Gafio
Il gafio è un balcone a sbalzo, realizzato con una struttura di legno incastrata nella muratura.

È un elemento architettonico che è possibile osservare soprattutto nei paesi di montagna. Tali strutture, testimonianza delle tecniche edilizie dei Longobardi, sono ormai rare a trovarsi e spesso versano in cattivo stato di conservazione.
Etimologia
La parola gafio ha origine dal termine longobardo waifa che vuol dire "terra che non appartiene a nessuno", trasformatosi nei dialetti meridionali di Calabria, Lucania e Campania in gafiu o cafiu, che indica "altana, pianerottolo". Secondo il Sabatini Coletti il significato originario della parola era quello di parte "comune non appartenente a nessuno", riferendosi normalmente ad un tratto di terreno che divide due edifici, o ad un pianerottolo su scala esterna. Pertanto il termine ha assunto un duplice significato: da un lato "vicolo, angiporto", dall'altro "ballatoio, terrazzino pensile, bastione"[1]. In particolare in diverse zone dell'Italia meridionale per gafio si intende un passaggio pedonale coperto che passa sotto le abitazioni[2].
Descrizione
Dall'osservazione della tecnica utilizzata si può facilmente dedurre l'abilità dei Longobardi nell'uso del legno. La struttura, interamente in legno, è costituita da una tettoia che riparava il balcone dalla neve e dalla pioggia, dal piano di calpestìo e dalla balaustra.
La diffusione del gafio è dovuta alla necessità, anche nei paesi di montagna, di poter fruire di uno spazio all'aperto.
La scomparsa di tali strutture è dovuta sia degrado del legno dovuto all'abbandono dei paesi di montagna e alla conseguente mancanza di manutenzione, oppure alla sua sostituzione con elementi non più di legno ma metallici o di cemento armato, spesso di cattiva qualità estetica.
Note
- ^ Il gafio Liceo Scientifico Statale "Albert Einstein" - Teramo
- ^ Gafio nel centro storico di Noepoli (PZ)