Cosenza Calcio

club calcistico italiano di Cosenza

Il Cosenza Calcio 1914 nota piu' semplicemente come Cosenza ha rappresentato per oltre 90 anni la maggiore società calcistica della città e della Provincia di Cosenza. Fondata nel 1914, ha militato per 19 stagioni nel campionato di serie B, categoria nella quale ha colto il suo massimo risultato nel 1988-1989 piazzandosi al 4º posto in classifica, sfiorando anche in altre occasioni la promozione in serie A. Vinse la Coppa Anglo-Italiana nel 1983. Rifondata nel 2007, venerdì 30 maggio 2008 venne formalizzato il cambio del nome da Fortitudo Cosenza a quello storico, Cosenza Calcio, abbinandovi l'originale matricola del Cosenza Calcio 1914. La società è stata esclusa dai campionati professionistici nel luglio 2011 [1] ed una nuova società sorta dalle sue ceneri, la Nuova Cosenza Calcio è stata iscritta al campionato di Serie D 2011-2012 [2]. Il Cosenza dal 1964 disputa le sue gare allo Stadio San Vito, impianto capace di ospitare circa 25.000 spettatori.

Nuova Cosenza Calcio Srl
Calcio
Lupi della Sila, Rossoblu, Bruzi, Silani
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Colori sociali rosso-blu
Dati societari
CittàCosenza
NazioneItalia (bandiera) Italia
ConfederazioneUEFA
Federazione FIGC
Campionatoserie D
Fondazione1914
Rifondazione2003
Rifondazione2007
Rifondazione2011
PresidenteEugenio Guarascio
AllenatoreEnzo Patania
StadioSan Vito
(24.479 posti)
Sito webwww.cosenzacalcio.net
Palmarès
Titoli nazionali1 Scudetto Dilettanti (1958)
Trofei internazionali1 Coppa Anglo-Italiana (1983)
Si invita a seguire il modello di voce

Storia

Le origini

File:Cosenza1914.gif
Vecchio logo della società

Le origini del Cosenza Calcio risalgono agli inizi del XX secolo, ma le prime notizie più o meno ufficiali relative all'attività calcistica della squadra cosentina risalgono al lontano 1914, anno in cui attestano dei documenti che risulta con certezza che la squadra silana cominciò a calcare i campi di calcio sotto il nome di Società Sportiva Fortitudo. La divisa all'epoca era verde-blu, per richiamare i colori dei boschi della Sila e dello stemma municipale. Ancora nel 2004 il Cosenza FC indosserà, come terza divisa, una maglia inquartata verde-blu.

Da li a qualche anno, il nome del sodalizio calabrese cominciò a subire una serie di trasformazioni diventando dapprima Dopolavoro FFSS Cosenza e quindi, intorno agli anni venti Calcio Cosenza. Fu in questo periodo che i colori sociali si mutarono in rossoblu, ed esattamente nel 1927, in onore del Genoa, la prima squadra calcistica italiana e vincitrice del titolo italiano di quell'anno.

L'attività della formazione cosentina era allora limitata alle sole partite amichevoli ed a qualche torneo regionale: infatti, il primo incontro documentato del Cosenza è proprio un Cosenza-Catanzaro 1-1, disputatosi sul polveroso terreno di Piazza delle Armi, sito nel cuore della città bruzia.

Gli anni '30

Nel 1930, la ragione sociale cambiò ancora in Cosenza Sport Club. Fu sotto quel nome che la squadra cominciò a disputare i primi veri campionati. Si succedettero ben presto alla presidenza l'Avvocato Corigliano ed il Barone Campagna (due tra i maggiori artefici della costituzione del nuovo Cosenza) e fu in quel periodo che la squadra partecipò al campionato di IIª divisione e quindi a quello di Iª (pari alla C attuale), nell'anteguerra.

Nella stagione 1930-31, il Cosenza fu ammesso al Campionato di Prima Divisione. Vi partecipavano 12 squadre, tra cui il Savoia di Torre Annunziata, il Catania, il Messina e la Salernitana.

L'anno successivo (1931-32), il Presidente avv. Tommaso Corigliano allestì una formazione di primo piano, ingaggiando giocatori provenienti dal nord ed affidando la guida tecnica al romano Angelo Benincasa. La squadra esordì con un clamoroso 7-2 ai danni del Molfetta ed i cosentini gioirono delle prodezze dei vari Forotti, Staccione, Masi, Gallina, Perazzi, Briano e Vaj.

Il 28 ottobre 1931 fu inaugurato il Campo Sportivo "Città di Cosenza" che, dopo vari anni, assunse il nome di "Emilio Morrone", un giovane cosentino caduto, per un incidente di gioco, durante una gara.

Nel 1932-33, sotto la guida di Balacics, la squadra rafforzata con Mortarotti, Fiammengo e gli ex giocatori del Napoli Fenili, Pampaloni, De Martino e Biagio Zoccola, disputò un brillante campionato conquistando il terzo posto.

Dopo una stagione interlocutoria, nel 1935-36 il Cosenza fu ammesso alla disputa del torneo di Divisione Nazionale C, girone D, di nuova istituzione, insieme a Cagliari, Piombino, Pescara, Perugia, Salernitana, Catanzaro, ed altre.

Negli anni successivi la squadra fu ulteriormente potenziata, schierando un attacco mitraglia: Bertozzi, Frione I, Lodi, Corsanini e Bergonzino. In quegli anni, appena sedicenne, debuttò in prima squadra il mediano Francesco Del Morgine, un'autentica bandiera rossoblu.

A partire dalla stagione 1937-38 vi fu l'avvento del presidente, barone Carlo Campagna e dei tecnici stranieri Chrappan, Vanicksek e Hansel.

Gli anni della guerra

Nel 1942-43 la guerra era in corso e la squadra, rafforzata da molti militari (si ricordano il terzino Beolchi, la mezzala Collimedaglia, il portiere Galliani), raggiunse il terzo posto e, nel girone di ritorno, non conobbe alcuna sconfitta.

Il dopo-guerra e la prima promozione in Serie B

 
L'ex campione del mondo Attilio Demaria gioco' ed alleno' il Cosenza in B dal 1946 al 1948

Nel dopoguerra, la ripresa dell'attività sportiva avvenne sul Campo Militare di Via Roma e solo dopo alcuni anni il "Città di Cosenza" tornò alla sua originaria destinazione. Nel 1945-46, allenatore Renato Vignolini, presidente il compianto Mario Morelli, il Cosenza fu promosso in Serie B. Giunse così a Cosenza Attilio Demaria, ex nazionale, che rinnovò i fasti di Otto Chrappan promuovendo un'intesa attività sui giovani. Nacquero i Boys Demaria, ammessi alle finali nazionali di categoria. La composizione troppo eterogenea della formazione non giovò al buon andamento della compagine, che ebbe scarsa fortuna e dopo due anni ripiombò in Serie C. Tuttavia un altro giovane, Alberto Delfrati, prelevato dai rincalzi del Legnano, fu avviato alla massima divisione.

Nel 1949-50, auspice Vittorio Mosele, il Cosenza ha la grande occasione per rientrare nel calcio che conta. In un'annata improvvisata i "lupi" riuscirono a finire in testa alla classifica, alla pari con il Messina. La squadra era così composta: Gisberti, Martini, Campana, Ferrara, Manfredini, Bacillieri; Begnini, Leonetti, Musci, Zaro, Pollak.

