Claudio Scajola
Template:Membro delle istituzioni italiane Antonio Claudio Scajola (Imperia, 15 gennaio 1948) è un politico italiano, più volte ministro della Repubblica.
| Claudio Scajola | |
|---|---|
| Ministro dello Sviluppo Economico | |
| Durata mandato | 8 maggio 2008 – 4 maggio 2010 |
| Presidente | Silvio Berlusconi |
| Predecessore | Pierluigi Bersani |
| Successore | Silvio Berlusconi (ad interim) |
| Ministro dell'interno | |
| Durata mandato | 11 giugno 2001 – 3 luglio 2002 |
| Presidente | Silvio Berlusconi |
| Predecessore | Enzo Bianco |
| Successore | Giuseppe Pisanu |
| Ministro per il Programma di Governo | |
| Durata mandato | 28 agosto 2003 – 23 aprile 2005 |
| Presidente | Silvio Berlusconi |
| Predecessore | Giuseppe Pisanu |
| Successore | Stefano Caldoro |
| Sindaco di Imperia | |
| Durata mandato | 1982 – 1983 |
| Predecessore | Renato Pilade |
| Successore | Martina Bencardino |
| Durata mandato | 1990 – 1995 |
| Predecessore | Martina Bencardino |
| Successore | Davide Berio |
| Dati generali | |
| Partito politico | Il Popolo delle Libertà (dal 2009) Forza Italia (1994-2009) Democrazia Cristiana (pre 1994) |
Famiglia, studi, esperienze politiche e lavorative
Antonio Claudio Scajola[1] è figlio di Ferdinando Scajola, fondatore ad Imperia della Democrazia Cristiana, segretario provinciale dello stesso partito e sindaco della città, oltre che già dirigente Inps dal 1942, dopo il trasferimento da Roma[2]. Anche il fratello di Claudio, Alessandro Scajola, fu eletto Sindaco della città ligure e deputato per due legislature nella DC.
Claudio Scajola, seguendo l'esempio del padre morto prematuramente e del suo padrino di Cresima Paolo Emilio Taviani, militò nella FUCI e poi nel movimento giovanile della Democrazia Cristiana, entrando ben presto nella direzione nazionale. Frequentò in quegli anni il corso di laurea in giurisprudenza all'Università degli Studi di Genova, come studente lavoratore, senza giungere alla laurea (la conseguirà nei primi anni del 2000 quando sarà ministro in carica). A 23 anni iniziò a lavorare come amministratore pubblico, diventando dirigente INADEL. Nel 1975, a 27 anni, divenne presidente dell'ospedale regionale di Costarainera[3], ed in seguito passò alla presidenza dell'USL d'Imperia.
Scajola si sposa in quegli anni con Maria Teresa Verd,a da cui nasceranno Pier Carlo e Lucia[2].
Carriera politica locale e Sindaco di Imperia (1982-83, 1990-95)
Nel 1980 venne eletto consigliere comunale di Imperia. Nell'ottobre 1982 divenne Sindaco d'Imperia a soli 34 anni, il più giovane Sindaco d'Italia in una città capoluogo di provincia[4], in sostituzione del dimissionario Renato Pilade, travolto da uno scandalo familiare. Fu il terzo membro della famiglia Scajola a ricoprire, in meno di tre decenni, il ruolo di sindaco di Imperia: oltre al già citato padre anche il fratello Alessandro, che diventò nel 1979 deputato DC alla Camera, ricoprì la carica di primo cittadino per due mandati (1974-1975 e 1977-1979). Come il padre Ferdinando, che dovette dimettersi dopo solo un anno di mandato poiché sospettato di aver favorito il cognato per un posto di primario[5] , Claudio Scajola fu costretto a dimettersi a sua volta, per l'accusa di concussione.
