Arcangelo Guglielmelli

architetto, ingegnere e pittore italiano

Arcangelo Guglielmelli (Napoli, 1648Napoli, 1723) è stato un architetto, ingegnere e pittore italiano.

Sant'Angelo a Nilo: Decorazione a stucco in facciata
Sant'Antoniello a Port'Alba: Facciata
Rosariello alle Pigne: Facciata

Biografia

Nacque da Marcello e Caterina Vera, crebbe nell'abitazione di un certo Onofrio de Marino, pittore. La sua formazione avvenne sotto la guida del noto Dionisio Lazzari, che lo introdusse agli ordini religiosi più rappresentativi. Divenne, nel tempo, rivale di Francesco Solimena perché ricercava, a differenza di Solimena, nella consolidata tradizione napoletana. Questi fastidi procurarono non pochi danni sulla memoria dell'architetto che venne completamente trascurato da Bernardo De Dominici, che istigato dal Solimena stesso, non trattò nelle sue biografie sugli artisti napoletani il Guglielmelli. Guglielmelli fu anche pittore specializzato nelle quadrature collaborando con Luca Giordano tra i quali la Cacciata dei Mercanti del Tempio nella Chiesa dei Gerolamini, e prima della definitiva rottura, con Solimena dove realizzò le architetture nel Miracolo delle Rose nella Chiesa di Donnaregina Nuova e prospettive nella sagrestia della Basilica di San Paolo Maggiore.

Iniziò la sua attività come progettista di macchine effimere per la festa di San Gennaro nel 1671 e per le Quarantore nel 1677. Nel 1677 sposò la figlia di Onofrio de Marino, dal matrimonio nacquero due figli: Marcello Guglielmelli, architetto, e Gaetano, novizio nella Chiesa di Santa Maria della Vita. Nello stesso anno lavorò alla ristrutturazione del presbiterio della Chiesa del Gesù delle Monache, aggiungendo un cupolino, di riferimento culturale berniniano, che illumina l'altare. Nel 1678 fu attivo presso il Complesso di Santa Maria della Consolazione e in una cappella della Chiesa di Santa Maria della Stella, oggi non pervenuta a causa dei danni bellici.

Tra il 1682 e il 1684 fu il progettista degli stucchi nel Complesso di Sant'Antonio delle Monache a Port'Alba, contemporaneamente progettò l'intervento della facciata della Chiesa di Santa Maria in Portico, tuttavia i due terremoti sviluppano l'occasione per il rinnovo dell'apparato decorativo, ma nel contempo riuscì ad accogliere gli sviluppi architettonici da Roma introdotti dagli architetti della città papale. Dopo il sisma del 1688 si occupò del restauro della Chiesa della Compagnia della Disciplina della Santa Croce. Dal 1690 al 1693 rifece completamente la chiesa Chiesa di Santa Maria del Rosario alle Pigne, la struttura, caratterizzata da una planimetria a croce greca con bracci trasversali corti, possiede una facciata molto singolare: al centro si apre una nicchia che allggia la statua della Vergine sotto un panneggio di matrice berniniana. Dal 1691 lavorò al completamento della Chiesa di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone. Al seguito dei danni provocati dal sisma, realizzò gli interventi di restauro e consolidamento nella Cattedrale di Amalfi e della Cattedrale di Salerno. Nella prima chiesa pu autore di rilevanti modifiche alla struttura originaria come la sostituzione dei pilastri alle colonne, murazione finestre, stucchi e cassettonato nella navata centrale. La facciata fu cancellata alla fine del XIX secolo e rifatta da Errico Alvino. Alla chiesa salernitana, i cui lavori durarono dal 1691 al 1697, fu eseguita un percorso di iglobamento delle precedenti strutture.

Nel 1692, su commissione di Antonio Sanfelice e di Carlo Celano, fu il progettista del restauro della Basilica di Santa Restituta; si occupò della soluzione berniniana del proscenio sorretto dagli angeli di Bartolomeo Ghetti che incornicia un dipinto di Lorenzo Vaccaro. Tra il 1692 e il 1693 progettò la nuova cupola della Chiesa del Gesù Nuovo, abbattuta nel secolo successivo per dissesti; si occupò del restauro delle cappelle e realizzò i portali laterali con il fastigio del portale centrale realizzato da Pietro Ghetti e Bartolomeo. Nel 1693 sostituì Giovan Battista Contini come architetto ordinario dell'Abbazia di Montecassino e rimaneggiò la Chiesa di San Germano a Cassino. Nel 1694 gli venne commissionato il progetto di espansione della Chiesa di Santa Maria Donnalbina, aggiungendo un presbiterio con cupola. Contemporaneamente realizzò il completamento della Chiesa di San Carlo all'Arena e di San Giorgio Maggiore.






Collaboratore del più noto Dionisio Lazzari, Arcangelo fu noto anche come pittore. La sua personalità emerse dopo i terremoti del 5 giugno 1688 e del 1693 divenendo uno dei favoriti tecnici della ricostruzione post-sismica, in breve tempo divenne architetto ordinario dei maggiori ordini della città. Come detto prima il Si mise in mostra già con la progettazione della facciata della nel 1682, durante il sisma del 1693 le monache del Complesso di Sant'Antonio delle Monache a Port'Alba chiamorono come tecnico il Guglielmelli per eseguire una perizia sullo stato dei luoghi e poco dopo le stesse moneche diedero l'avvio al restauro all'architetto stesso che seppe rientrepretare in chiave personale alcuni temi che si svilupparono in quel periodo a Roma, i suoi rimaneggiamneti principali realizzati sono la Chiesa di Sant'Agostino degli Scalzi, il Complesso di Santa Maria delle Periclitanti e la Chiesa di Santa Maria Donnalbina.

Completò la Chiesa di San Giuseppe dei Ruffi e la Chiesa di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone, realizzò ex novo la cupola della Chiesa del Gesù Nuovo successivamente ricostruita da Ignazio di Nardo, progettò la Chiesa di Santa Maria del Rosario alle Pigne e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Piazzetta Mondragone. A Montecassino vi è una collezione di incisioni datate 1733, a dieci anni dalla morte, le incisioni sono state realizzate su riferimenti di disegni e tavole di progetto realizzate tra il 1697 e il 1699 dall'architetto stesso. Testo in grassetto

Disegni di Montecassino

Bibliografia

  • GIOSI AMIRANTE, Arcangelo Guglielmelli e l'architettura a Napoli tra la fine del '600 e l'inizio del '700, in «Napoli nobilissima», 3.a serie, XVIII, 1979
  • Giosi Amirante, Trasformazioni della scena urbana tra '600 e '700, in Barocco napoletano di AA.VV a cura di Gaetana Cantone, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma 1992.
  • Il "Poggio delle Mortelle" nella storia dell'architettura napoletana", tesi di laurea in Storia dell'architettura e della città, candidato Emilio Ricciardi.