Pirano

comune sloveno
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Template:Città Pirano o Pirano d'Istria (in lingua slovena Piran) è un comune di 17.735[1] abitanti della Slovenia sud-occidentale, sulla costa adriatica.

Storia

La località di Pirano viene citata per la prima volta dall'Anonimo Ravennate nel VII secolo d.C., col nome di Piranòn (Πιρανὸν). È opinione diffusa che l'insediamento urbano non sia di origine romana, ma probabilmente celtica, sorto alla fine dell'impero romano in seguito al rifugio in questo luogo di popolazioni che sfuggivano alle invasioni barbariche. L'origine celtica del nome è indubbia, derivando dalla radice pyrn, col significato di monte alto[2]. Stando alle descrizioni di Teopompo e Floro, il luogo sarebbe stato conosciuto dai Greci fin dal IV secolo a.C. Secondo la tradizione, Pirano sarebbe fondata - come Venezia - da profughi aquileiesi fuggiaschi di fronte agli Unni.

Per la sua favorevole posizione, Pirano non fu toccata dalle invasioni barbariche, né dalle bande slave che nei secoli seguenti scorrazzarono per le campagne istriane. Sotto i Bizantini accettò le forme di governo disposte dall'Esarcato di Ravenna, al quale tutta l'Istria era sottoposta. La situazione peggiorò all'epoca della dominazione carolingia instaurata nel 788. Un suo rappresentante partecipò al Placito del Risano come "castello", convocato per protestare contro l'insediamento di genti slave in vari territori dell'entroterra istriano.

Dall'830 fino al 935, Pirano fu soggetta al Regno d'Italia, in seguito divenne possedimento bavarese assieme al Friuli, per passare nel 976 sotto la Carinzia: un dominio che durò fino al 1040.

I duecento anni successivi furono molto turbolenti: la cittadina passò da un dominatore all'altro, iniziando ad intrecciare proprio in questo periodo i rapporti commerciali e politici con Venezia, alla quale si diede in modo definitivo nel 1283. Ebbe così inizio il lungo periodo di dominazione veneziana, che ebbe termine solo con la caduta della Serenissima nel 1797.

Circondata da possenti muraglie, Pirano resistette a vari assalti pirateschi o di vari nemici di Venezia, respingendo due assedi genovesi nel 1354 e nel 1379.

Dotata di Statuto fin dal 1270, Pirano si resse anche nel periodo veneziano in maniera semi-autonoma: a capo del territorio era preposto un delegato veneziano, che abbinava le funzioni giurisdizionali a quelle di governo vero e proprio; a suo fianco, un consiglio dei nobili locali ne condivideva ed indirizzava le scelte.

Una grande pestilenza nel 1558 ridusse di due terzi gli abitanti, e fu l'ultima di una serie di epidemie che la colpirono nei secoli.

L'economia piranese fu legata ai commerci e alle vicine saline di Fasano, Strugnano e Sicciole, anche se i rapporti con le vicine località di Castelvenere, Buie e Capodistria rimasero sempre turbolenti per motivi di confine o di diritti di sfruttamento dei vari territori.

Allorché Trieste divenne il porto principale dei domini degli Asburgo, il declino di Venezia segnò anche il regresso dell'industria salinaria e per Pirano iniziò una lenta parabola discendente finché - dopo la caduta della Serenissima nel 1797 - passò all'Austria, salvo una breve parentesi napoleonica durante la quale fu sottomessa al distretto di Capodistria.

Nei primi decenni dell'Ottocento l'attività salinaria riprese l'antico vigore: Pirano divenne un porto succedaneo di Trieste, e fu in quel periodo che - verso Portorose - sorse il cantiere navale cittadino. Città abitata in maniera quasi esclusiva da italiani, Pirano partecipò alle lotte fra italiani e slavi (sloveni e croati) per l'esercizio del potere nella penisola istriana, insorgendo nel 1894 contro l'imposizione di tabelle bilingui (italiano - slovene) da parte del governo austriaco.

Nella seconda metà del XIX secolo, Pirano risentì positivamente dei flussi turistici, che fecero della vicina Portorose uno dei luoghi di maggior richiamo dell'intero Impero Austroungarico.

Evacuata in parte durante la Grande Guerra, Pirano venne in seguito assegnata all'Italia. Il periodo italiano non fu caratterizzato da particolari eventi.

Alla fine della seconda guerra mondiale, Pirano venne inserita nella zona-B del Territorio Libero di Trieste, soggetta all'amministrazione militare della Jugoslavia di Tito, conoscendo uno dei periodi più duri della propria storia. A seguito del Memorandum di Londra del 1954, la quasi totalità della popolazione autoctona di Pirano esodò, sostituita da popolazioni jugoslave dell'interno, in maggioranza slovene ma anche croate e bosniache.

L'esodo della popolazione causò una vera e propria cesura nella storia piranese: i pochi italiani rimasti coltivarono le antiche memorie cittadine, ma il volto della città cambiò in modo notevole: la lingua, le antiche credenze popolari, le feste religiose, le tradizioni artistico/artigianali sparirono quasi completamente. Solo in anni recenti - dopo l'indipendenza slovena - s'è sviluppato timidamente un tentativo di recupero delle antiche radici, per lo meno dal punto di vista della loro conoscenza storica.

