetto, istriana di un paese vicino Visignano, vittima delle truppe titoiste.

Norma Cossetto

Biografia

Norma Cossetto apparteneva a una nota famiglia di possidenti fascisti: il padre Giuseppe Cossetto era un dirigente locale del Partito Nazionale Fascista ricoprendo a lungo l'incarico di segretario politico del Fascio locale e di commissario governativo delle Casse Rurali. Inoltre fu anche podestà di Visinada. Nel 1943 era ufficiale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e in seguito ai fatti dell'8 settembre fu trasferito presso il Comando della Milizia di Trieste.[1] Pochi giorni dopo la morte di Norma fu ucciso e anch'esso infoibato.

Nel 1939, diplomatasi presso il Regio Liceo Vittorio Emanuele III di Gorizia, Norma Cossetto si iscrisse all'Università di Padova e aderì ai Gruppi Universitari Fascisti della più vicina Pola. A partire dal 1941 alternò lo studio a supplenze scolastiche a Pisino e a Parenzo.[2] Nell'estate 1943 stava preparando la tesi di laurea intitolata Istria Rossa (riferita alla terra ricca di bauxite dell'Istria) e aveva come insegnante di geografia che ne seguiva la tesi il prof. Arrigo Lorenzi[3] Norma spesso girava in bicicletta per i paesi dell'Istria visitando municipi e canoniche alla ricerca di archivi che le consentissero di sviluppare la sua tesi di laurea.

L'arresto

Dopo l'8 settembre, secondo la testimonianza della sorella Licia, la famiglia cominciò a ricevere minacce anche armate.

«Ci hanno portato via tutto. Si sono presi anche le divise di papà, che in seguito hanno indossato cucendoci sopra la stella rossa!...Una volta hanno anche sparato in casa. La mamma era terrorizzata e anche noi ragazze. Tuttavia, Norma era un po' più ottimista e sperava che tutto questo disordine anche morale si dissolvesse presto.»

Il 26 settembre 1943 un giovane partigiano di nome Giorgio si recò a casa dei Cossetto convocando Norma al Comando partigiano nell'ex caserma dei Carabinieri di Visignano. Il comando partigiano era composto da partigiani comunisti sia italiani sia slavi.[5] Qui dopo essere stata interrogata, le fu poi richiesto di entrare nel movimento partigiano, proposta che Norma rifiutò.[6] A quel punto Norma fu rilasciata.

Il giorno successivo il 27 settembre Norma fu arrestata dai partigiani insieme ad altri civili che avevano rifiutato di collaborare. I prigionieri furono tutti confinati nella ex caserma della Guardia di Finanza a Parenzo. Qui fu raggiunta dalla sorella Lidia che tentò inutilmente di ottenerne il rilascio. Un paio di giorni dopo i tedeschi occuparono Visinada così i partigiani sentendosi minacciati, in nottata a bordo di un autocarro, trasferirono tutti i prigionieri nella scuola di Antignana trasformata in prigione.

Le sevizie

Nella scuola di Antignana Norma fu separata dagli altri prigionieri. Tra il primo e il 4 ottobre Norma, legata nuda ad un tavolo, fu sottoposta a sevizie e stuprata dai suoi carcerieri[7][8]. Secondo alcune testimonianze erano 17[9].

L'episodio della violenza carnale fu poi riferito da una donna abitante davanti l'ex caserma, che, attirata da gemiti e lamenti, appena buio osò avvicinarsi alle imposte socchiuse vedendo Norma legata al tavolo.

«Ancora adesso la notte ho gli incubi, al ricordo di come l'abbiamo trovata: mani legate dietro alla schiena, tutto aperto sul seno il golfino di lana tirolese comperatoci da papà la volta che ci aveva portate sulle Dolomiti, tutti i vestiti tirati sopra all'addome.... Solo il viso mi sembrava abbastanza sereno. Ho cercato di guardare se aveva dei colpi di arma da fuoco, ma non aveva niente; sono convinta che l'abbiano gettata giù ancora viva. Mentre stavo lì, cercando di ricomporla, una signora si è avvicinata e mi ha detto: "Signorina non le dico il mio nome, ma io quel pomeriggio, dalla mia casa che era vicina alla scuola, dalle imposte socchiuse, ho visto sua sorella legata ad un tavolo e delle belve abusare di lei; alla sera poi ho sentito anche i suoi lamenti: invocava la mamma e chiedeva acqua, ma non ho potuto fare niente, perché avevo paura anch'io"»»

