La genisteina è uno dei tanti isoflavoni conosciuti. Gli isoflavoni, quali la genisteina e la daidzeina, si trovano in un certo numero di piante alimentari come fonte primaria di cibo[1][2] tra queste il lupino, le fave, la soia, il kudzu, e la psoralea ma anche in piante medicinali come la Flemingia Vestita[3] e il caffè.[4] La genisteina oltre agisce come come antiossidante e antielmintico. In generale molti degli isoflavoni hanno dimostrato di agire sui recettori umani ed animali degli estrogeni, provocando effetti fisiologici simili a quelli causati dagli ormoni estrogeni; inoltre, hanno anche effetti farmacologici non ormonali.

La genisteina è stato isolata nel 1899 dalla tintura di ginestra (Genista tinctoria), di conseguenza, il nome chimico è derivato dal nome generico. Chimicamente è stata caratterizzata nel 1926, mentre la prima sintesi chimica è del 1928.[5]

Note

  1. ^ Coward L, Barnes NC, Setchell KDR, Barnes S, [http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/jf00035a027 Genistein, daidzein, and their β-glycoside conjugates: antitumor isoflavones in soybean foods from American and Asian diets], in J Agric Food Chem, vol. 41, n. 11, 1993, pp. 1961–1967, DOI:10.1021/jf00035a027.
  2. ^ Kaufman PB, Duke JA, Brielmann H, Boik J, Hoyt JE, A comparative survey of leguminous plants as sources of the isoflavones, genistein and daidzein: implications for human nutrition and health., in J Altern Complement Med, vol. 3, n. 1, 1997, pp. 7–12, DOI:10.1089/acm.1997.3.7.
  3. ^ Isofavones from Flemingia vestita, in Fitoterapia, vol. 63, 1991.
  4. ^ Alves RC, Almeida IM, Casal S, Oliveira MB., [http://dx.doi.org/10.1021/jf9039205 Isoflavones in coffee: influence of species, roast degree, and brewing method.], in J Agric Food Chem, vol. 58, n. 5, 2010, pp. 3002–3007, DOI:10.1021/jf9039205.
  5. ^ Walter ED, Genistin (an isoflavone glucoside) and its aglucone, genistein, from soybeans, in J Am Chem Soc, vol. 62, n. 12, 1941, pp. 3273–3276, DOI:10.1021/ja01857a013.