Vado Ligure
Template:Comune Vado Ligure (Voæ in ligure[1]) è un comune italiano di 8.523 abitanti[2] della provincia di Savona in Liguria. E' il decimo comune della provincia per numero di abitanti. Template:Mappa comune Italia
Geografia fisica
Il comune è situato sulla costa della Riviera di Ponente, adiacente con il capoluogo di provincia tramite il confine naturale del torrente Quiliano. Fanno parte della circoscrizione territoriale del comune vadese le frazioni di Segno (Vado Ligure) che comprende le località di Ponte Isola, Ritano, Contrada, Cundan, Cunio, Marroni, Piano, San Bernardo, Bricco, Carpeneta, Bassi, Gatti, Campo Ferrato, Verma, Suenghe; Sant'Ermete che comprende le località di Ne Pessen, Carpineta, Bellandi, Bosco; Valle di Vado che comprende le località di Ne Cascine, Ne Ferrè, Coghi, Ne Vaè, Ne Viglietta, Bossarino; San Genesio; Porto Vado e dalle località di Griffi e Murate in periferia di Vado Centro. Le frazioni e località sono storicamente riconosciute dallo statuto comunale.[3]
Le due frazioni di Sant'Ermete e Segno (Vado Ligure), sono a monte del paese, lungo la valle percorsa dal torrente Segno (Vado Ligure) sul versante meridionale della Rocca dei Corvi a 792 m s.l.m. Dista da Savona circa 6 km e 54 km da Genova.
Storia
L'antico villaggio di Vado, chiamato in epoca romana Vada Sabatia, si sviluppò nel II secolo a.C. intorno ad un campo militare dell'Impero romano, uno dei primi della colonizzazione romana in Liguria. Divenne quindi municipio dell'impero di Roma e importante nodo viario e commerciale anche grazie all'imponente bonifica delle paludi effettuate dai Romani. Il suo nome è citato in vari documenti descrittivi di importanti personaggi romani, tra i quali in una lettera del I secolo a.C. di Bruto a Cicerone (Vada); dallo storico e geografo greco Strabone (Vada Sabatium); da Plinio il Vecchio come Portus Vadorum Sabatium e dal geografo Pomponio Mela nel I secolo.
Nel 109 a.C. Vado venne collegata con Luni e Roma dalla Via Emilia Scauri, che valicava gli appennini per mezzo del passo di Cadibona per poi scendere verso il passo della Cisa. Al 641 risale la nuova dominazione dei Longobardi nel territorio ligure, la quale causerà devastazione e distruzione di alcuni centri del comprensorio vadese. La stessa Savona fu soggiogata al dominio del re Rotari, ma non Vado e forse per tali motivi il vescovo della diocesi di Savona sposterà provvisoriamente la sede vescovile nel territorio vadese dal VII al IX secolo.
Con il successivo regno dei Franchi di Carlo Magno la comunità di Vado acquisì anni di prosperità e soprattutto di importanza politica nel panorama del ponente ligure grazie, oltre alla sede diocesana, anche alla nomina elettiva di comitato della circoscrizione dell'impero carolingio. Durante il possedimento degli Aleramici di Bonifacio del Vasto, dove si verificò una lenta decadenza nelle ultime fasi del periodo feudale, seguirono i primi tentativi di accorpamento del territorio verso il sempre più crescente Comune di Savona e tale evento si verificherà alla fine del XII secolo durante il possedimento dei marchesi Del Carretto, nella persona di Ottone, con la cessione dei diritti feudali su Vado e parte di Quiliano al comune e al vescovo savonese.
La rapida espansione territoriale e politica del Comune di Savona attirò le attenzioni di Genova che, per contrastare ed arginare i possedimenti savonesi nella riviera di ponente, diede inizio ad una trattativa "diplomatica" cercando l'appoggio del papato e con l'acquisto, ove possibile, delle terre costiere. La sempre più accrescente pressione di Genova, che in alcuni casi portò all'uso della forza, portarono nel 1385 il pontefice Urbano VI a cedere un ampio territorio del savonese ai Genovesi.