In quella vicenda, relativa all'appalto per la gestione del Casinò di Sanremo, Scajola venne inizialmente coinvolto nelle indagini per essere stato presente a un incontro segreto a Martigny (Svizzera) insieme all'allora sindaco di Sanremo Osvaldo Vento e ad una delle parti in gara (il conte Giorgio Borletti), con l'accusa di tentata concussione aggravata[6]. Venne perciò arrestato il 12 dicembre 1983 su disposizione del procuratore di Milano Piercamillo Davigo, ma alla fine fu prosciolto da ogni accusa di richiesta di tangenti nel 1988 perché considerato estraneo ai fatti. In pratica il giudice accolse la tesi difensiva che sosteneva che l'incontro avvenne soltanto per chiedere al conte Borletti un maggiore equilibrio politico nella gestione della casa da gioco.[7] L'accusa dei PM si basava sulla sua accettazione di un invito rivoltogli da Vento, Sindaco di Sanremo, a partecipare ad un pranzo con il conte Borletti in Svizzera. Vento voleva con sé Scajola perché l'uomo di spicco della Dc ad Imperia, per cui sperava che questo convincesse Borletti ad invalidare l'asta per la gestione del casinò, ma non fu provato che Scajola ne sapesse qualcosa, dunque nulla di più successe.[8], A causa di quelle accuse fu recluso per 71 giorni in carcere a San Vittore.[9], dopo il quale ottenne la libertà provvisoria fino all'arrivo della sentenza che recitava: "Il fatto non sussiste"[10]. Nel 1990 tornò a ricoprire la carica di sindaco fino al 1995[11] in una giunta di pentapartito.
Negli anni come Sindaco di Imperia venne realizzata la piscina polifunzionale e vennero recuperati dal mare spazi per la realizzazione del Porto turistico. Si sviluppò inoltre la manifestazione delle "Vele d'Epoca", che raduna le barche a vela di tutto il mondo, dal quale conseguì il gemellaggio con Newport, "capitale" della vela negli Stati Uniti e storica sede delle regate della America's Cup.
Durante la sua amministrazione dovette affrontare una grave crisi idrica che risolse, inizialmente, facendo installare 34 contenitori nelle zone strategiche e 10 punti di prelievo dall’acquedotto del Roja. Successivamente, facendo costruire un nuovo acquedotto che, scavalcando il colle di San Bartolomeo al Mare, faceva confluire l’acqua del torrente Arroscia direttamente nel torrente Impero. L’opera venne denominata il “by pass” dell’Arroscia.[12],
Deputato di Forza Italia (1996-2008)
Nel 1995, con la lista centrista "Amministrare Imperia" si ricandidò a sindaco di Imperia in contrapposizione al centro sinistra e al centro destra.[13] Nello stesso anno aderì poi a Forza Italia. Ne ottenne inizialmente l'incarico di coordinatore provinciale e, quindi, nelle elezioni politiche del 1996 venne eletto deputato nel collegio uninominale Liguria 2 d'Imperia della coalizione Polo per le Libertà, guidata da Silvio Berlusconi con 35.443 voti (44,7%).
Fu Paolo Emilio Taviani, secondo Scajola, a suggerirgli l'adesione al progetto politico di Silvio Berlusconi:[14].
Nell’autunno del ’95 andai a trovarlo per chiedere il suo parere su una decisione che dovevo prendere a breve. Dopo la caduta della DC mi ero candidato a Imperia con una lista civica terzo polista. Grande successo al primo turno, ma la divisione dei moderati favorì la vittoria della sinistra. Ora si avvicinavano le probabili elezioni politiche. Berlusconi mi corteggiava... Che fare? Smettere di fare politica o seguire Berlusconi con Forza Italia? Lui mi guardò fissandomi, poi rispose: “Mi pare che quest’ultima sia per te l’unica scelta possibile”. E’ proprio in seguito a quella scelta che, divenuto deputato, iniziò il mio percorso politico romano, il coordinamento di Forza Italia, la sua trasformazione con l’adesione al Partito Popolare Europeo[15].
Il rapporto tra Claudio Scajola e Paolo Emilio Taviani era iniziato dall'amicizia con Ferdinando, padre di Claudio, attivo già prima della guerra nell'Azione Cattolica e nel Partito Popolare. Politico ligure di riferimento, figura centrale della Democrazia Cristiana, storico e più volte Ministro, il senatore a vita Taviani fu, nel 1955, padrino di cresima[16][17][18][19][20] e nel 1978 testimone di nozze[21][22] di Scajola. Il loro ultimo incontro risale ad una settimana prima della morte di Taviani[23], pochi giorni prima della nomina di Scajola a ministro dell'Interno (incarico che aveva ricoperto anche Taviani[24] negli anni 1962-68 e 1973-74).
