Movimento LGBT
Movimento di liberazione omosessuale o Movimento gay è il nome collettivo sotto cui è definita una serie di gruppi e associazioni accomunati dal progetto di cambiamento della condizione sociale, culturale, umana e politica delle persone omosessuali.

Il Movimento omosessuale contemporaneo nasce negli anni Sessanta negli Stati Uniti, ma già alla fine del XIX secolo esistevano forme più o meno ufficiali di associazionismo omosessuale.
Le origini del movimento di liberazione omosessuale
Magnus Hirschfeld e il WHK
Nel 1897 il sessuolo tedesco Magnus Hirschfeld, insieme ad un ristretto gruppo di intellettuali, fonda a Berlino il Wissenschaftlich-humanitäres Komitee (comitato scientifico-umanitario) o WHK, considerato il primo gruppo organizzato della storia del movimento omosessuale. Hirschfeld aveva approfondito la teoria del drittes Geschlecht (terzo sesso) elaborata nella seconda metà del XIX secolo da Karl Heinrich Ulrichs, che per primo aveva coniato alcuni termini per descrivere i differenti orientamenti sessuali come Urning (gay), Urninds (lesbica), Uranodionings (bisessuale) e Zwitter (ermafrodito). Strettamente collegato all'Institut für Sexualwissenschaft, il WHK aveva come scopo principale la mobilitazione dell'opinione pubblica contro il paragrafo 175, che puniva con la reclusione l'omosessualità. Il WHK aveva sedi in 25 città tedesche, austriache e olandesi. Il Comitato guidato da Hirschfeld, riuscì a raccogliere oltre 5000 firme per abolire il paragrafo 175 tra i più importanti intellettuali residenti in Germania dell'epoca. Tra i firmatari, Albert Einstein, Hermann Hesse, Thomas Mann, Rainer Maria Rilke e Lev Tolstoj.
La petizione venne portata all'attenzione del Reichstag nel 1898, ma venne appoggiata solo da una minoranza del Partito socialdemocratico tedesco, stimolando il frustrato Hirschfeld a utilizzare una controversa strategia di "outing" - cioè obbligare alcuni eminenti legislatori segretamente omosessuali ad uscire allo scoperto e prendere una chiara posizione.
La petizione continuò ad essere discussa dal Parlamento e cominciò a realizzare progressi negli anni venti, poco prima che la costante ascesa in Germania del partito nazionalsocialista bloccasse ogni speranza di riforma.
Nel 1921 Hirschfeld organizzò il Primo congresso per la riforma sessuale (a cui partecipò per l'Italia Aldo Mieli), che portò successivamente alla formazione di una Lega mondiale per la riforma sessuale. I congressi di questa organizzazione si tennero a Copenaghen (1928), Londra (1929), Vienna (1930) e Brno (1932).
Hirschfeld morì poco prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Il suo principale collaboratore, Kurt Hiller , fu internato in campo di concentramento. Riuscì a sopravvivere e dopo la fine della guerra, nel 1955, rientrò ad Amburgo dove cercò di rifondare il WHK, senza riuscire ad ottenere gli appoggi necessari. Era, di fatto, stato superata l'idea di un "comitato scientifico" formato da eterosessuali che avesse lo scopo di dimostrare la non patologicità degli orientamentio sessuali differenti da quello eterosessuale e da lì a poco sarebbero emerse le rivendicazioni di diritti da parte di gruppi costituiti da persone dichiaratamente omosessuali e transessuali.
L'immediato dopoguerra e il movimento omofilo
Nel corso della seconda guerra mondiale tutte le speranze del movimento omosessuale furono ovviamente annientate. Subito dopo la fine del conflitto, iniziarono una serie di iniziative e nacquero una serie di gruppi costituiti, per la prima volta, da omosessuali dichiarati, che ancora, però, avevano come scopo fondamentale la depatologizzazione dell'omosessualità. Il movimento in questa fase viene comunemente indicato come movimento omofilo. Si trattava di gruppi "moderati" (venne per questo coniato il termineomofilo al posto di omosessuale, a loro parere connotato troppo negativamente per la presenza al suo interno del termine "sessualità"), che chiedevano l'integrazione degli "omofili" nella società così come essa era, mentre il movimento gay chiederà il cambiamento della società in modo tale da poter integrare anche coloro che erano giudicati "marginali".
In Olanda i membri della sezione locale del WHK sopravvissuti al conflitto diedero vita, nell'immediato dopoguerra, al primo gruppo omofilo, tuttora esistente col nome di Cultuur en Ontspannings-Centrum o COC.
In Svizzera il gruppo Der Kreis, fondato su ispirazione del WHK, continuò ad operare per tutto il periodo della guerra e dopo, costituendo così di fatto l'unico, prezioso anello di congiunzione fra il periodo pre e post-bellico.
In Francia nacque Arcadie, gruppo costiutio da intelletuali che pubblicava anche una rivista, principale riferimento anche in Italia e a cui collaborarono Maurizio Bellotti, Massimo Consoli e lo scrittore Giovanni Comisso. Parteciparono alle attività di Arcadie, tra gli altri, Michel Foucault e Jean Cocteau, prima di prendere parte alla fase più militante del movimento omosessuale francese entrando nel Fhar (Fronte omosessuale di azione rivoluzionaria), fondato nel 1971 e alle cui attività contribuì anche il filosofo Jean-Paul Sartre[1].
Nel Regno Unito venne fondata la Homosexual Law Reform Society, come risposta al Wolfenden report, del 1957. La maggior parte dei suoi soci erano eterosessuali.
Negli Stati Uniti nacquero la Mattachine Society a New York e la Daughters of Bilitis a San Francisco, quest'ultima prima associazione di sole donne lesbiche.