Divenuto quindi possedimento della Repubblica di Genova, il territorio di Vado fu eretto in podesteria e si diede inizio alla costruzione di fortini e torri per la difesa della costa e della stessa comunità. La dominazione genovese incrementò lo sviluppo commerciale del porto, facendo di Vado uno dei maggiori centri portuali della riviera di ponente.
Nel 1797 Napoleone Bonaparte occupò il comune durante la campagna d'Italia e, dopo la caduta della Repubblica di Genova, ne inglobò il territorio nella nuova Repubblica Ligure annessa al Primo Impero francese. Nel 1815, entrò a far parte del Regno di Sardegna, così come stabilito nel Congresso di Vienna del 1814 anche per gli altri comuni della repubblica ligure, e dal 1861 del Regno d'Italia.
Storicamente fino ai primi del Novecento il Comune di Quiliano ha avuto una striscia di terreno comunicante con il mare adiacente al torrente Quiliano nota come località Murate al fine di poter accedere alla produzione del sale ed al commercio locale senza la necessità di pagare i Dazi Comunali vigenti all'epoca. Successivamente alla costruzione della linea ferroviaria tale località è stata compresa nel comune di Vado Ligure che assumerà tale denominazione dal 1908. Risale invece al 1929 la soppressione e l'accorpamento dell'allora Comune di Segno (Vado Ligure) nell'odierno comune vadese.
Nel XX secolo Vado conobbe uno sviluppo prevalentemente industriale. Durante gli anni cinquanta e sessanta si installarono in zona diverse fabbriche tra cui la centrale termoelettrica Enel, caratterizzata dalle due ciminiere cilindriche, alte circa 200 metri. [4]
Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità Montana del Giovo, quest'ultima soppressa con la Legge Regionale n° 23 del 29 dicembre 2010[5] e in vigore dal 1º maggio 2011[6].
Simboli
Lo stemma ufficiale è stato approvato con l'apposito Decreto Reale datato al 2 settembre del 1932[7]
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
- Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista. Eretta nel XVIII secolo è una ricostruzione in stile barocco, ad unica navata sormontata dalla cupola. L'edificio, restaurato dopo la seconda guerra mondiale, presenta una facciata ornata da alcune statue del XIX secolo di Antonio Brilla.
- Chiesa parrocchiale di Nostra Signora della Visitazione nella frazione di Porto Vado. L'edificio fu edificato nel 1952 sul luogo dove già nel 1634 vi era la presenza di una cappella intitolata alle Grazie. Dell'antica cappella è proprio la campana e il marmo della Madonna col Bambino.
- Chiesa parrocchiale di Nostra Signora Regina della Pace, costruita in epoca recente, nella frazione di Valle di Vado.
- Chiesa parrocchiale di Sant'Ermete. Eretta nel Medioevo nella frazione omonima, si presenta con struttura a due navate.
- Chiesa parrocchiale di San Maurizio nella frazione di Segno (Vado Ligure).
- Chiesa di Nostra Signora della Neve in località Bossarino. La chiesa conserva un affresco della Madonna con Bambino del XVI secolo e la pala d'altare raffigurante la Madonna col Bambino, san Giovanni Evangelista e Paolo eremita.
- Chiesa di San Genesio nell'omonima frazione. Antico monastero femminile fondato nel XII secolo, la struttura si presenta a due navate a pianta quadrata e con abside semi circolare. L'edificio fu rivisto del 1734.
- Cappella di San Bernardo nella frazione di Segno (Vado Ligure).
- Cappella di Nostra Signora del Carmine.
- Cappella dei Santi Giacomo e Filippo.
- Cappella di San Filippo Neri del 1732 in località Bossarino.
Architetture militari
Forte San Lorenzo e Santo Stefano
Durante la dominazione della Repubblica di Genova quest'ultima decise la costruzione di due fortezze nell'area di Vado Ligure per il controllo e difesa del territorio. Presso il litorale costiero fu edificato tra il tra il 1618 e il 1626 il forte di San Lorenzo, a pianta quadrata e con quattro bastioni, mentre nella collina sovrastante e di struttura minore fu eretta la fortezza di Santo Stefano tra il 1614 e il 1627.
