«...that is Valmontone the round, walled town on the mount opposite...»
«...Valmontone, la tonda cittaduzza che sorge cinta di mura sulla montagna...»

Template:Comune Valmontone è un comune di 15.469 abitanti della provincia di Roma, situato su un rialzo tufaceo, lungo la via Casilina a ca. 35 km dalla capitale. La città è raggiungibile anche con l'Autostrada A1 uscendo al casello omonimo e con il treno utilizzando la ferrovia regionale FR6: la stazione di Valmontone è una delle poche della zona ad essere situata praticamente all'interno del paese, a ridosso del centro storico.

Caratteristiche geografiche

Valmontone ha una altitudine di 303 m s.l.m. ed è parte di un sistema orografico formato da piccole valli, e modesti rilievi. Il territorio rientra nel bacino idrografico dell'Alta Valle del Sacco, e difatti il piccolo fiume si incontra al confine tra i comuni di Valmontone e Colleferro, attraversato da un ponte. Il sottosuolo è inoltre ricchissimo di acque e falde freatiche, ragion per cui a Valmontone è stata aperta la sede del C.E.R.I. (il centro di ricerca, previsione, prevenzione e controllo dei rischi idrogeologici).

Nonostante la modesta altitudine renda il territorio considerabile "bassa collina", il clima è influenzato dalla presenza delle suddette strette valli che incanalano aria dal mare, ragion per cui Valmontone ha un clima di tipo oceanico, freddo e umido d'inverno con frequenti gelate mattutine e caldo d'estate con notti umide.

Storia

La storia di Valmontone e del suo territorio viene fatta tradizionalmente risalire ad un'epoca pre-romana: infatti nel territorio comunale viene ipoteticamente collocata l'antica città di Labicum, colonia albana, la cui reale posizione geografica non è ancora chiara, benché la localizzazione più probabile sarebbe tra gli attuali comuni di Monte Compatri e Colonna. Tuttavia, nel XVIII secolo, l'antiquario Francesco de' Ficoroni identificò Labicum con il villaggio di Lugnano[1], che di fatto cambiò nome in Labico nel 1880: sempre nel XIX secolo anche la confinante Valmontone decise di cambiare lo stemma, dall'aquila a scacchi al guerriero Labicano, che ancora oggi è utilizzato. Benché quindi non si possa affermare con sicurezza l'esistenza di Labicum in territorio valmontonese, è archeologicamente provato che qui vi transitasse la via Labicana ed è certa la presenza di insediamenti di epoca romana, dal momento che sono stati rinvenuti numerosi reperti: si va dalle tavole di marmo con iscrizioni in latino ad un paio di sarcofagi di epoca imperiale. Inoltre, durante i lavori per il TAV sono riemersi una piccola stazione termale, una villa rustica, un villaggio di carbonai e delle fornaci per la cottura di laterizi e vasellame. In particolare, le terme con annessa stazione di posta si troverebbero sul tragitto dell'antica e sopracitata via Labicana, nel punto che sulla Tavola Peutingeriana era denominato Ad Bivium: in zona sono presenti le rovine della chiesa di Sant'Ilario con le catacombe paleocristiane.

La storia della Valmontone odierna inizia comunque nel 1052, quando venne costruito sull'attuale sito un castrum, una cittadella fortificata, nominato certe volte come Castrum Lateranensis, in quanto probabilmente patrimonio della Chiesa: già nel VIII secolo probabilmente dei Benedettini avevano fondato il convento di Colle Sant'Angelo.

Il nome Vallis Montonis apparve per la prima volta in un documento del 1139, con il significato di "valle sovrastata da un monte" o, secondo altri, "valle sovrastata dal Montone"[2], cioè la piccola altura su cui sorge il centro storico, circondata dalla valle dove si snoda la Casilina o quella retrostante del Prato della Madonna. Nel 1208 Innocenzo III della famiglia dei Conti[3] acquistò la terra di Valmontone e la affidò in gestione al fratello Riccardo conte di Sora. In questo fiorente periodo Valmontone fu meta ricercata da importanti personaggi come re Carlo VIII di Francia, Urbano VI ed altri pontefici. Successivamente (prima metà del '500) alleanze sbagliate portarono Valmontone in disgrazia, venendo saccheggiata dalle armate di papa Paolo IV prima, e dalle truppe di Marcantonio Colonna poi. Nel 1527 il paese fu saccheggiato dai lanzichenecchi: in uno di questi assalti, Valmontone fu messa a ferro e fuoco, e gli archivi bruciarono, provocando il "buio" riguardante la storia antica del paese.

