Template:Comune Lequile (pronunciare Lèquile) è un comune italiano di 8.622 abitanti[1] della provincia di Lecce in Puglia. Situato nel Salento, nel territorio della Valle della Cupa, dista 7 km dal Capoluogo in direzione sud. Comprende anche la frazione di Dragoni. Template:Mappa comune Italia

Geografia fisica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia della Puglia.

Territorio

La cittadina di Lequile si estende lungo la vecchia via provinciale che collegava Lecce con Gallipoli.

 
Valle della Cupa

Il territorio comunale, la cui estensione è di 36,36 km², è caratterizzato da una morfologia prevalentemente pianeggiante; l'altitudine raggiunge l'altezza massima di 69 m s.l.m.. Ricade nella Valle della Cupa, ossia in quella porzione di pianura, intorno al capoluogo leccese, caratterizzata da una grande depressione carsica. Il territorio lequilese ospita numerose masserie, oggi prevalentemente disabitate, tra cui si segnala la masseria Tramacere nei pressi dell'aeroporto militare della confinante Galatina, aerodromo le cui piste sono situate nel territorio del comune di Lequile.
Confina a nord con i comuni di Monteroni di Lecce e Lecce, a est con i comuni di San Cesario di Lecce e San Donato di Lecce, a sud con i comuni di Soleto e Galatina, a ovest con i comuni di Copertino e San Pietro in Lama. Dista circa 7 km dal centro del capoluogo.

Clima

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Lecce Galatina.

La stazione meteorologica di riferimento è quella di Lecce Galatina. Il clima della zona è tipicamente mediterraneo, con estati calde, umide e siccitose, e con inverni non troppo freddi e ventilati. Non mancano comunque punte continentali soprattutto nei mesi invernali di gennaio e febbraio con frequenti episodi di freddo intenso e gelate notturne. Le piovosità si concentra prevalentemente nel periodo autunnale e invernale e si attesta intorno ai 639 millimetri annui. Rare sono le precipitazioni nevose.

Mese Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno
Temperature max (°C) 12 13 15 18 25 39 42 35 27 22 17 14 21
Temperature min (°C) -2 2 7 10 14 18 21 21 18 14 10 1 11
Precipitazioni (mm) 41 42 42 26 22 15 11 14 26 59 53 58 639

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Salento e Storia della Puglia.

Le origini cittadine sono fatte risalire per tradizione all'epoca romana, quando si stabilì nella zona il centurione Leculo, il quale eresse una villa da cui sorse poi un villaggio. Studi più attendibili tendono invece a fare risalire le origini del Comune ad un insediamento di centurioni romani: dal simbolo dei legionari sarebbe derivato il nome del paese, a seguito della caduta della vocale "a" (da "Le aquile" a "Lequile").

Il centro fece parte, dal secolo XI sino al 1463, della Contea di Lecce e del Principato di Taranto. Nel 1291 ne fu signore Ugo di Brienne; nei secoli XIV e XV appartenne ai Bonomine, ai De Marco, ai Sambiase, ai Santabarbara e ai Marescallo. Nel 1433 Maria d'Enghien, contessa di Lecce, principessa di Taranto e regina di Napoli, lo concesse in feudo al barone Guarino di San Cesario, alla cui famiglia appartenne fino al 1531. Successivamente dal Doria, divenutone signore nel 1554, venne ceduto al Pansa; da questi alla nipote della famiglia dell'Anna, e quindi al Graffoglietti, ai Venato, agli Imparato, ed infine ai principi Saluzzo che ne serbarono il possesso dal 1690 al 1806, data di abolizione della feudalità.

Simboli

File:Lequile-Stemma.png

Descrizione dello stemma:

«Lo stemma del comune di Lequile raffigura l'emblema del casato di Leculo: ovvero l'immagine dell'aquila imperiale, che rievoca la sua antica origine romana.»


Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Chiesa Madre

 
Chiesa Madre

La chiesa matrice, dedicata a Maria SS. Assunta, fu ricostruita nel 1746 sull'area della precedente, probabilmente su disegni di Mauro Manieri.