Nascita del movimento omosessuale contemporaneo
La nascita del movimento omosessuale contemporaneo, caratterizzato da una maggiore connotazione "rivoluzionaria", si inserisce a pieno nelle fase delle rivendicazioni del movimento sessantottino, di cui fece propria la volontà di cambiamento della società in favore di una maggiore libertà di scelta e del riconosciemnto della dignità di ogni persona. La data simbolica di inizio del movimento omosessuale contemporaneo è il 28 Giugno 1969. In quella data, in un bar gay del Greenwich Village a New York, lo Stonewall Inn, all'ennesimo tentativo della polizia di disperdere i clienti, questi si ribellarono, scatenando quelli che sono passati alla storia come Moti di Stonewall. Simbolo della rivolta di Stonewall divenne Sylvia Rivera, la ragazza transgender che, a quanto sembra, per prima si ribellò gettando una bottiglia contro la polizia.
La lettura storica dell'evento collega direttamente la rivolta di Stonewall alle rivolte del Sessantotto e alle rivendicazioni libertarie del movimento sessantottino americano. Il Greenwich Village era tra l'altro il cuore della controcultura americana in quegli anni e luogo prediletto per la comunità hippie newyorchese.
Prima del 1965, l'identità dei presenti nei bar gay al momento della retata veniva registrata dalla polizia, e in alcune occasioni venne anche pubblicata sui quotidiani. Talvolta si caricavano sui cellulari quanti più avventori possibile. All'epoca, la polizia usava tutti i motivi che riusciva a escogitare per giustificare un arresto con accuse di "indecenza", tra cui: baciarsi, tenersi per mano, indossare abiti del sesso opposto, o anche il semplice essersi trovati nel bar al momento dell'irruzione.
È importante guardare a prima del 1969 ed esaminare il diverso atteggiamento esistente a New York nei confronti dei bar gay e dei diritti gay. Nel 1965 salirono alla ribalta due figure importanti. John Lindsay, un Repubblicano liberale, venne eletto sindaco di New York con una piattaforma riformatrice. Dick Leitsch divenne presidente della Mattachine Society a New York, all'incirca nello stesso periodo. Leitsch era considerato relativamente militante rispetto ai suoi predecessori, e credeva nelle tecniche di azione diretta comunemente usate da altri gruppi per i diritti civili degli anni 1960.
All'inizio del 1966, a causa delle lamentele della Mattachine, erano cambiate le politiche per cui la polizia stava in strada anche per incastrare i gay e accusarli di atteggiamenti osceni. Il commissario, Howard Leary, istruì le forze di polizia perché non adescassero i gay spingendoli a infrangere la legge e richiese inoltre che ogni poliziotto in borghese avesse un civile come testimone quando veniva arrestato un gay. Ciò pose quasi fine al cosiddetto entrapment (la pratica dell'adescamento con lo scopo di arrestare) dei gay con tali accuse a New York [2].
Nello stesso anno, allo scopo di sfidare la State Liquor Authority (SLA) sulle sue politiche circa i bar gay, Dick Leitsch condusse un "sip in" (il termine deriva da "sit in", e sip significa "sorseggiare"). Leitsch aveva avvisato la stampa e progettato un incontro in un bar con altri due uomini gay (un bar poteva vedersi revocata la sua licenza di vendita dei liquori se serviva da bere volontariamente a un gruppo di tre o più omosessuali); per verificare la politica della SLA sulla chiusura dei bar. Quando il barista del Julius li mandò via, essi reclamarono davanti alla commissione cittadina per i diritti umani. A seguito del "sip in", il presidente della SLA dichiarò che il suo dipartimento non proibiva la vendita di liquori agli omosessuali.
Inoltre, l'anno seguente, due distinte sentenze giudiziarie dichiararono che erano richieste "prove sostanziali" per poter revocare una licenza per gli alcolici. I baci tra due uomini non erano più considerati comportamento indecente. Il numero di bar gay a New York crebbe stabilmente dopo il 1966 [3].
Così, se nel 1969 i bar gay erano legali, perché allora ci fu l'irruzione allo Stonewall Inn? John D'Emilio, storico gay statunitense, fa notare che la città era nel mezzo di una campagna per l'elezione del sindaco e John Lindsay, che aveva perso le primarie del suo partito, aveva motivo di chiedere un repulisti dei bar della città. Lo Stonewall Inn forniva pretesti per un intervento della polizia. Operava senza licenza per i liquori, aveva legami con il crimine organizzato, e forniva dei "go-go boys" scarsamente abbigliati come intrattenimento [4].
Il vice ispettore Seymour Pine, che guidò l'incursione nel bar della prima notte, sostenne che gli venne ordinato di chiudere lo Stonewall Inn perché era il luogo principale ove raccogliere informazioni sugli uomini gay che lavoravano a Wall Street: un incremento nel numero di furti organizzati in aziende di intermediazione di Wall Street aveva portato la polizia a sospettare che dietro a questi furti ci fossero gay che venivano ricattati [5].
I moti di Stonewall
Diversi fattori differenziano la retata che si svolse il 28 giugno da altri simili allo Stonewall Inn. Generalmente, il sesto distretto avvisava i gestori dello Stonewall Inn prima delle retate, che si compivano abbastanza presto la sera, in modo da permettere il normale ritorno agli affari per le ore di punta della notte.
Approssimativamente all'1 e 20 di notte, molto più tardi del solito, otto ufficiali del primo distretto, dei quali solo uno era in uniforme, entrarono nel bar di Christopher Street. Gran parte degli avventori fu in grado di sfuggire all'arresto, poiché gli unici arrestati furono "coloro i quali si trovavano privi di documenti di identità, quelli vestiti con abiti del sesso opposto, e alcuni o tutti i dipendenti del bar" [6].
I dettagli su come ebbe inizio la rivolta variano. Secondo un resoconto, Sylvia Rivera scagliò una bottiglia contro un agente, dopo essere stata pungolata con un manganello [7]. Un'altra versione dichiara che una lesbica, trascinata verso un'auto di pattuglia, oppose resistenza, incoraggiando così la folla a reagire (D'Emilio, p. 232).[8]. Comunque sia, la mischia si accese in mezzo alla folla, che presto sopraffece la polizia. Intontiti, i poliziotti si ritirarono all'interno del bar. Il cantante eterosessuale Dave Van Ronk, che stava passeggiando nella zona, venne afferrato dalla polizia, trascinato nel bar e picchiato. Gli attacchi della folla non cessavano. Alcuni cercarono di appiccare il fuoco al bar. Altri usarono un parchimetro come ariete per costringere gli agenti ad uscire. La notizia della rivolta si diffuse rapidamente e molti residenti, così come gli avventori dei bar vicini, accorsero sulla scena.
