Jovan Divjak
Jovan Divjak (Belgrado, 11 marzo 1937) è un militare e scrittore bosniaco, generale ora in pensione della JNA (Jugoslavenska Narodna Armija, in italiano Armata Popolare Jugoslava).
| Jovan Divjak | |
|---|---|
| Nascita | Belgrado, 11 marzo 1937 |
| Morte | vivente |
| Etnia | Serba |
| Dati militari | |
| Paese servito | RSF di Jugoslavia Repubblica di Bosnia-Erzegovina |
| Forza armata | JNA Armata della Repubblica di Bosnia-Erzegovina |
| Reparto | Difesa Territoriale |
| Anni di servizio | Jugoslavia 1956 - 1991 BiH 1992 - 1997 |
| Grado | Brigadier generale |
| Guerre | Guerra in Bosnia |
| Battaglie | Assedio di Sarajevo |
| Studi militari | Accademia Militare di Belgrado Ecole d'Etat Major Scuola di Pianificazione della difesa e guerra |
| Pubblicazioni | Sarajevo, mon amour Ratovi u Hrvatskoj i Bosni i Hercegovini Dani Jesenski e Tura |
| Altre cariche | Scrittore |
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Durante l'Assedio di Sarajevo e durante tutto il corso delle Guerre jugoslave, si è apertamente schierato con bosniaci e croati a difesa di Sarajevo. è ricordato per aver raccolto le sue memorie della guerra in un libro chiamato Sarajevo Mon amour pubblicato in diverse lingue all'estero oltreché all'impegno sociale che ha assunto fondando la associazione denominata Obrazovanje gradi Bih L'istruzione costruisce la Bosnia
Dall'infanzia alla vita militare
Nasce a Belgrado da genitori serbi. Il padre fu trasferito in Serbia dall'Esercito Jugoslavo, la sua famiglia ha origine bosniaca. Attualmente Divjak vive a Sarajevo, città nella quale si è trasferito nel 1966.
Dal 1956 al 1959 frequentò l'Accademia Militare a Belgrado, per passare poi un anno tra il 1964 e 1965 a Parigi per frequentare l'Ecole d'Etat Major in Paris,dal 1969 al 1971 i Cadetti dell'Accademia di Belgrado. Infine tra il 1979 e il 1981, la scuola di Pianificazione della difesa e guerra a Belgrado.
Dopo diversi incarichi nella JNA, Divjak divenne Capo della Difesa Territoriale (Teritorijalna Obrana), guidando il relativo dipartimento di stanza a Mostar, durante il periodo 1984-1989. Medesima funzione ricopre dal 1989 al 1991 per il settore di stanza a Sarajevo.
Nel periodo 1991 1992 Jovan Divjak venne giudicato dalla Corte Marziale per aver inviato 120 pezzi di armi leggere e 20.000 pallottole alla Difesa Territoriale di Kiseljak. Gli vennero inflitti 9 mesi di carcere, evitati lasciando la JNA
Il giorno 8 aprile 1992, Divjak divenne Vice Comandante della Difesa Territoriale della Bosnia-Erzegovina.Un mese più tardi, supervisionò la difesa di Sarajevo da un attacco di maggiori dimensioni da parte della Jna. Divenne noto in Italia grazie a un'intervista sul magazine del Corriere della Sera [1].
Tra 1993-1997 fu comandante del Quartiergenerale dell'esercito della Bih, incaricato di cooperare con istituzioni civili e organizzazioni in ruoli quali amministrazione, economia, salute, istruzione).
La sua vita oggi
È diventato direttore esecutivo della associazione OGBH,"OBRAZOVANJE GRADI BIH"(L'Istruzione costruisce la Bosnia)fondata da egli stesso nel 1994. L'attività principale e gli obiettivi della associazione sono quelli immediatamente connessi all'aiuto degli orfani di guerra, dando loro denaro, oltre ad aiuto materiale e favorire l'aumento dell'istruzione in Bosnia ed Erzegvoina, anche zone e alla popolazione più povere del Paese come le campagne dando loro supporto finanziario e materiale.
Dal 2004,è membro del comitato per l'ingresso delle ONG straniere in Bosnia-Erzegovina con sede a Sarajevo.
Dal 1998, è membro dell'Associazione Indipendente degli Intellettuali"Krug 99", Sarajevo
Prima del 1998, Divjak era membro attivo di altre associazioni, quali culturali sportive o Facoltà di Educazione Fisica a Sarajevo.
Era ed è membro di molte ONG bosniache nelle quali è molto attivo. Cerca di aiutare il Paese il più possibile sperando che il futuro della Bosnia Erzegovina divenga più chiaro rispetto ad un non così lontano passato.
Ha raccolto le proprie memorie in due testi:
- 2004 Sarajevo, mon amour Intervista con Florence La Bruyere; pubblicato da Buchet-Chastel, con prefazione di Bernard-Henri Lévy
mentre in italiano contiene prefazione di Paolo Rumiz ed esce in Italia nel 2007.
- In Bosniaco/Croato/Serbo,
"Ratovi u Hrvatskoj i Bosni i Hercegovini 1991-1995", riguardo l'aggressione contro la Bosnia Erzegovina
- "Dani" e "Jesenski e Tura" nel 1999.
Apparve in un documentario BBC dal titolo The Death of Yugoslavia nel 1995.
Nel 2006 è nominato Ambasciatore Universale di Pace dal Consiglio degli Ambasciatori di Pace Universali a Ginevra,e premiato relativamente a tal nomina.
Note
- ^ "Il serbo buono" (di Francesco Battistini, "Sette", 22 giugno 1995)