Nello spareggio disputato a Salerno il risultato, pur dopo i tempi supplementari, fu di 1-1. Ma, nell'altro incontro, giocato a Como, i biancoscudati si affermarono per 6-1, guadagnando la cadetteria. Scoppiò la bomba del tentativo di corruzione, consumato sul campo, ai danni del portiere rossoblu Gisberti. Vi fu la denunzia e la Lega Nazionale accolse il reclamo del Cosenza ufficializzando la promozione dei silani. Il Messina adì la CAF e, a pochi giorni dall'inizio del campionato, a calendario già pubblicato, i giudici riformarono la prima decisione ed assegnarono la Serie B al Messina.

Gli anni '50

Cominciò, così, una lunga via crucis alla ricerca della cadetteria. La presidenza fu assunta da Biagio Lecce e, successivamente dal comm. Carlo Leonetti. L'ingaggio del centravanti alessandrino Carlo Stradella assicurò una messa di reti, ma il campionato non si vinse e l'anno successivo, per la riforma dei campionati, il Cosenza fu retrocesso in IVª Serie.

Seguirono anni bui durante i quali si avvicendarono molti allenatori: Piccaluga, Kutik, Lamberti, Andreis, Piacentini, ma i successi stentarono ad arrivare. Frattanto alla presidenza silana tornò alla ribalta il compianto Salvatore Perugini, già segretario del sodalizio rossoblu negli anni '30. Il suo entusiasmo ed il suo attaccamento alla squadra compirono il miracolo.

Nel 1957-58 il Cosenza ottenne la vittoria del girone d'Eccellenza di IVª Serie e conquistò il titolo di Campione d'Italia, ex aequo col Mantova e lo Spezia. Nella stagione successiva (1958-59) il Cosenza fu bruciato, sul filo di lana, dal Catanzaro terminando al secondo posto e stessa sorte fu riservata nel campionato 1959-60 quando dopo un lungo dominio in vetta alla classifica, i rossoblu si arresero nelle ultime partite al Foggia e persero nuovamente la serie B.

La Serie B degli anni '60 e lo Stadio "San Vito"

 
Renato Campanini ha militato nel Cosenza dal 1963 al 1968 realizzando 55 gol in 138 partite

Dopo la tragica scomparsa del Presidente Perugini, ritroviamo il comm. Biagio Lecce al vertice della Società. La squadra, affidata alle cure di Julius Zsengeller, fu potenziata con alcuni giovanissimi, come il cosentino Francesco Rizzo e lo stabiese Giuseppe Gallo, che presto mobilitarano gli osservatori di tutta Italia (finendo, poi, entrambi al Milan per merito di Gipo Viani). Il campionato del Cosenza fu un'autentica cavalcata e solo il Trapani seppe tenere il passo dei lupi, cedendo in dirittura d'arrivo. Al termine della stagione 1960-61 il Cosenza è promosso in Serie B.

La formazione artefice dello storico successo era la seguente: Sartori, Follador, Orlando (Trocini), Dalla Pietra (Lugli), Delfino, Federici; Gallo, Rizzo, Lenzi, Ardit, Costa (Joan).

La permanenza in cadetteria si rivelò subito difficile: un arbitraggio infelice determinò incidenti nella gara contro il Modena, con conseguente pesante squalifica del campo, che era il vecchio "Emilio Morrone". A Zsengeller subentrò Todeschini e giunse una sofferta salvezza.

Nella stagione successiva (1962-63), la squadra fu completata con l'ingaggio di Ravera, Baston, Fontana, Marmiroli e Thermes, ma riuscì ad evitare la retrocessione solo perché il Novara venne penalizzato di 10 punti e retrocesso all'ultimo posto della classifica per illecito sportivo. La retrocessione della stagione 1963-64 segnò la fine di un ciclo e la squadra venne, quasi totalmente rifondata. Dal 1964-65 il Cosenza, che intanto è divenuto Associazione Sportiva Cosenza, gioca nel nuovo stadio "San Vito", inaugurato il 4 ottobre 1964 in occasione di Cosenza-Pescara, terminata sul punteggio di 2-1 con reti di Ciabattari e Campanini. Fallito l'immediato ritorno in Serie B nel 1965, ad opera di una Reggina corsara, che espugnò quell'anno Cosenza in una partita decisiva ed ancora nel 1966, beffata sul traguardo dalla Salernitana, la squadra rossoblu per alcuni decenni non riuscì più a riemergere.

Gli anni '70

 
Sergio Codognato ha militato nel Cosenza dal 1970 al 1977 da giocatore ed allenatore

Fallito l'immediato ritorno in Serie B nel 1965, ad opera di una Reggina corsara, che espugnò quell'anno Cosenza in una partita decisiva ed ancora nel 1966, beffata sul traguardo dalla Salernitana, la squadra rossoblu per alcuni decenni non riuscì più a riemergere.

Seguirono alcune stagioni "anonime" nelle quali il Cosenza stazionò nelle posizioni intermedie della graduatoria e nel campionato 1969-70 la delusione degli sportivi sfociò in un grave episodio di intollerenza che vide sfortunato protagonista il signor Calì di Roma, arbitro di Cosenza-Internapoli. Lo stadio "San Vito" venne squalificato e la squadra abbandonata al suo destino.

Il Cosenza riparte da Giusto Lodi, capitano di lungo corso, autentico pilastro della formazione rossoblu, mentre presidente è Mario Guido. La crisi societaria diventa sempre più grave, il fallimento è alle porte e l'amara retrocessione in serie D della stagione 1973-74 sembra segnare l'epilogo della gloriosa storia rossoblu.

Il campionato 1974-75 inizia nel caos più assoluto. La panchina di Emilio Zanotti è precaria e instabile, ma la grande passione di un manipolo di sostenitori sapranno trasformare quel campionato in una stagione trionfale. Con l'incredibile record di 17 successi interni su altrettanti incontri disputati, il Cosenza sbaraglia la concorrenza stravincendo il campionato con 7 punti di vantaggio sull'accoppiata composta da Vittoria e Nuova Igea.

Protagonisti di quel campionato sono: Evangelista, Sdrigotti, Bompani (Pavoni), Pasquino, Iazzolino, Codognato; Rigoni, Canetti, Villa (Losio), Pantani, Vivarelli (Lualdi).

Il ritorno in Serie C non sarà fortunato. Gli umori della folla non sono più gli stessi e le continue disillusioni generano l'ennesimo episodio deprecabile. Il 27 marzo 1977 in occasione dell'incontro Cosenza-Paganese, il Signor Sancini di Bologna ed i suoi collaboratori sono letteralmente linciati ed i tifosi rossoblu saranno costretti a peregrinare lontani dal "San Vito" per un anno e mezzo.

Per la riforma dei campionati, la stagione 1978-79 vede il Cosenza in serie C2. La presidenza è assunta da Osvaldo Siciliano che ha propositi di rilancio, ma il campionato sarà vinto dai "cugini" del Rende, gettando altro fango sui tifosi silani.

Dopo 24 anni il ritorno in serie B

 
Nedo Sonetti vince il campionato di C2 nel 1980 riportando i lupi in C1

Nel 1979-80 Nedo Sonetti riporta il Cosenza in serie C1 lanciando "motorino" Perrotta ed inventando l'impenetrabile coppia centrale Rocco-Reggiani. La formazione titolare era la seguente: Lattuada, Capiluongo (Tortelli), D'Astoli, Ranieri, Rocco, Reggiani; Rappa (Berardi), Missiroli (Liguori), Perrotta, Tucci, De Chiara (Labellarte). Seguono la balorda retrocessione targata Pietro Fontana e la successiva promozione firmata da Renzo Aldi. La formazione tipo che riconquisto la serie C/1 della stagione 1981-82 era la seguente: Ciaramitaro, Bagnato, Della Volpe (Tosi), Aita, Rizzo Armando, D'Astoli; Rizzo Roberto, Donetti, Crispino, Luperto, Renzetti (Palazzotto).