Nel corso della notte la polizia isolò molti uomini effeminati e spesso li picchiò. Solo nella prima notte vennero arrestate 13 persone e vennero feriti quattro agenti di polizia, oltre a un numero imprecisato di dimostranti. Si sa comunque che almeno due dimostranti vennero picchiati selvaggiamente dalla polizia [9]. Bottiglie e pietre vennero lanciate dai dimostranti che scandivano lo slogan "Gay Power!". La folla, stimata in 2.000 persone, battagliò contro oltre 400 poliziotti.
La polizia inviò rinforzi composti dalla Tactical Patrol Force, una squadra anti-sommossa originariamente addestrata per contrastare i dimostranti contro la Guerra del Vietnam. Le squadre anti-sommossa arrivarono per disperdere la folla, ma non riuscirono nel loro intento e vennero bersagliate da pietre e altri oggetti. Ad un certo punto si trovarono di fronte a una fila di drag queen che le prendeva in giro cantando:
We are the Stonewall girls
We wear our hair in curls
We wear no underwear
We show our pubic hair
We wear our dungarees
Above our nelly knees!
«
Siamo le ragazze dello Stonewall
abbiamo i capelli a boccoli
non indossiamo mutande
mostriamo il pelo pubico
e portiamo i nostri jeans
sopra i nostri ginocchi da checche!
Alla fine la situazione si calmò, ma la folla ricomparve la notte successiva. Le schermaglie tra rivoltosi e polizia proseguirono fino alle 4 del mattino. Il terzo giorno di rivolta si svolse cinque giorni dopo la retata allo Stonewall Inn. In quel mercoledì, 1.000 persone si radunarono al bar e causarono gravi danni alle cose. La rabbia contro il modo in cui la polizia aveva trattato i gay nei decenni precedenti affiorò in superficie. Vennero distribuiti volantini con la scritta "Via la mafia e gli sbirri dai bar gay!". Il poeta della beat generation Allen Ginsberg celebrò con una frase fatidica quanto era accaduto:
Dopo Stonewall, cambiò profondamente la storia del movimento omosessuale. Iniziò una fase militante, con la nascita di associazioni che muovevano rivendicazioni chiare in modo manifesto. Simbolo della nuova fase del movimento di liberazione omosessuale divenne la Gay Pride parade, che cominciò a tenersi nelle varie città degl Stati Uniti e poi del mondo nella data dei moti di Stonewall, il 28 Giugno. La provocazione divenne uno strumento attraverso cui scuotere l'opinione pubblica e rivendicare il diritto alla felicità.
Anni '80. Lo scoppio dell'epidemia dell'AIDS
Negli anni ottanta il percorso di liberazione dovette fare i conti con l'epidemia dell'AIDS, che proprio in quel periodo inizia a fare le prime vittime. La data ufficiale che segna l'inizio dell'epidemia della Sindrome da Immunodeficienza Acquisita è il 5 giugno 1981, quando il centro per il monitoraggio e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti identificò un'epidemia di pneumocistosi polmonare dovute a pneumocystis carinii (ora riclassificato come Pneumocystis jirovecii) in cinque uomini gay di Los Angeles. Benché la sindrome fosse stata chiamata inizialmente GRID, acronimo di Gay-Related Imune Deficiency (immunodeficienza dei gay), le autorità sanitarie si accorsero ben presto che quasi metà della popolazione in cui era stata riscontrata non era omosessuale. Nonostante questo, nell'opinione pubblica si diffuse l'idea che l'AIDS fosse legata all'omosessualità. Alcune Chiese, sopratutto negli Stati Uniti, arrivarono a parlare di "punizione di Dio" verso i gay. Ad alimentare questa idea la morte per Aids di diversi esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo notoriamente omosessuali. Nel 1985 morì l'attore americano Rock Hudson[10], nel 1991 il cantante dei Queen, icona degli anni '80, Freddie Mercury[11], e nel 1993 il ballerino di fama internazionale Rudolf Nureyev. In realtà, l'iniziale maggiore diffusione del virus nella comunità omosessuale era dovuta fondamentalmente a una maggiore disattenzione nell'uso di precauzioni, più diffuso invece tra le coppie eteosessuali per motivi anticoncezionali.
Per tutti gli anni '80 e fino alla metà degli anni '90 quello dell'AIDS divenne il tema principale da affrontare per la comunità omosessuale, prima americana e poi internazionale. Tutte le principali associazioni diedero vita a campagne che allo stesso tempo puntavano a promuovere l'uso del preservativo e combattere la falsa credenza che il virus colpisse solo gli omosessuali, oltre a tutti i pregiudizi che si andavano diffondendo nei confronti dei malati.
In Italia, i primi casi di AIDS iniziarono a registrarsi nel 1985. Le istituzioni, diversamente da quanto stava accadendo nel resto del mondo, rimasero per lungo tempo indifferenti al problema[12], probabilmente anche a causa delle pressioni della Chiesa cattolica. Solo nel 1988 fu emanata una direttiva del Ministero della Sanità che prevedeva il controllo delle sacche di sangue per la trasfusione[13], e nello stesso anno viene comissionata dal Ministero la prima campagna sull'AIDS, in cui non veniva fatto nessun riferimento esplicito all'uso del preservativo[14]. Il Ministro della Salute Carlo Donat-Cattin dichiarò pubblicamente:
Ruolo fondamentale aquisirono dunque le associazioni omosessuali, in particolare la neonata Arcigay, che promossero campagne per l'uso del preservativo e cominciarono ad offrire servizi di assistenza alle persone sieropositive.