Si presenta con il prospetto incompleto, privo del fastigio finale. La facciata, divisa in due ordini da una cornice marcapiano, è percorsa nell'ordine inferiore da sei lesene terminanti con capitelli finemente scolpiti, che racchiudono quattro nicchie conchigliate nei catini. Nell'ordine superiore altre quattro lesene prive di capitelli racchiudono due nicchie vuote e il finestrone centrale decorato con una ricca cornice.
L'interno, a croce latina, presenta sei cappelle ospitanti altari riccamente decorati, due dei quali attribuiti a Mauro Manieri, con pregevoli tele, tra cui si distingue quella della Vergine Immacolata con i SS. Francesco d'Assisisi e Caterina da Siena, riconducibile alla mano del pittore gallipolino Gian Domenico Catalano. Nella navata sono collocati gli altari delle Anime del Purgatorio, dell'Immacolata e della Vergine del Rosario, a sinistra, del Cuore di Gesù, del Presepe e di Sant'Oronzo, a destra. Il transetto ospita poi altri due altari, dedicati all'Addolorata e al patrono San Vito Martire. Nella zona absidale vi è la statua l'ignea dell'Assunta, opera dello scultore locale Oronzo Rossi.
La chiesa è sormontata da una cupola la cui superficie interna è decorata con motivi geometrici realizzati nel XX secolo. La lanterna superiore all'esterno è fiancheggiata da un alto campanile di cinque piani, sormontato da una cupoletta piramidale e fu portato a termine nel 1896 dall'architetto Russo di San Cesario di Lecce: l'ordine basamentale ed il primo piano sono riferibili al XVIII secolo e a disegni di Mauro ed Emanuele Manieri.

 
Chiesa del convento dei Francescani

Chiesa e Convento dei Francescani

Il Convento dei Francescani, tipico convento della riforma francescana, fu costruito tra il 1613 e il 1619 da maestranze locali. La chiesa, seicentesca, presenta una facciata lineare, con portale sormontato da un timpano triangolare, in asse con il finestrone centrale. L'interno, a navata unica rettangolare, ospita otto cappelle contenenti gli altari della Madonna del Carmine, di Sant'Antonio da Padova, del Sacro Cuore di Gesù, dell'Immacolata, dei Santi Medici e di Sant'Elisabetta e le nicchie, nelle prima cappella di destra e di sinistra, di San Francesco d'Assisi e di Sant'Egidio Maria da Taranto. Pregevole è l'altare maggiore arricchito da un tabernacolo ligneo.

  • Chiostro

Ospita un pozzo centrale, mentre sulle pareti, undici affreschi datati 1692, rappresentano la Via Crucis.

  • Refettorio

È stato realizzato dai legnanioli riformati (per quanto concerne la parte lignea), tra il 1692 ed il 1695, mentre sconosciuta rimane l'identità dei frescanti delle scene dipinte sugli schienali e quelle degli affreschi sulle pareti, rappresentanti il Capitolo delle Stuoie e L'incontro di San Francesco e San Domenico sulla parete dell'ingresso e La cena del Signore sulla parete frontale.

  • Biblioteca

La biblioteca, intitolata a San Francesco, rientra nel circuito delle "Biblioteche di Terra d'Otranto". Fu costruita nel 1695 e conserva un fondo antico di 2093 volumi, tra cui cinquecentine cinquecentine, seicentine e settecentine di vari tipografi veneziani, romani, napoletani, francesi, etc...

 
Chiesa di San Nicola

Chiesa di San Nicola

La chiesa di San Nicola o del Redentore, è databile alla fine del XVII secolo e fu opera, molto probabilmente dell'architetto Salvatore Miccoli.
L'edificio si presenta con una facciata arricchita da pronao con fronte a lesene binate, terminanti con capitelli corinzi. Il fornice a tutto sesto è sormontato da un timpano semicircolare, raccordato al corpo inferiore tramite volute. Il corpo principale è diviso da lesene lisce e termina con balaustra a colonnine e pilastri.

La cupola, con rivestimento a palmette ceramicate restaurato tre il 1983 e il 1984, è sostenuta da un alto tamburo con finestra a sesto ribassato, raccordato con volute e sormontato da balaustra.

L'interno, a croce greca, ospita l'altare maggiore della prima metà del Settecento, con quattro colonne poggianti su alti plinti e altre due colonnine corinzie tortili, anch'esse riccamente decorate. Al centro dell'altare è posizionato un affresco del 1692 raffigurante il Crocifisso.