La notte tra il 4 e 5 ottobre Norma e gli altri ventisei prigionieri, legati col fil di ferro, furono costretti a spostarsi a piedi fino a Villa Surani. Qui, ancora vivi[10], furono gettati nella foiba li vicina. Norma e le altre donne prima di essere uccise furono nuovamente sottoposte a violenze.[11]

Poco tempo dopo anche la sorella Lidia fu arrestata e dopo un lungo interrogatorio rilasciata con la minaccia di venir nuovamente arrestata.

«Anch'io qualche tempo dopo sono stata arrestata. Mi prelevarono un pomeriggio, gente del posto, e mi portarono preso la scuola di Castellier, per interrogarmi: volevano sapere dove fosse mio padre e altre notizie sulla nostra famiglia, inoltre insistevano perché io aderissi alla loro causa. Al mio rifiuto mi riaccompagnarono a casa, sempre sotto scorta, e mi dissero che mi avrebbero ripresa al più presto.»

Quando il padre Giuseppe Cossetto venne a conoscenza dell'arresto della figlia si aggregò ad un reparto della Milizia di Trieste e rientrò al paese. Qui cominciò a fare domande sulla sorte della figlia finché, a sua volta, il 7 ottobre 1943, insieme ad un parente, Mario Bellini, anch'esso della Milizia, fu ucciso a coltellate a Castellier-Santa Domenica da un partigiano. I due corpi furono pochi giorni dopo gettati in una foiba.

L'arresto dei responsabili

Dopo l'occupazione tedesca dell'Istria, il 10 dicembre 1943[13] i vigili del fuoco di Pola guidati dal maresciallo Arnaldo Harzarich, ritrovarono il corpo di Norma nella foiba profonda m. 136: era caduta supina, nuda, con le braccia legate con il filo di ferro, su un cumulo di altri cadaveri; aveva ambedue i seni pugnalati, un pezzo di legno conficcato nella vagina e altre parti del corpo sfregiate.[14] Arnaldo Harzarich dichiarò la propria "certezza che anche negli ultimi istanti le ragazze avessero dovuto lotttare contro la brutalità dei partigiani"[15]. Emanuele Cossetto, che identificò la nipote Norma, riconobbe sul suo corpo varie ferite d'arma da taglio e altrettanto riscontrò sui cadaveri degli altri.

A seguito di denuncia da parte della sorella Lidia, i soldati tedeschi catturarono sedici dei suoi assassini[16] e li costrinsero a passare la notte in piedi vegliando la salma di Norma, prima di essere fucilati all'alba del giorno successivo: 3 partigiani impazzirono.[17] Il cadavere di Norma fu composto nella piccola cappella mortuaria del cimitero di Santa Domenica.

Norma riposa assieme al padre nel cimitero di S. Domenica di Visinada, una frazione di Visignano.

Riconoscimenti

L'Università di Padova, su proposta del rettore, il comunista Concetto Marchesi, e del Consiglio della Facoltà di Lettere e Filosofia, le conferì la laurea ad honorem sei anni dopo la morte.

L'8 febbraio 2005 l'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha insignito Norma Cossetto della Medaglia d'oro al merito civile.

Il 10 febbraio 2011 l'Università degli Studi di Padova e Il Comune di Padova, nell'ambito delle celebrazioni per la Giornata del Ricordo in memoria delle vittime delle Foibe e dell'esodo giuliano-dalmata, ha scoperto nel Cortile Littorio del Palazzo del Bo' (sede del Rettorato e della Facoltà di giurisprudenza, una targa commemorativa della morte di Norma Cossetto e della laurea honoris causa lei attribuita.