Il sodalizio rossoblu è al suo momento di svolta. Per iniziativa di Vincenzo Morelli e dell'assessore allo sport Mario Romano, il Cosenza viene organizzato in forma di Società per Azioni. Sulla panchina del Cosenza si susseguono i vari Mujesan, De Petrillo, Ghio e Montefusco. In questi anni si affaccia all'orizzonte Gigi Marulla, il più rappresentativo calciatore della storia del Cosenza, primatista di presenza e marcatore principe di tutti i tempi.

 
La bandiera Luigi Marulla con la maglia del Cosenza in una partita commemorativa disputata nel 2008

Vestono la maglia rossoblu calciatori dal passato glorioso e giovani promesse, ricordiamo: Silipo, Longobucco, Petrella, Morra, Tivelli, Tripepi, Truddaiu, Frigerio, Fucina, Aita, Lombardi, Marino e Nicolucci. L'esonero di Francesco Liguori, durante la stagione 1986-87, segna l'arrivo a Cosenza del "seminatore d'oro" Gianni Di Marzio, che legherà il suo nome in modo indelebile alla storia del Cosenza Calcio.

Dopo aver conseguito il piazzamento utile per la disputa della Coppa Italia Professionisti (1986-87), il vulcanico Gianni sarà il condottiero della straordinaria promozione in Serie B, attesa per ben 24 anni. Le indimenticabili trasferte di Francavilla e di Monopoli (10.000 tifosi al seguito) sono nel cuore di ogni tifoso rossoblu. Cosenza è letteralmente impazzita: un fiume di colori rossoblu scaccia un incubo durato un quarto di secolo. "Mai più prigionieri di un sogno": è questo il più significativo slogan di una provincia intera, che campeggia nella coreografia di Cosenza-Nocerina corredata da una mega fumogenata rossoblu e dall'urlo di 24.000 tifosi appassionati che festeggiarono con la squadra prima allo Stadio San Vito e successivamente per le vie della città fino all'alba del giorno successivo.

La squadra protagonista della splendida cavalcata era la seguente: Simoni, Marino, Lombardo, Castagnini, Schio, Galeazzi, Bergamini, De Rosa, Lucchetti, Urban, Padovano. Altri calciatori che vennero utilizzati in quell'annata furuno Fantini, Giovannelli, Montrone, Giansanti, Maniero, Del Nero, mentre il timone della presidenza era nelle mani dell'Avvocato Giuseppe Carratelli.

Dal 1988 al 1995 ad un passo dalla Serie A

 
Michele Padovanocon la maglia del Cosenza in una partita commemorativa disputata nel 2008

Le ultime stagioni di Serie B appartengono alla storia più recente. Il Cosenza disputa con onore e dignità ben quattordici campionati di cadetteria su quindici totali (1988-2003). Le tragedie delle morti di Donato Bergamini e Massimiliano Catena scandiscono i tempi di un decennio ricco di contraddizioni. Appena promossi in serie B, abbandona la panchina rossoblu Gianni Di Marzio, l'artefice della promozione, e viene ingaggiato Bruno Giorgi; il campionato più importante della storia del Cosenza è legato alla brillante stagione 1988-1989, targata appunto Bruno Giorgi. Sull'intelaiatura della squadra appena promossa in Serie B vengono inseriti alcuni innesti: l'attaccante Brogi dal Montevarchi, Cozzella, i difensori Rivolta dell'Inter, Andrea Poggi del Torino e Ugo Napolitano dal Prato, e i centrocampisti Giorgio Venturin dal Torino e Bruno Caneo dal Pisa. Furono ceduti invece Montrone, Maniero, Del Nero, Schio, Ruvolo, Giovannelli e Giansanti.

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Mister Alberto Zaccheroni alleno' il Cosenza in B nella stagione 1994-95

Sarà la Juventus (che torna a Cosenza dopo 35 anni) di Dino Zoff, in cui militavano Rui Barros, Cabrini e Massimo Mauro, a tenere a battesimo il Cosenza nella gara d'esordio in Coppa Italia al San Vito. La partita terminerà 0-0 davanti a 25.000 spettatori che portarono alle casse sociali un incasso di 608 milioni e 290.000 lire. In Coppa Italia, seguì la sconfitta casalinga contro l'Atalanta di Strömberg ed Evair (2-1), la sconfitta con il Verona di Caniggia e Galderisi (4-2), e le due vittorie contro Vicenza(3-2) e Taranto in trasferta (2-0), che però non bastarono per la qualificazione al turno successivo. Nello splendido campionato, oltre alle numerose vittorie in trasferta, resterà indimenticabile la vittoria di Bari (3-0), contro i pugliesi che spinti da Maiellaro erano pronti a festeggiare la promozione in serie A in caso di vittoria; resteranno impressi nella mente dei rossoblu soprattutto due episodi negativi in gare che costarono carissimo: il derby col Catanzaro al San Vito (0-0) in cui l'arbitro Pierluigi Pairetto annullò un gol regolare a Cozzella per un inesistente fuorigioco a pochi minuti dal termine scatenando l'ira dei 20.000 tifosi presenti con incidenti nel dopo-partita, e il palo colpito da Lombardo nello scontro diretto con l'Udinese di Marco Branca e Odoacre Chierico che costò la Serie A (a Cosenza si dice che ancora quel palo tremi). Il Cosenza giocò un calcio spettacolare ed arrembante e molti titoli dei giornali nazionali accostarono spesso la squadra calabrese al Milan di Arrigo Sacchi che dava spettacolo in quegli anni in tutto il mondo. Tra i protagonisti principali di quella "favola" Cosenza, si ricordano Michele Padovano, Maurizio Lucchetti, Luigi De Rosa e Alberto Urban. Alla fine di quel campionato il Cosenza risultò la squadra con il maggior numero di vittorie, ben diciassette. Concluse al 4º posto in classifica con 44 punti, ad un solo punto dal terzo, alla pari con Reggina e Cremonese, che però per la classifica avulsa diventerà 6º posto, impedendogli di disputare gli spareggi per la serie A. Da sottolineare, però, che se in quel campionato ci fosse stata la regola dei 3 punti a vittoria, il Cosenza sarebbe stato promosso piazzandosi al 3° posto; anche la classifica avulsa fu la novità di quell'anno.

Dopo una salvezza tribolata nel campionato 1989/90 che era nato con altre ambizioni (lo confermano acquisti come quello di Ciro Muro prelevato dalla Lazio), il 1990/91 è l'anno del vibrante spareggio salvezza del 26 giugno a Pescara firmato Edy Reja e caratterizzato dal volo di Gigi Marulla che gonfiò la rete della rivale storica Salernitana con un bolide di sinistro al sesto minuto del primo tempo supplementare e scatenò la gioia incontenibile di circa 7.000 supporters al seguito e capanelli di auto in città e in provincia fino a tarda notte. Con la cavalcata del confermatissimo Edy Reja (1991-92), la Serie A venne persa solo all'ultima giornata a Lecce (1-0, con gol di Maini nel finale), dove i tifosi del Cosenza diedero vita ad uno dei più grandi esodi della storia del calcio italiano, infatti erano infatti circa 20.000 i cosentini presenti al Via del Mare di Lecce per spingere i Lupi verso la promozione. Con la vittoria di Lecce i rossoblu avrebbero agguantato lo spareggio con l'Udinese che vinse sul campo della già promossa Ancona piazzandosi al quarto posto a 2 lunghezze dai lupi che terminarono al quinto posto. Di quella sfortunata annata restano negli occhi dei tifosi l'accoppiata spettacolo Biagioni-Compagno che insieme a Marulla deliziarono il San Vito.

