Le folli avventure di Rabbi Jacob
Le folli avventure di Rabbi Jacob è una commedia italofrancese diretta da Gérard Oury con Louis de Funès.
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Paese di produzione | Francia |
Durata | 100 min |
Genere | avventura |
Regia | Gérard Oury |
Soggetto | Gérard Oury |
Produttore | Bertrand Javal |
Fotografia | Henri Decaë |
Montaggio | Albert Jurgenson |
Musiche | Vladimir Cosma |
Costumi | Pierre Nourry |
Interpreti e personaggi | |
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Trama
A Brooklyn, il venerato rabbino hassidico Jacob e il suo segretario Samuel partono dall'aeroporto JFK di New York per Parigi Orly per celebrare il Bar Mitzvah del nipote David Schmoll.
In Normandia, il ricco uomo d'affari Victor Picchio si avvia verso Parigi per il matrimonio della figlia Antoinette col figlio di un generale francese. Victor è un uomo tradizionale, garbatamente razzista e ostentatamente nazionalista. Quando scopre che il suo chauffeur Salomon è ebreo lo licenzia. Vittima di un incidente con la sua Citroën DS nella campagna dell'Île-de-France, nella ricerca di un aiuto, incappa per sbaglio nel momento e nel luogo in cui si sta per compiere un delitto di natura politica. Mohammed Larbi Slimane, un importante esponente della fazione rivoluzionaria di un paese non altrimenti definito se non genericamente come "arabo", sequestrato al café Le Deux Magots di Parigi dai servizi segreti lealisti, sta per essere giustiziato. Senza volerlo Victor, nel tentare di scappare, aiuta Slimane del quale diventa compagno di fuga, non solo però dagli arabi, ma anche dalla polizia francese, per disavventure a corollario.
Raggiunto l'aeroporto di Orly, da dove Slimane vorrebbe rientrare nel suo paese, per sfuggire a gendarmi e ad arabi i due si appropriano dell'identità di Rabbi Jacob e Rabbi Samuel e, trasportati dall'affettuosa quanto invadente famiglia Schmoll, si ritrovano nel Pletzl di Parigi, l'antico ghetto ebraico nel Marais, in rue des Rosiers, dove devono officiare la cerimonia del Bar Mitzvah di David. Qui Victor incontra il suo chaffeur Salomon, da cui viene aiutato e col quale si scusa. Nel frattempo i veri rabbini newyorkesi vengono rapiti dagli arabi, che credono siano Victor e Slimane.
Terminata la cerimonia i nostri, ancora vestiti da rabbini hassidici, salgono su una motoretta per raggiungere in tempo la chiesa (all'Hôtel des Invalides) dove avrebbe dovuto svolgersi il matrimonio di Antoinette Picchio. Senonché vengono intercettati dagli arabi, che tengono ancora in ostaggio i due Rabbi. Nel medesimo istante il Ministro degli Esteri francese plana col suo elicottero sul sagrato della chiesa, dichiarando deposto il dittatore dello stato arabo di cui ora Slimane è stato eletto Presidente.
Produzione
Il film uscì nelle sale il 18 ottobre 1973, due settimane dopo l'inizio della guerra del Kippur. Danielle Cravenne, la seconda moglie di Georges Cravenne, uno dei produttori del film, psicologicamente instabile, mentre volava sull'aereo Parigi-Nizza dell'Air France, armata di una pistola 22 long rifle, minacciò di distruggere il Boeing 727 sul quale si trovava, se non avessero impedito l'uscita del film, che lei considerava antipalestinese[1]. L'aereo atterrerà a Marignane, con lo scopo di fare rifornimento per poi partire alla volta del Cairo. Danielle, in uno scontro a fuoco, viene ferita alla testa e al petto: morirà lungo il tragitto verso l'ospedale[2].
La vicenda di Slimane riproduce in parte quanto accadde veramente a Mehdi Ben Barka, politico marocchino, oppositore socialista di re Hassan II, leader terzomondista e panafricanista, rapito il 29 ottobre 1965 alla brasserie Lipp di Parigi, che si trova proprio dirimpetto al café Les Deux Magots. L'affaire Ben Barka fu uno scandalo politico che modificò profondamente le relazioni tra Francia e Marocco. Uno dei pesonaggi coinvolti fu Hosni Benslimane, capo della gendarmeria reale marocchina.
La rue des Rosiers, zona del vecchio ghetto ebraico di Parigi, fu ricostruita per l'occasione negli studi cinematografici.
La scena del matrimonio all'inizio del film è ambientata a Montjavoult, nell'Oise, Piccardia.
Note
- ^ Rabbi Jacob tra il comico e la tragedia
- ^ Gérard Oury, Mémoires d'éléphant, ed. Presses Pocket, Parigi, 1989, ISBN 2-266-03063-9 e 978-2266030632, p. 279.