Gli anni 2000 e il riconoscimento delle coppie omosessuali
Dopo la fase delle lotta per i diritti fondamentali, a partire dalla fine degli anni '90 l'attenzione del movimento gay si concentra, in tutti i paesi del mondo, sulla rivendicazione di diritti quali il riconoscimento civile delle coppie omosessuali e l'adozione per i gay. La lotta inizia negli Stati Uniti, prima con l'impegno di singoli attivisti e pi con la creazione di associazioni ad hoc. Nel 1977, Harvey Milk, attivista omosessuale, eletto supervisor di San Francisco, si batte per una legge per i diritti civili dei gay, primo caso di uomo delle istituzioni attivamente impegnato per il movimento. Viene però assassinato nel 1978. Di fatto, tuttavia, bisognerà aspettare la seconda metà degli anni '90 perchè si inizi a parlare di unioni civili per i gay, con la creazione dell'associazione Human Rights Campaign (HRC).
Il caso Matthew Shepard
Alla fine degli anni'90, un altro fatto di cronaca accentra l'atenzione degli USA sul problema della creazione di leggi a tutela degli omosessuali. Matthew Shepard, un ventunenne gay, viene derubato e torturato da due ragazzi in una località vicino a Laramie, Wyoming, la notte tra il 6 ottobre e il 7 ottobre 1998. Al processo ,che portò alla condanna di due ragazzi, e ai funerali di Shepard un gruppo di oppositori omofobi, capeggiati dal pastore della Chiesa Battista Fred Phelps, protestarono con cartelli e slogan con scritte come «Matt Shepard marcisce all'inferno», «L'Aids uccide i finocchi morti» e «Dio odia i froci». Phelps arrivò a chiesdere l'autorizzazione cittadina per la costruzione di un monumento da porre nel parco di Casper, sul quale avrebbe dovuto essere apposta una targa in bronzo con l'immagine di Shepard e le parole: «MATTHEW SHEPARD, entrato all'inferno il 12 ottobre 1998, in spregio all'avviso di Dio: "Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è abominio." - Levitico 18:22». Il fatto, e soprattutto le violente posizioni emerse nella società contro gli omosessuali, scossero l'opinione pubblica.
Coretta Scott King, vedova di Martin Luther King, scrisse a Judy Shepard, madre del ragazzo ucciso, esprimendo il proprio cordoglio e la speranza che i diritti civili includano, in futuro, i diritti di gay e lesbiche.
Le unioni civili tra persone dello stesso sesso
Con l'avvento del 2000, i governi di diversi paesi del mondo iniziano a porsi il problema del riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali. Primo paese del mondo a regolamentare le unioni omosessuali è la Danimarca, nel 1989. Hanno successivamente riconosciuto attraverso il matrimonio o altre forme giuridiche le coppie omosessuali: Svezia (1994), Francia (1999), Paesi Bassi (2001), Germania (2001), Finlandia (2002), Belgio (2003), Croazia (2003), Spagna (2005), Irlanda (2005), Regno Unito (2005), Slovenia (2005), Repubblica Ceca (2006), Norvegia (2008), Svezia (2008), Portogallo (2010), Islanda (2010). Negli Stati Uniti, l'accesso al matrimonio è competenza tradizionalmente delegata ai singoli Stati. Attualmente, sette stati federali riconoscono le unioni omosessuali. Nel 2010, con l'introduzione del matrimonio omosessuale in Argentina, anche negli stati dell'America Meridionale è iniziato il percorso di riconoscimento dei diritti delle coppie gay.
In Italia, il primo tentativo di introduzine di una forma di regolamentazione delle coppie omosessuali è avvenuta nel 2008, con i cosidetti DI.CO. (Diritti e doveri delle coppie di conviventi). L'opposizione delle gerarchie ecclesiastiche, congiuntamente con il non accordo di forze della stessa maggioranza, fecero però cadere il disegno di legge poco prima che lo stesso Governo Prodi entrasse in crisi. Attualmente, in Italia non esiste alcuna forma di tutela delle coppie gay, e questo tema rimane al centro dell'attività delle associazioni gay.
Il movimento omosessuale in Italia
I precursori
Aldo Mieli
Il primo vero tentativo di creare un movimento di liberazione omosessuale anche in Italia, sull'esempio di quello tedesco, fu compiuto da Aldo Mieli (1879-1950), che era in corrispondenza con Magnus Hirschfeld e fu non a caso il solo delegato italiano presente al primo Congresso mondiale sulla libertà sessuale tenutosi in Germania dopo la prima guerra mondiale.
I tempi non erano però favorevoli al progetto di Aldo Mieli, dato che la sua attività ebbe inizio, con la fondazione del periodico "Rassegna di studi sessuali", nello stesso anno della Marcia su Roma, nel 1922. Dopo aver cercato invano per qualche anno di portare aventi la sua battaglia senza entrare nel mirino del regime fascista, Mieli, che era anche antifascista ed ebreo, abbandonò il progetto e si rifugiò in Francia, nel 1926.
Bernardino Del Boca
Intellettuale e scrittore, punto di riferimento del movimento omofilo, a Del Boca (1919 - 2001)[16] si deve la ceazione della prima rubrica omosessuale in Italia, Sesso e Liberta, su un periodico pubblicato dall'anarchico milanese Pepe Diaz. Più tardi, tenterà senza successo di fondare una rivista, sull'esempio della Der Kreis svizzera, che avrebbe dovut chiamarsi Tages. La creazione fu però impedita dalla dirigenza della DC da poco salita al potere. Collaboratore della rivista gay francese Futur, scrittore di talento riconosciuto, subì la censura delle istituzioni. lo stesso Del Boca ricorda l'impegno dell'allora giovane militante della DC Oscar Luigi Scalfaro per impedire la pubblicazione della sua opera Lunga Notte di Singapore[17].
Le prime esperienze di associazionismo
Nell'immediato dopoguerra, superato il periodo di maggior potere della Democrazia Cristiana, che aveva avversato qualsiasi tentativo di associazionismo omosessuale, cominciarono a farsi spazio i primi attivisti e a nascere le prime associazioni. Il primo gruppo gay nato in Italia fu fondato da Massimo Consoli nel 1963 con il nome ROMA-1 (Rivolta Omosessuale Maschi Anarchici - prima fase). Nel gennaio 1972 l'associazione ROMA-1 cambia nome, diventando per un breve periodo Fronte Nazionale di Liberazione Omosessuale, quindi Rivolta Omosessuale.
