Centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi

centrale nucleare dismessa
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Foto aerea della centrale (1975)

La centrale nucleare Fukushima I (福島第一原子力発電所 Fukushima daiichi genshiryoku hatsudensho), nota come Fukushima Daiichi, è una centrale elettronucleare giapponese situata nella città di Ōkuma nel Distretto di Futaba della Prefettura di Fukushima.

Fukushima I, costruita da General Electric alla fine degli anni '60, è una delle 25 più grandi centrali nucleari del mondo, ed è gestita interamente dalla compagnia Tokyo Electric Power (TEPCO).

Tutti i reattori della centrale sono di tipo BWR.

Nelle vicinanze, a 11,5 km, è situata la centrale Fukushima II, gestita anch'essa da TEPCO.

Terremoto del Sendai

  Lo stesso argomento in dettaglio: Terremoto di Sendai del 2011 e Incidente di Fukushima Daiichi.

Nel marzo del 2011, a causa del terremoto di Sendai, la centrale ha subìto gravi danni, che hanno causato la messa fuori uso del sistema di raffreddamento e, a distanza di circa 24 ore, durante una scossa di assestamento, una esplosione negli edifici di servizio del reattore numero 1, uno dei tre in funzione al momento del sisma (i numero 1, 2 e 3) e spenti automaticamente con la procedura detta SCRAM; i reattori 4, 5 e 6 erano invece in quel momento inattivi per manutenzione. L'esplosione, seguita dalla dispersione di fumo bianco, presumibilmente vapore dei liquidi di raffreddamento in condizioni di sovrapressione, ha causato il crollo del tetto dell'edificio e di alcune strutture esterne[1], ma non lo scoppio del reattore o la distruzione della gabbia di contenimento come diffuso dai media in un primo momento[2].

Passata la mezzanotte la TEPCO, società che gestisce l'impianto, ha comunicato che probabilmente vapori bollenti sono usciti dall'impianto di raffreddamento del reattore 1 verso l'atmosfera e che questi vapori potrebbero essere radioattivi. La stessa società ha poi ammesso che i livelli di radiazioni stavano aumentando nella turbina collegata al reattore. Alle 2:00 ora locale la pressione interna al reattore era di 600 kPa, 200 kPa superiori rispetto al normale. Alle 5.30 la pressione è 2,1 volte superiore a quella massima supportata: 820 kPa. Alle 6.10 la IAEA ha riportato che anche l'unità 2 ha problemi di raffreddamento.

Nel corso degli eventi almeno 11 persone sono rimaste ferite, hanno accusato malori o sono state ricoverate per una eccessiva esposizione alle radiazioni[3]. L'incidente ha reso necessaria la dichiarazione di emergenza nucleare e l'evacuazione degli abitanti della zona circostante in un'area del raggio di tre km, in seguito estesa a 10 e successivamente 20 km.

Note

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