Le due opere difensive, che avrebbero dovuto attuare un efficace fuoco incrociato con la fortezza del Priamar di Savona, si rivelarono però deboli e inermi a causa delle dominazioni dalle alture vicine, soprattutto il forte di Santo Stefano, tanto che la repubblica genovese ne ordinò la loro distruzione già nel 1649. Si optò per la costruzione di una nuova fortezza, il nuovo forte di San Lorenzo, nel 1669 presso la foce del torrente Segno (Vado Ligure).
Forte San Giacomo
Il forte, denominato in seguito di San Giacomo, fu edificato a partire dal 1757 sulle rovine del precedente forte di San Lorenzo esistente sul Capo di Vado e demolito nel 1658. I lavori per la sua riedificazione furono affidati inizialmente all'architetto militare e maresciallo di campo Antonio Federico Flobert che il 6 giugno diede l'inizio ai lavori. L'impiego di materiali a basso costo, le sempre più frequenti infiltrazioni d'acqua e altre problematiche legate ai tempi di realizzazione metteranno in cattiva luce l'operato del Flobert, lo stesso cartografo e ingegnere Matteo Vinzoni lo definì "poco buono ingegnere", influenzando il senato genovese a scegliere nel 1758 il colonnello ingegnere Decotte per il completamento dell'opera.
La nuova direzione tecnica evidenziò le varie problematiche strutturali e soprattutto difensive, il forte era infatti, come i precedenti forti di San Lorenzo e Santo Stefano, ben piazzato strategicamente ma troppo esposto ad eventuali attacchi "alle spalle", le quali porteranno come unica soluzione definita la costruzione di una possente fortezza che inglobasse il già presente forte di Santo Stefano con il nuovo forte di San Giacomo. Ancora oggi le due fortezze sono collegate da mura esterne e passaggi sotterranei.
Per la sua posizione strategica fu utilizzato dai soldati francesi di Napoleone Bonaparte durante la Guerra delle Alpi e la Prima Campagna d'Italia tra il 1792 e il 1797.
Bastione San Giovanni
L'edificazione del bastione, chiamato poi di San Giovanni e ubicato lungo l'arenile di Vado, ebbe inizio nella seconda metà del XVIII secolo sui resti del preesistente forte di San Lorenzo eretto dalla Repubblica di Genova nella seconda metà del Seicento. Dall'unico bastione presente, ciò che rimaneva dallo smantellamento effettuato dalla stessa repubblica verso la fine del XVII secolo, si intrapresero nel 1757 i lavori della nuova edificazione.
Affidati inizialmente al colonnello Flobert, con la collaborazione dal 15 giugno del collega Matteo Vinzoni e suo figlio Panfilio, per varie problematiche la direzione dei lavori fu affidata all'ingegnere Decotte che ricalcolò le spese di costruzione intorno alle 20.000 lire genovesi.
Altri forti
Presso la frazione di Segno (Vado Ligure) sono visibili i ruderi del castello eretto nel Medioevo dai marchesi Del Carretto. Sulla cima del colle della frazione di San Genesio sono stati rinvenuti i ritrovamenti del castello, detto "tomba del Re" per la presenza di alcuni scavi rettangolari, e i ruderi di un bastione di avvistamento di epoca romana o precedente.
Siti archeologici e architettonici
- Casa di Pertinace tra la frazione Sant'Ermete e la borgata Ponte dell'Isola resti della casa del console Romano Pertinace.
- Fornaci da calce di Sant'Ermete. Secondo le fonti storiche la conosciuta attività delle fornaci è databile a parte dal tardo medioevo e importante fu per lo sviluppo edilizio del territorio del vadese e di Savona.
- Ponte Filippo Maria Visconti (Punte de Pria / Ponte di Pietra nel linguaggio locale) del 1434 che collega Savona a Vado Ligure sul torrente Quiliano.
- Antico frantoio Vigliola azionato ad acqua adiacente al torrente Segno (Vado Ligure) nella borgata Ponte dell'Isola.