A seguire i due campionati condotti dall'allenatore Fausto Silipo, il primo (1992-93) chiuso al settimo posto a soli 5 punti dalla zona promozione e il secondo (1993-94) chiuso a metà classifica al decimo posto con 37 punti. Il biennio di Silipo ha visto protagonisti i vari Zunico, Balleri, Bia, Monza, Buonocore, Statuto, Coppola, Catanese e Maiellaro. Ricordo indelebile nella mente dei sostenitori silani il gol realizzato da Maiellaro il 12 settembre 1993 in Cosenza-Fiorentina= 1-1: l'attaccante pugliese partì da centrocampo scartando gli avversari come birilli prima di depositare la palla in rete alle spalle di Toldo facendo esplodere i 15.000 del San Vito. Menzione particolare merita l'annata (1994-95) superata di slancio dal Cosenza del grande Alberto Zaccheroni nonostante la penalizzazione di nove punti in classifica con protagonisti il portiere Zunico e Napolitano ad orchestrare la difesa, De Rosa e De Paola a dirigere il centrocampo ed il silenzioso bomber Marco Negri, puntuale ad infilare il portiere avversario per ben 19 volte.

Campionati altalenanti in Serie B (dal 1996 al 2003)

 
Aniello Parisi con la maglia del Cosenza ha vinto 3 campionati: serie C1 1997-1998, serie D 2007-2008 e Lega Pro Seconda Divisione 2008-2009

Nel campionato di (1995-96) approda sulla panchina silana l'allenatore bergamasco Bortolo Mutti che disputa un buon campionato senza patemi piazzandosi all'undicesimo posto finale. È l'anno dell'esplosione del bomber livornese Lucarelli prelevato dal Perugia che realizza 15 gol piazzandosi al quinto posto nella classifica cannonieri dietro a Dario Hubner, Vincenzo Montella, Pasquale Luiso ed Alfredo Aglietti. La partita più importante dell'anno fu la vittoria al San Vito del 24 gennaio 1996 per 2-0 nel derby contro la Reggina con reti di Lucarelli e Tatti. Da alcuni anni il Cosenza è guidato dal passionale Paolo Fabiano Pagliuso. Nella sfortunata stagione 1996-97, il Cosenza retrocede in Serie C1 negli ultimi minuti di gioco dell'ultima giornata di campionato, a Padova; a fine stagione lasciano il Cosenza due storiche "bandiere" rossoblu: Luigi Marulla e Luigi De Rosa. La retrocessione è stata prontamente riscattata dall'immediata promozione nella stagione successiva 1997-98 sotto la giuda del tecnico bergamasco Giuliano Sonzogni grazie ad una lunga cavalcata che ha visto il Cosenza sempre in testa al campionato dalla prima giornata nonostante l'agguerrita concorrenza della Ternana del tecnico Luigi Delneri che ha conteso il campionato ai rossoblù fino all'ultima giornata e poi è stato promosso insieme ai Lupi dopo i play-off.

Ai vari Alessio, Miceli, De Rosa, Ziliani e Ugo Napolitano hanno fatto seguito i vari Margiotta che realizzò 19 reti e fu determinante ai fini della promozione, Soviero, Moscardi, Morrone, Riccio e Tatti. Dopo la vittoria della penultima giornata al San Vito sulla Turris per 1-0 (gol di Margiotta) davanti a 22.000 spettatori, i Lupi conquistarono la promozione aritmetica a Casarano il 17 maggio 1998 vincendo 2-1 (reti di Toscano e Margiotta) in un tripudio di folla rossoblu.

Di seguito una salvezza stentata nella stagione 1998-99 pervenuta nell'ultima giornata. Eppure l'inizio di campionato, guidato sempre da Sonzogni che l'anno prima aveva stravinto il campionato di C1, aveva fatto sperare in qualcosa di grande soprattutto dopo la vittoria del 6 settembre 1998 al San Paolo contro il Napoli candidato alla promozione (1-2 reti di Riccio e Tatti) e le ottime prestazioni in Coppa Italia con i futuri vice-campioni d'Italia della Lazio di Eriksson (2-1 allo stadio Olimpico di Roma e 0-2 al San Vito davanti a 30.000 spettatori). Poi durante il torneo viene ceduto Morrone alla Lazio per 6 miliardi di lire e giunge l'esonero dello stesso Sonzogni per uno statico De Vecchi. Colpo di coda nel finale con il ritorno di Sonzogni a salvare la squadra rossoblù.

Il Cosenza disputa altri quattro campionati di serie B con alterne fortune in cui si sono avvicendati con la casacca rossoblu numerosi allenatori e calciatori importanti per la categoria. Bortolo Mutti ritorna a guidare i Lupi nelle stagioni 1999-00 (salvezza tranquilla) e nel 2000-01 anno del Cosenza primo in classifica per nove settimane e mezzo, lanciato verso la Serie A, sfumata nella parte finale del girone di ritorno nello scontro diretto di Verona contro il Chievo di Delneri, con i lupi che a 12 minuti dal termine vincevano 1-0 (gol di Adriano Fiore) con un piede nella massima divisione e che poi subirono la beffarda rimonta e il sorpasso dei veneti che diedero inizio alla favola Chievo in Serie A.

 
Luca Altomare ha indossato la maglia del Cosenza in serie B ed in serie D


A seguire un pirotecnico 4-4 al San Vito contro la Sampdoria. In questi due anni comunque positivi arrivarono a Cosenza giocatori come Lentini, Strada, Zampagna, Altomare, Giandebiaggi, Savoldi, Silvestri, Maldonado e altri ancora. Gli ultimi due anni di cadetteria dei Lupi vedono alternarsi sulla panchina Gigi De Rosa, ex calciatore rossoblu anni '80 e '90, Emiliano Mondonico, Sala e Salvioni. La stagione 2001-2002,caratterizzata anche dai derby con la Reggina e il Crotone, si conclude con una salvezza conquistata ad Empoli nell'ultima giornata di campionato; segue l'anno nero del calcio cosentino (2003) con la cancellazione a fine torneo da tutti i campionati professionistici dopo quasi 90 anni di storia.

Nell'ultimo anno di B il pubblico cosentino ammirò al San Vito molti calciatori di grande caratura (ad esempio per il terzo anno consecutivo l'ex nazionale Lentini e il nazionale ceco Srníček) che in seguito hanno avuto alterne fortune nei campionati di Serie A e Serie B: (Agliardi, Srníček, Brioschi, Stankevicius, Lanzaro, Tedesco, Edusei, Morrone, Antonelli, Casale, Guidoni). Tra le poche gioie di quell'annata la vittoria del San Paolo contro il Napoli (1-2) con una doppietta di Casale alla seconda giornata di campionato.

