Mirsilo di Mitilene

tiranno di Mitilene

Mirsilo (greco Μύρσιλος; Mitilene, ... – Mitilene, 590 a.C.), figlio di Cleanore, è stato un uomo politico dell'antica Grecia, che fu tiranno della polis lesbia di di Mitilene, ferocemente avversato da Alceo.

Mirsilo
Tiranno di Mitilene
In carica612 a.C.-590 a.C.
PredecessoreMelancro
SuccessorePittaco (come esimneta)

Biografia

 
Il poeta lirico Alceo, fiero avversario di Mirsilo

La sua ascesa alla tirannide avvenne in successione a Melancro, che era stato deposto da una cospirazione. Divenne suo alleato Pittaco, che gli successe come esimneta alla sua morte, per dieci anni.

Riguardo a Mirsilo, è nota la feroce avversione di cui era fatto segno dal lirico Alceo: celebre, ad esempio, è l'invettiva con cui accompagnò la sua morte, quando la notizia lo raggiunse in esilio, con un verso (νῦν χρῆ μεθύσθην)[1] che sarà poi ripreso in latino da Orazio nel suo nunc est bibendum, incipit di una famosa ode dedicata alla morte di Cleopatra[2].

Rapporto con Mnemone di Lesbo

  Lo stesso argomento in dettaglio: Mnemone di Lesbo.

Una notizia su Mirsilo, di non facile interpretazione, trapela da un carme di Alceo, oggi perduto, ma di cui è preservato un commento in frammenti piuttosto laceri e di ardua esegesi, rinvenuti tra i papiri di Ossirinco.

Come si evince dal commentario, il destinatario del componimento poetico era Mnemone di Lesbo[3]. la figura di quest'ultimo emerge piuttosto vagamente come un fautore della cospirazione tirannica di Mirsilo. Secondo il commentatore, Mnemone avrebbe infatti offerto a Mirsilo un'imbarcazione per il rientro a Mitilene[3]. Questo apre la strada a due ipotesi, la seconda delle quali è meno probabile:

  • La prima ipotesi è che il rientro di Mirsilo sia un avvenimento caduto durante la sua fase tirannica: forse Mirsilo tornava a Mitilene al termine di un temporaneo esilio, il che presupporrebbe una fugace caduta in disgrazia dopo la presa di potere. A causare questa temporanea disgrazia, potrebbe essere stata allora una congiura, forse proprio quella stessa che, con il suo fallimento, mandò in crisi l'eteria alcaica e determinò il primo esilio inflitto ad Alceo: il rientro di Mirsilo, a questo punto, testimonierebbe proprio l'insuccesso di quella congiura.
  • La seconda ipotesi, più difficile da sostenere, è quella secondo cui il rientro di Mirsilo fosse il preludio alla sua presa di potere. Tuttavia, Alceo e Pittaco erano entrambi alleati contro Melancro, e dovettero presumibilmente rimanerlo anche alla caduta del tiranno; ma questo sembra contrastare con un altro passo del carme perduto, in cui si accenna a un certo comportamento di Pittaco che prefigurerebbe essersi già consumata la con Alceo: Pittaco (che succederà a Mirsilo come esimneta) sembra infatti volersi frapporre al riavvicinamento del poeta con Mnemone[4].

La prima ipotesi sembra rafforzata dal tono riconciliante con cui Alceo apostrofa Mnemone, facendo intendere di non volerlo accusare per quel passato favoritismo, e di non voler deteriorare le loro relazioni. È possibile che questo atteggiamento accomodante dissimulasse in Alceo il tentativo di preparare il terreno per un possibile rientro a Mitilene, per sé e per i propri sodali. Per realizzarlo era necessario ristabilire una rete di contatti, che coinvolgesse chiunque, anche chi, come Mnemone, nonostante i trascorsi, poteva comunque offrire una possibile alleanza.

Note

  1. ^ Alceo, Fr. 332 Voigt
  2. ^ Orazio, Odi, I, XXXVII, v. 1
  3. ^ a b Alceo, 305a Lib. (P. Oxy XXI 2306)
  4. ^ Alceo, 305a.22 e segg. Lib. (P. Oxy XXI 2306)

Bibliografia

Voci correlate