Crittografia mnemonica
La crittografia mnemonica, in enigmistica classica, è un gioco di notevole interesse per gli appassionati del genere.
Cenni storici e descrizione del gioco
Nato alla fine dell''800, il gioco ha assunto gradualmente la forma definitiva, sicché si può dire che le prime crittografie mnemoniche moderne abbiano visto la luce solo nel 1924.
Come tutti i giochi enigmistici, anche la crittografia mnemonica si compone di più parti che stanno in un ben preciso rapporto fra loro. Chi si cimenta con questo enigma deve trovare una frase risolutiva. Essa consiste in una definizione dell'enunciato che l'autore presenta (esposto), mentre la lunghezza delle singole parole che la compongono viene indicata da un diagramma numerico.
Condizione indispensabile per la correttezza del gioco è che la frase da scoprire possieda due distinti significati: il primo conforme all'esposto, il secondo del tutto avulso da esso.
Esempio di crittografia mnemonica
Crittografia mnemonica (8 3 8) CINCIN!
In questo gioco del Gagliardo, CINCIN! è l'esposto e (8 3 8) il diagramma. La frase da trovare, che costituisce la soluzione, è "Espresso per Brindisi".
Come si può notare, esposto e soluzione stanno appunto in rapporto fra loro nel senso che la seconda definisce il primo. "Cincin!", infatti, è quel che viene espresso (= detto) per (= in funzione o a scopo di) brindisi. Tuttavia la frase possiede anche un diverso significato, assai più comune del primo: quello di (treno) espresso per (la città di) Brindisi.
"Espresso per Brindisi" è una tipica frase fatta, e questa caratteristica - peraltro costante in enigmistica classica - orienta il solutore nell'impresa, altrimenti impossibile, di risalire alla risposta corretta.
Tipi di crittografie mnemoniche
Se questo è l'impianto di base, esistono però numerose sottotipologie del gioco e del relativo ragionamento risolutivo, che contribuiscono a farne un unico in ambito enigmistico.
Non è questa la sede per una completa classificazione delle mnemoniche, che del resto è stata compiuta da un autorevole studio linguistico citato appresso. Alcune di esse tuttavia meritano di essere menzionate.
Mnemoniche "a sinonimi abbinati"
Per questa tipologia di mnemonica si è lungamente posto un problema non solo di distinzione dalla sinonimica, ma anche di cittadinanza in enigmistica. In questo caso, infatti, il gioco consiste nella semplice sostituzione di sinonimi delle parole esposte in modo da formare la frase bisenso risolutiva.
Esempio di crittografia mnemonica "a sinonimi abbinati"
Crittografia mnemonica (5 12) DITE PURE
In questo esempio dello Schizofrenico, infatti, la soluzione ("Anche pronunciate") non è altro che la "traduzione" di due termini. "Dite" diventa "pronunciate" e "pure" diventa "anche", formando così una frase del tutto inattesa, data l'idiomaticità dell'esposto. Proprio tale caratteristica, tuttavia, rende particolarmente pregevole il gioco.
Mnemoniche "a prosecuzione d'esposto"
Talvolta il gioco non consiste tanto nel definire il contenuto dell'esposto, quanto piuttosto nel proseguirlo, fino a formare idealmente un'unica proposizione, con tanto di soggetto, verbo e complementi, di cui però solo il finale costituisce, ovviamente, la soluzione della mnemonica. Per convenzione si agevola il difficile compito del solutore anteponendo un articolo alle parole esposte, cosicché la sottotipologia risulti immediatamente riconoscibile.
Esempio di crittografia mnemonica "a prosecuzione d'esposto"
Crittografia mnemonica (6 7) L'AVVOLTOIO
La soluzione di questo notissimo esempio di Zanzibar (Piero Bartezzaghi) è "Assale crepato", laddove "assale" è voce verbale in prima lettura e sostantivo in seconda, e "crepato" significa secondo i casi "morto" oppure "incrinato". Il solutore dunque è portato a dire che l'avvoltoio assale (chi è) crepato, generando così peraltro un effetto comico travolgente.