Nel maggio del 1973 Consoli dà vita al CIDAMS (Centro Italiano per la Documentazione delle Attività delle Minoranze Sociali). Da questa esperienza di tipo sociologico, prenderanno le mosse iniziative di vario tipo: dal TIPCCO (Tribunale internazionale permanente per i crimini contro l'omosessualità) al premio Triangolo rosa che dopo l'uccisione di Pier Paolo Pasolini (2 novembre 1975) prenderà il nome del poeta.
Tra le iniziative dell'associazione, che resterà attiva fino al maggio del 1978, quella di aver aperto ufficialmente nel Pci la cosiddetta "questione omosessuale". Avvenne con una manifestazione sotto la sede del partito il 30 ottobre del 1976 che aprì le celebrazioni commemorative in onore di Pier Paolo Pasolini a un anno dal suo assassinio. Nel dicembre di quello stesso anno il TIPCCO organizza un controprocesso parallelo a quello ufficiale contro Pino Pelosi, l'assassino reo confesso del genio di Casarsa. Collaborano con Consoli in quegli anni Mario Mieli e Angelo Pezzana.
Il Fuori!
Fuori! (o F.U.O.R.I. acronimo per Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano), fondato nel 1973 da Angelo Pezzana, fu la prima vera associazione gay italiana. L'associazione, che aveva la sua sede principale a Torino, fondò presto (nel 1972) anche un suo giornale che portava lo stesso nome.
La rottura con tutto quel che c'era stato fino a quel momento era netta e totale. Angelo Pezzana enunciava in un editoriale sul primo numero del Fuori! quello che sarà il programma rivendicativo dell'associazione e di tutte quelle a venire: "Noi oggi rifiutiamo quelli che parlano per noi. (...) Per la prima volta degli omosessuali parlano ad altri omosessuali. Apertamente, con orgoglio, si dichiarano tali. Per la prima volta l'omosessuale entra sulla scena da protagonista, gestisce in prima persona la sua storia (...). Il grande risveglio degli omosessuali è cominciato. E' toccato a tanti altri prima di noi, Ebrei, Neri (ricordate?), ora tocca a noi. Ed il risveglio sarà immediato, contagioso, bellissimo." Membri del comitato di redazione della rivista erano tra gli altri Angelo Pezzana, Mario Mieli, Alfredo Cohen.
La rivista viene pubblicata fino al 1982, seppure con periodicità irregolare (in dieci anni circa furono pubblicati una trentina di numeri).
Nel novembre 1974 il Fuori! aderisce come tale al Partito Radicale, rinunciando all'idea di essere associazione di tutti gli omosessuali italiani in favore di essere un'associazione di omosessuali che si riconoscono nel Partito Radicale e nelle sue battaglie di libertà ed emancipazione. Mario Mieli in polemica con questa scelta, abbandona l'associazione. Nel 1976, per la prima volta, cittadini dichiaratamente omosessuali saranno candidati per il Partito Radicale Il Fuori! si è ufficialmente sciolto nel 1982, al congresso di Vico Equense, su proposta di Angelo Pezzana.
I C.O.M e Mario Mieli (1977)-(1979)
Massimo Consoli e l'Mpo a Roma
Il delitto di Giarre e il riconoscimento della realtà omosessuale
Il 31 ottobre 1980 a Giarre, un paesino in provincia di Catania, avviene un fatto di cronaca che diventerà fondamentale per il movimento omosessuale italiano e porterà alla fondazione della prima branca di un circolo Arci esplicitamente dedicata alla realtà gay. Due ragazzi, Giorgio Giammona, 25 anni, e Antonio Galatola detto Toni, 15 anni, vengono trovati morti, mano nella mano, uccisi con un colpo di pistola alla testa. Tutti conoscevano i due ragazzi, che nel paese venivano chiamati "'i ziti" (i fidanzati), e che due settimane prima erano spariti da casa. A tutti apparve da subito chiaro che i due erano vittime del pregiudizio omofobo. Nonostante non si sia mai arrivati all'individuazione di un colpevole, tutte le piste portarono a pensare che i due fossero stati uccisi dal nipote di Toni, allora tredicenne, su incarico delle famiglie e, sembra, con il benestare dei due ragazzi, convinti che non avrebbero mai potuto vivere serenamente[18]. Il caso salì all'attenzione dalla stampa nazionale e per la prima volta l'opinione pubblica italiana dovette riconoscere l'esistenza di un problema di discriminazione contro gli omosessuali.
Come immediata conseguenza, si costituì il primo collettivo del Fuori! della Sicilia orientale. Un mese dopo a Palermo nasce per opera di Don Marco Bisceglie, un sacerdote apertamente omosessuale, e di Nichi Vendola la prima sezione dell'Arci dedicata ai gay, che si diffonderà di li a poco in tutta Italia. Anche le donne femministe lesbiche diedero vita al primo collettivo lesbico siciliano Le Papesse[19]. Il delitto di Giarre mise di fatto il seme per la nascita del movimento omosessuale italiano contemporaneo. Di lì a poco, a Bologna, per la prima volta ci fu un riconoscimento ufficiale di un gruppo gay da parte delle istituzioni con la concessione da parte del Comune di una sede all'associazione Cassero.
Il movimento omosessuale in Italia oggi
Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli
Il Circolo nasce nel 1983, l'anno della morte di Mario Mieli, dalla fusione delle associazioni ’Fuori’ e ’Collettivo Narciso’. Dal 1989 offre un servizio di assistenza domiciliare per persone malate di AIDS, formato da uno staff di operatori, psicologi e assistenti sociali. Inoltre offre servizi di consulenza psicologica, assistenza legale, counseling telefonico, gruppi di auto-aiuto per persone sieropositive. Gestisce una casa famiglia per senza fissa dimora. Pubblica dal 1995 la rivista mensile gratuita Aut.
Dal 1990 organizza la festa di autofinanziamento Muccassassina. Nel 1994 organizza a Roma il primo Gay Pride italiano, che vide la partecipazione di oltre diecimila persone. Protagonisti di quegli anni, Vladimir Luxuria, direttore artistico delle serate "Muccassassina", Imma Battaglia, presidente del Circolo dal 1995 al 2000 e organizzatrice del World Gay Pride svoltosi a Roma nel 2000, e Andrea Berardicurti, in arte La Karl du Pignè, drag queen che si esibiva al "Muccassassina" e front woman di molti Gay Pride, nonchè attuale segretario politico del Circolo.
