Fabio Isman

giornalista italiano
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Fabio Isman (Monza, 30 marzo 1945) è un giornalista italiano.

Biografia

Fabio Isman, nasce a Monza da una famiglia triestina e dal 1970 abita a Roma. Ha esordito nel 1964 all'Eco di Monza e della Brianza. Nel 1968 è entrato nella redazione de Il Piccolo di Trieste e nel 1969 è passato al Gazzettino di Venezia, da cui si è dimesso il giorno in cui è stato licenziato il direttore Alberto Cavallari.

Dal 1970 al dicembre 2009 ha fatto parte della redazione de Il Messaggero di Roma, dove, per due volte e a lungo, è stato capo dei servizi italiani, e ha svolto mansioni di inviato speciale.

Nel 1980, Isman finì in carcere per aver pubblicato su Il Messaggero estratti dei verbali d'interrogatorio di Patrizio Peci, il primo "brigatista rosso pentito".[1] Ci rimase per 131 giorni, prima di essere assolto in appello con formula piena (presidente Mancuso).

Dopo essersi occupato per decenni di politica, scandali politici, processi e terrorismo, ed aver seguito importanti eventi in Italia e all'estero, due guerre in Medio Oriente, e l'elezione di due papi, da trenta anni scrive soprattutto di arte e cultura, anche al di fuori dell nostro Paese, argomenti ai quali ha dedicato numerosi libri e pubblicazioni. Da tre anni, è particolarmente attento al saccheggio dell'archeologia clandestina in Italia, che dal 1970 ha portato allo scavo illegale di almeno un milione di pezzi, coinvolgendo circa diecimila persone.

Per dieci anni, è stato titolare della rubrica "La pagina nera" su Art e Dossier che, dopo una pausa di altri dieci, ha ripreso nel 2010; è collaboratore, inoltre, de Il Messaggero, e di diverse altre testate periodiche, specializzate nel settore dei beni culturali, come Il Giornale dell'Arte, The Art Newspaper e Bell'Italia, dove è titolare della rubrica "Fuoriluogo".

Opere

  • I forzati dell’ordine: l’Italia delle molte polizie, Marsilio, 1977.
  • Tutti gli uomini dell’Antilope, il caso Lockheed, Mondadori, 1977;
  • Angioni: noi a Beirut, prefazioni di Sandro Pertini e Giovanni Spadolini, Adnkronos libri, 1984.
  • Pietra su pietra, dieci anni di restauri in Italia, prefazioni di Giovanni Spadolini, Giulio Andreotti, Franco Nobili, Laterza, 1991.
  • Naia? No grazie, con Valdo Spini, Baldini & Castoldi, 1997.
  • Venezia, la fabbrica della cultura; tra istituzioni ed eventi, per l'Associazione Venezia 2000, Marsilio, 2000.
  • (con altri) Tesori di Roma (1999), di Napoli (2000), di Venezia (2001), di Palermo (2002), di Bologna (2003), di Torino (2004), di Genova (2005), e Tesori di città (2006), per Findomestic Banca, Ed. Nardini, Firenze.
  • Venezia fabbrica d’arte, tra collezionismo ed esportazione, per l’Associazione Venezia 2000, Marsilio, 2001.
  • (con altri) Jiménez Deredia nella Basilica di San Pietro a Roma, Bandecchi & Vivaldi, Pontedera, 2001.
  • Dal 2002, coordina l’Almanacco di VeneziAltrove, Marsilio, Fondazione Venezia 2000 e Fondazione di Venezia.
  • (con altri) Jiménez Deredia, Firenze, Bandecchi & Vivaldi, Pontedera, 2006.
  • I predatori dell’arte perduta, il saccheggio dell’archeologia in Italia, Skira, 2009.
  • Il Ghetto di Venezia, Slira, Mini Artbooks.
  • Ha inoltre coordinato i cataloghi delle mostre "Oltre i sensi / Beyond the senses" del pittore Roberto Ferri, Londra e Roma, 2009, Skira 2009, e "La Ruta de la Paz, Deredia a Roma" dello scultore Jorge Jimenez Deredia, a Roma, 2009, Electa, 2009.


Note

  1. ^ Quando pubblicare una notizia? il dilemma del giornalista di Aldo Cangemi, da Ateneonline, Testata giornalistica dell'Università degli Studi di Palermo.

Voci correlate

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