Aldo Puccinelli
Aldo Puccinelli (Bientina, 25 dicembre 1920 – Livorno, 11 marzo 1994) è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano, che ha giocato nel ruolo di attaccante.
Aldo Puccinelli | |||||||||||||||||||
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Nazionalità | ![]() | ||||||||||||||||||
Altezza | 155 cm | ||||||||||||||||||
Peso | 56 kg | ||||||||||||||||||
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Ruolo | Allenatore (ex attaccante) | ||||||||||||||||||
Carriera | |||||||||||||||||||
Squadre di club1 | |||||||||||||||||||
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Carriera da allenatore | |||||||||||||||||||
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1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | |||||||||||||||||||
Carriera
Iniziò a giocare con il Pontedera e nel 1940 venne acquistato dalla Lazio, società con cui rimase fino all'estate del 1955 quando, a 35 anni, diede praticamente addio al calcio agonistico.
Per parlare di Aldo Puccinelli è necessario in primo luogo dare spazio alle cifre: 342 presenze (di cui 339 in campionato e 3 in Coppa Italia) con la maglia biancoceleste della Lazio, 78 reti (77 in campionato e 1 in Coppa) giocando nel ruolo di ala ambidestra. Fu una bandiera della Lazio di quegli anni, di cui fu decine di volte capitano.
Arrivò a Roma appena ventenne, mettendo per la prima volta piede in una grande città. Piccolo di statura, abbastanza compatto, dal carattere tranquillo, sempre gentile e posato, non suscitò a prima vista una grande impressione. Dopo un anno di gavetta, con due sole presenze in prima squadra, piacque subito all'allenatore della stagione successiva (1941-42), l'austriaco Popovich, che gli affidò la maglia di titolare.
Stilisticamente perfetto, grintoso a dispetto del fisico minuto, imprendibile quando era lanciato, iniziò da ala sinistra e solo nel dopoguerra assunse la posizione preferita a destra. Il 24 maggio del 1942 entrò definitivamente nel cuore dei tifosi laziali, segnando il gol del pareggio nell'1-1 di un derby con quella Roma che avrebbe poi vinto lo scudetto.
La sua carriera fu anche influenzata dagli eventi bellici, che spezzarono uno dei momenti migliori della sua carriera in quanto si vide costretto a lasciare Roma e tornare in Toscana, per essere vicino alla sua famiglia nei momenti più bui del conflitto. Terminata la guerra, però, fece il suo ritorno nella Capitale per riprendere il suo posto nelle file della Lazio.
Divenne capitano e costituì un punto fermo di una formazione che comprendeva, tra gli altri, i fratelli Sentimenti, Leandro Remondini, Francesco Antonazzi e Romolo Alzani. Con quella squadra la Lazio raggiunse in quegli anni per tre volte il quarto posto.
Note
Collegamenti esterni
- Dario Marchetti (a cura di), Aldo Puccinelli, su Enciclopediadelcalcio.it (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2011).
- Statistiche su Enciclopedia Biancoceleste