Unione Sportiva Salernitana 1919

club calcistico italiano di Salerno

La Salernitana Calcio 1919, comunemente detta Salernitana[2] oppure Salernitana Calcio[2] è la principale società calcistica di Salerno, nonché una delle principali società sportive della regione Campania. Il colore sociale della squadra è il granata dal 1943.[3]

Salernitana Calcio 1919
Calcio
File:Salernitana Logo.png
I granata, campani
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Terza divisa
Colori socialiFile:600px Granata con Cavalluccio Bianco.png Granata
SimboliIppocampo
InnoIl potere deve essere granata
Sandro Scuoppo
Dati societari
CittàFile:Salerno-Stemma.png Salerno
NazioneItalia (bandiera) Italia
ConfederazioneUEFA
Federazione FIGC
CampionatoLega Pro Prima Divisione
Fondazione1919
Rifondazione1927
Rifondazione2005
PresidenteAgostino Gallozzi - Guido Grimaldi - Gianluigi Aponte
Allenatore Roberto Breda
StadioArechi
(31.300[1] posti)
Sito webwww.salernitana.it
Palmarès
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

Il sodalizio è nato il 19 giugno 1919 con il nome di Unione Sportiva Salernitana grazie ad un gruppo di soci salernitani, e nel corso della sua storia è stato rifondato due volte: nel 1927, in seguito a un precedente scioglimento, e nel 2005 in seguito all'esclusione dai campionati professionistici della società precedente. Nel corso dei decenni ha cambiato più volte la denominazione societaria ufficiale, fino ad arrivare alla denominazione attuale in vigore dall'anno dell'ultima rifondazione.[4]

Dal 1990 la squadra utilizza lo Stadio Arechi per disputare le proprie gare interne.[5]

Nella sua storia conta due campionati disputati in Serie A: uno nella stagione 1947-1948 e l'altro nella stagione 1998-1999, nonché un campionato misto A/B nella stagione 1945-1946.[3]

La squadra non ha mai militato al di sotto del terzo livello del campionato italiano, quindi non ha mai giocato in serie inferiori alla Lega Pro Prima Divisione (ex Serie C1)[3], campionato in cui milita attualmente.

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Salernitana Calcio 1919.

Le origini e gli inizi (1913-1939)

 
Donato Vestuti, fu fondatore e presidente del Salerno FBC
File:Salernitana Logo.png
Date storiche della Salernitana
  • 19 giugno 1919: Fondazione della Unione Sportiva Salernitana
  • Dicembre 1922: Fusione tra Salernitana e Sport Club Audax che fa nascere la Salernitanaudax
  • 2 novembre 1927: Ritorno in campo della Salernitana dopo 2 stagioni di assenza (rinasce attraverso una fusione tra Campania Foot-Ball Club e Libertas Salerno Foot-Ball Club)
  • 10 dicembre 1943: Adotta il colore granata sulle divise da gioco
  • 21 giugno 1947: Promossa per la prima volta in Serie A
  • 7 settembre 1990: Salernitana-Padova, prima partita allo Stadio Arechi
  • 10 maggio 1998: Seconda promozione in Serie A (partita: Salernitana Venezia 0-0)
  • 2005: Nasce la Salernitana Calcio 1919 in seguito al crack finanziario della Salernitana Sport
  • 20 luglio 2009: Il presidente Antonio Lombardi, una volta acquisito i beni immateriali della società Salernitana Sport, li trasferisce alla Salernitana Calcio 1919

Il calcio nella città di Salerno ebbe origine nei primi anni dieci, quando nacquero le prime società pioneristiche. Tra le prime partite "ufficiali" del gioco del calcio nel capoluogo salernitano si ricorda una gara disputata il 22 febbraio 1913: in quel giorno Donato Vestuti, presidente del Salerno Foot-Ball Club, organizzò la prima gara della sua squadra. Nel campo di Piazza D'Armi si affrontarono il Salerno e il FBC Settembrini, e la sfida si concluse con un 2-0 per i padroni di casa. A partire dal 1913 nacquero diverse squadre nel territorio cittadino (come l'Audax Sport Club Salerno) e provinciale, ma con l'entrata in guerra dell'Italia tutte le attività furono temporaneamente sospese.[6]

Nel 1918, con la scomparsa del presidente Vestuti, vittima della guerra, il Salerno FBC si sciolse, ma il 19 giugno 1919 al n. 67 di Corso Umberto I a Salerno, si svolse l'assemblea della costituenda Unione Sportiva Salernitana, con presidente Adalgiso Onesti. La maglia ufficiale di questa squadra fu inizialmente a righe verticali bianche e celesti.[7] Tra i soci fondatori ci fu anche il rag. Matteo Schiavone, il principale promotore che ne divenne anche il primo allenatore dopo una parentesi iniziale con Vincenzo Giordano, altro socio fondatore della Salernitana.[3]

La neonata squadra campana partecipò al suo primo campionato nell'inverno del 1920 iscrivendosi nel torneo di Promozione del Comitato Regionale Campano. Venne inserita nel sottogirone B, in cui affrontò squadre come Stabia, Savoia e Pro Italia di Torre Annunziata. Vinse 6 gare su 6, concludendo il proprio girone al primo posto e venne ammessa nel campionato di Prima Categoria della Campania.[6]

 
La Salernitana in Piazza D'Armi nei primi anni venti

In seguito a problemi di carattere tecnico ed economico la Salernitana risultò poco competitiva, e per tale motivo nel dicembre del 1922 decise di fondersi con i concittadini dell'Audax Sport Club, diventando Società Sportiva Salernitanaudax. La fusione tra i due sodalizi durò poco: dopo aver vinto il girone campano del campionato di Seconda Divisione 1922-1923 i biancocelesti vennero ripromossi in Prima Divisione, ma gli sconcertanti risultati ottenuti nelle stagioni 1923-24 e 1924-25 sancirono la scomparsa del club.[3]

La Salernitana ritornò in campo, dopo due anni, il giorno 2 novembre 1927 giocando nel girone campano (il "C") del campionato di Seconda Divisione 1927-1928. La società fu rifondata attraverso una fusione tra due squadre salernitane: il Campania FBC e la Libertas Salerno. Gli amaranto (colore sociale adottato in quella stagione), guidati dal tecnico Venturini e dal presidente Vittorio La Rocca, conclusero il proprio girone al primo posto, davanti a Stabia, Lecce, Nocerina, Scafatese, Aversana e Torremaggiore, accedendo di diritto al girone finale del Centro-Sud, in cui terminarono terzi, alle spalle della Goliarda Roma e della Rosetana.[3]

Nel campionato 1937-1938 la Salernitana vinse il campionato di Serie C girone E, davanti a squadre come Catania, Foggia, Cosenza, Cagliari, Lecce (quest'ultima dopo 4 partite deciderà di ritirarsi). I ragazzi guidati dal tecnico ungherese Ferenc Hirzer e dal nuovo presidente Giuseppe Carpinelli riuscirono per la prima volta nella storia del club a raggiungere la seconda serie nazionale.