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[8]

Cultura
Istruzione
Musei
- Museo Civico di Villa Groppallo. Il museo, inaugurato nel 1982 e riallestito nel 1999, raccoglie materiale risalente all'Impero romano e del Medioevo. I reperti romani sono stati rinvenuti nella zona archeologica denominata Vada Sabatia, mentre dell'epoca medievale sono una ricca collezione di monete antiche databili tra il II e il V secolo. Vi è inoltre una sezione dedicata all'arte contemporanea e agli artisti locali e internazionali che hanno partecipato al "Premio Vado", quest'ultimo istituito dal 1951.
- Civico Museo archeologico "Cesare Queirolo". Aperto al pubblico dal 1990 e sito nella piazza della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, raccoglie i reperti archeologici della città romana di Vada Sabatia rinvenuti durante la costruzione dell'odierno palazzo comunale nella medesima piazza. Tra le opere esposte vi sono epigrafi, suppellettili, corredi sepolcrali e un medagliere con la presenza di oltre quattrocento monete databili tra il II secolo e l'inizio del V secolo.
- Pinacoteca Civica. Il sito culturale possiede al suo interno dipinti di scuola genovese, lombarda e spagnola databili tra il XVI e il XVIII secolo.
Personalità legate a Vado Ligure
- Publio Elvio Pertinace (126-193, Imperatore Romano nato nell'odierna Alba, secondo alcune fonti storiche la sua famiglia era originaria della città romana di Vada Sabatia.
- Felice Levratto (1904-1968), calciatore[9].
- Valerio Bacigalupo (1924-1949), calciatore.
- Arturo Martini (1889-1947), scultore nativo di Treviso, realizzatore del monumento ai caduti sul lungomare vadese nel 1926.
Eventi
Il 24 giugno si festeggia san Giovanni Battista, patrono di Vado Ligure. La festa inizia il 23 giugno con un tradizionale spettacolo pirotecnico serale su uno dei pontili sul mare, continuando il giorno dopo con il mercato sul lungomare e la processione, durante la quale viene trascinato il carro raffigurante il Santo lungo le principali vie cittadine.
Economia
Vado Ligure è un comune molto industrializzato, in esso sorgono numerosi stabilimenti industriali ed aziende.
Da oltre 100 anni Vado Ligure ospita un grande stabilimento ferroviario dove si producono elettromotrici, venne inaugurato nel 1905 con la creazione della Westinghouse. Importante fu in quell'epoca pioneristica, la collaborazione con l'ingegnere ungherese Kálmán Kandó, il padre della motorizzazione ferroviaria con corrente trifase, che chiamò un centinaio di tecnici, anch'essi ungheresi. Con l'entrata in guerra dell'Italia durante la prima guerra mondiale tale collaborazione venne troncata. Lo stabilimento venne acquisito dalla Tecnomasio Italiano-Brown-Boveri, (T.I.B.B) che ne rimarrà proprietaria fino alla fine degli anni ottanta quando avverrà la fusione tra Asea e Brown Boveri con la conseguente nascita dell'ABB. Lo stabilimento diventa una filiale della "ABB Trazione" fino a metà anni novanta quando con una collaborazione tra ABB e AEG (acquisita poco dopo da Daimler-Benz) si darà vita alla nuova società AdTranz. AdTranz venne ceduta nel 2001 al colosso dei trasporti canadese Bombardier.
Oggi nell'impianto di Vado sono prodotte le elettromotrici per convogli regionali E464 e locomotive per trasporti merci della categoria TRAXX.
Inoltre è sede di una centrale termoelettrica, ex Enel ora Tirreno Power, pensata e realizzata negli anni sessanta le cui due ciminiere alte circa 200 metri e altre due di circa una settantina di metri dominano la vallata e anche buona parte della costa.