 
Palazzo Doria-Pamphilij dopo i restauri

Dal 1634 Valmontone è compresa nelle proprietà del principe e futuro cardinale Camillo Pamphilj. Il principe voleva realizzare una sorta di utopica città ideale, la Città Pamphilia, e promosse la costruzione di svariate opere architettoniche. Lo zio paterno, il papa Innocenzo X, visitò la cittadina nel 1662, e soggiornò nel Palazzo Doria. Nel XVIII secolo, i Pamphilj rischiavano di estinguersi, così, con un matrimonio ad hoc, la famiglia si fuse con i Doria-Landi, diventando Doria-Landi-Pamphilj. Nel 1843 Valmontone ricevette la visita di papa Gregorio XVI.

Durante la seconda guerra mondiale Valmontone subì ingenti danni. Nel 1944, gli Alleati, sbarcati ad Anzio, pianificarono l'Operazione Shingle con l'obiettivo di riprendere il controllo su Roma. Valmontone, trovandosi sulla strada per la capitale, era una tappa molto importante, secondo l'altro piano militare, l'Operazione Diadema, nel Maggio-Giugno 1944. Quindi gli Alleati attaccarono ripetutamente la città con cannonate e bombardamenti aerei a tappeto, con lo scopo di scacciare i Nazisti asserragliati al suo interno. Valmontone fu colpita pesantemente: l'80% dei suoi edifici furono rasi al suolo, i restanti erano notevolmente danneggiati e pericolanti. Per i danni subiti e per il valore dimostrato alla fine della Seconda guerra mondiale la città fu insignita della "Medaglia d'argento al Valor Militare".

Monumenti e luoghi di interesse

Nonostante la ricostruzione successiva, la città ha perso il suo aspetto medievale-barocco, se non in alcuni preziosi scorci del centro storico, miracolosamente scampati alla guerra e al dopoguerra.

Tra le poche ma preziose testimonianze scampate alla furia dei bombardamenti, si possono ancora oggi ammirare importanti monumenti, tra cui i due simboli della città stessa:

  • "Palazzo Doria-Pamphilj": si tratta del palazzo baronale: in origine fu un castello fortificato, almeno fino alla breve parentesi dei Barberini, che iniziarono a rinnovare e ampliare la fortezza. Quando il principe Camillo Pamphilj ottenne il feudo di Valmontone, volle creare una sorta di città ideale, la cosiddetta Città Panfilia, che comprendesse non solo il palazzo, ma anche la vicina chiesa e altri edifici, come stalle, magazzini, abitazioni. Per questa ragione richiamò a Valmontone una grande varietà di artisti. Il massiccio e squadrato edificio, secondo il piano del principe, è diviso in 365 stanze, le più importanti delle quali si trovano al Piano Nobile, cioè il primo: qui si possono ancora ammirare, dopo lunghi restauri, alcuni importanti affreschi, tematicamente divisi: le quattro stanze degli Elementi, i quattro dedicati ai Continenti (le Americhe, Europa, Asia e Africa), la stupenda Sala del Principe, decorata a Trompe-l'œil e due cappelle private. Gli affreschi sono stati realizzati tutti tra il 1657 e il 1661 da artisti quali Pier Francesco Mola, Gaspard Dughet, Guglielmo Cortese, Francesco Cozza e Mattia Preti.
 
