Mezzogiorno (Italia)

macro-regione economica italiana
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Il termine Mezzogiorno o anche Meridione definisce comunemente dal punto di vista geografico, ma soprattutto economico, il territorio che comprende la parte meridionale della penisola italiana, cioè il territorio dell'ex Regno delle Due Sicilie (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia)[1], con l'aggiunta della Sardegna. Lo sviluppo di questa macroregione italiana è oggetto di studi da parte di Istituzioni specializzate come la Svimez[2] con sede a Roma e l'Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno[3] con sede a Napoli.

Mezzogiorno
StatiItalia (bandiera) Italia
TerritorioAbruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna
Superficie123,024 km²
Abitanti20,907,897 (28-02-2011)
Densità169,95 ab./km²

Territorio

Secondo la classificazione statistica ufficiale NUTS (adottata dall'EUROSTAT e dall'ISTAT), l'Italia meridionale comprende le regioni Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Secondo la medesima classificazione la Sicilia e la Sardegna appartengono all'Italia insulare.

Nell'uso comune il Mezzogiorno comprende i territori che appartenevano al Regno delle Due Sicilie e la Sardegna che però, a livello culturale e linguistico, ha una storia particolare e unica.

Durante il periodo fascista, parte dell'attuale Lazio (il circondario di Sora e quello di Gaeta) fu scorporata dalla ex provincia di Terra di Lavoro del Regno delle Due Sicilie e quindi dal Mezzogiorno. Lo stesso accadde a territori abruzzesi come l'area di Amatrice, Cittaducale e Leonessa, assegnata al Lazio da Mussolini.

Geografia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Italia meridionale e Italia insulare.
 
Mezzogiorno d'Italia dal satellite

Il Mezzogiorno confina a nord-ovest con il Lazio, nord-est con le Marche e a sud con il mar Mediterraneo. Il suo territorio è prevalentemente collinare-montuoso, le pianure più estese sono: il Tavoliere delle Puglie (seconda pianura più estesa della penisola italiana), la pianura salentina, il Campidano, la piana di Metaponto, la piana del Sele, la Piana di Sibari e la piana di Catania.

È attraversato da nord a sud dalla catena montuosa degli Appennini, le vette più elevate sono il Gran Sasso d'Italia 2.912 m, monte Amaro 2.793 m , monte Miletto 2.050 m (Massiccio del Matese), il monte Terminio 1.783 m ed il Monte Cervialto 1.809 m (Appennino campano), il monte Pollino 2.248 m, serra Dolcedorme 2.267 m, monte Papa 2.005 m, monte Alpi 2.000 m (Appennino lucano), monte Botte Donato 1.930 m Appennino calabro, Montalto (Aspromonte) 1.956 m Aspromonte che rientra nel territorio del Parco nazionale dell'Aspromonte, di cui costituisce una delle principali attrattive; il monte Cervati 1.899 m e il monte Gelbison (o Sacro Monte di Novi Velia) i quali si trovano ambedue nel parco Nazionale del Cilento, il Roccamonfina alto 1.006 m.

I mari che bagnano le regioni Meridionali sono Adriatico, Ionio, Tirreno.

Le città che hanno ottenuto il riconoscimento di città metropolitana, sono: Napoli, Palermo, Bari, Cagliari, Catania, Messina e Reggio Calabria.

Il clima è tipicamente mediterraneo sulle coste e continentale all'interno.

Storia

L'italia meridionale fu conolizzata dai greci dal VII secolo a.C., con un flusso migratorio originato da singole città greche e fondarono città come Rhegion, Kyme, Metapontion e Taras.

Le colonie si estendevano dalla Calabria alla Sicilia, dalla Campania alla Puglia così diventando la culla della civiltà europea e non solo.