Nella stagione cadetta 1938-1939 la Salernitana si mostrò molto prolifica sotto porta, e considerando che prima della promozione in B avvenuta nella precedente stagione militò per anni in terza serie, è da riconoscerle il merito di aver saputo fronteggiare a testa alta la fortissima Fiorentina di allora, dominatrice del torneo: i ragazzi guidati da Carpinelli pareggiarono 1-1 in casa contro i viola (11 dicembre 1938). Tra gli altri risultati importanti sono da ricordare la vittoria, sempre in casa, sul secondo classificato Venezia per 1-0 (22 gennaio 1939), il pareggio (1-1) a Salerno sulla terza classificata Atalanta (25 settembre 1938), la vittoria (1-0) in casa sul Siena quarto classificato, ma sono da ricordare anche le goleade che la Salernitana rifilò a Sanremese e Casale: con il Casale (ultimo) vinse 5-0, con la Sanremese (undicesima) stravinse per 7-0. Per cui, anche se alla fine si classificherà al diciassettesimo posto, retrocedendo, la compagine campana si tolse anche qualche significativa soddisfazione.[3]

Dalla terza serie alla Serie A (1939-1948)

In seguito alla retrocessione in C, la Salernitana dovrà attendere la stagione 1942-1943 per ritornare in B, ma a causa della sospensione dei campionati avvenuti per lo scoppio della seconda guerra mondiale vi parteciperà solo quando l'Italia sarà liberata dall'occupazione nazifascista.[8]

 
Gipo Viani è stato allenatore della Salernitana. È con lui che la Salernitana è salita per la prima volta in Serie A, ed è con lui che ha affrontato il primo massimo torneo nazionale

Il 10 dicembre 1943 la Salernitana assunse definitivamente il colore granata sulle divise di gioco, e le attività sportive nazionali ripresero nel 1945.[3]

 
La Salernitana festeggia la promozione in Serie A avvenuta dopo la vittoria del campionato cadetto 1946/47

Con la ripresa dell'attività calcistica nazionale la Salernitana venne ammessa al Campionato Centro-Sud Serie A-B 1945-46, mentre nel 1946-1947 vinse il proprio girone di Serie B e venne promossa in Serie A. I granata giunsero primi in classifica, davanti a Ternana, Pescara, Lecce e i cugini della Scafatese. Tra le gare disputate dai campani sono da citare le vittorie in entrambi i derby: 3-0 a Salerno e 1-0 a Scafati per i salernitani, la vittoria a Salerno contro il Lecce (quarto classificato), il 5-0 rifilato all'Alba Roma (Salerno, 16 marzo 1947), il 5-0 rifilato al terzo classificato Pescara (Salerno, 3 novembre 1946), il 6-1 ottenuto contro la Ternana (seconda classificata, nella gara giocata a Salerno il 10 novembre 1946), il 5-0 contro l'Arsenale Taranto (Salerno, 6 aprile 1947). I granata dominarono dunque il torneo cadetto del girone meridionale grazie al contributo di giocatori come Jacovazzo, Margiotta, Valese, Onorato e Vaschetto.[9]

Il tecnico della prima Salernitana in Serie A fu Gipo Viani, il quale si affidò al suo particolare modulo di gioco: il cosiddetto "Vianema", che ha come punto cardine il ruolo del libero, fatto interpretare ad arte ad Alberto Piccinini, padre del celebre giornalista sportivo Sandro.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Unione Sportiva Salernitana 1947-1948.

La compagine di Salerno terminò il suo primo anno di Serie A al quart'ultimo posto, e retrocesse di conseguenza nella serie inferiore. La Salerno calcistica, in quell'anno di Serie A, venne danneggiata con arbitraggi ritenuti eccessivamente a favore della Roma, che ottenne la salvezza proprio a scapito del club campano. Il commento di Antonio Ghirelli nella sua "Storia del Calcio in Italia" ne dà un'idea: "...la Salernitana si vide sacrificata all'ultimo ad un club più potente e più ricco, la Roma, che poté salvarsi grazie ad un arbitraggio molto discutibile in occasione del confronto diretto, a due giornate dalla fine". L'arbitro del match decisivo, il fiorentino Vittorio Pera, qualche anno dopo sarà riconosciuto colpevole di un altro episodio di corruzione a favore della stessa Roma, e dopo un'inchiesta della Federazione sarà squalificato a vita.[9]

Prestazioni altalenanti (1948-1967)

Dal 1948 al 1950 la Salernitana disputò, in Serie B, dei tranquilli campionati di metà classifica. Nel 1950, durante la partita col Genoa, a causa di un gol non convalidato, si verificò a Salerno la prima invasione di campo del dopoguerra in Italia.[9]

Nel torneo di Serie B 1952-1953 la Salernitana nella sua prima gara ospiterà il Messina, e in quell'occasione (Salerno, 14 settembre 1952) lo Stadio Comunale venne intitolato a Donato Vestuti. Subito dopo la guerra infatti il campo Littorio venne rinominato Stadio Comunale, ma i giornalisti salernitani, tuttavia, erano concordi nel chiamarlo Renato Casalbore nei loro resoconti, in onore del collega perito nella tragedia di Superga. Il Comune risolse la questione intitolando lo stadio a Donato Vestuti e dedicando a Renato Casalbore la piazza antistante lo stadio. Il campionato vedrà una Salernitana lottare per la salvezza dopo i primi risultati poco convincenti. Una serie di risultati positivi con Verona, Catania, Marzotto e Padova consentirono alla squadra di salire in classifica, e con il Monza in casa a tre giornate dal termine di conquistare i punti che le valsero la matematica salvezza.[9]

La stagione di Serie B 1955-1956 vide i granata giocare in modo deludente: in tale occasione non ce la fecero ad agguantare la salvezza. Nel campionato 1956-1957 la Salernitana, neoretrocessa in C, lottò fin dall'inizio per la promozione in Serie B. La società a inizio campionato era a rischio fallimento, ma attraverso l'elezione dell'on. Carmine De Martino alla presidenza tutto si risolse per il meglio, e i granata disputarono un buon campionato, concluso al secondo posto.[9]

Nella prima metà degli anni sessanta la Salernitana continuò la permanenza in Serie C.

 
Domenico Rosati fu allenatore della Salernitana negli anni sessanta e settanta.

Il 28 aprile 1963 si verificò a Salerno un episodio tragico: durante la gara Salernitana - Potenza (valida per il primo posto e per la promozione) alcuni tifosi locali, inferociti per l'andamento della partita, invasero il campo dello stadio Vestuti. Nel tentativo di disperdere i rissosi un poliziotto esplose alcuni colpi in aria e proprio uno di questi proiettili ferì mortalmente alla tempia destra il quarantottenne Giuseppe Plaitano, che stava assistendo la partita dalla tribuna. Plaitano è il primo tifoso in Italia a perdere la vita in seguito a incidenti negli stadi, e a lui è dedicato uno dei club del tifo più importanti della città.[10]

Nella stagione di Serie C 1965-1966 la Salernitana ottenne la promozione in serie B sotto la guida tecnica di Domenico "Tom" Rosati. Arrivata in Serie B (campionato 1966-1967) la società campana si costituì in s.p.a. (società per azioni) ma i granata, neopromossi, non riuscirono a reggere il confronto con le altre compagini cadette e ad evitare la retrocessione.[9]

Gli anni bui (1967-1990)