Intensa è l'attività portuale infatti oltre ai tanti traghetti che collegano il comune alla Corsica e alla Sardegna, attraccano navi merci, porta-container e soprattutto numerose petroliere facendo del porto di Vado il primo porto italiano assieme a quello di Trieste per quanto riguarda il petrolio e i suoi derivati, infatti è presente uno dei più moderni e sofisticati impianti per la produzione di lubrificanti finiti del gruppo Infineum, con una capacità di oltre 100.000 tonnellate l'anno ed un impianto per la produzione di carburanti del gruppo ExxonMobil. A Vado è anche presente un importante oleodotto per mezzo del quale i combustibili vengono spediti verso Milano e la Germania. In passato un apposito pontile era attrezzato per lo scarico di acido solforico trasportato via tubo allo stabilimento di fertilizzanti dell'Agrimont
La tradizione industriale di questo comune ha radici situate durante il boom economico dove Vado visse una forte crescita economica diventando successivamente per un lungo periodo il paese a maggior concentrazione industriale d'Europa, che si contrapponeva alla vicina e più grande Savona che nello stesso periodo veniva considerata unanimemente la piccola Manchester per via della sua forte industria anch'essa una delle più floride di tutta Europa.
A tutt'oggi il comune di Vado Ligure è parte fondamentale dell'economia savonese e pur mantenendo la sua indipendenza dal capoluogo è completamente asservito agli interessi della vicina Savona, tanto che il suo bacino portuale è gestito dall'Autorità Portuale di Savona.
Nel 2008, nonostante la vittoria dei no al referendum indetto dalla sua stessa maggioranza consiliare[10] l'amministrazione di Carlo Giacobbe avrebbe voluto far partire la costruzione della Piattaforma Maersk, progetto che prevedeva la realizzazione di una piattaforma di 210.000 m2 di cemento nella rada di Vado.
L'attuale sindaco di Vado Ligure, Attilio Caviglia, esclude che la piattaforma possa essere costruita.
Infrastrutture e trasporti
Strade
Vado Ligure è situata lungo la Strada Provinciale (già Strada Statale 1) Aurelia. Inoltre è raggiungibile anche grazie al casello autostradale di Savona-Vado sull'Autostrada A10.
Ferrovie
La stazione ferroviaria più vicina è quella di Quiliano-Vado che serve anche Quiliano, sulla linea ferroviaria Ventimiglia-Genova, posta sul confine dei due comuni.
Amministrazione
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Amministrazioni precedenti
Gemellaggi
Vado Ligure è gemellata con:
- La Ravoire, dal 2002
Sport
Calcio
Merita citazione la squadra di calcio locale, il Football Club Vado, che tra i suoi più grandi trofei può annoverare la prima Coppa Italia della storia.
Qui nacque Valerio Bacigalupo, celebre portiere del Grande Torino, morto nella Tragedia di Superga il 4 maggio 1949.
Pallacanestro
Vado Ligure possiede una squadra, il Riviera Vado Basket, che attualmente gioca nella B2.
Pallavolo
Il comune possiede una squadra, Pallavolo Sabazia, che attualmente gioca nella serie B2.
Note
- ^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni, Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
- ^ Dato Istat al 31/12/2010
- ^ Fonte dallo Statuto Comunale
- ^ Gli eventi storici sono stati confrontati con il sito del Comune di Vado Ligure - Sezione Storia
- ^ Legge Regionale n° 23 del 29 dicembre 2010
- ^ Fonte sulla soppressione delle comunità montane
- ^ Tratto dal sito Comuni-Italiani.it
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ "Storia di Felice Levratto", di Maria Angela Levratto, pg 16
- ^ Fonte dal sito de Il Secolo XIX
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1985 | 1990 | Pierino Ricino | Partito Comunista Italiano | Sindaco | |
1990 | 1995 | Roberto Peluffo | Partito Comunista Italiano | Sindaco | |
1995 | 1999 | Roberto Peluffo | Partito Democratico della Sinistra | Sindaco | |
1999 | 2004 | Roberto Peluffo | Partito Democratico della Sinistra | Sindaco | |
2004 | 2009 | Carlo Giacobbe | Lista civica di Centro-sinistra | Sindaco | |
2009 | in carica | Attilio Caviglia | Lista civica "Con Caviglia Vado Viva" | Sindaco |