Bioterrorismo
Il bioterrorismo consiste nell'utilizzo intenzionale di agenti biologici (virus, batteri o tossine) in azioni contro l'incolumità pubblica quali attentati, sabotaggi, stragi o in minacce volte a creare panico e isteria collettiva.
Gli agenti biologici utilizzati possono essere reperiti in natura, o possono essere modificati dall'uomo al fine di aumentarne il potere distruttivo, la virulenza o la diffusione nell'ambiente. Quest'ultima può avvenire attraverso l'aria, l'acqua, il cibo o le bevande.[1]
Classificazione degli agenti biologici
Il CDC statunitense suddivide le armi biologiche usate nel bioterrorismo in tre categorie, a seconda della facilità di diffusione e del rischio maggiore o minore di malattia letale che provocano:
- Categoria A
Comprende organismi e tossine altamente pericolose per la collettività per:
- la facile diffusibilità o trasmissione da persona a persona;
- il loro potere altamente letale;
- i fenomeni di panico e di isteria collettiva che possono causare;
- la necessità di adottare speciali contromisure su vasta scala per la tutela della salute pubblica.
- Categoria B
Comprende organismi moderatamente pericolosi per:
- la loro diffusibilità su scala ridotta;
- la capacità di provocare malattie potenzialmente meno letali;
- la necessità di misure di monitoraggio della salute pubblica meno intensive rispetto alla categoria A
- Categoria C
Comprende organismi patogeni emergenti, potenzialmente modificabili attraverso l'ingegneria genetica per essere trasformati in armi biologiche. Questi agenti presentano:
- facile disponibilità nell'ambiente
- facile produzione
- alto potenziale in termini di virulenza e di impatto sulla salute pubblica.
Storia del bioterrorismo
Principali agenti usati nel bioterrorismo
Le sostanze usate con scopi di bioterrorismo sono in genere materiali biologici quali batteri o virus, che vengono utilizzati in atti di guerra contro un paese o gruppo di persone. L'invio di spore di antrace attraverso il sistema di posta degli Stati Uniti nel 2001 è stato il primo utilizzo di un agente di bioterrorismo contro gli Stati Uniti. Oltre alla posta negli Stati Uniti, le armi biologiche possono infettare i prodotti alimentari, l'acqua potabile e branchi di animali.
Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) classifica gli agenti biologici in funzione del rischio che rappresentano per il pubblico. Quelli che presentano il rischio più elevato, perché possono essere facilmente diffusi e possono causare mortalità elevata, sono classificati come categoria A. Tali sostanze comprendono batteri e virus che causano malattie come:
carbonchio,
botulismo,
peste,
tularemia,
il vaiolo, e febbre emorragica virale (come ad esempio quella sostenuta dai virus hantavirus e Ebola).
Il CDC classifica gli agenti biologici che presentano un rischio moderato per il pubblico come categoria B. Questi agenti possono essere diffusi con una certa facilità e possono causare un grado moderato di malattia, ma i tassi di mortalità a causa di queste malattie sono generalmente bassi. [Per informazioni più specifiche sugli agenti di bioterrorismo e sulle contromisure che il governo americano sta prendendo per prepararsi in caso di un altro attentato bioterroristico, visitare il sito web del CDC sul bioterrorismo.
Oltre ad agenti biologici, anche agenti chimici o radioattivi possono anche essere usati come arma di bioterrorismo. Il CDC classifica gli agenti chimici in base alla attività da essi esplicata sulla pelle, nei polmoni, nel tratto gastrointestinale e sul sistema nervoso. L'unico utilizzo di agenti chimici da parte di un gruppo terroristico si è verificato nel 1994 e nel 1995, quando la setta Aum Shinrikyo ha rilasciato il gas nervino sarin in Giappone a Matsumoto ed a Tokyo, causando 19 morti e obbligando migliaia di persone al ricovero ospedaliero o al trattamento ambulatoriale.
Gli agenti radioattivi sono incolori, inodori ed invisibili. La contaminazione di cibo, acqua od oggetti può causare all'uomo ed agli animali inabilità o morte ed inoltre è difficile da evidenziare. I sintomi di esposizione alle radiazioni possono includere nausea, vomito, diarrea e, a seconda del grado di esposizione, gengive sanguinanti, epistassi, ecchimosi, e perdita di capelli. L'esposizione ad agenti radioattivi avviene attraverso ingestione, inalazione o la contaminazione di una ferita aperta. Un esempio di un agente radioattivo è il polonio 210 che, nel 2006, è stato la causa della morte del dissidente russo, Alexander Litvinenko.
Note
Bibliografia
- P. Greco: Bioterrorismo - Antrace, gas nervini e bombe atomiche. Editori Riuniti, 2001. ISBN 9788835951490
- Jake Carson. Bioterrorismo e armi chimiche. Come sopravvivere. Manuali Piemme, 2002. ISBN 9788838469961