 
Chiesa di San Vito

Chiesa di San Vito

La chiesa di San Vito, patrono della cittadina, è una costruzione barocca edificata tra il 1661 ed il 1670 su progetto di Salvatore Miccoli.
Presenta un elegante prospetto diviso in due ordini da una cornice aggettante. Nell'ordine inferiore uno zoccolo funge da base per quattro lesene terminanti con capitelli corinzi legati fra loro da ghirlande di frutta. Due nicchie vuote fiancheggiano il portale centrale, il cui timpano triangolare è sormontato dalla statuetta di San Vito. In quello superiore quattro pilastri racchiudono due nicchie ospitanti le statue di San Pietro, con in mano le chiavi del paradiso, e di San Paolo, con in mano la spada. Al centro il finestrone con eleganti cornici sagomate, al di sopra del quale è posto il cartiglio con la dedica del popolo lequilese al suo patrono: D.O.M. DIVO PATRONO LEQUILENSIUM PIETAS AUGUSTIUS INSTAURAVIT A.D.1670. Il prospetto termina con un frontone semicircolare e con una balaustra che delimita tutta la terrazza.

 
Chiesa di Santa Maria della Consolazione
 
Chiesa Madonna di Loreto

La grande cupola emisferica, poggiante su un alto tamburo percorso da lesene e finestre, è ricoperta da mattonelle di ceramica policroma disposte a squame. All'interno presenta una pianta a croce greca con otto altari e nove grandi tele che raffigurano storie di Santi.

Chiesa di Santa Maria della Consolazione

La chiesa di Santa Maria della Consolazione, conosciuta anche con il titolo di Santa Susanna, fu edificata nel 1601 come si evince da un'epigrafe interna. In stile barocco, presenta una facciata scandita in tre parti da alte lesene. Al centro è il portale d'ingresso posto in asse con il finestrone; ai lati si aprono due nicchie con le statue di due santi. La facciata termina con un timpano triangolare spezzato con al centro la statua della Vergine posta su un capitello ionico. L'interno è ad aula unica e custodisce un antico affresco della Madonna con il Bambino.

Chiesa di Santa Maria di Loreto

La chiesa di Santa Maria di Loreto fu edificata nel 1597 così come riporta l'iscrizione sulla porta d'ingresso. L'edificio presenta un portale architravato inquadrato da due colonne con capitelli corinzi; al centro dell'architrave vi è uno stemma raffigurante un leone rampante. Il prospetto, dotato di finestra rettangolare, termina con un timpano spezzato. L'interno, a una sola navata, conserva due tele raffiguranti il Transito di San Giuseppe e il Transito di Sant'Ignazio e le statue in pietra di Santa Chiara e San Michele Arcangelo.

Cappella di San Donato

La cappella di San Donato, databile ai primi anni del XVII secolo, presenta una struttura simile alla chiesa di Santa Maria di Loreto con portale e finestra posti in asse e timpano spezzato. Nell'architrave semicircolare vi è scolpita l'immagine di San Donato. L'interno, voltato a stella, conserva una statua in cartapesta del santo e un elaborato tabernacolo settecentesco in pietra. L'edificio è dotato di un piccolo campanile a vela.

Altre chiese

  • Chiesa Madonna Immacolata, 1615

Architetture civili

 
Palazzo dei Saluzzo

Palazzo dei Principi Saluzzo

Palazzo dei Principi Saluzzo (oggi De Palma) si presenta con ampie finestre e vasto loggiato. Notevole per i suoi vasti ambienti e per le numerose sale che lo compongono, l'attuale edificio venne probabilmente ampliato nella prima metà del XVII secolo, con oratorio nel piano superiore e una biblioteca privata che custodisce preziosi incunaboli e diverse stampe antiche pugliese. Al piano terra è annessa una cappella dedicata a San Giorgio.

Palazzo Caiaffa

È un edificio bipiano con una raffinata balconata a colonnine che corre lungo tutta la facciata, prolungandosi anche su un ampio terrazzo. La stessa balconata è sostenuta da numerosi mensolini antropomorfi e con decorazioni vegetali. Risale al XVII secolo.

Altri palazzi

  • Palazzo Filippi (oggi Filograna), XVI secolo
  • Palazzo Brunetti (oggi Mazzotti), XVII secolo

Architetture militari

  • Il Castello dei d'Enghien, situato nella piazza principale e già proprietà dei principi Ruffo, risale al XIV secolo e fu edificato dalla famiglia Orsini Del Balzo.
 