Coordinatore di Forza Italia (1996-2001)
L'8 maggio del 1996 Berlusconi lo nominò coordinatore organizzativo di Forza Italia e gli affidò l'incarico di elaborare lo statuto del partito, che venne approvato nel gennaio del 1997[25] ed i regolamenti. In questi due anni si dedicò a volgere le caratteristiche del movimento berlusconiano verso l'assunzione di caratteri più propri di una organizzazione politica nazionale, con una struttura più definita e radicata nel territorio. Tra il 1997 ed il 1998 si svolsero i congressi provinciali. Si tenne invece a Milano, dal 16 al 18 aprile 1998, nella sala condressi del Forum di Assago, il primo congresso nazionale di Forza Italia, alla presenza di 3000 delegati.
Subito dopo il congresso, Claudio Scajola fu promosso da Berlusconi coordinatore nazionale di Forza Italia (incarico mantenuto fino al 2011). Scajola si spese, anche tramite una visita ad Helmut Kohl, per ottenere l'ingresso di Forza Italia nel Partito Popolare Europeo. Grazie anche all'appoggio del leader spagnolo Josè Maria Aznar e del tedesco Kohl, Forza Italia entrò nel Partito Popolare Europeo con i suoi 22 europarlamentari e divenne così il gruppo italiano più numeroso all'interno del Ppe [26].
Ministro dell'Interno (2001-2002)
Alle elezioni politiche del 2001 Scajola venne nuovamente rieletto deputato nel collegio uninominale di Imperia (Collegio Liguria 2), con 43.910 voti (56,9%) e nella quota proporzionale in Liguria, Marche e Puglia come capolista. Fece parte di numerosi governi guidati da Berlusconi. Scajola viene nominato ministro dell'Interno (2001-2002) e, in seguito alle polemiche sulle sue dichiarazioni su Marco Biagi, ministro per l'attuazione del programma di Governo (2003-2005). Il 23 aprile 2005 diventa Ministro delle Attività produttive fino al 2006.
Il 10 giugno 2001 Claudio Scajola è chiamato a far parte del Governo Berlusconi II qualeMinistro dell'Interno. Il primo provvedimento che Scajola dovette emanare fu la ridefinizione della figura del Prefetto come funzionario che si deve misurare con i risultati. Scajola crea quindi una struttura innovativa del Ministero, dividendolo in dipartimenti[27].
Il G8 di Genova
Sotto la sua gestione, dopo meno di un mese dal suo insediamento al Viminale, avvengono i Fatti del G8 di Genova del luglio 2001 dove l'Italia viene messa sotto accusa per le violenze delle forze dell'ordine da Amnesty International[28], e su cui si è in seguito espressa anche la Corte europea dei diritti dell'uomo.
