Maria Clotilde di Savoia
Ludovica Teresa Maria Clotilde di Savoia (Torino, 2 marzo 1843 – Moncalieri, 25 giugno 1911) era figlia del re di Sardegna (poi re d'Italia) Vittorio Emanuele II e di Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena.
Maria Clotilde di Savoia | |
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Trattamento | Sua Altezza Reale![]() |
Onorificenze | Principessa d'Italia |
Nascita | Torino, 2 marzo 1843 |
Morte | Moncalieri, 25 giugno 1911 |
Sepoltura | Basilica di Superga |
Dinastia | Savoia |
Padre | Vittorio Emanuele II di Savoia |
Madre | Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena |
Consorte | Napoleone Giuseppe Carlo Paolo Bonaparte |
Religione | cattolicesimo |
Biografia
Figlia prediletta del primo re d'Italia, per senso del dovere e amor di patria accettò il matrimonio, che fu celebrato il 30 gennaio 1859, con Napoleone Giuseppe Carlo Paolo (detto Girolamo) Bonaparte (1822–1891), cugino dell'imperatore dei francesi, noto e attempato libertino. Il matrimonio era stato posto dallo stesso Napoleone III come una delle condizioni (l'altra era la cessione di Nizza e della Savoia) per l'alleanza franco-piemontese, premessa della seconda guerra d'indipendenza: con esso, l'imperatore volle anche accrescere il prestigio della sua famiglia, imparentandola con una delle più antiche dinastie europee.
Clotilde visse quindi a Parigi, non compresa dal marito, senza curarsi granché degli splendori della corte imperiale, e tutta dedita alla beneficenza.
Modesta, ma fiera: all'imperatrice Eugenia, che non proveniva da una famiglia reale, ma voleva insegnarle come dovesse andar vestita, rispose: "Signora, Voi dimenticate che io sono nata a corte".
Scoppiata la rivoluzione a Parigi nel 1870, decise di rimanere nella città in rivolta, malgrado le insistenze del padre perché rientrasse in patria. Clotilde gli rispose con una famosa lettera, che riassumeva tutta la sua vita, improntata ai doveri di una principessa di Casa Savoia. Fuggiti tutti i Bonaparte (l'imperatrice Eugenia lasciò la capitale travestita) e proclamata la repubblica, Clotilde di Savoia lasciò per ultima, sola, in pieno giorno, Parigi, con la sua carrozza scoperta e le sue insegne. La guardia repubblicana le rese gli onori.
Profondamente religiosa, subì i comportamenti libertini e la vita dissipata del marito, che in seguito l'abbandonò, lasciandola in ristrettezze economiche. Il 10 luglio 1942 ebbe inizio la sua causa di beatificazione.[2] Fu detta "la santa di Moncalieri", dal nome del castello dove s'era ritirata.
Fu sepolta nella basilica di Superga, insieme agli altri prìncipi e duchi di Savoia.
Nella chiesa di Santa Maria a Moncalieri le fu innalzato un monumento, opera di Pietro Canonica, che la rappresenta inginocchiata in estasi mistica.
Lettera di Clotilde a Vittorio Emanuele II
«L'assicuro che non è il momento per me di partire (…) la mia partenza farebbe il più pessimo e deplorevole effetto. Non ho la minima paura: non capisco nemmeno ch'io possa aver paura. Di che? E perché? Il mio dovere è il rimanere qui tanto che lo potrò, dovessi io restarci e morirci: non si può sfuggire davanti al pericolo (…). Quando mi sono maritata, quantunque giovane, sapevo cosa facevo, e se l'ho fatto è perché l'ho voluto. Il bene di mio marito, dei miei ragazzi, del mio Paese è ch'io rimanga qui. L'onore persino del mio nome; l'onor suo, caro Papà, se così posso esprimermi, l'onore della mia Patria nativa. Tutto questo glie lo dico, dopo aver riflettuto molto. Lei mi conosce, caro Papà, nulla mi farà mancare al mio dovere. E ci mancherei se io partissi in questo momento. Non tengo al mondo, alle ricchezze, alla posizione che ho; non ci ho mai tenuto, caro Papà, ma tengo ad adempiere, sino alla fine, il mio dovere. Quando non potrò più far diverso, partirò (…). Lei non partirebbe, i fratelli non partirebbero. Non sono una Principessa di Casa Savoia per niente! Si ricorda cosa si dice dei Principi che lasciano il loro Paese? Partire, quando il Paese è in pericolo, è il disonore e l'onta per sempre. Se parto, non abbiamo più che da nasconderci. Nei momenti gravi bisogna avere energia e coraggio; li ho, il Signore me l'ha dati e me li dà. Mi scusi, caro Papà, se forse le parlo troppo liberamente, ma mi è impossibile di non dirle ciò che sento, ciò che ho in cuore. Sia convinto che Mammà mi approva dal cielo.»
Figli
Dal matrimonio di Clotilde con Napoleone Giuseppe Carlo Paolo Bonaparte nacquero:
Note
- ^ Ferma restando la genealogia dei Savoia, il tema della successione ad Umberto II come capo del casato è oggetto di controversia tra i sostenitori di opposte tesi rispetto all'attribuzione del titolo a Vittorio Emanuele piuttosto che a Amedeo: infatti il 7 luglio 2006 la Consulta dei senatori del Regno, con un comunicato, ha dichiarato decaduto da ogni diritto dinastico Vittorio Emanuele ed i suoi successori ed ha indicato duca di Savoia e capo della famiglia il duca d'Aosta, Amedeo di Savoia-Aosta, fatto contestato anche sotto il profilo della legittimità da parte dei sostenitori di Vittorio Emanuele. Per approfondimenti leggere qui.
- ^ Serva di Dio Maria Clotilde di Savoia
Bibliografia
- Valentino Brosio, Due Principesse fra Torino e Parigi, Fògola editore, Torino, 1978 (biografie di Clotilde e della figlia Letizia Bonaparte).
- Tommaso Gallarati Scotti, Interpretazioni e memorie, Mondadori, Milano, 1960.
- Giulio Vignoli, Donne di Casa Savoia, Ecig, Genova, 2002.
Voci correlate
Altri progetti
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