Successivamente venne dominata dai romani, che costruirono strade,città, templi,palazzi,acquedotti ecc.. e con ciò mantenne il suo titolo di culla della civiltà. Centro delle guerre puniche e poi delle invasioni barbariche e dei Bizantini, vide l'alternarsi di molti regni, spesso che ne occupavano quasi tutto il territorio. L'ultimo regno postunitario fu il Regno delle due Sicilie, sotto i Borbone di Napoli e i Savoia per quello di Sardegna.

 
Province delle Due Sicilie nel 1454

In seguito all'Unità d'Italia, l'espoliazione delle ricchezze del Regno delle Due Sicilie da parte dei Savoia a favore della parte settentrionale del paese, diede origine, a partire dal 1870, alla famosa questione meridionale e ad una corrente di pensiero e ricerca storica detta meridionalismo. Prima dell'Unità d'Italia infatti, mentre il bilancio del Regno delle Due Sicilie era in attivo pur avendo una "spesa sociale" non indifferente, lo Stato dei Savoia invece aveva un ingente debito pubblico che poi divenne la base del debito pubblico italiano[4].

Infatti prima dell'unità d'Italia il sud non aveva differenze sostanziali con il nord, anzi, era più progredido a livello industriale. Il sud sotto i Borbone aveva un'economia vivace, aperta a iniziative industriali a livello italiano, europeo e mondiale con tantissime industrie rispetto al Nod (un esempio sono le Officine di Pietrarsa, la più grande industria metalmeccanica in Italia all'unificazione che fu riprodotta in miniatura dall'Ansaldo). Inoltre il sud non aveva bisogno di grandi aiuti esteri. Al momento dell'unità in Italia esistevano tre complessi per produrre locomotive: Pietrarsa, Guppy e Ansaldo, due erano del sud ma si nota come l'Ansaldo di Genova avesse solo solo 400 adetti, mentre Pietrarsa più di 1000[5], e così il sud poté vantare un'innumerevole lista di primati come prima ferrovia italiana, prima galleria ferroviaria al mondo, primo telegrafo elettrico, prima nave da crociera in Europa, prima nave a vapore del Mediterraneo, prima rete di fari con sistema lenticolare, primo telegrafo sottomarino dell'Europa continentale, primo esperimento di illuminazione elettrica in Italia, primo sismografo elettromagnetico del mondo e prima locomotiva a vapore costruita in Italia. L'economia era attivissima e vantava il maggiro numero di società per azioni in Italia, terza flotta mercantile nel mondo, prima compagnia di navigazione del Mediterraneo, la più alta quotazione di rendita dei titoli di Stato e inoltre anche la più grande Industria Navale d'Italia per numero di operai e grandezza.[6]

Dopo il 1880, a seguito della crisi agraria che interessò il Mezzogiorno, si inasprì la povertà delle regioni meridionali, favorendo una massiccia emigrazione verso le Americhe. La crisi agraria fu determinata dal crollo delle esportazioni dei prodotti agrari a causa della politica nazionale a favore delle industrie del nord[7]. I primi governi nazionali favorirono le imprese del nord con una politica di dazi sui manufatti industriali stranieri: senza dazi alle frontiere, infatti, i manufatti nazionali erano molto più costosi di quelli stranieri. La politica di governo - che già aveva trasferito fisicamente fabbriche dal sud al nord (un esempio celebre sono i cantieri navali campani, ricostruiti in Liguria) - causò però la reazione dei paesi stranieri che introdussero dazi sui prodotti italiani, causando la rovina del settore agricolo meridionale e veneto. Le esportazioni di prodotti agrari crollarono. Le campagne furono letteralmente abbandonate e iniziò la piaga dell'emigrazione[8][9][10][11].

Nel corso del Novecento le direttrici migratorie si spostarono verso l'Europa centrale e settentrionale (Francia, Germania, Svizzera e Belgio) e, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, verso l'Italia settentrionale (segnatamente Piemonte e Lombardia) quando la ricostruzione richiamò manodopera per il lavoro nelle fabbriche.