Nel febbraio 2002, il ministro Scajola dichiarò in relazione all'organizzazione del G8 di avere autorizzato ad aprire il fuoco in caso di ingresso dei manifestanti nella zona rossa ("...Fui costretto a dare ordine di sparare se avessero sfondato la zona rossa").[29] Tali dichiarazioni suscitarono sconcerto e vivaci polemiche. Vittorio Agnoletto, portavoce del movimento no-global, chiese le dimissioni del ministro, sostenendo che le affermazioni di questi costituivano prova dell'esistenza di "un piano di repressione organizzato da governo, carabinieri e servizi segreti.".[30] In seguito Scajola ritrattò, definendo "non del tutto propria sotto il profilo giuridico e approssimativa se estrapolata dal contesto" la dichiarazione da egli stesso rilasciata e affermando di non aver mai dato ordine alle forze dell'ordine di aprire il fuoco sui manifestanti.[31]
Il caso Biagi e le dimissioni
Nel 2002 venne assassinato il professore universitario Marco Biagi, consulente del governo. Scajola finì al centro di polemiche poiché il ministero da lui diretto aveva tolto la scorta a Marco Biagi nonostante questi avesse manifestato preoccupazione per la propria vita. Per quanto riguarda le responsabilità relative alla mancata assegnazione della scorta a Marco Biagi, 50 anni, consulente del ministro Maroni e autore del Libro Bianco sul lavoro, dagli atti giudiziari relativi all’inchiesta sull’uccisione del professore, avvenuta a Bologna la sera del 19 marzo 2002 da parte di un commando delle Brigate Rosse, è emerso che dal 25 luglio all’11 settembre 2000 il servizio di scorta per Biagi si estendeva a Bologna, Milano, Roma e Modena[32]. A decidere a chi assegnare le scorte e a chi no, erano per legge i Comitati Provinciali per l’Ordine e la Sicurezza[33]. Ed è quello di Roma, improvvisamente, che il 9 giugno del 2001 revoca la scorta a Biagi. Il professore, che continuava a ricevere minacce di morte, inoltra la sua protesta e scrive ripetutamente ad amici delle istituzioni (ministri, prefetti e questori): Maurizio Sacconi (sottosegretario al welfare), Stefano Parisi ( direttore di Confindustria), Pier Ferdinando Casini (presidente della Camera), Sergio Iovino (prefetto di Bologna), [[Roberto Maroni] (Ministro del Welfare)][34]. Il 30 giugno 2002 il Corriere della Sera e il Sole 24 Ore pubblicarono una chiacchierata tra Scajola (in visita ufficiale a Cipro) e alcuni giornalisti.[35]
Tali affermazioni (in particolare l'ultima frase) inasprirono le polemiche e portarono alle dimissioni di Scajola il 4 luglio 2002.[36][37]
I voli ad personam Albenga-Fiumicino
Scajola era ministro dell’Interno da qualche mese quando l'Alitalia affidò ai propri manager il compito di studiare l’istituzione di un volo quotidiano dall’aeroporto di Albenga (33 chilometri da Imperia, città natale del ministro e suo collegio elettorale) a quello di Roma Fiumicino. La nuova rotta, anche grazie all'interessamento del ministro, entrò in funzione il 17 maggio 2002 e il nuovo collegamento venne presentato ufficialmente dall’amministratore delegato dell’Alitalia Francesco Mengozzi e dal ministro dell’Interno Claudio Scajola. Ma con la stessa velocità con cui era stato istituito, il collegamento diretto Albenga-Fiumicino venne soppresso dall’Alitalia poco dopo le dimissioni di Scajola dal Viminale.
L’ex deputato di Rifondazione comunista Gigi Malabarba presentò una interrogazione parlamentare affermando che il massimo storico di passeggeri registrati su quel volo era stato di 18 unità. “Era un volo ad personam per il ministro Scajola”, sottolineò. Poco dopo il rientro di Scajola al governo, questa volta come ministro per l’attuazione del Programma (28 agosto 2003), ricomparve anche il volo ma non più tra le rotte di Alitalia, bensì con Air One, in regime di continuità territoriale con i contributi dello Stato: un milione di euro che il governo Berlusconi aveva messo a disposizione dei collegamenti aerei fra le aree più “decentrate”, ma anche il volo Air One in seguito venne cancellato nel 2007, quando Scajola non era più al Governo.[38] Nel Governo Berlusconi IV Scajola è ministro delle attività produttive ed il volo Albenga-Fiumicino viene ripristinato.[39][40]
Scajola, che ha volato nella maggior parte dei casi dall'aeroporto di Genova e non da quello di Albenga[41]. , ha sempre considerato pretestuosa la polemica: "il solo scopo di questa rotta è collegare meglio la Liguria - una regione turistica del nord molto disagiata per ragioni morfologiche - al resto dell'Italia. Albenga rientra tra gli scali minori in aree turistiche o economiche importanti (individuati in base ad una legge del 1999 fatta dal primo Governo Prodi). Dal 2005 al 2007 la linea Roma-Albenga, gestita da soli imprenditori privati senza contributi pubblici, è stata utilizzata da oltre 32.000 passeggeri, in gran parte diretti a Sanremo, Alassio e in Costa Azzurra"[42].