Guglia di San Vito
 
Menhir Aia della Corte

Altro

Guglia di San Vito

La Guglia di San Vito, realizzata nel 1694 in pietra leccese sul modello del barocco napoletano, è opera dello scultore locale Oronzo Rossi. Ha pianta piramidale con elementi floreali e vegetali e termina con la statua di San Vito.

Siti archeologici

  Lo stesso argomento in dettaglio: Monumenti megalitici della provincia di Lecce.

Menhir Aia della Corte

Scoperto nel 1922, è un parallelepipedo (45 x 35 cm) collocato sul banco di roccio di un'aiuola in uno slargo alla fine della via Vecchia San Nicola, alle spalle dell'omonima chiesa. Il Palumbo che ne effettuò per primo i rilievi lo descrive in pietra leccese e con profonde incisioni, tutt'oggi visibili prevalentemente sulle facce a S e ad E. Le tre facce a N, W e E presentano delle croci graffite. L'altezza complessiva è di 285 cm e a 170 cm da terra il menhir presenta, per pochi centimetri, una riduzione di sezione a 30 cm.

Non è chiaro l'uso e la destinazione di questi monumenti che, sin dai tempi antichi, nel Salento, hanno avuto funzioni rituali. Recenti studi hanno dimostrato come queste "Pietre Fitte", sia per la forma, per la posizione e per l'orientamento, potrebbero essere cippi per delimitare le centuriazioni romane.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[4]

Etnie e minoranze straniere

Al 31 dicembre 2009 a Lequile risultano residenti 221 cittadini stranieri. Le nazionalità principali sono:[5]

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Diffusione del dialetto Salentino

Dialetto

  Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto salentino.

Il dialetto parlato a Lequile è il dialetto salentino nella sua variante centrale che corrisponde al dialetto leccese. Il dialetto salentino si presenta carico di influenze riconducibili alle dominazioni e ai popoli stabilitisi in questi territori che si sono susseguite nei secoli: messapi, greci, romani, bizantini, longobardi, normanni, albanesi, francesi, spagnoli.

Cultura

Personalità legate a Lequile

  • Silvestro da Lequile e Salvatore Miccoli, architetti entrambi attivi nel XVII secolo.
  • Angelino Andrioli, di nobile famiglia, fondatore del clero lequilese.
  • Nino Rollo, scultore (Lequile 1942 - Parigi 1992)

Eventi e manifestazioni

  • Festa e fiera di San Vito martire - IV domenica di Giugno
  • Festa Madonna della Consolazione - II decade di Settembre
  • Sagra della Fucazza (focaccia) - II decade di Settembre
  • Festa di San Francesco - 4 ottobre
  • Lequile d'estate (Teatro dialettale; Danza; Musica; Cinema) - da Luglio a Settembre
  • Festival della Canzone per Bambini - giugno-luglio

Geografia antropica

Frazioni

Economia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Economia della Puglia.

L'economia del paese, in passato esclusivamente agricola (ortaggi, tabacco e olive), è basata sul commercio, sull'artigianato, sulla piccola e media impresa e, da qualche anno, anche sul turismo culturale.

Infrastrutture e trasporti

Strade

I collegamenti stradali principali sono rappresentati da:

Il centro è anche raggiungibile dalle strade provinciali interne SP11 Lequile-San Pietro in Lama-Monteroni di Lecce, SP10 Lequile-San Cesario di Lecce-Cavallino.

Ferrovie

La stazione ferroviaria più vicina è quella di San Cesario di Lecce posta sulla linea Lecce-Otranto delle Ferrovie del Sud Est. La stazione di Lecce è situata a circa 6 km.

Aeroporti

Gli aeroporti civili più vicini sono:

Amministrazione

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Galleria fotografica

Note

  1. ^ Dato Istat al 30/11/2010
  2. ^ Pagina con le classificazioni climatiche dei vari comuni italiani, su confedilizia.it.
  3. ^ G. Salimbene, Lequile: breve nota circa l'origine del suo nome, Buccino, Grafica Martino, 2010, p. 7
  4. ^ Dati tratti da:
  5. ^ Dati Istat

Bibliografia

  • (AA.VV.): Salento. Architetture antiche e siti archeologici - Edizioni del Grifo, 2008
  • Foscarini Amilcare Lequile. Pagine sparse di storia cittadina - Congedo Editore, 1976

Voci correlate

Altri progetti

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