La Serie D ed il nuovo Cosenza

 
Mister Giuseppe Sannino ha allenato il Cosenza FC nella stagione 2004/2005

A seguito della soppressione del club dal panorama calcistico italiano, l'allora sindaco di Cosenza Eva Catizone, dà vita a un progetto di rinascita del calcio. Tutta la città si stringe attorno all'iniziativa. Così il 5 agosto 2003 nasce l'AS Cosenza FC che è stata ammessa in Serie D con il trasferimento del titolo del Castrovillari.Fu assemblato un buon gruppo di giocatori tra i quali spiccava la figura di Gigi Lentini. Fu un'anno difficile con Gregorio Mauro in panchina sostituito da Mario Russo, dai fratelli Sanderra e infine con la bandiera rossoblu Luigi Marulla. La squadra terminò in settima posizione. Nel 2004 il vecchio Cosenza Calcio 1914 fu tuttavia riammesso in Serie D a seguito di una sentenza giudiziaria, questo causò alla città di Cosenza l'avere due differenti squadre nella stessa divisione. Questo durò solo un'anno. L'AS Cosenza FC e il Cosenza Calcio 1914 disputarono un campionato anonimo chiudendo rispettivamente in ottava e nona posizione. Passarono per il San Vito numerosi giocatori e molti allenatori, Giuseppe Sannino, Giacomo Modica e infine Antonio Aloi per l'AS Cosenza FC e Luigi De Rosa e Luigi Marulla per il Cosenza Calcio 1914. Il punto più basso della storia del calcio cosentino si ha durante la stracittadina in cui la tifoseria torna compatta allo stadio per dire no ad un umiliante falso derby interrompendo la partita con un invasione. Il Cosenza Calcio 1914 definitivamente fallì nel 2005 e l'AS Cosenza FC cambiò denominazione in AS Cosenza Calcio. Tuttavia il club mancò la promozione ai play-off per mano della Vibonese nel 2005-2006 con in panchina Giacomo Zunico che aveva sostituito precedentemente lo stesso Luigi Marulla e del Siracusa nel 2006-2007 con in panchina Pino Rigoli che aveva precedentemente sostituito lo stesso Giacomo Zunico. Quest'ultimo anno fu una vera e propria agonia, problemi economici asfissiarono la società e la portarono al fallimento. L'AS Cosenza Calcio rinunciò all'iscrizione nel luglio 2007.

La rinascita della Fortitudo Cosenza ed il terzo fallimento

 
Formazione 2007-2008
 
Giocatori in festa per la vittoria del campionato di serie D 2007-2008
 
Formazione 2008-2009

L'A.S. Cosenza Calcio non si iscrisse al campionato di Serie D 2007/08.

Al suo posto, ai nastri di partenza, ci fu la Fortitudo Cosenza, società neonata che nacque dal Rende che, mantenendo lo stesso organico, cambia denominazione e colori sociali e si trasferisce al di là del torrente Campagnano.

Il Cosenza, guidato da un emergente tecnico come Mimmo Toscano condusse gran parte del campionato in testa alla classifica, grazie ad un organico che vantò, oltre ad alcune vecchie glorie come Parisi e Altomare, anche alcuni nuovi "pilastri" come Roberto Occhiuzzi, Ivan Moschella e il bomber Vincenzo Cosa (tornato in rossoblu dopo due stagioni e capocannoniere del girone con 19 reti). A questi si aggiunsero l'esperto attaccante Alessandro Ambrosi (con un lungo passato in B e in C/1), il portiere Stefano Ambrosi (fratello dell'attaccante) e soprattutto un parco "giocatori under" di grandi prospettive come Alessandro Bernardi, Domenico Danti e Francesco De Rose. A due giornate dalla fine del campionato il Cosenza ebbe 6 punti di vantaggio sul Bacoli Sibilla. Con lo scontro diretto al San Vito, proprio alla penultima giornata (33ª di campionato, il 27 aprile 2008 di fronte a 18.000 spettatori) dal quale uscì vittorioso con il punteggio di 2-0 (ottenuto grazie alla doppietta di Bernardi), il Cosenza torna nel calcio professionistico dopo 5 anni costellati da numerose delusioni e caratterizzati dal fallimento di due società. La stagione è trionfante sotto tutti i punti di vista, con il Cosenza che durante l'anno trova ampio spazio attraverso i media nazionali che mettono in risalto le gesta della squadra di Toscano per i risultati maturati sul campo, per il numero impressionate di vittorie e per i vari record raggiunti nell'arco di questa annata: infatti su 34 incontri disputati sono 80 i punti totalizzati in campionato, punteggio che supera tutte le altre squadre degli 8 gironi di Serie D e tutte quelle professionistiche, ad esclusione dell'Inter che tuttavia chiuse a 85 punti avendo disputato 4 partite in più rispetto al Cosenza. Il 30 maggio 2008 la Fortitudo Cosenza acquista il marchio del vecchio Cosenza Calcio 1914. Il campionato 2008-2009 si rivelò un'altra cavalcata vincente,la squadra fu potenziata con elementi di categoria come Enrico Polani Raffaele Battisti Francesco Mortelliti e stavinse il girone C sbaragliando la concorrenza del Gela e del Catanzaro. Seconda promozione consecutiva in 2 anni,un record per la città di Cosenza. Il campionato 2009-2010 si apre con grosse aspettative, con gli acquisti di Stefano Fiore Raffaele Biancolino si punta alla Serie B ma fu un'annata altalenante,l'allenatore Mimmo Toscano venne esonerato a sei giornate dal termine,al suo posto Ezio Glerean che non riusci però a portare la squadra nella griglia play-off e la squadra si posizionò in dodicesima posizione finale. Il campionato 2010-2011 come il precendente inizia con il sogno della serie cadetta ma è una vera e propria agonia con grossi problemi societari che portano la squadra a subire 6 punti di penalizzazione per inadempienze economiche. Anche dal punto di vista tecnico si ebbero delle difficoltà con il cambio di ben quattro tecnici Mimmo Toscano, Paolo Stringara, Mario Somma e Luigi De Rosa. La squadra non riusci a evitare i play-out che perse contro il Viareggio e subì la retrocessione in Seconda Divisione, e la successiva non iscrizione al campionato di competenza.

Cronistoria

Cronistoria del Cosenza Calcio 1914
  • 1914 - Fondazione della Società Sportiva Fortitudo.
  • 1915-1919 - Attività sospesa per cause belliche.
  • 1919-1929 - Attività in ambito regionale.
  • 1929/30 - 7° nel girone A del Direttorio Meridionale di Seconda Divisione. Promosso d'ufficio in Prima Divisione.
  • 1930/31 - 10° nel girone E Sud della Prima Divisione.
  • 1931/32 - 9° nel girone F della Prima Divisione.
  • 1932/33 - 3° nel girone I della Prima Divisione.
  • 1933/34 - 5° nel girone H della Prima Divisione.
  • 1934/35 - 8° nel girone H della Prima Divisione. Ammesso alla nuova Serie C.
  • 1935/36 - 10° nel girone D della Serie C.
  • 1936/37 - 5° nel girone E della Serie C.
  • 1937/38 - 12° nel girone E della Serie C.
  • 1938/39 - 9° nel girone H della Serie C.
  • 1939/40 - 12° nel girone H della Serie C.
  • 1940/41 - 7° nel girone H della Serie C.
  • 1941/42 - 7° nel girone H della Serie C.
  • 1942/43 - 3° nel girone M della Serie C.
  • 1943-1945 - Attività sospesa per cause belliche.
  • 1945/46 - 2° nel girone F Calabria-Sicilia della Lega Centro-Sud di Serie C. Promosso in Serie B.
  • 1946/47 - 12° nel girone C di Serie B.
  • 1947/48 - 10° nel girone C di Serie B. Retrocesso in Serie C.
  • 1948/49 - 5° nel girone D della Serie C.
  • 1949/50 - 2° nel girone D della Serie C perdendo lo spareggio col Messina.
  • 1950/51 - 5° nel girone D della Serie C.
  • 1951/52 - 5° nel girone D della Serie C. Retrocesso in IV Serie.
  • 1952/53 - 13° nel girone H della IV Serie.
  • 1953/54 - 9° nel girone H della IV Serie.
  • 1954/55 - 2° nel girone H della IV Serie.
  • 1955/56 - 3° nel girone H della IV Serie.
  • 1956/57 - 3° nel girone H della IV Serie.
  • 1957/58 - 1° nel girone C della IV Serie. Promosso in Serie C.
  • 1958/59 - 2° nel girone B della Serie C.
  • 1959/60 - 3° nel girone C della Serie C.
  • 1960/61 - 1° nel girone C della Serie C. Promosso in Serie B.
  • 1961/62 - 18° in Serie B.
  • 1962/63 - 14° in Serie B. Retrocesso e successivamente ripescato.
  • 1963/64 - 20° in Serie B. Retrocesso in Serie C.
  • 1964/65 - 4° nel girone C della Serie C.
  • 1965/66 - 2° nel girone C della Serie C.
  • 1966/67 - 6° nel girone C della Serie C.
  • 1967/68 - 8° nel girone C della Serie C.
  • 1968/69 - 12° nel girone C della Serie C.
  • 1969/70 - 15° nel girone C della Serie C.
  • 1970/71 - 9° nel girone C della Serie C.
 
