Cannone automatico
Un cannone automatico (in inglese autocannon) è un'arma costituita da una bocca da fuoco atta a sparare proiettili di calibro superiore ai 20 mm in rapida sequenza con un meccanismo di ricarica automatica. Si differenzia dal normale cannone per la maggior complessità progettuale dovuta al dispositivo che evita di ricaricare manualmente il proiettile ogni volta che viene sparato un colpo e per un maggiore dimensionamento della bocca da fuoco che deve sopportare le maggiori sollecitazioni meccaniche e termiche indotte dall'aumentata cadenza di tiro. Tuttavia le dimensioni di un cannone automatico sono normalmente ridotte rispetto ad altri armi d'artiglieria.





Nella nomenclatura tecnica in lingua inglese esiste anche la definizione di revolver cannon riservata ai cannoni automatici di piccolo calibro in cui ricade la categoria dei cannoni aeronautici.
Storia
Il primo autocannone, seppure in forma primitiva, venne inventato nel XVI secolo da Fathullah Shirazi, un Uomo Universale ed ingegnere meccanico indo-persiano, che lavorò per Akbar il Grande durante la sua reggenza sull'impero Moghul. Si opponeva al polybolos, una specie di balista semi-automatica, ed alla balestra a ripetizione usati rispettivamente nella Grecia antica ed in Cina, la macchina a tiro rapido di Shirazi era un fascio di diciassette canne forgiate.[1][2]
Alcuni dei primi moderni cannoni automatici erano versioni pesanti della mitragliatrice Maxim prodotta alla fine del XIX secolo e conosciuti anche come "pom-pom". Durante la prima guerra mondiale sparavano un proiettile del peso di una libbra dal calibro di circa 37 millimetri.
Il termine "cannone" era utilizzato nella Seconda guerra mondiale per descrivere le armi automatiche utilizzate in campo aeronautico che sparavano proiettili esplosivi, mentre le armi che utilizzavano proiettili solidi erano chiamate mitragliatrici. I proiettili per mitragliatrici non sono mai di un calibro superiore ai 15 mm, mentre quelli per cannoni sono di un calibro superiore ai 20 mm e producono una frammentazione significativa, in genere in grado di uccidere o ferire gravemente un uomo.[3] Con la fine della guerra armi simili iniziarono a essere utilizzate anche con proiettili non esplosivi e il termine "cannone automatico" iniziò a prendere piede.
I cannoni automatici, oggi, sono caratterizzati dall'invenzione di alcuni sistemi incorporati di fuoco e ricarica automatici. Alcuni esempo di cannoni automatici sono il 25 mm M242 Bushmaster montato sul M2/M3 Bradley, il Bofors 40 mm, il Mauser BK-27, che è utilizzato su tutte le portaerei e su molte altre imbarcazioni della Bundeswehr, il 20 mm M61 Vulcan adottato dalla United States Navy e dalla United States Air Force ed il 30mm GAU-8 utilizzato sull' A-10 Thunderbolt II.
Voci correlate
Note
- ^ A. K. Bag, Fathullah Shirazi: Cannon, Multi-barrel Gun and Yarghu, Indian Journal of History of Science, 2005, pp. p. 431–436.
- ^ p.27, Alvi & Rahman
- ^ Ad esempio, i proiettili esplosivi da 20 mm dell'M97, cannone usato dagli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale, produceva 33 frammenti efficaci a distanze di più di 5 piedi della sua esplosione. Ballistic Data Performance of Ammunition, pagina 127.
Bibliografia
- (EN) Department of the Army. Ballistic Data Performance of Ammunition, TM 9-1907. Washington, D.C.: Government Printing Office, 1948.
- (EN) Williams, Anthony G. Rapid Fire. Shrewsbury: Airlife Publishing Ltd., 2000. ISBN 1-84037-435-7
- (EN) Alvi, M. A., Rahman, Abdur, Fathullah Shirazi: A Sixteenth Century Indian Scientist, National Commission for the Compilation of History of Sciences of India, National Institute of Sciences of India, 1968
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