Caccia alla Bismarck
La Caccia alla Bismarck è l'operazione congiunta effettuata da tutte le navi britanniche presenti nell'Atlantico Settentrionale per intercettare ed affondare la corazzata tedesca Bismarck dal 24 al 26 maggio 1941. La fine della caccia segnò anche la fine della Bismarck, affondata nella mattinata del 27 maggio 1941.
Origini della caccia
La Bismarck ed il Prinz Eugen, salpati il 21 maggio 1941 da Bergen, tentarono di entrare nell'Atlantico attraversando il Canale di Danimerca nell'ambito dell'Operazione Rheinübung. Avvistate da una squadra di incrociatori britannici, le due navi tedesche furono impegnate dall'incrociatore da battaglia Hood (la nave da guerra più grande del mondo dopo la Bismarck) e dalla corazzata Prince of Wales. Dopo otto minuti dall'inizio della Battaglia dello Stretto di Danimarca l'Hood affondava e dopo altri nove minuti la Prince of Wales era costretta rompere il contatto a causa dei danni subiti.
L'affondamento dell'Hood, una delle navi più prestigiose della Royal Navy (Marina Inglese), su cui alzava la bandiera l'ammiraglio Holland, fu molto sentito da tutta la Home Fleet, che si mosse sia per vendicare sia per impedire alla Kriegsmarine di portare a termine l'Operazione Rehinübung, che avrebbe rappresentato un grandissimo rischio per i convogli tra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna.
Situazione alla mattina del 24 maggio
Navi da guerra
Le navi da guerra britanniche presenti nell'Atlantico alla mattina del 24 maggio erano:
- Incrociatori Norfolk (con bandiera dell'ammiraglio Wake Walker) e Suffolk con la corazzata Prince of Wales gravemente danneggiata in pedinamento della squadra tedesca
- Ammiraglio Towey con bandiera su King George V, al comando anche di: incrociatore da battaglia Repulse, portaerei Victorious e cinque incrociatori 360 miglia a SE della Bismarck
- La corazzata Revenge ad Halifax, nella Nuova Scozia
- La corazzata Ramillies ad est di Terranova
- Gli incrociatori Edinubrgh (con la bandiera del commodoro Blackman) e London a NE delle Azzorre
- Corazzata Rodney e scorta di cacciatorpediniere ad ovest del Clyde
Convogli
- HX-126 - da Halifax alla Gran Bretagna in prossimità della forza comadata da Towey
- WS-8B - dalla Gran Bretagna a Città del Capo convoglio veloce formato da una sola nave e dalla sua scorta
Lo stato della Bismarck
Nel corso della battaglia la Bismarck aveva incassto tre colpi: mentre uno aveva provocato danni trascurabili, uno degli altri due aveva messo fuori uso uno dei locali caldaie e l'altro aveva completamente attraversato la nave all'altezza del mascone di poppa, facendo entrare acqua di mare in uno dei serbatoi della nafta e facendo fuoruscire nafta nella scia della nave. I danni subiti avevano ridotto la velocità della Bismarck a 28 nodi.
L'inizio della caccia
Dopo la battaglia la squadra tedesca aveva due possibilità:
- Rientrare in Germania per le riparazioni
- Tentare di raggiungere un porto amico per riparare la Bismarck e di lì riprendere la missione
La prima possibilità aveva il vantaggio di allontanare la squadra tedesca dal nemico, ma la avvicinava a Scapa Flow, quindi alla principale base nemica, inoltre, dopo le riparazioni, avrebbe costretto la Bismarck a ritentare il forzamento degli stretti verso l'Atlantico Settentrionale, con tutta la flotta inglese già in allarme. Inoltre il più vicino porto amico (Bergen) era circa 1000 miglia.
La seconda possibilità, pur avvicinando la Bismarck alle forze nemiche, la avrebbe avvicinata anche al teatro di operazioni e, dopo le riparazioni, la Bismarck avrbbe potuto riprendere la sua missione senza difficoltà. In questo caso il porto più vicino (Brest) distava 1600 miglia.
La scelta di Lütjens fu di seguire gli ordini che aveva ricevuto dall'OKM all'inizio della missione e di proseguire la missione in Atlantico. Questa scelta fu successivamente criticata da molti, in primis da Hitler, ma, quando l'OKM lasciò la responsabilità di scegliere a Lütjens si basò sul principio (assolutamente consono alla prassi militare tedesca) che chi era in luogo aveva una visione della situazione più chiara, anche se il Comando Gruppo Nord (Wilhemshaven) era di parere contrario. Comunque a mezzogiorno la squadra aveva superato la linea di separazione fra le zone di competenza del Comando Gruppo Nord e del Comando Gruppo Ovest (Parigi), che si stava già organizzando per accogliere la squadra. Intanto il Comando U-boote stava inviando i 7 sommergibili in crociera in Atlantico a sud della Groenlandia, per coprire la rotta della Bismarck.
Le navi britanniche iniziarono a tessere la loro tela, in modo da chiudere ogni via di fuga alla Bismarck, Towey diresse per SW, in modo tale da poter intercettare immediatamente la squadra tedesca se avesse tentato un'accostata a est per rientrare in Norvegia. La squadra tedesca verso mezzogiorno corresse la rotta verso sud, dirigendo quindi verso le forze di Towey, che calcolò di poterla intercettare al mattino seguente. Temendo che la Bismarck, approfittando del buio della notte, potesse rompere il contatto con le navi che la pedinavano, alle 15 Towey ordinò al contrammiraglio Alban Curteis (bandiera sull'incrociatore Galatea) di prendere quattro incrociatori e la Victorious e di intercettare la Bismarck prima che cadesse la notte. La King Goerge V e il Repulse presero rotta verso SW per mantenere comunque il contatto con il nemico.
Intanto Lütjens aveva deciso di separare le due navi della squadra, il Prinz Eugen avrebbe dovuto puntare a sud della Groenlndia, rifornirsi di carburante e poi proseguire la missione contro il traffico nemico. La Bismarck avrebbe preso rotta ovest e successvamente sud per raggiungere i porti francesi. L'azione ebbe successo, e da poco dopo le 18 la Bismarck continuò da sola sulla sua rotta. Puntando verso ovest la Bismarck accostò a meno di 10 miglia dalle navi che la pedinavano, quindi aprì il fuoco per favorire lo sganciamento del Prinz Eugen, senza che i suoi colpi andassero a segno e senza che andassero a segno le salve di risposta della Prince of Wales. Al termine dell'azione il Prinz Eugen era lontano, diretto verso le petroliere per rifornirsi.