  • 1971/72 - 13° nel girone C della Serie C.
  • 1972/73 - 14° nel girone C della Serie C.
  • 1973/74 - 18° nel girone C della Serie C. Retrocesso in Serie D per peggior differenza reti nei confronti del Marsala.
  • 1974/75 - 1° nel girone I della Serie D. Promosso in Serie C.
  • 1975/76 - 17° nel girone C della Serie C.
  • 1976/77 - 20° nel girone C della Serie C. Retrocesso in Serie D.
  • 1977/78 - 5° nel girone I della Serie D. Promosso in Serie C2 dopo ripescaggio.
  • 1978/79 - 11° nel girone D della Serie C2.
  • 1979/80 - 1° nel girone D della Serie C2. Promosso in Serie C1.
  • 1980/81 - 15° nel girone B della Serie C1. Retrocesso in Serie C2 per classifica avulsa.
  • 1981/82 - 2° nel girone D della Serie C2. Promosso in Serie C1.
  • 1982/83 - 6° nel girone B della Serie C1.
  • 1983/84 - 7° nel girone B della Serie C1.
  • 1984/85 - 7° nel girone B della Serie C1.
  • 1985/86 - 12° nel girone B della Serie C1.
  • 1986/87 - 4° nel girone B della Serie C1.
  • 1987/88 - 2° nel girone B della Serie C1. Promosso in Serie B.
  • 1988/89 - 6° in Serie B per classifica avulsa sfavorevole.
  • 1989/90 - 14° in Serie B. Salvo per classifica avulsa favorevole.
  • 1990/91 - 16° in Serie B.
  • 1991/92 - 5° in Serie B.
  • 1992/93 - 7° in Serie B.
  • 1993/94 - 10° in Serie B.
  • 1994/95 - 15° in Serie B. Partito con 9 punti di penalizzazione.
  • 1995/96 - 11° in Serie B.
  • 1996/97 - 17° in Serie B. Retrocesso in Serie C1.
  • 1997/98 - 1° nel girone B della Serie C1. Promosso in Serie B.
  • 1998/99 - 16° in Serie B.
  • 1999/00 - 11° in Serie B.
  • 2000/01 - 8° in Serie B.
  • 2001/02 - 12° in Serie B.
  • 2002/03 - 19° in Serie B. Retrocesso in Serie C1. Radiato dai campionati professionistici per fallimento.
  • 2003 - Viene fondato il Cosenza Football Club e si iscrive alla Serie D.
  • 2003/04 - 7° nel girone I della Serie D.
  • 2004 - Il Cosenza Calcio 1914 riottiene l'affiliazione alla FIGC e viene iscritto in Serie D.
  • 2004/05- Cosenza Football Club: 8° nel girone I della Serie D; - Cosenza Calcio 1914: 9° nel girone I della Serie D;
  • 2005 - Fallisce il Cosenza Calcio 1914. Il Cosenza F.C. cambia denominazione sociale in Associazione Sportiva Cosenza Calcio.
  • 2005/06 - 3° nel girone I della Serie D. Perde i play-off contro la Vibonese.
  • 2006/07 - 4° nel girone I della Serie D. Perde i play-off contro il Siracusa.
  • 2007 - L'A.S. Cosenza Calcio non viene iscritta al campionato e viene dichiarato il fallimento.
  • 2007 - Il Rende Calcio cambia denominazione in Fortitudo Cosenza.
  • 2007/08 - 1° nel girone I della Serie D. Promosso in Lega Pro Seconda Divisione. Cambia denominazione in Cosenza Calcio 1914.
  • 2008/09 - 1° nel girone C della Lega Pro Seconda Divisione. Promosso in Lega Pro Prima Divisione.
  • 2009-2010 - 12° nel girone B della Lega Pro Prima Divisione.
  • 2010-2011 - 14° nel girone B della Lega Pro Prima Divisione. Perde ai Play-out con il Viareggio. Retrocesso in Lega Pro Seconda Divisione.Escluso dai campionati professionistici.
  • 2011 - Viene fondata la Nuova Cosenza Calcio ed iscritta in Serie D.
  • 2011-2012 - ?° nel girone I della Serie D.

Campionati nazionali

In 81 stagioni sportive disputate a livello nazionale dall'ingresso nel Direttorio Meridionale (D), compresi 4 campionati di Serie C2. Tra il 1943 e il 1945 non vi fu attività ufficiale a causa della Seconda guerra mondiale.

Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione

B

19 1946-1947 2002-2003

C

47 1930-1931 2010-2011

D

15 1929-1930 2011-2012

Palmarès e Promozioni

Piazzamenti recenti

Piazzamenti dal 2003/04 ad oggi

Pos= Posizione in Classifica;Pt= Punti;G= Partite Giocate;V= Partite vinte;N= Partite Pareggiate;P= Partite Perse;GF= Gol Fatti;GS= Gol Subiti;Note= Note di precisazione.
Stagione Pos Pt G V N P GF GS Note
2003/04 49 34 13 10 11 32 32
2004/05 44 34 10 14 10 39 41
2005/06 65 34 19 8 7 49 25 Finale Play Off
2006/07 52 34 12 16 6 43 26 Semifinale Play Off
2007/08 80 34 25 5 4 64 19 Promosso in Lega Pro Seconda Divisione
2008/09 67 34 19 10 5 39 16 Promosso in Lega Pro Prima Divisione
2009/10 12° 43 34 10 13 11 43 45
2010/11 14° 38 34 10 14 10 36 38 Retrocesso dopo i Play Out in Seconda Divisione
2011/12

Allenatori e Presidenti

Allenatori del Cosenza

Allenatori

COSENZA FOOTBALL CLUB(AS Cosenza Calcio)

FORTITUDO COSENZA(Cosenza Calcio 1914)

Presidenti del Cosenza

Presidenti
  • 1932-1933 - Tommaso Corigliano e Carlo Campagna
  • 1933-1935 - Carlo Campagna
  • 1935-1937 - Battista Santoro
  • 1937-1943 - Carlo Campagna
  • 1943-1945 - non disputato a causa della 2ª guerra mondiale
  • 1945-1947 - Mario Morelli
  • 1947-1948 - Ferdinando Ugenti
  • 1948-1950 - Mario Morelli
  • 1949-1950 - Mario Morelli / Giuseppe Carci
  • 1950-1951 - Ferdinando Ugenti e Giuseppe Carci
  • 1951-1953 - Biagio Lecce
  • 1953-1955 - Arnaldo Clausi Schettini
  • 1955-1960 - Salvatore Perugini
  • 1960-1964 - Biagio Lecce
  • 1965-1968 - Francesco Guido
  • 1968-1969 - Francesco Guido / Francesco Coscarella / Giuseppe Carci
  • 1969-1971 - Giuseppe Carci
  • 1971-1973 - Mario Guido
  • 1973-1974 - Alberto Trotta / Francesco Vetere
  • 1974-1975 - Alberto Trotta
  • 1975-1976 - Mario Guido / Carmine Lepore
  • 1976-1977 - Mario Guido / Osvaldo Siciliano
  • 1977-1979 - Osvaldo Siciliano
  • 1979-1981 - Elio Spadafora
  • 1981-1982 - Attilio Spadafora / Biagio Aragona
  • 1982-1985 - Alessandro Lupinacci
  • 1985-1987 - Antonio Parise
  • 1987-1988 - Giuseppe Carratelli
  • 1988-1989 - Giuseppe Carratelli / Antonio Serra
  • 1989-1993 - Antonio Serra
  • 1993-1994 - Antonio Serra / Bonaventura Lamacchia
  • 1994-1995 - Bonaventura Lamacchia / Paolo Fabiano Pagliuso
  • 1995-2003 - Paolo Fabiano Pagliuso
  • 2003-2004 - Giuseppe Mazzotta
  • 2004-2005 - Padre Fedele Bisceglia