A partire dal torneo di Serie C 1967-1968 la Salernitana venne presieduta dall'avv. Tedesco. Il primo con Tedesco sarà un torneo che si concluderà in modo anonimo, così come quello successivo che è da ricordare per la scomparsa di Gipo Viani (1969), vale a dire l'allenatore della prima volta della Salernitana in serie A, e per il fatto che la società granata ottenne un importante successo con la squadra giovanile (Juniores), che si aggiudicò il prestigioso trofeo del Campionato Nazionale Dante Berretti.[11]

Nel campionato 1969-70 la Salernitana riuscì ad iscriversi al torneo quasi per miracolo a causa di molte difficoltà economiche. La squadra lottò per la salvezza durante gran parte del campionato e segnò meno reti nel suo girone (appena 20).[11]

Nel campionato di serie C 1970-1971 la Salernitana sotto la guida di "Tom" Rosati, allestì una squadra per la promozione in serie B, ma arrivò seconda, alle spalle del Sorrento. Nella stagione seguente, a metà campionato, si classificò seconda insieme al Lecce a -1 dal Brindisi. Una serie di risultati sfavorevoli però portarono il 7 aprile 1972 alle dimissioni di tutta la dirigenza. La società venne affidata ad un commissario, il dott. Americo Vessa. La Salernitana terminò il torneo al terzo posto. L'unica nota positiva della stagione è il titolo di capocannoniere del bomber granata Pantani che realizzò 18 gol.

Nel torneo di Serie C 1972-1973 i granata arrivarono al quinto posto, nel successivo una serie di risultati altalenanti la portarono a metà classifica (con relative proteste dei tifosi), nel campionato 1974-75 la Salernitana, a dicembre, toccò il fondo della classifica e così venne ingaggiato l'allenatore Giacomo Losi detto "core de Roma", che salvò la squadra. La stagione 1976-77 con una società in grave crisi con stipendi ai giocatori non pagati e un passivo di 1.359.000.000 di lire, osservò il presidente Piero Esposito dimettersi a stagione in corso. L'avv. Matera divenne il nuovo commissario e in un clima più tranquillo la squadra proseguì la propria attività agonistica, terminando la stagione a metà classifica.[11]

Nel 1977 il club granata, dopo il disastro economico lasciato dal commissario Pietro Esposito, venne rilevata da un gruppo di imprenditori salernitani, che, trasferendo la squadra nella neocostituita Salernitana Sport s.p.a., la salvarono dal fallimento finanziario, anche se i guai economici non finiranno qui.[11]

 
Una formazione della Salernitana nella stagione 1979-1980. In piedi da sinistra: Tani, Viscido, Botteghi, Valeri, Zandonà (C), Messina; accosciati: D'Urso, Fabris, Cariati, De Biase, De Fraia.

Nella stagione di Serie C1 1979-1980 la Salernitana venne presieduta da Antonio Ventura, che come allenatore per la prima squadra scelse Franco Viviani. La crisi economica della società campana non darà tregua al nuovo presidente, e la squadra non giocherà in modo soddisfacente (segnò tanto, ma subì molto altrettanto). Una sconfitta in casa contro i rivali della Cavese in campionato (per 2-1) segnò il destino del tecnico Viviani, che venne sostituito prima da Antonio Giammarinaro e più avanti da Gigi Gigante. A metà stagione il presidente Ventura, per i troppi problemi economici, deciderà di dimettersi. Il posto dell'ex presidente venne preso da Federico De Piano, il quale dopo pochi giorni abbandonò anche lui. De Piano venne sostituito da Vincenzo Grieco, ma il 6 marzo scattò la messa in mora della società e tutti i giocatori vennero svincolati dai loro contratti. Nonostante tutto ciò, la Salernitana tutto sommato non sfigurò né in campionato né nelle altre competizioni: si classificò al settimo posto (insieme a Siracusa e Turris) davanti a tutte le altre squadre della Campania presenti quell'anno nel girone B della C1: Cavese (decima), Nocerina (tredicesima) e Benevento (quattordicesima) e per la prima volta nella sua storia disputò la finale di Coppa Italia di Serie C, in cui vinse all'andata (a Salerno) contro il Padova per 3-1, ma non vinse nella partita di ritorno (che finisce 4-0 per i padroni di casa), e a causa della differenza reti fu il Padova a vincere il trofeo.[11]

A partire dalla stagione di serie C1 1981-1982 la Salernitana ebbe il primo sponsor della sua storia: la pasta Antonio Amato. Il campionato di quel periodo vide i granata lottare per raggiungere la serie B, che tuttavia non arrivò. Il 18 agosto 1982, inoltre, affrontò il Napoli dopo svariati decenni, in Coppa Italia. La partita terminò con la vittoria azzurra attraverso un rigore segnato da Ferrario. Nel torneo 1982-83 la Salernitana chiuse a metà classifica e fu contestata dai propri tifosi. Addirittura, il 22 maggio, si registrò il minimo storico di presenze: solo 700 spettatori![11]

Nella stagione 1984-85 si classificò al quarto posto, nella stagione successiva decima e in quella seguente (serie C1 1987-1988) arrivò seconda.[11]

Con il grande acquisto Agostino di Bartolomei per il campionato 1988-99, partita con propositi di promozione riuscì miracolosamente a salvarsi, ma con una rinnovata società, la Salernitana ritornò in Serie B dopo 23 anni al termine del campionato di C1 (girone B) del 1989-1990. Grazie ad un campionato disputato brillantemente, i granata riuscirono ad abbandonare la C1 e ad essere promossi in B. Guidata dal tecnico Giancarlo Ansaloni, il capitano Agostino di Bartolomei e il presidente Peppino Soglia, la Salernitana concretizzò la sua promozione nell'ultima gara della storia dei granata disputata nello Stadio Vestuti, stracolmo per l'occasione, con lo 0-0 contro il Taranto. Tra gli uomini principali della promozione, oltre al capitano Di Bartolomei, c'è da ricordare tra gli altri Lucchetti e Della Monica, giocatori abbastanza avanti negli anni ma che furono ancora capaci di fare la differenza.[12]

Gli anni novanta e la seconda volta in A (1990-1999)

Nella stagione 1990-1991 venne inaugurato il nuovo Stadio Arechi, e dopo 23 campionati di C1 la Salernitana si ritrovò di nuovo in Serie B, ma non riuscì a permanere nella categoria e tornò nuovamente in terza serie.[13]

File:Pisano giovanni.jpg
Giovanni Pisano, bomber granata nei primi anni novanta

Nella stagione 1993-1994 dal Foggia arrivò a Salerno Delio Rossi, allenatore giovane, alla sua prima esperienza con una squadra professionista. Con una squadra composta dal portiere Antonio Chimenti, i difensori Vittorio Tosto e Salvatore Fresi, gli esterni Ricchetti e De Silvestro, i centrocampisti Strada, Breda e Tudisco, e il capocannoniere del torneo Giovanni Pisano la squadra arrivò terza e raggiunse i play off. Vinti i play off contro Lodigiani e Juve Stabia la Salernitana ritornò in B.[13]

Nel torneo 1994-1995 la Salernitana sfiorò la promozione in serie A giungendo quinta, e ripetette lo stesso piazzamento nel campionato 1995-1996, quando ingaggiò l'allora poco esperto allenatore Franco Colomba.

