Caffè con ghiaccio
Il caffè in ghiaccio è una bevanda fredda a base di caffè la cui preparazione è tipica del Salento e della zona di Lecce in particolar modo[1], anche se il suo utilizzo si è ormai diffuso in tutta Italia. Si utilizza soprattutto nel periodo estivo.
La bevanda è stata inventata da Antonio Quarta, pittore e proprietario di un piccolo bar leccese, negli anni cinquanta del XX secolo[2] e poi fondatore della Quarta Caffè.
La necessità era quella di sostituire il tradizionale caffè freddo (il caffè messo a raffreddare in frigorifero) che oltre a perdere la sua fragranza iniziale tende a diventare acido in poche ore.
Preparazione della bevanda
Si procede alla preparazione del normale caffè espresso che deve essere zuccherato a piacere in una tazzina. Si versa quindi il caffè zuccherato ancora bollente in un bicchiere di vetro (meglio se largo) colmo di grossi cubetti di ghiaccio (per evitare di "annacquare" la bevanda i cubetti non devono essere sciolti, ma "secchi", cioè appena prelevati dal freezer). Il caffè si raffredda all'istante e conserva il suo aroma originario. La bevanda va consumata immediatamente.
Il caffè in ghiaccio può anche essere "soffiato" per pochi secondi con un getto di vapore per ottenere il cosiddetto "caffè in ghiaccio soffiato", più cremoso.
Il caffè in ghiaccio, oltre che dal caffè freddo, si differenzia anche dal caffè shakerato in cui il il caffè e i cubetti di ghiaccio sono agitati con l'utilizzo di uno shaker.
Caffè in ghiaccio con latte di mandorla
È una variante del caffè in ghiaccio anch'essa tipicamente salentina, che prevede l'utilizzo del latte di mandorla come dolcificante sostituto dello zucchero. Si prepara il caffè espresso e senza zuccherarlo si versa in un bicchiere colmo di cubetti di ghiaccio. Solo successivamente si aggiungono 2/3 cucchiai di latte di mandorla e si mescola il tutto con un cucchiaino[3]. Anche questa bevanda può essere "soffiata".
Note
Bibliografia
- Aldo Buzzi, Saul Steinberg, L'uovo alla kok: ricette, curiosità, segretti di alta e bassa cucina... Adelphi, 2002 p.97