Pericle
Pericle | |
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Nascita | Atene, Grecia, 495 a.C. circa |
Morte | Atene, Grecia, 429 a.C. |
Dati militari | |
Anni di servizio | 461 a.C. - 429 a.C. |
Grado | Generale (strategos) |
Guerre | Seconda Guerra Sacra (448 a.C.) Guerra di Samo (440 a.C.) Guerra del Peloponneso (431 - 429 a.C.) |
Battaglie | Battaglie a Sicione e ad Acarnania (454 a.C.) Espulsione dei barbari da Gallipoli (447 a.C.) Assedio di Bisanzio (438 a.C.) |
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Pericle (in Greco: Περικλῆς, Periklēs, "circondato dalla gloria"; 495 a.C. circa - 429 a.C.) fu un importante e influente statista, oratore e generale ateniese durante il periodo d'oro della città - cioè, il momento tra le Guerre persiane e la Guerra del Peloponneso. Discendeva, a causa di sua madre, dalla potente e storicamente influente famiglia degli Alcmeonidi.
Pericle ebbe una così profonda influenza sulla società ateniese che Tucidide, uno storico contemporaneo a lui, lo acclamò come "primo cittadino di Atene". Pericle fece della Lega delio-attica un impero Ateniese e comandò i suoi concittadini durante i primi due anni della Guerra del Peloponneso. Il periodo in cui egli governò Atene, tra il 461 e il 429 a.C., è anche noto come "Epoca di Pericle" o "Età d'oro di Atene", anche se il periodo così denotato può includere dei periodi precedenti come quello delle Guerre persiane, o successivi come il secolo successivo.
Pericle promosse le arti e la letteratura; questa fu la principale ragione per la quale Atene detiene la reputazione di essere il centro culturale dell'Antica Grecia. Cominciò un progetto ambizioso che portò alla costruzione della maggior parte delle strutture superstiti sull'Acropoli (incluso il Partenone). Questo progetto abbellì la città, esibì la sua gloria e diede lavoro a molte persone.[1] Inoltre, Pericle favorì la democrazia ateniese a tal punto che i critici lo definivano un populista.[2][3]
Primi anni
Pericle nacque nel 495 a.C., nel demo di Cholargos, una località poco più a nord di Atene.[4] Fu figlio del politico Santippo, che, anche se fu ostracizzato nel 485 a.C. circa, tornò ad Atene solo cinque anni dopo per guidare un contingente ateniese a Micale, dove la Grecia avrebbe riportato una vittoria importante. La madre di Pericle, Agariste, era una discendente della potente e controversa famiglia degli Alcmeonidi e le sue connessioni familiari ebbero un ruolo determinante nell'inizio della carriera politica di Santippo. Agariste era inoltre una discendente del tiranno di Sicione, Clistene, e nipote del nipote del grande riformatore ateniese Clistene, un altro Alcmeonide.[5][6] Secondo Erodoto e Plutarco, Agariste sognò, pochi giorni prima la nascita di Pericle, di aver partorito un leone.[7][8] Un'interpretazione dell'aneddoto considera il leone come simbolo di grandezza, ma la storia può inoltre alludere alla dimensione inusuale del cranio di Pericle, che divenne un bersaglio dei commediografi contemporanei.[8][9][10]
"Utilizziamo infatti un ordinamento politico che non imita le leggi dei popoli confinanti, dal momento che, anzi, siamo noi ad essere d'esempio per qualcuno, più che imitare gli altri. E di nome, per il fatto che non si governa nell'interesse di pochi ma di molti, è chiamato democrazia; per quanto riguarda le leggi per dirimere le controversie private, è presente per tutti lo stesso trattamento; per quanto poi riguarda la dignità, ciascuno viene preferito per le cariche pubbliche a seconda del campo in cui sia stimato, non tanto per appartenenza ad un ceto sociale, quanto per valore; e per quanto riguarda poi la povertà, se qualcuno può apportare un beneficio alla città, non viene impedito dall'oscurità della sua condizione. Inoltre viviamo liberamente come cittadini nell'occuparci degli affari pubblici e nei confronti del sospetto che sorge nei confronti l'uno dell'altro dalle attività quotidiane, non adirandoci con il nostro vicino, se fa qualcosa per proprio piacere, né infliggendo umiliazioni, non dannose ma penose a vedersi. Trattando le faccende private, dunque, senza offenderci, a maggior ragione, per timore, non commettiamo illegalità nelle faccende pubbliche, dato che prestiamo obbedienza a coloro che di volta in volta sono al potere ed alle leggi e soprattutto a quante sono in vigore per portare aiuto contro le ingiustizie e quante, benchè non siano scritte, comportano una vergogna riconosciuta da tutti." |