Onorificenze

«Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio[18]
— Villa Surani (Istria) – 5 ottobre 1943

Note

  1. ^ Frediano Sessi, Foibe rosse. Vita di Norma Cossetto uccisa in Istria nel '43, Gli specchi di Marsilio, 2007, pag 31
  2. ^ Frediano Sessi, Foibe rosse. Vita di Norma Cossetto uccisa in Istria nel '43, Gli specchi di Marsilio, 2007, pag 17: "Norma aveva fatto una supplenza al Liceo Gian Rinaldo Carli di Pisino e l'anno successivo aveva avuto un incarico temporaneo all'Istituto magistrale Regina Margherita di Parenzo."
  3. ^ Frediano Sessi, Foibe rosse. Vita di Norma Cossetto uccisa in Istria nel '43, Gli specchi di Marsilio, 2007, pag 26: "In data 21 febbraio 1942 (XX ano dell'era fascista) si assegna allo studente Norma Cossetto la tesi di laurea in Geografia con il professor Arrigo Lorenzi. Firmato il preside di facoltà".
  4. ^ Frediano Sessi, Foibe rosse. Vita di Norma Cossetto uccisa in Istria nel '43, Gli specchi di Marsilio, 2007, pag 38-39
  5. ^ Arrigo Petacco, L'esodo, Edizioni Mondadori, 1999, pag 61
  6. ^ Frediano Sessi, Foibe rosse. Vita di Norma Cossetto uccisa in Istria nel '43, Gli specchi di Marsilio, 2007, pag 18:"...la interrogarono a lungo, invitandola a collaborare con loro. Fermamente, la ragazza rifiuta la proposta"
  7. ^ Arrigo Petacco, L'esodo, Edizioni Mondadori, 1999, pag 61:"Fu anche legata sopra un tavolo e violentata ripetutamente dai suoi aguzzini"
  8. ^ Frediano Sessi, Foibe rosse. Vita di Norma Cossetto uccisa in Istria nel '43, Gli specchi di Marsilio, 2007, pag 19: "Norma viene denudata e legata sopra un tavolo. Più volte violentata da almeno diciasette carcerieri, si lamenta e piange."
  9. ^ [1] Testimonianze
  10. ^ Frediano Sessi, Foibe rosse. Vita di Norma Cossetto uccisa in Istria nel '43, Gli specchi di Marsilio, 2007, pag 128: "un volonel vuoto di oltre centotrentacinque metri, che tutti furono costretti a compiere da vivi. Sui loro corpi, in seguito, non si trovò traccia di fori di pallottole o di ferite da taglio mortali."
  11. ^ Arrigo Petacco, L'esodo, Edizioni Mondadori, 1999, pag 61:"prima di precipitarla nella voragine, i giustizieri vollero ancora approfittare di lei. E dopo avere infierito su quel povero corpo ormai inanimato, le recisero i seni e le conficcarono un legno nei genitali"
  12. ^ Frediano Sessi, Foibe rosse. Vita di Norma Cossetto uccisa in Istria nel '43, Gli specchi di Marsilio, 2007, pag 46
  13. ^ [2] La voce del popolo 9 febbraio 2008
  14. ^ Frediano Sessi, Foibe rosse. Vita di Norma Cossetto uccisa in Istria nel '43, Gli specchi di Marsilio, 2007, pag 128: "In attesa di gettarla nella voragine, qualcuno si incaricò di pugnalarla al seno e di ficcarle un legno appuntito nel sesso."
  15. ^ Frediano Sessi, Foibe rosse. Vita di Norma Cossetto uccisa in Istria nel '43, Gli specchi di Marsilio, 2007, pag 128
  16. ^ Arrigo Petacco, L'esodo, Edizioni Mondadori, 1999, pag 62:"I sedici aguzzini furono identificati e catturati"
  17. ^ Arrigo Petacco, L'esodo, Edizioni Mondadori, 1999, pag 62: "quando i sedici titini furono fucilati dai tedeschi, tre di essi erano impazziti"
  18. ^ [3]Quirinale -scheda - visto 15 gennaio 2009

Bibliografia

Foibe rosse. Vita di Norma Cossetto uccisa in Istria nel '43 di Frediano Sessi, editore: Marsilio, 2007. Dettagli del libro

Voci correlate

Collegamenti esterni

Il portale Donne nella storia non esiste