Incarichi in Forza Italia (2002-2004)
Nominato coordinatore della campagna elettorale di Forza Italia per le elezioni amministrative del 2002, il 23 aprile 2004 il governo lo nominò Presidente del comitato nazionale per la celebrazione di Cristoforo Colombo. Il 3 dicembre 2004 il partito lo indicò come Presidente del Comitato di presidenza di Forza Italia.
Ministro per l'Attuazione del Programma di Governo (2003-2005)
Dopo un anno dalle dimissioni, il 31 luglio 2003 Claudio Scajola è reintegrato nell'organico del governo Berlusconi II come Ministro per l'Attuazione del Programma di Governo dal presidente Silvio Berlusconi. Nel 2004 fa redigere e pubblicare un "Rapporto di metà legislatura", bilancio del lavoro svolto dal Governo Berlusconi nei primi tre anni della legislatura. Dedica il "Rapporto 2005", dal titolo "Il Governo delle Grandi Riforme: 2001-2005" all'azione riformatrice del Governo Berlusconi per la modernizzazione del Paese. Istituisce inoltre il Dipartimento per il programma di Governo che, con la contestuale Direttiva presidenziale, recante "Indirizzi per garantire la coerenza programmatica dell'azione del Governo", costituiscono i pilastri organizzativo e funzionale, sui quali si strutturerà l'azione di aggiornamento e di monitoraggio dello stato di attuazione del programma[43][44]
Ministro delle Attività Produttive (2005-2006)
Il 23 aprile 2005, in occasione della formazione del nuovo governo Berlusconi III, Claudio Scajola è nominato Ministro delle Attività Produttive. Scajola porta avanti la centralità del ministero nella politica economica del governo ed il rilancio del sistema produttivo nazionale. Presenta inoltre il Piano industriale triennale[45], centrato sull'innovazione, la specializzazione e l'internazionalizzazione delle imprese, l'attività di codificazione e semplificazione delle norme, la riforma degli incentivi, l'impulso ad una nuova politica energetica, la difesa del Made in Italy ed il rilancio del turismo[46].
Presidente COPACO (2006-2008)
Alle elezioni politiche del 2006 è stato rieletto deputato per Forza Italia nelle circoscrizioni Liguria e Puglia. Opta per la Liguria.
Nell'estate del 2006 viene nominato Presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza (COPACO), che diviene COPASIR a seguito della legge di riforma approvata dal Parlamento nel 2007, con Massimo Brutti vicepresidente ed Emanuele Fiano segretario. Il testimone passò successivamente a Francesco Rutelli nel 2008.
Deputato PDL (2008)
Confermato deputato nella XVI Legislatura alle elezioni politiche dell'aprile 2008 nella circoscrizione Liguria. Dall'8 maggio 2008 ricopre la carica di Ministro dello Sviluppo Economico nel Governo Berlusconi IV dove propugna tra l'altro la necessità dell'avvio di un nuovo programma energetico nucleare, fino a nuove dimissioni il 4 maggio 2010 per lo scandalo relativo alla cricca Anemone, rispetto alla quale la magistratura lo ha ritenuto estraneo.
Dal 10 novembre 2010 è Presidente della Fondazione Cristoforo Colombo per le libertà [47].
Ministro dello Sviluppo Economico (2008-2010)
L'8 maggio 2008 Claudio Scajola è stato nominato Ministro per lo Sviluppo Economico del Governo Berlusconi IV. Il ministero viene da Scajola riorganizzato ed accorpato[48]. In seguito alla riorganizzazione, il Ministero per lo Sviluppo Economico è composto da 4 dipartimenti (Impresa e internazionalizzazione, energia, sviluppo e coesione e comunicazioni), 16 direzioni generali e 1 ufficio per gli affari generali e le risorse. Le strutture di collaborazione con il vertice sono state ridotte da 3 a 1 ed il personale degli uffici di diretta collaborazione è passato da 348 a 270 unità con un risparmio di spesa di oltre il 21%[49]. Anche le posizioni dirigenziali, di livello generale e non generale, sono state ridotte passando da 245 a 208, con un risparmio complessivo di 20 milioni di euro l’anno[50].