Mattia Preti, affresco nella Stanza dell'Aria, Palazzo Doria-Pamphilij
  • "Museo Archeologico di Valmontone": il Museo è situato in una parte del prestigioso Palazzo Doria-Pamphilij. Il piano terra ospita un allestimento riguardante il territorio del paese, mentre il piano superiore offre un'introduzione ai diversi siti archeologici presenti intorno Valmontone e argomenti ad essi correlati, attraverso i reperti, plastici e altri media. Vi sono ricostruiti ad esempio il villaggio dei carbonai rinvenuto a Colle Carbone, l'insediamento di Colle dei Lepri, la Mansio (casa coloniale romana), le terme romane e le fornaci di Colle Pelliccione. Il reperto più importante e anche il simbolo del museo è senza dubbio un pettorale dorato, appartenuto probabilmente ad una fanciulla.
  • "La Collegiata": la Chiesa di Santa Maria dell'Assunta fu costruita sull'omonimo tempio gotico del XII secolo, sotto Camillo Pamphilj nell'ambito del rinnovamento del paese, nel XVII secolo (i lavori cominciarono intorno al 1683). I resti della precedente struttura, ormai troppo piccola per il paese in fase di crescita, sono stati rinvenuti nei sotterranei di Palazzo Doria, mentre tratti di vecchi muri sono incastonati nelle pareti del cortile retrostante la chiesa attuale. Fu progettata dall'architetto Mattia de Rossi, fidato allievo del Bernini, con cui si occupò della costruzione di Chiesa di Santa Maria in Montesanto, a Roma: De Rossi si rifece proprio a questa chiesa per il disegno della pianta del nuovo edificio, mentre per l'esterno e la facciata, si ispirò all'opera del "rivale" del maestro, ovvero a Sant'Agnese in Agone a Piazza del Popolo, realizzata da Borromini.[4] Quindi si tratta di una chiesa a pianta ellittica, con quattro cappelle simmetriche rispetto all'asse centrale che dà sull'altare: in esse sono conservati alcuni dipinti barocchi, compresa la pala d'altare, un'Assunzione del Gramiccia. Internamente alla chiesa si possono vedere un paio di reperti risalenti alla precedente struttura gotica, come il vecchio fonte battesimale all'ingresso di destra, e una striscia di mosaico su uno scalino. Esternamente la chiesa si presenta con un pronao concavo decorato da quattro colonne a capitello ionico, compreso tra i due campanili gemelli. L'elegante cupola non è circolare, ma ellittica, per seguire la pianta dell'edificio. Oltre a Sant'Agnese e a Santa Maria in Montesacro, la Collegiata di Valmontone è spesso messa in relazione anche alla Collegiata di Santa Maria Assunta ad Ariccia, altra opera del Bernini
  • "Fontana del Colle": questa fontana fu eretta in stile barocco, come parte del progetto di espansione urbana di Camillo Pamphilj. Formata da un piedistallo che sostiene quattro vasche circolari, una per angolo, decorate con teste di leone. Sul piedistallo si erge poi una colonna sul cui capitello troneggia una statua in bronzo del Labicano, il guerriero romano simbolo di Valmontone dal XIX secolo. La fontana fu quasi completamente distrutta dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, eccezion fatta per una delle vasche e il piedistallo: il monumento fu restaurato e ricostruito 1968. La colonna attuale, di epoca imperiale, è un regalo della città di Roma.
 
Valmontone, Collegiata.
  • "Sant'Antonio": miracolosamente la piccola chiesa scampò ai bombardamenti dell'ultimo conflitto, quindi è praticamente l'unico edificio di epoca medievale presente a Valmontone. Il suo vero nome è Santa Maria delle Grazie e fu eretta nel IX secolo in stile romanico: la costruzione è stata eretta con blocchi di tufo, arricchita da due piccole finestre cieche, una delle quali decorata da un piccolo archetto. L'interno è decorato con stucchi barocchi, una Madonna con il Figlio, e un Sant'Antonio Abate, entrambi anonimi
  • "Colle Sant'Angelo": su questa collina si trovano il cimitero di Valmontone e il Convento Sant'Angelo, costruiti, sembrerebbe, secondo alcune fonti storiche, sul sito di un antico tempio pagano, forse dedicato a Mercurio.[5]. Eretto nel VIII secolo da monaci dell'Ordine Benedettino, resistette fino alla guerra, quando fu praticamente polverizzato: fu ricostruito subito, in quanto simbolo molto importante nella vita dei valmontonesi. Tuttavia si possono ancora vedere alcuni preziosi resti del vecchio monastero nel chiostro, dove è visibile una Via Crucis, parte originale del 1607-08, e nel refettorio: inoltre due campane, una del 1523, l'altra del 1744, sono in mostra nel chiostro
  • "Santuario della Madonna del Gonfalone": chiesa costruita nel 1508, su pianta gotica, al di fuori della cerchia muraria, in una località chiamata Prato della Madonna (o Pratone). In origine il santuario aveva 15 altari. Distrutto nell'ultimo conflitto, fu ricostruito negli anni '50 e l'unica parte originale è l'elegante portale timpanato in stile rinascimentale. Internamente sono degni di nota la zona absidale, salvatasi dalla distruzione, con l'altare maggiore, e un affresco del (1514) della Vergine che allatta Gesù
  • "Santo Stefano": la piccola chiesa, dalle linee semplici, si ritiene fosse stata costruita nel 1624 in seguito alla distruzione, nel 1557, di un'ancora più antica chiesa sita nei pressi di Porta Romana. Ampliata dal principe Pamphilj nel 1733, fu in seguito restaurata altre volte, fino al 1914 ad opera di Monsignor Oreste Giorgi: ovviamente ci sono stati i restauri post-bellici. La chiesa presenta tre altari, quello maggiore dedicato a Santo Stefano, quello a destra alla Madonna di Loreto e quello a sinistra a Santa Anatolia; attualmente Santo Stefano è una chiesa di rito ortodosso ad uso della comunità romena di Valmontone.[6]
  • "Porte delle mura": prima della guerra a Valmontone erano presenti almeno tre porte murarie, ma una di esse, Porta Romana, in stile rinascimentale, fu completamente rasa al suolo e di lei rimane solo il toponimo della via. Le altre due sono Porta Napoletana e Porta Nuova: la prima era una massiccia porta medievale fortificata, con due solidi torrioni merlati sui lati, parzialmente visibili ancora oggi. L'altra fu eretta all'inizio della Via Nuova per volere di Camillo Pamphilj, in stile barocco, come porta per la strada che conduceva alla piazza sulla cima della collina, sul fianco di Palazzo Doria: di questa rimane solo parte della struttura e uno dei cardini.
 