Tutti i governi che si sono succeduti nel corso del XX secolo si sono adoperati, spesso con scarsi risultati, con interventi speciali sulle aree interessate, al fine di diminuire lo squilibrio che a molti livelli lasciava il Mezzogiorno lontano dalle restanti regioni italiane, a partire dalla legge speciale per Napoli, voluta fortemente da Francesco Saverio Nitti.

Dopo l'avvento dello Stato, dunque, venne istituito negli anni cinquanta un apposito ente pubblico che aveva funzioni di realizzare politiche incentivanti la produzione e sussidiarie delle economie locali: la Cassa per il Mezzogiorno (CASMEZ). L'attività di tale ente, che soprattutto nei suoi primi venti anni di vita aveva contribuito a ridurre il divario tra il Mezzogiorno ed il resto del Paese, è cessata negli anni novanta ed è stata più volte oggetto di sospetti per una presunta gestione clientelare da parte della politica a partire dagli anni settanta.

Demografia

La popolazione residente nel Mezzogiorno ammonta a 20.907.897 unità[12] suddivisa come segue:

Regioni

Regione Popolazione Capoluogo
  Abruzzo 1.342.975 File:L'Aquila-Stemma.png L'Aquila
  Basilicata 587.193 File:Potenza (Italia)-Stemma.png Potenza
  Calabria 2.010.459 File:Catanzaro-Stemma.png Catanzaro
  Campania 5.832.895   Napoli
  Molise 319.611 File:Campobasso-Stemma.png Campobasso
  Puglia 4.090.583   Bari
  Sardegna 1.674.652 File:Cagliari-Stemma.png Cagliari
  Sicilia 5.049.529 File:Palermo-Stemma uff.png Palermo

Province più popolose

Disponibili anche i dati delle province con più di 700.000 abitanti:

Provincia Popolazione Regione
  Napoli 3.079.885   Campania
  Bari 1.258.985   Puglia
  Palermo 1.249.627   Sicilia
  Salerno 1.109.684   Campania
  Catania 1.090.166   Sicilia
  Caserta 916.776   Campania
  Lecce 815.330   Puglia
  Cosenza 734.398   Calabria

Città più popolose

Di seguito si riporta l'elenco della popolazione residente nei comuni con più di 70.000 abitanti:

Pos. Comune Popolazione Regione Provincia
1 File:Napoli-Stemma.png Napoli 958.907   Campania   Napoli
2 File:Palermo-Stemma.png Palermo 655.545   Sicilia   Palermo
3   Bari 320.306   Puglia   Bari
4 File:Catania-Stemma.png Catania 293.054   Sicilia   Catania
5 File:Messina-Stemma.png Messina 242.388   Sicilia   Messina
6 File:Taranto-Stemma.pngTaranto 191.513   Puglia   Taranto
7 File:Reggio Calabria-Stemma.pngReggio Calabria 186.451   Calabria   Reggio Calabria
8 File:Cagliari-Stemma.png Cagliari 156.371   Sardegna   Cagliari
9 File:Foggia-Stemma.png Foggia 152.630   Puglia   Foggia
10 File:Salerno-Stemma.png Salerno 139.064   Campania   Salerno
11 File:Sassari-Stemma.png Sassari 130.661   Sardegna   Sassari
12 File:Siracusa-Stemma.png Siracusa 123.436   Sicilia   Siracusa
13   Pescara 123.245   Abruzzo   Pescara
14 File:Giugliano in Campania-Stemma.png Giugliano 118.152   Campania   Napoli
15 File:Andria-Stemma.png Andria 100.172   Puglia   Barletta-Andria-Trani
16 File:Lecce-Stemma.png Lecce 95.611   Puglia   Lecce
17 File:Barletta-Stemma.png Barletta 94.545   Puglia   Barletta-Andria-Trani
18 File:Catanzaro-Stemma.png Catanzaro 93.058   Calabria   Catanzaro
19 File:Brindisi-Stemma.png Brindisi 89.795   Puglia   Brindisi
20 File:Torre del Greco-Stemma.png Torre del Greco 87.109   Campania   Napoli
21 File:Pozzuoli-Stemma.png Pozzuoli 83.408   Campania   Napoli
22 File:Marsala (TP)-Stemma.png Marsala 82.745   Sicilia   Trapani
23 File:Casoria-Stemma.png Casoria 79.530   Campania   Napoli
24 File:Caserta-Stemma.png Caserta 78.619   Campania   Caserta
25 File:Gela-Stemma.png Gela 77.300   Sicilia   Caltanissetta
26 File:Ragusa-Stemma.png Ragusa 73.729   Sicilia   Ragusa
27 File:L'Aquila-Stemma.png L'Aquila 72.464   Abruzzo   L'Aquila
28 File:Quartu Sant'Elena-Stemma.png Quartu Sant'Elena 71.703   Sardegna   Cagliari
29   Lamezia Terme 71.267   Calabria   Catanzaro
30 File:Trapani-Stemma.pngTrapani 70.702   Sicilia   Trapani

