Gerusalemme

città del Vicino Oriente, sacra per le tre religioni abramitiche
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Il Muro occidentale

Gerusalemme (in ebraico: ascolta יְרוּשָׁלַיִם, Yerushalayim; in arabo: القُدس al-Quds o أُورْشَلِيم ,Urshalim), si trova nella zona di terra fra il Mar Mediterraneo e il Mar Morto, a est di Tel Aviv, a sud di Ramallah, a ovest di Gerico e a nord di Betlemme.

Gerusalemme è una città dall'importanza storica e geopolitica enorme, nonché luogo simbolo delle tre principali religioni monoteistiche (Cristianesimo, Giudaismo ed Islamismo).

La città è oggi contesa tra lo Stato di Israele e l'Autorità Nazionale Palestinese, che ne rivendica la parte orientale.

Lo Stato di Israele l'ha annessa ai suoi territori e dichiarata sua capitale nel 1950 ed inserita come tale nella legislazione nazionale nel 1980 [1], ma non è riconosciuta come tale da quasi tutti gli stati membri dell'ONU, che continuano a mantenere le loro sedi diplomatiche a Tel-Aviv, precedente capitale e tuttora centro economico e finanziario del paese.

Storia

Le origini di Gerusalemme risalgono all’età della pietra; tra il 5000 e il 4000 a.C. i popoli che si erano insediati nella regione di Gerusalemme dovettero sgomberare a causa di una incursione di Cananei, i quali a loro volta nel XV secolo caddero sotto dominazione egiziana. Gerusalemme appare già menzionata in alcuni testi egiziani del II millennio a.C. e in alcune lettere risalenti al 1400 a.C. .

 
Ricostruzione grafica del primo tempio

La città rimase occupata dal clan amorrita dei Gebusei (1000 a.C. circa) fino alla conquista di David, il quale fece di Gerusalemme la capitale del suo regno; David inoltre fece costruire sull’acropoli una reggia assieme a molti altri edifici e ordinò la ricostruzione delle mura di cinta. Successivamente Salomone fece erigere al posto della reggia il tempio di Jahwè; quest’ultimo fu distrutto nel 587 a.C. a seguito della violenta invasione dei Babilonesi guidati dal re Nabucodonosor che saccheggiarono la città e deportarono la popolazione a Babilonia. Rientrati i Giudei in patria dopo l’editto di Ciro del 538 a.C., costruirono il secondo tempio; più tardi Neemia elevò nuovamente le mura.

 
La distruzione di Gerusalemme operata da Tito (W. Kaulbach)

Nel 331 a.C. Gerusalemme venne occupata da Alessandro Magno e in seguito occupata dai Tolomei d’Egitto sino al 198 a.C., quando cadde sotto il dominio dei Seleucidi di Siria. Questi ultimi invano cercarono di ellenizzare la città, anzi provocarono la famosa rivolta dei Maccabei che, nel 165 a.C., si risolse con la loro vittoria e l’instaurazione della dinastia degli Asmonei, la quale durò fino a quando Gerusalemme, nel 63 a.C., fu conquistata da Pompeo Magno. Con la conquista romana, Gerusalemme fu consegnata ad Erode, il quale la ricostruì secondo l’urbanistica greco-romana e vi fece sorgere il terzo tempio. Sotto il governatorato di Ponzio Pilato, Gesù Cristo fu crocifisso sul monte Golgota.

Il malgoverno romano e i fermenti religiosi tuttavia provocarono due gravissime rivolte nella città; la prima che si protrasse dal 66 al 70 d.C. per la quale fu necessario l’intervento delle legioni romane comandate da Tito; quest’ultimo sedata la rivolta distrusse la città e il tempio; la seconda insurrezione comandata da Bar Kokheba nel 132 d.C. permise agli Ebrei la riconquista di Gerusalemme (l’imperatore Adriano voleva infatti trasformarla in colonia romana), ma per breve tempo; i Romani difatti rapidamente mobilitarono le truppe al confine ed eliminarono ogni resistenza ribattezzando la città con il nome di Aelia Capitolina e trasformandola in colonia romana. L’imperatore Costantino e i suoi successori fecero restaurare ed abbellire i luoghi legati alle storie evangeliche e ad erigere la prima chiesa cristiana, quella del Santo Sepolcro.

 
Il vecchio prospetto di Gerusalemme (Hartmann Schedel, Nürnberg 1493)

Nel 614 Gerusalemme fu conquistata dai Persiani di Cosroe II, che fero strage della popolazione e rapirono la reliquia della Croce; la città fu riconquistata da Eraclio nel 629. Nel 637 si arrese al Califfo Omar e poi ai califfi di Damasco e Baghdad.
Nel 972 fu presa dai califfi fatimidi e nel 1076 passò ai Turchi selgiuchidi; nel 1099, dopo essere stata occupata dai crociati divenne capitale del regno latino di Gerusalemme. Nel 1187 fu riconquistata dai musulmani di Saladino e nel XIII secolo tornò sotto la dominazione dell’Egitto musulmano.

Gerusalemme rimase egiziana fino al 1517, anno in cui fu occupata dal sultano turco Selim I; il dominio turco vi durò fino al novembre del 1917, allorquando fu occupata dagli inglesi comandati dal generale E. H. Allenby. Con il trattato di Versailles, la città fu dichiarata capitale dello stato Palestinese sotto mandato inglese. Nel 1949, l’assemblea generale delle Nazioni Unite proclamò l’internazionalizzazione di Gerusalemme, sotto il controllo delle Nazioni Unite per favorire la convivenza di Cristiani, Musulmani ed Ebrei. Tuttavia Israele e Giordania, non riconoscendo tale proclamazione, occuparono Gerusalemme: Israele occupò il settore occidentale della città e la Giordania la parte orientale.
Nel 1950 Gerusalemme fu scelta quale capitale del neo stato israeliano.

Nel corso della guerra dei sei giorni (vedi la voce, Guerra dei sei giorni) gli israeliani occuparono il settore giordano, suscitando la condanna da parte dell'Assemblea generale dell'ONU. L'annessione venne ufficializzata il 30 luglio del 1980, con un decreto approvato dall’assemblea israeliana che proclamò Gerusalemme capitale "unita e indivisibile" di Israele. La proclamazione di Gerusalemme quale capitale della repubblica israeliana tuttavia suscitò il malcontento della parte araba della città, provocando in tal modo un clima di tensione tra le genti musulmane ed ebraiche che tentano invano di vivere pacificamente nella città santa.

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