Quinto Labieno
Zeus: Æ[1] | |
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Testa laureata di Zeus a destra. | Zeus seduto sin., che tiene Nike e scettro; cap avanti cap sotto trono, BO[Σ] (data) in esergo. |
24mm (13.51 g), coniato nel 41/40 a.C.[2] |
Quinto Labieno (... – 39 a.C.) è stato un generale romano repubblicano, figlio di Tito Labieno.
In seguito all'assassinio di Giulio Cesare nel 44 a.C., Labieno si schierò dalla parte di Bruto e Cassio (i cesaricidi). Dopo che Bruto e Cassio vennero sconfitti nella battaglia di Filippi, Labieno, avendo paura di venire catturato e condannato a morte dagli eredi di Cesare, Marco Antonio e Ottaviano (poi Augusto), decise di allearsi con i Parti.
Quando i Parti invasero i territori orientali della Repubblica romana nel 40 a.C. vennero condotti dal loro re Pacoro e da Labieno. L'esercito partico attraversò l'Eufrate e attaccò Apamea. L'attacco di Apamea fallì ma Labieno riuscì a convincere le guarnigioni romane in Siria a passare dalla sua parte. L'esercito romano-partico riuscì a sconfiggere l'esercito del governatore di Marco Antonio Lucio Decidio Saxa in battaglia, conquistò Apamea e costrinse Antiochia a scendere a patti passando dalla sua parte.[3] Dopo la sconfitta Romana a Apamea, i Parti suddivisero il loro esercito. Pacoro si diresse a sud e conquistò il Levante e la Palestina. Labieno si diresse a nord a inseguire Saxa, che venne sconfitto e ucciso in Cilicia. Labieno poi conquistò tutta l'Asia Minore. Sotto Labieno e Pacoro, i Parti avevano raggiunto più o meno l'estensione dell'antico impero achemenide e controllavano tutta l'Asia Minore, tranne alcune città, ma i successi Partici furono effimeri. Nel 39 a.C., in Asia Minore, i Romani condotti da Publio Ventidio sconfissero e uccisero Labieno. Un anno dopo anche Pacoro venne ucciso in Siria nella Battaglia del Monte Gindaro.
Note
- ^ RPC I 4223; SNG Copenhagen 81.
- ^ Questa moneta fu coniata quando Antiochia fu occupata dalle truppe dell'espatriato romano Quinto Labieno e dal generale/re partico Pacoro I. Per questo motivo l'emissione usa nuovamente il sistema di datazione dell'era seleucica anziché di quella cesarica. Questa è l'ultima volta che un'emissione di Antiochia reca questo tipo di datazione.
- ^ Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, XLVIII, 25-26.
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