Il Parlamento approva il 9 luglio 2009 (dopo 4 letture e quasi dieci mesi di lavoro senza il ricorso alla fiducia) un provvedimento, proposto dal Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola (collegato alla finanziaria del 2009), denominato "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese e l'energia". Il provvedimento cosìdetto "Legge Sviluppo" è entrato definitivamente in vigore il 15 agosto 2009. Il testo, formato da 64 articoli, contiene principalmente interventi in materia di sviluppo e competitività delle imprese, energia e tutela dei consumatori[51][52][53].
Le riforme strutturali introdotte dalla Legge Sviluppo in campo energetico snelliscono le procedure per la realizzazione delle reti e delle infrastrutture energetiche con lo sportello unico per l’autorizzazione di rigassificatori ed interventi più veloci sui cantieri della rete elettrica; si sviluppa anche il settore dell’efficienza del settore energetico (nascita della borsa del gas) e delle fonti rinnovabili con un piano straordinario per l’efficienza ed il risparmio energetico ed incentivi per l’eolico e le biomasse. La Legge Sviluppo ha posto inoltre le basi per il ritorno all’energia nucleare in Italia[54]. (poi sospeso dalla Moratoria approvata dal Governo il 25 maggio 2011[55], per riscrivere le norme sulla sicurezza nucleare - in seguito alla fuga radioattiva nella centrale nucleare di Fukushima[56][57], causata dal terremoto che ha colpito il Giappone - ed interrotto dal risultato del referendum del 12 e 13 giugno 2011).
In materia di impresa, invece, la Legge 99 del 2009 ha dato vita alle Reti d’Impresa (piccole e medie imprese che si aggregano senza perdere la propria identità e ricevono sgravi e agevolazioni fiscali), al Piano di Sviluppo Strategico come regia nazionale per individuare investimenti e opere per il Paese, al riordino degli incentivi (con i nuovi Contratti di Sviluppo eredi dei Contratti di Programma) e la semplificazione delle procedure, alla riforma delle Camere di Commercio, al riordino degli strumenti per l’internazionalizzazione. Con la Legge Sviluppo è attuata inoltre l’autocertificazione sostitutiva delle imprese, che potranno così partecipare alle gare, ottenere autorizzazioni e concessioni della P.A e la comunicazione unica per l’iscrizione all’albo delle società cooperative tramite la comunicazione unica. Direttive inoltre per il rafforzamento della Lotta alla Contraffazione tramite l’inasprimento delle sanzioni penali; l’introduzione del reato e la tutela del Made in Italy[58].
Sul fronte dei consumatori, invece, attuata la Class Action (Azione di Classe o causa collettiva)[59][60], la trasparenza sui prezzi dei carburanti con il sistema di confronto on-line, incentivi per il passaggio all’auto a metano o gpl e la legge annuale per il mercato e la concorrenza[61].
Il caso Anemone e le dimissioni
Nel 2010 la Guardia di Finanza trova traccia di assegni circolari per circa 900.000 euro, tratti da un conto corrente bancario intestato ad un professionista vicino al gruppo presieduto dall'imprenditore romano Diego Anemone (coinvolto in un'inchiesta secondo la quale il gruppo avrebbe ricevuto appalti pubblici dalla Protezione civile quali frutti di corruzione). Interpellate in proposito, le beneficiarie degli assegni[62] hanno affermato di averli ricevuti per la vendita a Scajola di un appartamento a Roma davanti al Colosseo. Scajola ha negato queste circostanze ribadendo in più occasioni di aver pagato l’immobile con i 600.000 euro attestati nell'atto notarile e di tasca propria, per i quali ha contratto regolare mutuo.[63]. Affermò quindi che in quella casa non ci sarebbe rientrato più, che aveva già dato mandato di venderla e che una volta riavuta la cifra da lui spesa avrebbe devoluto il resto in beneficenza.[64]
Sotto la pressione di questa vicenda il 4 maggio Scajola si è dimesso da Ministro motivando la sua decisione con la volontà di difendersi dalle accuse.[64]
In seguito è rientrato nell'appartamento in questione.[65].Tuttavia il nome di Scajola, che si è sempre dichiarato estraneo alla vicenda, non è mai stato inserito nel registro degli indagati. L'indagine, infatti, si è conclusa e nessun procedimento è stato mai aperto sul suo conto[66][67][68][69][70][71].