ArciGay e ArciLesbica
Il 3 marzo 1985, all'assemblea di Bologna dei circoli omosessuali italiani, questi decisero di unirsi in un'associazione nazionale, assumendo il nome di ArciGay. Il primo presidente dell'associazione fu Beppe Ramina, e segretario fu eletto Franco Grillini. Bologna fu scelta anche come sede nazionale dell'associazione, che fu ospitata al Cassero di Porta Saragozza, dal 1982 già utilizzato - in locazione dal Comune - dal Circolo Culturale 28 giugno, prima associazione di cultura omosessuale a usufruire di uno spazio pubblico.
Tra i primi atti della neonata associazione vi fu la collaborazione con il gruppo Abele di Torino alla stesura della prima opera italiana sull'AIDS (siamo nella seconda metà degli anni '80, in piena espansione del contagio), primo passo dell'impegno dell'ArciGay per diffondere la lotta alla sindrome da immunodeficienza acquisita, all'epoca molto diffusa soprattutto tra gli omosessuali maschi.
Per tutto il resto del decennio l'ArciGay si spese in iniziative di vario genere; tra le più rilevanti il convegno del 20 giugno 1986 a Roma, sul tema Omosessualità e Stato; il congresso nazionale del dicembre 1987, che elesse Franco Grillini alla presidenza dell'associazione; varie consulenze legislative a disegni e progetti di legge presentati in Parlamento, tra i primi dei quali vi fu quello del deputato socialista Alma Agata Cappiello del 1988, tendente a regolamentare le unioni omosessuali; altre iniziative riguardarono la regolamentazione delle unioni civili e la disciplina delle fattispecie di discriminazione basata sugli orientamenti sessuali.
ArciLesbica nasce nel Dicembre 1996 dalla separazione di ArciGay in due distinti soggetti, autonomi ma federati, ed è costituita e composta esclusivamente da donne. Ha lo scopo specifico di occuparsi della discriminazione nei confronti delle donne omosessuali, pur occupandosi anche, ovviamente, della discriminazione basata sull'orientamento sessuale in genere. L'associazione fa propria, inoltre, la lotta femminista per il raggiungimento della totale parità tra i sessi.[20]
Gruppi queer e LGBTQI
Numerosi negli anni i gruppi e le associazioni promotrici di attività culturali, politiche e istituzionali legate al mondo LGBT. Tra le altre, Agedo (Associazione dei genitori di omosessuali) il MIT (Movimento identità transessuale), Crisalide AzioneTrans, il Cassero a Bologna, DGP - Dì Gay Project a Roma (nato per iniziativa di Imma Battaglia dopo il suo abbandono del Circolo Mario Mieli), I Ken a Napoli, Ke' Bari a Bari, Il Triangolo Silenzioso (associazione degli omosessuali non udenti).
Gruppi di gay credenti
Il principale gruppo di omosessuali credenti è il COCI, che coordina le varie associazioni. Tra queste, la più nota è Davide e Gionata, con sede a Torino.
2000: il World Gay Pride a Roma
Nel 2000 a Roma si svolge la manifestazione internazionale dell'orgoglio gay (Worl Gay Pride), dal 1° a 9 di Luglio. La candidatura di Roma era stata avanzata cinque anni prima dal Circolo Mario Mieli, dopo il suo ingresso nell'EPOA (European Pride Organisers Association), promossa dall'allora Presidente Imma Battaglia che divenne anche organizzatrice del Pride. Divenne in breve uno dei maggiori momenti di scontro tra la politica e il movimento omosessuale italiano, che salì alla ribalta della cronaca.
Dopo l'iniziale appoggio del Comune di Roma, che aveva stanziato un patrocinio di 350.000 euro, nacque una forte polemica politica[21]. Le previsioni che volevano che oltre un milione di persone avrebbero partecipato alla manifestazione, provenienti da ogni parte del mondo, preoccuparono le gerarchie ecclesiastiche, in considerazione del fatto che contemporanemante nella Città del Vaticano si stavano svolgendo le celebrazioni per il Giubileo.
Il papa Giovanni Paolo II condannò esplicitamente la manifestazione dalla finestra di Piazza San Pietro [22]. Immediate furono le reazioni del mondo politico. Il Presidente del Consiglio Giuliano Amato riferì in Parlamento sulla questione esprimendosi contro il World Pride (pur affermando l'impossibilità di impedirlo per il diritto a manifestare garantito "purtroppo" [23]- come disse, scatenando ulteriori polemiche - dalla Costituzione). L'allora Sindaco di Roma Francesco Rutelli ritirò il patrocinio che era stato concesso dal Comune. Molti esponenti politici rilasciarono dichiarazioni contrarie al World Pride. Il Presidente della Regione Lazio Francesco Storace chiese pubblicamente il rinvio della manifestazione. Il Ministro Alfonso Pecoraro Scanio minacciò le dimissioni nel caso in cui non si fosse riconosciuto il diritto di manifestare alla comunità omosessuale. L'onorevole Nichi Vendola dichiarò[24] :
Nonostante il ritiro del patrocinio e l'opposizione della Chiesa, il World Gay Pride si svolse regolarmente e il corteo finale vide la partecipazione di oltre cinquecentomila persone. Alla manifestazione si esibirono Gloria Gaynor, i Village People, RuPaul e Geri Halliwell.
Principali esponenti del movimento LGBTQI italiano
- Massimo Consoli: fondatore nel 1963 di ROMA-1 (Rivolta Omosessuale Maschi Anarchici - prima fase), una delle prime associazioni omosessuali a livello internazionale (la prima in Italia), divenuta nel 1972 R.O. - Rivolta omosessuale. Autore di una quarantina di volumi, tra testi autografi e traduzioni, è uno dei principali studiosi di storia dell'omosessualità. Nel corso della sua vita ha raccolto un archivio internazionale sull'omosessualità, oggi custodito presso l'Archivio di Stato italiano a Roma. Vi sono contenuti gli originali di articoli, studi, corrispondenze circa le origini del movimento gay raccolti a partire dal 1959 in poi, oltre a migliaia di libri sull'omosessualità.