Caratteristiche

Il comune si snoda su un'area di 1 km² (1). Altri popolosi centri abitati sono i sobborghi di Portorose e Santa Lucia (o Lucia) accresciuti in epoca più moderna. Il comune è bilingue, sia lo sloveno che l'italiano sono lingue ufficiali. Pirano confina a sud, lungo l'omonimo Vallone ("baia") e il fiume Dragogna, con la Croazia, a nord (nel mare) con l'Italia e a est con i comuni di Isola d'Istria e Capodistria. La massima elevazione è a 289 m s.l.m. (Monte Mogolon/Baretovec pri Padni). La festa del comune cade il 15 ottobre e celebra la fondazione del primo "distaccamento navale Capodistria" nel 1944.

 
Pirano (Piran)

La città di Pirano è gemellata con il comune di Aquileia (Udine) e con il comune di Castel Goffredo (Mantova) dal 1993.

La festa religiosa, cancellata dallo stato socialista e da poco tempo recuperata, si celebra il 23 aprile per san Giorgio, patrono del paese, in occasione della ricorrenza che racconta come il santo abbia salvato il paese da un'onda anomala. Fino agli anni '40 del XX secolo si svolgeva una processione, "infiorando" le strade e stendendo dei drappi celesti da casa a casa, chiamati "cieli" (a mo' di cielo).

Il comune è servito dall'Aeroporto di Portorose e da un porto turistico, entrambi siti a Portorose.

Vie strette e piccole case donano alla città il suo fascino particolare. L'abitato si divide in due storici rioni: Punta e Marciana (o Marzana) divisi dall'insenatura del porto e dallo spazio che fu dell'antico mandracchio; li circondano numerose contrade e piccole frazioni. Pirano è il centro amministrativo dell'area circostante e uno dei principali luoghi turistici della Slovenia.

Politica

Nell'ottobre 2010, una lista socialdemocratica guidata da Peter Bossman, un medico sloveno di origine ghanese, ha vinto le elezioni per il rinnovo dell'amministrazione comunale, facendo di Bossman il primo sindaco di colore eletto in un paese dell'Europa dell'Est.[3]

Bilinguismo

Le lingue ufficiali sono lo sloveno e l'italiano. È ancora presente a Pirano un'esigua minoranza italiana autoctona di circa 700 persone[4], pari a poco più del 4% della popolazione complessiva (le persone di madrelingua italiana sono invece 1174, il 7% del totale dei residenti). Ciò si deve al massiccio esodo forzato degli italiani che coinvolse la cittadina negli anni cinquanta. Tuttavia è opportuno segnalare che alla voce "lingua d'uso" all'interno del censimento sloveno del 2002 ben 1871 piranesi hanno dichiarato di utilizzare la lingua italiana quale lingua di comunicazione.

% Ripartizione linguistica (gruppi principali)[5]
8,37% madrelingua croata
7,00% madrelingua italiana
2,99% madrelingua serbo-croata
66,70% madrelingua slovena

Personaggi celebri

 
Piazza Tartini

Pirano è la città natale del compositore e violinista Giuseppe Tartini (nato l'8 aprile 1692), che svolse un ruolo importante nel dar forma all'eredità culturale della città. A lui è dedicata la piazza principale di Pirano: Piazza Tartini/Tartinijev trg.

Per celebrare il 200º anniversario della nascita di Giuseppe Tartini, la popolazione di Pirano decise di erigere un monumento in suo onore. L'artista Antonio Dal Zotto ebbe l'incarico di creare la statua di bronzo del "maestro", che venne messa sul suo piedistallo nel 1896. La statua domina la piazza, sovrastata dalla Cattedrale di San Giorgio. La stessa Piazza Tartini fu creata pochi anni prima, con l'interramento nel 1894 dell'area dell'antico mandracchio.

Altri piranesi celebri sono stati:

  • Cesare Dell'Acqua, pittore di respiro europeo, considerato uno dei migliori "acquerellisti" del XIX secolo, che nacque a Pirano nel 1821 e vi trascorse gli anni dell'infanzia e della prima giovinezza prima di trasferirsi a Trieste ed infine a Bruxelles dove morì nel 1905.
  • Diego De Castro, nato nel 1907 nel centro storico da una delle più influenti famiglie cittadine. Fu studioso, intellettuale e diplomatico, tra i più grandi personaggi istriani del '900, profondamente legato alla sua città, dalla quale si separò con l'esodo. È scomparso di recente, ultra-novantenne.
  • Don Francesco Bonifacio, sacerdote nato a Pirano nel 1912, riconosciuto come uno dei "Martiri" delle Foibe assurti a "simbolo" di questa tragedia, fu prelevato dai partigiani titini nel settembre del 1946, brutalizzato ed ucciso senza lasciare tracce. Don Francesco Bonifacio è stato beatificato nel dicembre 2008.

Località

Il comune di Pirano è diviso in 11 insediamenti (naselja):

  • Dragogna (Dragonja)
  • Santa Lucia (Lucija)
  • Villanova (Nova vas)
  • Pàdena (Padna)

Personalità legate a Pirano

Gemellaggi

Note

  1. ^ Popolazione al 31-12-2009 SI-STAT
  2. ^ Un'interpretazione alternativa fa invece derivare il nome da bior-dun, col significato di "insediamento in una collina", mentre il suffisso latino in -anum farebbe presupporre un predio romano. Secondo una lettura minoritaria - invece - il nome sarebbe di origine traco-greca, derivando dalla radice πυρ (pyr, fuoco), forse per l'esistenza di un antico punto luminoso per i naviganti.
  3. ^ Peter, primo sindaco nero dell'Est Europa "La Repubblica", 26/10/2010
  4. ^ Per l'esattezza 698 secondo i dati censuali sloveni dell'anno 2002
  5. ^ Censimento Slovenia 2002

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni


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