Nel campionato 1997-1998 il presidente Aliberti decise di riportare a Salerno il tecnico Delio Rossi. La scelta sarà azzeccatissima: la Salernitana tornerà in Serie A. L'organico venne arricchito di forze nuove, come il portiere Daniele Balli, i difensori Ciro Ferrara e Vittorio Tosto (entrambi già ex), e poi Cudini, Franceschini, i fratelli Giacomo e Giovanni Tedesco, Ciro De Cesare, Greco, e Marco Di Vaio, il quale affiancò in attacco Edoardo Artistico (acquistato la stagione precedente) e con il quale formò la più prolifica coppia-gol della stagione. Di Vaio, inoltre, conquisterà il titolo di capocannoniere della Serie B.[13]

La Serie A, nella stagione 1998-1999, vide per la prima volta dopo cinquant'anni la presenza della Salernitana. I granata, dopo la retrocessione del Napoli avvenuta la stagione precedente, divennero la principale squadra della Campania e affrontarono a testa alta tutte le big del campionato.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Salernitana Sport 1998-1999.
 
Gennaro Gattuso ha giocato con i granata nel 1999

La squadra campana, sotto la guida di Delio Rossi prima e di Francesco Oddo poi, per un solo punto non riuscì a mantenere la massima serie. Gli uomini principali di quella stagione agonistica, che videro i granata imporsi a testa alta sui campi di gioco più prestigiosi, furono soprattutto Marco Di Vaio, Salvatore Fresi, Gennaro Gattuso, Ighli Vannucchi, Roberto Breda, Vittorio Tosto, Giacomo Tedesco e David Di Michele.[13]

Tra Serie B e terza serie (1999-2010)

Scesa in B, a quattro giornate dal termine del campionato 1999-2000 la Salernitana fu matematicamente esclusa dalla corsa per il ritorno in serie A.[13]

 
Fabio Vignaroli, 20 gol nel campionato 2001-2002

Il presidente Aniello Aliberti, dalla stagione 2001-2002 riuscì a convincere il tecnico boemo Zdenek Zeman ad allenare la Salernitana. I campani conclusero la stagione al sesto posto, dopo aver lottato per diverse giornate per l'obiettivo della promozione in massima serie. L'avventura di Zeman si concluse nella stagione 2002-2003 dopo un girone di andata terminato all'ultimo posto. Franco Varrella, sostituto di Zeman, non riuscì in tale circostanza ad evitare la retrocessione della squadra in Serie C1. In seguito a una vicenda sportivo-giudiziaria (il "Caso Catania") che si protrasse per tutta l'estate, la Salernitana venne ripescata in B con Catania, Genoa e Fiorentina.[11]

File:Antonio Lombardi.jpg
Antonio Lombardi, proprietario della Salernitana dal 2005 al 2011

I granata disputarono poi un campionato di media classifica, e riuscirono a salvarsi sotto la guida dell'allenatore Angelo Gregucci e grazie alle reti del giovane attaccante Raffaele Palladino, ma una volta ottenuta la salvezza, la Salernitana venne dichiarata non idonea a disputare il successivo campionato per inadempienze economiche.[11] Nell'estate del 2005 una cordata di imprenditori guidata da Antonio Lombardi, avvalendosi del Lodo Petrucci fondò la Salernitana Calcio 1919, e in questo modo la Salernitana venne fatta ripartire dalla Serie C1.[14]

Nella stagione 2007-2008, dopo un buon girone di andata, la Salernitana si laureò campione d'inverno; tuttavia, dopo una sconfitta contro il Taranto, venne esonerato l'allenatore Agostinelli e ingaggiato il tecnico Fabio Brini[15], con il quale il 27 aprile 2008, grazie alla vittoria per 2-0 sul Pescara la Salernitana raggiunse la promozione matematica, tornando in Serie B dopo tre anni.[16] La Salernitana partecipò inoltre per la prima volta alla Supercoppa di Serie C1, che andò al Sassuolo.[17] Al secondo anno consecutivo in B (stagione 2009-10), partita con l'intento di una salvezza tranquilla, la squadra campana concluse il campionato all'ultimo posto ritornando in terza serie.[18]

Nel luglio del 2010, una volta iscritta la squadra al campionato, Lombardi annuncia le sue dimissioni da presidente del club (pur restandone proprietario) lasciandone la gestione ad Antonio Loschiavo.[19] Dalla stagione 2010-2011 inoltre, il nuovo allenatore è il giovane Roberto Breda, che fu già capitano della Salernitana.[20]

Cronistoria

Cronistoria della Salernitana Calcio 1919
  • 1919: Fondazione della Unione Sportiva Salernitana. Adotta la maglia a strisce verticali bianche e celesti come divisa da gioco ufficiale.
  • 1919-1920: 1ª nel sottogirone campano del campionato di Promozione. Promossa in Prima Categoria.
  • 1920-1921: Ultima classificata nel proprio girone.
  • 1921-1922: Ultima classificata nel proprio girone. Retrocede in Seconda Divisione.
  • 1922-1923: Diventa Società Sportiva Salernitanaudax per fusione con l'Audax Salerno. 1ª nel girone campano della Seconda Divisione. Promossa in Prima Divisione.
  • 1923-1924: Salernitanaudax 6ª nel Campionato Campano di Prima Divisione. Adotta come divisa ufficiale la maglia a strisce rossonere. Fondazione del Football Club Campania, che adotta l'amaranto come colore sociale.
  • 1924-1925: Salernitanaudax 4ª nel Campionato Campano di Prima Divisione. Il Campania non partecipa al campionato.
  • 1925-1926: La Salernitanaudax rinuncia all'iscrizione al torneo. A Salerno il Campania si affilia alla FIGC e partecipa ai campionati di Terza Divisione della Campania. Promosso in Seconda Divisione.
  • 1926-1927: 6º nel girone campano della Seconda Divisione Sud.
  • 1927-1928: Diventa Unione Sportiva Salernitana Fascista. 3ª nel girone campano della Seconda Divisione Sud.
  • 1928-1929: 6ª nel girone siculo-campano del Campionato Meridionale.
  • 1929-1930: 7ª nel Campionato Meridionale.
  • 1930-1931: 2ª nel girone finale del Campionato Meridionale.
  • 1931-1932: 3ª nel girone finale A di Prima Divisione.
  • 1932-1933: 4ª nel girone eliminatorio H di Prima Divisione.
  • 1933-1934: 3ª nel girone eliminatorio H di Prima Divisione.
  • 1934-1935: 2ª nel girone eliminatorio H di Prima Divisione.
  • 1935-1936: 6ª nel girone D di Serie C.
  • 1936-1937: 2ª nel girone E di Serie C.
  • 1937-1938: 1ª nel girone E di Serie C. Promossa in Serie B.
  • 1938-1939: 17ª in Serie B. Retrocessa in Serie C.
  • 1939-1940: 3ª nel girone eliminatorio H di Serie C.
  • 1940-1941: 3ª nel girone eliminatorio G di Serie C.
  • 1941-1942: 1ª nel girone eliminatorio G di Serie C. Esclusa dalle finali per illecito sportivo.
  • 1942-1943: 2ª nel girone finale A di Serie C. Promossa in Serie B.
  • 1943-1945: Attività sospese per cause belliche. Adotta il granata come colore sociale.
  • 1945-1946: 9ª nel Campionato Misto Bassa Italia. Cambia denominazione in Unione Sportiva Salernitana.
  • 1946-1947: 1ª nel girone C della Serie B. Promossa in Serie A.
  • 1947-1948: 18ª in Serie A. Retrocessa in Serie B.
  • 1948-1949: 4ª in Serie B.
  • 1949-1950: 13ª in Serie B.
  • 1950-1951: 13ª in Serie B.
  • 1951-1952: 8ª in Serie B.
  • 1952-1953: 11ª in Serie B.
  • 1953-1954: 10ª in Serie B.
  • 1954-1955: 12ª in Serie B.
  • 1955-1956: 18ª in Serie B. Retrocessa in Serie C.
  • 1956-1957: 3ª in Serie C.
  • 1957-1958: 14ª in Serie C.
  • 1958-1959: 18ª nel girone B di Serie C.
  • 1959-1960: 15ª nel girone C di Serie C.
  • 1960-1961: 9ª nel girone C di Serie C.
  • 1961-1962: 3ª nel girone C di Serie C.
  • 1962-1963: 4ª nel girone C di Serie C.
  • 1963-1964: 6ª nel girone C di Serie C.
  • 1964-1965: 13ª nel girone C di Serie C.
  • 1965-1966: 1ª nel girone C di Serie C. Promossa in Serie B.
  • 1966-1967: 20ª in Serie B. Retrocessa in Serie C.
  • 1967-1968: 5ª nel girone C di Serie C.
  • 1968-1969: 6ª nel girone C di Serie C.
  • 1969-1970: 11ª nel girone C di Serie C.
  • 1970-1971: 2ª nel girone C di Serie C.
  • 1971-1972: 4ª nel girone C di Serie C.
  • 1972-1973: 5ª nel girone C di Serie C.
  • 1973-1974: 8ª nel girone C di Serie C.
  • 1974-1975: 6ª nel girone C di Serie C.
  • 1975-1976: 7ª nel girone C di Serie C.
  • 1976-1977: 6ª nel girone C di Serie C.
  • 1977-1978: 6ª nel girone C di Serie C.