Pericles' Funeral Oration come ricordata da Tucidide, [[1]] |
Pericle apparteneva alla tribù locale degli Acamantis (Ἀκαμαντὶς φυλὴ). I suoi primi anni furono tranquilli; Da giovane, Pericle preferì dedicare il tempo agli studi, piuttosto che apparire in pubblico, per via della sua introversione.[11]
La nobiltà e la ricchezza della sua famiglia di permisero di continuare gli studi. Imparò la musica dai maestri del tempo (Damone e Pitoclide potrebbero essere stati suoi maestri)[12][13] ed è considerato il primo politico ad aver attribuito una grande importanza alla filosofia[11] Gli piaceva la compagnia dei filosofi Protagora, Zenone di Elea e Anassagora. Anassagora, in particolare, divenne un suo amico intimo e lo influenzò molto.[12][14] Il tipo di pensiero e il carisma retorico di Pericle potrebbero essere stati prodotti in parte dall'accento di Anassagora sulla tranquillità emotiva di fronte alle difficoltà e allo scetticismo sui fenomeni divini.[6] La sua proverbiale calma è considerata un prodotto dell'influenza di Anassagora.[15]
Attività politica
Nel conflitto instauratosi ad Atene tra il partito aristocratico-conservatore, guidato da Cimone, autore di una politica filo-spartana, e quello democratico, capeggiato da Efialte, Pericle si schierò con quest'ultimo.
Quando nel 462 a.C. l'invio di truppe in soccorso degli spartani assediati alla rocca di Itome si rivelò un disastro, Cimone fu esautorato ed Efialte e Pericle ne approfittarono per esautorare l'areopago a favore della boulè e della Ecclesia.
Nel 461 a.C., in seguito all'ostracismo di Cimone e alla morte di Efialte, Pericle divenne la figura principale della scena politica ateniese.
Politica interna
Pericle fece approvare una legge che istituì la mistoforia, cioè il pagamento di un'indennità giornaliera a coloro che ricoprivano cariche pubbliche. Tutti i cittadini dell'Attica ebbero la possibilità di presentarsi candidati e di svolgere, una volta eletti, l'incarico loro affidato. Pericle attuò una politica sociale che prevedeva l'istruzione degli orfani, il pagamento di pensioni ai mutilati di guerra e agli invalidi, l'ingresso gratuito a teatro per i poveri, una paga regolare ai soldati e marinai e una razione di viveri. Tali modificazioni sono state ripetutamente dibattute e contestate poiché, di fatto, la remunerazione trasformava i cittadini in funzionari facendo perdere alla partecipazione il suo carattere di privilegio personale; tuttavia tale opera giovò alla polis poiché, con i soldi della Lega, Atene finanziava la sua amministrazione.
Nel 451 a.C. propose la legge per cui potevano diventare cittadini ateniesi solamente coloro i quali avessero entrambi i genitori con la cittadinanza.
Molte furono le opere pubbliche che Pericle promosse grazie anche ai tributi della lega delio-attica, come l'ingrandimento del Pireo, fortificando la strada che lo collegava alla città, e l'abbellimento dell'Acropoli di Atene con l'edificazione del Partenone, dei Propilei, dell'Eretteo e del tempio di Atena Nike. Pericle ampliò Atene anche dal punto di vista culturale, creando il "Circolo di Aspasia" in cui si riunivano i filosofi e gli intellettuali provenienti da tutta la Grecia. Il circolo era intitolato, alla compagna di vita di Pericle, Aspasia; che secondo alcune testimonianze era in realtà un uomo. Se così fosse, Pericle sarebbe stato uno dei primi omosessuali a ricoprire cariche politiche; ricordiamo che a quel tempo era normale avere rapporti con entrambi i sessi.
Politica estera
Dopo la pace di Callia (449 a.C.) che sanciva la tregua della guerra con la Persia, l'esercito ateniese nel 447 a.C.-446 a.C. sedò la rivolta in Eubea e l'insurrezione di Megara.