Resti di Porta Romana.

Non lontano dal paese, sempre in territorio comunale, sorge il Valmontone Outlet, una sorta di enorme centro commerciale, realizzato ad imitazione di una città americana, quindi a cielo aperto, con strade, fontane, piazze, edifici, una finta stazione ferroviaria, che ospitano numerose boutique, negozi e ristoranti. Di fronte al complesso è stato aperto nel maggio 2011 un parco divertimenti a tema fantasy, Rainbow Magic Land.

Personaggi

  • Anonimo romano, recentemente identificato in un medico, Bartolomeo di Iacovo da Valmontone (? - 1357 o 1358), almeno secondo il parere del filologo Giuseppe Billanovich: costui compilò tra il 1325 e il 1357 la Cronica[7], in volgare romanesco. Sul piano stilistico e letterario è ritenuto il capolavoro del genere cronistico: la versione finale comprendeva 28 capitoli, la maggior parte dei quali sono andati persi. Superstiti sono i capitoli dal XVIII al XXVII, dedicati a Cola di Rienzo, anche grazie alla grande diffusione che ebbero: se ne conosce persino una versione toscaneggiante ristampata nell'800.[8]
 
Diego Velázquez, ritratto di Camillo Francesco Maria Pamphili
  • Giusto de' Conti (Valmontone, 1390 circa – Rimini, 1449), umanista italiano e autore del canzoniere in volgare La bella mano, composto alla maniera del Petrarca[9][10]
  • Camillo Francesco Maria Pamphili (Napoli, 21 febbraio 1622Roma, 26 luglio 1666), fu il principe che fin dall'acquisizione del nuovo feudo, nel 1651, ebbe l'intenzione di costruire una magnifica residenza, nell'ambito della riqualificazione dell'intero borgo di Valmontone, per poterne fare una potenziale nuova sede vescovile a danno della vicina Segni: trasformare Valmontone da 'terra' a 'città', precisamente una 'città pamphilia', secentesco progetto di città ideale.[11]
  • San Leonardo da Porto Maurizio (Imperia, 1676 - 1751), fu un francescano dell'ordine Riformato: giunse a Valmontone il 26 settembre 1732, nell'ambito del suo cammino lungo tutta la penisola per divulgare la devozione verso l'Immacolata e la Via Crucis, rimanendovi per due settimane, alloggiato al Convento Sant'Angelo. In questo lasso di tempo suscitò nei valmontonesi enorme entusiasmo e commozione, tanto che alcuni riti e formule e processioni introdotte dal santo esistono ancora oggi nella tradizione del paese: tra l'altro San Leonardo benedisse le edicole della antica Via Crucis che portava al convento, le quali tuttavia furono distrutte durante i bombardamenti, ad eccezione della VI stazione, restaurata nel 1905. Le nuove edicole sono state ricostruite lungo la scalinata che porta su al colle, inaugurate il 2 ottobre 1987.[12]
  • Giuseppe Garibaldi passò per Valmontone nel 1849, recandosi a Roma per difenderla dai francesi alleati del Papa: fu ospitato per un paio di giorni da Achille Ballarati, nella sua casa nell'attuale corso Garibaldi 11.
  • Achille Ballarati, (Vetralla, 1822 - Valmontone, 1883) fu tenente e combatté nel Veneto (1848) con il Battaglione Universitario Romano. Oltre alle attività garibaldine, dopo l'Unità d'Italia divenne anche il primo sindaco di Valmontone, nel 1870, impegnandosi notevolmente per migliorare le condizioni di vita dei suoi concittadini "adottivi": ad esempio dotò la città di una scuola elementare pubblica[13], di un'adeguata illuminazione notturna, di un "Regolamento di Pulizia Urbana" e fece anche costruire il nuovo cimitero a Colle Sant'Angelo, utilizzato a partire dal 1872.[14]
  • Giuseppe Ballarati (Valmontone, 1864 - Roma, 1919 ), figlio di Achille Ballarati, fu un uomo impegnato nelle battaglie sociali: la sua idea era quella di assegnare le terre ai lavoratori delle campagne, e di far abolire tutti quei privilegi ancora in vigore dal medioevo. Creò a difesa dei lavoratori le famose Leghe Contadine, modello per simili associazioni apartitiche che in seguito sorsero in tutto il Lazio: nel 1906 pubblicò anche il primo numero della rivista "La Difesa del Contadino".[15]
  • Totò, alias Antonio de Curtis (Napoli, 15 febbraio 1898Roma, 15 aprile 1967), soggiornò diversi mesi a Valmontone: si racconta che nel luglio del '43, passeggiando per l'attuale Via XXV Aprile, raddrizzò un alberello spezzato dai bombardamenti che stavano devastando la città. L'albero esiste tutt'oggi, è chiamato l'Albero di Totò e sotto di esso è stato eretto, nel 2002, un busto bronzeo commemorativo al celebre "principe della risata".