Colori e simbolo

Colori

 
Maglia utilizzata nella stagione 1927-28, e dal 1943 ad oggi
File:Divisa Salernitana 1.PNG
Maglia utilizzata dal 1919 fino al 1922, e dal 1932 al 1943

La Salernitana, nel corso della sua storia, ha adottato divise di gioco con colori molto diversi tra loro[3]: dal 1919 al 1922 giocava con una casacca a righe verticali bianche e celesti, in seguito, con il nome di Salernitanaudax, a partire dal 1922, giocava in maglia a strisce celesti e nere per marcare la fusione tra la Salernitana (biancoceleste) e lo Sport Club Audax (che aveva strisce bianconere) e successivamente, una volta rifondata, nella stagione 1927-28 vestiva con la maglia granata (colore ereditato dal precedente FBC Campania), dal 1928 al 1932 ha indossato magliette azzurre, poi dal 1932 al 1943 giocava nuovamente con le strisce biancocelesti. È a partire dal 10 dicembre 1943 che il colore sociale adottato è definitivamente il granata, mentre la storica maglia bianco-celeste è attualmente utilizzata per la terza divisa di gioco.

File:Salernitana Logo.png
Cronologia di colori e denominazioni
  • 1919-22:   Unione Sportiva Salernitana
  • 1922-25:   Società Sportiva Salernitanaudax
  • 1925-27:   Campania Foot-Ball Club
  • 1927-28:   Unione Sportiva Salernitana Fascista
  • 1928-32:   Unione Sportiva Salernitana Fascista
  • 1932-43:   Unione Sportiva Salernitana Fascista
  • 1943-77:   Unione Sportiva Salernitana
  • 1977-05:   Salernitana Sport
  • 2005-att.:   Salernitana Calcio 1919

Simboli ufficiali

Stemma

Il simbolo della Salernitana è per antonomasia l'ippocampo. Tale simbolo venne adottato nel 1949, quando apparve per la prima volta sulle magliette della squadra. La scelta del simbolo venne dal pittore e professore salernitano Gabriele D'Alma che ne disegnò una prima versione. Nel 1986 il simbolo venne stilizzato, e nuovamente venne stilizzato all'attuale versione nel 2000.[3][21] Dall'estate del 2005 all'estate del 2009 la Salernitana, rinata grazie al Lodo Petrucci in seguito al fallimento della precedente Salernitana Sport, ha provvisoriamente adottato un differente stemma societario privo dell'ippocampo poiché non aveva ancora acquisito i beni immateriali della precedente società. Una volta acquistati i beni immateriali presso il tribunale fallimentare di Salerno (compreso, ad esempio, l'indirizzo internet "www.salernitana.it"), la squadra campana ha potuto riutilizzare il suo storico emblema.

Inno

L'inno ufficiale della Salernitana,[22] il cui titolo è Il potere deve essere granata,[23] nasce nel 2007 dal cantante e musicista salernitano Sandro Scuoppo, il quale lo presenta per la prima volta a Salerno in Piazza della Libertà nel corso della presentazione ufficiale (aperta al pubblico e stracolma di sostenitori entusiasmati dai nuovi acquisti, come ad esempio Arturo Di Napoli) della nuova rosa della squadra.

Stadio

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio Donato Vestuti e Stadio Arechi.
 
Lo Stadio Arechi visto dall'interno

L'attuale stadio della Salernitana prende il nome da Arechi II, principe longobardo sotto il quale l'antica Salerno visse un periodo di grande fioritura. La sua costruzione si rese necessaria dopo la promozione della squadra in Serie B, che aveva reso insufficiente lo storico stadio "Vestuti" (attualmente utilizzato da altre rappresentative sportive salernitane). La nuova struttura venne inaugurata nel settembre del 1990, in occasione del ritorno dopo 23 anni della Salernitana nella serie cadetta contro il Padova (partita pareggiata per 0-0). Il terreno di gioco misura 105 m di lunghezza per 68 m di larghezza. Una delle particolarità è la mancanza di una pista di atletica, che ha consentito di realizzare lo stadio a forma rettangolare; ciò permette di assistere agli incontri senza l'ostacolo visivo della pista e senza influenzare la capienza.[24]

 
La Curva Sud della Salernitana nello Stadio Vestuti durante un derby degli anni ottanta contro il Campania Ponticelli

In precedenza i granata giocavano in un'altra struttura, lo Stadio Donato Vestuti, uno dei principali impianti sportivi della città di Salerno e della Campania, che per tantissimi anni ha ospitato la Salernitana. Lo stadio fu costruito nel 1932 per volere del regime fascista. Inizialmente il nome della struttura era Stadio Littorio. Terminata la guerra e caduto il fascismo a Salerno, il Littorio venne nominato Stadio Comunale, e successivamente "Donato Vestuti" in onore al primo fondatore di una squadra di calcio a Salerno: il Salerno FBC (nel 1913). Nel 1962 lo stadio Vestuti fu protagonista di un film girato a Salerno e a Napoli: "Le quattro giornate di Napoli" del regista Nanni Loy. Dal 1990 la Salernitana gioca le sue partite in casa all'Arechi, costruito appositamente per i granata che si accingono dopo 23 anni a disputare il primo campionato in Serie B. Per quanto riguarda lo stadio Vestuti, è stato utilizzato dai granata nel 2004 per presentare la rosa ufficiale al pubblico, e attualmente è utilizzato da altre rappresentative sportive salernitane, come la Salernitana Femminile.[25]

Società

Proprietà

La società granata attuale, denominata Salernitana Calcio 1919, si costituì nel 2005 mediante Lodo Petrucci prima come società a responsabilità limitata (s.r.l.) e pochi mesi dopo come società per azioni, in seguito alle inadempienze finanziarie del sodalizio allora presieduto da Aniello Aliberti dal 1994 (Salernitana Sport s.p.a.) che fu radiato dalle competizioni professionistiche.