Mnemoniche senza bisensi e cenni sull'equipollenza
La distanza fra i due significati o letture è, come detto, fondamento indispensabile del meccanismo della mnemonica. Nell'esempio la tecnica usata si avvale di due bisensi: ossia di parole come "espresso" e "brindisi", che, prese singolarmente, hanno a loro volta un duplice significato. Ciò non toglie che esistano crittografie mnemoniche di altra natura: il gioco infatti possiede molteplici strutture semantiche imperniate sulle figure retoriche, cosicché possono aversi casi di doppia interpretazione di una frase totalmente priva di bisensi.
Esempio di crittografia mnemonica senza bisensi
Crittografia mnemonica (4 1 6 5 6) MIGLIORARE LO STALLETTO
La soluzione di questo gioco di Fra Godente è "Fare i propri porci comodi". Nel primo significato si allude a una miglioria apportata nel porcile per far star meglio i maiali; nel secondo alla nota locuzione idiomatica. Nessuna delle singole parole possiede un duplice significato, ma la distanza fra le due interpretazioni è così notevole che il gioco risulta ugualmente corretto (e anzi, nel caso specifico, molto apprezzato).
In enigmistica l'utilizzo di parole senza variazioni di significato fra le due letture di un gioco si denomina equipollenza, e quasi sempre vizia il gioco stesso. La mnemonica, invece, è talmente peculiare da poter tollerare equipollenze entro certi limiti. Questi limiti non sono fissati una volta per tutte, ma dipendono dal gusto e dall'evoluzione dell'arte enigmistica.
Nomenclatura
La collocazione della mnemonica tra le crittografie vere e proprie è discussa. Essa è infatti, con la crittografia a frase, uno dei due soli giochi di questa tipologia che si risolvono in base a un ragionamento interamente mnemonico (e non invece meccanico, cioè incentrato sulla descrizione e/o manipolazione del semplice esposto così come presentato dall'autore; vedi crittografia). Ma è anche l'unico di questi giochi a non poter mai presentare cesure, ossia mutamenti nella suddivisione delle parole fra le due letture della soluzione.
Secondo alcuni, a rigore, la mnemonica dovrebbe essere classificata fra i giochi crittografici la cui soluzione è data da una combinazione enigmistica (anagramma, sciarada, lucchetto ecc.) e venir quindi denominata frase bisenso crittografica. Si oppongono, però, una consolidata tradizione e il posto di primo piano che il gioco ormai occupa nell'ambito dell'arte di Edipo; posizione dovuta, fra l'altro, anche al suo frequente pregio umoristico.
Fortuna
La crittografia mnemonica ha avuto notorietà verso la metà degli anni '80, quando fu istituito un seminario del DAMS di Bologna a cura dei professori Giovanni Manetti e Patrizia Violi, affiancati da Umberto Eco, che studiarono linguisticamente i vari percorsi lessicali che dànno origine a questi giochi. Gli studi furono poi pubblicati su due numeri di Versus.
Vari esempi di crittografie mnemoniche
- LA GONNELLA DEGLI SCOZZESI = Articolo maschile singolare (Il Girovago, 1952)
- CUCCHIAINO = Mezzo minuto di raccoglimento (Tina, 1961)
- PIOVRA = Polpaccio sinistro (Traiano, 1961)
- SCONTRO DI TARTARUGHE = Lente a contatto (Il Finanziere, 1966)
- HAN SUONATO LA GIOCONDA = Lisa dagli occhi blu (Muscletone, 1969)
- I.N.R.I. = Scritti di Gentile su Croce (Magic, 1973)
- IL MALE CHE NON PERDONA = Tropico del Cancro (Guido, 1979)
- RIEN NE VA PLUS = Bando di concorso alle Poste (Lilianaldo, 1984)
- MAUSOLEO = Esemplare gigante di Tomba (Robo, 1993)
- IL '400 DEGLI AVI = Cd di Vecchioni (Sifled, 2003)
- I MASSAGGIATORI SHIATSU = Sedano a tocchi (Maybee, 2004)
- TANTI F16 = Un casino di caccia (Thinker, 2004)
Riferimenti
- La Sibilla, rivista di enigmistica
- Invito alla crittografia (in formato .pdf), a cura di Giuseppe Riva (Pippo) per la Biblioteca Enigmistica Italiana