Infrastrutture e trasporti

Strade

Ferrovie

Mobilità urbana

  •   I collegamenti urbani sono garantiti dagli autobus della società "Corsi e Pampanelli"[16] grazie alle linee C1 e C2.

Mobilità extraurbana

  •   I collegamenti sono garantiti dalle autolinee COTRAL, che effettua collegamenti quotidiani con Roma e le altre città della provincia. [17].

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[18]

Amministrazione

|Nome sindaco: Egidio Calvano |Partito: occupazione e solidarietà (Pdl) |Data del mandato : 16/05/2011

Gemellaggi

Valmontone è gemallata con:

Le relazioni di gemellaggio sono portate avanti dall'associazione Amici per l'Europa: home page dell'associazione.

Galleria fotografica

Note

  1. ^ Francesco de Ficoroni, Le memorie ritrovate nel territorio della prima, e seconda città di Labico e i loro giusti siti, descritti brevemente da Francesco de Ficorioni socio della Reale Accademia di Parigi dedicate a Monsignor illustrissimo, e reverendissimo Giovanni Bottari. Roma : Nella stamperia di Girolamo Mainardi, 1745
  2. ^ Gabriele de Bianchi, Storia di Valmontone, 1981, p.42
  3. ^ Gabriele de Bianchi, Storia di Valmontone, 1981, pgg.327-328
  4. ^ Luca Maggi, La Fabbrica Pamphiliana di Valmontone: il Palazzo e la Colleggiata, in Palazzo Doria Pamphilj a Valmontone, 2004, pgg 23-24
  5. ^ [...] Infatti verso la fine degli anni '50, nel rimuovere le macerie della chiesa francescana distrutta dai bombardamenti del 1944, furono casualmente rinvenuti reperti archeologici attribuibili ad un santuario romano [...] - Stanislao Fioramonti, Valmontone e i Francescani, 1994, p.7
  6. ^ Gabriele de Bianchi, Storia di Valmontone, 1981
  7. ^ Leggi La Cronica su Medioevo.Roma
  8. ^ Cfr. su Medioevo.Roma l'attribuzione dell'identità dell'Anonimo Romano
  9. ^ Alberico Piacentini, Giusto de Conti di Valmontone, 2006
  10. ^ contributo su vita e opere di Giusto de'Conti: 1) I Convegno Internazionale su vita ed opere di G.d.Conti - 5/6 ottobre 2006 ,Valmontone (a cura di Gaetano Pontecorvo e Italo Pantani). 2) Atti del I Convegno, a cura di Italo Pantani, Bulzoni editore, Roma. 3) Italo Pantani, L'Amoroso messer Giusto de' Conti, Salerno editore, Roma.
  11. ^ Luca Maggi, La Fabbrica Pamphiliana di Valmontone: il Palazzo e la Colleggiata, in Palazzo Doria Pamphilj a Valmontone, 2004
  12. ^ Stanislao Fioramonti, Valmontone e i Francescani, 1994, capitolo III
  13. ^ Per Ballarati "Più della povertà è l'ignoranza il peggior male del popolo!"
  14. ^ Gabriele de Bianchi, Storia di Valmontone, 1981
  15. ^ Gabriele de Bianchi, Storia di Valmontone, 1981
  16. ^ Corsi e Pampanelli
  17. ^ Orari COTRAL Valmontone
  18. ^ Dati tratti da:

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