Antonio Lombardi (che ne divenne presidente) presentò con alcuni soci la domanda al Comune di Salerno per aderire al Lodo Petrucci in vista della esclusione del sodalizio precedente dal professionismo. Nel 2009 inoltre, i beni immateriali della Salernitana Sport (come il dominio internet e il logo ufficiale) vennero concessi alla nuova Salernitana Calcio 1919.

File:Salernitana Logo.png
Cronologia degli sponsor tecnici
File:Salernitana Logo.png
Cronologia degli sponsor ufficiali
  • 1919-1980: nessuno
  • 1981-1992: Antonio Amato
  • 1992-1994: CRAS
  • 1994-1996: Rainbow
  • 1996-1997: Salumi Spiezia
  • 1997-2000: Exigo Jeans & Casual
  • 2000-2001: Compuprint
  • 2001-2002: ICS
  • 2002-2003: Zip Jeans & Casual
  • 2003-2004: Centrale del Latte Salerno
  • 2004-2005: Caffè Motta / Centrale del Latte Salerno
  • 2005-2006: Cantine Monte Pugliano
  • 2006-2007: Mercedes Benz Fortunati / Santagata
  • 2007-2008: Interauto Citroën / Santagata
  • 2008-2010: Lombardi Costruzioni / Vit
  • 2010-2011: Lombardi Costruzioni/ Martos[29]


La Salernitana e le Nazionali di calcio

Nazionale italiana Under 21

L'elenco che segue indica tutti i giocatori che contano almeno una presenza nella Nazionale Italiana Under 21 quando sono appartenuti alla Salernitana. La Nazionale Under 21 è il massimo livello mai raggiunto da un calciatore italiano della squadra campana, sebbene alcuni (come Gennaro Gattuso, Walter Zenga,Mark Iuliano, Alberto Piccinini, Nino Moltrasio, ecc.) possano vantare numerose presenze nella Nazionale maggiore quando hanno fatto parte di altri club.[30]

File:Scudetto Italia Calcio.png

Altre nazionali

L'elenco che segue indica tutti i giocatori stranieri che contano almeno una presenza nelle proprie rispettive nazionali quando sono appartenuti alla Salernitana. Alcuni calciatori che hanno vestito la maglia granata (come Drazen Bolic e Aleksandar Kristic per la Serbia, Ruslan Nigmatullin per la Russia, Vaclav Kolousek per la Repubblica Ceca, ecc.) possono vantare numerose presenze in nazionale quando hanno fatto parte di altri club.


La Salernitana nella cultura popolare

Oltre all'inno ufficiale, esistono diverse altre canzoni dedicate alla squadra granata[36], come Salernitana in serie A del cantante napoletano Gigione (scritta nel 1999, quando i granata furono promossi in massima serie) e come i brani più recenti, nati per celebrare il ritorno in B della squadra nel 2008: Ale Ale Aleooo dei Paranza Vibes, canzone di genere raggae, Cuore Granata dei Manciva, brano rock-pop, Salernitana vita mia di Felice D'Amico, Giuramento granata di Vincenzo Ceccarelli (sulle note dell'inno nazionale italiano) e Salernitana di Gianluca Vernieri, un brano di musica napoletana dedicato alla squadra e ai tifosi di Salerno.

La Salernitana è anche citata nel film Tifosi diretto da Neri Parenti, nella prima parte relativa all'episodio con Nino D'Angelo. La scena è ambientata nel 1999, anno della Salernitana in Serie A, in un carcere della città di Napoli, dove è detenuto Gennaro Scognamiglio (Nino D'Angelo) che insieme ad altri suoi compagni di cella ascolta per radio una partita del campionato di Serie B con la sua squadra, il Napoli. D'un tratto arriva una guardia carceraria che lo chiama per scarceralo, ma lui con aria seccata si rifiuta di uscire in quel preciso momento per via della partita (contro la Sampdoria). La Salernitana è la squadra di cui il guardiano del carcere è tifoso, che nel film, come citato dai due personaggi, ha giocato di sabato vincendo 2-0.

Sotto il profilo televisivo la Salernitana detiene un record assieme al Genoa: disputò la prima partita in assoluto della storia del campionato di Serie B ad essere giocata in anticipo di venerdì e trasmessa in diretta televisiva su Telepiù (Genoa-Salernitana 3-0, nella stagione 1999-2000).[37]

Allenatori e presidenti

  Lo stesso argomento in dettaglio: (usare il Template:Vedi categoria) e (usare il Template:Vedi categoria).
  • 1919-1920   Adalgiso Onesti
  • 1920-1921   Renato De Crescenzo
  • 1921-1922   Settimio Mobilio
  • 1922   Raffaele Schiavone
  • 1922-1923   Settimio Mobilio
  • 1923-1924   Adalgiso Onesti
  • 1924-1925   Settimio Mobilio
  • 1925   Carmine Caiafa
  • 1927-1928   Antonio Conforti
  • 1928   Vittorio La Rocca
  • 1928-1929   Pasquale Pinto
  • 1929-1930   Luigi Conforti
  • 1930   Enrico Chiari
  • 1930-1931   Giovanni Negri
  • 1931-1933   Enrico Chiari
  • 1933-1934   Riccardo Gambrosie
  • 1934-1936   Enrico Chiari
  • 1936-1937   Savino Mione
  • 1937-1940   Giuseppe Carpinelli
  • 1940   Eugenio Saligeri-Zucchi
  • 1940-1943   Matteo Scaramella
  • 1944-1945   Felice Del Galdo
  • 1945-1948   Domenico Mattioli
  • 1948-1954   Marcantonio Ferro
  • 1954-1955   Roberto Spirito
  • 1955-1956   Michele Scaramella
  • 1956   Achille Lauro
  • 1956-1957   Carmine De Martino
  • 1957-1958   Giuseppe Tortorella
  • 1958-1960   Matteo Guariglia
  • 1960   Leopoldo Fulgione
  • 1960-1963   Pasquale Gagliardi
  • 1963-1964   Antonio D'Amico
  • 1964   Michele Scozia
  • 1964-1965   Michele Scozia
  • 1965-1967   Michele Gagliardi
  • 1967-1972   Giuseppe Tedesco
  • 1972-1973   Americo Vessa
  • 1973   Alfredo Caiafa
  • 1973-1974   Americo Vessa
  • 1974   Giovanni Benvenuto
  • 1974   Cesare Trucillo
  • 1974-1975   Americo Vessa
  • 1975-1977   Pietro Esposito
  • 1977   Aldo Matera
  • 1977-1978   Enzo Paolillo
  • 1978   Giovanni Benvenuto
  • 1978-1979   Enzo Paolillo
  • 1979   Vincenzo Grieco
  • 1979-1980   Antonio Ventura
  • 1980   Federico De Piano
  • 1980   Vincenzo Grieco
  • 1980-1982   Filippo Troisi
  • 1983   Antonio Scermino
  • 1983-1985   Arcangelo Japicca
  • 1985-1987   Augusto Strianese
  • 1987-1991   Giuseppe Soglia
  • 1991-1994   Franco Del Mese
  • 1994-2005   Aniello Aliberti
  • 2005-att.   Antonio Lombardi


Giocatori

  Lo stesso argomento in dettaglio: (usare il Template:Vedi categoria).