- Mario Mieli: autore del testo alla base degli studi queer, Elementi di critica omosessuale; fu uno dei primi a contestare apertamente le categorie di genere vestendosi sempre al femminile. Muore suicida l'anno della fondazione del circolo culturale a lui dedicato.
- Angelo Pezzana: ex deputato, fondatore nel 1970 del movimento Fuori! (Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano) e coordinatore della rivista omonima, è autore di diverse opere letterarie sui temi LGBT.
- Franco Grillini: eurodeputato dell'Italia dei Valori, primo Segretario e Presidente onoraio dell'Arcigay.
- Vladimir Luxuria: ex deputata, ideatrice delle serate Muccassassina per l'autofinanziamento del Circolo Mario Mieli nonchè direttore artistico delle stesse per dieci anni, tra gli organizzatori e front woman del primo Gay Pride italiano; artista militante.
- Imma Battaglia: Presidente del Circolo Mario Mieli dal 1995 al 2000, tra gli organizzatori del primo Gay Pride italiano e organizzatrice del World Pride di Roma del 2000; attuale presidente dell'associazione Dì Gay Project.
- Nichi Vendola: ex deputato, attuale presidente della Regione Puglia, ha militato nel movimento LGBT romano per tutti gli anni Novanta, vicino al Circolo Mario Mieli. Come deputato, è stato un sostenitore della cause del movimento.
- Marcella Di Folco: prima Presidente del Movimento Identità Transessuale e Vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale sull'Identità di Genere (ONIG). Artista militante, è diventata una delle prime donne transessuali della scena pubblica italiana, lavorando negli anni sessanta e settanta come attrice per Fellini, Rossellini e Risi.
- Anna Paola Concia: deputata del Partito Democratico e attivista LGBT.
- Ivan Scalfarotto: vicepresidente del Partito Democratico e attivista LGBT.
- Aurelio Mancuso: Segretario Nazionale di ArciGay, ne è stato poi Presidente dal 2007 al 2010; attuale Presidente di Equality Italia.
Il movimento trans
Periodici del movimento di liberazione omosessuale in Italia
Fuori!
La rivista del movimento omonimo viene pubblicata dal 1972 fino al 1982, con periodicità varia: nata come mensile, dal 1973 diventa per ragioni finanziarie un quadrimestrale. In dieci anni i numeri sono stati solo trentadue.[25]
Membri del comitato di redazione della rivista erano tra gli altri Angelo Pezzana, Mario Mieli, Alfredo Cohen; Stefania Sala, maria Silvia Spolato. La rivista era rigorosamente "NO COPYRIGHT". Coordinatore ne era Angelo Pezzana, mentre il direttore responsabile era Marcello Baraghini.[26]
O-mpo e Rome gay news
Altri periodici
In Italia, il primo Gay Pride si svolge nel 1994, a Roma, organizzato dal Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli. Una delle organizzatrici fu Vladimir Luxuria, che fu inoltre front woman della manifestazione. La marcia, andando oltre le aspettative, vide la partecipazione di oltre diecimila persone. Vi presero parte esponenti del Partito Radicale, tra cui il futuro sindaco di Roma Francesco Rutelli.
Nel 2000, dal 1° al 9 luglio, si svolge a Roma il World Gay Pride, la manifestazione internazionale dell'orgoglio gay. L'evento, cui presero parte molti personaggi noti anche internazionali (tra cui Gloria Gaynor, i Village People, RuPaul e Geri Halliwell), vide la partecipazione di oltre cinquecentomila persone. Promorice e poi organizzatrice fu Imma Battaglia, allora Presidente del Circolo Mario Mieli.
Galleria di esponenti del movimento omosessuale
-
Lo scrittore svizzero Heinrich Hössli (1784-1864), il primo militante omosessuale, da giovane (inizio del XIX secolo).
-
Karl Heinrich Ulrichs, il primo militante di epoca storica. Fu l'inventore del concetto di Uranismo o Terzo sesso.
-
Karl-Maria Kertbeny, letterato, primo ad aver usato il termine "omosessualità".
-
Edward Carpenter, letterato e militante inglese, nel 1875. in Homogenic love and its place in a free society fa una storia dell'omosessualità e ne esamina le implicazioni mediche e sociologiche, arrivando a concludere che l'omosessuale ha un ruolo preciso e positivo nella società.
-
John Addington Symonds, letterato, con Carpenter fondò il movimento omosessuale nel Regno Unito. Autore di due libretti sull'omosessualità, A problem in Greek ethics e A problem in modern ethics, la sua tomba nel cimitero acattolico di Roma è oggetto di commemorazione da parte dei militanti del movimento gay.
-
Marc André Raffalovich, scritore e poeta, autore di "Uranismo ed unisessualità: studio sulle diverse manifestazioni dell'istinto sessuale", il suo salone a Londra era frequentato tra l'altro da Oscar Wilde. Al suo compagno, John Gray, si ispira il perosnaggio protagonista de Il ritratto di Dorian Gray.
-
Il barone Hermann von Teschenberg, co-fondatore del WHK, in abiti femminili.
-
Il militante tedesco Benedict Friedlaender (1866-1908).
-
Aldo Mieli, fondatore nel 1922 della "Rassegna di studi sessuali". Fu l'unico italiano ad aver partecipato nel 1921 al Congresso internazionale per la riforma sessuale organizzato dal WHK.
-
Mario Mieli, autore del testo alla base degli studi queer in Italia Elementi di critica omosessuale.Mario Mieli, autore del testo alla base degli studi queer in Italia Elementi di critica omosessuale.
-
Harvey Milk, militante, primo omosessuale dichiarato componente delle istituzioni americane. Fu assassinato nel 1978. A lui è dedicato il film Milk con Sean Penn.
-
Angelo Pezzana, tra i fondatori del Fuori!.
-
Massimo Consoli. Fondatore del primo gruppo gay italiano, ROMA-1, nel corso della sua pluridecennale attività ha raccolto un archivio internazionale sull'omosessualità, oggi custodito presso l'Archivio di Stato italiano a Roma.
