Lorenzo Bucci (patriota)

Lorenzo Bucci, conte degli Atti (Montecarotto, 23 giugno 1819Roma, 27 giugno 1849) è stato un patriota italiano.

Biografia

Appartenente all’antica dinastia dei conti degli Atti, rimase attratto in età giovanile dalle idee giacobine in linea con il padre Bernardino, dottore in legge e già membro del Consiglio degli anziani della municipalità della Repubblica Romana (1798-1799) di Montecarotto guidato dall'edile Domenico Baldoni. Primo erede maschio alla titolarità comitale, restò orfano del padre a soli 5 anni di età. A ciò si aggiunse un cospicuo debito contratto dalla famiglia a fronte del quale, sotto la tutela dello zio, il canonico Vincenzo, chiese ed ottenne nel 1834 l'intervento degli Aria di Bologna, una ricchissima famiglia di origini non nobili, abile nei commerci e nell’attività creditizia, approfittatrice della decadenza che aveva investito l’aristocrazia emiliana sul finire del Settecento.

Dopo il matrimonio con Celestina Aria – primogenita della famiglia emiliana –, avvenuto il 16 aprile 1842 nella chiesa di San Giovanni in Monte a Bologna, si trasferì ad Ancona. Aprì un negozio di seterie in via della Loggia, in società con Gustavo Baldesi, in un momento particolarmente propizio per l’effervescenza dei commerci nella città dorica. Strinse amicizia con il patriota anconetano Antonio Giannelli che lo introdusse negli ambienti carbonari della città. I due assunsero la guida di una setta segreta dalle sfumature mazziniane, votata alla preparazione di un piano insurrezionale per l’abbattimento del governo di Gregorio XVI. Ad insurrezione avviata, la strategia dell'organizzazione confidava sulla fedeltà della parte più umile e disprezzata dell’esercito, la gendarmeria - acquisita anche mediante azioni corruttive -, ma la reazione pontificia giunse in anticipo, con arresti efficaci tra aprile e maggio del 1846. Arrestato dai carabinieri di Ancona il 28 maggio 1846 e rinchiuso nelle carceri di Treia, venne sottoposto ad un duro interrogatrio da parte del commissario-giudice Pietro Piselli che lo ritenne tra i principali finanziatori della causa sovversiva e co-regista della macchinazione per la sollevazione di Ancona.

Mentre iniziava a crescere tra i liberali della città il sospetto che la setta fosse stata vittima di un tradimento interno – i timori maggiori caddero in seguito su Antonio Giannelli –, giunse l’amnistia per i reati politici di Pio IX il 16 luglio 1846 che interruppe l’iter di un processo inquisitorio prossimo al dibattimento. Restituito alla libertà, iniziò a confidare nella stagione riformistica timidamente avviata dal nuovo pontefice, divenendo ufficiale delle Guardie Civiche di Ancona e di Montecarotto – da qui l’appellativo di Capitano bello per i suoi stimati due metri di altezza –, desideroso di assumere il duplice ruolo politico secondo il principio liberale e riformista del cittadino-soldato.

La crisi agricola che stava attraversando l’Europa ricadde pesantemente anche sul territorio pontificio, stretto in una morsa alimentare senza tregua, soffiando su manifestazioni di protesta che indebolirono gli inziali entusiasmi verso Pio IX. L’irrompere nelle piazze di un popolo desideroso di più incisive riforme scatenò la bufera del 1848, impulsiva e devastante anche in Italia. Le prediche di Ugo Bassi ad Ancona lo spinsero ad armare una compagnia da dirigere sui campi del Veneto, combattendo a Badia, Vicenza, Mestre e Treviso. Sempre più stretto dai debiti, decise di disfarsi di tutti i suoi beni.

Fece nuovamente ritorno in Veneto e dopo la battaglia di Mestre (27 ottobre 1848) restò fino ai primi di febbraio dell’anno seguente con i suoi uomini sul confine settentrionale dello Stato romano. Con la morte del ministro Pellegrino Rossi il 15 novembre 1848, la fuga di Pio IX a Gaeta il 24 novembre 1848 e la diffusa iniziativa dei democratici dei Circoli popolari, il suo ruolo di servitore della patria divenne ancora più esplicito e, rivolgendosi al ministro dell'InternoCarlo Armellini il 24 gennaio 1849, chiarì personalmente la sua disponibilità a lottare con tutti i mezzi per l’indipendenza italiana. Arruolatosi nella Legione Italiana di Garibaldi, da poco giunto in Italia in soccorso del movimento liberal-democratico, si aggregò alle forze guidate da Pietro Roselli in guerra nell’Ascolano contro la rivolta sanfedista dei capibanda Giovanni Piccioni e don Domenico Taliani sostenuta dal cardinale Filippo De Angelis di Fermo, irremovibile nel contrastare la neonata Repubblica Romana (1849). Lo sbarco delle truppe francesi a Civitavecchia il 25 aprile 1849 lo costrinse a lasciare la soluzione della crisi ascolana nelle mani di Felice Orsini, valutando come prioritaria la convergenza verso il territorio laziale.

Dopo la battaglia di Velletri il 19 maggio 1849 contro le forze napoletane e spagnole (costrette a ripassare la frontiera sotto la forza dei soldati di Garibaldi), spostò la sua compagnia a Porta San Pancrazio, sul colle gianicolense, la cui caduta avrebbe assicurato alle forze francesi del generale Nicolas Charles Victor Oudinot il controllo di Roma. Nella battaglia del 3 giugno 1849 a Villa Pamphili, dopo ripetuti assalti di baionetta, cadde a terra colpito da fuoco nemico alla coscia destra. Ricoverato al Santo Spirito gli venne amputato l’intero arto inferiore, accrescendo il pericolo di nuove infezioni. Il 6 giugno 1849 Garibaldi lo decorò con il grado di maggiore e nove giorni dopo ricevette in ospedale la visita di due triumviri mentre il comando delle truppe passò al tenente Francesco Negozi. Si spense il 27 giugno 1849, a poche settimane dalla nascita del suo quarto figlio, Lorenzo Bucci Casari (vedi Sindaci di Ancona), che a soli 17 anni indossò la camicia rossa insieme al fratello Attilio sui campi del Trentino nel 1866. Venne successivamente tumulato nel Mausoleo Ossario Garibaldino nella località Colle dei Pini insieme agli eroi della difesa di Roma, tra i quali il giovane Goffredo Mameli.

Bibliografia

  • G. Santini, Ancona nel 1848-’49, Colcerasa, Macerata 1927.
  • P. Giangiacomi, Dizionario del Risorgimento nazionale - Dalle origini a Roma capitale: fatti e persone, II, a cura di Michele Rosi, Vallardi, Milano 1930-1937.
  • M. Millozzi, Antonio Giannelli - Luoghi, clima, vita di un patriota del Risorgimento, affinità elettive, Ancona 2004.
  • L. Febo, Il Capitano bello di Montecarotto - Vita di Lorenzo Bucci, nobile garibaldino eroe della Repubblica romana del 1849, L'orecchio di Van Gogh, Falconara Marittima 2010.