Capitani della Salernitana

Lista dei capitani della Salernitana dal 1989 ad oggi[40]

File:DiBartolomei.jpg
Agostino Di Bartolomei
File:Pecoraro Scanio Marco.jpg
Marco Pecoraro Scanio

Settore giovanile

 
Alcuni componenti della Salernitana Juniores che si aggiudica il Campionato Berretti nel 1969

Il settore giovanile della Salernitana Calcio 1919 è attualmente composto dalle squadre Primavera, Allievi Nazionali, Giovanissimi Nazionali, e Giovanissimi Regionali.[44]

La società granata è inoltre titolare della scuola calcio Associazione Sportiva Salernitana Piccoli Granata che annualmente organizza anche campus estivi per bambini[45].

Tra i titoli conquistati dal settore giovanile della Salernitana sono da citare quello della vittoria del Campionato Nazionale Dante Berretti nel 1969 dalla formazione Juniores,[3] ed il titolo di Campione della Campania ottenuto nel 2009 dagli Allievi Regionali.[46]

Tra i giocatori cresciuti nel vivaio della squadra granata risulta il nome di Luca Fusco, difensore centrale che in seguito divenne capitano della Salernitana maggiore grazie anche alle numerose presenze che il calciatore ottenne con la maglia della prima squadra. Un altro nome di rilievo cresciuto nella Salernitana è il portiere di origini napoletane Ciro Polito, che attualmente difende la porta della squadra granata.

Palmarès

 
Gipo Viani portato in trionfo dai giocatori dopo la promozione in Serie A della Salernitana

Competizioni nazionali

Campionati vinti dalla Salernitana:[47]

Competizioni minori

  • Coppa Liberazione: 1 (1944)[48]
  • Coppa dell'Amicizia: 1 (stagione 1979-1980)
  • Trofeo Fortunato: 1 (stagione 1995-96)[49]

Competizioni giovanili

Statistiche e record

Partecipazione ai campionati

Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione

A

2 1947-1948 1998-1999

B

25 1938-1939 2009-2010

C1

56 1926-1927 2010-2011

In 83 stagioni sportive disputate dalla Salernitana a livello nazionale. Si considera come esordio il campionato del Direttorio Divisioni Inferiori Sud quando aveva il nome di Campania FBC ed è compreso il Campionato Misto A-B Bassitalia 1945-1946 giocato in qualità di società di Serie B.

Statistiche di squadra

Nella classifica perpetua della Serie A, che tiene conto di tutte le 65 squadre di calcio che hanno militato almeno una volta nella massima serie nazionale, la Salernitana si colloca al 56º posto con 104 punti.[50] Nella classifica perpetua della serie B invece, su 115 squadre[51] che hanno militato nel torneo cadetto nazionale a girone unico, la Salernitana si piazza al 28º posto con 119 punti.[52]

File:Salernitana Logo.png
Vittorie con le "grandi" della Serie A

Le vittorie della Salernitana con le grandi[53] della Serie A nel campionato 1947-1948[54]:


Le vittorie della Salernitana con le grandi[53] della Serie A nel campionato 1998-1999[55]:


Serie A

  • Stagioni disputate: 2
  • Miglior piazzamento: 15º posto (nella stagione 1998-99)

Serie B

  • Campionati vinti: 2
  • Promozioni in Serie A: 2

Serie C

  • Campionati vinti: 3
  • Promozioni in Serie B: 5

Coppa Italia

  • Miglior piazzamento: Ottavi di finale (nelle stagioni 2000-01 e 2008-09)

Coppa Italia Lega Pro

  • Miglior piazzamento: 2º posto (nella stagione 1979-80)

Supercoppa di Serie C1

  • Miglior piazzamento: 2º posto (nella stagione 2007-08)

Statistiche individuali

File:Carmine Jacovazzo.png
Carmine Jacovazzo, 256 presenze
File:Salernitana Logo.png
Record di presenze[56]
File:Pisano giovanni.jpg
Giovanni Pisano, bomber granata nei primi anni novanta

Tifoseria

  Lo stesso argomento in dettaglio: Tifoseria della Salernitana.

La Salernitana vanta una delle tifoserie più calorose nell'Italia meridionale: ad esempio, secondo i dati relativi al campionato di Serie B 2008-2009 i granata hanno avuto una media di 11.441 sostenitori a partita, che è risultata seconda soltanto a quella del Bari in quell'anno vincitore del torneo e promosso in A (15.345),[63] e superiore a quella del Siena (11.026),[64] che in quella stagione (e in molte altre precedenti) ha militato in massima serie. Nonostante il deludente campionato della stagione successiva (2009-2010) in cui la squadra si è classificata ultima con 23 punti di distacco dalla penultima, la tifoseria granata ha fatto registrare in quell'anno una media di 6.199 spettatori a partita, classificandosi all'ottavo posto tra tutte le tifoserie della Serie B.[65] Negli anni novanta e nei primi anni Duemila, inoltre, quella granata fu una delle tifoserie più stimate in Italia.[66]

File:Vestuti Salernitana.jpg
Tifosi della Salernitana negli anni ottanta nello Stadio Vestuti durante una partita della squadra granata

Rapporti con le altre tifoserie

Qui di seguito sono elencati i rapporti che la tifoseria della Salernitana intrattiene con le altre tifoserie.[67]

Buoni rapporti

= Tifoserie gemellate

La tifoseria della Salernitana, durante gli anni ottanta, ha potuto siglare un rapporto di forte amicizia con le tifoserie di Bari e Reggio Calabria, e nel 1997 anche con la tifoseria del Brescia. In passato c'è stato anche un gemellaggio con i tifosi del Perugia Calcio, poi interrotto alla fine del campionato di Serie B 1995-1996 e sfociato in odio profondo, tra sfottò e scontri tra le due tifoserie: secondo i tifosi della Salernitana, infatti, è a causa delle decisioni arbitrali di quella stagione se il Perugia è potuto salire in Serie A a scapito del club campano.[68] Nel corso degli anni di militanza in Serie C i sostenitori granata hanno intrattenuto anche patti di forte amicizia con Barletta, Andria, Monopoli e con i tifosi della Paganese. C'è invece un accordo reciproco di rispetto e "non belligeranza" tra granata e milanisti, blucerchiati, torinisti, aretini, ravennati e spezzini.[67][68] Il 13 settembre 2010 il rapporto di amicizia con i tifosi paganesi si ruppe durante l'incotro valido per la 4ª giornata di Lega Pro Prima Divisione 2010-2011 in seguito ad una lite tra le rispettive tifoserie (con un bilancio di quattro paganesi rimasti feriti).[69][70]