-
Vito Russo, leader del movimento gay statunitense, creatore del Gay and Lesbian Alliance Against Defamation (GLAAD), un gruppo che si occupa di monitorare la rappresentazione delle persone LGBT nei media.
-
Franco Grillini, primo segretario e presidente onorario di Arcigay.
-
Vladimir Luxuria al Roma Pride 2008. Entrata a far parte del Circolo Mario Mieli alla fine degli anni '80, è ideatrice delle serate Muccassassina. Prima donna transgender eletta in un Parlamento europeo.
Note
- ^ "Sulla questione gay", Jean Le Bitoux, Il Saggiatore, Milano, 2009
- ^ D'Emilio, p. 207
- ^ D'Emilio, p. 208
- ^ D'Emilio, p. 231
- ^ Carter 262
- ^ Duberman, p. 192
- ^ Duberman
- ^ In Stonewall è Bostonia a farlo.
- ^ Duberman, pp. 201-202
- ^ http://www.rense.com/general11/hud.htm
- ^ http://uafirenze.wordpress.com/2010/11/24/freddy-mercury-e-laids-ricordare-il-mito-per-non-dimenticare-la-piaga/
- ^ http://www.youtube.com/watch?v=ARc6H-021zE
- ^ http://www.youtube.com/watch?v=ARc6H-021zE
- ^ http://www.progettosteadycam.it/filemanager/download/r/rassegnacampagneaidsok.htm
- ^ http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/11/30/aids-medaglia-oro-donat-cattin.html
- ^ http://www.macrolibrarsi.it/autori/_bernardino_del_boca.php
- ^ http://www.culturagay.it/cg/biografia.php?id=37
- ^ http://www.cinziaricci.it/nosilence/archivio172.htm
- ^ http://www.arcigay.it/seme-di-giarre
- ^ http://www.arcilesbica.it/associazione.php
- ^ http://digilander.libero.it/falcemar/varie/omo/pride.htm
- ^ "A nome della Chiesa di Roma non posso non esprimere amarezza per l'affronto recato al grande Giubileo dell'anno 2000 e per l'offesa recata ai valori cristiani di una città che è tanto cra al cuore di tutti i cattolici del mondo" da http://www.repubblica.it/online/politica/gaypride2/papa/papa.html
- ^ Le parole di Giuliano Amato: "Nutro la preoccupazione che una manifestazione del genere sia inopportuna nell'anno del Giubileo e che sarebbe meglio se si tenesse in un anno diverso da quello indicato. Purtroppo però dobbiamo adattarci ad una situazione nella quale, al di là delle opportunità, inopportunità e preoccupazioni, vi è una Costituzione, che ci impone vincoli e costituisce diritti". da http://digilander.libero.it/falcemar/varie/omo/pride.htm
- ^ http://digilander.libero.it/falcemar/varie/omo/pride.htm
- ^ http://www.omofonie.it/fuori.htm
- ^ http://www.omofonie.it/fuori/n.1_1972.pdf
Bibliografia
- Generale
- Massimo Consoli, Bandiera gay. Storia del movimento gay attraverso l'Archivio Massimo Consoli (dal 17 novembre 1969 al 17 novembre 1999), Fabio Croce, Roma 1999.
- Massimo Consoli, Gayday. Grande calendario glbt, Fabio Croce, Roma 2005.
- Gianni Rossi Barilli, Il movimento gay in Italia, Feltrinelli, Milano 1999.
- Orientamento sessuale (http://it.wikipedia.org/wiki/Orientamento_sessuale;Origini del movimento di liberazione
- Gert Hekma,Sodomites, Platonic lovers, contrary lovers: the backgrounds of the modern homosexual, "Journal of Homosexuality, XVI 1988, nn. 1-2. 8http://www.demonti.net/04%20autostima%20nell'rientamento%20omoerotico.htm9
- Il movimento pre-bellico
- AA.VV., Gay gay. Storia e coscienza omosessuale, La salamandra, Milano 1976.
- John Lauritsen, David Thorstad, Per una storia del movimento dei diritti omosessuali (1864-1935), Savelli, Roma 1979.
- Guerra e persecuzioni
- Massimo Consoli Homocaust. Il nazismo e la persecuzione degli omosessuali, Kaos, Milano 1991.
- Luca de Santis e Sara Colaone Il Italia sono tutti maschi, Kappa Edizioni, 2008.
- Il movimento omofilo
- Il movimento gay delle origini nel mondo
- Dennis Altman, Omosessuale, oppressione e liberazione, Arcana, Roma 1974.
- Massimo Consoli, Stonewall. Quando la rivoluzione è gay, Napoleone, Roma 1990.
- FHAR, Rapporto contro la normalità, Guaraldi, Rimini 1972.
- Mariasilvia Spolato, I movimenti omosessuali di liberazione, Samonà e Savelli, Roma 1972.
- Il movimento gay delle origini in Italia
- Felix Cossolo, Ivan Teobaldelli, Cercando il paradiso perduto, Gammalibri, Milano 1981.
- Myriam Cristallo, Uscir fuori. Dieci anni di lotte omosessuali in Italia: 1971/1981. Teti, Milano 1996.
- Giovanni Dall'Orto, Leggere omosessuale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984.
- Angelo Pezzana (a cura di), La politica del corpo, Savelli, Roma 1976.
- Angelo Pezzana, Dentro & Fuori. Una autobiografia omosessuale, Sperling & Kupfer, Milano 1996.
- Dario Trento, Storiella omosessuale, Squi/libri, Milano 1977.
- I gay pride
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su movimento LGBT
Collegamenti esterni
- (EN) Categoria: "Militanti LGBT" (negli Usa e nel mondo) della Wikipedia in inglese.
- (EN) Categoria: "Storia dei diritti LGBT negli Usa", della Wikipedia in inglese.
- (IT) (EN) Queer wikipedians. Wikipediani GLBTQ.
- (IT) Giornalismo e movimento di liberazione omosessuale La pagina di Delia Vaccarello su l'Unità
- Sito dello Sportello Nuovi Diritti della Camera del Lavoro di Rimini