COSENZA Football Cub (AS Cosenza Calcio)

  • 2003-2004 - Eva Catizone (sindaco di Cosenza) / Bruno / Stella / Gaetano Intrieri
  • 2004-2005 - Algieri, Falbo e Cannella / Gaetano Intrieri
  • 2005-2006 - Gaetano Intrieri
  • 2006-2007 - Gaetano Intrieri / Mauro Nucaro

FORTITUDO COSENZA (Cosenza Calcio 1914)

  • 2007-2008 - Damiano Paletta
  • 2008-2009 - Damiano Paletta
  • 2009-2010 - Giuseppe Carnevale
  • 2010-2011 - Giuseppe Citrigno / Paolo Fabiano Pagliuso / Eugenio Funari

Record individuali

In grassetto i giocatori in attività nella rosa del Cosenza. Dati relativi esclusivamente alle gare di campionato (compresa la sfida spareggio con la Salernitana).

Presenze
Reti

Colori sociali

 
Prima e seconda maglia 2007-2008
 
Divisa 2008-2009

Agli albori del calcio cosentino, nel 1908, la Fortitudo indossava una maglia bianca con scritta nera sul petto con il nome della squadra, pantaloncini e calzettoni neri, intervallata negli anni con una maglia verde (o verdeblu inquartata secondo altra tradizione). L'odierno rossoblu viene varato con il passaggio dalla Fortitudo al Cosenza Foot-Ball Club, nel 1923: i colori sociali, mantenutisi fino ai giorni nostri, vengono scelti in onore del Genoa, la più antica squadra italiana e la prima a vincere uno "scudetto".

La maglia da gioco è storicamente a strisce larghe verticali rosse e blu, con pantaloncini solitamente blu bordati di rosso. Solo molto raramente nel corso della sua storia il Cosenza ha mutato il disegno dei colori indossando maglie a strisce orizzontali, inquartate o a tinta unita (blu bordato di rosso o viceversa). Sotto il regime fascista, per un breve tempo la squadra giocò in divisa granata, ed in completo azzurro nell'immediato dopoguerra.

Dopo numerose polemiche sorte sul finire degli anni Novanta per le divise prodotte dal fornitore tecnico Kappa (in cui i colori sociali della squadra erano, a detta dei tifosi, completamente sbiaditi e stravolti) si è sentito nella tifoseria il bisogno di puntualizzare anche l'esatta tonalità del rosso e del blu della maglia da gioco, e per la precisione sono il rosso scarlatto ed il blu tenebra o oltremare. Nel 2005 un'intera fornitura di divise fu rispedita al mittente dall società, su richiesta dei tifosi, perché il blu reinterpretato dal fornitore Erreà era troppo chiaro e più simile al viola.

Storicamente, la seconda maglia può essere bianca a bordi o richiami rossoblu oppure interamente gialla.

Per la stagione 2008-09 il fornitore ufficiale ONZE ha innovato la divisa sociale dei Lupi, restringendo le strisce verticali sulla maglia (ora ne compaiono quattro anziché tre, più due bande sui fianchi di colore invertito), alternando il colore delle maniche (blu la destra, rossa la sinistra), e soprattutto "proponendo" degli inediti pantaloncini rossi, che, uniti ai calzettoni anch'essi rossi (con due bande orizzontali blu) dovrebbero dare, nelle intenzioni del fornitore, un'immagine più aggressiva della squadra cosentina.

Ancora più innovativa la divisa ufficiale per la stagione 2009-2010: sempre prodotta dalla ONZE, è stata però ideata e disegnata da un'azienda che si occupa di curare l'immagine della società cosentina. La nuova divisa, che dopo diverso tempo presenta una rinuncia alle strisce verticali, è infatti completamente ammezzata, ovvero la metà di destra della maglia da gioco è completamente rossa, sia sul davanti che sul retro della maglia, e la metà sinistra, simmetricamente, è blu. Blu anche i pantaloncini, e rossi i calzettoni, con banda blu.

Su un fianco, in basso, appare ricamato in oro il loro, anch'esso ideato dall'zienda che cura i diritti d'immagine del Cosenza, pensato per festeggiare i 95 anni del calcio cosentino: un "95" sormontato dalla scritta 1914, circondato dall'alloro e con sotto la scritta 2009. Il ricamo dell'alloro dorato circonda per la stagione 2009-2010 anche lo stemma ufficiale, sia sulla divisa da gioco che sui vari prodotti di merchandising ufficiale del Cosenza: c'è ancora sotto la scritta 2009, mentre, comparendo già nello stemma la dicitura 1914, la scritta sovrastante, sempre in oro è NOVANTACINQUE ANNI, in caratteri maiuscoli. Ancora più originale ed innovativa è la divisa pensata per la stagione 2010-2011 dall'agenzia che si occupa dell'immagine del Cosenza: è nuovamente una divisa molto aderente, completamente rossa (maglia, pantaloncini, calzettoni) sul davanti, con colletto blu, e completamente blu (maglia, pantaloncini, calzettoni) sul retro, come se una linea dividesse lateralmente a metà la divisa.

Innovazioni anche nelle decorazioni che, poste intorno al solito simbolo col Lupo, celebreranno il 96º anniversario dalla fondazione.

Nei canoni la divisa da trasferta, anche per il 2010-2011 bianca con fregi rossoblu (sulle maniche e sulle spalle); novità assoluta, invece, l'adozione di una divisa "big match" (prodotta dal fornitore tecnico in tiratura limitata), che richiamerà il disegno storico delle maglie del Cosenza (banda trasversale rossoblu, sul celebre modello del River Plate, su maglia argento, pantaloncini argento con bande rossoblu, calzettoni zebrati rossoblu) e che sar indossata nelle occasioni che saranno ritenute speciali ("big match") per questioni di classifica, di blasone dell'avversario o di presenza di telecamere per la diretta nazionale di RAISAT.

Il simbolo

Il simbolo della squadra è composto da un cerchio blu contorniato da sette strisce rosse raffiguranti i sette colli di Cosenza stilizzati. Al centro invece troviamo la testa del lupo, simbolo della squadra, che durante tutta la storia del Cosenza Calcio ha subito modifiche e cambi. Dapprima un lupo visto di lato, poi a partire degli anni Ottanta un lupo con le fauci ben aperte. Dal 1994 al 2003 il lupo raffiguranto all'interno viene sovrapposto ad un pallone e subisce una sostanziale modifica, venendo raffigurato con la bocca chiusa.