Note sulle principali città

  • Fra le città più popolose del Meridione d'Italia, vi sono 6 capoluoghi di regione: Napoli (Campania), Palermo (Sicilia), Bari (Puglia), Cagliari (Sardegna), Catanzaro (Calabria) e L'Aquila (Abruzzo);
  • Le 5 città più popolose del Mezzogiorno (Napoli, Palermo, Bari, Catania e Messina), assieme a Reggio Calabria (settima) e Cagliari (ottava), sono anche fra le 15 città metropolitane italiane;
  • Le prime 15 città sono anche dette "grandi città italiane", in quanto popolate da almeno 100.000 abitanti;
  • Fra le prime 15 città del Meridione d'Italia, ve ne sono 2 (Reggio Calabria e Pescara) ad essere anche le più popolose delle rispettive regioni (Calabria e Abruzzo), pur non essendone capoluoghi di regione;
  • Fra le prime 15 città del Meridione d'Italia ve n'è solo una (Giugliano in Campania), ad essere compresa fra le cosiddette "grandi città italiane", pur non essendo capoluogo di provincia;
  • Catania è la città non capoluogo di regione più popolosa d'Italia;
  • Giugliano in Campania è la città non capoluogo di provincia più popolosa d'Italia.

Note

  1. ^ La programmazione dei fondi strutturali comunitari (DOC), su ciofs-fp.org.
  2. ^ Sito Svimez, su svimez.it.
  3. ^ Sito SRM, su srmezzogiorno.it.
  4. ^ Denis Mack Smith, Storia d'Italia dal 1861 al 1997, Bari, Laterza, 1998, ISBN 88-420-5345-7.
  5. ^ Il regno delle due sicilie, primati e attività.
  6. ^ I primati del Regno delle Due siclie, Real casa di Borbone.
  7. ^ Pino Aprile, Terroni.Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero meridionali, Roma, Piemme, 2010, ISBN 978-88-566-1273-8.
  8. ^ Gigi Di Fiore, Controstoria dell'Unità d'Italia. Fatti e misfatti del Risorgimento, Milano, Ed. Rizzoli, 2007, ISBN 978-88-17-01846-3.
  9. ^ Carlo Scarfoglio, Il Mezzogiorno e l'Unità d'Italia, Firenze, Parenti, 1953, ISBN 54005018.
  10. ^ Carlo Alianello, La conquista del Sud, Milano, Rusconi Editore, 1072, ISBN 88-18-70033-2.
  11. ^ Nicola Zitara, L'unità truffaldina, su eleaml.org. URL consultato il 23-10-2009.
  12. ^ Bilancio demografico mensile - Dati Istat aggiornati al 28/02/2011

Voci correlate

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