Battaglia di Köse Dağ

scontro militare del 1243 tra il sultanato selgiuchide di Rum e l'Impero mongolo

La battaglia di Köse Dağ (scritto anche Kösedağ, Köse Daği, Köse Dagh, Kösedagh; in turco significa Monte pelato - Monyagna nuda.)[1] ha avuto luogo il 26 giugno 1243[2] tra i selgiuchidi del Sultanato di Rum e l'Impero mongolo e terminò con la vittoria di questi ultimi.

Battaglia di Köse Dağ
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Storia

Nel 1242 Bayju fu nominato governatore della Persia in sostituzione di Chormagan colpito da mutismo (forse dovuto a una paralisi), al servizio dell'imperatore Ögödei[3].

Bayju si mosse immediatamente verso il Sultanato di Rum, su cui governava il sultano Kay Khusraw II all'apogeo del suo regno. Bayju, dopo aver invaso il regno e aver saccheggiato la città di Erzeroum, affrontò l'esercito della coalizione selgiuchide.

La battaglia

Il Sultano aveva radunato un esercito di 80.000 uomini[4] al quale, oltre alle sue forze, partecipavano truppe di Trebisonda inviate da Manuele I, alcuni nobili georgiani e mercenari ifranj. Il grosso delle forze georgiane erano schierate con l'esercito mongolo, poiché la regina Rusudan I si era dichiarata vassalla dei Mongoli in quello stesso anno. L'esercito mongolo era molto inferiore per numero ma riuscì a sconfiggere il Sultano e i suoi alleati.[4]

Le conseguenze

Dopo questa battaglia, Kay Khusraw II cercò l'aiuto del suo nemico l'Imperatore bizantino Giovanni III di Nicea, siglando con lui un trattato di alleanza.[5] Bayju occupò in seguito Sivas, che si arrese senza combattere e che venne saccheggiata. Le città di Tokat e di Kayseri invece tentarono di resistergli e vennero distrutte. Questa campagna estese il controllo mongolo fino ai confini dell'Impero bizantino.[6]. Frattanto l'imperatore di Trebisonda preferì sottomettersi ai Mongoli, pagando un tributo. Kay Khusraw a questo punto si vide costretto a seguire la stessa strategia.[5] Stessa sorte toccò al regno della Piccola Armenia di Aitone I, assicurando così la sicurezza anche degli Armeni che vivevano fuori della Cilicia, in altre regioni anatoliche. Questa politica, seguita anche da suoi successori, protesse il piccolo regno sia dai Selgiuchidi sia dai Mamelucchi[6].

Il Sultanato di Rum si frantumò, lasciando un vuoto che fu occupato da una serie di piccoli regni autonomi, detti beilikati. In seguito questi regni vennero inglobati nell'Impero ottomano.

Note

  1. ^ La localizzazione è controversa:
    • a nord-ovest di Sivas secondo i Sourdel, p. 486
    • sulla strada da Sivas a Erzinjan quindi ad est di Sivas secondo (EN) Katharine Branning, History of the Anatolian Seljuks, in The Seljuk Han in Anatolia.
    • vicino ad Erzinjan secondo Grousset, p. 437
    • tra Erzinjan e Gümüşhane quindi ancora più ad est secondo Anthony Bryer e Richard Winfield, The Byzantine Monuments and Topography of the Pontos, Vol. 1, (Washington D.C.: Dumbarton Oaks, 1985) 172, 353 ed anche secondo Köy Köy Türkiye Yol Atlası (Istanbul: Mapmedya, 2006), cartina 61.
    Ci sono almeno cinque picchi o massicci chiamati Köse Daği nell'Anatolia orientale secondo GeoNames:
  2. ^ 6 muharram 641 AH
  3. ^ Grousset, p. 437
  4. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore cambridge
  5. ^ a b Donald MacGillivray Nicol, Les derniers siècles de Byzance, trad. Hugues Defrance, Tallandier, 2008, p. 43, ISBN 978-2-84734-527-8..
  6. ^ a b Grousset, p. 332

Bibliografia

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