Dal 2003 al 2007 ritorna il vecchio lupo con la bocca aperta, finché nel 2007 la nuova società adotta un brand simile a quello in uso durante gli anni Novanta. Attualmente il lupo al centro del marchio è ritornato, sebbene con piccole modifiche, simile a quello utilizzato a fine anni Ottanta. Come detto, per la stagione 2009-2010, in occasione del novantacinquesimo anno della storia del calcio cosentino, attorno allo stemma sociale compare anche una serie di ricami in oro, ovvero l'alloro, la scritta NOVANTACINQUE ANNI e la scritta 2009. A partire dalla produzione 2011-2012, così come già appare sul sito ufficiale, il loro sarà abbracciato da una pergamena recante la scritta latina BRUTIA ME GENUIT ("Bruzia mi fece nascere"), frase storica che richiama sia la leggendaria figura di "Donna Brettia" o "Brutia", condottiera dei primi Bruzi, sia la stirpe Bruzia in sé.

I giocatori del Cosenza sono unanimemente noti col soprannome di Lupi della Sila, anche se talvolta ricevono altri appellativi (Bruzi, o, più raramente, Telesiani).

Tifoseria

 
La curva del Cosenza Calcio 1914 in una gara della stagione 2008-2009

«Le pecore hanno un capo. E le mandrie un cane che sorveglia. Nua sim’i Cusenza e capi un’ni’ vulimu. (Le pecore hanno un capo. E le mandrie un cane che sorveglia. Noi siamo di Cosenza e capi non ne vogliamo)»

Il tifo organizzato a Cosenza nasce con il gruppo Commando Ultrà Prima Linea, nato nel 1978; attivo fino al 1999 fu il gruppo dei Nuclei Sconvolti nato nel 1983 che ha fatto storia nel panorama ultrà nazionale, famoso non solo per il suo stile innovativo ed originale e per essere impegnato nel sociale ma anche per essere stato il primo in Italia ad organizzare due raduni ultras nazionali nel 1985 in città al Cinema Italia dal 12 al 14 luglio (presenti i Cucs Roma, Fedayns e Blue Lions Napoli, la Fossa dei Grifoni ect ect) e nel 1986 a Tortora in provincia di Cosenza raccogliendo per la prima volta le tifoserie più importanti dello Stivale[3]. Nonostante oggi questo gruppo non esista più, in pratica tutti i tifosi più accesi del San Vito, sentono di appartenervi o di originarsi da loro. Inoltre bisogna ricordare che già da quel periodo, e tuttora, la Curva Sud e la Curva Nord sono prettamente di stampo inglese nella mentalità, nei cori, nel sostegno incondizionato e nel modo di vivere la partita. Altri gruppi che hanno fatto storia nel caldissimo tifo organizzato silano sono: Fedayn (1982), NS-Via Popilia(1983) poi diventati Via Popilia Ghetto Ribelle, Boys Cosenza (1983), Alkool Group Loreto (1985), Nuova Guardia (1986), NS Amantea (1986), Brigate Rossoblu (1987), NS Rende (fine anni 80), NS Cosenza Vecchia (1989), NS Luzzi (1990) poi diventati Luzzi Klan (2000), Lost Boys (1992), Autentici (metà anni 90), Curva Nord Cosenza (1994), Rebel Fans (1995) e tanti altri gruppi formatisi nel nuovo millennio per sostenere i lupi nell'area urbana come Andreotta, S. Ippolito ovunque, Laurignano Ultrà CS, Pasquali presente, Porta Piana Group, Revocati, Cosenza Supporters, Road Crew, Gate 14, Mayd Boys 87100, Riforma, S.Vito, Allupati Primo Lotto, Secondo lotto, Crazy Wolves, Vecchie maniere, Mondo Fantastico, Boot Boys, Old Style, Cosenza Loca, Paniancu c'è, Nuova Generazione[4]. La tifoseria rossoblu è rappresentata anche da tutta la vasta provincia cosentina e testimonianza sono i vari gruppi ultras (oltre a diversi Club di semplici tifosi) che seguono con calore il Cosenza Calcio dall'hinterland e dalla provincia come NS Amantea 1986, Ultras Ajello 1997, Celico Rossoblu, Acri, Libero arbitrio, Briganti Paterno, NS Diamante, NS Scalea, NS San Lucido, NS Praia, NS Lago, Pistoleros Cittadella, NS Trebisacce, NS Francavilla, NS Villapiana, NS Rossano, Corigliano, Morano, Buonvicino presente, Intifada Roggiano, Teste Matte 2007, Casole a krikka du vinu, Pedace, Montalto, Carolei, Panettieri c'è, Irrequieti Torano. La torcida rossoblu ha fatto scuola in Italia anche per essersi dotata in netto anticipo rispetto alle altre curve di una voce ufficiale, un periodico che viene distribuito in tutte le partite casalinghe, lo storico "Tam Tam e segnali di fumo"[5] che fece il suo esordio nel lontano 13 maggio 1988 alla vigilia della trasferta di Salerno nel campionato che decretò la promozione in serie B,[6]. Inoltre molti gruppi nella storica "Curva Sud Donato Bergamini" sono riuniti in un unico grande gruppo il Collettivo Consentia che accomuna molti ultras dei gruppi organizzati oltre che singoli ultras non appartenenti a nessun gruppo detti Lupi Sciolti. Il 16 giugno 2010 si è svolto a Lorica in provincia di Cosenza il primo raduno dalla controcultura ultrà dedicato a Ettore e alle sorelle a ai fratelli di curva scomparsi sempre nei cuori degli ultrà cosentini. Tra le giornate storiche dei Nuclei Sconvolti va menzionato il derby di campionato del 6 aprile 1985 Cosenza-Catanzaro= 1-0 con 20.000 spettatori presenti, in cui gli ultrà rossoblu srotolarono un bandierone rossoblu (allora record di dimensioni in Italia) che copriva tutta la tribuna B allora covo del tifo silano, e la fumogenata di Cosenza-Nocerina di maggio 1988 anno della promozione in B, votata tra le migliori di sempre in Europa.[senza fonte]

Gemellaggi

Amicizie

Le prime Amicizie gli Ultras Cosenza le instaurarono nel raduno nazionale del 1985 (con Casertana, Nocerina, Casarano e Ternana) ma il gemellaggio ad oggi resta solo con Caserta e Casarano. Menzione particolare merita il grande legame instaurato con i Genoani a fine anni '80, attualmente con i Ternani esiste solo una forma di rispetto mentre con la Nocerina sono stati interotti violentemente i rapporti. Oltre alle già citate sopra esistevano rapporti di amicizia e anche gemellaggio con Pisa, Messina ed Andria ormai finiti da tempo. La Curva Nord instaurò rapporti anche con il Giarre, in ultimo anche se non in maniera ufficiale è nata un amicizia con il Lanciano.

Forte rivalità

La più forte rivalità per i tifosi rossoblù è quella con il Catanzaro con cui si disputa il Derby della Calabria, dopo quella con i giallorossi la rivalità piu' sentita in Calabria è quella con la Reggina con la quale si disputa il secondo Derby regionale. In campania esiste la seconda più forte rivalità un vero e proprio Derby del sud con la Salernitana, rivalità storica e antica oltre che cattivi rapporti con Napoli, Savoia e di recente con la Cavese. In puglia sono molte le tifoserie nemiche in primis Lecce e Taranto ma anche Bari, Foggia, Barletta e Monopoli. Nelle isole pessimi rapporti con Cagliari, Palermo, Catania e dopo gli anni di D col Siracusa. Nel centro italia si registrano ruggini nella zona adriatica con Ascoli e Pescara mentre in Toscana si ha forte rivalità con il Siena ma anche con Lucchese e i gemellati catanzaresi della Fiorentina. Da menzionare l'episodio di Cosenza-Lazio (coppa italia 1998/99) in cui gli ultra' rossoblù rubarono uno stendardo ai tifosi laziali nel settore ospiti. Nel nord Italia la tifoserie più odiata è quella dell' Hellas Verona, cattivi rapporti anche con Padova, Brescia e Sampdoria.

Rivalità moderata

Note

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