Onorificenze e riconoscimenti
Note
- ^ l'Unità, 14-12-1983, pag. 6
- ^ a b Il Giornale
- ^ Franco Bianchi, “Imperia 80”, Editore Amadeo
- ^ Volume "Claudio Scajola. L'uomo, le idee e i risultati" pag. 11
- ^ Il fatto, 25/04/2010, pag.6
- ^ l'Unità del 13/12/1983, pag.1
- ^ Il Fatto Quotidiano del 25 aprile
- ^ Volume Oltre l'Orizzonte, pag.66
- ^ quotidiano l'Unità del 13/10/2003, pag.8
- ^ Il secolo xix - Riviera dei Fiori - "E' la fine di un incubo" - 2 febbraio 1989 pag. 13
- ^ “La Provincia di Imperia dal 1860 ad oggi”, Coop. Tipografica Savona
- ^ Volume Oltre l'Orizzonte, pag.70
- ^ http://www.claudioscajola.it/content.asp?id=1
- ^ Articolo de “Il Potere” – Il ricordo pagg. 24-25
- ^ Articolo de “Il Potere” – Il ricordo pagg. 24-25
- ^ "Taviani ricoverato in gravi condizioni" - Quotidiano.net - 17 luglio 2001
- ^ "E' morto il senatore Taviani 50 anni di crocevia della politica" - La repubblica.it - 18 giugno 2001
- ^ "Scajola raccoglie l'eredità di Taviani - La Repubblica.it - 24 maggio 2002
- ^ "Addio a Taviani, il partigiano tra i segreti del potere" - Corriere della Sera.it - 19 giugno 2001
- ^ "Oltre l'orizzonte" - pag. 25
- ^ “Una piazza per Paolo Emilio Taviani” - Genova press del 13 ottobre 2005
- ^ "Oltre l'orizzonte" pag. 38
- ^ "Largo Taviani, una festa di famiglia" - Repubblica Genova - 9 ottobre 2005 - Pag. VIII
- ^ "Scajola raccoglie l'eredità di Taviani - La Repubblica.it - 24 maggio 2002
- ^ Emanuela Poli, “Forza Italia – Strutture, leadership e radicamento territoriale”, Il Mulino, Studi e Ricerche
- ^ Volume "Oltre l'Orizzonte", pag. 106
- ^ Volume "Claudio Scajola. L'uomo, le idee, i risultati" pag. 59
- ^ Amnesty International, «G8 Genoa policing operation of July 2001» Operazioni di Polizia durante il G8 di Genova
- ^ http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=18160
- ^ G8. Agnoletto: cade ipotesi della legittima difesa del carabiniere. Scajola si dimetta, RaiNews24, 15 febbraio 2002
- ^ La Repubblica
- ^ Volume "Oltre l'Orizzonte" pag. 183
- ^ Volume "Oltre l'Orizzonte" pag. 200
- ^ Volume "Oltre l'Orizzonte"
- ^ Dino Martirano, Scorta negata a Biagi, lo sfogo di Scajola, in Corriere della Sera, 30 giugno 2002, p. 3. URL consultato il 19/03/08.
- ^ Saulino Felice, Scajola si dimette ma Berlusconi non accetta, in Corriere della Sera, 1º luglio 2002, p. 3.
- ^ Sarzanini Fiorenza, Scajola chiama il premier: mi spiace, lascio, in Corriere della Sera, 04 luglio 2002, p. 2.
- ^ Alitalia "è sull'orlo del fallimento" Ora lo scoprono anche i ministri, in Corriere della Sera, 06 luglio 2008. URL consultato il 04/05/10.
- ^ Scajola e il milione di euro stanziato per il volo Albenga-Roma, in Corriere della Sera, 17 agosto 2008. URL consultato il 19/08/08.
- ^ Francesco Riccardi, Quando il provincialismo fa rima con lo spreco, in Avvenire, 19 agosto 2008. URL consultato il 19/08/08.