Pericle riuscì in seguito ad ottenere una pace con Sparta e a dare il via al suo programma di imperialismo pacifico, culminato nella fondazione delle colonie di Thurii e di Anfipoli.
In seguito all'ostracismo di Tucidide, nel 443 a.C. Pericle fu eletto stratega, carica che ricoprì fino alla sua morte.
Dopo l'insurrezione di Samo nel 440 a.C., il malcontento degli alleati iniziò a farsi sentire. Nel 432 a.C. su richiesta di Corinto si radunò a Sparta l'assemblea federale della Lega del Peloponneso, per discutere sui provvedimenti da prendere nei confronti di Atene, che era entrata in aperto conflitto con due città facenti parte della lega, Corinto e Megara, e che aveva intrapreso un percorso di progressiva estensione della sfera di dominio sul mondo greco, anche a scapito dell'autonomia e della libertà delle altre poleis.
Atene non cedette all'ultimatum e i Peloponnesiaci iniziarono la guerra. Pericle, che conosceva i rapporti di forza tra i due schieramenti e pensava che l'esercito ateniese e alleato non avrebbe potuto opporsi alla fanteria oplitica lacedemone, decise che tutti i cittadini dell'Attica lasciassero le proprie residenze per stabilirsi nella città fortificata dalle Lunghe Mura, lasciando l'Attica al nemico. La flotta avrebbe garantito ad Atene il necessario approvvigionamento di viveri e avrebbe al tempo stesso consentito di sferrare l'attacco alle coste del Peloponneso.
Nel 431 a.C. l'esercito spartano invase l'Attica sotto la guida di Archidamo, saccheggiando campi e villaggi abbandonati, mentre Pericle guidava le triremi contro le coste nemiche.
Le precarie condizioni igieniche in cui vivevano le migliaia di cittadini ammassati all'interno delle mura di Atene facilitarono il diffondersi nel 430 a.C. di un'epidemia di peste, che falcidiò la popolazione e di cui cadde vittima lo stesso Pericle.
Note
- ^ L. de Blois, Un'introduzione al mondo antico, p. 99
- ^ S. Muhlberger, Periclean Athens.
- ^ S. Ruden, Lysistrata, 80.
- ^ La data di nascita di Pericle è incerta; non avrebbe potuto essere nato più tardi del 492 a.C. ed aver avuto contemporaneamente l'età per essere presente alla prima rappresentazione de I Persiani nel 472. Non viene detto se egli abbia partecipato o meno alle Guerre persiane; per questo alcuni storici hanno sostenuto che è impossibile che sia nato prima del 498, ma questo argomento fu respinto ex silentio.
- ^ Plutarco dice "nipote del nonno", (Vite parallele, Pericle, III) ma non è storicamente plausibile ed è stato quindi dichiarato che questa fosse la "nipote dello zio". (per la fonte, vedi la nota 6)
- ^ a b "Pericle" Encyclopaedia Britannica, 2002.
- ^ Erodoto, Historiae, VI, 131
- ^ a b Plutarco, Vite parallele, Pericle, III.
- ^ V.L. Ehrenberg, Da Solone a Socrate, a239.
- ^ Benché Plutarco afferma che questa deformità fu il motivo per cui Pericle era sempre rappresentato con un elmo, non è questo il motivo per cui Pericle indossava un elmo; questo era allora il simbolo del suo ruolo ufficiale come generale (strategos)
- ^ a b "Pericle" Dizionario Enciclopedico The Helios, 1952.
- ^ a b Plutarco, Pericle, IV
- ^ Platone, Alcibiade I, 118c
- ^ M. Mendelson, Many Sides, 1
- ^ Plutarch, Pericles, VI and Plato, Phaedrus, 270a
Bibliografia
Fonti primarie
- Plutarco, Vita di Pericle
Fonti secondarie
- Braccesi, Guida allo studio della storia greca, Editori Laterza, Bari, 2005, ISBN 978-88-420-7568-4
- Elena Pastorio, Storia Greca, lineamenti essenziali, Monduzzi editore, Parma, 2006, ISBN 978-88-323-6028-8
- Claude Mossé Pericle. L'inventore della democrazia, Editori Laterza, Roma-Bari 2006 ISBN 978-88-420-9167-7
Voci correlate
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Collegamenti esterni
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