Cattivi rapporti

I sostenitori della Salernitana hanno cattivi rapporti con diverse altre tifoserie. I tifosi con cui i granata vanno meno d'accordo sono, oltre a quelli di Cavese, Nocerina, Napoli e Avellino, soprattutto quelli del Taranto, del Foggia, del Messina, del Cosenza, del Perugia (coi quali c'era in passato un gemellaggio) e i tifosi dell'Hellas Verona. Con queste tifoserie molti sostenitori della Salernitana si sono scontrati violentemente in diverse occasioni, a livello sia verbale che fisico.[68]

I derby più sentiti

La Salernitana nel corso della sua storia si è confrontata più volte con le squadre della sua stessa regione, ma i derby più "sentiti" dalla tifoseria granata sono sicuramente quelli con la Cavese (la cui rivalità ha origine sin dalla nascita di entrambi i club), quelli con il Napoli, e con l'Avellino (la cui rivalità ha origine negli anni cinquanta tra i campionati di serie C1 e in seguito di B). Anche con la Nocerina, squadra che ha sede a pochi chilometri dal capoluogo Salerno, c'è stata in passato una forte rivalità,[71] fino agli anni 1980 in cui le due squadre si sono affrontate per l'ultima volta nella loro storia fino ad oggi.[72] Il derby con la Paganese (club di Pagani, in provincia di Salerno) era molto sentito da entrambe le parti, ma in modo positivo, perché tra le tifoserie dei granata e degli azzurro stellati esisteva un rapporto di forte amicizia (quasi un gemellaggio). Il rapporto di amicizia tra le due tifoserie venne bruscamente interrotto il 13 settembre 2010 allo Stadio Arechi di Salerno durante una gara di Lega Pro Prima Divisione (vinta 2-0 dai granata), in seguito ad una banale lite tra i sostenitori delle rispettive squadre.[70]

Salernitana 2010-2011

  Lo stesso argomento in dettaglio: Salernitana Calcio 1919 2010-2011.
  •   Antonio Loschiavo - Direttore generale
  •   Nicola Salerno - Direttore sportivo
  •   Vincenzo D'Ambrosio - Segretario generale
  •   Nicola Manzo - Area sicurezza
  •   Maria Vernieri - Area amministrativa
  •   Katia Pagano - Segreteria amministrativa
  •   Enzo Casciello - Area comunicazione
  •   Giuseppe Bruno - Area marketing e commerciale
  •   Massimiliano Amato - Addetto stampa
  •   Francesco Pecoraro - Fotografo ufficiale
  •   Gaetano Zeoli - Settore giovanile
File:Salernitana Logo.png
Staff dell'area tecnica
  •   Roberto Breda - Allenatore
  •   Luigi Genovese - Allenatore in seconda
  •   Giovanni Saffioti - Preparatore atletico
  •   Vito Chimenti - Collaboratore tecnico
  •   Stefano Grilli - Preparatore portieri
  •   Andrea D'Alessandro - Responsabile Sanitario
  •   Salvatore Carmando - Consulente staff sanitario

Rosa 2010-2011

N. Ruolo Calciatore
  P Ciro Polito
  P Nicholas Caglioni
  P Rino Iuliano
  P Angelo Di Stasio
  D Maurizio Peccarisi
  D Salvatore Accursi
  D Michele Murolo
  D Salvatore D'Alterio
  D Errico Altobello
  D Salvatore Russo (C)
  D Andrea Pippa
  D Jacopo Balestri
  D Matteo Legittimo
  D Oliveira Jefferson
  C Davide Carcuro
  C Francesco Montervino
N. Ruolo Calciatore
File:600px Granata con Cavalluccio Bianco.png
  C Domenico Franco
  C Davide Carrus
  C Andrea Tricarico
  C Lorand Szatmari
  A Salvatore Aurelio
  A Dino Fava Passaro
  A Fabinho
  A Vincenzo Pepe
  A Marcello Falzerano
  A Antonio Montella
  A Antonino Ragusa
  A Gianluca Litteri
  A Adriano Montalto
  A Jaroslav Sedivec

Note

  1. ^ (PDF) Documento dell'Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive - Ministero dell'Interno (PDF), su osservatoriosport.interno.it. URL consultato il 18-09-2009.
  2. ^ a b Salernitana Calcio: da calciatore a presidente, su dentrosalerno.it. URL consultato il 26-05-2010.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n Alfonso Carella, Storia della Salernitana dai pionieri (1910) al mancato ritorno in A (1995), Salerno, Boccia Editore, 1995.
  4. ^ Attraverso l'acquisizione dei beni immateriali (avvenuta il 15 giugno 2009) della società Salernitana Sport esclusa dai campionati professionistici nel 2005 (e dichiarata ufficialmente fallita nel 2006), con un'asta svoltasi presso il tribunale fallimentare di Salerno e vinta da un'azienda del patron granata Antonio Lombardi, l'attuale società Salernitana Calcio 1919 è considerata, anche giuridicamente, l'erede della precedente società Salernitana Sport: infatti nella sera del 20 luglio alle ore 23.30 la Energy Power (società detentrice del marchio vinto all'asta) consegna tutti i beni immateriali della Salernitana Sport (simboli, colori sociali, logo, dominio web, ecc.) alla Salernitana Calcio 1919. Fonte: Ippocampo, perfezionato l'atto di acquisto, su salernitana1919.it, Salernitana.it.
  5. ^ Serie B TIM - Salernitana, su lega-calcio.it. URL consultato il 10-08-2009.
  6. ^ a b La storia della Salernitana - Le origini, su razzairno.com. URL consultato il 02-08-2009.
  7. ^ Le Origini, su sabatinogranata.splinder.com, SabatinoGranata. URL consultato il 02-08-2009.
  8. ^ Il dopoguerra, su razzairno.com. URL consultato il 02-08-2009.
  9. ^ a b c d e f La storia della Salernitana, su amolasalernitana.blogspot.com. URL consultato il 02-08-2009.
  10. ^ Diego Mariottini, Ultraviolenza - Storie di sangue del tifo italiano, Bradipolibri, 2004, p. 13-24, ISBN 978-88-88329-26-0.
  11. ^ a b c d e f g h i Storia granata, su salernitanato.it, SalernitanaTo. URL consultato il 02-08-2009.
  12. ^ Gli anni 80, su salernitana.com. URL consultato il 02-08-2009.
  13. ^ a b c d e Gli anni 90, su salernitana.com. URL consultato il 02-08-2009.
  14. ^ La Salernitana Sport di Aliberti proseguì l'attività sportiva in Terza Categoria disputando le partite interne sul terreno di gioco di San Cipriano Picentino finché, a stagione in corso, ci fu la definitiva revoca dell'affiliazione da parte della Figc. Nell'estate del 2006, la Salernitana Sport venne dichiarata fallita, e i suoi beni messi in liquidazione. Fonte: Il futuro del Messina calcio si chiama Lodo Petrucci, su tempostretto.it.
  15. ^ Salernitana. Agostinelli non mangia la colomba. Nonostante la prima posizione, viene esonerato il biondo trainer. Panchina a Fabio Brini, su loschermo.it.
  16. ^ La Salernitana sale in serie B. Esplode l'Arechi, festa grande in città, su corrieredelmezzogiorno.corriere.it, corriere.it.
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Bibliografia

  • Alfonso Carella, Storia della Salernitana dai pionieri (1910) al mancato ritorno in A (1995), Boccia Editore, 1995, ISBN non esistente.

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