- ^ "Il volo Roma-Albenga non è un inciucio" - La Republica del 28 settembre 2008 pag. 28
- ^ "Il volo Roma-Albenga non è un inciucio" - La Republica del 28 settembre 2008 pag. 28
- ^ "Claudio Scajola. L'uomo, le idee e i risultati" - Pag. 77
- ^ "Oltre l'orizzonte" - Pag. 211
- ^ "Scajola presenta in cdm il piano triennale sviluppo" - Milano Finanza - 12 dicembre 2005
- ^ "Claudio Scajola. L'uomo, le idee e i risultati" - Pag. 81-83
- ^ http://www.fondazionecristoforocolombo.it
- ^ DPR 28 novembre 2008 n. 197, recante "Regolamento di riorganizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico", in GU n. 294 del 17 dicembre 2008, in vigore dal 1º gennaio 2009, e dal DPR 28 novembre 2008 n. 198, recante "Regolamento di definizione della struttura degli uffici di diretta collaborazione del Ministro dello Sviluppo Economico", in GU n. 294 del 17-12-2008, in vigore anch'esso dal 1º gennaio 2009
- ^ Opuscolo “Investiamo sul rilancio dell’Italia” – Ministero dello Sviluppo Economico – Pag. 3
- ^ Opuscolo “Investiamo sul rilancio dell’Italia” – Ministero dello Sviluppo Economico – Pag. 3
- ^ “Riforme strutturale a partire da energia ed aiuti alle aziende” – Sole24ore – 15 agosto 2009 pag. 3
- ^ “La legge sviluppo entra in vigore. Una rivoluzione per le imprese” – Finanza e mercati – 14 agosto 2009 – Pag. 9
- ^ “Via alle misure per lo sviluppo. Nucleare, pmi e auto sono serviti” – 15 agosto 2009 – Pag. 20
- ^ ”Riforme strutturale a partire da energia ed aiuti alle aziende” – Sole24ore – 15 agosto 2009 pag. 3
- ^ Corriere.it - 25 maggio 2011
- ^ Il messaggero.it - 15 marzo 2011
- ^ Il CorrieredellaSera.it - 15 marzo 2011
- ^ ”Riforme strutturale a partire da energia ed aiuti alle aziende” – Sole24ore – 15 agosto 2009 pag. 3
- ^ “Incentivi, può partire il restyling” – Italia Oggi – 15 agosto 2009 – Pag. 33
- ^ “Al via le norme su class e nucleare” – Corriere della sera – 15 agosto 2009 – Pag. 35
- ^ “Via alle misure per lo sviluppo. Nucleare, pmi e auto sono serviti” – 15 agosto 2009 – Pag. 20
- ^ Informativa della Guardia di Finanza di Roma indirizzato alla Procura della Repubblica di Perugia - tratto dal sito de l'Antefatto
- ^ Perugia, gli 80 assegni che accusano Scajola, in La Repubblica, 29 aprile 2010. URL consultato il 05-05-2010.
- ^ a b Scajola si dimette: «Devo difendermi». Berlusconi: «Ha senso dello Stato», su corriere.it, Corriere della Sera, 04-05-2010. URL consultato il 04-05-2010.
- ^ L'Unità, 12 maggio 2011
- ^ Gazzettino - "I pm scagionano Scajola" del 06/05/2011 pag.16
- ^ Nazione - Carlino - Giorno -"Bertolaso prova certa. Scajola fuori dall'inchiesta" pag. 19
- ^ Libero Quotidiano- "Inchiesta sul G8. Scagionato Scajola" pag. 15
- ^ Mattino - "G8: Processo Bertolaso, non c'è Scajola" pag. 11
- ^ Messaggero - "Appalti G8, richieste di rinvio a giudizio. Scajola estraneo" pag. 14
- ^ Il Tempo - "Inchiesta G8: Scajola estraneo alla vicenda" pag. 5
- ^ Sergio Rizzo, Le doppie dimissioni del Ministro di sangue DC, in Corriere della Sera, 5 maggio 2010, p. 5. URL consultato il 31 maggio 2011.
- ^ Nucleare: per Scajola scelta necessaria, in L'Unione sarda, 26 febbraio 2010. URL consultato il 31 maggio 2011.
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Sito personale
- Schede di attività parlamentare: XIII, XIV, XV legislatura
- Articolo sull'episodio riguardante Marco Biagi, Corriere della Sera, 30 giugno 2002
